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Autore: armony_93    04/12/2008    6 recensioni
Le parole sono tante e importanti. Le parole ci rappresentano e con dei discorsi riusciamo più o meno a esprimere noi stessi. Chi non ha parole come puoi farsi capire? In tanti modi, in tanti gesti, in tante espressioni. A volte ci sembra così ovvio saper parlare, ma è davvero così naturale? No, non per lei. Taylor Mckessie. Nuova long scritta ieri sera di getto. Non molti mi seguono, ma ho voluto provare a scrivere qualche cosa di diverso: diamo sempre per scontato che una persona parla, dialoga e si confronta con gli altri, ma è vero che a volte non c'è bisogno di molte parole e anche il silenzio può diventare qualcosa di bello e speciale. Taylor è una ragazza che ha perso le parole sin da quando era piccola. Frequenta la East High e nonostante conosca i suoi compagni da molto tempo si renderà conto solo in quel periodo del sentimento che la lega ad uno di loro. Il più ribelle. Chad Danforth. Tra dolcezza e violenza, anche una nuova storia d'amore nasce tra le righe di questa storia. Questa ficcy è anche Ryanella e Troypay. Un bacio a chi la legge. armony_93
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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20.20

Chad frenò di scatto e scese dalla moto. Si sfilò il casco con un gesto frettoloso, arrabbiato, stizzoso. Si voltò verso Gabriella che seduta ancora sulla moto lo fissava confusa, sorpresa, spaventata e anche un po’ curiosa. Aleggiava un agghiacciante silenzio tra i due interrotto solo dai respiri lenti e regolari che andavano ad intaccare l’aria attorno a loro. due caratteri così diversi ma così vicini legati da una persona, ovviamente con sentimenti differenti ma non per questo poco importanti. Chad avanzò di un passo verso la ragazza che lo fissò affascinata studiando l’espressione di quel viso teso e serio, la morbidezza di quei ricci che lo incorniciavano con fragile equilibro il moretto, la carnagione scura resa cupa, tetra dal colore plumbeo del cielo. Sorrise un poco apprezzando quello che la sua migliore amica amava di quel ragazzo: gli occhi; così tempestosi, così rabbiosi tesi e violenti, a volte anche crudeli. Un sospiro fragile di Chad fece riprendere Gabriella dallo studio di quegli occhi cioccolata così dannatamente belli, così dannatamente ribelli e profondi.

Rimase leggermente attonita nel notare il mutare dell’espressione mentre alzava lo sguardo a cielo, non era semplice ammirazione era come se desiderasse, bramasse di poterlo raggiungere, sfiorare o semplicemente di poter assaporare l’aria diversa…l’aria di libertà che soffiava tra i lineamenti del giovane.

-Se la ferisco c’è un motivo…-

Disse con voce atona e pacata il riccio facendola riprendere bruscamente dai suoi pensieri. Gabriella sbattè le palpebre due o tre volte per prendere coscienza della realtà e concentrarsi sulle parole di lui. Aprì le labbra e si posò il casco in grembo rabbrividendo ad una ventata gelida e sistemandosi comoda seduta sulla moto mentre Chad in piedi al suo fianco ad occhi chiusi continuava a tenere il viso rivolto al cielo plumbeo.

-Quale è il motivo tanto sciocco da spingere una persona a ferirne una a cui tiene più di se stesso?-

Chiese con voce dolce e malinconica con un sorriso flebile sulle labbra di tristezza. Chad aprì gli occhi e abbassò il viso mentre Gabriella rabbrividiva nuovamente per una ventata ancora più fredda, lontani i tuoni risuonavano ovattati.

-A volte bisogna accantonare…il sentimento…che ci lega a quella persona per poterla proteggere.-

Gabriella lo fissò affascinata per la profondità di quelle parole e tutta la leggera irritazione che aveva provato nei suoi confronti era svanita lasciando tenerezza e affetto per quello sconosciuto. Era così facile la sua mente ma al tempo stesso così complessa, come poteva rinunciare alla persona che amava? Questa era la domanda che si era posta più spesso Gabriella, ma ora ne conosceva la risposta carpita dal silenzio del ragazzo: li doveva proteggerla…da se stesso.

Sorrise e lo fissò felice intercettò con lo sguardo una mano del ragazzo posata vicino a lei sulla moto mentre fissava lontano. Sorridendo posò la sua mano su quella del ragazzo che si voltò di scatto nella sua direzione.

-Sei gelida…-

Deviò il discorso intuendo il motivo di quello sguardo.

-Ho solo un po’ freddo…tu sei bollente!-

Ridacchiò rincuorata la moretta iniziando a dondolare le gambe avanti e indietro. Sospirò quando Chad le parlò nuovamente facendola ridere.

-Ti inviterei ad entrare in casa ma credo che non gradiresti…-

-Perché?-

Chiese lei ridendo leggermente mentre vedeva un piccolo sorriso furbo e saggio dipingersi sul viso del moretto che inarcò un sopracciglio e disse sconsolato.

-Credimi preferiresti non sapere…-

Gabriella sentì la curiosità scavarle la testa e lo implorò ridacchiando.

-Dai dimmelo!-

Chad rise piano e prese le chiavi dalla tasca della giacca di pelle le lanciò a Gabriella che si illuminò tutta e si alzò di scatto.

-Poi non dirmi che non ti avevo avvertita…-

Gabriella corse con le chiavi ad aprire la porta e quando lo fece si trovò una casa completamente carina e tranquilla dall’arredamento scuro ma moderno.

Si voltò verso Chad corrucciata, aprì le labbra per chiedere quale fosse il motivo che avrebbe dovuto sconvolgerla ma dalle camere superiori giunse un gemito acuto di una voce riconoscibile tra mille.

Gabriella arrossì di botto chiuse la porta e schizzò dietro al riccio coprendosi il viso nella sua schiena mentre il ricciolino scoppiava in una fragorosa risata.

-Ma…ma…chi…chi era?-

Balbettò viola Gabriella, Chad rise e disse.

-La conosci molto meglio di me, è bionda e ha gli occhi caramello, ha un gemello e è fidanzata con il mio migliore amico.-

Gabriella sgranò gli occhi e arrossì ancora di più.

-Sharpay?!?-

Chad ridacchiò e annuì sentendo che la ragazza iniziava a rilassarsi e a ridere lievemente. Sorrise e una fitta al cuore lo prese quando ripensò ad un sorriso che per lui era più di mille parole. Gli mancava…gli mancava da morire…

 

Qualche ora dopo…

Sharpay baciò Troy sulle labbra e il ragazzo si girò dalla parte opposta mugugnando. La bionda rise e si alzò per poi rivestirsi attenta a fare il minimo rumore possibile dato che il biondo stava riposando. Si stiracchiò e presa la sua borsetta si diresse in bagno chiudendosi dentro. Estrasse da essa i trucchi necessari per risistemarsi lievemente e dopo essersi passata un rossetto sulle labbra fragola si rimirò allo specchio. Sorrise e fece l’occhiolino alla sua figura riflessa ravvivandosi i capelli dorati con una mano. Come una dolce e fluida cascata d’oro li spazzolò e con delicatezza ricaddero sulle spalle e ai lati del viso.

Sorrise e uscì dal bagno, osservò la figura del suo ragazzo avvolta nelle lenzuola. Ridacchiò, estrasse il cellulare glitterato dalla borsetta e fece una foto a Troy che stringeva mugugnando il cuscino come se fosse qualcuno.

-Mi auguro di essere io quella che affolla i tuoi sogni amoruccio…-

Gli mormorò vicina all’orecchio facendolo rabbrividire. Si scostò sorridendo e si diresse verso la porta quando sentì la voce impastata di Troy disperdersi come un soffio nella stanza.

-…Pay…-

Sorrise e senza voltarsi chiuse la porta alle sue spalle scendendo le scale con piccoli saltelli in una mano la borsetta e nell’altra le scarpe con il tacco.

Raggiunto il piano terra si diresse in cucina e scribacchiò con la sua penna rosa dall’inchiostro rosa un bigliettino a Troy poggiandolo sull’isola al centro della cucina. Sorrise stampò un bacio di rossetto sul biglietto e si diresse verso la porta.

-Saluti…-

Mormorò più a se stessa che a qualcuno di preciso sempre con un sorriso enorme, aprì la porta, si infilò le scarpe vertiginose con i tacchi e uscì di casa.

Quando si fu richiusa la porta alle spalle si voltò e compose un numero di cellulare. Attese fissandosi le unghie di una mano con disapprovazione quando una voce rispose.

-Pronto?-

-Pronto Ryan, sono io Sharpay…-

Dall’altra parte del telefono silenzio poi la voce del gemello le giunse preoccupata e implorante.

-Pay! Dei del cielo sono ore che ti cerco! Mi sono preso un colpo! Dove sei? Devo venire a prenderti?...Scusami!-

Milioni di parole una dopo l’altra accenti che cambiano, da preoccupato a mortificato a implorante a sollevato e di nuovo preoccupato. L’angelo biondo sorrise appena con dolcezza felice delle scuse del gemello e rispose bloccando un mare di scuse e di domande.

-Ryan! Si ho bisogno di un passaggio e sono a casa di Troy. Vieni subito però non mi piace molto questo quartiere e oltre tutto sta per arri…-

Ryan ascoltava la sorella annuendo anche se lei non poteva vedere fino a quando sentì un urlo dall’altra parte della cornetta e poi la linea cadde.

Il biondo si sentì mancare e chiamo più volte la sorella al telefono.

-Pay? Sharpay! SHARPAY!-

Si sentì invadere dal panico e corse fuori di casa diretto in macchina e pochi istanti dopo era già in strada diretto come un folle a casa Bolton-Danforth ignaro che tutto quello che avrebbe trovato al suo arrivo sarebbe stato solo il cellulare glitterato della sorella sull’entrata di casa.

 

Continua…

  
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