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Autore: xwilliamseyes    15/02/2015    6 recensioni
"Io credo negli inizi che non trovano una fine.
Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi.
Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza.
Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità di ricordi e di futuri.
Credo nei sorrisi, nelle lacrime, nelle urla, nei silenzi condivisi perché in due tutto è diverso, tutto è più colorato.
E c'è il verde, il rosso, l'arancione.
E l'azzurro dei tuoi occhi.
Dei tuoi e di nessun altro, Louis.
Che risplendano da sempre nei miei e da sempre si rispecchieranno nei miei.
Siamo noi quell'inizio che non trova fine.
Siamo noi quell'amore perpetuo che dà forma ai nostri sorrisi.
Ai tuoi e ai miei.
Unici, inseparabili, infiniti."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immortal
 
Oh, all these things that humans do
To leave behind a little proof
But the only thing that doesn’t die is love

 
Ho paura.
Ho paura di te, ho paura di me, ho paura delle nostre menti troppo distanti, ho paura dei nostri cuori forse troppo vicini perché nella vita non ci è concesso sbagliare, fare errori irrimediabili, e darti completo accesso alla mia vita molto probabilmente sarebbe un errore.
Eppure ti guardo come se fossi l'avvenimento più straordinario al mondo e adoro più di ogni altra cosa potermi immergere nei tuoi occhi color oceano.


Pensavo a tutto questo con il fiato sospeso mentre lo avevo dinanzi a me.
"Di cosa?"
Si azzardò a dire quando iniziò a scrutarmi con uno sguardo eccessivamente curioso. Ed io non sapevo se rispondere qualcosa o abbassare il volto verso terra sperando potesse dimenticarsi di quella domanda e passare oltre, ma prima che potessi fare una qualsiasi cosa lui mi precedette.
"Vado a fumare, ok?"
Cacciò in fretta il pacchetto dalla tasca, ne estrasse una sigaretta e se la portò immediatamente alle labbra. Si allontanò così da me, lasciandomi da sola in una stanza troppo fredda.

Mi preoccupai di seguirlo e attraversando i vari corridoi mi ritrovai davanti alle scale di emergenza dove lui sostava.
Il braccio sinistro appoggiato sulla sottile ringhiera e la destra pronta a tenere stretta quell'involto di tabacco che allontanava e avvicinava a se stesso ad una velocità esagerata.
"Ti verrà un collasso se continui così"
Mi feci coraggio e rigida camminai nella sua direzione. Copiai la sua posizione ed iniziai a guardarlo. 
"Ho paura degli esami comunque, sono davvero troppi e non credo di potercela fare. Sono un po' stressata in questo periodo forse è per questo che mi vedi diversa"
Accennai un sorriso mentre gli mentivo spudoratamente a pochi centimetri dai miei occhi che gridavano alle lacrime. E forse lo aveva capito che quella non era la verità eppure decise di farmi compagnia in quel piccolo momento di distrazione. 
Gettò il mozzicone al di là e accostò una mano attorno alle mie spalle.
"Ma se sei la più brava"
Provò a rassicurami con tutto se stesso, lo percepii perfettamente e ne fui davvero felice. Mi chiusi sotto il suo collo e serrai le palpebre provando ad immaginare un mondo privo di problemi di qualsiasi genere. 
"Vanessa non mi piace più"
Improvvisamente il tono serio della sua voce occupò la mia mente. Mi allontani da lui e lo guardai stranita. 
"Davvero?"
Prese a ridere e a scuotere la testa a destra e a sinistra mentre allungava le mani verso le tasche.
"So che stai gioendo Gabrielle, non nasconderlo, è inutile"
No, non stavo gioendo, si sbagliava. Ero scioccata, confusa e non sapevo minimamente come comportarmi dopo una notizia del genere, semplicemente perché non me lo aspettavo. Certo, forse un minimo di felicità c'era, ma non così prevalente su tutto il resto.
"Sono senza parole Louis. Io pensavo l'amassi"
"Amarla? Ma per piacere, si vede che non sai proprio cosa significa amare una persona"
Lo fissai, lo fissai.

Louis, forse non lo so eppure io credo di averne una mezza idea.
Amare qualcuno è avere occhi solo per lui, avere pensieri solo per lui.
Condividere gioie e dolori, sorrisi e lacrime per tutto il tempo che questo sentimento prevale su tutto il resto. Perché "amare" è sinonimo di "per sempre" quando sei con la persona con la quale sei disposto a spartire il tuo interno corpo. Amare non è un sentimento, è la ragione della nostra intera esistenza e senza di esso noi non potremmo né esistere né vivere. 
Louis, io capisco cosa significa amare e nient'altro, e il giorno in cui sarò pronta a saperlo realmente credo non sia poi così lontano.


"Già. Non lo so. Perché, tu lo sai?"
"No, purtroppo, ma spero di poterlo sapere al più presto. Dicono sia una bella cosa"
Mi sorrise, con le labbra e con gli occhi, istintivamente condivisi quella sua espressione. 
"Anch'io l'ho sentito dire"
"Scusami ancora Gabrielle, non pensavo di essere stato così stronzo"
Cambiò argomento in mezzo secondo sorprendendomi ancora, ma il mio animo ne fu felice e rividi in lui il Louis con il quale avevo condiviso gli anni più belli della mia vita. 
Improvvisamente un rumore assordante iniziò a farsi spazio nei lunghi corridoi. Erano voci indistinte e stranamente rumorose, doveva essere accaduto qualcosa di strano. Louis si allarmò prima di me e corse, inseguendo il chiasso. Feci altrettanto.

Ci ritrovammo nell'ingresso.
Due agenti di polizia parlavano piuttosto irritati con i segretari e il preside dell'università che sembrava più sorpreso di noi di quella visita inaspettata.
"Agenti, non c'è nessun allievo con quel nome qui. Mi deve credere!"
"E' impossibile. Lo abbiamo visto entrare qui più di un'ora fa. Va bene, allora...dato che ci sono tutti questi studenti qui ora, lo chiedo a loro, forse qualcuno lo conosce o almeno ne ha sentito parlare"
Uno dei due, un metro e ottanta di muscoli e rabbia si guardò intorno e scrutò i volti di alcuni di noi. Si tirò il pantalone verso l'alto e successivamente incrociò le braccia al petto soddisfatto della sua posizione.
"Qualcuno conosce Louis Tomlinson? Allora?"
Il sangue mi si gelò nelle vene come mai prima. Portare l'aria nei polmoni fu più difficile che mai. Sentivo la testa pesarmi come un mattone e gli occhi sul punto di uscire dalle loro cavità. Non avevo la forza di girarmi alla ricerca dello sguardo di Louis, tuttavia nello stesso momento un altro sguardo mi stava addosso: quello del professore Turner, con le braccia al petto proprio come il poliziotto. Mi osservava serio e imperturbabile. Non avrebbe detto una parola, ne ero sicura, aspettava che fossi io a farlo ed ero altrettanto sicura del fatto che una volta incontrata la mia espressione avrebbe immediatamente cambiato quest'idea. Si rigirò verso gli agenti, portando naturalmente la testa dal lato opposto. 
"Scusa"
Una debole parola arrivò al mio orecchio sinistro. Una parola che sentii più forte e via via più sommessa verso la fine. Si stava avvicinando a loro con lo sguardo diretto in avanti. Non mostrava un segno di cedimento o di paura, forse se lo aspettava, sapeva che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi. Lui lo sapeva, io no.
"Sono io"
"Bene. Siete in arresto"
Ora l'altro di loro cacciò dalla tasca destra delle manette e gliele infilò velocemente, bloccando ogni suo tentativo di muoversi.
Io ero ferma, immobilizzata da quell'intera situazione e da tutte quelle emozioni che mi aveva suscitato. Però una scarica di adrenalina mi pervase le parti, dal basso verso l'altro, riempiendomi di forza.
"Louis!"
Ed urlai come se fosse distanti da me chilometri quando invece erano solo pochi passi. La massa si girò verso di me, ma non tutti ebbero il tempo di farlo dato che mi gettai nella loro direzione, facendomi spazio con le mani tra i loro corpi. Mi fiondai al suo collo e lo abbracciai. Iniziai a piangere indifferente delle persone che ci circondavano. Eravamo ai miei occhi, in quel momento, solo io e lui, in una circostanza sicuramente complicata.
"Ti prego, Louis, non puoi andare. Vedrai che ti lasceranno. Non puoi aver fatto una cosa tanto grave. Non puoi. Io credo in te. Io ho fiducia in te. Ti libererò, Louis, te lo giuro."
Pronunciai quelle parole velocissima, sapevo che il tempo non era a nostro favore ed io avevo bisogno di dirgli tutto quello che provavo e che avrei fatto, nonostante tutti e tutto.
Louis, dal canto suo, si poggiò alla mia spalla e si curvò verso di essa.
"Gabrielle, tranquilla, vai a casa"
E lo portarono via da me, trascinandolo con forza verso l'esterno. Lo vedevo scavalcare le scale rapido, con passi sicuri e nessun indugio. Speravo si girasse per un ultimo incontro, ma non lo fece.
La mischia continuò ad osservare tutto ed io feci lo stesso. 
Il mio sguardo non si staccò da lui un singolo secondo e sentivo il cuore sanguinare perché una parte di esso era stata strappata e non ricucita.


-SPAZIO AUTRICE
Salve gente! Eccomi...allora, piccoli grandi pensieri di Gabrielle sono quelli in corsivo. Sono le parole che pensa ma che non ha il coraggio di dire a nessuno ne tanto meno a Louis che va in carcere..........ok ok, credo che nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere, ma era prevista. Spero che vi si piaciuto nonostante questo colpo di scena e vi invito a scrivere una piccola recensione, giusto per sapere se vi sta piacendo il tutto o meno. Grazie.
Un bacio.
-Manu ♥
p.s. la citazione e il titolo riprendono la canzone di Marina and the Diamonds - Immortal

 
- LOUIS -



(che bad boy)
  
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