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Autore: xAcacia    15/02/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 33
Perdere i ricordi
 
Purtroppo appena mi sveglio mi raggiunge anche il mal di testa, insieme a tutti i ricordi; l’ultima cosa che mi ricordo è che mi sono addormentata piangendo. Cos’altro? Il pensiero di correre da Austin e non tornare mai più in questo maledetto posto. Dopotutto… si dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore, no?
Qualcuno mi mette un braccio sopra la pancia, giro la testa per vedere la piccola testa di riccioli di Christian, steso su trequarti del letto. Mi alzo dopo aver sentito la voce di Louis che ci ordina di scendere per fare colazione, sveglio Christian e gli metto i vestiti sul letto dicendogli che per qualsiasi cosa sono in bagno. Però mi chiudo a chiave in bagno e rimango a fissare l’immagine allo specchio. Quella ragazza con gli occhi infossati e rossi non posso essere io, non ho mai avuto delle occhiaie così. Faccio veramente paura. Mi lavo velocemente il viso e i denti, mi vesto e scendo insieme a Christian per fare colazione, ma non prima di aver aiutato Christian a mettersi la maglietta nel verso giusto.
– Cassie! – urla Ivy facendo girare tutte le persone verso di lei, ma sembra ignara di tutto e ci fa segno di andare da lei, accennando un sorriso fin troppo falso sia a me che a Christian. Più mi avvicino e più mi rendo conto che, a quanto pare, anche lei non è riuscita a dormire. Le sue occhiaie parlano chiaro tanto quanto le mie.
Faccio sedere composto Christian e vado a prendere due vassoi con le nostre rispettive colazioni prima di sedermi e guardare un’altra volta la faccia stremata di Ivy. – Dov’è Isaac? – chiedo. – Non sei riuscita a dormire? Sei ridotta malissimo, per caso hai l’influenza? – chiedo poi, perché oltre ad avere le occhiaie ha anche uno strano colorito.
– Isaac sta da Jeremy – risponde Ivy guardandomi attentamente, come pronta a cercare di evitare altre lacrime. – Ieri sera l’ha dovuto aiutare a tranquillizzarsi. A quanto pare ha praticamente mandato a fuoco l’intera camera. – Scuote la testa spostando un po’ di uva dalla parte opposta del piatto. – Fortuna che gli incantesimi dell’Istituto sono favolosi.
Ora deve avere paura. Credo di stare per avere un attacco di panico, non riesco a respirare e il mio cuore batte all’impazzata. – Come… Sta bene? – chiedo poi.
– Si, tranquilla – mormora lei stringendomi la mano. Fa un sospiro. – E tu? Come stai? Io posso pure avere delle occhiaie da paura ed essere un po’ pallida, ma tu oggi fai veramente paura. Hai mal di testa? Di solito succede dopo aver pianto così tanto.
Scuoto la testa abbassando lo sguardo verso la mia tazza di cereali. – Sto bene. Sono solo molto stanca, e sì, ho mal di testa. – Alzo lo sguardo e sorrido. – Ma sto bene. Ritornerà, ne sono sicura. – L’unica domanda è: quando? Tra dieci minuti? Tra una settimana? Tra un anno? Tra dieci anni?
– Si, lo farà – mormora lei sorridendomi come se fossi una psicopatica.
Poco dopo arriva Louis e mi posa una mano sulla spalla, anche lui non sembra aver dormito molto. È incredibile come Jeremy sia riuscito a infilarsi così velocemente e soprattutto in silenzio nei nostri cuori. – So quello che è successo con Jeremy. Posso solo immaginare come possa sentirti – dice Louis stringendomi un po’ la spalla, come per darmi un po’ della sua forza. – Ma non sono qua per ricordarti quello che in realtà non ha mai lasciato la tua mente. Sono qua perché gli Anziani vogliono assolutamente vedere il bambino.
Guardo Christian e gli metto indietro i capelli con un nodo in gola. – Ti prego, dimmi che non lo vogliono fare diventare un Cacciatore – mormoro guardando Louis con le lacrime agli occhi. – Dovrebbe avere lo stesso diritto di tutti gli umani.
– Non lo so, ma spero di no, piccola mia – risponde Louis guardando per pochi secondi il bambino. – Dovete andare subito. Vi stanno aspettando.
Prendo un respiro profondo e così Christian mi guarda, aspettando che gli annunci qualcosa. – Dobbiamo andare a visitare dei signori, Christian. Hai finito la colazione? – chiedo, e così annuisce. – Bene. Allora andiamo. – Lo prendo per mano e mi giro verso Louis, che sta guardando sua figlia, più preoccupato che mai. – Ci vediamo dopo – mormoro, ma Louis nemmeno mi sente.
– Possiamo andare?
Mi fermo di scatto e stringo un po’ troppo la mano di Christian. Rimango ferma e in silenzio per un po’ di tempo, cercando di mantenere la calma e di non scoppiare… a piangere o per urlargli contro e cercare di rompergli tutti i denti. Quando mi giro il mio cuore si ferma, Jeremy sta davanti al portone dell’Istituto, che ci aspetta.
– Jeremy! – esclama Christian correndo da lui per abbracciarlo mentre io cerco di tenerlo fermo. Jeremy gli sorride e lo stringe a lui, poi lo prende in braccio e mi guarda. I suoi occhi non sono gli stessi, non è lui. Mi sento come se mancasse una parte fondamentale di me, come una gamba.
– Andiamo? – chiede Jeremy mentre continuo a fissarlo con la bocca spalancata.
– Non devi venire. Non ce n’è bisogno – ribatto io, infastidita e fredda come il ghiaccio.
– Mi hanno chiamato anche a me. Dopotutto l’abbiamo trovato insieme – risponde lui facendo spallucce, un po’ imbarazzato. Non è rosso in viso, ma l’espressione che fa ogni volta che mi guarda è così imbarazzante che riesce a imbarazzarmi ancora di più.
Rido. – Ma per piacere! – esclamo io, pronta a urlare le cose più cattive di questo mondo, ma riesco a contenermi. – Non voglio che tu venga con noi.
– E ne sono perfettamente a conoscenza, Cassie – risponde lui con quella sua espressione da cane bastonato, che rende i suoi occhi ancora più grandi e belli. Mannaggia a lui. – Ma hanno chiamato anche me e, anche se noi due non andiamo d’accordo, io e Christian ci conosciamo tanto quanto tu conosci lui.
Faccio una smorfia schifata, perché purtroppo è vero. – Andiamo – ringhio dandogli una spallata e uscendo dall’Istituto.
 
– Ok, siamo arrivati – annuncia Jeremy facendo fermare la macchina.
Faccio un sospiro, non riesco né a muovermi, né a parlare. Scendo dalla macchina e prendo per mano Christian, Jeremy mi guarda per un po’ e poi si avvicina a Christian. Trattengo il respiro e così, capendo che non voglio che si avvicini a me, si allontana.
– Perché ce l’hai con Jeremy? – chiede Christian guardandomi dal basso e aspettando una risposta che non arriverà mai.
La porta si spalanca da sola e così Christian indietreggia. – Ehi – mormoro abbassandomi per guardarlo negli occhi. – Andrà tutto bene – cerco di assicurarlo, ma continua a scuotere la testa indietreggiando.
– Christian – lo chiama Jeremy, alzo lo sguardo su di lui e mi viene un colpo. – Vieni qua. Ci penso io a te – gli dice. Christian va da lui e così lo prende in braccio. I nostri occhi s’incontrano e il mio cuore, che è già stremato, si ferma ancora una volta. Non ce la faccio più. Rimaniamo in silenzio a guardarci per un po’. Non riesco a perdermi dentro di essi, non sono più solo celesti, adesso hanno delle sfumature dorate.
– Cassie Moonic e Jeremy Ruterful – esclama il Terzo Anziano. – Chissà perché non siamo nemmeno un po’ scioccati di vedervi qua, con questo… umano. – L’Anziano lancia un’occhiataccia al bambino facendomi sentire quasi male, Jeremy lo stringe a lui, come per proteggerlo.
Il Secondo ride. – Ma guarda un po’! – s’intromette guardandoci. – Il nostro Jeremy è stato preso da una sirena, eh? – Mi guarda per avere una conferma e così abbasso lo sguardo. – Come ci si sente, Cassie? Come ci si sente a non essere più ricambiata? Come ci si sente ad amare una persona a tal punto di rinunciare alla tua vecchia vita, mentre l’altra sarebbe pronta a ucciderti pur di salvare la sua sirena? – Rimango in silenzio con gli occhi chiusi, cercando di non piangere. – Sto aspettando una tua risposta, Whitesun.
Lo guardo negli occhi, sfidandolo. Credo che non finiremo mai di darci fastidio a vicenda. – Vuole sapere come ci si sente? Ci si sente male! Ci si sente persi. Prima lo guardavo negli occhi e, nonostante il mio corpo sentisse delle strane scosse, mi sentivo a casa. Guardarlo negli occhi mi faceva sentire a casa. Ma lei questo lo sa, perché l’ha provato anche lei. Adesso invece… – Guardo Jeremy. – Guardo i suoi occhi e mi chiedo se sia ancora lui. Se non ci sia qualcun altro… dentro questo corpo.
Jeremy sembra trattenere il respiro. – Eppure – inizia il quarto, – mi sembra che Cassie riesca ancora a ferirti, vero, Jeremy?
Jeremy fissa il Quarto cercando di formulare una frase, bianco in faccia. – Io amo Lucy. Cassie è stata importante, ma ormai non ha più nessun potere su di me – risponde, cauto. A quanto pare però gli dispiace farmi soffrire, anche se continua a farlo.
Il Secondo ride un’altra volta, mentre sento  tutto il mondo girare troppo veloce. – Cassie, mia Whitesun, sei un po’ pallida – mi avverte lui. Faccio un passo indietro vedendo il Secondo davanti a me. – Non vorrai mica svenire qua, in questo momento – esclama prendendomi la mano. Trattengo il respiro sentendo il freddo entrare addirittura nelle mie vene. Poco dopo sono a terra e il Secondo scoppia a ridere. – Siediti – mi ordina facendo spostare una sedia con un suo potere fino a quando non arriva dietro di me. Mi alzo e mi siedo sopra di essa. – Sei molto attaccata a questo bambino – dice guardandomi dritto negli occhi.
– No – mormoro io, Jeremy mi guarda per pochi secondi e poi fa un passo indietro, come se avesse capito che non voglio che gli Anziani si avvicinino al bambino.
– Che fai, Cacciatore? – chiede il Secondo fulminandolo. Prende in braccio Christian, mi alzo di scatto e vado da loro ma l’Anziano alza una mano verso di me e l’aria esce dai miei polmoni. Stringo il mio collo, boccheggio in cerca di aria, poi cado a terra continuando a muovermi. Christian inizia a piangere.
– Cassie – esclama Jeremy venendo verso di me. – Cassie respira! – continua prendendo la mia mano.
– Falla respirare – ordina un Anziano al Secondo, e pochi secondi dopo inizio a respirare di nuovo. Tossisco più volte e Jeremy mi abbraccia. L’Anziano che prima ha ordinato al Secondo di farmi respirare chiede ai suoi compagni: – Ma è possibile che il loro amore sia così forte da superare anche il potere di una sirena?
– Non lo so – mormora.
– Il bambino diventerà un Cacciatore – annuncia il Secondo facendo perdere un battito al mio cuore.
– No! – urlo io alzandomi. Prendo Christian che continua a piangere. – No, non lo farete! Lui non diventerà un Cacciatore. È un umano! Gli umani devono vivere una vita normale, non sono in grado di…
– Lascia decidere a noi Anziani di cosa sono e non sono in grado di fare gli umani, Cassie Moonic! – tuona il Secondo Anziano facendo sussultare addirittura Jeremy.
Scuoto la testa, non possono fare una cosa del genere, ci dovrebbe essere una maledettissima legge che impedisce agli umani di diventare dei Cacciatori! – No! – urlo quindi. – Non diventerà uno di noi.
Il Secondo scoppia a ridere. – Tu non sei come loro. Tu non sei una Cacciatrice. Tu sei la nostra disgrazia! – esclama lui guardandomi così male che non riesco a ribattere. E anche per quello che mi ha appena detto ovviamente; mi fa male sapere che, nonostante stia cercando di fare del mio meglio, continui a fare del mio peggio, fino ad arrivare a essere una disgrazia.
– Credo stia esagerando – s’intromette Jeremy mettendo un braccio attorno a me e subito dopo il Terzo gli da ragione dicendo: – Ha ragione. Basta, ci stai veramente stancando.
Il Secondo guarda gli Anziani, scioccato. – Questa ragazza… non sta facendo altro che complicarci la vita! – ribadisce indicandomi. Christian mi stringe a lui, come per proteggermi.
– Questa ragazza – tuona il Terzo alzandosi dal trono – sta cercando di salvare vite innocenti! – Guarda il Secondo in un modo che mi fa venire i brividi, poi fa un sospiro e mi guarda. – Eppure questo bambino deve diventare un Cacciatore. L’ho visto anch’io.
– Vi prego – sussurro. – Non fatelo diventare un Cacciatore. Dopo tutto quello che gli è successo…
– Tutto quello che gli è successo gli darà la forza per uccidere tutti i demoni – m’interrompe il Primo facendomi arrabbiare ancora di più. Perché non capiscono?! Siamo tanti, noi Cacciatori, perché prendere addirittura un umano?! È così piccolo e spaventato… Non può essere un Cacciatore. Sarà la sua condanna a morte.
– È un umano! – ringhio io, arrabbiata. – Lasciatelo andare – aggiungo stringendolo a me fino a quando non sono sicura che è qua, accanto a me, e sta bene. Eppure sono scoraggiata, perché infondo so che non c’è più niente da fare: hanno preso la loro decisione e di certo non la cambieranno a causa mia. Cosa significa “l’ho visto”? A quanto pare l’hanno visto diventare un Cacciatore, e forse il futuro non si può cambiare.
– Mi dispiace, Cassie Moonic, ma ormai è deciso. Vivrà nel vostro Istituto e diventerà un Cacciatore, proprio come voi – ribatte il Terzo Anziano. Stringo ancora più forte Christian mentre cerco di non scoppiare a piangere.
– Non c’è nessun modo per farvi cambiare idea? – chiede Jeremy, disperato tanto quanto me. – Per favore, è solo un bambino. Un bambino umano.
– Mi dispiace, Cacciatori – dice il Quarto. – Ma la decisione ormai è presa.
– Siete fortunati che non vi puniamo per aver portato un umano nell’Istituto e avergli fatto vedere il vero mondo – aggiunge il Primo facendomi perdere del tutto la pazienza.
Scoppio a ridere. – Avergli fatto vedere?! Ha visto un vampiro uccidere i propri genitori! Credo che la verità l’abbia scoperta da solo, signore – esclamo io, indignata. Il Primo socchiude gli occhi guardandomi, sta cercando di farmi paura, ma ora come ora non ho paura nemmeno di morire.
– Non ti fare altri nemici. Direi che ti basta il Secondo – mi sussurra Jeremy all’orecchio, e purtroppo la mia reazione è quella di sempre: rabbrividisco. Jeremy si scusa e così ce ne andiamo a passo veloce, trascinando via Christian, che sembra sotto shock. – Dio, Cassie! – esclama Jeremy una volta dentro la macchina. – Potevi anche evitare di metterci contro pure il Primo Anziano! Faranno di tutto pur di ucciderti. Non ti bastava il Secondo, non è vero?!
– Il Secondo mi odia perché ho uno schifo di contatto con la sua amata, non è colpa mia! – urlo io. – E il Primo è stupido! Come gli viene in mente di dire una cosa del genere? Se avessimo lasciato là Christian, a quest’ora sarebbe morto! Non è questo il nostro compito? Salvare gli umani dai demoni?
– Si, bé, la prossima volta cerca di mantenere il controllo. Loro non si fanno mettere i piedi in testa da una come te, Cassie. Mi sembra strano che non l’abbia già capito dopo tutto quello che ti ha fatto il Secondo – borbotta Jeremy guardando la strada davanti a sé con la mascella contratta.
Mi giro verso di lui, scioccata. Non so come funzioni questa storia con la sirena, ma credevo si fosse semplicemente dimenticato di me, o comunque di quello che abbiamo passato insieme. – Ma allora ti ricordi tutto – mormoro guardandolo.
– Certo che mi ricordo – esclama lui, ancora arrabbiato. – mi ricordo tutto, ho semplicemente smesso di provare qualsiasi sentimento per te.
Guardo davanti a me sentendo il mio cuore spezzarsi. A quanto pare non gli dispiace poi così tanto farmi del male. Mi abbasso un po’, cercando di sparire una volta per tutte, ma non ci riesco. Purtroppo sono incastrata in questa macchina con lui.
– E comunque smettila d’irritarmi. Non posso controllarmi più di tanto… a meno che non vuoi che esploda un incendio dentro la macchina, stai zitta – aggiunge dopo un po’ Jeremy, ancora più arrabbiato di prima. Sento lo sguardo indagatore di Christian dietro ma facciamo entrambi finta di niente.
Trattengo il respiro sentendo il suo tono di voce. Lo guardo arrabbiata. – Ma chi sei tu? – chiedo io con le lacrime agli occhi. Distoglie lo sguardo dalla strada e mi guarda, i suoi occhi hanno ancora quelle sfumature dorante che non c’entrano niente con i suoi occhi celesti e qualcosa mi dice che quello che sta facendo è la risposta che cerco: è un’altra persona, non è più il mio Jeremy.
 
Entro nell’Istituto più arrabbiata di prima, semplicemente perché più vado avanti e più mi rendo conto che non c’è niente da fare con lui. Credo di averlo perso per sempre e questo non fa altro che farmi stare male e quindi farmi incazzare ancora di più. Continua a chiamarmi, dandomi ancora più fastidio. – Cassie, non fare così – dice proprio mentre io gli urlo contro: – Ero disposta a combattere per te, Jeremy! Ma non ti riconosco più. Questi occhi non sono quelli di Jeremy! Tu non sei Jeremy! Jeremy non mi avrebbe mai fatto quello che tu mi hai fatto ieri sera! Jeremy non mi guarderebbe mai come mi stai guardando tu adesso! – E per fortuna rimane in silenzio, quindi me ne vado lasciando Christian con lui, che tanto sembra volergli così bene.
Una volta entrata in camera mi butto sul letto. Non posso pensare a Jeremy adesso, devo pensare a Christian e decidere se accettare il fatto che diventerà un Cacciatore o no. Non può diventarlo, almeno lui deve riuscire ad avere una vita normale, il più normale possibile. Mi alzo dal letto cercando di pensare a qualcosa per poterlo far andare via. Faccio avanti e indietro per la camera, pensando. Potrei portarlo da Jack, dopotutto ha sempre voluto un bambino. Sennò potrei lasciarlo in un orfanotrofio… ma sarebbe una cosa orribile. Pensa, Cassie. Pensa. Potrei scoprire dove sono i suoi nonni e lasciarlo là!
Vado subito da Louis per dirgli che devo andare da Jack. – Ho saputo quello che sta succedendo e mi dispiace, ma sai che se vai contro le decisioni degli Anziani potrebbero toglierti il marchio, o peggio ucciderti? – chiede Louis.
Annuisco cercando di non pensare, anche se sto sudando freddo. – Certo che lo so. Devo solo andare a salutare Jack, è da troppo tempo che non lo vedo, sarà preoccupato per me.
Louis mi guarda per un po’ di tempo, sicuramente per cercare di percepire le mie intenzioni, ma sono così arrabbiata con Jeremy che mi dedico solo a lui, facendolo apposta naturalmente. Sbuffa. – Va bene, puoi andare – risponde poi Louis.
Esco salutandolo e ringraziandolo, prendo subito la macchina e corro da Jack, con il cuore a mille e l’ansia alle stelle. Appena arrivo alla stazione di polizia vado dritta all’ufficio di Jack, lo saluto e lui mi abbraccia, stringendomi più del dovuto. – Che ci fai qua? – chiede.
– Per chiederti una cosa. Avete trovato dei corpi di una donna e di un uomo nel bosco? – gli chiedo, andando dritta al dunque. È inutile perdere tempo, mi devo sbrigare.
Jack aggrotta la fronte. – In realtà sì, erano sposati e si chiamavano Liam e Jamie Smith. Stiamo ancora cercando il figlio, ma molto probabilmente sarà già morto… Mi dispiace molto, ma non ci sono tracce. Non capisco perché la gente continui a entrare dentro quel maledettissimo bosco.
– Per caso hanno dei genitori ancora vivi? – chiedo con il cuore che va a mille. Ci siamo. Se la risposta è “si” allora sarà fatta, dovrò solo… scampare dagli Anziani per sempre, ma va bene così. Non posso lasciare che gli facciano questo, non a Christian. Anche a costo di diventare un’umana come lui e lasciare una volta per tutte Jeremy.
– Sì, da parte del padre, ma non capisco cosa possa c’entrare questa storia con te – borbotta lui, preoccupato. – Cosa sta succedendo, Cassie? Cos’hai combinato questa volta? Conoscevi i genitori o il bambino, per caso? Perché se è così potresti aiutarci dicendo tutto quello che sai su di loro.
– E se ti dicessi che ho il bambino? – chiedo io sorridendogli.
Ma lui non sembra per niente contento di questo, tant’è vero che spalanca gli occhi. – C… cosa?! Cassie, è un bambino ricercato! – esclama lui, scioccato. – Che hai fatto? Non vorrai… Che hai fatto?! Oh, Cassie, io non ti posso proteggere anche dalla legge. Se riusciranno ad arrivare a te non potrò fare niente!
–  Ehi, ehi, calma! L’ho solo aiutato. Il vampiro che ha ucciso i suoi genitori voleva uccidere anche lui, ma per fortuna è riuscito a uscire dal bosco fino ad arrivare alla mia macchina. L’ho aiutato, adesso sta nel posto dove sto io, ma non può rimanere là, devo portarlo dai nonni. Dove abitano? – dico io tutto d’un fiato, troppo agitata per riuscire a respirare regolarmente.
– No, no, non puoi. Non puoi presentarti là e dargli semplicemente il bambino. Ti metterebbero in galera! Fidati di me, portarlo da me e lo porterò dai suoi nonni senza fargli domande. Lo porterò io stesso, Cassie, hai la mia parola – ribatte però Jack.
– Va bene – rispondo io aprendo la porta. – Te lo porto subito allora. A tra poco. – Non sento nemmeno la sua risposta, perché sfreccio fuori dalla stazione di polizia ed entro dentro la macchina. Faccio alcuni respiri profondi, sento come se stessi entrando nel panico ma non succede niente. Accendo la macchina e parto, più veloce possibile.
Appena entro nell’Istituto corro in camera di Jeremy, dove sono sicura che ci stia il piccolino. Scott mi chiama, preoccupato, ma gli dico che adesso ho da fare e gli racconterò tutto una volta tornata, ma una parte di me sa che questa cosa sarà molto difficile e che molto probabilmente non accadrà. Devo solo avere abbastanza tempo per prendere Christian e portarlo dai nonni, a quel punto gli Anziani possono pure prendermi. Devo solo riuscire a portare Christian. Solo quello, non chiedo altro.
Busso alla porta di Jeremy e apro senza nemmeno aspettare una risposta da parte di qualcuno. – Ehi! – urla Lucy e il mio cuore fa un balzo. La stronza ancora entra dentro quest’Istituto. – Cassie, che ci fai qua? – chiede, tutto d’un tratto tranquilla. La stronza, oltre a rompere le palle, cerca pure di fare finta di niente.
– Sono qua per prendere Christian – rispondo io con il fiatone guardandomi in giro, mi fermo a guardare Jeremy, che sembra scioccato di vedermi in camera sua. – Dov’è? – chiedo guardando male anche Jeremy.
– Sta in bagno. Va tutto bene? Mi sembri molto nervosa. Cos’è successo? – risponde Jeremy, dandomi ancora più fastidio.
Vorrei semplicemente rispondergli di farsi gli affari suoi, di andare in quel bel posticino che a lui sono sicura piacerebbe molto, ma lascio stare. – Va tutto bene, è solo che mi sono ricordata adesso che avevo promesso ad Austin che saremmo andati da lui, quindi siamo terribilmente in ritardo. – Avanzo verso la porta del bagno e busso. – Christian, sono Cassie. Senti, io e te dobbiamo uscire, quindi sbrigati.
La porta del bagno si apre subito. – Dove dobbiamo andare? – chiede lui, spaventato. – Non di nuovo da quei fantasmi, vero? Perché se andiamo là io non vengo. Sono brutti e fanno veramente paura. Sono cattivi.
– No, tranquillo – rispondo io prendendolo per mano. – Andiamo da un mio caro amico. – Li guardo per pochi secondi e poi apro la porta e prima di chiuderla li saluto con il tono più freddo possibile.
Trascino Christian fuori dall’Istituto praticamente correndo, perché se Louis scopre che sono tornata e poi sono di nuovo uscita potrebbe uccidermi una volta per tutte, o peggio capire quello che sto facendo. Apro lo sportello della macchina e ci metto dentro Christian, gli allaccio la cintura e poi lo richiudo, per poi andare dalla parte del guidatore e accendere la macchina. – Perché sei così agitata? – chiede Christian, ancora più preoccupato.
– Sentimi bene, piccolo mio. Io adesso ti porto da un mio carissimo amico e lui ti porterà dai tuoi nonni. Ma tu mi devi promettere una cosa: non potrai mai dire a nessuno che chi ha ucciso i tuoi genitori era un mostro, dovrai dire che era un animale e che non l’hai visto molto bene. Ok? Me lo prometti?
– Si, si, te lo prometto. Ma davvero stiamo andando dai miei nonni? – chiede Christian con le lacrime agli occhi e il mento tremolante.
– Si, andrai a vivere da loro, piccolo – mormoro io sorridendogli.
Scoppia a piangere e mi abbraccia. – Grazie, grazie – continua a ripetere piangendo.
– Di niente, tesoro – dico io con le lacrime agli occhi continuando ad accarezzargli i morbidi capelli biondi.
Stiamo attraversando la foresta per uscire una volta per tutte dall’Istituto, cerco di andare piano ma è più forte di me. Quello che sto facendo mi danneggerà di sicuro, ho paura, ma questo bambino deve assolutamente vivere una vita normale. Deve…
Freno subito la macchina vedendo una macchina fermarsi proprio davanti a me. Il cuore inizia a battere ancora più veloce di prima mentre un uomo esce dalla macchina. – Christian, mettiti giù – mormoro io e così fa. Quell'uomo però non è né un umano, né un vampiro, né un Cacciatore, è uno schiavo degli Anziani.
– Scendi – dice puntandomi una pistola sulla tempia.
Lo guardo sorridendogli. – Non sai che non muoio veramente se mi spari? – chiedo io, sfidandolo. – Cioè non credo, in realtà non so cosa sei, ma non credo tu sia un umano e tutti i demoni o mostri che cercano di uccidermi alla fine non ci riescono. Quindi perché non abbassi quella pistola, tanto non serve a niente.
– Non ti voglio uccidere, voglio solo avere il tempo per prendere te e il poppante e portarti dagli Anziani – ribatte lo schiavo guardandomi male.
Faccio un respiro profondo per cercare di mantenere il controllo e pensare alla prossima azione. Posso solo provare a fare una cosa. Prendo di scatto la mia spada e la punto alla gola dello schiavo. Gli sorrido un’altra volta, nervosa. – Che ne dici se mi lasci andare, eh? – chiedo guardandolo dritto negli occhi mentre sussulta.
Si mette a ridere, mi prende per la maglietta e il secondo dopo sono a terra, fuori dalla macchina. – Non scherzare con me, Whitesun – ringhia, arrabbiato.
Mi alzo di scatto impugnando bene la spada. – Non scherzare nemmeno te – borbotto andando verso di lui per iniziare a combattere. Però sento subito il rumore dello sparo, faccio un passo indietro sentendo qualcosa entrare dentro la mia spalla. Trattengo il respiro cercando di non pensare al dolore; guardo la spada, ormai a terra, e poi lo schiavo.
– E ora? Vieni con me o no? – chiede lui facendomi un sorriso.
Prendo la spada con la mano sinistra e gli faccio un piccolo taglio al braccio, ma non ci pensa due volte a sparare un’altra volta. Questa volta più vicino al cuore. Lo guardo con le lacrime agli occhi, guardo dentro la macchina e vedo Christian piangere.
– Mi dispiace – mormoro io prima di cadere a terra.
 
Apro gli occhi lentamente. Un bambino sta piangendo e un ragazzo sta urlando. Sbatto più volte gli occhi vedendo sfogato, il Secondo Anziano mi sorride e così mi siedo velocemente. Sono seduta per terra, il bambino che sta piangendo è Christian, mentre il ragazzo che sta urlando è… Jeremy?! La guardia lo sta trattenendo ed è con le lacrime agli occhi. Christian invece è tenuto da una guardia molto meno robusta ma, al contrario di Jeremy, non sta cercando di venire da me, piange e basta.
– Sei così prevedibile, Whitesun – dice il Secondo attirando la mia attenzione. – Sei pronta a morire realmente?
Spalanco gli occhi e il mio cuore inizia a battere più veloce. – Per favore! – urla Jeremy. – Non fatelo, vi prego! Per favore! – Lo guardo, scioccata, perché adesso sta piangendo. – Ti prego, vi prego, non la uccidete!
– Quanto ci dispiace – esclama il Primo alzandosi dal trono. – A quanto pare il vostro amore è veramente più forte di una sirena. Peccato che sia un po’ troppo tardi. Jeremy poteva vivere una vita felice insieme alla sua sirena, anche dopo la tua morte, adesso cosa farà?
Guardo un’altra volta Jeremy. È di nuovo lui. – Per piacere – mormora piangendo. – Non fatele del male – continua buttandosi a terra con la testa abbassata. – Vi prego. – Lo guardo con le lacrime agli occhi, non ha più quelle sfumature e il suo sguardo è quello di prima.
Un Anziano prende il mio viso con la sua mano gelida, rabbrividisco. – Sarà un piacere per me ucciderti – annuncia il Secondo Anziano sorridendo.
– Non dovevi farlo – aggiunge il Terzo alzandosi dal trono. – Se stata troppo ingenua. Dimentichi che riusciamo a leggerti nel pensiero, e fin dall’inizio il tuo scopo era quello di far scappare il bambino. Noi, al contrario di Louis Dempson, possiamo capire tutte le intenzioni e i pensieri delle persone, anche se essi sono nascosti.
Il Secondo si allontana da me, lo guardo mentre prende la spada che sta accanto ai troni. Sorride, soddisfatto. – Sei pronta? – mi chiede tra le urla di Jeremy.
– Volevo solo salvare il bambino – mormoro abbassando lo sguardo, sto piangendo anch’io. Il Secondo mi punta la spada al collo, trattengo il respiro. – Almeno non fatelo davanti a loro – aggiungo dopo un po' guardando tutti gli Anziani. – Sarebbe una cattiveria pura, mentre voi siete la legge.
– La ragazza ha ragione – dice il Quarto. – Non possiamo ucciderla davanti a loro.
– Per favore – continua Jeremy. – Uccidete me. Se proprio dovete uccidere qualcuno, uccidete me! – urla poi, facendomi prendere un colpo. Mi giro di scatto verso di lui e urlo il suo nome, facendogli capire che adesso sta esagerando. Ci guardiamo per pochi secondi, all’inizio ci fulminiamo ma poi ci accorgiamo entrambi delle nostre lacrime e non possiamo fare altro che cambiare completamente espressione.
– Questi amore così tristi… Vogliamo uccidere lui? – dice il Secondo guardandomi.
– Provate a toccarlo e io… – inizio, ma sento la punta della spada entrare di poco dentro il mio collo così mi fermo e strizzo gli occhi. Una piccola goccia di sangue corre lungo il mio collo facendomi morire di paura. Adesso è ora di entrare nel panico.
– E tu cosa? – chiede il Secondo, ancora più arrabbiato. – Ci uccidi? – Ride. – Non hai ancora capito niente, Whitesun. – Toglie la spada e così ricomincio a respirare, anche se velocemente. Va verso Jeremy, che sembra non aver paura. Invece la mia, di paura, trabocca. Inizio a correre verso l’Anziano e afferro il suo braccio, non lo lascio nonostante senta ogni parte del mio corpo stremato a causa delle sue scosse. Si gira verso di me puntandomi la spada, Jeremy urla qualcosa facendo ridere il Secondo. – Tu non c’entri niente, Cacciatore. È lei che non ha rispettato le nostre decisioni. – La spada pizzica ancora una volta il mio collo. – È  lei quella che deve morire.
– Ma deve ancora uccidere un vampiro e un lupo mannaro! – urla Jeremy. – Non vorrete mica portare gli umani all'estinzione solo perché non vi ha ascoltato una volta!
– La deve pagare – ringhia il Secondo guardandomi negli occhi mentre io cerco di non tremare. – La legge è uguale per tutti. – Alza la spada con tutte e due le mani e il mio cuore esce fuori dalla bocca. So che sto per svenire.
– No! – urla Jeremy cercando di liberarsi dalla guardia. Chiudo gli occhi. – Toglietele il marchio! Toglietele il marchio! Dopotutto non ha fatto niente di grave. Non avete ucciso il mago Andrew, nonostante tutto il male che ha procurato!
– Fermo! – urla il Terzo facendomi aprire gli occhi, il Secondo Anziano è rosso dalla rabbia. Davvero un fantasma può diventare tutto rosso? Non capisco che cosa sta succedendo. Perché ci mettono così tanto? Perché mi vogliono far soffrire così tanto? Se proprio mi vogliono uccidere perché non lo fanno e basta. – Il ragazzo ha ragione. Togliamole il marchio e facciamola finita con questa storia.
– Cosa? – tuona il Secondo. – Non vorrete mica dare ascolto a un ragazzo di diciott'anni!
– Basta con questa polemica – esclama il Quarto. – Jeremy Ruterful ha ragione, non possiamo ucciderla per così poco. – Si ferma a guardarmi. – Ma deve essere punita comunque… quindi togliamole il marchio, cosicché non possa mia più tornare qua e ricordarsi quello che ha fatto.
Il mio cuore, molto lentamente, torna al suo posto. Scuoto la testa. – Lasciate il bambino – mormoro io continuando a piangere. – Per piacere, sono quasi morta per prendere quel pugnale e tutto questo per voi. Me lo dovete!
– Noi non ti dobbiamo proprio niente! – tuona il Secondo, ancora più arrabbiato. – Quello che hai fatto l’hai fatto per te stessa. Perché avevamo un patto.
– Sa bene che non riuscirei mai ad allontanarmi da Jeremy – rispondo io guardandolo dritto negli occhi. Per la prima volta rimane in silenzio. – Siamo anime gemelle. Non potrei mai allontanarmi da lui o decidere di slegarmi da lui. Lo amo troppo e lei lo sa, perché l’ha passato anche lei e sa che questo tipo di amore non accetta nient’altro se non quello che vuole.
Alza la spada un’altra volta, puntandomela. – Attenta a come parli – mi avverte lui fulminandomi con gli occhi. Mi dispiace per lui, non posso nemmeno immaginare quanto possa soffrire. Da una parte riesco addirittura a provare pena per lui, che ha perso la sua anima gemella e per questo è praticamente impazzito. Mi dispiace per lui, perché ormai non gli si può nemmeno più parlare dell’amore, che si arrabbia, e tutto questo perché continua a soffrire.
– Cos'ho detto? – chiedo io. – Ho detto la verità. Lei ha amato una donna con tutta l’anima. Che c’è di male in questo? Che c’è di male nel dirlo? Lei si è mai reso conto di quanto il vostro potere sia forte? Di quanto il vostro amore sia stato forte? – Abbassa la spada e riesco a prendere ancora più coraggio. – Non c’è niente di male nel ricordare – aggiungo guardandolo, convinta. – I ricordi sono l’unica cosa che ci rimane quando la gente se ne va. Quindi ne faccia uso, lei che può; e se proprio vuole farmi soffrire, mi levi i ricordi, così da lasciarmi solo un terribile vuoto. – Rimane in silenzio a guardarmi e qualcosa nel suo sguardo cambia, sembra odiarmi di meno.
– Allora è deciso – annuncia il Quarto alzandosi dal trono. – Siediti – ordina al Secondo.
– Fategli dare un ultimo abbraccio e bacio – mormora il Secondo facendo un segno con la mano di lasciar andare Jeremy. Nel suo sguardo non c’è più rabbia, ma compassione. La guardi lascia Jeremy e così inizia a correre verso di me. Una volta arrivati uno davanti all’altro, senza fermarmi, mi butto tra le sue braccia. Mi stringe a lui, riesco a sentire il suo cuore battere veloce tanto quanto il mio. Allo stesso tempo. Mi fa distaccare un po’ da lui, quel tanto per prendermi il viso con tutte e due le mani accarezzandomi la guancia con il pollice.
– Sappi che ti amo e che ti ho amato più di me stessa. Ti amo e me lo ricorderò anche dopo che mi avranno tolto il marchio, magari non subito, ma me lo ricorderò. Te lo prometto – gli sussurro io tra un singhiozzo e l’altro.
Annuisce con le lacrime agli occhi. – Ti amo – mormora lui. – Nessuna sirena me lo farà dimenticare. Ti amo e ti amerò fino alla fine. – Si avvicina a me e mi bacia. Le scosse percorrono tutto il mio corpo, mentre esso sembra volere qualcosa di più. Lo stringo a me fino a quando non riesco più a respirare, ma poco dopo si distacca da me. Gli accarezzo i capelli, lo bacio più volte a stampo e poi lo abbraccio un’ultima volta. – Nessuno ci dividerà – mi sussurra. – Nessuno ce la farà. – Annuisco per poi baciarlo un’altra volta.
– Ok, basta così – annuncia un Anziano prendendo il mio braccio. Rabbrividisco sentendo il freddo entrare nelle mie ossa, saluto Christian con la mano mentre lui continua a piangere. Mi fanno mettere in ginocchio. – Cassie Moonic, d’ora in poi sei bandita dal mondo reale. La tua spada non sarà più la tua spada, il tuo Istituto non sarà più la tua casa, i tuoi amici non saranno più i tuoi compagni di guerra, né amici. – Alza la mano e la posa sul mio marchio e poi l’allontana lentamente. Mi manca il respiro ogni secondi di più. Spalanco gli occhi vedendo il mio marchio davanti agli occhi. Esso esplode e dentro di me esplode qualcos’altro, lasciandomi un vuoto. – Non ti ricorderai niente, penserai che per tutto questo tempo sei stata dai tuoi nonni, che vivono qua, in città. Non ti ricorderai di Jeremy, di Ivy, di Isaac, di Scott, di Cody… Di nessuno che ha a che fare con il mondo soprannaturale. Penserai che i tuoi genitori siano morti per cause naturali: tua madre per un incidente stradale e tuo padre per un attacco di cuore. I tuoi amici a cui hai detto la verità non si ricorderanno niente. – Tutto esce dalla mia mente. Tutti i ricordi, tutti i nomi, tutti i volti. – Ora puoi dormire, Whitesun.
Cado a terra chiudendo gli occhi.
– Cassie! – urla Jer… qualcuno.
  
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