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Autore: Danail    15/02/2015    1 recensioni
“Uno col simbolo dell'Inizio, che l'Oceano ritrova.
Uno col simbolo della Fine, che la Terra reclama.
Una che col canto ammalia e nel mare dimora.
Una che brucia e rigenera nel Cielo infinito.
Un fratello con un'armatura d'acciaio, che inganna e schiaccia negli antri marini.
Un fratello con una pelliccia di rame, che sbrana e dilania nella notte più chiara.
Solo essi salveranno Raqalis e il mondo dall'incombente Oscurità”.
Con quest'oscura profezia, il pokemon Luxor si ritira nel suo mondo oscuro. La Terza Guerra di Raqalis sembra ormai finita: il mondo pokemon può ora tirare un sospiro di sollievo, la pace si instaura presto. Ma il Team Kigen si risveglia ancora: il suo capo riesce a scampare a Luxor e a rievocare i Demoni. Il Caos dilaga, e la Coalizione si ricostituisce: Raqalis, Altyerre, Sereal e Teyrnas sono ancora insieme. Morenti, ma insieme. Kanto, Jotho, Hoenn, Sinnoh, Unima e Kalos rispondono alla richiesta di aiuto, e tutte le persone venute a contatto con leggendari vengono invitate a combattere. Compresi i Team.
Attraverso gli occhi di Max, Ivan e i loro Team, la violenza e la disperazione della guerra raggiunge il suo apice.
Riusciranno a
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Cyrus, Max, N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Capitolo 5 Comiciò molto tempo fa, quando ero ancora un bambino.
Sono cresciuto in un grande gruppo di Corsari, sai, quelle popolazioni nomadi che si spostano di regione in regione.
Insomma, marinai senza una terra.
La famiglia a capo del mio gruppo era la famiglia Kordula, quella di Ada, e ci guidava ovunque.
Insieme alle altre famiglie che componevano il nostro gruppo prendevano le decisioni.
Ciò ci permetteva di prendere decisioni unanime e rapide.
Ora: in tutte le famiglie Corsare i bambini vengono addestrati molto presto nell'arte del combattere, e non si facevano distinzioni di sesso.
Io e Ada ci addestravamo spesso insieme, anche se gli esercizi che praticavamo non erano pesanti. Dopotutto, eravamo ancora troppo piccoli.
Nonostante mi allenavo tutti i giorni con lei, ero ancora di corporatura gracile, anche se adesso non sembra.
Ero esile, e per questo alcuni ragazzi più grandi mi prendevano di mira.
Anche se avevo una discreta praticità con coltelli e pugnali, quei ragazzi riuscivano a maltrattarmi quando non ne avevo.
Ada cercava di difendermi e chiamare aiuto, ma senza successo.
Erano ragazzi furbi, e sapevano quanto erano dure le punizioni a riguardo.
Per questo si dileguavano appena gli adulti venivano a controllare, e non avevo prove che effettivamente erano stati quei ragazzi a pichhiarmi.
Lo so, Ottavio, ti sembra assurdo. Ma perchè mi guardi come sono adesso, che sono cresciuto.
Allora avevo solo cinque anni, cosa ti aspetti a quell'età?
Quei ragazzi erano il doppio di me.
Era un giorno di quelli che lo conobbi.
Era un ragazzino che ogni tanto incrociavo nel mio percorso d'addestramento.
Quel giorno il solito gruppo di bulli mi avevano legato con delle corde spessissime a un albero, e cercavo di tagliarle, invano...

"Aspetta, ti aiuto!".
Un ragazzino si avvicinò a me. Mi era familiare, ma non ricordavo il suo nome.
Aveva una piccola lama, di quelle che si usano per finire un animale o un pokemon morente.
Con quel coltello, stava tagliando le corde che m'imprigionavano.
"Perchè non ti ribelli a quelli?" mi chiese.
"Perchè sono più forti" risposi, mogio.
"Allora penso che ti dovrò aiutare anche in futuro" rispose lui, sorridendo.
Tagliò l'ultima corda, liberandomi.
"Grazie" gli dissi, grato.
"Oh, di nulla. Comunque, come ti chiami?"
Lo osservai. Aveva occhi scurissimi, come i capelli.
"Mi chiamo Alan. Alan Haejo".
"Io sono Sirius Nelum" e il ragazzino mi tese una mano, che strinsi volentieri.
"Sirius... benedetto da Sira".
"Giusto. Il mio nome significa questo. Sono nato sotto la sua stella".
Mi ricordai di Ada.
"Voglio farti conoscere la mia amica. Vieni" dissi, acchiappandolo per una mano.

"Ada! Ada" gridavo, mentre mi trascinavo Sirius.
Volevo farlo conoscere alla mia migliore (e unica) amica.
La bambina era intenta a costruire qualcosa con la creta. Forse un nuovo bersaglio.
"Alan, cosa succede?".
Si era tagliata i capelli, notai.
Peccato, mi piaceva la sua chioma rossiccia.
"Voglio farti conoscere il mio amico. Si chiama Sirius Nelum".
"Piacere, Sirius. Mi fa piacere che sei amico di Alan".
Sirius sorrise, timido. I Kordula erano temuti da tutti.
Ma non in senso negativo: ogni membro di quella famiglia trasudava carisma da ogni poro.
Esmeralda Kordula, la mamma di Ada, era una guerriera formidabile, come testimoniano numerose cicatrici, ma era contemporaneamente una donna affettuosa e dolce.
Rudolf Tìre, il padre di Ada, era un licantropo, e affiancava Esmeralda nei combattimenti e negli addestramenti.
Era lui ch mi insegnò a seguire le tracce, ad ascoltare i versi dei pokemon e distinguerli, insomma, le basi della spravvivenza.

Da quel momento Sirius e Ada divennero i miei compagni di giochi. Non importava se stavamo su una nave o sulla terraferma, noi eravamo sempre insieme. Pian piano i bulli non mi colpirono con i loro dispetti, Sirius era sempre al mio fianco per proteggermi.
Ero felice con lui.
Mi ricordo quando cominciò a insegnarmi le rune.
Già sapeva leggere e scrivere, e mi prestava i pochi libri che aveva sull'argomento.
Io ero appassionato di rune e scrittura. Sirius m'insegnò a leggere e a scrivere sia con l'alfabeto corrente che con quello runico.
Sono praticamente bilingue: parlo una lingua morta e una corrente.
Dopo alcuni mesi ormai leggevo e scrivevo con naturalezza. Ovviamente, anche Ada imparò, ma le rune non le piacevano.
"Sai, Alan? Penso che da grande diventerai qualcuno d'importante" mi disse una sera.
"Cosa?".
"Si, diventerai qualcuno famoso e importante. Me lo sento. E non vedo l'ora che ciò accada, per vederti."
Sorrisi. Il mio migliore amico, che m'incoraggiava sempre.
Io, Sirius e Ada pensavamo anche di fare qualcosa per i pokemon acquatici, da grandi.
Vedevamo i mari inquinati, i pokemon morire, e gli Okeanos diminuivano a vista d'occhio a causa della distruzione del loro habitat.
Eravamo piccoli, e volevamo espandere il mare per le nostre creature.
E Sirius voleva vedere tutto ciò avvenire.
Ma non ci riuscì. Per causa mia.
Ci avevano narrato le leggende di Raqalis, tra cui quella dei due Guardiani.
Forse la conosci anche tu, Ottavio.
Ci sono due leggendari a guardia del mondo oscuro di Luxor, si chiamano Hearam e Fenaltir.
Hearam è lo spettro del ghiaccio, e Fenaltir è lo spettro del veleno.
Questi due guardiani devono avere degli ospiti umani, che canalizzano e rafforzano i loro poteri.
Se uno degli ospiti vacilla, il potere del leggendario diminuisce e si crea una piccola frattura tra il nostro mondo e quello dei Demoni.
Proprio in quel periodo, in circostanze misteriose, vennero uccisi entrambi i Guardiani umani.
Si creò una frattura così grande che moltissimi demoni uscirono fuori, causando la cosìdetta "Strage degli Innocenti".
Eravamo ad Altyerre quando successe. Si aprirono varie fratture in tutto il mondo, anche ad Altyerre, per questo i demoni ci raggiunsero.
Vennero uccisi molti bambini, uomini e donne. Molte famiglie, come quelle di Max e Ivan, vennero spezzate.
I demoni pian piano vennero scovati e uccisi, e si riuscì, dopo mesi di puro terrore, a trovare due Guardiani abbastanza forti e arginare la cosa.
I demoni arrivarono anche al nostro campo, di notte, mentre tutti dormivamo.
Uccisero le guardie in silenzio e passarono alle nostre case.
Mi svegliai di soprassalto a causa delle grida.
Sono orfano, per questo dormivo insieme ad Ada e alla sua famiglia.
Fuori si sentivano scoppi e grida, versi innaturali e comandi.
Esmeralda balzò in piedi e recuperò le sue armi.
Rudolf ci prese in braccio, visto che eravamo ancora mezzi addormentati.
Si trasformò in lupo e con noi sul dorso ci portò al riparo.
Vedevo sagome scure prendere forma, fiamme che divoravano le nostre casette, uomini e donne del gruppo combattere i demoni che avanzavano.
"Sono troppi" pensai, spaventato.
Eravamo quasi arrivati, quando mi ricordai di Sirius.
"Rudolf, Rudolf, dobbiamo cercare Sirius!".
Il lupo ci posò in una grotta nascosta, dove molte persone si erano rifugiate, e riprese forma umana.
"Piccolo Haejo" disse "Cercheremo anche lui, tranquillo. Bada ad Ada, vado a cercare tutti quelli che non possono combattere"
Detto ciò, riprese la forma di lupo, e tornò fuori.
Passai tutta la notte abbracciato ad Ada. Tremavo per la paura e per il freddo.
Sentivo pian piano le grida spegnersi, insieme all'incendio.
All'alba, la calma tornò a regnare sul nostro campo.
Piano piano, io e le altre persone nascoste strisciammo fuori.
Lo spettacolo era devastante: il terreno, una volta ricoperto di verde erba, in quel momento era disseminato di cadaveri e di macerie annerite.
Cominciammo ad aiutare: accatastavamo i corpi dei demoni e li bruciavamo, seppelivamo i nostri compagni.
Nell'aria si sentivano pianti e grida di dolore: madri che avevano perso i figli, bambini che avevano perso i genitori, fratelli che si erano persi.
Io avevo sempre la paura di trovare, tra i corpi martoriati, quello di Rudolf, di Esmeralda, o, peggio ancora, quello di Sirius.
Per fortuna, i genitori di Ada ci trovarono dopo un pò di tempo.
Rudolf si avvicinò nella sua solita forma da lupo nero. Appena riprese forma umana, ci strinse a sè in un abbraccio consolatorio.
Si, io e Ada eravamo troppo spaventati e distrutti.
Piansi.
Dopo un pò ci raggiunse Esmeralda, con ancora in mano due falci d'acciaio.
Le stesse falci che ora Ada usa.
"Alan, ho trovato tua sorella. E' viva" mi sussurrò.
"Dov'è?" chiesi ansioso.
Mia sorella, Nala, viveva in un'altra zona del campo, e non ci vedevamo spesso.
Lei è molto più grande di me, e a quel tempo dava una mano a chi ne aveva bisogno.
"Laggiù" mi disse Esmeralda, indicandomi un piccolo gruppo di persone.
Corsi verso di esse, lasciando i Kordula da soli.
"Nala, Nala!" chiamai, tra le lacrime.
"Alan!".
Mia sorella mi sollevò da terra, stritolandomi in un abbraccio.
"Credevo fossi morto..." disse lei, sollevata.
Lei mi ha voluto sempre molto bene, anche se abbimo dieci anni di differenza.
Dopo che ci calmammo, le chiesi di Sirius.
"Alan, non lo so... i suoi genitori lo stanno ancora cercando. Si è letteralmente volatilizzato".
Vedendo la mia faccia, cercò di consolarmi.
"Non hanno trovato il suo cadavere, è ancora lì da qualche parte".

Nei giorni successivi accaddero molte cose.
Vennero trovate molte persone, morte o vive.
Sia le prime che le seconde venivano accolte da grandi pianti, anche se di tipo differente.
Ma la cosa che lasciava atterriti erano quelli "formati a metà".
Io li chiamavo le Ombre Lucenti: erano esseri ancora vivi, ma senza più un'anima.
Questi esseri, pokemon o umani che siano, di solito presentano varie mutilazioni, che ben presto vengono rimpiazzate da proppaggini nere, dovute all'insediamento di demoni all'interno del corpo.
Era terribile vedere che, come facevano con i pokemon, i demoni potevano insediarsi nei corpi umani.
In quei giorni, vennero uccise molte Ombre Lucenti, soprattutto pokemon.
Ma queste particolari Ombre non mancavano in forma umana.
Fu proprio uno di quei giorni che mi segnò veramente.
Ero da solo con Rudolf intento a riparare qualche coltello, quando il licantropo sentì un' Ombra Lucente strisciare alle nostre spalle.
Prima che il semi demone si avventò su di me, Rudolf mi prese in braccio e cominciò a correre.
I licantropi sono molto più forti, veloci e resistenti del normale, e riuscimmo ad allontanarci in fretta.
Sentivo i sibili dell'ombra farsi sempre più lontani.
Non volevo guardarla, mi bastavano già i racconti dei guerrieri.
Quando l'Ombra non si vedeva più, Rudolf mi posò su una pietra.
La sua faccia era terrorizzata.
Non l'avevo mai visto così.
"Alan... hai visto chi era quell'Ombra?".
Feci di no con la testa, spaventato.
Rudolf sembrò lievemente sollevato.
Inspirò per calmarsi.
"Ok... ok... torniamo al campo".
Il lupo mannaro sembrava profondamente turbato.
"Rudolf... hai tu il mio Carvanha?" chiesi, mentre camminavamo verso il campo.
"Oh... si certo" mi rispose, distratto. Mi porse una pokeball che conteneva il mio amico pokemon.
Lo liberai all'istante. Averlo vicino mi confortava molto.
Il Carvanha girava intorno a me, festoso, felice di vedermi con lui.
Arrivammo dove i Kordula si erano sistemati.
"Rudolf! Lo hai visto anche tu?" gridò atterrita Esmeralda, appena ci vide.
"Visto cosa, mamma?" chiese curiosa Ada.
Ma la guerriera non rispose.
"Si, l'ho incrociato prima con Alan, ma lui non l'ha visto".
Alludevano all'Ombra Lucente.
"Avete visto chi è?" chiesi.
Ma i due preferirono non rispondere.
"Dobbiamo ucciderlo in fretta" mormorò lei, guardandomi.
Rudolf  assentì.

Le Ombre Lucenti sono intelligenti.
Accedono alla memoria del loro ospite.
Torturano coloro che gli erano più cari.
Per questo il semi demone venne da me.
Si presentò quello stesso pomeriggio.
Lo sentii arrivare, e feci appena in tempo ad afferrare un coltello che l'Ombra sfondò l'entrata del nostro rifugio di fortuna.
Solo più tardi scoprii che era la stessa lama che Siurius aveva usato per liberarmi.
Quando era tardi.
L'Ombra si scagliò su di me, senza darmi il tempo di riconoscerla.
Si muoveva con un'agilità spaventosa, contando che gli mancava il braccio sinistro e la gamba destra.
Dalle dimensioni potevo dedurre che l'ospite era un ragazzino.
 Rabbrividì al pensiero di uccidere un mio coetaneo.
Ma se non lo facevo, il semi demone avrebbe fatto lo stesso con me.
Peggiorando la situazione.
L'Ombra Lucente si scagliò su di me con un maggiore impeto, con l'intento di mordermi e immobilizzarmi.
Quei demoni non conoscono limiti, e potevano uccidere a mani (ammesso che ne avevano, di mani) nude.
L'unico modo di ucciderli e liberare il corpo da quell'anima nera bisognava colpirli al cuore.
Mi abbassai, schivando di striscio il suo assalto.
Cercai di sfruttare quell'occasione per colpirlo, fallendo.
Lo ferì solo al fianco.
Il demone mi fece cadere afferrandomi una caviglia, e in un attimo fu sopra di me.
Il volto era irriconoscibile, il demone lo stava consumando pian piano.
Ma lo trovavo familiare.
Stava per darmi il colpo di grazia, mordendomi il collo finchè le vene principali non fossero esplose, quando piantai il coltello nel bel mezzo del petto.
E' come vedere la mia azione alla moviola: lentamente, vidi l'arma attravesarlo da parte a parte.
Sembrava un arto di un Bisharp.
Il demone gridò, riversandosi su un lato, sconfitto.
Tirai fuori la lama dal quel corpo morto, e guardai curioso la sua trasformazione.
Quel giorno avevo ucciso il mio primo demone!
Dovevo essere contento.
Eppure l'inquietudine non mi passava. Non dovevo provare sollievo, nel trovarmi ancora vivo?
Capii quello che avevo fatto solo quando non ci fu più nessuna traccia del demone.

Nala entrò di corsa, seguita a ruota da molti membri del gruppo, compresa la famiglia Nelum. Ma la scena che gli si parò davanti era la più surreale che avesse mai visto.
"Alan!" mormorò, col fiato mozzo.
Avevo ucciso l'ultimo demone. E l'unica persona che amavo veramente.
"Nala, l'ho ucciso io" mi sentii dire.
Sentivo la mia voce lontana, come se provenisse da un altro mondo.
Mi avevano trovato con un pugnale insanguinato inginocchiato vicino al corpo di Sirius Nelum.

Ottavio, non tenterò di giustificare il mio atto. Dopo quel momento la mia vita prese una piega molto triste. Ero inconsolabile, e pian piano mi rinchiudevo in me stesso.
L'arrivo di Ivan al campo mi cambiò profondamente, ma non penso di riuscire a dimenticare quello che ho fatto.

Nota dell'autrice:
Eccomi di nuovo qua, a pubblicare il quinto capitolo.
Il passato di Alan mi ha dato modo di definire l'ambiente da cui il Team Idro proviene, per darmi modo di spiegare alcuni comportamenti che adotteranno in futuro.
Piano piano cerco sempre di dare un profilo psicologico completo ai personaggi (visto che nei videogiochi esso è assente).
Ho scritto questo capitolo partendo da due spunti: il primo è l'attaccamento di Alan nei confronti di Ivan e il motivo di questo grande affetto.
Il secondo è il passato di un crittografo inglese che ha decodificato i messaggi nazisti durante la seconda Guerra Mondiale, Alan Turing.
Perchè ho scelto proprio lui?
Per vari aspetti che ricordano tanto il nsotro Alan: entrambi comprendono linguaggi apparentemente difficili (quello runico e quello della criptografia), tanto per fare un esempio senza fare spoiler :P
Questo è solo uno dei tanti spunti su cui la storia e il capitolo stesso si basano.
Ovviamente, all'interno del capitolo ci sono altri riferimenti...
Bene, al prossimo capitolo!!
-Danail
   
 
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