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Autore: Thelooking    16/02/2015    0 recensioni
Lauren Brown è una timida ragazza canadese, con una paura enorme per gli aerei, così folle che la costringerà a dire tutte le sue paure e i suoi pensieri al suo compagno di posto che è tutt'altro che un semplice ragazzo. Una serie di guai, per uno stupido scherzo del destino metterà a dura prova i due ragazzi, che a poco a poco dubiteranno della loro fortuna. Uno strano incontro segnerà la vita di Lauren Brown ed Harry Styles e forse anche un semplice sconosciuto potrebbe diventare il ragazzo più 'Irresistibile' di questo mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter Two.

-DNA-





“And my heart won’t beat again
If I can’t feel him in my veins”

 

 

Pov’s Harry.

<< Avanti Simon! Non puoi farmi questo! >> urlai all’uomo, che in quel momento aveva messo in bocca l’ennesima mentina e si stava aggiustando la t-shirt bianca. Non importava che mese dell’anno fosse, quale occasione ricorresse… ma zio Simon aveva sempre la stessa t-shirt. Per un certo verso era piuttosto buffa la cosa: insomma, era un discografico famosissimo e fin da quando era giovane portava lo stesso capo. Significava forse che nonostante il successo voleva rimanere una di quelle persone con i piedi per terra? Beh, in tal caso volevamo la stessa cosa anche noi come band: rimanere noi stessi nonostante tutto quello che ci era successo negli ultimi due anni. Riposi nuovamente la mia attenzione sui miei compagni e poi su Simon, che stava sorridendo mentre gli altri tenevano lo sguardo su di me.

<< Non si discute con me Harry! >> continuò Simon guardandoci uno ad uno.

<< Simon, sono d’accordo con Harry… insomma, mi sembra piuttosto crudele come cosa >> disse Liam proteggendomi. Avevo pienamente ragione, e anche gli altri mi supportavano: a Simon era venuta una delle sue idee strategiche… ma questa volta ero io il prescelto. Beh, questa non era una delle solite trovate… era la sua peggiore cosa mai ideata.

<< E invece è una cosa assolutamente perfetta: ultimamente hanno sollecitato il fatto che tu sia stato per troppo uno scapolo… credo che per fargliela pagare delle accuse infondate, sarebbe giusto che tu ti trovassi una ragazza >> disse Simon chiudendo la sua cartellina, che aveva portato dal suo ufficio.

<< Si, ma non lei! >> urlai contro l’uomo, che ora assunse un’aria piuttosto incredula.

<< Harry! Cos’ha che non va? Insomma è molto carina, e vedo che più o meno vi conoscete >>

<< Noi non ci conosciamo assolutamente… era la mia vicina in aereo, e l’ho scambiata per un hostess. Non credo che lei vorrebbe parlare con me, figuriamoci uscire con me! >> gridai nuovamente.

<< E poi è abbastanza scorbutica >> aggiunse Zayn cercando di mascherare quella che probabilmente era una risata. Certo! Lui stava con una bella ragazza che aveva scelto lui e che per giunta faceva la nostra stessa professione, invece a me sarebbe toccato una bionda incontrata in un aereo e soprattutto sono sicuro al cento per cento che lei non mi sopporti affatto.

<< E poi è stato abbastanza imbarazzante il fatto che io e Niall l’abbiamo incontrata quasi nuda sul terrazzo >> disse Louis, chiaramente a disagio quanto il biondo che adesso aveva abbassato il capo e a poco a poco le sue guance iniziavano a tingersi di un color peperone. 

<< Non importa! Nessuno mai lo verrà a sapere >> disse Simon tirando fuori il suo cellulare dalla tasca anteriore dei jeans.

<< Ma perché non la posso scegliere io? Insomma, un giorno la troverei.  >> dissi contrariato.

<< Un giorno? Devi assolutamente fargliela pagare… e lei è perfetta! Non ti resisterà >> disse sorridendo quello che credevo fosse una delle persone più comprensive di questo mondo. Perché Niall e Liam non dovevano ricorrere ad un amore combinato? Cioè, non me la sarei sposata… ma era la stessa cosa: lei mi avrebbe seguito come un cagnolino fingendo di essere perdutamente innamorati davanti ai paparazzi e facendo gli sconosciuti in privato. Sinceramente a me non piace questa cosa. Certo, Lauren è piuttosto carina ma non credo che riuscirei ad innamorarmi di una ragazza che mi crede un completo idiota e che oltretutto l’ha insultata su un aereo, facendole una corte terribilmente pessima.

<< E invece, farà di tutto per dimenticare il ragazzo che l’ha presa in giro, e soprattutto non credo che voglia diventare la fidanzata di Harry, sapendo che noi l’abbiamo spiata dalla finestra >> disse Niall.

<< E tu stupiscila.. trovala, falla innamorare di te e il gioco è fatto >> disse Simon alzandosi dalla poltrona di casa di mia madre e del suo nuovo marito.

<< Non è così facile, far innamorare una ragazza testarda come lei di Harry >> urlò Zayn prima di stringere la mano al nostro produttore discografico

<< E comunque, hai poco tempo… diciamo quindici giorni? >> disse Simon aprendo la porta del retro ed uscire nel tardo pomeriggio per salire sulla sua macchina, che probabilmente lo avrebbe portato all’aeroporto per ricondurlo in America, dove avrebbe dovuto assistere alle audizioni per la nuova stagione di XFactor.

Quindici giorni?

Sono 360 ore 21600 minuti e 1296000 secondi! Sembra un bel po’ di tempo. Credo che però con quella testa dura di ragazza con cui avrò a che fare sarà leggermente complicato farmela andare a genio, non parliamo del fatto che sarò io a dovermi fare perdonare da lei per il fatto di averla scambiata per un hostess e poi dovrò farle una corte spietatissima, inoltre dovrei anche fingere di amarla alla follia durante le uscite pubbliche. Io non sono un ragazzo del genere… ho dei sentimenti, e mi piace innamorarmi di una ragazza invece di prenderla in giro riguardo ai sentimenti. Se lei un giorno lo venisse a sapere, e mi dovesse amare realmente sarebbe una tragedia e probabilmente andrebbe su tutti i Magazine che io sono solo un bravo attore e verrei ridicolizzato dinnanzi a tutto il mondo. Sarebbe tutto molto imbarazzante, soprattutto per me: non mi piace fingere e poi non ne sono abbastanza capace.

Senza pensare presi la giacca, ed infilai telefonino e chiavi della macchina nella tasca posteriore dei jeans fiondandomi fuori dalla casa, mentre centinaia di ragazzine cercavano di farsi notare da me e i ragazzi. Gli altri mi urlarono contro, ma non m’interessò di nulla… stavo cercando di pensare. Entrai nella macchina, cercando di non investire nessuna delle mie fans e poi dopo aver fatto retromarcia nel vialetto di casa mia, balzai in avanti incominciando a percorrere le strade di Holmes Chapel. Per quanto ubbidiente fossi, la faccenda di dover inseguire una ragazzina mi infastidiva non la conoscevo, ma avrei dovuto farmela piacere per il fatto che nei prossimi quindici giorni sarebbe dovuta diventare mia. Ingranai la marcia, tenendo lo sguardo fisso sulla strada, stringendo forte il volante.

<< Dove va una ragazza a piedi dopo aver lasciato la mia casa? >> mi domandai incapace di trovare una risposta. Potrebbe essere stato un hotel, come un motel… oppure magari lei viveva ad Holmes Chapel. Certo, era una cittadina piuttosto piccola, tutti si conoscevano ma ero sicura di non averla mai vista nemmeno una volta… però magari si era trasferita quando ero in tour. Tutte stupidaggini! Continuai a perlustrare le strade della città, guardandomi sia a destra che a sinistra, ma ovunque posassi l’occhio lei non c’era. Il telefono cellulare squillò quello che potevano essere una trentina di chiamate, ma che ignorai tutte. Dopo un tempo che mi parve infinito una chioma bionda comparve vicino alla panetteria in cui lavoravo da adolescente. La ragazza era seduta sul marciapiede, mentre teneva il capo rivolto verso il basso, cercando una macchina o un taxi che avrebbe potuto darle un passaggio. I biondi capelli sbarazzini erano stati arruffati dal vento, e probabilmente non avrebbe di certo voluto essere in una cittadina sperduta, senza senso dell’orientamento e di certo non sapeva che a quell’ora nessun taxi passava per Holmes Chapel. Mi fermai davanti al marciapiede, abbassando il finestrino, guardando Lauren che adesso aveva appena sollevato lo sguardo verso l’auto.

<< Cosa vuoi ancora? >> disse con voce ferma, ma a giudicare dal rossore degli occhi era chiaro che avesse pianto molto.

<< Vuoi un passaggio? Non passano taxi per di qui. Posso aiutarti >> dissi abbozzando un sorriso.

<< Perché tu mi stai aiutando? >> chiese ancora incerta, mentre continuava a rimanere ferma sul marciapiede. Oddio, lo sapevo che era testarda… ma non fino a questo punto. Insomma, uno gli offre una mano per non morire congelati fuori, e lei continua a fare domande sul fatto dell’essere gentili verso il prossimo.

<< Sono sicuro che non sei della zona… ma arrivare a Londra adesso sarebbe impossibile >> dissi speranzoso. Lauren però continuava a rimanere impassibile ad ogni mia motivazione, come se io non esistessi lei era lì a bagnarsi fradicia da capo a piedi solo perché non le stavo simpatico; ma in qualche modo avrei dovuto creare un rapporto di amicizia tra noi due. Scesi dall’auto, e presi da sotto le gambe Lauren che nel frattempo si divincolava urlandomi un sacco di parolacce. Davvero una brava ragazza. La adagiai nel sedile del passeggero, mettendole la cintura e posandole la borsa in uno dei sedili posteriori. Chiusi la portiera e ricominciai a guidare, mentre lei si limitava solo a sbuffare e guardare fuori dal finestrino.

<< Metti giù i piedi dal cruscotto >> le gridai. Ma Lauren continuava a mantenere la stessa posizione, senza fregarsene che io ribollivo di rabbia e mi trattenevo solo per il fatto che lei era di importanza vitale per il mio piano strategico ideato da Simon. Sogghignava sotto i baffi, continuando però a sbattere i denti per via del freddo. Alzai la temperatura nella macchina, vedendo la ragazza che finalmente era più o meno a suo agio.

<< Grazie >> disse sottovoce, era un sussurro, ma avevo capito perfettamente.

<< Cosa hai detto? >> chiesi fingendo di essere confuso.

<< Apri bene le orecchie, perché non te lo ripeterò: G-R-A-Z-I-E. Sei felice adesso? >> mi disse trattenendo una smorfia. Guardai dalla sua parte contemplando la ragazza dai capelli biondo cenere e gli occhi azzurri. Beh, poteva capitarmi di peggio infondo. Dopo un tragitto con un silenzio piuttosto imbarazzante, la macchina ritornò nel vialetto di casa mia, dove la folla di fans si era diminuita a causa della pioggia e per il fatto che era quasi ora di cena. La feci scendere dalla macchina e la portai in casa, quando fummo accolti da dieci paia di occhi: i ragazzi e mia madre Anne. Dai loro sguardi sembravano piuttosto preoccupati, e probabilmente si erano trattenuti a chiamare la polizia locale. Insomma, ero soltanto andato a recuperare quella che nelle prossime settimane sarebbe dovuta diventare la mia ragazza. Nulla di speciale, insomma.

<< Harold Edward Styles! Mi hai fatta morire di spavento… dove ti eri cacciato? >> chiese mia madre abbracciandomi, come se mi fossi sperduto per settimane e poi mi avessero trovato.

<< Niente, sono andato a cercare Lauren! >> dissi indicando la ragazza che aveva ancora la maggior parte dei capelli bagnati. Lei abbozzò un sorriso timido, fissando la donna davanti a lei. Mia madre la fissò con stupore: probabilmente era solo incuriosita dal fatto che io fossi partito senza dire una parola a nessuno, per andare a riprendere una ragazza e portarla a casa nostra.

<< Mmm, grazie Harry per avermi cercata… ma dovrei ritornare a Londra da mio padre. Avrà iniziato a preoccuparsi >> disse lei spostandosi una ciocca di capelli ribelli dietro all’orecchio, mentre si strinse in un asciugamano che mamma le aveva appena dato.

<< Non passa nessun taxi o altro da queste parti a quest’ora, cara. Dormi da noi. Abbiamo molte camere vuote, e domani mattina Harry ti riaccompagnerà a casa.. non ti preoccupare >> disse mia madre stringendola in un abbraccio caloroso.

<< Grazie signora, ma dovrei prima avvisare mio padre. Sono sicura che gli sarà già preso un infarto >> disse la ragazza alzandosi dal divano per andare verso l’uscio della casa. Nel frattempo gli altri erano tornati alle loro attività: Zayn e Niall giocavano con l’IPad, Liam e Louis guardavano un film comico e mia madre era appena andata in cucina per preparare la cena, canticchiando felice per il semplice motivo che come ospite a cena ci fosse una ragazza. Mi sedetti sulle scale che davano all’uscio ed al salotto, guardando Lauren che teneva stretta il telefono cellulare all’orecchio sinistro, ascoltando ed annuendo. Dopo qualche minuto di conversazione la ragazza attaccò con un “Ti voglio bene anch’io. Ci vediamo domani papà”. Si strofinò più volte gli occhi, per poi prendere un bel respiro profondo rimettendo nella borsa l’IPhone, per poi girarsi nella mia direzione. Sorrise debolmente verso di me, per poi rimanere ferma come una statua a fissarmi, incapace di formulare una frase di senso compiuto. Il silenzio imbarazzante fu interrotto da Niall, che prese per la prese per mano dopo che mia madre annunciò che la cena era servita. Seguii con lo sguardo i due, per poi sedermi affianco alla ragazza che si trovava chiaramente a disagio in mezzo a noi. Non prese né carne né pesce: si limitò solamente a mangiare un’insalata, e qualche volta mise in bocca qualche pezzetto di pomodori e cetrioli.

<< Non hai mangiato molto Lauren. Per caso non ti piaceva qualcosa? >> chiese mia madre toccandole la spalla.

<< Oh, no signora. Sono sicura che fosse tutto buonissimo… ma sono vegetariana >> disse Lauren alzandosi in piedi per aiutarla a sparecchiare.

<< Scusami tesoro, non lo sapevo. Comunque chiamami Anne e poi lascia stare i piatti, sei un’ospite. Harry! Aiutami una buona volta! >> disse mamma, dandomi un buffetto gentile sulla nuca, cercando di attirare la mia attenzione. Ma quello che continuavo a fissare da tutta la cena era la ragazza: per tutto il tempo era rimasta in silenzio, senza proferire parola. Qualche volta i ragazzi avevano fatto delle domande un po’ strane per lei, ma sI era limitata solamente a far divenire le guance da rosa ad un colore rosso scarlatto.

***

Pov’s Lauren.

<< Posso tranquillamente dormire sul divano. Non scomodarti troppo! >> dissi per l’ennesima volta ad un Anne che non accettava un NO come risposta.

<< Avanti non essere sciocca! Qui starai benissimo. La camera è vicina a quella di Harry e di fronte hai quella dei ragazzi. Non ti preoccupare… comunque in bagno ci sono gli accappatoi e tutto quello che ti serve per farti la doccia >> disse la donna aggiustando le coperte del letto matrimoniale. La ringraziai, e una volta sicura che avesse chiuso la porta della stanza mi lasciai cadere sul letto, iniziando a guardare il soffitto per svariati minuti prima di procedere verso il bagno e chiudermi dentro. Lasciai scorrere per un po’ di tempo l’acqua calda prima di entrare nel box doccia. Fortunatamente la cosa sembrò rilassarmi, perché in quel momento avevo solo bisogno di calmare i nervi. Poche ore prima avevo sentito mio padre, e dal suo tono di voce dovevo supporre che avesse avvertito anche la mamma della mia presunta sparizione. Avrei avuto modo di spiegargli tutto una volta tornata a Londra, ma tutto sembrava assolutamente assurdo. Magari, anzi probabilmente avrei omesso la parte degli amici pervertiti di Harry che mi avevano spiata dalla finestra a casa.. e avrei omesso dunque la mia sfuriata contro loro e l’uomo seduto nel loro divano quel pomeriggio. Asciugai i capelli con il phon, e una volta uscita fuori dal bagno mi resi conto che non sapevo con cosa dormire. Arrivata quasi alla porta della stanza degli ospiti, una figura alta spuntò fuori dalla camera accanto. Harry mi squadrò da capo a piedi, per poi ritornarsene in camera. Storsi la bocca in segno di disgusto: cosa gli avevo fatto di male? Dopo pochi secondi che ero ancora imbambolata in corridoio, il ragazzo tornò fuori con dei vestiti in mano.

<< Quello era il mio accappatoio… ma non importa. Ti sta bene. Tieni >> disse lanciandomi quello che sarebbe dovuto diventare un pigiama, insieme a dei boxer ed una canotta. Sorrise maliziosamente, poi se ne andò verso il bagno lasciandomi in mezzo al corridoio, con un sorriso ebete stampato sulla faccia.

<< Scusa per l’accappatoio, comunque grazie >> dissi nervosa, prima di ritornare in camera e chiudere la porta alle mie spalle. Mi sedetti a terra, sentendo il battito del cuore accelerare velocemente. Dopo pochi minuti, mi ripresi dal mio stato di trance e m’infilai quello che doveva assomigliare ad un pigiama. La t-shirt mi stava piuttosto larga lasciando intravedere il pizzo rosso del reggiseno, i boxer erano assolutamente scomodi; ma era già una fortuna che lui si fosse scomodato a procurarmi qualcosa per la notte. Dovevo ammettere che era stato piuttosto gentile, tralasciando il fatto che quella mattina mi aveva scambiata per un hostess e cercando di rimediare alla sua figuraccia aveva tentato una corte spietatissima… ed io come al solito mi ero comportata peggio di uno scaricatore di porto. Mi chiedo da chi abbia preso il ragazzo! Insomma, sua madre Anne sembra gentilissima e poi è una donna davvero disponibile e simpatica. Mi sdraiai sul letto, rigirandomi parecchie volte nel sonno, sembravo sveglissima a tal punto che mi ritrovai a fissare le pareti della stanza per una buona mezz’ora, incapace di prendere sonno. Alle pareti vi erano appese delle foto di famiglia: Harry, Anne ed una ragazza dai capelli marroncini tendenti al biondo cenere. Era presente su quasi tutte le foto, quindi probabilmente poteva essere benissimo la sua ragazza, almeno dallo sguardo sincero dei due ragazzi. Mi alzai dal letto, continuando a fissare le foto incorniciate sulle pareti ma senza avere nessun segno di cedimento. Sbuffai annoiata, per poi andare verso la porta ed uscire in punta di piedi. Scesi le scale, cercando di non fare rumore e mi diressi verso la cucina. Vagai attorno al tavolo per un tempo che mi parve interminabile, continuando a tenere il polpastrello pigiato contro la superficie del mobile, quando presi un bicchiere e lo riempii di acqua del rubinetto. Trangugiai il liquido silenziosamente, poi rimisi tutto al proprio posto e cercai a tentoni di risalire le scale. Senza luce non ci vedevo nulla, e comunque ho un senso dell’orientamento che fa piuttosto schifo: indugiai un po’ su quale fosse la stanza giusta, e poi annoiata mi buttai sul letto per dormire lasciandomi andare a sogni colorati e piuttosto strambi.

 

***

   
 
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