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Autore: fra_eater    15/02/2015    5 recensioni
I Mugiwara sono studenti universitari, con la precisione coinquilini. Come faranno a destreggiarsi tra lezioni, esami, faccende di casa e amore?
Coppia principale : RufyXNami. Secondarie: FrankyXRobin, ZoroXTashigi. Accenni SanjiX Violet, SaboX Koala e UsoppXKaya
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Matti. Era finita in una gabbia di matti.
Ecco cosa pensava Tashigi. 
Davanti a lei un ragazzo che si era presentato come Rufy trangugiava enormi quantità di cibo, beffardo del senso di sazietà che probabilmente non sapeva di avere. Accanto a lui, Nami lo rimproverava chiedendoli un po’ di contegno.
Tashigi si guardò intorno, la ragazza che le sedeva accanto, Kaya, sembrava a disagio quasi quanto lei ma cercava di divertirsi aiutata anche dal tipo con il naso lungo che la riempiva di attenzioni e cercava di inserirla nella conversazione con il ragazzo dall’aria tenera di nome Chopper e quello con i capelli afro.
Accanto a lei, Zoro beveva birra come se fosse acqua fresca,lanciando occhiate omicide al ragazzo biondo ogni volta che si avvicinava con una nuova pietanza e le lanciava sguardi languidi. Ma quanto aveva cucinato?
Dall’altro capo del tavolo notò che Franky e Robin si limitavano a sorridere ogni tanto, ma i loro volti erano cupi, come se qualcosa li preoccupasse.
Il suo arrivo in quel manicomio non era stato di certo normale. 
Avevano impiegato quasi un quarto d’ora per arrivare a casa dalla fermata del bus quando sarebbe bastato che Zoro girasse a destra invece che a sinistra e sarebbero giunti nel giro di cinque minuti.
Entrata in casa era stata subito assalita da Sanji che le aveva fatto praticamente una radiografia a raggi x mentre continuava ad alternare borbottii indecifrabili contro Zoro ad acclamazioni della sua bellezza rara.
L’altro inquietante era stato Brook che, dopo una presentazione formale che aveva fatto credere alla ragazza che si trattasse di uno normale, le aveva proposto senza mezzi termini di mostrarle la biancheria. Si irritò nel ricordare come Zoro si era sbellicato mentre Nami e Sanji picchiavano il ragazzo scheletrico.
“Ecco qui, mia nuova dea” esclamò Sanji mettendole di fronte un piatto con una bistecca su cui era disegnato un cuore con dell’aceto balsamico. Tashigi lo ringraziò con un sorriso.
“Ehi, idiota” Zoro fece segno al ragazzo di abbassarsi per potergli parlare nell’orecchio. Da dove si trovava, Tashigi vide lo sguardo apatico di Sanji ribollire di rabbia per quel che gli veniva detto, dopo di che tornò in cucina per portare gli altri piatti aiutato da Brook.
“Sembra veramente infuriato” notò Robin “Che gli hai detto?” chiese al ragazzo che ridacchiò dicendo “Che non deve fare supposizioni senza prima vedere”
Tutti gli inquilini strozzarono una risata, mentre le due ospiti si guardavano ignare.
Robin fissava Franky accanto a lei che mangiava tranquillo. Non aveva detto niente per tutto il tragitto di ritorno a casa. Si aspettava che le urlasse contro, che le dicesse che Crocodile non la meritava, che lei era una persona splendida e quello un aguzzino da quattro soldi. Voleva che le dicesse che l’avrebbe salvata.
Ma Robin non sapeva che Franky taceva per non esplodere, per non andare subito a spaccare il muso a quel tipo e per non urlarle contro che era una stupida per amare quell’uomo. Ma non poteva. Quell’uomo stava con Robin per un motivo a lui ignoto e finché non fosse stato lei a dirlo non poteva far nulla.

Tashigi constatò che quella era una casa molto allegra. Tutti gridavano,ridevano, a volte bisticciavano ma erano felici, e la loro felicità era contagiosa a giudicare da come Kaya e il piccoletto ascoltavano assorti i racconti del nasone che erano evidentemente delle balle.
“Lo finisci quello?”
Tashigi si voltò. Rufy, con la bocca piena, stava indicando il suo piatto con ancora mezza bistecca.
“MA INSOMMA!” gridò Nami accanto a lui “Lasciala mangiare! È un ospite, Rufy! Non puoi rubarle il cibo!”
“Serviti pure!” rispose la ragazza mettendo il piatto di fronte al ragazzo imbronciato “Io non ho più appetito”.
Inutile dire che Rufy non se lo fece ripetere due volte e afferrò con voracità il piatto ringraziandola commosso.
Zoro la guardava di sottecchi e sorrise nel vederla ridere divertita. Gli piaceva il modo in cui rideva. Il suo volto si illuminava quando rideva portandosi la mano vicino al viso, come se si vergognasse di far sentire la sua risata cristallina.
“Che hai da sorridere, marimo?” 
Zoro sobbalzò. Per colpa di quell’idiota Tashigi aveva smesso di ridere.
“Non sono affari che ti riguardano!” bofonchiò lui, arrossendo leggermente.
Fece finta di ignorare lo sguardo incuriosito di tutti e si rivolse a Rufy.
“Ehi, capitano” era così che lo chiamava da quando da bambini giocavano ai pirati “Non ti sembra di aver mangiato abbastanza?”
Rufy mandò giù l’ultimo boccone dal piatto di Tashigi “Forse” ammise, poi si alzò in piedi, con le mani ancora poggiate sul tavolo “Franky! Brook!” disse con fare autoritario. I due nominati che stavano finendo il loro pasto, sollevarono lo sguardo incuriositi. 
“Che vuoi, Rufy?” 
Il ragazzo regalò loro un enorme sorriso “Non vi pare che questo pranzo ha bisogno di un po’ più di spirito natalizio?”
I due si guardarono e sorrisero a loro volta.
Brook andò nell'altra stanza mentre Franky invitava tutti ad alzarsi e spingeva il tavolo con le sedie contro la parete, per creare più spazio.
“Ma che state facendo?” chiese Chopper, curioso. 
Ben presto Brook tornò, stringendo tra le dita un meraviglioso violino con archetto.
Il ragazzo portò lo strumento sulla spalla e cominciò a passare l’archetto sulle corde, intonando le note di una celebre canzone natalizia: Silent Night.
Tutti quanti ascoltavano rapiti la performance. Le note riempivano la stanza mentre Franky e Rufy cominciavano a cantarne i versi presto accompagnati da tutti quanti.
La sensazione di calma e dolcezza durò giusto il tempo di quella canzone. Ben presto Brook cominciò a far scorrere velocemente l’archetto sul violino, dando luogo a una allegra ballata che Franky coreografava con pose sconce, dato che era nuovamente senza pantaloni.
Tashigi e Kaya ridevano per la figura grottesca del ragazzo dai capelli blu , che nonostante la mole si muoveva con facilità.
Ad aprire le danze fu Usopp che, con un’audacia che neanche lui sapeva di avere, invitò la bionda ospite a volteggiare con lui nella stanza. 
Rufy tirò Nami nella mischia, sollevandola in aria ogni volta che ne aveva l’occasione accompagnato dalle sue proteste e sorrisi.
Franky ballava da solo tra le coppie e invitò Chopper a trascinare nei balli Robin che accettò con gioia l’offerta timida del ragazzo.
Tashigi fu invitata da Sanji, dato che Zoro, quando la ragazza si era voltata per vedere che intenzioni avesse, aveva deciso di andare a dormire sul divano.
Sanji stringeva tra le braccia la bella ragazza “Non preoccuparti per lui” le disse con dolcezza.
Lei annuì “Avevo già capito che era un idiota!”
Sanji gongolò dentro di sé. Quella ragazza gli piaceva sempre di più.
Era rimasto impressionato quando l’aveva vista arrivare, non l’aveva immaginata così bella. 
Lei e la dolcissima Kaya si erano meritate tutte le attenzioni che il biondo cuoco aveva da offrire. 
Come diavolo aveva fatto il marimo a convincerla a venire? Quando l’aveva chiamato gli aveva sussurrato all’orecchio “Le racchie le lascio a te, come puoi notare”. Ciò l’aveva fatto innervosire non poco. Ma doveva ammettere che la ragazza che stringeva tra le braccia era veramente una bellezza.
Mentre danzava gli tornò in mente la ballerina della sera prima, Violet. Chissà quando l’avrebbe rivista?

Zoro scrutava con un occhio mezzo aperto la scena.
Tutti ballavano intorno a Brook con prestazioni più o meno brillanti.
Rufy si era già beccato chissà quante legnate per aver pestato i piedi a Nami. Usopp si faceva guidare dalla biondina. Chopper arrossiva tra le braccia di Robin che sorrideva al piccoletto mentre lanciava profonde occhiate al ballerino solitario che si prestava a passi osceni nelle vicinanze delle varie coppie danzanti.
Osservò l’idiota che stringeva Tashigi. Come diavolo si permetteva di tenerla così vicino e perché lei non faceva niente per allontanarlo?
Era questo che non lo faceva dormire. Non gli andava bene che un damerino da quattro soldi le mettesse le mani addosso e che lei ci stesse pure.
La vide allontanarsi leggermente da lui per osservare qualcosa sulla parete.
Tashigi si profuse in quelle che sembravano scuse mentre Sanji annuiva sorridendo, e poi si diresse verso il divano dove Zoro fece finta di russare.
Tashigi cominciò a scrollarlo con una mano.
“Che diamine vuoi?” bofonchiò dopo un po’ lui per dare l’impressione di essersi appena svegliato.
Lei gonfiò le guance, nervosa nel venire trattata in quel modo.
“Sono quasi le quattro” disse “Ho bisogno di trovare quegli appunti”
Zoro si alzò dal divano per mettersi a sedere. Diede una rapida occhiata agli altri che, tranne Sanji che lo fissava apertamente con sguardo ostile, lanciavano occhiate fuggiasche nella loro direzione. Ma che razza di impiccioni!
Zoro la prese per una mano “Vieni con me!” e la trascinò nella propria stanza.
 
Brook continuò a suonare per alcuni minuti, ma nessuno ballava più. Erano tutti troppo concentrati nel seguire con lo sguardo i due ragazzi andare via.
“Chissà che ci devono fare in camera?” sussurrò Rufy agli altri.
“Io un’idea ce l’avrei” commentò Usopp sorridendo malizioso.
“Se quello prova a toccare Tashigi-chan con un dito gli spezzo le mani!” si infervorò Sanji.
“Potremmo andare a vedere se riusciamo a sbirciare” propose Brook, arrossendo.
“Ma cosa pensate che stiano facendo?” chiese innocentemente Chopper.
“Sei troppo piccolo per queste cose” rispose Franky “Ma noi siamo grandi abbastanza per dare un’occhiata”
Ma, prima che potessero avviarsi nel corridoio, Nami li picchiò tutti quanti. I cinque pervertiti si ritrovarono con il volto gonfio e livido mentre dicevano all’unisono “Stavamo solo scherzando!”
Robin rise mentre prendeva il cappotto nero dall’attaccapanni. 
“Ragazzi anche io devo andare” annunciò “Non disturbateli” aggiunse ridacchiando.
Ma mentre si avvicinava alla porta la raggiunse la voce di Franky. 
“A che ora torni, stasera?”
Robin si sorprese a trattenere un groppo alla gola. 
“Non lo so” rispose senza voltarsi.
Uscì dall’abitazione, chiudendosi la porta alle spalle. L’aria fredda di dicembre le sferzava il viso, sollevandole i capelli corvini. Sentì il volto improvvisamente bagnato e portò una mano alle guance.
Calde lacrime stavano scendendo dai suoi occhi chiari. Si avviò lungo il vialetto sentendo il labbro tremulo. Giunta alla fine si voltò verso le finestre. Sperava di vedere Franky apparire da dietro le tende chiare ma nulla. Non le restava che portare avanti le sue decisioni.

Franky sbirciava da dietro la sottile stoffa delle tende il cammino di Robin. La vide fermarsi sul viale e credeva che stesse per tornare indietro, per raccontargli i motivi di quella relazione malsana che aveva iniziato, ma nulla. Sospirò e tornò a dedicare la sua attenzione a Kaya che stava salutando tutti poiché doveva andare in ospedale per parlare con un professore.
“Ti accompagno” disse Chopper, prendendo la giacca “Fra un’ora dovrei vedere la dottoressa Kureha. Ne approfitto per fare un giro in laboratorio”
“Vengo con voi” annunciò Usopp con un enorme sorriso come a voler giustificare la mancanza di una valida motivazione.
Brook tornò dalla propria stanza dove aveva lasciato il violino. 
“Io devo andare a teatro per le prove” spiegò “Franky, verresti con me? Abbiamo bisogno di un tecnico per le luci ed ho fatto il tuo nome”
“Perché no?” rispose il ragazzo e i cinque lasciarono la casa.
Sanji, Rufy e Nami erano rimasti soli insieme a Zoro e Tashigi che erano nella stanza.
“Perché non andiamo al centro commerciale?” propose la ragazza con entusiasmo. Voleva lasciare la casa libera a Zoro per poi farlo sentire in debito nei suoi confronti. 
“E lasciare il marimo solo con quella bellezza?!?” esclamò Sanji, inviperito.
Nami sospirò. 
“Sai” disse socchiudendo gli occhi da gatta “volevo il tuo parere dato che volevo comprare della biancheria intima”
Bastò la parola biancheria per far dimenticare a Sanji della presenza di un’altra ragazza in casa. Corse a prendere il cappotto. 
“Andiamo?” 
Rufy si mise a ridere nel vedere Nami ammiccare nella sua direzione. 

“Allora?” Tashigi fissava con le mani ai fianchi Zoro che si era steso sul letto.
La stanza in cui l’aveva portata conteneva tre letti adornati e sistemati in maniera differente. Quello a destra portava pesanti lenzuola verdi, sulla parete erano appese tre katane famose e una piccola mensola con differenti bottiglie di birra vuote di diverse marche.
Il letto centrale possedeva lenzuola azzurre e un piumone rosso, su di esso, appeso ad un chiodo, un cappello di paglia vecchio e logoro che pendeva su una bandiera nera su cui era stato dipinto un teschio con le ossa incrociate che portava lo stesso cappello. 
Il letto a sinistra aveva delle lenzuola grigie e lucide, come se fossero di seta. Una piccola mensola con tanti libri di ricette era appeso al muro.
Zoro ruotò su se stesso. 
“Non avevi detto che te li saresti trovati sola? Sono in un raccoglitore viola” disse e chiuse gli occhi.
Tashigi corrucciò le labbra. Non sapeva come replicare.
Cominciò a guardarsi intorno. 
Tre scrivanie si trovavano sulla parete opposta ai letti. La ragazza cominciò a girare su quella che pensava appartenesse a Zoro visto che teneva tutta l’attrezzatura necessaria alla manutenzione delle lame. Tra i vari libri e flaconcini non trovò nessun raccoglitore viola.
Diede un’occhiata alle altre scrivanie.
Una era molto disordinata e teneva sul piano diversi fogli su cui erano disegnate molecole chimiche con enormi punti interrogativi e schizzi vari sopra.
L’altra invece era molto ordinata, in maniera quasi maniacale, con diverse lozioni per la pelle e schedari di ricette.
Di libri in giro non ne vedeva.
Stava per dirigersi di nuovo verso Zoro quando vide degli scatoloni in cima all’unico, largo armadio nella stanza. Afferrò la sedia della scrivania ordinata e la avvicinò ad esso, nel lato sinistro della stanza.
Zoro aprì un occhio. Vi era molto silenzio e ciò era sospetto.
Assunse un’espressione di sufficienza quando la vide in piedi su una sedia che cercava di raggiungere uno scatolone in cima all’armadio.
La sedia traballava pericolosamente e Zoro si precipitò a guardare verso le scrivanie. Quella stupida aveva preso la sedia del damerino alla quale lui si era divertito ad accorciare una gamba tempo prima.
Si alzò controvoglia dal letto e si avvicinò a lei. La sua intenzione era quella di prenderla di peso e farla scendere tranquillamente, non aveva però preso in considerazione che, sentendosi delle mani che le afferravano la vita, Tashigi si spaventasse e che, imbranata com’era, facesse traballare ancora di più la sedia.
Per evitare che entrambi arrivassero a terra, Zoro si lanciò di lato per cadere sul letto di Sanji, stringendo la ragazza tra le braccia. 
Entrambi sentirono un lieve dolore al naso e anche una lieve pressione sulle labbra. Nella caduta le loro labbra si erano adagiate le une sulle altre, formando ciò che a tutti sarebbe apparso come un bacio accidentale.
Tashigi si spostò subito da lui, rossa in viso per l’imbarazzo e cominciò a gridargli contro che la colpa era sua perché l’aveva spaventata.
Zoro, dopo che lei ebbe finito di sbraitare, si limitò a dire con un ghigno “Se lo facessimo qui, l’idiota si incazzerebbe”. Inutile dire che Tashigi lo prese a schiaffi.

Il grande centro commerciale era invaso da gente impegnata negli acquisti di natale e i tre coinquilini giravano curiosi tra i vari negozi.
Rufy non prestava molta attenzione ai negozi di abbigliamento, ma accompagnò volentieri Nami in molti di essi, vedendola provare diversi abiti.
Sanji rispondeva con entusiasmo ad ogni nuovo outfit che la ragazza provava, al contrario di Rufy che dopo pochi cambi aveva cominciato a commentare a bisillabi.
Il biondo cuoco, dopo che Nami aveva provato un paio di jeans grigi con un ricamo fatto di perline, si era offerto di andarle a cercare una camicetta da abbinare.
Cominciò a girare tra tutte quelle fatte con un tessuto trasparente crogiolandosi nell’idea di poter beneficiare dell’effetto vedo non vedo quando sentì qualcuno chiamarlo per nome.
Sanji si voltò leggermente infastidito, ma il suo volto si illuminò nel vedere la persona che lo chiamava.
Quei grandi occhi da cerbiatta erano inconfondibili e le labbra carnose di Violet attirarono lo sguardo di Sanji come mosche al miele.
“Mia meravigliosa Violet!” esclamò, saltellando verso di lei.
La ragazza trattenne un sorriso; dietro di lei c’era un omone alto e piuttosto in avanti con l’età che con il solo sguardo fece bloccare il ragazzo dal prenderle le mani.
“Chi è questo giovanotto, Viola?” chiese l’uomo.
“Lui è Sanji, papà” rispose la ragazza con un po’ di tensione nella voce che non sfuggì al ragazzo.
“Un compagno di università?” chiese l’uomo. Violet esitò un attimo e Sanji ne approfittò subito “Sì” mentì “Ho conosciuto sua figlia durante l’ultimo esame. Grazie ai suoi chiarimenti sono riuscito a superarlo”
“E di che esame si trattava?” chiese l’uomo, sospettoso.
“Nichilismo” rispose pronta la ragazza, guardando prima Sanji e poi il padre con un sorriso.
L’uomo sorrise a sua volta “Capisco” disse “Be, la filosofia è una materia interessante, sebbene non porti molto lavoro”.
“Non vengono sempre accettate le sottili armonie che portano alla saggezza” improvvisò Sanji.
L’uomo annuì completamente ignaro di quel che veniva detto. 
“Quindi posso chiedere a lei di accompagnare la mia bambina al seminario su … su chi, tesoro?”
“Papà” lo rimproverò lei “sono grande abbastanza per andare sola! E poi credo che Sanji sia impegnato!”
“Oh non lo è!” .
I tre si voltarono. Nami e Rufy avevano raggiunto il terzetto.
“Fratellone, ho appena incontrato Rufy” esclamò Nami con un sorriso “Puoi andare tranquillamente a quel seminario su quel filosofo lì. C’è lui con me ad aiutarmi a scegliere il vestito per il pranzo di Natale!”
Sanji trattenne le lacrime di commozione nel vedere la sua dea e Rufy che lo stavano appoggiando a restare solo con quella ragazza, dato che dovevano sicuramente aver letto nei suoi occhi quel desiderio.
Sanji si voltò verso Violet con un sorriso. 
“Dato che la mia sorellina non ha bisogno di me, posso accompagnarla in capo al mondo!”
E se ne andò emanando felicità da tutti i pori accompagnato dalla bella ragazza e dal padre di lei.

Zoro osservava Tashigi scrutare le pagine scritte con la grafia ordinata ed elegante di Mihawk. La ragazza aveva gli occhi che brillavano dall’emozione.
Zoro, dopo l’incidente del bacio, si era ricordato che li aveva riposti in uno scatolo nell’armadio e, evitando l’esplosione causata dai vestiti di Rufy, aveva recuperato il raccoglitore tanto ambito.
“Guarda!” esclamò la ragazza eccitata indicando il disegno di una tecnica che richiedeva l’uso di una sciabola al posto della spada.
Zoro, che era in piedi dietro di lei, seduta alla scrivania, si piegò per vedere meglio. L’unica fonte di luce proveniva proprio dalla lampada posta sulla scrivania e il ragazzo dovette circondarla noncurante con le braccia.
“Davvero interessante” commentò lui. La prima lettura che li aveva dato era stata piuttosto superficiale, non credeva che gli sarebbero stati utili.
“Hai visto?” esclamò lei sempre più emozionata, voltandosi di colpo e rendendosi conto solo in quel momento che i loro volti erano separati da pochi centimetri.
Anche Zoro si voltò verso di lei, facendo sfiorare i loro nasi. 
I due si guardarono fissi negli occhi per alcuni istanti, incapaci di distogliere lo sguardo. Sembrava come se la memoria del bacio accidentale si fosse risvegliato in loro e bramasse per essere ricordato anche dalle loro labbra.
Tashigi si morse il labbro inferiore, desiderosa.
Zoro portò una mano al suo volto che lei non scacciò.
La distanza tra i due diminuiva sempre di più. Le loro palpebre si chiudevano come a voler assaporare appieno quel momento.
E una chiave girò nella toppa della porta d'ingresso.
Il suono metallico della serratura colpì i due come un fulmine e balzarono entrambi indietro, lontani dalla sedia illuminata dalla lampada da tavolo.
Le voci di Usopp, Brook e Franky giunsero dal tinello.
“Che ore sono?” chiese Tashigi guardandosi intorno.
“Quasi le nove” rispose il ragazzo dopo aver guardato il display del cellulare.
“Io devo andare” si affrettò la ragazza dirigendosi alla porta.
“Dimentichi questi” Zoro le porse il raccoglitore viola “A me per ora non servono”
Tashigi lo ringraziò e lasciò la stanza.
Zoro la sentì salutare gli altri e andare via. Si passò una mano tra i capelli dando un calcio alla sedia più vicina mentre mormorava a denti stretti “Idiota! Idiota! Idiota !”

“Quindi, secondo te a Zoro piace Tashigi?” chiese Rufy alla ragazza davanti a sé mentre addentava un cheeseburger.
Nami annuì, sorseggiando la sua bevanda gassata. 
“Me ne sono accorta quel giorno” spiegò “Lo chiamai ripetutamente, ma lui era troppo intento a fissarla”
Il ragazzo si mise una manciata di patatine fritte in bocca. 
“Non ce lo vedo Zoro innamorato”
“Mastica piano!” lo rimproverò lei “Neppure io, ma è così!”
“Chi è innamorato di chi?”
I due ragazzi si voltarono. Trafalgar Law aveva fatto la sua comparsa e si avvicinava ai due con un mezzo sorriso sul volto.
“Ciao Traffy!” mormorò Rufy guardando il suo panino più che lui.
Il ragazzo lo salutò con una mano,poi si rivolse a Nami. 
“Come mai non hai risposto alle mie chiamate?” chiese poggiando una mano sul tavolo.
Nami mandò giù un altro boccone del suo panino che il ragazzo dai capelli neri guardò con disprezzo. 
“Siamo stati molto impegnati” spiegò “Avevamo ospiti a pranzo e abbiamo aiutato Sanji con una ragazza. Non è vero,Rufy?”
Il ragazzo annuì, ma il suo sorriso si raggelò improvvisamente.
Law aveva appena baciato sulle labbra Nami davanti a lui.
Al distacco la ragazza era completamente rossa mentre lui aveva un ghigno sul volto. 
“Non farmi più preoccupare” disse.
Nami lo guardava perplessa. 
“Non accadrà più” disse piano. 
Poi il suo sguardo cadde su Rufy che sembrava aver perso l’interesse per il suo pasto. Il panino era sul vassoio mezzo mangiato.
Law parve non accorgersi dello sguardo preoccupato che lei rivolgeva all’altro ragazzo.
“Scusatemi, ma ora devo proprio andare” disse “Ero venuto a prendere un po’ di cibo per gli altri del reparto” e sollevò un sacchetto di carta.
Baciò di nuovo Nami. 
“Ti chiamo quando finisco” la ragazza annuì. 
“Ciao Rufy” disse e l’amico lo salutò con una mano poiché si era di nuovo interessato alla cena.
Quando Trafalgar Law lasciò il fast-food nessuno dei due disse una parola. 
Nami non sapeva se giustificarsi o meno per il comportamento di Law. Se Rufy non era interessato a lei, per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
Rufy invece non parlava perché stava trattenendo le lacrime.


Angolo dell'autrice:
Chiedo perdono per il mostruoso ritardo, ma sia io che la mia cara Beta siamo un pò incasinate in questo periodo.
bene, ecco il pranzo e la fine della giornata. Il noatro povero Rufy è sempre di più preda della morsa della gelosia e credo che le cose tra Zoro e Tashigi stiano andando un pò troppo bene, vi anticipo che presto arriverà un elemento di  disturbo XD
Un bacio a tutti
Fra

 
  
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