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Autore: No thing    16/02/2015    1 recensioni
Una storia d'amore introspettiva tra una ragazza dall'animo rotto, appena uscita da una relazione violenta, ed un ragazzo da un passato complicato e tragico, segnato dalla brusca separazione dei suoi genitori. Due menti, due cuori, due corpi che si fondono. Impareranno a conoscere le loro debolezze, le loro cicatrici, il loro gusto di gelato preferito.
Date un'occhiata alla mia storia se vi va. Non ve ne pentirete, promesso.
Dedico questa storia all'amore della mia vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Macchie ;

Quel giorno Tessa aprì gli occhi e istintivamente allungò le mani sul suo cellulare. Tirò un sospiro di sollievo : anche quella mattina aveva ricevuto il suo buongiorno. Rise di gusto.

“Buongiorno dormigliona ;)”

“Buongiorno mister muscolo!” rispose in modo veloce. La risposta di lui non tardò ad arrivare.

 
“Oggi pomeriggio ho un attimo di relax, che ne dici di andare al mare?”

Mare? Tessa riflettè. Avrebbe dovuto togliersi i vestiti e rimanere in bikini davanti a lui, esporre il suo corpo pallido e senza forme, avrebbe dovuto presentarsi con la faccia struccata e i capelli scombinati dal vento.. iniziò a sentirsi vulnerabile. Andare al mare con quella statua greca dal corpo perfetto, che sicuramente avrebbe attirato un sacco di attenzioni da parte di tutte le ragazze presenti, non si presentava come un’idea allettante. Tessa odiava le attenzioni. Sapeva l’avrebbero giudicata, sapeva che sarebbe stata colpita da un’ondata di bruciante invidia. Si vergognava così tremendamente del suo corpo che la sola idea di essere così poco vestita davanti a lui le aveva fatta arrossare il viso.  Cosa doveva fare?
 
Stesero i lunghi teli colorati sulla sabbia, la brezza che spirava dal mare rendeva quel pomeriggio afoso un po’ più sopportabile. L’Adriatico luccicava sotto il sole martellante, che in estate non dava tregua a quella piccola cittadina.
Tessa indossava un costume fucsia, forse un po’ troppo acceso per la sua carnagione chiara, con i capelli biondi  sciolti ad arrivare fin sotto al seno, per cercare di coprire ciò che lei detestava. Ryan indossava un semplice costume nero, ma Tessa sapeva che di lui non avrebbero di certo notato il costume. Era bellissimo, i capelli castani mossi dal vento sugli occhi. Come Tessa aveva previsto, le ragazze non gli staccavano gli occhi di dosso. Alcune facevano commenti a voce un po’ troppo alta, altre gli sorridevano, sporgendo il petto in avanti e alzandosi i capelli con le mani. Lui sembrava, o meglio faceva finta, di non accorgersene, ma Tessa era triste e gelosa. Quelle ragazze avevano corpi così perfetti in confronto al suo.

“Mi spalmi un po’ di crema?”
“Cosa?” Tessa venne distratta. “Vuoi che ti spalmo la crema..sulla schiena?”
“Sì, per favore” Il ragazzo le sorrise in modo sprezzante.
“O-okay..” Prese in mano la crema, se ne versò un po’ sui palmi delle mani e iniziò a stenderla sulle spalle giganti di lui, sulla sua enorme schiena definita e sui grossi dorsali, in modo timido e lento.
“Sei brava” la voce bassa e suadente di lui percorse il corpo di Tessa come un brivido caldo.

Tessa alzò lo sguardo e per un attimo si immobilizzò.

Un po’ più distante da loro c’era Il Mostro. Le sue ossa sporgenti, la sua barba incolta, gli occhiali da sole e una sigaretta rullata in mano.

“C’è qualcosa che non va?” chiese Ryan notando la reazione di Tessa.
“No, no.. tutto..ok…” Tessa lo rassicurò e riprese il suo lavoro.
L’angoscia le aveva stretto la gola, le mani iniziavano a tremare e le sue gambe sembravano molli. Il Mostro non smetteva di fissarli. Osservava tutto, lentamente, di tanto in tanto scuoteva la testa. Tessa cercava di ignorare quella presenza negativa, cercava di non badare a quel losco individuo che non le toglieva un attimo gli occhi di dosso. Doveva prendere forza.

Quando ebbe finito, Ryan la ringraziò sorridendole e accarezzandole il viso. Tessa gli guardò le mani e notò qualcosa a cui non aveva mai fatto caso prima.

“Cosa sono queste macchie?”

Ryan ritrasse la mano e qualcosa che a prima vista parve dolore gli attraversò il volto.

“Si chiama vitiligine.” Rispose lui in modo calmo.
“Cos’è?” Tessa prese le mani di lui tra le sue e guardò bene.

Le lunghe dita erano macchiate in modo chiaro e discontinuo, sembrava qualche strano tipo di ustione.
“Da piccolo ho avuto una specie di.. trauma, chiamiamolo così. Smisi di parlare e scrivere per un anno e mezzo, e mi spuntarono queste macchie.  Da allora iniziai molte cure e terapie, ma nessuna di queste portò ad una soluzione. Ora ho imparato a conviverci, ma c’è stato un momento nella mia adolescenza in cui nascondevo sempre le mani, me ne vergognavo così tanto.. mi prendevano in giro. “
“Oh..” Tessa si rattristò. “Posso chiederti insomma.. cosa ti è successo?”
“No, non ora piccola. Non ho voglia di rattristarti con qualche mia triste storia. Magari un altro giorno” sorrise mostrando i denti piccoli e bianchi. “Vado un po’ a bagnarmi a riva, vieni con me?” fece un occhiolino.
“No grazie, credo ti aspetterò qui.” Meno si alzava meglio era, pensava. Il suo sedere non era di certo uno di quelli sodi e atletici che sicuramente lui era abituato a vedere in palestra, o di quelli magri delle sue ex ragazze modelle.
“Come preferisci, torno subito” si alzò in modo atletico e si allontanò dagli asciugamani.

Gli occhi di Tessa caddero su quel sedere così perfetto, così rotondo e sodo, e arrossì. Le scappò una risatina a stento trattenuta.  Venne attirata da un movimento alla sua destra. Si girò e rimase pietrificata, Il Mostro si era alzato e procedeva verso di lei.

“Bel tentativo di farmi ingelosire, piccola”
Tessa non si era dimenticata quella voce roca e scura. Il cuore le batteva forte, avrebbe voluto scappare a gambe levate. Non riusciva a dire una parola, mentalmente pregava che Ryan tornasse in fretta.
Raccolse un po’ di voce e rispose: “io non ho cercato di far ingelosire nessuno”
“certo, come no” Il Mostro aveva il vizio di gesticolare. Si abbassò sulla ragazzina sdraiata sull’asciugamano, la guardò negli occhi e le sussurrò piano :”Andare in giro a dire che io ho alzato le mani su di te.. troia, come cazzo ti permetti? Io non ti ho toccata neanche con un dito”  Tessa si allontanò e storse il naso, quell’alito che puzzava di fumo  e marcio.. non aveva dimenticato neanche quello.  Strinse il naso e pregò che Ryan arrivasse.

“Scusami?”  i due si girarono, sentendo quella voce forte.
Qualcuno aveva esaudito le preghiere di Tessa. Ryan era lì, a salvarla una seconda volta.

“Oh ciao, Ryan” Il Mostro finse cordialità in un modo palesemente falso. Tessa riprese un po’ di respiro e contegno,  anche se non riusciva a dire una parola.
“Cosa ci fai qui?” Chiese Ryan in modo autoritario.
“Nulla, una semplice giornata al mare con amici.” E Il Mostro indicò il suo asciugamano, con due tizi seduti che Tessa conosceva bene.
“Capito. Ora io e Tessa stiamo andando a fare una passeggiata, se vuoi scusarci.” Tese la mano verso la ragazza, che la afferrò senza esitazioni e si tirò in piedi.
“Certo, buona giornata” Il Mostro sorrise scoprendo i denti gialli verso Tessa. Ryan mise un braccio intorno alla vita della ragazza e la tirò a se.
“Buona giornata.”

 
  
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