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Autore: Piumadoro    12/12/2014    3 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Ben tornata al Paiolo Magico, signorina.” Tom, il barista, salutò allegramente Star non appena la ragazza varcò la soglia con la sua famiglia, tutti diretti a Diagon Alley. Lei ripose all’uomo con un cenno ed un sorriso guidando suo fratello e i suoi genitori nel retro.
“E’ incredibile come persino le persone più asociali ti salutino tutte contente.” Sbuffò James affiancandosi alla sorella che varcava decisa il passaggio nel muro di mattoni.
“Tom non è asociale.” Replicò Star.
“Abbiamo proprio una figlia graziosa e solare, ecco perché tutti sono felici di vederla.” Commentò Susan.
“Si, come no. Andrete voi a prenderci i libri, vero?” Chiese James.
“Si certo, voi due girovagate pure.” Acconsentì Henry.
“Bene, ciao!” Il ragazzo afferrò sua sorella trascinandola con sé prima che ella potesse protestare o dichiarare di voler restare con i loro genitori.
“Andiamo alla gelateria Florian?” Domandò la ragazza.
“Certo! Dobbiamo incontrarci lì con Remus!” Ribatté lui.
I due si indirizzarono verso la gelateria in questione litigando un po’, Remus era già seduto ad un tavolino con qualcun altro ma si alzò per correre loro in contro così in fretta che presto i due fratelli videro solo una confusione di pelle e stoffa.
“Bella maglia Rem, ma ora puoi lasciarci?” Ironizzò Star.
“Si, certo, scusatemi.” Il ragazzo sciolse il suo strambo e scomposto abbraccio.
“Non ci vediamo solo da un paio di settimane.” Borbottò James.
Remus lo fissò stranito da quella freddezza e poi si voltò cercando risposte in Star.
“Lascialo perdere, crede che l’essere distaccato lo renda mitico.” Spiegò lei esasperata.
“Hey vuoi due! Sicuri di non essere imparentati sul serio?” Una voce familiare li raggiunse dal tavolino al quale era seduto Remus. Sul volto di James si aprì un sorriso mentre andava a salutare Sirius.
“Bé, almeno sappiamo con certezza che sta solo fingendo di essere di ghiaccio.” Commentò Remus accennando al fratello della ragazza.
Proprio in quel momento James tornò indietro e circondò le spalle dei suoi due amici con le braccia senza smettere di sorridere. “Che bello essere di nuovo insieme!” Esclamò felice.
“Che bello vedere le tue lentiggini felici!” Fece Star senza parlare con qualcuno in particolare, poi si sedette ad un tavolino sorridente e ordinò del gelato per tutti.
I ragazzi si accomodarono accanto a lei, rassegnati.
“Allora, come hai fatto a fuggire dai tuoi parenti?” Chiese James a Sirius mentre Star parlava con Florian, un ragazzone che lavorava a quella piccola e nuova gelateria da pochi anni mettendoci anima e corpo.
“Sono qui con mio zio, in realtà. E’ la nostra ultima uscita insieme quest’anno, dopo il disastro dell’essere quasi scoperto.” Ripose Sirius tranquillo.
Il loro gelato arrivò quasi subito e i quattro amici si misero a gustarlo in silenzio mentre il sole scaldava le loro pelli e per un attimo tornarono tutti in quel paesino italiano.
“Come iniziamo l’anno scolastico? Ci vuole qualcosa di spettacolare, vero?” Esordì Star.
“Si!” Concordarono subito James e Sirius.
“Ok, va bene, basta che non sia niente di troppo esagerato.” Mise subito in chiaro Remus.
“Facciamo esplodere qualcosa!” Cominciò subito James.
“Dobbiamo ancora dare fuoco ai sotterranei!” Proseguì Sirius.
“No, no, no!” Si allarmò Remus.
Da lì partì un bisticcio, come sempre, e presto i minuti passarono. Una volta finito il gelato i Malandrini si alzarono per fare una passeggiata tra i negozi, anche se Remus era ancora intento ad evitare che i suoi due amici decidessero di appiccare il fuoco alla loro scuola.
Passarono davanti a “Accessori di Prima Qualità per il Quiddich” e si fermarono a osservare la vetrina con il nuovo modello di scopa.
“Non volete entrare a prendervene una?” Chiese stupito Remus.
“Le nostre funzionano più che bene.” Replicò sciolto James. “E poi Grifondoro ha vinto la Coppa solo perché io sono mitico non perché la mia scopa è veloce.” Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e poi il gruppetto proseguì.
Trovarono i signori Lupin e Remus dovette seguirli per tornare a casa. Sirius si allontanò poco dopo per cercare lo zio e ritornare dai Black.
James e Star rintracciarono i signori Potter davanti al negozio di penne e inchiostro, fecero insieme gli ultimi acquisti e poi lasciarono Diagon Alley.
 
……..
 
La mattina di quel primo settembre James e Star si alzarono all’unisono dai letti, uscirono in corridoio nello stesso momento e si bloccarono a fissarsi.
Il primo ad aprirsi in un sorriso sotto la zazzera di capelli neri sparati ovunque da una notte agitata, fu James. “Si torna ad Hogwarts!” Esordì.
Sua sorella gli sorrise di rimando “Si torna ad Hogwarts.” Confermò.
“Ragazzi! Svegliatevi su! La colazione è pronta e spero che abbiate preparato i bagagli a dovere! Non abbiamo molto tempo!” Gridò la signora Potter dal piano di sotto.
I due fratelli scesero a mangiare in velocità, spazzolando tutto ciò che Rue posava in tavola.
In pochi minuti risalirono a lavarsi e vestirsi e infine scesero di nuovo nell’atrio.
“Henry!” Chiamò Susan tenendo la porta di casa aperta. “E’ ora di caricare i bauli!”
Il signor Potter corse dentro casa. “Perfetto, la macchina è già qui fuori, forza carichiamo!”
Finalmente dopo molta fatica, e anche grazie all’aiuto dell’autista, i Potter partirono verso la stazione di King’s Cross.
Arrivati a destinazione e scaricati i bagagli James partì di corsa col suo carrello attraversano in fretta il muro magico e il resto della sua famiglia dovette affrettarsi per non perderlo tra la folla.
“Ah, ecco! Non lo vedo più!” Si preoccupò Susan.
“Tranquilla mamma, lo ritrovo io e faccio in modo che carichi il suo bagaglio, poi te lo riporterò qui per i saluti, ok?” Suggerì Star.
“Certo, vai tesoro!” Le permise Henry. Qualche attimo dopo anche lei sparì tra gli studenti e i genitori che si accalcavano sulla banchina.
Star si diresse verso il vagone dei bagagli e ovviamente vi trovò James e Sirius intenti in un litigio che si sarebbe presto concluso in una sfida.
“Ragazzi!” Li richiamò. “Mettete sul treno il mio baule, forza!”
“Ah, ciao eh?” Replicò acido Sirius.
“Perché dovremmo farlo?” Le chiese invece suo fratello con aria da superiore.
“Perché ve l’ho chiesto io, ecco perché! Muovetevi, vado a cercare Remus, aspettatemi qui.” Ordinò la ragazza prima di infilarsi di nuovo nella confusione.
“Carichiamo questo coso?” Propose Sirius poco convinto.
“Io ho un’idea migliore!” Si illuminò James.
Quando Star fu di ritorno con Remus, circa due minuti dopo, si trovò davanti al suo baule completamente aperto di fronte a tutti e a James e Sirius intenti a sbraitare come matti nel tentativo di vendere i suoi vestiti, tentativo che stava riuscendo anche troppo bene.
In meno di un battito di ciglia la ragazza affiancò i suoi così detti amici e prese entrambi per un orecchio trascinandoli via dalla folla accalcata li attorno mentre Remus cercava disperato di raccattare gli effetti personali che erano stati venduti.
“Ma che Bolide fate voi due?!” Cominciò a sgridarli Star.
“Ma dai, che vuoi che sia? Tanto tu non li indossi quei vestiti!” Sbottò James.
“E abbiamo fatto su ben venti galeoni!” Cercò di farle notare Sirius.
“Oh, si, è vero! Perché i soldi ci mancano, giusto?” Ribatté lei dura.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo come illuminati da quella scoperta.
“Giusto, siamo ricchi.” Ricordò Sirius.
Star si batté il palmo della mano sulla fronte, sospirando esasperata. “Sarà un anno molto lungo.”
“Mi dispiace ma temo che tu abbia perso una parte dei tuoi vestiti, la gente non vuole restituirmeli.” La informò Remus unendosi a loro in quel momento.
“Non importa. Porto James dai nostri genitori, dobbiamo salutarli.” Decretò lei, poi schioccò le dita verso Sirius. “Il mio baule. Su quel treno. Ora. E che rimanga pieno!”
Sirius sbuffò “E che sono il tuo servo?!” ma la ragazza era già sparita trascinandosi dietro suo fratello.
Quando tornarono indietro tutti i bagagli dei Malandrini erano sani e salvi sul vagone della locomotiva scarlatta e i quattro amici vi salirono a loro volta cercando uno scompartimento tutto per loro. Non appena lo trovarono Star occupò i due sedili vicino al finestrino per sé e le sue gambe, facendo infuriare James che non appena il treno partì sfoderò la bacchetta, ma la ragazza schioccò semplicemente le dita e suo fratello si ritrovò con i pantaloni calati.
“Hei!” Protestò James cercando di rivestirsi.
“Sai quali sono le regole, Potter. Io ho la precedenza sui posti accanto al finestrino.” Sentenziò lei.
“Finitela voi due!” Li ammonì Remus tirando fuori una barretta intera di cioccolato dal suo baule e addentandola tutto felice.
“Wow, non badi alla linea tu, eh?” Commentò Sirius.
“Direi che la linea è cosa da ragazze, e poi è colpa di Star, è lei che ha cominciato a rimpizzarmi di cioccolato dopo il mio primo Patronus. Ora sono come un drogato, non riesco a smettere.” Si giustificò Remus.
“Oh! Che linguaggio, Remy!” Scherzò James beccandosi un calcetto amichevole da Star.
Il ragazzo cercò di farla pagare a sua sorella tentando di spintonarla ma il treno sobbalzò un pochino e lui finì addosso a Sirius che lo spinse via contro Remus che d’istinto mosse un braccio verso l’esterno colpendo Star sullo stomaco. In breve: scoppiò una rissa.
Qualche attimo dopo un Prefetto aprì la porta dello scompartimento attirato dai rumori di grida e colpi.
“Smettetela! Basta! Dieci punti in meno a... Grifondoro!” Gridò il Prefetto.  Funzionò, infatti i ragazzi si fermarono, tutti scompigliati ma ovviamente illesi.
“Si possono togliere punti prima dell’inizio dell’anno?” Domandò Remus più per seria curiosità che per sfrontatezza.
“Anche se non si potesse voi quattro siete in punizione e cercate di darvi una calmata!” Sbottò il Prefetto uscendo e sbattendo la porta.
“Nuovi Prefetti! Si credono chissà chi!” Sbuffò James.
Da quel momento però il viaggio dei Malandrini procedette in tranquillità fino alla stazione di Hogsmeade.
Il tempo era pessimo, pioveva a dirotto con gocce talmente grosse da sembrare intere secchiate d’acqua, appena gli studenti scesero dalla locomotiva furono tutti bagnati fino al midollo, per gli alunni del primo anno non sarebbe stato affatto facile fare la solita traversata con le barche. Tra quelli più grandi invece scoppiò una guerra per accaparrarsi le carrozze. James e Sirius sgomitarono un po’ e alla fine riuscirono a salire con Remus e Star in una delle prime.
“Dunque gente, ho un piano per vivacizzare lo Smistamento di quest’anno.” Cominciò James.
“Sono tutto orecchie!” Si esaltò Sirius.
“Se è qualcosa di mitico mi aggrego.” Commentò Star fissando il temporale fuori dalla finestrella.
“Io farò finta di non conoscervi invece.” Sbuffò Remus.
“E noi urleremo a tutti che sei uno dei nostri.” Lo rimbeccò James.
“Come se già non lo sapessero tutti. I professori mi fissano dispiaciuti come se avessi sbagliato amici.” Brontolò Remus.
“Ah, ecco cosa volevano dire quegli sguardi! Io che credevo che avessi combinato qualcosa di strano senza dircelo!” Scherzò Sirius.
“Il mio Rem non combina proprio niente di strano! Lui è gentile, educato e sa divertirsi senza fare degli scherzi a nessuno.” Lo adulò Star. “Dunque, qual è il tuo piano, quattr’occhi?” Proseguì poi tornando ad interessarsi a suo fratello.
“Sai che anche tu ti diverti facendo degli scherzi alla gente?” Le chiese Sirius.
“Certo!” Rispose lei allegra.
“Ah, ok! Era solo per capire quanto eri svalvolata.”
“Dunque? Quanto sono svalvolata?” Si incuriosì Star.
“Molto.” Le assicurò Sirius.
Tutti risero. Ma la ragazza si bloccò quasi subito. “Un momento, cosa vuol dire ‘svalvolata’?”
James e Sirius si colpirono la fronte con il palmo in segno di completa esasperazione e questo li portò a scoppiare nuovamente a ridere.
Giunti davanti al portone d’ingresso scesero di fretta e entrarono alla svelta nell’atrio fiondandosi subito sopra le scale per osservare chi entrava dopo di loro. Presto l’atrio fu colmo di studenti zuppi e un acuto “Wiiiiiiiiiiiiiii!” li sorprese tutti.
Pix scendeva in picchiata giù dalle scale portando fra le braccia sacchettini dall’aria molto sospetta. Il  poltergeist passò in volo sopra le teste dei Malandrini ignorandoli completamente e lasciando invece cadere i sacchettini sulle teste degli studenti al centro dell’atrio, la stanza si riempì di urla sorprese e polvere bianca che si impiastricciava nei capelli e negli abiti bagnati senza lasciare scampo a nessuno. In meno di pochi secondi Pix era già sulla via di ritorno quando James lo chiamò.
“Hei, Pix!”
Il poltergeist si fermò avvicinandosi a loro. “Volete un po’ di farina anche voi? Non crediate di averla scampata, sarò subito di ritorno!”
“Ah, era farina quella?” Fece Sirius. “Dilettante.”
Pix arrossì violentemente in zona orecchie e guance. “Come?!”
“Si, insomma, farina? E’ roba da poco!” Lo schernì James.
“Già, avessimo avuto noi la possibilità di volare attraverso le cose avremmo lanciato sugli studenti miele o perlomeno zucchero, insomma, cose appiccicose, che creino una rottura di scatole per almeno qualche giorno, la farina viene via con una doccia.” Commentò Star.
“Miele e zucchero, eh?” Il poltergeist schizzò via attraversando il pavimento e dopo qualche secondo fu di ritorno con dei sacchettini pieni di zucchero e miele che riversò su tutta la sala ancora in subbuglio, arrivò la McGranitt che cominciò a sbraitare contro di lui intimandogli di scendere dal soffitto.
“Si, mi dica professoressa?” Domandò Pix abbassandosi e fingendosi cortese.
“Non è possibile che tu possa creare sempre tutto questo disastro! Smettila immediatamente o te ne farò pentire.” Lo rimproverò Minerva.
Pix ghignò contento lanciando uno sguardo ai Malandrini ancora sulle scale perfettamente puliti.  I ragazzi poterono vedere lo scintillio malefico in quegli occhietti anche da lontano.
“Questo è il momento in cui ce la filiamo giusto?” Chiese James.
“No, questo è il momento in cui imparate a tenere la bocca chiusa!” Replicò Remus.
“Dobbiamo farti notare che sei stato graziato pure tu?” Gli ricordò Sirius.
Remus ingoiò una grossa quantità di saliva rischiando di strozzarsi.
In quell’attimo udirono la falsa innocente testimonianza di Pix colmare l’atrio. “Ma non è stata una mia idea professoressa, sono stati loro a consigliarmela!” e infine il dito del poltergeist si puntò inesorabilmente su di loro.
“POTTER! BLACK! WHITE! IN PUNIZIONE!” Sbraitò la McGranitt.
“POTTER!” Le urlò di riamando Star. “ANCHE IO SONO UNA POTTER!”
La professoressa la ignorò cercando di ripulire i ragazzi e le ragazze colpiti da Pix.
“Chissà perché tu la passi sempre liscia!” Sbuffò James rivolto a Remus.
“Vuoi un elenco in ordine alfabetico o posso dirti tutte le motivazioni in maniera disordinata?” Ribatté Star sarcastica.
Gli studenti cominciarono a sciamare nella Sala Grande e a prendere posto ai tavoli.
“Siete riusciti a finire in punizione prima ancora dell’inizio ufficiale dell’anno. Per ben due volte!” Ripeté di nuovo Remus mentre anche loro si sedevano al tavolo di Grifondoro.
“Che ci vuoi fare, abbiamo un talento naturale!” Si vantò Sirius accomodandosi con grazia.
James prese posto accanto al suo migliore amico passandosi una mano tra i capelli ancora umidi. “Uff!” Sbuffò. “Cosa penseranno le mia ammiratrici nel vedermi in questo stato?”
“Quello che pensano sempre Potter: che sei un’idiota arrogante.” Lily passò alle loro spalle per andare a sedersi qualche posto più in là.
“Carina la battuta Evans, ma non chiedi scusa? Non hai paura che la Mc ti tolga punti per questo?” La rimbeccò Sirius.
“Non credo di correre rischi, non sto insultando nulla in particolare, solo Potter, e non credo che Potter possa considerarsi uno studente con dei diritti.” Replicò la rossa.
“Uhu! Questa brucia!” Commentò Star. “E dove hai lasciato il tuo cane da compagnia Lily? Come mai non stai girando con il piccolo Mocciosus alle calcagna?” Ribatté poi. Lily cercò di replicare qualcosa ma proprio in quel momento una voce maschile la chiamò.
“Ah, eccolo lì! Il tuo Fido fedele!” Concluse la mora indicando Severus che veniva verso di loro sbracciandosi. “Buona fortuna.”
La rossa le lanciò uno sguardo sprezzante prima di andare incontro a Piton e fermarsi a parlare con lui.
“Ma voi due non eravate amiche?” Le domandò Remus.
“Oh. Lo siamo!” Gli assicurò Star ma quando tre sguardi scettici si posarono su di lei dovette correggersi. “Ci stiamo provando, a giorni alterni… E’ difficile, ok?”
“Credo che sia ora!” Annunciò James.
 
…………
 
La professoressa McGranitt accolse gli studenti del primo anno come sempre, quei poveri ragazzi erano fradici, così decise di farli entrare immediatamente nella sala senza controllare che fosse tutto in ordine, sperò solo che i Prefetti e gli altri professori fossero riusciti a calmare le acque e a far sistemare tutti gli altri in ordine anche senza di lei.
Aprì il portone della Sala e si domandò perché dovessero capitare tutte a lei.
Black e White stavano duellando con delle spade raccattate chissà quando dalle armature in cima al tavolo dei Grifondoro mentre Potter la prese d’assalto comparendole davanti.
“Professoressa! Venga con me, la prego!” James prese Minerva per un braccio guidandola verso il tavolo dei professori.
“No, grazie Potter, so fare da sola. Potter dove mi porta?” Si agitò la professoressa troppo sconvolta per essere autoritaria sedendosi al suo posto accanto a Silente. In quel momento Star disarmò Sirius con una mossa plateale che fece partire un coro di “Ohhhh!” ammirati. Ma il ragazzo non demorse e raccolse un piatto lanciandolo come un frisbee verso la ragazza che fece ruotare la spada sotto il braccio per poi colpire il piatto e farlo finire a terra tutto ammaccato.
“Prego, ragazzi, prego!” Intanto James guidava quelli del primo anno verso il tavolo dei professori e quindi verso il cappello parlante.
“Dovremo duellare anche noi?” Chiese un ragazzino fissando ammirato Sirius e Star.
“Ti piacerebbe?” Gli chiese James.
“Sarebbe da sballo!” Replicò il ragazzino che gli stava accanto.
James sorrise. “Voi due sarete dei Grifondoro.” Annunciò.
Star fece indietreggiare Sirius fino al bordo del tavolo mentre il ragazzo parava le stoccate di lei con un vassoio ormai tutto bitorzoluto, infine la ragazza con due mosse veloci fece cadere il suo sfidante a terra puntandogli poi la spada alla gola. “Temo d’aver vinto Messer Felpato! Dovrete pagare pegno!”
La sala scoppiò in un grande applauso che risvegliò la McGranitt, la quale saltò in piedi afferrano il rotolo di pergamena con la lista dei nomi dei novi studenti e rimandando a posto James con la minaccia di toglierli più punti di quanto avrebbe mai potuto guadagnare vincendo di nuovo la coppa di Quidditch.
Lo Smistamento proseguì senza altri intoppi e i due ragazzi che adocchiati da James finirono realmente in Grifondoro.
“Hei! Eccoli qui!” Esclamò Sirius indicandoli appena presero posto al tavolo l’uno dopo l’altro.
“Ciao! Io sono Fill!” Si presentò il primo ragazzino che aveva i capelli castani e un sacco di lentiggini.
“Io mi chiamo Al.” Fece l’altro che era già molto alto e snello con una zazzera di capelli rossi.
“Ma non finirete nei guai per quello che avete fatto? O lo fate ogni anno?” Chiese Fill.
“Finiremo nei guai.” Gli assicurò James.
“In realtà siamo già nei guai.” Precisò Star.
Gli sguardi dei due ragazzini si spostarono su di lei e i loro occhi si sgranarono. “Che carina!” Commentò Al.
“Che precoci!” Ribatté Star.
James e Sirius si scambiarono un’occhiata d’intesa e scoppiarono a ridere.
Al arrossì un po’ mentre Fill spostò la sua attenzione altrove.
In quel esatto momento Silente si alzò in piedi. “Benvenuti e bentornati a Hogwarts!” Esordì. “Madam e Messer, che il banchetto cominci!” Il preside si risedette soddisfatto e fu incenerito dalla McGranitt anche se non ce ne fece molto caso.
“Come mai dicevate di essere già nei guai?” Riprese Fill cominciando a mangiare le pietanze che erano appena apparse nei piatti e nei vassoi.
“Perché sono riusciti a prendere già due punizioni.” Spiegò loro Remus. “E per di più non si sono presentati, io sono Remus, e sono l’unico educato a quanto pare.”
“Ah, giusto! Io sono Star, e quell’essere di fronte a me che si ingozza come se al posto dello stomaco avesse un buco nero è mio fratello James.” Rimediò la ragazza sorridendo dolcemente.
“E io sono Sirius.” Il ragazzo allungò la mano con il suo solito ghigno malandrino ormai onnipresente sul suo volto.
Al spalancò la bocca e Fill cadde dal tavolo. “Lo sapevo che eravate voi! Dovevo immaginarmelo!” Gridò Al estasiato.
“Ehm, che?” Chiese Star perplessa.
Fill riemerse dalle profondità della terra. “I Malandrini, giusto? Siete voi, no?”
“Si.” Rispose cauto James dopo aver ingoiato un enorme boccone di cibo.
“Abbiamo sentito così tante storie su di voi! E’ vero che avete camminato in orizzontale sulla torre di Astronomia? E che avete passato l’anno scorso a fare scherzi a tutti i professori?” Cominciò Al.
“E che siete i re del Primo d’Aprile? E che siete già stati ad Hogsmeade e avete invento un dolcetto per san Valentino?”  Proseguì Fill.
“E che la McGranitt vi mette in punizione di continuo per tutto quello che combinate? E che avete sfidato un enorme drago sputa fuoco e la sua testa ce l’avete sotto il letto in dormitorio?” Concluse Al.
“Ok.” Star prese un respiro profondo e contò le risposte sulla punta delle dita. “Si, più o meno, si, dipende, si, e no.”
“Wow!” Esclamarono i due ragazzini in coro.
“Si, lo sappiamo, roba forte!” Si vantò James passandosi una mano tra i capelli.
E così iniziò un appassionata discussione sugli scherzi dalla quale Remus si estraniò presto voltandosi a parlare con un Prefetto sul lieve cambiamento delle regole scolastiche.
“Ecco, credo che anche questo banchetto si sia concluso!” Silente si alzò nuovamente in piedi e gli ultimi rimasugli del dessert scomparvero. “Sono lieto di accogliervi tutti di nuovo qui, dovrei darvi alcune comunicazioni prima che andiate a letto: il professor Franks è staro attaccato da un troll di montagna durante l’estate e quindi ha deciso di ritirarsi dalla scuola, verrà dunque sostituito dalla professoressa Cindy Hough, accogliamola con calore.” La sala si prodigò in un educato applauso mentre la minuta professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure si alzava in piedi. “Infine vorrei ricordarvi che vi è sempre una lista di oggetti proibiti affissa alla porta dell’ufficio del Signor Gazza, e che girare di notte oltre il coprifuoco è proibito e la Foresta Proibita è seriamente sconsigliata come zona pic-nic. Bene, buona notte!”
I Prefetti scattarono in piedi per primi pronti a guidare i ragazzi del primo anno ai loro rispettivi dormitori, i Malandrini attesero che la ressa iniziale fosse scomparsa e poi si incamminarono a loro volta verso la torre di Grifondoro.
“Credete che ci sarà una festa?” Chiese James.
“Anche se ci fosse non parteciperete.” Lo bloccò Remus.
“Perché no?” Insistette Sirius.
“Perché abbiamo di meglio da fare.” Replicò Star.
“Del tipo?” Chiesero tutti e tre i ragazzi in coro.
“Guardare le foto di quest’estate!” Rispose lei entusiasta.
I quattro si fecero dire la parola d’ordine da un Prefetto ma poco prima di arrivare alla Torre James e Sirius si staccarono dagli altri due prodigandosi in mille scuse.
“Ma che combineranno?” Si preoccupò Remus.
“Nulla, credo che vogliano solo cercare di scaldare l’atmosfera.” Lo tranquillizzò Star sorridendo fra sé e sé.
La ragazza salì con il suo amico fino al solito dormitorio maschile, appena entrati lei respirò a fondo quell’aria così familiare, quel dolce profumo indescrivibile di casa che pareva possedere solo quel piccolo angolo di Hogwarts, ma che seguiva i Malandrini ovunque.
“Eccoci!” Esclamarono James e Sirius entrando in fretta e furia nella stanza e poggiando su un comodino quattro tazze colme di liquido fumante. Remus si era appena deciso a sedersi su un letto ma scattò in piedi subito.
“Cosa avete fatto?” Domandò.
“Coltivato rose.” Rispose Sirius con naturalezza beccandosi un occhiataccia scettica da Remus.
“Abbiamo preso la cioccolata calda!” Sbuffò James in tono riconciliatore.
“Bene.” Si accontentò Lupin afferrando la propria tazza. Star stava già bevendo da un pezzo mentre James tirava fuori dal suo baule l’album delle foto dell’estate.
In quel momento dalla Sala Comune cominciò a salire un gran vociare, la festa dei Grifondoro stava per iniziare, i quattro però se ne infischiarono allegramente e unirono due letti aprendo l’album all’inizio.
“Guarda c’è pure tuo fratello in questa foto, vi assomigliate moltissimo!” Esclamò subito Star.
“Ma voi non le avete già guardate?” Chiese Remus.
“Oh, no, Star ha voluto che le sviluppasse Rue e che le incollasse lei per non vederle assolutamente.” Rispose James.
“Le ho chiesto cortesemente di farlo, dillo! Devi dirlo! Altrimenti sembra che io l’abbia costretta, poveretta!” Si agitò Star.
“Non credo che nessuno qui ti possa credere una che da ordini a destra e a manca sorellina!” Replicò James.
“Ok, andiamo avanti!” Si spazientì Sirius.
Voltarono pagina e trovarono alcune foto scattate da tutti i presenti alla prima sera delle vacanze, alcune erano molto stravaganti ad esempio una raffigurante il pavimento del terrazzo o un’altra completamente buia, altre invece erano bellissime, come una di James e Star che ridevano e sembravano veramente fratello e sorella: identico sorriso sul volto, la mano tra i capelli, stesso scintillio allegro negli occhi.
“Wow, ci somigliamo parecchio.” Commentò James strabiliato.
“Ve lo ripetiamo da una vita!” Ribatté Sirius esasperato.
“Ah, che ci vuoi fare? Non ci possiamo vedere dall’esterno!” Sbottò Star.
“Certo ma potreste ascoltarci.” Contro ribatté Remus.
“Stai dalla mia parte?” Gli chiese sorpreso Sirius.
“Solo perché non ho alternative migliori.” Spiegò Remus.
Tutti risero finché Star non si alzò di scatto. “Sono ancora più alta di voi! Osservate!” Detto questo tirò in piedi Sirius e James e se li mise accanto, effettivamente la ragazza era qualche centimetro più alta dei due ragazzi e sembrava anche più matura e più grande in ogni senso.
“Brava, solo perché noi siamo più lenti a crescere!” Sbuffò James rimettendosi a sedere e continuando a sfogliare l’album.
“O forse non crescerete mai.” Scherzò lei affiancandosi al fratello.
“Ah ah.” Fece lui irritato.
Peter entrò nella stanza poco dopo salutò tutti e si infilò in bagno come niente fosse, una volta uscito con il pigiama addosso i Malandrini vollero mostrargli alcune foto prima che andasse a dormire. Dire che Peter era il miglior spettatore desiderabile era dire poco. Continuava a riempire i ragazzi di domande e sospirare esaltato saltellando come se i loro racconti prendessero vita, e la cosa piaceva parecchio a James.
“Domani hai qualcosa da fare?” Gli chiese in quel momento.  Peter scosse immediatamente il capo. “Allora avrai l’onore di fare un giro con noi.” Replicò James. Minus saltellò felice verso il suo letto addormentandosi quasi subito e riempiendo la stanza del suo forte russare.
I quattro ragazzi continuarono a guardare le foto ridendo e scherzando fino a che non si addormentarono sopra una foto scattata durante l’ultimo falò, quello solo tra loro, un momento magico che avevano vissuto insieme, in cui tutto il resto del mondo non importava. Dormirono con i sorrisi sulle labbra e il suono delle risate che alleggia tra loro con un po’ di lieve malinconia.
 
…………
 
Il giorno dopo Remus e Star si svegliarono prima degli altri e scesero a fare colazione.
“Oh, che bello essere tornati ad Hogwarts! Non c’è posto migliore, non c’è!” Sospirò felice Star camminando con lo sguardo che vagava a qualsiasi dettaglio come se fosse il suo primo anno. Remus sorrise osservandola. “Che hai?”
“Niente!” Si affrettò a rispondere lui. “Solo che è strano che tu sia ancora sorpresa da questo posto.”
“Vorrai scherzare! Come si può non restare sempre sorpresi da Hogwarts? L’hai visto quel quadro? Una volta non c’erano un paio di scheletri?”
I due si fermarono a fissare il suddetto quadro.
“Si, credo anche io, magari sono andati in qualche altro quadro per un po’.” Presuppose Remus.
“Forse, ma è strano, non l’avevo mai visto vuoto prima d’ora.” La ragazza fece un passo incerto verso il ritratto vuoto, scosse la testa e continuò a camminare verso la Sala Grande.
“Ah, eccovi qui. Vi devo parlare!” La professoressa McGranitt sbarrò loro la strada con il suo solito cipiglio severo.
“Buon giorno professoressa. Potremmo almeno fare colazione prima di parlare di punizioni?” Chiese Star sfrontata.
“Non è per quello, è per il vostro orario di lezioni. Seguitemi.” Replicò la McGranitt.
La ragazza fece per replicare ma Remus la prese per un braccio trascinandola dietro i passi sicuri di Minerva. Entrarono nell’ufficio della professoressa e si accomodarono alla scrivania seguendo il secco invito della donna.
“Avete una materia di troppo.” Esordì Minerva senza troppi preamboli. “Dovete scegliere una materia da non fare, altrimenti le ore si accavalleranno sul vostro orario.”
“Grazie di avercelo detto l’anno scors…” Cominciò Star spazientita ma un calcetto di Remus la bloccò a metà frase.
“Io farò a meno di Babbanologia, temo.” Rispose Remus.
“Molto bene, e lei signorina White?”
“Potter.” La corresse . “Le farò tutte, posso farle a orare alterne, non è un problema. A meno che le troppe ore d’assenza non diminuiscano la media.”
“Se è sicura di riuscire ad essere presente a tutti i compiti in classe di entrambe le materie e avere una media più che sufficiente la giustificherò volentieri con i suoi professori per le ore di assenza.” Spiegò la professoressa.
“Bene, noi ce ne andiamo colazione ora.” Star si alzò ma non fece nemmeno tre passi che Minerva la bloccò. “Questa sera alle otto nel mio ufficio, tutti e quattro.” Concluse la donna.
La ragazza si voltò con aria smarrita. “Tutti e quattro chi?” Chiese fingendosi un po’ tarda.
“Tutti e quattro voi insolenti. Lei, Potter, Black e mi dispiace ma pure lei signor Lupin.” Ribadì la professoressa rivolgendosi infine a Remus.
Star sorrise e uscì. Remus si alzò in modo rispettoso. “Ci saremo, stia tranquilla.” Le assicurò e infine uscì a sua volta.
I due ragazzi varcarono finalmente le soglie della Sala Grande e si sedettero per fare colazione. Star cominciò ad ingozzarsi maledicendo la McGranitt e la sua fissa di chiamarla ancora White.
“Star, per quanto tempo ancora ti fisserai su questo?” Le chiese Remus stancamente.
“Finché lei non imparerà ad usare il mio cognome! Sai quanto è importante per me!” Sbottò la ragazza dopo aver ingoiato sonoramente un bel boccone di torta.
“Si lo so, ma… Per Merlino mangia più piano, sembri James!” La ammonì lui.
Star si bloccò con la forchetta colma a mezz’aria e la bocca completamente piena, deglutì con grande sforzo e fissò Remus strabiliata. Scoppiarono a ridere entrambi senza una valida ragione.
In quel momento James e Sirius fecero la loro comparsa in Sala Grande, seguiti a ruota da Peter che ascoltava le loro storie saltellando esaltato e lusingando i due ragazzi.
“Sono arrivate le stelle, baby!” Esordì Sirius sedendosi al volo sulla panca accanto a Star.
“Potrei ucciderti per il solo fatto che tu mi abbia appena rivolto la parola mettendo un ‘baby’ alla fine della frase, ma dato che questa sera alle otto siamo dalla McGranitt direi che posso risparmiarmi la fatica tanto ci ucciderà lei.” Commentò la ragazza irritata.
“Wow!” Fece Sirius alzando le mani in segno di resa.
“Aspetta, sta sera siamo dalla Mc?” Chiese James.
“Si, esatto. Per le vostre punizioni.” Chiarì Remus.
“Mi sbaglio o sei in punizione pure tu?” Replicò James.
Remus arrossì e abbassò lo sguardo.
“Ma credete che potrei venire anche io in punizione con voi?” Domandò Peter timidamente.
“Perché sei così masochista?” Ribatté Sirius stupito.
“Vorrei solo farvi compagnia.” Rispose Peter tormentandosi le mani.
“Bene, allora, dobbiamo organizzare qualcosa, e tu ti prenderai la colpa di tutto.” Comandò James saltando in piedi. “Andiamo.”
“Siediti subito!” Esclamarono Star e Remus contemporaneamente. Il ragazzo ubbidì stranito.
“Grazie dell’appoggio, Star.” Commentò Remus. La ragazza alzò lo sguardo su di lui.
“Tu credi che io sia dalla tua parte? No, scusami Rem. Io sto con James, solo che devo finire di fare colazione.” Replicò lei.
James e Sirius scoppiarono a ridere e Remus borbottò qualcosa che somigliava ad un “Si, ovvio.”.
Quando finalmente Star fu sazia si alzarono tutti e si diressero verso i sotterranei. James estrasse il suo mantello dell’Invisibilità e coprì sé stesso e Peter.
“Oh, si, ora te lo porti in giro! Molto utile!” Sbuffò Sirius.
“Taci! Siamo in missione segreta!” Ribatté una voce senza corpo.
“Sto zitto solo perché mi sento un idiota a litigare con il nulla.” Replicò Sirius.
“Tu sei un idiota lo stesso.” Lo prese in giro James.
“Finitela!” Li bloccò Star spingendo il suo invisibile fratello verso la porta a cui stavano puntando, i due ragazzi sotto il mantello entrarono nell’ufficio di Lumacorno.
“Ora che facciamo?” Sussurrò Peter tenendo i suoi occhietti acquosi puntati sul professore comodamente seduto su una poltrona.
“Facciamo un po’ di casino.” Spiegò James con un ghigno malefico negli occhi poi mormorò qualcosa puntando la bacchetta sul libro del professore ed esso prese fuoco. Lumacorno si alzò sorpreso e vi gettò sopra un bicchiere d’acqua. Ma James non aveva ancora finito. Molti oggetti presero il volo scatenando un putiferio e colpendo ovunque il povero professore che cominciò a gridare e correre di qua e di là agitando le braccia. In quel momento entrò la McGranitt e pose fine all’incantesimo di James con facilità.
“Grazie Minerva.” Sospirò Horace.
La professoressa scandagliò la stanza con lo sguardo.“Fatti vedere!” Gridò autoritaria.
“E ora?” Mormorò Peter terrorizzato.
James trascinò il povero ragazzo fino a dietro una poltrona . “Ora esegui!” Disse spingendo Peter fuori dal mantello e oltre la poltrona.
“Signor Minus. Questa sera alle otto nel mio ufficio, farà compagnia a qualcuno in punizione. Ora esca di qui e torni in dormitorio.” Ordinò la McGranitt uscendo per prima.
I Malandrini si ritrovarono tutti in un corridoio poco più in là.
“Bene, ci siamo riusciti!” Commentò Sirius.
“Ed è stato divertente!” Ricordò James.
“Uffa avrei voluto esserci!” Si dispiacque Star.
“Divertente? Davvero lo trovate divertente?” Si sconvolse Peter ancora tremante.
“E dai! L’hai voluto tu! E poi l’hai visto lo sguardo di Lumarcorno mentre lo colpivo con gli oggetti? Era terrorizzato! E le grida! Che donnetta!” Si esaltò James.
Peter ridacchiò. “Ok, è stato fantastico, tu sei stato fantastico, la semplicità con cui hai fatto volare tutta quella roba! Fantastico!”
I Malandrini passarono il resto della giornata ad esercitarsi in vari incantesimi con Peter come spettatore, si incentrarono soprattutto sulla Trasfigurazione scoprendo che non era possibile scegliere in che animale trasformarsi quando si diveniva Animagus ma questo non li spaventò. James e Sirius cercarono inoltre di eseguire un Incanto Patronus ma non riuscirono a far apparire nulla di più di qualche sbuffo di vapore perlaceo.
 
………
 
Quella sera alle otto puntuali cinque ragazzi bussarono alla porta dell’ufficio della McGranitt.
“Avanti.” Li invitò lei. I cinque si sedettero e attesero.
“Dunque, signor Minus, lei sarà in punizione solo questa sera e farà copia con il signor Potter, pulirete i vasi da notte dell’infermeria, li abbiamo tenuti sporchi tutta l’estate apposta per voi, il signor Minus potrà andare a letto alle dieci.” Cominciò la professoressa. “Potter, Black e White hanno tre malefatte da scontare, direi che per aver fatto confusione sul treno basterà questa serata, anche per lei signor Lupin. Mentre per il disastro nell’atrio e la confusione in Sala Grande vi ci vorranno due punizioni ogni settimana per due mesi.” Continuò poi interrotta solo da un “Potter” borbottato da Star. “Per questa sera signor Lupin lei luciderà le coppe in Sala Trofei fino alle dieci e poi potrà andare a dormire. Mentre White e Black spazzeranno e laveranno l’atrio da tutto il miele, la farina e lo zucchero. Per voi due e Potter la punizione finisce a mezzanotte. Buona serata.”
I cinque uscirono e si divisero in silenzio.
Star e Sirius recuperarono il necessario dall’armadio delle scope e si misero all’opera nell’atrio.
“Allora, come va con tua fratello?” Esordì Star.
“Meglio, grazie. Sento che è cambiato qualcosa, il nostro rapporto non sembra più così tanto irrecuperabile. Vorrei solo che la smettesse di passare del tempo con quei tipacci.” Rispose lui e subito dopo il suo sguardo si fece assente e i suoi movimenti meccanici.
“Scusami.” Fece la ragazza riportando Sirius alla realtà.
“Perché?” Chiese lui.
“Ti ho fatto intristire.”
“Tranquilla, sto bene, sono solo in pensiero per lui, ma se la caverà, alla fine farà la scelta giusta.”
“Si, ci credo. E’ pur sempre tuo fratello.” Star sorrise trasmettendo quel dolce arco anche sulle labbra del ragazzo.
La notte si concluse in fretta e i Malandrini troppo stanchi per fare altro si addormentarono ognuno nel proprio letto.

 
 


 
Bene bene bene! Dopo una lunga attesa eccoci qui con il terzo anno! Mi presento, sono Triskell_, scrittrice dilettante e correttrice ufficiale di Piumadoro =)
Oggi sono qui per compiere il mio dovere ed inviare questo fantastico capitolo di apertura del terzo anno.
Piumadoro è un po’ in Germania (come direbbe lei), per uno stage, e mi ha chiesto di inviare il capitolo.
Perciò maghi e streghe di questa epoca, ecco a voi l’inizio di un nuovo anni per i nostri Malandrini!

 
  
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