Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Piumadoro    15/02/2015    2 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Incredibile! Incredibile!!” Continuava a ripetere James sbalordito seduto a cena con i Malandrini.
“E’ inutile che fai così, il tuo stupore non cambierà la data di oggi.” Commentò Star.
“Siamo sul serio già al ventisette ottobre?” Domandò Sirius di nuovo ancora immerso nei suoi calcoli alfanumerici dei giorni già trascorsi ad Hogwarts.
Tra le punizioni e i compiti in più dovuti alle nuove materie i Malandrini si erano ritrovati catapultati a metà ottobre senza rendersene conto. Gli allenamenti di Quidditch erano iniziati e la squadra era rimasta invariata.
Peter arrivò in quel momento sedendosi pesantemente accanto a James.
“Allora come è andato il tuo colloquio disciplinare?” Gli chiese preoccupato Remus.
“Bene, la McGranitt dic…” Cominciò Peter ma fu interrotto dalle sguainate risate di Sirius e James.
“Sir, come le è andato il suo colloquio disciplinare? Ci narri, la prego.” Scherzò il primo fingendosi un anziano gentleman altolocato.
“Oh, è stato di mio gaudio. Miss Minerva McGranitt mi ha solo ricordato che far esplodere i gabinetti dell’edificio con i miei malfamati compagni non è raccomandabile.” Finse il secondo con lo stesso tono pomposo.
Peter e Star risero mentre Remus zittì i due ragazzi con degli sguardi di fuoco.
“Aspettate!” Star saltò in piedi esaltata e cominciò a gridare. “Mancano solo t..” Ma Sirius le tappò la bocca tirandola a sedere.
“Si, mancano solo tre gironi ad Halloween.” Concluse per lei.
“Già, ora mollala prima che ti morda.” Gli consigliò James osservando divertito la scena.
“Mordermi? Ma quale razza di ragazza morderebb… Ahi!” Il ragazzo lasciò andare Star afferrandosi un dito della mano che prima premeva sulla bocca di lei. “Questa cosa morde!”
“James ti aveva avvertito.” Pigolò lei fingendosi innocente.
“Brutta…” Sirius si avventò su di lei pungolandola sui fianchi.
“Ragazzi!” Li rimproverò Remus. “E’ una cosa seria, state contagiando anche Peter. E continuate a fare disastri! E i bagni non sono nati per fare da test ai vostri esplosivi fatti in casa.”
“Ci siamo riusciti bene però…” Mormorò James. “E comunque i disastri di cui parli sono solo un paio di uscite di notte e qualche compito non fatto. Uscite di notte che comprendono le lune piene.”
“Star!” Remus chiamò la ragazza in suo aiuto ma prima che quella potesse aprire bocca James e Sirius la invocarono a loro volta sfoderando delle facce tanto supplichevoli da far piangere le pietre.
“Beh,” Cominciò lei rivolgendosi a Remus e lanciando degli sguardi veloci agli altri due. “Io… direi che non sono scherzi così gravi infondo.”
Remus sbuffò esasperato e  si rituffò nella sua cena senza più dire una parola.
“Oh, e dai Rem!” Lo supplicò Star. “Abbi pazienza. Ti prego!”
“Va bene, va bene! Ma ora basta scherzi. Concentratevi per le verifiche di questi ultimi giorni e poi potremmo divertirci tutti insieme ad Halloween.” Li ammonì Remus.
 “Oh, Halloween! Chissà cosa organizzerà Silente per quest’anno!” Sospirò Star.
“Spero nulla di pericoloso.” Mormorò Remus.
“Scusate, sono un po’ stanco, salgo in dormitorio.” Mormorò Peter sparendo alla svelta.
“Uhm… Buffo.” Fece la ragazza fissando Peter uscire dalla sala.
“Facciamo un gioco?” Propose James.
“Ora, nel bel mezzo della Sala Grande, a cena?” Chiese Star sorpresa.
“E perché no?” Accettò Sirius.
“Dipende.” Si insospettì Remus.
“Tranquillo, non è niente di male, ognuno di noi prende un pezzo di carta e ci scrive una persona o un personaggio o anche un animale senza farlo vedere a nessuno e poi lo attacca sulla fronte di quello che ha alla sua destra. Poi ognuno di noi dovrà indovinare cos’è o chi è il personaggio che ha sul proprio bigliettino facendo domande a cui tutti gli altri possono rispondere solo si o no.” Spiegò James.
“O mio cielo! E’ carinissimo! Facciamolo!” Si esaltò la ragazza.
Così tutti i Malandrini presero un pezzo di pergamena gentilmente offerta da Remus e scrissero, dopo di che Star rese il retro di ogni bigliettino adesivo con la magia e i ragazzi si attaccarono in fronte i biglietti.
“Inizio io!” Gridò Star. “Sono una persona realmente esistente o esistita?”
“Si.” Risposero tutti in coro.
“Ok, io sono un personaggio immaginario?” Domandò James.
“No.”
“Io sono maschio?” Fece Remus.
“Ah, amico, se non lo sai tu…” Scherzò Sirius beccandosi un calcio sugli stinchi da Star.
“Si lo sei.” Gli rispose James.
“Io sono affascinate?” Chiese Sirius atteggiandosi un po’.
“No.” Risposero tutti ridacchiando.
“Bene, sono uomo?” Ricominciò Star.
“Si, eccome.” Saltò su Sirius.
“Io sono maschio?” Chiese James.
“No. In tutti i sensi, no.” Replicò di nuovo Sirius ridendosela.
“Smettila idiota non sei divertente!” Lo rimproverò James.
Sirius alzò un dito come a chiedere un attimo di silenzio e poi spostò il suo sguardo su Star che ridacchiava come una matta con la testa posata sul tavolo. “A me pare di si.” Commentò il ragazzo.
“Finiscila!” James lo colpì sulla spalla ma anche lui stava sorridendo.
“Quando avete finito di mettere in dubbio la vostra virilità…” Cercò di riportarli all’ordine Remus ma Sirius si alzò in piedi. “La mia virilità non è mai stata messa in dubbio!” Precisò.
“Per ora.” Commentò piano Star alzando subito le mani in segno di resa sotto lo sguardo malefico del ragazzo.
“Sono reale?” Si intromise di nuovo Remus.
“Si, purtroppo.” Rispose Star, Sirius rise e le batté il cinque mentre James si imbronciava.
“Ok sono James.” Dichiarò Remus esasperato togliendosi il biglietto dalla fronte. “James hai molta fantasia, davvero non riesci a pensare ad altro che non sia te stesso?”
“E non è l’unico, Sirius sta pensando a sé stesso da quando abbiamo cominciato a giocare!” Replicò Star.
“Bene, io sono uomo?” Fece Sirius ignorando il commento dell’amica.
“Si.”
“Ah-a!” Si esaltò lui.
“Dicevamo… Sono un personaggio famoso?” Domandò Star.
“No.” Risposero James e Remus.
“Accidenti, si invece!” Si scaldò Sirius.
Star sospirò. “Ora capisco… sono Sirius, ecco perché non ci sono arrivata prima.”
“Ehi!” Protestò l’interessato.
“Diamine ragazzi, siete di un’ egocentricità assurda.” Disse la ragazza ignorando bellamente Sirius.
“Fantastico, tocca a me. Sono… di questa scuola?” Riprese James.
“Si”
“E io?” Chiese a sua volta Sirius.
“Si.”
“Ok, amico, risolviamola insieme.” Suggerì James.
Sirius annuì. “Siamo studenti?”
“No”
“Insegnanti?” Domandò James.
“Tu si, Sirius no.”
Sirius sbuffò irritato. “Eppure sono sicuro di avere la risposta proprio qui!” E si indicò la fronte esasperato. “Ci sono, sono Gazza!”
“Si, esatto, bravo! Perchè non Hagrid?” Si stupì Remus.
“Oh, giusto, Hagrid non è un insegnate!” Esclamò Sirius, Star si colpì la fronte con il palmo producendo un sonoro SCIAF.
“Ho perso! Non so chi sono! La mia vita non ha più senso!” Recitò melodrammaticamente James.
“Senti, qui staremo cercando di cenare!” Lo rimproverò un Prefetto qualche posto più in là.
“Mi scusi, ma lei chi è? Io chi sono?” Scherzò il ragazzo occhialuto sempre più convincente, il Prefetto scosse la testa rassegnato.
“Ti daremo degli aiuti: sei alta.” Cominciò Star.
“Vecchia, insopportabile, severa, e usa parole della sua epoca quali “colloquio disciplinare”.” Concluse Sirius.
“Sono la McGranitt!” Esultò James.
“No, signor Potter, io sono la professoressa McGranitt.” Lo corresse Minerva comparendo in quel momento dietro al ragazzo.
“Allora io sono fottuto.” Replicò James.
“Linguaggio! Signor Potter, nel mio ufficio! Anche lei signor Black.” Ordinò la professoressa.
I due ragazzi si alzarono con dei ghigni divertiti sui volti e seguirono Minerva verso il suo ufficio.
“Ma quanto si assomigliano quei due?” Si sorprese Star.
“Molto in effetti. Dovresti vedere tu quanto assomigli a James e anche un po’ a Sirius.” Le rispose Remus.
“Wow, quante volte sono finiti in punizione fin ora? Ho perso il conto!” Due ragazzini comparvero nei posti lasciati vuoti dai due Malandrini.
“Al, Fill! Che piacere vedervi!” Esclamò Star.
“Volevamo venire a parlarvi prima ma pensavamo di disturbare.” Si scusò Fill.
“Già, non si disturbano dei geni al lavoro, e poi pare che abbiate avuto poco tempo libero fin ora, eh?” Continuò Al.
“In effetti siamo stati molto impegnati, alcuni per sciocchezze, altri per motivi seri.” Commentò Remus.
“Ovvero?” Chiesero i due in coro.
“James e Sirius hanno fatto un po’ di baldoria con il nostro nuovo amico Peter mentre io cercavo di stare al passo con la scuola, e poi c’è Star… che frequenta i corsi di tutte le materie e va pure in giro con gli altri due scavezzacollo e ancora non dorme tutta la notte ma riesce pure a svegliarsi prima di tutta la scuola la mattina. Forse non dorme affatto.” Raccontò il ragazzo.
“Smettila, Rem! Non sono così speciale come mi dipingi, e io dormo! A volte. In compenso mangio come mio fratello, forse di più, di sicuro di più. Sono un’ obesa.” Dichiarò la ragazza con fermezza.
“Ah-a, tu obesa, e io sono la regina delle fate, ma tu continua pure.” Fece Al sarcastico.
“Questo ragazzino è un Don Giovanni!” Bisbigliò Star a Remus coprendosi la mano con la bocca ma tenendo volutamente un tono abbastanza alto.
“Dillo di nuovo davanti a Sirius e avrai due possibili risultati: la fine del mondo a causa del suo mettersi in competizione oppure la fondazione della scuola Sirius dove solo i più fighi possono entrare.” Scherzò Remus.
“Sirius non è di questo tipo, semmai James potrebbe… oh, insomma! Parlo sempre di loro! Dunque ragazzini, come vi siete incontrati voi due?” Chiese la ragazza.
“Al mi ha aiutato a caricare il bagaglio.” Spiegò Fill.
“E lui mi ha placcato perché credeva che stessi cercando di rubargli dei vestiti.” Proseguì Al.
Fill scrollò le spalle senza smentire. “Dalle mie parti ne vediamo tante di cose che vengono rubate.”
“Figlio della strada?” Gli domandò Star, il ragazzino annuì. “Immaginavo.”
“E tu?” Fece lui.
“Orfanella, di serie Z. Due anni fa.” Rispose lei.
“Ehm… Traduzione?” Si intromise Remus.
“E’ un ragazzo cresciuto in strada senza genitori veri. E io gli ho detto chi ero.” Spiegò la ragazza.
“Quindi orfanella di serie Z sta per abbandonata dalla madre senza nessuno scrupolo in un orfanotrofio maschile, usata, picchiata, senza amici né nessun altro?” Riassunse James apparendo all’improvviso e facendo scattare in piedi Al e Fill.
“Si, più o meno.” Acconsentì Star.
“Se vuoi sederti, noi ce ne andiamo.” Proposero i due ragazzini, James fece loro segno di riaccomodarsi e rimase in piedi.
“Sirius?” Chiese Remus.
“Ahn, lui è già su. Vado anche io ora, vi aspettiamo, non fate tardi e riportateli a letto sani e salvi.” Ordinò prima di andarsene accennando a Fill e Al.
“Sospetto.” Decretò Remus. “Molto sospetto.”
“Naaa…” Star allontanò il tutto con un gesto della mano.
“Io sono stato meglio di te, avevo lo zio Bum, era pazzo, e non era mio zio, ma mi voleva bene.” Proseguì Fill.
“Mio fratello esagera, io avevo persone che mi volevano bene, da piccola, e poi ho avuto lui e i nostri genitori. La tua storia com’è Al?”
“Io? Niente di speciale, sono solo un nato Babbano che ha vissuto normalmente, anche se i miei non erano molto felici di questa scuola e tutto il resto. Ma mi hanno lasciato venire quindi va bene.” Replicò lui annoiato, ma poi si rianimò fissando la porta della Sala Grande. “Cosa faranno?”
“James e Sirius? Non si può mai sapere!” Rispose Star col sorriso di chi invece sapeva esattamente cosa i due stavano architettando. “Salite con noi, così potete vederlo con i vostri occhi.”
I due ragazzini saltarono in piedi e seguirono di corsa Star e Remus.
Entrarono nel dormitorio maschile del terzo anno e vi trovarono Peter, James e Sirius chini su una pergamena piena di scritte e frecce.
“Che cosa state architettando?!” Li colse di sorpresa Remus facendoli sobbalzare.
“Qualcosa per Halloween.” Rispose James restando sul vago mentre Sirius si affrettava a nascondere le carte.
“E non posso saperlo?” Domandò Star.
“No, è una sorpresa per ripagarti dell’anno scorso.” Replicò Sirius.
“Che è successo l’anno scorso?” Si intromise Al.
“Salve piccoli noi!” Li salutò Sirius accorgendosi finalmente della loro presenza.
“Piccoli voi?” Fece Remus sconvolto.
“Si, ci assomigliano un po’.” Ribatté James.
“Secondo me è vero.” Approvò Peter.
“Comunque ragazzi, occhio a quello che pensate quando siete con me se volete farmi una sorpresa, ok?” Li avvertì Star.
“Certo!” La rassicurò suo fratello.
“Perché? E l’anno scorso?” Continuò a domandare Al.
“Ci spiegate qualcosa?” Insistette Fill.
“Giusto, scusate.” Si rammaricò Remus.
Così si sedettero e per tutta la sera i Malandrini raccontarono le loro avventure ai più piccoli e a Peter.
 
………………..
“Allora, avete capito?” Concluse Remus.
“No.” Risposero in coro James e Sirius.
“Bene, io non so cos’altro fare con voi.” Remus depose la sua penna e si mise le mani tra i capelli arrendendosi definitivamente.
Il giorno dopo vi sarebbero state ben tre verifiche e i due ragazzi non avevano capito ancora nulla di nessuna materia, il pomeriggio pareva prospettarsi molto lungo e difficoltoso.
Star rise leggera e si avvicinò ai due ragazzi cominciando a parlottare con loro per qualche minuto sotto gli occhi scettici di Remus, infine ripose la sua penna mentre James e Sirius continuavano a fare i loro esercizi di Pozioni completamente autonomi.
“Ora mi devi dire come hai fatto!” Esclamò Lupin leggermente offeso.
“Devi semplicemente farli ragionare come loro sono soliti fare e non come ragioni tu.” Replicò lei.
In quel momento un ragazzo castano si avvicinò al tavolo.
“Ciao Star.” Dennis si chinò per soffiarle quell’allegro saluto all’orecchio, la ragazza si irrigidì appena prima di sorridere e rispondere al saluto.
“Verresti a fare un passeggiata con me?” La invitò lui. Star accettò con un cenno e si alzò con eleganza.
“E continuate a studiare voi due!” Ordinò severa a James e Sirius prima di incamminarsi con Dennis fuori dalla torre verso il parco di Hogwarts vestito d’autunno. Le foglie cadevano tingendo di rosso, oro e arancio ogni angolo del parco.
I due ragazzi parlarono del più e del meno dirigendosi verso le rive del lago dove alcune anatre migratrici schiamazzavano e immergevano la testa in acqua alla ricerca di pesciolini.
Il ragazzo osservò il viso di Star mentre si stendeva in un sorriso dolce da bambina nel guardare una piccola anatrella lottare con un pesce.
“Sei…” Cominciò lui incerto, la ragazza si voltò a guardarlo inondandolo con i suoi occhi cobalto. “…sei…veramente graziosa quando sorridi così.” Concluse intrecciando le dita a quelle di lei che abbassò il volto per qualche secondo.
“Ehi, pensavo che ormai fossi abituata alla gente che ti fa dei complimenti.” Scherzò Dennis continuando a camminare lungo la riva e stringendo dolcemente la mano di Star.
“Non mi fanno spesso dei complimenti sinceri, e in ogni caso non me li merito.” Replicò lei.
Lui si bloccò di colpo e tirò la ragazza verso di sé così da ritrovare il viso di lei ad un soffio dal suo.
“Ascoltami bene.” Esordì con tono deciso ma leggero e l’ombra di un sorriso sulle labbra. “tu ti meriti tutto ciò che esiste di bello.” Star cercò di replicare ma il ragazzo la baciò sulla bocca. “E spero che questo per te sia stato bello.”
La ragazza abbassò lo sguardo sorridendo disorientata. “Io credo che sia ora di tornare indietro.”
Dennis sorrise soddisfatto. “Non mi hai risposto.”
Star cominciò a camminare verso il castello. “Non mi hai posto una domanda.”
Lui rise. “Ok, mi hai fregato, ma non finisce qui.”
Quando i due raggiunsero la torre di Grifondoro stavano ancora ridendo e scherzando e furono letteralmente travolti da James. “Dunque?” Chiese il suddetto ragazzo leggermente in ansia.
“Abbiamo fatto una bella passeggiata.” Commentò Star lanciando un’occhiata a Dennis senza riuscire a trattenere un sorrisino furbo.
“Bene, signorina, tu vieni con me.” James prese la sorella per un braccio trascinandola al tavolo con gli altri Malandrini.
“Ciao furfante.” La salutò Dennis, lei sventolò la mano e gli sorrise.
Suo fratello la inchiodò ad una sedia. “Te lo chiederò solo un’altra volta, e non scherzo: cosa è…?”
Star si alzò in piedi. “Potresti almeno avere la decenza di chiedermelo in privato.” Sibilò.
James la prese per mano guidandola verso il dormitorio maschile e facendola poi sedere su un letto.
“Delicato come sempre.” Commentò lei sarcastica, poi sospirò rassegnata sotto lo sguardo inquisitore del fratello. “Mi ha baciata, e sto bene, e sono… felice. Un po’ confusa, ma è positivo.”
“Sono soddisfatto.” Dichiarò lui voltandosi per tornare in Sala Comune.
“James?” Lo richiamò Star. “Te lo avrei detto lo stesso… senza tutta quella scenata. La prossima volta evita, per favore.”
“Scusa, ero un po’ in pensiero… ti ho sentita.” Spiegò lui.
La ragazza gli lanciò uno sguardo interrogativo e James si posò una mano sul petto dove, sotto i vestiti, vi era un ciondolo cobalto.
Star gli sorrise e scesero assieme per finire di studiare.
 
 
……………..
 
Il giorno delle verifiche fu terribile. Persino Difesa Contro le Arti Oscure con la professoressa Hough, che durante le prime lezioni era parsa una donna paziente e perfettamente in grado di spiegare loro gli incantesimi più difficili consentendo due lezioni esclusivamente pratiche al mese, si rivelò più impegnativa del previsto.
“Come vi è andata?” Chiese James ai Malandrini appena consegnarono tutti il foglio del compito.
“Non male.” Rispose Sirius.
“Molto bene.” Assicurò Remus.
Star fece per parlare ma suo fratello la interruppe. “Lascia stare, lo sappiamo già.”
“Beh, potreste avere almeno il tatto di fingere che io sia normale.” Sbottò la ragazza.
“Si, giusto.” Le concesse Sirius, poi ci pensò su. “No, troppa fatica per niente.”
 “Grazie.” Mugugnò lei.
“Ehi, abbiamo Pozioni teoriche ora, ci conviene incrociare le dita!” Li distrasse James.
E così si avviarono cupi verso ciò che definivano la loro prematura morte.
Appena entrati in aula si indirizzarono verso il loro solito banco infondo ma Lumacorno li bloccò. “Ho assegnato io personalmente i posti a tutti voi per questo compito e per i prossimi, prego leggete alla lavagna e accomodatevi.”
I Malandrini si scambiarono degli sguardi interrogativi ma eseguirono lo stesso. Remus e Star erano quasi vicini, separati solo da uno spazio vuoto, e nelle ultime file mentre James e Sirius erano agli estremi della prima fila. Una volta che tutti si furono seduti il professore consegnò loro i fogli con le domande.
Remus voltò il foglio e cominciò a rispondere. Si fermò circa alla decima domanda alzando lo sguardo per riflettere meglio, cercò istintivamente i suoi amici per vedere come se la passassero con quelle terribili domande: Star ovviamente scriveva tranquilla senza esitazioni nemmeno stesse descrivendo ciò che aveva fatto nel weekend. Si aspettava che James e Sirius fossero in difficoltà come al solito invece li trovò con la testa china sui fogli a scrivere quasi senza problemi.
Il ragazzo sgranò gli occhi felice e si accorse solo in quel momento dello sguardo di Star su di sé. “Stanno scrivendo!” Mimò allora con le labbra in modo che solo lei potesse cogliere. La ragazza annuì sorridendo.
Due ore dopo uscirono dalla stanza sfiniti ma soddisfatti.
“Allora, le lezioni di Star sono servite, eh?” Remus mise le braccia sulle spalle dei suoi amici visibilmente soddisfatto di loro.
“Ovvio. Mia sorella potrebbe saper spiegare ad un sasso la matematica spaziale e questo diventerebbe il miglior scienziato del mondo.” Concordò James.
“Era un complimento?” Domandò Star stupita.
I tre ragazzi smisero di camminare proprio in mezzo al corridoio fissandola straniti.
“Si, lo era.” Le rispose cauto Sirius.
“Strano, di solito non mi fate mai complimenti.” Commentò la ragazza pensierosa.
 “Come, scusa?” Fece James cercando di convincere sé stesso d’aver capito male.
“Star, noi ti facciamo sempre dei complimenti.” Le ricordò Remus.
“Ah, si? Si. Forse si. Non l’avevo capito, potevate annunciarmeli.” Replicò lei prima di ricominciare a camminare.
“E’ impazzita. L’abbiamo persa! E’ andata!” Enfatizzò Sirius sconvolto.
La seguirono tutti verso la sala da pranzo. Si sedettero vicino a lei e incominciarono a mangiare come niente fosse. Dopo pochi minuti di allegre chiacchierate dei gufi planarono verso ogni studenti recapitando una lettera a ciascuno.
“Ma che diavolo?” Mormorò Sirius aprendo la sua, i suoi amici lo osservarono. “Che fate, non leggete?” Chiese con la busta mezza strappata tra le mani.
“No, preferiamo aspettare e usarti come cavia, se non muori la apriremo anche noi.” Lo informò James.
“Beh, grazie!” Esclamò il ragazzo aprendo infine la lettera. “E’ per Halloween!” Li informò, non successe niente così anche gli altri strapparono le buste e si misero a leggere.
“Caro Halloweeniano,
se vorrai partecipare al gioco notturno di quest’anno sei pregato di scrivere a chiare lettere il tuo nome infondo a questa missiva e attendere.
Cordiali saluti
Professor Silente.”
“Sono tutte uguali?” Chiese Remus, i suoi amici annuirono. “Allora, che facci…”
“Prestami una penna.” Lo interruppe Sirius.
“Deduco che giocheremo.” Sospirò Remus.
“Ovvio!” Star scrisse a chiare lettere il suo nome con la sua penna rossa e oro e i Malandrini la imitarono. Attesero tutti e poi altre righe comparvero nel foglio di ognuno di loro.
“Per la sera di Halloween sei pregato di vestirti da Babbano.” Diceva quella di Remus.
“Come sono le vostre.” Chiese il ragazzo.
“Qui c’è scritto che devo vestirmi da lupo.” Rivelò James con un sorrisetto. “Sarà divertente.”
“Io invece dovrò mascherarmi da gentiluomo medievale.” Annunciò cupo Sirius. “Perfetto, dovrò indossare uno dei miei soliti abiti da gala.”
“Tu?” Chiesero in coro i Malandrini a Star.
“Non ve lo dirò. Lo vedrete dopodomani sera.” Li tenne sulle spine lei.
In quel momento Peter si unì a loro.
“Come vi sta andando la giornata di verifiche?” chiese sedendosi sfinito.
“Complessivamente bene.” Rispose James noncurante.
“Già, infondo voi ve la cavate sempre. Siete magnifici.” Si complimentò Minus.
“Lo so, grazie, grazie.” Finse James come se avesse attorno a sé una folla acclamante e non solo un ragazzino grassoccio.
“Forza, è ora di ricominciare le lezioni.” Remus si alzò dalla panca per primo con un sospiro e i suoi amici lo seguirono.
 
……………
 
Il 30 novembre parve a tutti gli studenti del terzo anno un lungo e estenuante giorno durante il quale i professori tentavano di tenere l’ordine e di completare le interrogazioni di coloro che dovevano recuperare mentre il resto si accasciava a turno sui banchi senza più forze per proseguire con nuovi argomenti.
Gli allenamenti di Quidditch, però, non lasciarono tempo a James, Sirius e Star di riposare, la Squadra di Grifondoro si godeva l’ultimo anno assieme, dopo di che sarebbero rimasti solo i tre Malandrini. Questo voleva dire allenamenti duri e infiniti quasi tutti i giorni.
Star salì a cambiarsi appena finito l’allenamento e non si presentò a cena. Proprio quando i suoi amici si decisero a chiedere a qualche sua compagna se fosse in dormitorio la videro scendere in Sala Comune con un gran sorriso sulle labbra.
“Dove sei stata?” La interrogò suo fratello.
“Uhm, sapessi.” Rispose lei evasiva.
“Non me lo dirai mai, vero?” Sospirò il ragazzo.
“Te lo dirò al momento giusto. Come sempre.” Replicò Star.
“Bene, sarà meglio se andiamo a dormire presto. Domani mattina avremo le ultime lezioni e poi potremo riposare tutto il pomeriggio in vista del gioco notturno.” Propose Remus previdente.
“E noi abbiamo pure due ore buche domani mattina!” Si rallegrarono James e Sirius.
“Anche io come voi.” S’intromise Peter.
“Già. Hai scelto le nostre stesse materie, è ovvio che tu abbia i nostri orari.” Gli fece notare Sirius.
“Giusto!” Esclamò Minus.
“Avete trovato i vestiti?” Chiese Star.
“In realtà io ho un piccolo problema con il mio ma sono sicuro che mi aiuterai nel primo pomeriggio, vero?” La pregò James.
“Certo!” Gli assicurò lei prima di sbadigliare e avviarsi verso il dormitorio femminile augurando ai suoi amici buon riposo.
 
 
………………….
 
Il mattino dopo Star scese in Sala Comune ancora in pigiama stellato e si sedette a leggere l’avvincente storia di un esploratore disperso in un isola deserta colma di strane creature magiche, era così assorta che non si accorse dello scorrere del tempo ne tanto meno degli altri studenti che si affaccendavano nella sala.
“Ehi! Ciao!” La salutò una voce familiare.
“Ciao Remus e… per Merlino! Sirius! Che ci fai già sveglio?!” Esclamò la ragazza alzando lo sguardo sui suoi due amici.
“Non è poi così presto, e poi ci siamo ricordati ora della verifica di Trasfigurazione e sai che io ho bisogno di recuperare. Così Remus mi aiuterà a ripassare.” Spiegò stancamente Sirius.
“Andrà bene.” Lo incoraggiò Star, poi si guardò intorno. “Mio fratello?”
“Lo abbiamo svegliato ma dice che è a posto con tutto o che si inventerà qualcosa ed è rimasto a dormire su.” Riferì Remus.
“Ehi, ragazzi!” Peter corse verso di loro. “Potete spiegare anche a me Trasfigurazione, un altro ripasso non mi farebbe male.”
“Certo!” Acconsentì Remus. “Magari Star potresti…”
“No, scusami. Vorrei salire da James.” Lo bloccò lei con un sorriso cortese e così detto salì le scale verso il dormitorio maschile.
La finestra era stata oscurata magicamente cosicché la luce del sole non disturbasse i ragazzi dormienti, in quel momento solo James. Star si mosse nel buio abituando piano gli occhi, si avvicinò al letto del fratello e si infilò sotto le coperte con lui. Il ragazzo si girò verso di lei aiutandola a coprirsi e la abbracciò forte. Star scoprì di aver provato freddo solo in quel momento, a contatto con il corpo caldo di James, sotto quelle coperte, l’aria pesante ma dal sapore di sogni attorno a loro. “Ciao.” La salutò lui e il suo alito caldo e non proprio profumato le fece il solletico sul viso.
“Ciao.” Replicò lei sorridendo.
Stettero così, semplicemente per alcuni minuti finché James non si spostò a pancia in su costringendo la ragazza a mettersi sopra di lui e poggiare la testa del suo petto.
“Fra un po’ dovremmo scendere.” Mormorò piano lei.
“Lo so. Aspetta ancora un po’, per favore.” Il tono di suo fratello ero supplichevole e la sua voce impastata dal sonno, Star stette ferma ancora lasciando che lui scivolasse in uno stato confuso di dormiveglia e poi in un piccolo sogno dal sonno leggero.
Quando non poté attendere oltre la ragazza tolse la magia oscurante dalla finestra e lasciò che gli ormai freddi raggi del sole autunnale si posassero su James svegliandolo completamente.
“Ti aspetto a colazione. Non fare tardi.” Gli raccomandò e uscì.
Dopo una veloce e silenziosa colazione i Malandrini si avviarono verso l’aula di Trasfigurazione e presero posto nei banchi in prima fila. La professoressa McGranitt spalancò gli occhi a quella vista ma non si lasciò ingannare. Consegnò i fogli dei compiti mentre nella classe regnava il consueto silenzio e dette il via.
Per tutta l’ora i Malandrini risposero velocemente alle domande e tutti si bloccarono su quella finale. Star alzò lo sguardo sulla professoressa per prima, subito seguita dai suoi amici. La ragazza fece scattare in alto la mano. Minerva la fissò dandole il permesso di parlare con un cenno del mento.
“La domanda, ‘Che cos’è una Trasfigurazione Parziale?’ temo sia un errore, dovrebbe essere nel programma del quinto anno.”
“Temo che vi sia stato un giorno in cui ho anticipato in una breve e semplice descrizione la Trasfigurazione Parziale e proprio quel giorno vi erano cinque assenti, una eravate voi signorina White, non vi siete fatta passare gli appunti?” Replicò calma la McGranitt.
“Potter.” Ribatté Star automaticamente. “E mi dispiace ma accetto appunti solo da Remus e Remus era assente con me. Peccato, vorrà dire che risponderò a modo mio, può andarle bene?”
Minerva assottigliò le labbra al limite massimo e poi tornò a concentrarsi su dei fogli sparsi sul tavolo.
Sirius e Remus si arresero subito consegnando il compito senza rispondere, Star scrisse qualcosa come sei o sette righe prima di portare la sua verifica alla cattedra, soddisfatta e James rimase seduto a fissare il suo foglio.
“Ancora cinque minuti signor Potter, farà meglio a consegnare.” Gli ricordò la professoressa.
James sbuffò irritato e esclamò “Eppure sono sicuro di avere la risposta proprio qui!” E si indicò la fronte in una perfetta imitazione della faccia esasperata di Sirius. I Malandrini risero e sulla fronte di James apparve un bigliettino “Ah, ecco!” Il ragazzo lo staccò, lo lesse e ricopiò sul suo compito.
“Signor Potter! Questo è copiare.” Lo sgridò la professoressa McGranitt sbalordita da tale comportamento.
“No, professoressa, io ho solo estrapolato in forma cartacea un informazione del mio cervello, le assicuro che è sempre stata dentro la mia testa!” Si giustificò James.
“Signor Potter non dica fesserie!” Si agitò Minerva ma in quel momento suonò la campanella e i Malandrini fuggirono in fretta, come il resto della classe, lasciandola sola con il compito di James tra le mani.
 
 
………………..
 
Quella sera dopo aver riposato tutto il pomeriggio nel dormitorio maschile Star si alzò e svegliò i suoi amici cosicché potessero prepararsi per il gioco notturno di Halloween.
“Non voglio mettermi questi abiti!” Sbuffò Sirius tirando fuori dal baule un elegante vestito maschile molto simile a quelli usati nel ‘700 di colore verde e argento.
“Potrei cambiare il colore, se vuoi.” Propose la ragazza.
“Davvero?” Si illuminò lui.
Star sorrise e con un semplice schiocco di dita tramutò il verde in blu infinito e l’argento in bordeaux e oro antico.
“Beh, forte!” Si strabiliò James fissando l’abito dell’amico.
“Ah, si! Queste sono le tue orecchie!” Esclamò lei schioccando nuovamente le dita, soffici orecchie da lupo apparvero sul capo di suo fratello.
“Belle! Ma andranno via vero?” Chiese preoccupato.
“Si, domani mattina non le avrai più.” Gli assicurò Star, infine salutò tutti e scese di corsa dirigendosi verso il dormitorio femminile.
 
…………..
                                             
I Malandrini erano già pronti in Sala Comune, Sirius pareva uscito da un libro di fiabe e se ne andava in giro calmo ed elegante nei gesti ma portandosi dietro un’aura quasi fredda che avrebbe attratto le ragazza più ingenue e allo stesso tempo avrebbe fatto scattare ogni sorta di allarme in quelle più sveglie e nonostante questo se si fosse messo d’impegno esse sarebbero cadute lo stesso in qualunque tranello. James con una camicia anticata, dei pantaloni comodi ma eleganti di un grigio-marroncino chiaro, le sue orecchie e i canini leggermente appuntiti come un vero lupo, altro regalino di sua sorella, poteva vantare di avere in tutti i sensi il fascino del lupo, misterioso, sfuggente e pericoloso. Remus e Peter vestiti come normali Babbani quindi come al loro solito parlavano tranquilli con i loro amici felici di non attirare troppo l’attenzione.
Sirius si voltò all’improvviso verso le scale del dormitorio femminile e gli altri Malandrini lo imitarono come del resto anche tutti gli altri presenti nella sala. Una ragazza che pareva una donna scendeva aggraziata verso di loro con la postura e l’eleganza di una vera dama settecentesca. La maschera di pizzo nero sul viso e il ventaglio dello stesso pizzo che lei teneva aperto all’altezza delle labbra impedivano la sua identificazione. I capelli neri ricadevano in boccoli scuri sulla schiena e sulla scollatura non troppo vistosa ma nemmeno casta. La sua vita era stretta dal rigido corpetto rosso scuro ricamato in oro, la gonna dello stesso colore che si espandeva ampia sul fondo come nelle mode di un tempo, ad ogni suo passo sbuffi di sottogonne nere come il peccato danzavano attorno ai suoi piedi che calzavano semplici decolté bordeaux. Vi era un profumo che si lasciava dietro e sapeva di desiderio, di notti magiche, sogni antichi, saloni da ballo e intrighi d’amore, i suoi gesti parlavano di tempi dove molti cavalieri avrebbero sguainato le spade per ingaggiare un duello in suo onore.
“Cioccovaniglia.” Mormorò Sirius.
“I-i s-s-suoi occhi….” Balbettò invece James.
“E’…Star!” Sussurrò Remus ammaliato.
Peter pigolò qualcosa e scomparve mentre la ragazza veniva verso di loro chiudendo il ventaglio e lasciando così scoperta la sua perfetta bocca colorata di rosso intenso.
“Eeeeeeeeeehm… si. Sei splendida sorellina, e fai anche un po’ di soggezione.” Commentò James quando sua sorella giunse finalmente da loro.
“Soggezione?” Ripeté lei mostrandosi sorpresa. “No, che stai insinuando?!”
“Bè…” Cominciò Remus ma sospirò interrompendosi da solo. “Non fa niente, scendiamo.”
I Malandrini giunsero in Sala Grande senza quasi essere notati ma una volta seduta a tavola Star cominciò a mangiare con un eleganza antica ricominciando ad attirare sguardi verso di sé.
“Ti sei proprio immedesimata bene nel personaggio, eh?” Le fece notare Sirius.
“Dici? In effetti mi trovo molto a mio agio in questi abiti.” Replicò lei.
“Aspettate, non ditemi che questi in sottofondo sono i Bread.” Intervenne James ascoltando la melodica musica che si spandeva nell’aria sotto il chiacchiericcio.
“Si, direi di si.” Sussurrò Star ancora in ascolto. “Carini.”
“Insomma! Li odio abbastanza.” Ribatté James.
“Non sono male.” S’intromise Remus.
“A me non dispiacciono.” Fece Sirius alzando le spalle.
 James sgranò gli occhi in direzione dell’amico. “Scusa?! Soft rock? No, non mi cadere così in basso Sirius!”
“La carne!” Trillò Star allegra distraendo i due ragazzi che si gettarono a capofitto nel cibo.
“Non avevi proprio voglia di un bisticcio questa sera, eh?” La smascherò Remus.
“Già, voglio che sia una serata bellissima.” Gli confidò la ragazza sorridendo.
 
…………
 
Silente si alzò finalmente in piedi e nella sala crollò il silenzio. “Bene ragazzi, prima di cominciare il gioco vi prego di prestare attenzione alle regole altrimenti non sarà più molto divertente. Dunque, questa notte ricreeremo una specie di villaggio, tutti coloro che sono vestiti da Babbani saranno i cittadini comuni e verrà loro assegnata una casa e una mappa con degli indizi per trovare le caramelle, starà a voi scegliere fin dove spingervi con la ricerca, se essere buoni o cattivi, se aggregarvi o fare i solitari, nelle vostre case non potrà entrare nessuno senza il vostro esplicito permesso, quindi potrete usare le stanze vuote per creare delle locande e gestirle facendovi pagare per l’alloggio o anche per il vitto se riuscirete a procurarvelo. In ogni nuova locanda si fermerà un professore per controllare che tutti paghino senza storie. Le istruzioni per mettere in sicurezza la vostra casa o per aprire una locanda sono sul retro della mappa assieme agli indizi. Potrete sfidarvi tra di voi per avere le caramelle o scommetterle in qualche gioco ma senza l’uso della magia e ogni sfida sarà vincolata da un patto.”
Il preside fece una breve pausa per assicurarsi che tutti i Comuni avessero capito e poi proseguì. “Ogni ora calerà o sorgerà il sole. In poche parole i vostri giorni e le vostre notti dureranno un’ora. Durante la notte entreranno in azione i lupi che saranno divisi in quattro piccoli branchi a seconda delle case ma potranno poi scegliere se creare un altro branco o diventare un animale da compagnia di qualche Comune o Non morto. I lupi non potranno in nessun modo accedere alle informazioni in possesso dei Comuni e potranno attaccare solo di notte a meno che non siano diventati animali da compagnia, anche a voi è vietato l’uso della magia nelle sfide dirette con i Comuni ma potrete usarla per infiltrarvi nelle case, solo durante la notte. Sia ben chiaro. Potete usare le aule vuote come tane, vi verrà spiegato come dai professori che vi divideranno in branchi e ci porteranno alla tana di inizio.”
Ancora una volta l’uomo si fermò. “Ho parlato di Non morti prima, ebbene si, sono coloro in abiti da medioevo, voi siete gli unici che possono usare la magia per le sfide fra di voi  e potete scegliere se sfidare i Comuni e i lupi con o senza magia e essi potranno adeguarsi alla vostra decisione, siete gli unici in grado di obbligare qualcuno a lavorare per voi, ovviamente dovrete vincere una sfida con questa persona prima. Potete muovervi di giorno e di notte e i lupi non vi possono attaccare se appartengono ad un branco formato da più di due persone, i Comuni non possono scegliere di sfidarvi ma non potete in alcun modo penetrare nelle case o nelle locande senza invito. Non avrete una casa nè una tana ma potete scegliere comunque di depositare da qualche parte le vostre caramelle e proteggerle con incantesimi, sappiate però che non avrete alcuna sicurezza. Vi è concesso di formare gruppi con chiunque vogliate.”
Tutti gli studenti erano stupiti e non vedevano l’ora di cominciare ma il professor Silente parlò ancora. “Per due gironi inoltre verranno eletti il re e la regina del giorno, quindi per la valenza di due ore, essi potranno richiedere ogni cosa a qualunque Comune ed esso dovrà obbedire, i Non morti non potranno scegliere di sfidarli e i lupi non possono attaccarli. E’ complicato, ma ci riuscirete e vi divertirete, spero. Ricapitolerò le cose più importanti: i Comuni non possono usare la magia tranne se sfidati da Non morti e vivono in casa, possono aprire locande, sfidare i lupi, formare gruppi, sono gli unici in possesso delle informazioni per scovare le caramelle. I lupi possono agire solo in branco e solo di notte a meno che non diventino Animali da Compagnia di loro spontanea volontà o tramite sfida di Non morti, possono usare la magia solo nelle sfide con i Non Morti e per tentare di penetrare nelle case, hanno delle tane. Non morti potete usare la magia, sfidare chiunque tranne il re e la regina, non potete assolutamente entrare nelle case e nelle locande senza invito, potete agire sia di giorno che di notte, i lupi non possono attaccarvi in branco di più di due e i Comuni non possono sfidarvi. Penso sia tutto chiaro, giusto? Cominciamo!”
A tutti i Comuni venne legato un nastrino sul polso e poi poterono uscire per primi dalla sala e raggiungere le loro case, nel frattempo i lupi venivano divisi nei quattro branchi dai professori, ad ognuno venne dato un ciondolo, e poi vennero guidati nelle loro tane. Infine fu dato il via libera ai Non morti a cui era apparsa una piccola voglia a testa sulla mano destra.
I corridoi erano tutti ben illuminati e vi era ancora un leggero trambusto di Comuni che vagavano in cerca di case o di compagni d’avventura.
Star e Sirius avevano deciso di fare squadra e poi recuperare James, Remus e Peter.
“Ehi, Star!” La chiamò una voce nel corridoio, Dennis le si avvicinò in abiti da Comune.
“Senti sto per andare a cercare le caramelle e sarai sempre la ben venuta in casa mia, è nell’aula infondo al corridoio e ho già sistemato tutto affinché tu possa entrare anche se io non ci sono e bè, magari aspettami se non mi trovi, voi che fate?”
“Noi non possiamo fare nulla fino a questa sera, per dare il tempo a voi comuni di iniziare a raccattare le caramelle.” Rispose la ragazza sorridendo.
“Certo! Giusto.” Qualcuno gridò il nome di Dennis. “I miei amici sono pronti, ci vediamo eh?” il ragazzo fece qualche passo verso i suoi compagni poi si bloccò e tornò indietro avvicinandosi a Star all’improvviso, la ragazza si trovò gli occhi verdi di lui a poca distanza dai suoi cobalto. “Volevo solo dirti, che sei una favola vestita così.” Aggiunse prima di posarle un bacio leggero sulle labbra e poi correre via.
Sirius che con molto tatto era stato a qualche metro da loro si riavvicinò all’amica. “James deve saperlo?” Chiese quasi scherzoso.
“James lo saprà.” Replicò lei senza irritazione. “Andiamo.”
 
……….
 
Alla tana dei lupi di Grifondoro, dopo la spiegazione della professoressa McGranitt,  James girovagava assorto mentre piccoli branchi si formavano già qua e là. All’improvviso una rossa chioma attirò la sua attenzione e sorrise involontariamente.
“Ehi, Evans!” Gridò alla ragazza e gli occhi verdissimi di lei si voltarono a guardarlo con disprezzo.
“Ovvio, che tra tutti quelli nel vostro gruppetto dovevi capitarmi tu.” Sbottò innervosita Lily.
“E dai, Evans! Possiamo fare squadra, ci divertiremo!” Tentò di convincerla lui.
“Tu ti divertiresti, io no.” Mise in chiaro la ragazza. “E poi voglio fare squadra con le mie amiche.”
“Va bene. Allora posso accompagnarti da loro?” Insistette James.
Lily esitò pensando al beneficio strategico di muoversi con James e poi pensò a Potter e al fatto che fosse Potter ma prima che potesse rispondere il ragazzo le afferrò un polso.
“Sono qui.” Disse fissando la parete cha dava sul corridoio con un gran sorriso. “Andiamo.” E la trascinò con sé fuori dalla tana.
“Che fai? Lasciami, Potter! Non abbiamo nemmeno un piano e non possiamo attaccare perché è giorno! E poi…” La ragazza dovette lasciare la frase a metà perché si scontrarono contro un’altra coppia di persone.
“Sirius! Star! Come siete riusciti a trovarmi così in fretta?” Domandò James stupito.
“Sai quando dico che ho un legame con te, fratellino? Vuol dire che ti posso trovare ovunque!” Gli ricordò Star con ovvietà poi gli sguardi dei nuovi arrivati si spostarono su Lily che lottava invano contro la presa d’acciaio di James.
“Evans?” Fece Sirius stupito.
“Evans.” Confermò James.
“Si è il mio cognome, allora? Mi lasci?!” Esclamò la ragazza al limite dell’esasperazione.
“Fratellino, non passa sangue alla sua mano.” Constatò semplicemente Star.
“Oh, scusami.” Il ragazzo le mollò il polso sinceramente dispiaciuto.
“Ora, se non vi dispiace vorrei raggiungere le mie amiche.” Decretò Lily.
“Ok, punto di ritrovo?” Chiese Sirius.
“Scusa?” Domandò lei confusa.
“Dove avete deciso di ritrovarvi?” Le semplificò Star.
“Noi..noi non abbiamo… non abbiamo deciso un posto…” Balbettò la rossa.
“Tipico.” Sogghignò Star ironica facendo ridacchiare i suoi due amici.
“Bene, ho capito. Faccio da sola, che è meglio!” Sbottò Lily irosa voltandosi per andarsene. James scoccò un’occhiata esasperata a sua sorella che alzò le spalle con un sospiro e poi gridò. “Dai Lily, scherzavo, torna qui, ti accompagniamo noi!”
La ragazza tornò da loro a testa alta.
“Per prima cosa sarà meglio cercare Remus.” Propose Sirius.
“Ah-a!” Saltò su Lily con aria di superiorità. “Ha detto cercare! Vuol dire che nemmeno voi avete un punto di ritrovo.”
Star guardò suo fratello con un altro sospiro. “Glielo spieghi tu?” Mormorò rassegnata.
“Vedi, Evans, a noi non serve un punto di ritrovo, noi abbiamo Star. Lei sa esattamente dove siamo in qualsiasi momento della giornata, le basta concentrarsi.” Raccontò James mentre cominciavano a camminare salendo diverse scale.
“Quindi dov’è Remus?” Dissimulò la rossa.
“In questa stanza.” Rispose pacata la mora bussando alla porta di un’aula.
“Eccovi!” Li accolse sollevato Remus. “Io concedo ai Non morti Star Potter e Sirius Black e ai lupi Lily e James di entrare nella mia casa.” Enunciò chiaramente prima di fare loro spazio e lasciarli entrare.
Sirius trattenne a stento una risata. “Sembri un paggio di corte.”
“Cos’hai contro i paggi di corte ora?” Lo rimbeccò Star scocciata.
“Niente, sono buffi e basta!” Replicò Sirius sulla difensiva. I due cominciarono a bisticciare mentre Remus, Lily e James li ignoravano sedendosi in cerchio attorno a due banchi uniti.
“Allora Lily, sei dei nostri?” Le chiese Remus.
“Io? Con voi? E’ solo per convenienza se mi trovo qui, devo unirmi alle miei amiche.” Replicò lei.
“Ma sentitela!” Esclamò Star ironica. “Perché non ti fai un giro nei dintorni qui fuori mentre noi ideamo un piano vincente?”
“Credo che farò così!” Lily scattò in piedi avviandosi determinata verso la porta. “Grazie Remus, per l’ospitalità.”
“Torna pure qui se non le trovi, anche se non ci sarò potrai entrare.” Le assicurò Remus prima che la ragazza si sbattesse la porta alle spalle.
“Per Merlino! Potevi lasciare che mi divertissi con lei!” Sbuffò James ricolto alla sorella.
“Avrai occasioni migliori.” Lo liquidò la ragazza.
“Allora.” Cominciò Sirius sedendosi a sua volta al tavolo. “Lunastorta ha tutte le informazioni per le caramelle ma se ci muoviamo tutti con lui ci bersagliano. Direi che io e lui potremmo andare in giro insieme, magari un po’ distanti ma tenendoci d’occhio. Mentre voi due, fratello e sorella, andate in perlustrazione dei vari piani. Ci si potrebbe ritrovare qui prima di sera.”
“Manca poco meno di mezz’ora alla sera.” Fece notare Remus guardando l’orologio.
“Basterà. Muoviamoci.” Decretò James prendendo sua sorella per mano e guidandola fuori.
Salirono camminando in silenzio in mezzo alla gente fino ad un piano pressoché deserto.
“Che devi dirmi, James?” Star scrutò il ragazzo negli occhi mentre passava una mano sul muro per trovare incantesimi di protezione.
“Tu e la Evans… vi odiate molto?” Domandò lui con solo una piccola esitazione.
“No. Non ci odiamo. Solo vogliamo bene a persone diverse e questo ci porta a scontrarci per difendere chi amiamo.” Rispose lei tranquilla.
“Ah, bene. Magari, se mollasse Mocciosus potrebbe diventare una tua grande amica, e vi parlereste, che so, di ragazzi…” Buttò lì James passandosi una mano tra i capelli e fissando insistentemente in giro.
“Si, potrebbe essere.” Replicò la ragazza sorridendo alla vista del fratello così imbarazzato. “Sai, Dennis mi ha baciata di nuovo. Di sorpresa, stava andando via e poi è tornato indietro solo per baciarmi. Credo sia stato… carino.”
Il ragazzo si voltò verso di lei sogghignando. “Solo per baciarti? Conosco gente che darebbe la vita per poterlo fare.”
“Non essere esagerato, idiota!” Lo rimproverò Star spintonandolo scherzosamente con una spallata.
“Ehi, è vero! Siamo la coppia di fratello e sorella più desiderabile della scuola, insomma, tutti ci amano!” Continuò James passandosi ancora la mano tra i capelli esasperatamente spettinati.
“Tu sei un’idiota indicibile!” Lo prese in giro la ragazza scattando verso di lui per spettinargli i capelli con entrambe le mani ridendo, mentre quello cercava di allontanarla protestando. “E sei anche il fratello migliore che potessi mai avere.” Concluse baciandolo sulla fronte con dolcezza, le mani ancora posate sulla sua testa scivolarono fino agli zigomi. Il ragazzo sorrise e la abbracciò stringendole la vita e chinando il viso per farlo sprofondare nei suoi capelli morbidi, lei assecondò quell’abbraccio intrecciando le dita dietro la sua nuca e posando il mento sulla sua testa. Si staccarono dopo appena qualche secondo, sorridenti.
“Dovresti invitarla ad uscire, sai.” Disse Star con casualità tornando a concentrarsi sugli incantesimi nelle mura.
James sbuffò piano come per coprire l’inizio di una risatina rassegnata.
“Che hai intenzione di fare a Natale?” Cambiò argomento lui.
La ragazza si fermò un secondo. “Vorrei tornare a casa e passare un Natale con la famiglia, ti va?”
“Inviteremo anche gli altri, vero?” Chiese conferma suo fratello.
“Ovvio!” Esclamò lei.
“Allora, preparati ad un Natale in doppia famiglia.”
 
…………….
 
“Che ne dici?” Domandò Sirius ancora una volta.
“Non lo so! Non capisco.” Rispose nuovamente Remus.
I due erano tornati da una ricerca di caramelle molto fruttuosa, avevano seguito la mappa che li aveva portati ad un corridoio pieno di tranelli da attraversare senza l’uso della magia, nel mezzo di esso giaceva un sacchetto di caramelle, ovviamente Sirius era riuscito a recuperarlo con agilità e insieme lo avevano riportato alla casa di Remus. Solo che la mappa del Comune era cambiata completamente. Ora vi apparivano i nomi dei proprietari delle taverne appena aperte, e molti punti in cui trovare caramelle che diventavano rossi man mano che qualcuno li precedeva conquistando un piccolo tesoro, vi erano anche degli indovinelli a bordo pagina che diventavano arancioni ad intermittenza come alcuni dei punti con le caramelle.
“Pensi che sia perché qualcuno cerca di risolverli?” Suggerì all’improvviso Sirius.
“E’ probabile. Succede anche a certi punti con le caramelle quindi…” In quel momento le torce si spensero e calò il buio completo.
“Credo che questa sia la notte.” Fece inutilmente notare Black.
Remus mollò un grido atroce di spavento che fece gridare di sorpresa anche Sirius e i due accesero insieme le bacchette scoprendo i due Potter accovacciati a terra nel tentativo di contenere le loro risate.
 “Avete fatto un salto pazzesco!” Li prese in giro Star mentre James mimava il loro spavento.
“Ha, ha, ha. Divertente.” Constatò sarcasticamente Sirius lanciando uno sguardo a Remus il quale, con la mano sul cuore, tentava di riprendersi da un lieve infarto.
“Cosa avete trovato?” Chiese incuriosita Star allungando il collo per poter sbirciare la mappa.
“Un solo sacchetto di caramelle. Ma abbiamo ‘sbloccato’ nuovi luoghi e degli indovinelli.” Le rispose Remus una volta ripresosi.
“Perfetto, allora Sirius, io e te andiamo alla ricerca di altre caramelle sfidando un po’ di gente, e tu James trovati un branco e vedi di racimolare qualcosa. Remus cerca di risolvere gli indovinelli ma non muoverti, saresti da solo.” Decretò la ragazza.
“Perché oggi tutti fate piani tranne me?” Sbuffò James preparandosi ad uscire dalla stanza.
“Bella domanda, per fortuna Ramoso che volevi essere il capo.” Lo canzonò Sirius.
“Io sono il capo! Per forza! Chi altri potrebbe essere se non il più mitico!” Si vantò il ragazzo mettendosi in una classica posa da fotomodello.
“Ehm, ok… io vado.” Balbettò Star sconvolta da tale prestazione.
Remus ridacchiò. “Se entro domani mattina non siete qui io esco, sappiatelo.”
I quattro si fecero un cenno di assenso prima di dividersi.
Il corridoio era vuoto e silenzioso e James scomparve subito, così Sirius e Star presero a camminare con calma.
“Dici che ci sarà qualcuno di così stupido da uscire la prima notte?” Buttò lì il ragazzo.
Lei ghignò. “Conosco certi personaggi che corrispondono alla descrizione.”
Sirius sbuffò nascondendo una risatina. “Serpeverde.”
“Eeesatto!” Annunciò la ragazza come se l’amico avesse vinto alla lotteria.
Risero piano e poi si accorsero di quanto le loro voci rimbombassero eccessivamente nel corridoio.
“C’è molta magia qui.” Avvertì Star.
“La magia di un professore?” Si informò lui.
La ragazza scosse la testa. “Uno studente più grande, abbastanza esperto, un incantesimo ostacolante, c’è una tana dietro quella porta.”
Si fermarono di colpo.
“Dunque?” Sirius si guardò intorno in attesa mentre Star si chinava a terra, girava su sé stessa e compiva altri movimenti strani. “Cosa cerchi?”
“Quello che ho appena trovato.” Esclamò lei trionfante lasciando che l’angolo destro della sua bocca scattasse verso l’alto dipingendole un sorriso deliziosamente scaltro sul volto. “Fai l’incantesimo Testa Bolla.” Ordinò poi, il ragazzo eseguì senza discutere e poi la seguì nella sua avanzata lungo il corridoio. Fecero appena qualche passo prima di notare un cambiamento nell’aria, pareva leggermente più spessa, quasi palpabile.
“E’ gas disorientante. Ci farebbe dimenticare perché siamo qui e cosa stiamo facendo per un bel po’ di tempo, magari abbastanza da farci rubare da altri le caramelle.” Spiegò Star, non aveva nessuna enorme bolla attorno alla testa ma emanava una specie di luce che Sirius interpretò come un suo incantesimo di difesa personale.
Una volta raggiunta la porta il ragazzo la osservò con attenzione.
“Solo qualche semplice incantesimo di chiusura, puoi liberartene tu.” Lo incoraggiò lei.
Sirius impiegò qualche minuto di cupi mormorii prima di riuscire ad oltrepassare l’uscio con successo, entrarono in una piccola stanzetta e un sacchettino di caramelle li attendeva sul tavolo.
 
…………
 
Correre al buio per i corridoi di Hogwarts non era mai stato così divertente. James aveva trovato un piccolo branco che lo aveva accettato per quella notte pretendendo che il guadagno venisse spartito in parti pari fra tutti i membri e poi si erano fiondati nel buio.
Lo stavano incoraggiando a fare ciò che faceva da anni per scappare da Gazza, dai professori o da rumori immaginari o meno. Conosceva ogni passaggio segreto e scorciatoia ormai, e mentre tutti avanzavano con cautela in corsa leggera sbattendo addosso a lupi di altri branchi lui sfrecciava sicuro, evitando tutti prima che questi si accorgessero di lui, si fermava ad ogni porta, eludeva gli incantesimi protettivi, entrava di soppiatto e schivava le maledizioni che i proprietari gli lanciavano contro alla cieca, in meno di qualche minuto era di nuovo nel buio degli androni. Spesso gli capitava di non riuscire ad aprire una porta, o di essere sorpreso da Comuni troppo svegli e veloci per poterli imbrogliare senza magia, così se la filava senza nulla. Eppure si stava divertendo troppo. Il cuore gli batteva nel petto all’impazzata, le mani gli tremavano per l’emozione quando estraeva la bacchetta per spezzare gli incanti, tutti i suoi sensi erano all’erta, si sentiva un cervo nella sua foresta che controlla il territorio pezzo a pezzo per creare un posto sicuro.
Svoltando un angolo in un piano in cui gli avevano detto non c’erano case sentì degli scoppi e delle risate.
“Battuti! Consegnateci le caramelle!” Stava gridando Al ad un paio di ragazzi più grandi di un anno mentre Fill si assicurava di ricevere il giusto numero di caramelle come vincita.
“Guarda qua chi si rivede!” Esclamò James una volta che i ragazzini del secondo anno furono scappati via.
“James Potter! Giusto, sei un lupo!” Esclamò Fill.
“Come voi due a quanto vedo.” Replicò il più grande.
“Si, ma i nostri costumi non sono belli quanto il tuo.” Sbuffò Al amareggiato.
“Ah, questo è merito di mia sorella!” James allontanò l’argomento con un gesto della mano. “Ditemi, siete in un branco?”
“Si, quello iniziale, c’eri anche tu, ma sei scappato subito con la rossa.” Spiegò Fill.
“Bella ragazza, a proposito.” Commentò Al.
“Uhm, credo che dovrò tenerti lontano da Star, se sei così precoce potresti conquistarla.” Scherzò James.
“Credi che avrei delle possibilità?” Prese in considerazione il ragazzino.
“Stai parlando di mia sorella! Io volevo fare una battuta, lei sta a chilometri da te! Non che tu sia male, ma insomma… Star!” Si scaldò James. “E poi… per ora sta con Dennis.”
“Si, giusto, scusa.” Al abbassò lo sguardo imbarazzato ma con un sorrisetto ironico sul volto.
“La notte sta per finire. Vi aspetto domani mattina nella classe TO3, chiaro?” Decretò il maggiore.
“Per fare cosa?” Chiese Fill.
“Unirvi a noi Malandrini, ovvio.” Replicò James.
“Si!” Esultarono in coro i due ragazzini battendosi il cinque.
 
 
……………
 
“Sei sempre l’ultimo James!” Lo rimproverò sua sorella appena mise piede nella casa di Remus.
“Scusate! Riscattare la mia parte è stato lungo.” Si giustificò il ragazzo sedendosi. Le luci si erano riaccese solo da qualche minuto ma tutti già lo attendevano.
“Ho una buona notizia per voi!” Esordì Remus allegro.
“Hai risolto un indovinello?”
“Ci hai trovato delle ragazze con cui spassarcela?”
Le due domande si sovrapposero e Star lanciò un lungo sguardo esasperato a Sirius facendogli intendere la sconvenienza di quell'uscita.
“Non è colpa mia, mi annoio!” Sbuffò quello.
“Ti annoi? Sei appena tornato da una caccia e sei nel bel mezzo di un gioco notturno in una scuola di magia! E ti annoi? Potrei ucciderti per questo, ne sei consapevole?” Lo rimproverò la ragazza.
“Ok, ok! Finitela. Cosa dovevi dirci Lunastorta?” Li bloccò James.
“Si, ho risolto un indovinello, pare che porti alla Torre di Astronomia.” Raccontò il ragazzo cercando di ignorare gli sguardi e le linguacce che i suoi due amici si stavano ancora scambiando.
“Anche io ho una cosa da dirvi: ho reclutato due ragazzini di nostra conoscenza.” Annunciò James.
“Hai trovato Al e Fill? Perfetto!” Si entusiasmò Star.
Si sentì bussare alla porta e Remus andò ad aprire ai due ragazzini.
“Ben venuti!” Li accolse la ragazza con un gran sorriso.
“Salve,” Con un passo ampio Al andò ad inginocchiarsi ai piedi di Star come d’uso in tempi antichi e le prese la mano per posare un bacio all’aria sopra le sue dita. “io e Fill siamo al vostro completo servizio, Mylady.”
Lei alzò un sopracciglio divertita e incontrò qualcosa nel fondo degli occhi azzurro ghiaccio del ragazzo qualcosa che era coraggio allo stato puro. “Fossero così tutti i ragazzi.” Commentò poi con un sorrisetto furbo.
“Tirati su amico, non hai speranze.” Lo rimbeccò Fill.
“Io ho eleganza, hai sentito la signorina.” Replicò Al alzandosi.
“Mi ricordano qualcuno.” Commentò Remus alludendo ai suoi due amici.
“Si, in effetti.” Star gli si affiancò spostando insieme a lui lo sguardo dai due ragazzini ai due Malandrini con fare pensieroso.
“Finitela! Abbiamo del lavoro da fare!” Li interruppe James.
“Allora che si fa?” Domandò Sirius attivandosi.
“Remus e Star andate alla torre con Fill. Io Sirius e Al sfidiamo qualcuno.” Decretò James.
La voce di Silente riempì ogni stanza e ogni corridoio. “Il re e la regina di oggi sono Regulus Black e Susy Winny.”
“Perfetto, andiamo!” Star fu la prima a uscire seguita da Remus e Fill.
“Allora, cosa ti fa pensare che sia alla torre di Astronomia?” chiese Star mentre camminavano tra gli altri ragazzi in un corridoio particolarmente affollato.
“Vi sfido a duello!” Gridò una ragazza del quinto anno di Serpeverde.
“Ok, chi vorresti sfidare e in che campo?” Si fece avanti Remus tranquillo.
La ragazza ghignò furba. “Sfido il ragazzino a trasformare questa Figurina delle Cioccorane in un oggetto qualunque, chi avrà compiuto la trasformazione più difficile consegnerà trenta caramelle.”
Fill si voltò verso Star che gli fece un occhiolino e sorrise rassicurante. “Bene, ci sto.” Accettò il ragazzo alcuni studenti si fermarono ad osservarli incuriositi.
La Serpeverde sfoderò la bacchetta e la punto sulla carta tra le dita della sua mano sinistra. Subito la carta si trasformò in un nastro lucente. Star approfittò della distrazione del loro piccolo pubblico per avvicinarsi a Fill e  sussurragli all'orecchio. “Non so quanto tu sia bravo in Trasfigurazione ma lei non ha accennato a questo, ok? Usa l'inventiva. Puoi batterla.”
Fill avanzò respirando a fondo poi sorrise sicuro di sé. Prese la figurina che la ragazza gli porgeva chiuse gli occhi e la lanciò in aria mormorò qualche parola puntando la sua bacchetta sulla carta e quando essa gli ricadde tra le mani era piegata ad opera d'arte a formare uno shuriken giapponese, il ragazzo lo lanciò verso la sua sfidante, l'oggetto tagliò l'aria e si piantò nel muro come fosse stato d'acciaio. La piccola folla radunata attorno a loro batté le mani colpita e la Serpeverde si affrettò a contare le trenta a caramelle lanciandole in un sacchettino prima di sparire tra gli altri ragazzi delusa.
“Wow! Sei stato fortissimo!” Si complimentò con lui Remus.
Fill sorrise imbarazzato. “Non è stato tutto merito mio, insomma, non so come sia potuto ficcarsi nel muro.” Mormorò lui lanciando brevi sguardi a Star che fissava ostinatamente in giro fingendo di non ascoltarli.
“Cosa credi che ci sarà alla torre?” Domandò Fill.
“Secondo l'indovinello troveremo un nemico chiaro ma misterioso nel luogo dove ci si può sentire persi in inchiostro e dovremo guadagnarci il suo rispetto entrando a far parte della sua collezione di grani di sale sparsi schivando la sua falce giustiziera del buio.” Raccontò Remus pensieroso.
“Cosa ti fa pensare che sia alla torre di Astronomia, scusa?” Continuò il ragazzino sempre più confuso.
“Persi nell’inchiostro, collezione di grani di sale sparsi, falce giustiziera del buio…” Elencò Star pensierosa. “Si, la notte, le stelle la luna. Ci sta.”
“Esatto.” Confermò Remus.
“Voi due siete dei geni!” Si stupì Fill.
“Naaaa, Remus lo è…. Io sono io. Solo io.” Replicò Star scherzosa.
“Ma sentila! ‘Solo io’ conosco sì e no un centinaio di ragazze che vorrebbero essere come te!” Ribatté Fill.
“E’ inutile, ci proviamo da anni a farglielo capire, ma niente.” Lo avvertì Remus.
Star sbuffò sonoramente.
Giunsero alla torre e subito una figura vestita di abiti pieni di frammenti di specchi e diamantini si fece avanti.
“Buona sera professoressa Sinistra.” Salutò cortesemente Remus.
“No, signor Lupin, non è divertente così! Io sono il vostro misterioso nemico! Chiamatemi… Moonlight!” Esordì la professoressa vezzeggiandosi nei suoi abiti.
“Ah-a … oooook. Dunque… Moonlight, come possiamo guadagnarci un posto nel tuo cielo stellato questa sera?” Finse Star cercando con tutta sé stessa di non scoppiare a ridere.
“Bene, siete riusciti a risolvere l’indovinello, ma per ricevere il mio aiuto e il vostro premio dovrete indicarmi le stelle più preziose per voi, con la loro storia. Uno solo potrà salire e se riuscirà a commuovermi parlando di stelle e di momenti nella sua vita legati ad esse allora potrete avere ciò che bramate.” Spiegò Sinistra.
“Lo so, lo so! Salgo io!” Esclamò Star prima ancora che Remus potesse dirle qualunque cosa.
La ragazza scomparve su per le scale insieme alla professoressa e al suo scintillante abito.
“Credi che ce la farà? Da sola?” Domandò Fill.
“Scherzi? Star potrebbe vincere questo gioco completamente da sola, solo che non usa tutte le sue potenzialità perché è onesta. E poi ha così tante storie da raccontare sulle stelle.” Lo rassicurò Remus volgendo uno sguardo sorridente al soffitto come se potesse intravedere l’amica attraverso la spessa pietra.
Pochi minuti dopo Star scese le scale da sola coperta dalla testa ai piedi da un lungo mantello blu notte trapuntato di piccoli brillantini che parevano stelle, passò due sacchetti di caramelle ai suoi amici.
“Bel mantello!” Commentò Fill.
“Si, dice che mi servirà nel gioco.” Raccontò la ragazza senza togliersi il cappuccio.
“Perché ti nascondi?” Le chiese Remus gentile.
Star sollevò una mano e allontanò l’argomento con un gesto stizzito indicando il corridoio davanti a loro. “Lo sentite?” Chiese. Squilli di trombe risuonavano a poca distanza. I tre si mossero insieme per andare a scoprire cosa stesse accadendo.
Si fermarono davanti a una coppia vestita con abiti suntuosi ed eleganti che procedeva scortata da alcune armature del castello che suonavano le trombe.
Molte persone si riunivano attorno a loro per osservarli e una ragazza spintonò Star in avanti così che lei si ritrovò nel cammino del re e della regina del giorno.
“Come hai osato interrompere la nostra marcia? Plebea!” Strillò la regina, Regalus al suo finaco alzò gli occhi al cielo esasperato.
“Ti sfido. Per la bellezza di cinque chili di caramelle. Ad una gara di bellezza, faremo una sfilata, fra un quarto d’ora, al calar della sera, in Sala Grande.” Trillò Susy Winni.
Star ancora completamente nascosta dal mantello replicò. “Sfida accettata, ma alziamo la posta, sono sicura che hai più di cinque chili, facciamo otto?”
Susy, che era una ragazza molto carina, pelle ambrata, sguardo intrigante, capelli scuri, setosi e mossi, formosa e slanciata, la osservò con attenzione. “Ci sto!”
“Fra un quarto d’ora in Sala Grande. Ci sarò.” Ripeté Star sparendo tra la folla.
La ragazza rintracciò i suoi compagni e tornò con loro alla casa di Remus, per la strada molti cartelli indicavano le locande aperte. James, Sirius e Al erano già in casa.
“Abbiamo guadagnato moltissimo con le sfide! Una cosa pazzesca! E abbiamo nascosto tutto in altri nascondigli.” Riferì James non appena entrarono.
“Noi abbiamo questi.” Disse Remus mettendo sul tavolo il suo sacchettino subito imitato da Fill e Star. “Ma credo che ci serviranno tutti, saranno si e no cinque chili di caramelle.”
“Cinque chili?!” Si sorprese Al.
“Già, e dobbiamo averne otto entro un quarto d’ora.” Continuò Fill.
“Perché? E perché indossi un mantello, Star?” Chiese Sirius.
“Una sfida, con la regina del giorno. Voi dovrete farmi da scorta, andate a recuperare due chili svelti. Prima che cali la sera, poi dovremo viaggiare di notte, e occhio ai lupi.” Decretò Star senza dare un accenno di volersi scoprire il volto.
 
……….
 
Entrarono in Sala Grande e la scoprirono illuminata a differenza di tutte le altre stanze e i corridoi.
Il re e la regina sedevano in alti troni dove una volta vi era il tavolo dei professori. Silente e la professoressa McGranitt stavano parlottando tra loro in un angolo. Alcuni ragazzi e ragazze avevano affrontato il buio della notte per assistere a quella sfida e nel giro di pochi minuti ne arrivarono degli altri.
Una lunga passerella era stata sistemata al centro della sala. Susy vi salì entusiasta. “Allora, cara, questi sono i nostri giudici imparziali.” Annunciò indicando una giuria di dodici ragazzi, due per casa compresi fra il quarto e il settimo anno, seduti su delle sedie rialzate accanto alla passerella.
“Molto bene.” Replicò Star.
Regalus fissava invece i Malandrini ancora attorno a lei. “Susy,” Mormorò. “Ritirati, ora!”
“Ma che dici? Voglio vederla umiliata.” Sibilò lei in risposta.
“Tu non sai chi è… lei è…” Cercò di insistere Regulus ma Susy era più grande di lui e lo zittì con un gesto. “Presentatore!” Chiamò.
Un ragazzo decisamente carino salì sul palco sorridendo e quando si voltò verso il pubblico Star si irrigidì un poco.
Dennis cominciò ad intrattenere il pubblico mentre la regina scivolava nella stanzetta adiacente per cambiarsi d’abito. “E dopo aver votato la ragazza in generale i giudici si riuniranno per compilare una scheda più precisa che darà un voto complessivo alla ragazza. Partirà la nostra regina. Ovviamente il voto più alto vincerà gli otto chili di caramelle, se la sfidante volesse posizionare le sue caramelle su questa bilancia…”
Star si voltò verso suo fratello mentre Sirius e Remus portavano le caramelle dove richiesto. “Non posso più farlo, Jame.”
“Oh, dai! Lei è bella, ok, forse più grande, ok. Ma tu sei tu. Insomma, è spacciata.” Cercò di rassicurarla lui.
“No! Non è per questo, è per Dennis, James, ho vinto alla torre di Astronomia. Lui non può vedermi così.” Replicò lei, le mani le tremavano mentre alzava un poco il cappuccio lasciando intravedere il suo viso al fratello.  James batté le palpebre più volte e poi sorrise. “Stai benissimo.”
“James!” Fece lei esasperata.
“Tranquilla, faremo in modo che Dennis si perda accidentalmente la tua sfilata, ok?”
“Mi piacciono le cose che accadono accidentalmente.”
La ragazza si rilassò. Susy salì sul palco sfoggiando un abito bellissimo, sempre in tema medioevale ma con dei colori splendidi, e la stoffa che rifletteva la luce rossa delle torce facendo sembrare il suo abito fuoco liquido. Il viso truccato forse un po’ troppo pesantemente sembrava appartenere ad una donna matura e non ad una sedicenne. Lo sguardo accattivante che regalò ai giudici la face sicuramente salire di molto nella scala del punteggio come la non indifferente scollatura.
Una volta finita la sua sfilata la regina si risedette soddisfatta sul trono, accanto ad uno sconsolato Regalus.
“Ed ora prego la sfidante di salire sul palco. Avanti!” Annunciò Dennis facendosi poi da parte. Tre paia di mani lo afferrarono coprendogli gli occhi e trascinandolo nella stanza accanto mentre Star saliva sulla passerella senza togliersi il mantello, il suo sguardo vagò nascosto fino a James che le diede il segnale.
“Tesoro, non possono giudicarti se non possono vederti, so che ti vergogni del tuo orribile aspetto, in confronto a me, ma hai accettato tu questa sfida.” La prese in giro Susy con una voce falsamente dolce.
Star sorrise furba e si portò le mani al nastro sulla gola slacciandolo piano. La stoffa trapuntata di stelle cadde a terra e un coro di sospiri si levò da tutta la sala. La ragazza si morse il labbro inferiore, perfettamente colorato di rosso, abbassando lo sguardo leggermente imbarazzata, lasciando così intravedere la scia di brillantini che le decorava le palpebre come se invece della matita avesse usato polvere di stelle, il blu cobalto dei suoi occhi riluceva mentre lanciava uno sguardo penetrante a tutta la sala prima di cominciare a camminare lungo la passerella. I capelli parevano raccolti distrattamente in una crocchia che lasciava sfuggire i boccoli sulle spalle ma tra essi spuntavano piccole stelline luminose che brillavano di luce propria dandole un aspetto regale. L’abito non era cambiato nella forma in sé ma ora la gonna pareva rappresentare alla perfezione il cielo notturno d’estate con stelle e costellazioni. Il corpetto era semplice e di velluto blu notte ma i ricami brillavano d’oro come in nastri che si intrecciavano sulla schiena nuda della ragazza di una consistenza come seta. La pelle bianca come luce di luna e le braccia che si muovevano morbide accompagnando la sua camminata con gesti tipicamente medievali tanto da trasportare l’intera sala in un mondo antico come il castello in cui si trovavano. Le mille sottogonne nere si allargavano a sbuffi ad ogni passo della ragazza lasciando intravedere le delcoltè ora dorate come stelle pure. Persino le unghie di lei parevano scese dal cielo graziose come i suoi gesti mentre di fronte allo sguardo allibito dei giudici si portava le dita sulla bocca per coprire appena una breve e delicata risata.
Sirius si voltò verso James mentre Star, nel più completo silenzio, rimetteva il mantello. “Credo, amico caro, che da questo momento in poi dovrai creare un campo magnetico anti-pretendenti attorno a tua sorella.”
James sospirò. “Credo che forse sarebbe più efficace rinchiuderla nel suo dormitorio per il resto della sua vita.”
“L’ultima bellissima ragazza rinchiusa in una torre è riuscita comunque a scappare con l’amore della sua vita, o mi sbaglio?” Replicò Sirius.
“Era uno solo, amico, uno solo. Penso sia un gran bel passo in avanti.”
 
 
 
******
Gente ho magicamente finito!
Non è vero! Ho solo interrotto Halloween a metà! Come al primo anno! Sto impazzendo! Triskell mi ucciderà!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Piumadoro