Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: _Lady di inchiostro_    17/02/2015    3 recensioni
“Doveva stare davvero male. E Koala aveva davvero paura che il suo intervento non facesse altro che mandarlo in mille pezzi, come un vaso di cristallo.
[…]
Sabo poteva solo disperarsi, o rimanere muto per tutto il tempo del mondo, ma tanto era consapevole del fatto che non aveva mantenuto la promessa fatta ai suoi fratelli dieci anni prima.
Il loro doveva essere un legame forte e saldo, invece lui l'aveva rotto irreparabilmente. Sebbene non facesse altro che informarsi su di loro, Sabo non era più stato presente nelle loro vite come doveva teoricamente essere.
Perché lui, per loro, era morto.
E in quel momento voleva esserlo per davvero.
Almeno, avrebbe avuto una valida scusante per non essere andato lì.”
Dopo la morte di Pugno di Fuoco, Koala sembra comprendere, seppure a stento, il perché il suo amico abbia deciso di lasciarsi andare. In realtà, però, vorrebbe davvero che si sfogasse, magari piangendo.
Ma Sabo non è proprio propenso a farlo.
Eppure, è davvero possibile non versare alcuna lacrima in queste situazioni?
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
When You were standing in the wake of devastation
When You were waiting on the edge of the unknown
And with the cataclysm raining down
Insides crying, “save me now”
You were there impossibly alone
[…]
You felt the gravity of tempered grace
Falling into empty space
No one there to catch you in their arms
 


I don't cry





Un rumore di passi veloci riecheggiava per tutto il piccolo corridoio. 
La persona che provocava quel rumore non si curava minimamente di ciò. Anzi, per essere più specifici, non si curava nemmeno delle persone che era costretta a spintonare per farsi spazio. La cosa curiosa era che queste non le lanciavano sguardi di rimprovero, né borbottavano lamentele a mezza voce. In realtà, sapevano benissimo il motivo dell'agitazione della loro compagna e, in un certo senso, potevano anche comprenderla. Del resto, quello che stava succedendo da un paio di giorni a questa parte era ormai risaputo da tutti.
La figura continuava a correre nel corridoio, diventato improvvisamente caldo e soffocante, alcuni suoi colleghi che si spostavano per lasciarla passare tranquillamente. Si fermò soltanto quando si trovò davanti a una enorme porta a due ante, sulla destra del corridoio. Riprese fiato, mentre i suoi occhi si posavano sulla figura che era già lì da un bel po' di tempo. Quest'ultima era appoggiata al muro, con le braccia incrociate sul petto e un'espressione crucciata sul volto. 
<< Hack... Lui è... >> mormorò la figura di prima, respirando grandi boccate d'aria.
L'uomo pesce fissò per un po' la ragazza che aveva di fronte: era piegata in due e respirava a stento, per non parlare di come il suo viso fosse rosso e accaldato. Hack sospirò, per poi dire a voce bassa:
<< Se stai per chiedermi se è ancora chiuso lì, la risposta non può che essere sì, Koala.  >>.
La ragazza si rimise dritta, mentre il suo sguardo vagava dalla porta agli occhi di Hack. Avrebbe davvero voluto fare qualcosa, ma tutto ciò che le veniva in mente le sembrava tremendamente sbagliato.
Come poteva rimediare alla sua sofferenza?
Cosa poteva fare per far sì che lui, una delle persona a cui teneva di più, tornasse quello di prima?
Un rumore provenne dall'altra parte della porta e Koala trasalì, profondamente turbata e preoccupata. 
Sabo – il suo amico più caro, nonché la persona a cui faceva da spalla – era chiuso nella stanza delle comunicazioni da quelli che parevano secoli, anche se in realtà si trattava solo di qualche giorno. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quella notizia lo avrebbe devastato così tanto, lui che era il classico ragazzo testardo e col sorriso sempre ampio sul viso. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse provare una così tale disperazione.
Del resto, non potevano immaginarlo perché nessuno di loro aveva mai perso un fratello. 
E neanche Sabo, fino a qualche tempo prima. Lui sapeva che i suoi fratelli scorrazzavano per i mari e che stavano bene, e questo gli bastava, nonostante lo credessero morto anni addietro.
Ma la notizia della cattura di suo fratello Ace arrivò come un fulmine a ciel sereno, distruggendo per sempre l'equilibrio che aveva creato in tutto questo tempo.
E la consapevolezza che non gli fosse permesso di aiutarlo lo aveva logorato nel profondo, fin quando non arrivò il comunicato che annunciava la sua morte.
Ace era morto per proteggere Rufy. Era morto per proteggere il loro fratellino.
E di quest'ultimo si erano perse le tracce, forse morto durante un tentativo di salvataggio.
In quell'esatto momento Sabo crollò del tutto, le ginocchia che incontravano il freddo pavimento, la mani portate al volto e le urla che uscivano potenti dalla sua gola. I compagni avevano tentato di scuoterlo, ma fu tutto inutile. Continuò a urlare per giornate intere, fin quando non perse del tutto la voce.
Poi, ci fu un momento in cui rimase in rigido silenzio, continuando a fissare i fogli di giornale riportanti la notizia, seduto su una sedia e con lo sguardo vacuo. Non sembrava curarsi della gente che gli passava accanto, o che semplicemente svolgeva il proprio compito di rivoluzionario, e a loro volta nessuno osava avvicinarsi, non volendo destare i suoi pensieri.
Adesso, da un paio di giorni a questa parte, Sabo sembrava essersi appropriato totalmente di quella stanza, dando sfogo a una sorta di rabbia repressa. Così, chi passava vicino a quella porta, non faceva altro che sentire rumori di oggetti che andavano in frantumi, accompagnati dagli sfoghi del giovane.
Ed era così anche in quel momento, solo che né Koala né Hack sapevano cosa stesse succedendo là dentro: a quanto pare, Sabo aveva deciso di chiudersi a chiave, quasi a voler rimanere fuori dal mondo.
Koala strinse i pugni, sentendosi impotente. << Non c'è niente che possiamo fare? >> disse, dando vita ai suoi pensieri.
<< Dragon sostiene che è solo un brutto periodo e che gli passerà presto. Dice anche che dovremmo lasciarlo in pace e, credimi, sono d'accordo con lui... >> rispose Hack, pacatamente.
La giovane rivoluzionaria assunse un'espressione seria, le sopracciglia leggermente incurvate all'ingiù. Aveva visto con i suoi stessi occhi il modo in cui Sabo si era accanito contro Dragon, aveva sentito con le sue stesse orecchie le parole taglienti che gli lanciava e lo aveva persino fermato con prontezza, mentre il suo corpo sembrava fremere dalla voglia di colpire il capo dell'Armata Rivoluzionaria. Si videro solo in quella occasione, dopo la notizia della morte di Ace, e Sabo sembrava troppo preso dal dolore per andare a prendersela direttamente con lui. Dal canto suo, l'accaduto sembrava non aver toccato minimamente Dragon, che continuava a svolgere il suo ruolo come faceva da sempre. Koala non era rimasta per niente sorpresa dal suo comportamento: quando era entrata nei rivoluzionari, sapeva che la vita sarebbe stata dura e che avrebbe dovuto sacrificare ciò che le era più caro per via di alcune priorità.
Per questa ragione Dragon non sembrava tollerare l'atteggiamento di Sabo, sebbene tutti sapessero quanto in cuor suo tenesse a quel ragazzo. Forse anche per questo non aveva fatto nulla per fermarlo, pur sapendo che in quella stanza si trovavano anni e anni di duro lavoro.
Koala pensava che, in realtà, lui potesse capirlo più di chiunque altro.
Se Sabo aveva perso i suoi due fratelli, Dragon aveva perso un figlio.
Un altro rumore, questa volta di un vetro che andava in mille pezzi, la risvegliò dai suoi pensieri e la fece voltare verso la porta. Si avvertì un lamento di dolore, poi di nuovo il rumore di qualcosa che si infrange contro qualcos'altro.
<< ... Così si ammazzerà! >> disse, mentre la sua voce assumeva un tono preoccupato.
<< Credi che non lo sappia? >> esclamò Hack. Aveva gli occhi socchiusi, quasi come se fosse immerso in un'attenta riflessione.
Aprì un occhio soltanto per vedere la faccia di Koala: sembrava che lo stesse implorando. 
<< Ascolta, lo so quanto tu tenga a lui, ma non puoi fare niente in questo momento. Rischi solo di farlo sentire peggio. >> esordì Hack, richiudendo l'occhio.
Altri rumori continuavano a provenire dall'altra parte, sempre più forti. Koala strinse ancora i pugni, stavolta con più forza, e sbottò:
<< Almeno fammi fare un tentativo! Sono pur sempre la sua spalla! >>.
Hack aprì gli occhi e la fissò severamente. Solo allora si resero conto che la lunga serie di rumori si era arrestata, dando vita a un silenzio terrificante.
<< … Sabo... >> mormorò Koala, la voce leggermente incrinata.
Adesso, Hack si era ritrovato a sostenere lo sguardo accusatorio della ragazza, mentre il suo viso si trasformava in una smorfia di preoccupazione e tristezza.
Ti prego!, sembravano dire i suoi occhi. 
Così, con un sospiro, frugò nella sua tasca e tirò fuori il suo contenuto.
Porse il pugno chiuso a Koala. << Qui c'è il doppione della chiave. Me l'ha dato Iva, dicendomi di usarlo solo nel caso in cui la situazione degenerasse. Mi sa che ne hai più bisogno tu... >>.
Koala rivolse un sorriso di gratitudine all'uomo pesce, prendendo la chiave dal palmo della sua mano. La mise nella toppa, girandola un paio di volte; poi, preso un bel respiro e assumendo una certa determinazione, spinse la porta.
<< Sabo? >> domandò, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Lo spettacolo che le si presentò davanti la turbò parecchio. Migliaia di fogli erano sparsi qua e là, alcuni strappati, altri solo stropicciati. I banconi che usavano per le comunicazioni erano completamente distrutti, le schegge di legno che scricchiolavano sotto i piedi. I lumacofoni erano riversi per terra, ma sembravano essere ancora riparabili, mentre l'enorme finestra che illuminava la stanza non esisteva più.
Solo una cosa sembrava essere rimasta intatta. Era la bacheca su cui venivano affisse le notizie riportate sui giornali o solo le taglie di alcuni criminali. Quest'ultima era rimasta nella sua posizione di sempre, quasi come se fosse una sorta di sopravvissuta in quella specie di cataclisma, spogliata solo di tutti i fogli che vi erano appesi. Solo uno era rimasto attaccato, ed era quello riguardante quel maledetto giorno a Marineford.
Sabo si trovava lì davanti, in ginocchio, mentre respirava a tratti. Koala gli si avvicinò a piccoli passi, mentre intanto si guardava intorno con un certo sconcerto. La cosa che più la stupiva era come mai quel foglio di giornale fosse ancora appeso lì. Teoricamente, tutti avrebbero pensato che sarebbe stata la prima cosa che Sabo avrebbe distrutto con le sue mani. Eppure era ancora lì, quasi come se lui non volesse dimenticare il suo dolore. O il suo fallimento in qualità di fratello, dipendeva dai punti di vista.
Come diavolo è riuscito a fare tutto questo?, pensò Koala.
Solo quando gli fu accanto si rese conto delle condizioni pietose in cui si trovava, dovendo sopprimere un urlo di orrore per la sorpresa.
Sabo aveva i vestiti logori e stracciati in alcuni punti, tagli e lividi sulle braccia e un rivolo di sangue che gli colava dalla testa e su una parte del viso.
<< Sabo... >> sussurrò Koala, deglutendo e cercando di non mostrare la sua crescente preoccupazione.
Lui sembrò non curarsi di lei, troppo preso a fissare ancora quella notizia, e solo dopo pochi minuti domandò a stento: << Che ci fai qui? Come sei riuscita ad entrare? >>.
Koala sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance e scosse la testa. << Che domande sono? Non solo mi preoccupo per te, ma vengo pure trattata in questo modo! >> disse, cercando di assumere il tono scherzoso di sempre.
<< Non ti ho chiesto io di preoccuparti per me... >> Sabo fece una serie di respiri << … Adesso, vattene. >>.
Koala lo fissò, sconvolta. Non aveva mai visto Sabo ridotto in quelle condizioni – nemmeno nelle missioni più ardue si era ritrovato in quello stato -, né tanto meno le aveva mai rivolto un tono così freddo.
Doveva stare davvero male. E Koala aveva davvero paura che il suo intervento non facesse altro che mandarlo in mille pezzi, come un vaso di cristallo. 
Deglutì ancora una volta, poi disse con fermezza: << Andarmene? Come posso andarmene dopo aver visto come ti sei ridotto? >>.
<< Sto bene. Ti prego... Voglio stare da solo... >> sibilò lui a denti stretti.
<< Stai perdendo sangue, quindi non stai affatto bene! >> lei tese una mano verso di lui << Almeno lasci che ti aiuti! >>.
<< Dannazione Koala, ho detto che sto bene! >> urlò il giovane, voltandosi solo allora verso la ragazza. Quest'ultima ritrasse la mano, spaventata e frastornata.
Sabo si rigirò nuovamente, mordendosi il labbro fino a farselo sanguinare. Non gli era mai piaciuto urlare contro di lei, anzi era l'ultima delle cose che avrebbe voluto fare, ma in quel periodo niente in lui era come prima.
Koala trattenne le lacrime, stringendo i pugni ed evitando di tremare. 
Era arrabbiata, ma non con lui, bensì con se stessa. Il suo amico era in una situazione di instabilità da parecchi giorni e l'unica cosa che lei era riuscita a fare era farlo innervosire ancora di più.
Ma non lo avrebbe lasciato lì da solo, così che potesse riprendere il suo tentativo suicida.
Inspirò a pieni polmoni, sbattendo un piede per terra e assumendo un tono severo. << Se credi che io adesso me ne vada, lasciandoti qui da solo, ti sbagli. E lo sai benissimo che, quando mi ci metto, posso essere più testarda di te! >>.
Le parve di sentire un rumoroso sbuffo, come uno di quelli che Sabo faceva quando era scocciato – e che la facevano sempre divertire - . Ovviamente, pensò subito che se lo fosse immaginato.
<< Me ne andrò solo e soltanto quando avremmo risolto questa questione! >> esordì.
Sabo fece un sorriso tirato. << Non c'è niente che puoi fare per me... >> mormorò, con rassegnazione.
<< Invece sì! >> insistette lei, agitando i pugni << Puoi sempre provarti a sfogare con me. >>.
In realtà, Koala sperava che Sabo riuscisse a parlare con lei come facevano sempre, con sincerità e senza alcuna paura. Ma lo sguardo glaciale che le rivolse, le fece intendere che non sarebbe stato così, almeno per quella volta.
<< Non credi che mi sia sfogato già abbastanza? >> disse con sarcasmo e allargando le braccia che aveva tenuto abbassate per tutto il tempo.
<< Io penso, invece, che tu non ti sia sfogato abbastanza... >> sentenziò lei.
<< Che intendi dire? >> domandò il giovane, aggrottando le sopracciglia.
<< Non hai ancora pianto... >> biascicò Koala, quasi come se si spaventasse di dire quella frase.
In effetti, era vero: in quel miscuglio di rabbia e disperazione, Sabo non aveva ancora versato una lacrima. Koala lo conosceva abbastanza da sapere che considerava il pianto una cosa sciocca e per bambinette - “Come te!”, le diceva sempre scherzosamente e teneramente -, provocando in lei una certa irritazione. 
Koala aveva una ragione in più per lasciare che le sue lacrime uscissero spontaneamente, quando era necessario. Sarebbe stata per sempre grata a colui che le aveva insegnato a mostrare i suoi sentimenti senza timore, senza alcuna vergogna.
Per questo aveva più volte ripetuto al suo amico che, se mai avesse pianto, lei non lo avrebbe giudicato e lo avrebbe lasciato fare. Ma niente, in quella testa dura sembrava che l'affermazione non volesse entrare, provocando solo le risa del ragazzo.
In quella situazione, Sabo non sembrava essere in vena di replicare, come suo solito. Si limitò solo ad alzare le spalle e a scuotere piano la testa, mormorando: << Che cosa stupida... >>.
Koala si portò una mano sulla schiena, a toccare una lembo della sua camicetta proprio dove si trovava il tatuaggio dei Pirati del Sole. 
<< Perché non ci provi? >> disse, inclinando la testa e abbozzando un sorriso.
<< Piangere non mi ha aiutato quando ero piccolo... >> disse Sabo, ripensando a tutta la sofferenza che aveva provato da bambino << ... perché dovrebbe farlo ora? >>.
Koala non rimase sorpresa da quella domanda. Sapeva quanto Sabo avesse sofferto, quanto gli costasse ogni giorno dover stare lontano dalle uniche persone che considerava come una famiglia. Per questo, la giovane aveva sempre pensato che tentasse di nascondere le sue emozioni per sentirsi più forte.
Perché lui doveva essere forte, per Ace e per Rufy.
Ma adesso, del Sabo che sembrasse essere sempre allegro, non ne era rimasto più nulla. Quello che aveva tenuto nascosto per troppo tempo era venuto fuori tutto in un colpo, rendendolo una sorta di mina vagante. 
Eppure, le lacrime non ne volevo sapere di venir fuori.
<< Ti sentiresti meglio, fidati! >> disse Koala, continuando a mantenere un tono di voce basso e tranquillo.
<< Sentirmi meglio? >> esclamò lui, sottolineando le parole di quella che considerava la sua “spalla destra” << Credi davvero che piangendo, Ace ritornerà in vita? O mi aiuterà a sapere dove si trovi Rufy, vivo o morto che sia? >>.
A Sabo faceva male il dover dire quelle parole, soprattutto a lei che non stava facendo altro che aiutarlo. Ma quello che diceva, lo pensava veramente. Se già il piangere non aveva risolto nulla dinnanzi alla crudeltà della sua famiglia d'origine, poteva davvero fare qualcosa difronte alla crudeltà di un nuovo futuro?
No, non poteva far nulla.
Sabo poteva solo disperarsi, o rimanere muto per tutto il tempo del mondo, ma tanto era consapevole del fatto che non aveva mantenuto la promessa fatta ai suoi fratelli dieci anni prima.
Il loro doveva essere un legame forte e saldo, invece lui l'aveva rotto irreparabilmente. Sebbene non facesse altro che informarsi su di loro, Sabo non era più stato presente nelle loro vite come doveva teoricamente essere.
Perché lui, per loro, era morto.
E in quel momento voleva esserlo per davvero.
Almeno, avrebbe avuto una valida scusante per non essere andato lì.
Tornò a fissare l'articolo di giornale, spostando lo sguardo che fin ora aveva tenuto puntato su Koala, che non accennava minimamente a cambiare idea.
<< Sono arrabbiato, lo capisci questo? >> disse alla fine, senza muoversi di un millimetro << Con Ace che si è lasciato provocare, con Rufy che – come al solito - ha fatto di testa sua, col mondo intero e, sopratutto, con me stesso. E anche se provassi a piangere, non ci riuscirei, non in questo stato almeno. Quindi, l'unica cose che mi rimane è distruggere tutto quello che mi circonda, compreso me stesso. >> fece un sorriso amaro << Tanto, che importanza ha? >>.
Koala stava per replicare violentemente, dandogli dello stupido e dicendogli che tutti quanti i rivoluzionari tenevano a lui – specialmente lei stessa, che era sua amica -, volendo persino azzardare un riferimento al fatto che né Ace né Rufy avrebbero voluto che lui si lasciasse andare in quel modo.
Solo che, quando stava per pronunziare queste parole, qualcuno entrò con prepotenza nella stanza e sbattendo la porta con forza. La persona in questione aveva tutti i capelli appiccicati sulla faccia e il fiato corto. Si rimise subito ritta sul posto.
<< Scusate, Hack mi ha detto che eravate qui, perciò ho pensato che... >> annunciò con un fil di voce e cercando di non fare caso al disordine.
<< Taglia corto Grey e dicci qual è il problema! >> disse Koala, facendo cenno al compagno di avvicinarsi.
Questo obbedì e si fece strada con cautela. << Ho pensato che questo potesse interessarvi. >> disse, sventolando un giornale.
Sabo lo guardò con la coda dell'occhio per un istante, per poi tornare alla sua posizione iniziale. << Grazie, ma non ho bisogno di altre notizie sulla guerra. >> esclamò con una certa acidità.
<< Oh, io penso invece che questa notizia ti piacerà! >> disse Grey, lanciando il giornale davanti a Sabo e andandosene senza aggiungere alcunché.
Koala osservò perplessa il suo compagno mentre si allontanava, mettendosi poi vicino a Sabo, evitando alcun tipo di contatto fisico.
<< Che succede? Che c'è scritto? >> chiese, notando che gli occhi di Sabo erano sgranati improvvisamente e che le sue labbra sembrassero tremare per lo stupore.
La ragazza posò lo sguardo sul giornale, osservando la foto di un ragazzo completamente fasciato e che aveva un cappello posato all'altezza del petto, quasi in segno di rispetto. Capì subito di chi si trattava e anche lei rimase basita.
Lesse ad alta voce quello che l'articolo diceva: << “Il pirata Rufy Cappello di Paglia, che aveva creato un putiferio durante la guerra per la supremazia, torna nel luogo dove suo fratello è deceduto, facendo nuovamente scalpore. Infatti, pare che con lui fosse presenti Jinbe, il Cavaliere del Mare, e Rayleigh, il Re Oscuro. Il perché stessero accompagnando Cappello di Paglia non è ancora chiaro, come non è ancora chiaro il messaggio che quest'ultimo ha lanciato con i sedici rintocchi fatti alla campana della Ox. La Marina conta di ricatturarlo, dopo esserselo lasciato scappare ancora una volta, e di fornire ulteriori spiegazioni al più presto.” >>
Koala si interruppe, non potendo evitare di sorridere. << Hai visto? A quanto pare tuo fratello minore sta benone. Non fa altro che far parlare di sé! >>.
Tentò di farlo sorridere con una lieve risata, ma vide che Sabo era preso da qualcos'altro. Infatti, grosse lacrime stavano solcando il suo viso, mentre si mordeva il labbro per frenare i singhiozzi.
<< Sta bene...Almeno Rufy sta bene! >> disse sommessamente << Allora... allora il sacrificio di Ace non è stato vano! >>.
Koala sbatté palpebre, confusa e sorpresa in egual misura. << Sabo, stai... ? >> si prestò a chiedere.
<< Io non piango, te l'ho già detto! >> protestò lui, tirando su col naso.
La compagna fece un lieve sorriso, quasi rinfrancata dal fatto che Sabo fosse tornato il tipo cocciuto di prima, e si mise davanti a lui.
<< Hai ragione, mi sono sbagliata... >> sussurrò, dandogli un lieve bacio in fronte, mentre i capelli di lui coprivano il suo volto bagnato di lacrime.
Si allontanò un secondo dopo, chiudendo la porta dietro di sé. E fu allora che poté sentire le urla dell'amico, miste a un pianto irrefrenabile.
Koala si affrettò a dire ad Hack di chiamare un medico, mentre rimase appoggiata alla porta e con la mani strette nella maniglia. 
Era un modo per fargli compagnia e anche lei non poté evitare di far scendere qualche lacrima.
Ora sapeva che Sabo, qualsiasi cosa fosse successa, sarebbe davvero stato più forte.
Aveva provato il dolore, quello vero e intenso e che in pochi capiscono.
E per questa ragione Koala non poteva smettere di pensare, con una muta felicità, che sia Sabo che Rufy sarebbero stati abbastanza forti per affrontare tutto questo insieme.


Dressrosa. Due anni dopo.


Koala era comodamente seduta, mentre teneva il piccolo lumacofono in mano. La cosa bizzarra era che stava seduta sul corpo inerme di uno scagnozzo battuto poco prima, trovandolo davvero molto comodo.
<< Pare che anche Robin sia in questa nazione. >> esordì, continuando a dondolare le gambe e sbattendo i tacchi delle sue scarpe sui fianchi del pover uomo svenuto.
Koala ricordava ancora quando quella donna era arrivata alla base e ricordava anche di come lei e Sabo la lasciassero partecipare ai loro discorsi sulla ciurma di Cappello di Paglia. 
<< É  passato un sacco di tempo. Mi piacerebbe rincontrarla! >> disse, con una punta di nostalgia.
Ovviamente sapeva che il tempo che era trascorso da quando Robin era tornata con la sua ciurma, non era nulla rispetto a quello che la persona dall'altra parte della chiamata era stata costretta ad aspettare.
Sabo, il diretto interessato, non disse ancora nulla – nonostante fosse stato lui a chiamare, tra le altre cose -. 
<< Mi piacerebbe incontrare anche lui. >> pronunciò Koala, senza alcun timore.
Gli sentì fare un cenno d'assenso. << Credevo mi prendesse a pugni! >> disse infine, la voce rotta da una sorta di pianto.
Koala non poté evitare un'esclamazione di sorpresa.
<< Hai pianto? >> chiese lei.
<< Io non piango! >> insistette lui – e per l'ennesima volta, aggiungerei -, tirando comunque su col naso.
Koala soppresse un risolino. Entrambi sapevano che stava mentendo spudoratamente, eppure ad entrambi andava bene così.
La sua compagna del resto era consapevole che, sotto quell'aria orgogliosa, si nascondeva uno dei fratelli maggiori migliori che avesse mai visto.
Glielo aveva detto più volte, mentre si sentiva nervoso per l'imminente incontro con Rufy, e lui si era solo limitato a fare strani borbottii, lievemente imbarazzato.
Koala si sentiva stranamente felice, e poteva solo immaginare come si sentisse Sabo.
Non sapeva per quale ragione, ma immaginava che i due fratelli avrebbero pianto insieme ancora una volta, non appena questa storia fosse finita e avessero avuto più tempo da passare insieme.
E sarebbe stato davvero così.
Ma questo doveva rimanere un segreto tra lei e Sabo.

 
Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration
And let it go
Let it go 


Angolo della shippers dell'autrice:

Vi avevo avvertito che avrei buttato giù qualcos'altro su questo meraviglioso fandom, e cosa c'è di meglio di una storia incentrata su Sabo e Koala? *^*
In realtà, è da quando mi sono innamorata di questa coppia ( ovvero tempestivamente, ma sono dettagli! uu ) che speravo di scriverci su qualcosa. 
L'idea mi è venuta in mente grazie alla scena finale in questione: non chiedetemi perché, ma mi riesco proprio a immaginare un Sabo che fa il duro ed evita di piangere, proprio come Ace ( per non parlare di come tentano di farlo sempre assomigliare al nostro caro Pugno di Fuoco... T.T). Per il resto, ho voluto pensare anche a un Sabo che si dispera non solo per la morte di Ace, ma anche per Rufy, dato che non era ancora certo se fosse sopravvissuto o meno agli attacchi della Marina. Inoltre, le varie fan art che girano su Internet mi hanno spinta a scrivere questa storia, per cui voglio ringraziare davvero tutti coloro che creano queste meraviglie. Dico davvero, siete un'ottima fonte di ispirazione per me <3
Alcune cose sono frutto della “idee brillanti” della mia mente, tipo l'invenzione di un rivoluzionario di nome Grey... Lasciamo perdere, va! 
Gli spezzoni in corsivo sono tratti dalla canzone “Iridescent” dei mitici Linkin Park, che è stata la mia colonna sonora durante la stesura di tutto il testo.
Ora, mi sembra estremamente difficile che riceverò recensioni positive per questa storia, dato che trasuda OOC da tutte le parti. Dunque, questo è un modo carino per chiedervi di lasciare una recensione se la storia vi ha fatto schifo o per segnalare eventuali incongruenze.
E per concludere, vi avviso ancora una volta che sono propensa a tornare. So che sono una rompina, ma One Piece mi provoca tanti feels e idee che non posso lasciare dentro la mia testa, o rischio di esplodere. (?)
Vi ringrazio davvero di aver avuto la pazienza di leggere fino a qui. Alla prossima,
_Lady di inchiostro_

P. S: ci tenevo a ringraziare tutte le persone che non solo hanno recensito le mie precedenti storie sul fandom, ma che le hanno anche messe tra le ricordate/preferite/seguite. Siete riusciti a far aumentare la mia autostima di qualche gradino! ^^


  
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: _Lady di inchiostro_