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Autore: Lady Windermere    14/02/2015    2 recensioni
-No, Mr Horace, non credo di aver mai raccolto delle rape in vita mia.-
Mr Goldwin sembrò assai stupito da tale affermazione –Mia cara, dovete assolutamente provarci! Potrei insegnarvelo io se mi permettete l’ardire di farlo.-
Scarlett sorrise amabilmente –Vi permetto tutto ciò che volete mio caro Mr Horace…-
Basta che non mi secchiate più in questo modo! concluse nella sua testa.
Il giovane pretendente arrossì –Beh…co-comunque n-non credo di es-esserne all’altezza.-
balbettò.
-Però potrei affidarvi al mio maestro di botanica, con lui sarete in buone mani…- continuò serio.
Lady Scarlett sbuffò di noia e annuì distrattamente.
Mr Horace prese erroneamente lo sbuffo per un sospiro e credette di essere gradito.
Ripartì all’attacco –E non dovreste fermarvi solo alle rape, ma potreste coltivare qualsiasi altro ortaggio voi desideriate. I cavoli, vi assicuro, danno molta soddisfazione…-
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quattro

 

 

 

 

Mentre Rosalba scappava dalla morte imminente, era questo che pensava la nostra sfortunata ragazza, il suo vestito si impigliava in tutti i possibili rami della Foresta, rallentando la sua fuga. Fuga che, ahimé, non durò molto a lungo.

Forse voi potreste pensare che la nostra povera giovane venne catturata dal vampiro, o che qualche altra diabolica creatura si imbattesse nella sua strada. Ebbene, niente di tutto questo. Semplicemente, la cara Rosalba ebbe un rendez vous per nulla piacevole con un grosso ramo, che pendeva da un altrettanto grosso albero. Questo tête à tête fu così intenso che la nostra protagonista, sventuratamente devo dirvelo, svenne.

Quando finalmente riprese conoscenza l’unica cosa che vide fu un viso chino sul suo e due vivaci occhi verdi che la scrutavano, incuriositi.

Rosalba ci mise qualche secondo prima di rendersi conto che quel viso, nonostante gli occhi, apparteneva a colui che aveva causato la sua poco onorevole fuga.

Quando anche la sua mente accettò questa chiarificante rivelazione, la ragazza cercò disperatamente di svenire di nuovo, ma una mano sconosciuta, mi dispiace dirlo, fu più veloce e le premette una bottiglietta sulla bocca.

Rosalba, presa alla sprovvista, ingoiò a forza qualche sorso di quel liquido amaro e pungente. Poi lo sputò violentemente in faccia al suo aguzzino, infatti mi rammarica ammetterlo, ma la povera Rosalba non sempre fa buon uso delle buone maniere.

Un grido di protesta fuoriuscì dalle labbra del giovane redivivo –Ehi! Sarebbe questo il ringraziamento per essermi preso cura di te fino ad ora?-

La ragazza lo guardò nello stesso modo in cui avrebbe guardato uno squilibrato. Poi tentò di alzarsi, ma un dolore lancinante alla tempia la fece ricadere a terra. Rosalba ci provò una seconda e una terza volta, sotto lo sguardo divertito del ragazzo, ma senza alcun risultato.

-Non per rendere vani i tuoi sforzi, ma credo che dopo quella botta dovrai restare ferma per qualche ora… se però vuoi continuare…- la voce divertita del giovane le ricordò che non era sola.

Si accorse allora di trovarsi in una grotta e che era notte inoltrata. Sospirò e si appoggiò a una roccia. Rivolse un’occhiata al vampiro e rabbrividì. Stava letteralmente morendo di paura. Comunque si sforzò di parlargli –Ehm…ecco…sentite…vi pregherei di uccidermi prima di bervi il mio sangue… perché…perché non potrei sopportarlo.- Il tono di Rosalba era rassegnato.

Il giovane gettò la testa all’indietro e scoppiò a ridere –Davvero pensi che mi sia dato tutto questo daffare solo per poi cibarmi del tuo sangue?-

La ragazza rimase interdetta –Beh, e per che altro allora? Voi siete un vampiro giusto?-

Gli occhi del giovane erano scintillanti –Sì tesoro, sono un vampiro, ma questo non esclude che sia anche un gentiluomo. Ogni tanto.-

Rosalba era incredula –Mi avete salvato per il puro piacere di farlo? Non vi aspetterete certo che vi creda spero…-

-Ti ho salvato perché ti trovo dannatamente bella, ecco perché. Puoi anche non credermi, se questo ti reca conforto.-

La ragazza ammutolì. Possibile? Visto che non proferiva più parola il giovane si alzò in piedi, le fece un inchino e si presentò –Sono Alexander Black, felice di fare la tua conoscenza, dolcezza.-

A questa incredibile sfacciataggine Rosalba si infuriò –Anche se sono il vostro pranzo non penso di avervi mai dato il permesso di trattarmi in modo così informale, signore.-

Il giovane sembrò esasperato –Quante volte devo ripetertelo che non sei il mio pranzo? Se così fosse saresti già morta. Non è che sei un po’ tarda?-

-Non sono affatto tarda! Semplicemente non mi fido di voi, Mr Black!- gli urlò addosso.

-Alexander… chiamami pure Alexander.-

-Non ho la minima intenzione di farlo- dichiarò lei seccamente.

Il giovane le si avvicinò –Hai paura di me?-

-Trovo questa domanda incredibilmente stupida. Certo che ho paura di voi! Potreste uccidermi!-

Alexander sospirò –Non riuscirò mai a convincerti, piccola. Peccato, sono convinto che se ti lasciassi andare un pochino avremmo potuto anche divertirci…-

Rosalba avvampò –Vi prego di non rivolgervi a me come se parlaste a una comune cortigiana, Mr Black!-

Lui le indirizzò un sorriso sornione –Non intendevo insultarti, tesoro…-

-Allora fatemi il favore utilizzare il voi, quando parlate con me.-

-Solo se mi dici il tuo nome, fanciulla…- disse lui malizioso.

Rosalba scoppiò in una risata falsa –Certo, vi dico anche il mio nome adesso… non sperateci!-

Il giovane sbuffò –Beh, quando ti sarai decisa a fidarti di me fammi un fischio.-

Detto questo si alzò, si sistemò la rendigote e uscì dalla grotta, lasciandola sola.

Rosalba si guardò intorno nervosamente, poi prese una risoluzione che non avrebbe mai pensato di dover prendere.

Si alzò a fatica e uscì all’aperto, con la testa che le girava. Appena varcò la soglia della grotta, e l’aria fredda della notte le sferzò il viso, si sentì subito meglio.

Lo trovò seduto su un’enorme masso, intento ad accendersi una sigaretta. Cercando di ignorare quella mancanza di cortesia, non si fuma in presenza di una signora!, gli si avvicinò.

-Allora ti sei decisa finalmente…- iniziò Alexander.

Rosalba si schiarì la voce –Siamo partiti col piede sbagliato, Mr Black. Visto che non intendete mangiarmi, Dio solo sa perché, vi devo delle scuse.-

-Scuse accettate, dolcezza.-

La ragazza si costrinse a mantenere la calma –Inoltre devo ringraziarvi per esservi preso cura di me mentre ero svenuta. Infine, credo sia giusto dovermi presentare: sono Mademoiselle Rosalba De Rosenoir.-

Gli tese la mano, affinché lui la baciasse, ma il giovane la ignorò completamente, poi sogghignò –E a cosa devo questo onore, Mademoiselle Rosalba De Rosenoir?-

La ragazza, incredibilmente, non gli si scagliò addosso –Ho una proposta da farvi.-

                                               ∞

-È assolutamente necessario che tutto sia perfetto per l’arrivo di Mr Goldwin. Quindi mi aspetto che tutti voi manteniate un comportamento adeguato alla circostanza, e operiate in maniera rapida ed efficace. Mi sono spiegata?-

A parlare era Mrs Fink, terrore e afflizione della servitù del Palazzo Reale, affettuosamente soprannominata “Il Mastino di Corte”.

-Sì, madame- fu il coro di risposte, prima di fare dietrofront e ritornare alle proprie occupazioni.

Dire che il Castello era in fermento per l’arrivo del Presidente del Continente e del suo seguito era dir poco. Sembrava che chiunque a Palazzo, eccetto la Regina ovviamente, avesse fatto razzia di stimolanti negli appartamenti di Mr Lunwell, l’archiatra.

Ai piani più bassi tutti erano in agitazione: c’era chi doveva lucidare, chi doveva spazzare, chi doveva lavare, chi doveva rammendare e perfino chi doveva fare il bagno al gatto della Regina, Milord.

E non c’era nemmeno persona a Corte che non fosse impegnata in qualche occupazione particolare: cercare un abito adeguato per il Ballo, imbellettarsi, farsi acconciare i capelli, tentare di non assomigliare a una scopa incipriata, aggiustarsi la cravatta… Ognuno aveva i suoi crucci.

Ma il cruccio più grande in assoluto lo aveva Lady Scarlett, chissà come mai.

L’ignoto promesso sposo era partito da un altrettanto sconosciuto paese, per arrivare nella City, dove una ben nota principessa attendeva impazientemente di avere il piacere di fare la sua conoscenza.

Ma mentre lei si tormentava, e Dio solo sa quando smetterà di farlo, la sua augusta madre era un pochino, ma proprio pochino eh, ansiosa. La Regina infatti non poteva permettersi di avere una crisi isterica, come invece la figlia poteva avere benissimo a quanto pare, e doveva mantenere un comportamento dignitoso in ogni circostanza, una regale mummia insomma. In quel istante però si era evidentemente lasciata andare, perché da alcuni minuti, notate la gravità della situazione, stava percorrendo il perimetro della sua stanza.

Era preoccupata per la figlia, per come avesse deciso di accettare le nozze, per come sarebbe potuta andare a finire la storia e, sopra ogni altra cosa, per cosa avrebbe detto a Mr Goldwin.

Decisioni riguardo all’alleanza non erano ancora state prese e la situazione diventava ogni giorno più scottante. Mr Goldwin faceva pressione per avere una risposta, il Consiglio faceva pressione per ottenere più tempo, e lei, la povera Regina Clarisse, passatemi l’espressione, non sapeva più che pesci pigliare.

L’unico aiuto l’aveva avuto da Lord Drenlincourt, incredibilmente, che aveva suggerito di prendere tempo organizzando un Ballo, in onore della delegazione del Continente.

Le era parsa una buona idea al momento, ma ora ne era terrorizzata. Oltre al fatto che i preparativi per l’evento occupavano tutta la servitù e avevano mandato in visibilio tutti gli abitanti del Castello, c’era quello che non sarebbe servito a nulla.

Di sicuro uno sciocco ballo non avrebbe fermato Mr Goldwin.

La Regina era fermamente convinta che nemmeno una catastrofe naturale di violenza inaudita sarebbe riuscita a schiodare quell’uomo dai suoi piani. Nulla avrebbe fermato Mr Goldwin, se aveva perso una decisione.

E, per una volta, la Regina aveva pienamente ragione.

                                               

-Ecco a voi il Reggente di Lonliness!- annunciò Julien Prince entrando negli appartamenti ospitanti i tre Rosenoir.

Rimase immobile sulla soglia, aspettando una reverenziale accoglienza, che non arrivò.

-Che ci fai lì Julien?- chiese distrattamente Faust.

-Sto aspettando che qualcuno venga a spargere petali di rose sui miei passi…-

-Beh, attenderai a lungo allora.- ribattè Soren.

Con un piccolo sbuffo il Reggente rinunciò al suo onorevole proposito e si avvicinò a Faust, che stava consultando delle carte del regno.

-Volete finalmente dirmi chi è che state cercando? Io vengo sempre tenuto all’oscuro di tutto…- si lamentò Julien.

-Chissà come mai…- replicò Florence sarcastico.

Julien fece una smorfia di teatrale indignazione –Il tuo sarcasmo distrugge la parte più fragile della mia reale persona!-

-Cioè il tuo esorbitante ego?- chiese Soren ridacchiando.

Julien lo fulminò con lo sguardo –Il mio cuore!-

-Fa lo stesso- concluse Faust –Piuttosto venite qui un istante…-

Tutti gli si fecero attorno. Faust prese una vecchia mappa di Melancholy e una della Foresta di Greenwood.

-Vedete- disse indicando un punto con il dito –Se noi prendiamo questa strada e poi svoltiamo dietro questo masso, dovremmo trovarci proprio sull’unica via che porta dalla Foresta alla città.-

Soren e Florence sorrisero speranzosi.

Julien li guardò di sottecchi –Ehm… non per deludere le vostre aspettative, ma quelle mappe risalgono a quindici anni fa. Ormai per entrare a Lonliness ci sono ben tre ingressi. La Porta Nord, la Porta Sud e il Valico. Quella…strada, come la chiami tu, non è più utilizzata da nessuno.-

I tre fratelli sospirano di delusione.

-Allora non saprei proprio che fare.- concluse luttuosamente Faust.

Anche questa volta fu Julien, stranamente, a salvare la situazione –Forse ci sarebbe un modo, se è una persona quella che state cercando…-

Florence annuì –E quale sarebbe?-

-Da qualche anno ho magistralmente introdotto dei controlli su chiunque entri o esca da Lonliness. Quindi, a meno che non sia già dentro le mura della città le mie guardie potrebbero identificare, e successivamente condurre qui, la persona che state cercando. Che ne dite?-

Faust sorrise, Soren sembrava pazzo di gioia e Florence si trattenne dal saltargli addosso per la contentezza.

-Però mi serve la descrizione della persona, e il suo nome, possibilmente- continuò il Reggente.

Questa volta fu Florence a rispondere –Ragazza, sui sedici anni, bionda e incredibilmente bella. Si chiama Rosalba.-

Julien sorrise malizioso –Incredibilmente bella eh?-

Soren stroncò tutti i suoi disegni –è la nostra pupilla. E non dovrà essere importunata. Da nessuno. Sono stato chiaro?-

Julien ammise la propria sconfitta –Cristallino.-

In quel momento la porta si aprì e una splendida giovane donna entrò nella sala. Era molto alta, coi capelli color ebano e gli occhi di un grigio scintillante.

-Oh, scusami Julien. Ti stavo cercando e mi hanno detto che eri qui. Non sapevo che fossi occupato. Me ne vado…- disse dolcemente la giovane.

Davanti allo sguardo imbambolato dei tre fratelli, Julien sorrise –No, aspetta.-

La giovane rimase sulla porta, sorridendo.

-Ragazzi, –disse Julien sogghignando –questa è Lady Lucrezia Prince. Mia sorella.-

                                                  

Il vampiro non si trattenne dal scoppiarle a ridere in faccia –Una proposta? Tu? E di cosa si tratterebbe dai…-

Rosalba lo fulminò con gli occhi –So che può sembrare strano, ma io ho un assoluto bisogno di arrivare a Lonliness. Purtroppo, per cause del tutto indipendenti dalla mia volontà, ho perso la strada.-

Alexander la squadrò da capo a piedi –E tu vorresti chiedere a me di accompagnarti? Ho per caso la faccia di una governante? Non se ne parla.-

Rosalba pestò il piede per terra –Vi assicuro che sarete ben ricompensato…-

Lui le si avvicinò con uno sguardo malizioso –Ah sì? E cosa mi offri, dolcezza?-

Rosalba indietreggiò disgustata –Sono enormemente ricca. Qualunque cosa voi vogliate l’avrete.-

Lui continuò ad avvicinarsi. Rosalba si trovò con le spalle al muro. –Qualunque cosa? Ne sei sicura, tesoro? –chiese mellifluamente.

Questa volta la ragazza perse la pazienza. Lo spinse violentemente in avanti e si liberò –Prima di tutto io non sono il vostro tesoro! Seconda cosa, vi ho già ripetuto di non trattarmi come una sgualdrina. Terzo, se volete accompagnarmi sarete ben pagato, ma se non ne avete l’intenzione vi prego di liberarmi della vostra presenza.-

Alexander rimase interdetto. Poi osservò la ragazza, gonfia d’ira, e scoppiò in una sonora risata –Va bene dolcezza, hai vinto tu. Sono il tuo umile schiavo.-

Rosalba non lo degnò neanche di un’occhiata –Bene. Allora direi che possiamo anche partire.- Fece per raccogliere le sue cose.

-Non così in fretta.- La voce del giovane la bloccò. Lo guardò con un sopracciglio alzato.

-Prima voglio sapere perché vuoi andare a Lonliness e che cosa ci fai nella Foresta.- continuò lui.

-Questi non sono affari che vi riguardano- ringhiò la ragazza.

Alexander si esaminò le unghie –Beh allora accomodati, perché non partiremo finché non lo avrò saputo.-

Rosalba fremette d’impazienza –Ma cosa vi serve saperlo?-

Il giovane scrollò le spalle.

La ragazza piegò le mani ad artiglio –Sono scappata di casa per raggiungere la Capitale, dove ho un affare importante da concludere –sputò tra i denti –Vi basta?-

Il vampiro si accarezzò la mascella –Mi basta.-

Rosalba gli lanciò uno sguardo esasperato –Cos’avete intenzione di fare ora?-

-Che domande… di accompagnarti ovvio. Però prima dovremo fare una piccola sosta.- disse svogliatamente.

La ragazza sembrò incuriosita –Dove?-

Il redivivo le fece dono del suo più bel sorriso -A casa mia.-

                                            ∞

-Mr Lowell Goldwin, Mr Horace Goldwin, Miss Margaret Goldwin.- annunciò stentoreo il valletto.

Tre figure avanzarono davanti alla Corte, riunita al gran completo nella sala del trono. 

La Regina Clarisse, che, per l’occasione, si era messa addirittura la corona, guardò con apprensione i nuovi arrivati. La Principessa Scarlett, che, per non essere da meno della madre, indossava la sua regale tiara, studiò criticamente il suo promesso sposo. Lord Drenlincourt, in piedi alla destra della Regina, volse un’occhiata piena di interesse alla giovane donna che accompagnava Mr Goldwin. Il resto della Corte era semplicemente troppo impegnato ad ammirare per poter solo pensare a qualcosa.

In effetti i tre illustri ospiti erano decisamente fuori dal comune.

Mr Goldwin si ergeva fiero e sicuro in tutta la sua non trascurabile mole, un leggero sorriso gli aleggiava in volto, i baffi erano arricciati alla perfezione e gli occhi brillavano di scaltrezza.

Mr Horace destava la curiosità di tutti i presenti indossando un abito…a lustrini. Sotto la luce delle candele la marsina sfavillava nel suo color rosa pallido e i pantaloni con gli alamari dorati non riuscivano a far distogliere lo sguardo dai suoi incredibilmente lucidi stivali. Nonostante questi sforzi, il giovane non era una bellezza: il viso olivastro, due insipidi occhi azzurri, dei capelli castani divisi sulla fronte, due basette e un bel paio di baffi non gli conferivano un aspetto dolce e leggiadro. La principessa non trattenne una smorfia contrariata.

Ma tutti gli sguardi erano incentrati sull’accompagnatrice dei due uomini: Miss Margaret era a dir poco incantevole. Un delizioso abito color verde smeraldo con una scollatura ovale sottolineata dalle pieghe del corsetto e formata al centro da un piccolo mazzolino di fiori, e le maniche, corte, a balze di pizzo suscitò un mormorio di invidia in tutta la sala.

Se a questo si aggiungevano un elaborato scialle di seta operata, una résilles impreziosita di diamanti che le raccoglieva i capelli e un delicato cammeo che le pendeva dal collo, l’invidia poteva essere facilmente comprensibile.

Mentre le donne ammiravano il suo abbigliamento, gli uomini notavano i capelli color mogano, gli occhi blu che esprimevano un’innata dolcezza e la carnagione appena macchiata da una lieve abbronzatura.

Mr Goldwin si inchinò alla Regina –Vostra Maestà, sono incredibilmente onorato di essere qui ad Enchantment.-

Il figlio si rivolse a Lady Scarlett –E io sono onorato di poter finalmente fare la vostra conoscenza, Principessa- disse baciandole la mano. Scarlett ebbe un brivido di disgusto.

Fortunatamente Miss Margaret le fece una leggiadra riverenza e le sorrise dolcemente –Anch’io sono onorata di essere qui, Vostra Altezza, devo dire che vi trovo incantevole.-

Sia la Regina sia la Principessa furono piacevolmente stupite dai garbati modi della ragazza. La Regina si alzò in piedi e le si avvicinò –Siamo noi onorati di avervi qui, cari ospiti – disse, facendola rialzare –e spero che la permanenza a Enchantment sia di vostro gradimento.-

Detto questo si allontanò al braccio di Mr Horace Goldwin. Mr Goldwin si accompagnò a Lord Drenlincourt e Miss Margaret strinse amichevolmente la mano di Scarlett –Spero vivamente che diventeremo buone amiche, voi ed io- le sussurrò.

La Principessa ricambiò la stretta –Ne sono certa.-

Dopotutto, forse la situazione non sarebbe stata poi così brutta.

                                                     ∞

-I-incantato- articolò imbarazzato Faust, inchinandosi davanti alla giovane.

Julien scambiò un’occhiata complice con Florence, il quale prese delicatamente la mano di Lady Lucrezia e se la portò alle labbra –Sono gradevolmente stupito di trovare una così rara bellezza in questo non meritevole luogo. Siete assolutamente splendida, Milady- disse, facendo arrossire la giovane. Faust provò il pressante bisogno di strozzarlo.

Soren s’inchinò alla fanciulla e emulò la galanteria del fratello, provocando i risolini di Julien e l’ira di Faust.

Il Reggente si avvicinò alla sorella –Lucrezia, questi sono Lord Faust, Lord Florence e Lord Soren De Rosenoir.-

La giovane si esibì in una riverenza –Sono onorata di fare la vostra conoscenza.-

Julien sogghignò –Sì, beh, lo dici adesso… comunque, i nostri ospiti hanno molte faccende importanti da sbrigare, quindi, con il vostro permesso, ci togliamo regalmente dai piedi.-

Poi se ne andò trascinandosi dietro la sorella.

Quando rimasero soli Faust sospirò –Ragazzi, sono convinto di aver appena visto un angelo…-

-Un angelo che non avrai mai, caro fratellino- ghignò Soren.

-Già, già… povero Faust…- rincarò Florence.

-E perché mai?- s’intestardì Faust.

-Perché noi ti metteremo i bastoni tra le ruote, mio caro. Non pensare di essere il solo ad avere gli occhi…- rispose Florence.

Faust era incredulo –Volete corteggiare Lady Lucrezia?-

I due fratelli annuirono.

-Ma le vostre intenzioni sono serie?- continuò Faust, sempre più sbalordito.

Soren sorrise in modo provocatorio –Diciamo che ha…stuzzicato la nostra fantasia...se capisci quello che voglio dire…-

-Non vi permetterò mai di offendere quella delicata fanciulla!- inveì il fratello.

-Provaci pure… - ribattè Florence.

-Ti daremo filo da torcere- replicò Soren.

Faust sbuffò, oltraggiato –Io non posso tollerare che voi vi prendiate gioco di me e della donna di cui sono inn…inn…-

Florence colse al volo l’occasione –Continua, caro… Inn?-

-Innamorato, forse?- lo aiutò Soren –L’hai appena vista e ne sei già innamorato? Mio caro Faust…-

Il fratello avvampò di vergogna. Gli altri due gli si avvicinarono.

-Sai, non penso che tu abbia molte possibilità con Lady Lucrezia, visto quanto sei vecchio…- tubò Soren.

-E stupido…- cinguettò Florence.

-Noi siamo i tuoi fratelli, ti vogliamo bene… fidati di noi, non ti degnerà neanche di uno sguardo.- continuò Soren, sotto lo sguardo implorante del fratello.

Infine Florence gli diede la stoccata finale –Senza poi contare il fatto che se rivolgesse lo sguardo su di te, ne sarebbe disgustata, data la tua bruttezza…-

Questo ebbe effetto su Faust, che digrignò i denti- State zitti!- ringhiò contro i due fratelli.

Poi si guardò allo specchio –Comunque io non sono brutto…- piagnucolò.

Soren e Florence scoppiarono a ridere.

                                                ∞

-Non se ne parla nemmeno!- sbottò Rosalba, mentre cercava di tenere il passo dietro il giovane –Io non entrerò mai a casa vostra!-

-Non essere troppo affrettata, piccola. Potresti pentirti di queste parole in futuro.-

Al tono provocatorio di Alexander, Rosalba pestò i piedi per terra, strillò, si lamentò e lo insultò.

 Il giovane non fece una piega –Dove hai imparato così tanti insulti, dolcezza? Hai una conoscenza lessicale che farebbe arrossire uno scaricatore di porto.-

La ragazza, molto più tranquilla ora ve lo posso assicurare, sospirò rassegnata –Visto che non posso farvi cambiare idea, posso almeno rivolgervi qualche domanda?-

Il vampiro fece un vago cenno con la mano. Rosalba lo prese per un sì.

-Innanzitutto, vorrei sapere perché i vostri occhi hanno cambiato colore…- iniziò.

-Ho gli occhi rossi solo quando sono affamato, tesoro.-

Rosalba annuì –Capisco. E sono vere tutte le cose che dicono sui vampiri?-

-Cosa intendi con questo, scricciolo?- chiese lui distrattamente.

-Beh, per esempio, è vero che la luce del sole vi fa bruciare?-

-Solo quando viene a contatto diretto e prolungato con la nostra pelle. Però qui nella Foresta, con tutti questi alberi, il problema non sussiste nemmeno di giorno, visto che la luce è molto fievole.-

Rosalba era sempre più incuriosita –Ed è vero che siete immortali?-

-Direi di sì. Gli unici modi per ucciderci sono: bruciarci o dissanguarci, a seconda delle preferenze.-

-E il paletto nel cuore?-

Il vampiro scoppiò a ridere –Vorrei anche vedere chi non morirebbe! Comunque no, sono solo racconti, piccola.-

La ragazza scrollò le spalle –E se non bevete sangue che succede?-

-Beh, penso che mi indebolirei fino al punto di non poter nemmeno reggermi in piedi. Non lo so, non ci ho mai provato sinceramente, né intendo provarci.-

-Per le zanne immagino che sia come per gli occhi…- provò lei.

-Sì, più o meno, spuntano solo quando ci servono.-

Rosalba si fece esitante –E…voi…potete mordere le persone senza ucciderle?-

Alexander la fissò, inclinando la testa da un lato –Possiamo mordere le persone e ucciderle, succhiandone tutto il sangue, o decidere di berne solo una parte, in modo da non influire sulla salute della vittima. Per gli umani ha quasi l’effetto di un afrodisiaco. E fidati di me, è molto piacevole. Noi lo usiamo in certe situazioni…particolari, diciamo così. Infine, - e qui si avvicinò a Rosalba –infine possiamo trasformare le persone in esseri come noi, e per questo c’è il Bacio del Sangue.-

-Ed è come un morso normale?- mormorò Rosalba.

Il giovane sorrise –Non proprio. Questo è molto più…intimo. –sussurrò all’orecchio della ragazza –Dobbiamo estrarre tutto il sangue dalla persona e poi iniettarci dentro una goccia del nostro. Viene così a instaurarsi un rapporto molto profondo con l’altro, quasi un legame spirituale.-

Si era fermato, così la ragazza ne approfittò per allontanarsi da lui. Infine non potè trattenere la curiosità –E chi vi ha trasformato?- chiese a bruciapelo.

Lui la guardò –Uh, quante domande… tutto a suo tempo, piccola. Se ti potesse interessare, siamo arrivati. Quella è casa mia.-

Rosalba alzò lo sguardo e vide una specie di bettola sulla collina. Sicuramente un locale di malaffare pensò. Era completamente rossa, col tetto colorato in una sfumatura più scura. Anche da lontano Rosalba poteva sentire le grida e le risate sguaiate che provenivano dall’interno di quella “casa”.

Si voltò verso Alexander –Vi prego, ditemi che è uno scherzo…- gemette.

 

Angolo dell’autrice: Eccomi con un nuovo capitolo all’insegna del 2015! Evviva!

Tra poco comincerò a postare capitoli inediti, quindi festeggiate! :)

Posto qua sotto i miei personaggi con relativi nomi di attori…ditemi se vi piacciono o se voi avevate pensato a qualcun altro…:)

Come sempre ringrazio Lilith in Capricorn (FOREVVA), annabeth25 e Fantasy Heart per le recensioni. :)

Grazie mille anche a tutti coloro che leggono o si mostrano interessati alla storia!

Fatemi sapere le vostre opinioni…

Baci

Lady Windermere♥

 

 

Image and video hosting by TinyPic

 

 

Rosalba is Brittany Snow

Lady Lucrezia is Katie MacGrath

Mr Goldwin is Ralph Fiennes

Andrew is Edward Speelers

Alexander is Joshua Brand

Faust is Hugh Jackman

Mr Horace is Jesse Einseberg

Florence is Bradley Cooper

Regina Clarisse is Julie Andrew (lei è perfetta per fare la regina…)

Scarlett is Sophie Turner

Soren is Jude Law

Julien is Colin O’Donoughue

Lord Drenlincourt is Colin Firth

 

Come potete vedere ci sono alcune facce nuove…rispetto a quelli che avevo postato prima…ditemi se vi convincono! :)

  
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