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Autore: iris_manu    17/02/2015    2 recensioni
Sono Genny ed ho 16 anni.
Sono introversa e non do tanta confidenza agli estranei a causa dello shock che ho subito quattro anni fa.
Si tratta di una ragazza che deve diventare abbastanza CORAGGIOSA da capire che non tutti i ragazzi sono uguali a quelli del 7 dicembre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tardi e io ero nella macchina di Harry con lo sguardo concentrato fuori dal finestrino, sul cielo che cominciò ad oscurarsi. Tra me e Harry regnava il silenzio più totale e, per vedere cosa stesse facendo gli rivolsi un'occhiata sfuggente. Guidava, sembrava pensieroso... Sperai che stesse rivalutando l'opzione di riportarmi a casa, ma vedendo il modo sicuro in cui si dirigeva verso la sua abitazione, capii che non erano quelli i pensieri che affollavano la sua mente. Ero molto timida per quello non parlavo, invece Harry si è mostrato subito molto estroverso e sicuro di sè... A molti piace mescolarsi agli sconosciuti, attaccare bottone e fare amicizia in fretta, ma io non sono mai stata così, almeno non più. La cosa divertente è che quando la gente ti definisce "timida" di solito sorride. Come se fosse una cosa carina, un’abitudine buffa che avresti perso crescendo, come i buchi nel sorriso quando ti cadono i denti da latte. Se Harry sapesse come ci si sente a essere timidi, non soltanto insicuri, non sorriderebbe. No, se sapesse cosa vuol dire avere un nodo allo stomaco o le mani sudate, oppure perdere la capacità di dire qualcosa di sensato. Non era affatto carino. Tirai fuori dalla mia Freitag il mio impermeabile prevedendo già che appena saremmo usciti dalla macchina avrebbe iniziato a piovere. Adoravo quella borsa, era così spaziosa da poter contenere tutto ciò di cui avrei avuto bisogno in caso di necessità.
L’unica cosa che mi sollevava in quel momento era che a casa di Harry sicuramente ci sarebbero stai i suoi genitori od eventuali fratelli o sorelle. Proprio in quel momento la macchina accostò parcheggiando. Eravamo arrivati.
 
“Sta sera avremo la casa tutta per noi… Mia sorella e i miei non ci sono…” disse Harry con un ghigno divertito prima di sbloccare le portiere permettendoci di uscire.
 
Come previsto cominciò a piovere a dirotto così io mi avvolsi nel mio impermeabile. Le nuvole scure correvano nel cielo nascondendo le stelle che stavano cominciando a nascere. Il vento insistente spingeva le ciocche rosse sulle mie guance e la mia fronte così mi costrinse ad alzare il cappuccio nero dell’impermeabile per poi sistemarne la tracolla al di sotto. Corsi sotto il portico che affiancava la casa di Harry: una villetta colorata che spiccava fra quelle del vicinato che erano grigie e senza vita. Harry mi giudò verso l’entrata prendendomi per mano. La sua mano avvolgeva completamente la mia essendo molto grande. Lui tirò fuori da una tasca dei pantaloni le chiavi di casa sua quando, per mia fortuna gli caddero dalla tasca anche quelle di casa mia, così anticipai la sua mossa di riprenderle e le raccolsi io. Appena le ebbi fra le mani comincia a correre più rapidamente possibile sotto alla pioggia scrosciante. Ogni goccia che colava sulla mia schiena e la percorreva fino ad essere assorbita dal tessuto di pantaloni, mi faceva rabbrividire. Sentivo i tonfi pesanti che causava Harry correndo fra le pozzanghere mentre mi ordinava di fermarmi. Il ferro scivoloso di un tombino mi fece ribaltare e sbattere il mio fondoschiena sul cemento duro del marciapiede. Alle mie spalle vidi Harry che avanzava rilassato verso di me come se raggiungermi fosse una passeggiata. Non riuscii più ad alzarmi a causa del lancinante dolore che attraversava il mio corpo inerme. Cercai la mano di Harry che si trovava già al mio fianco.
 
“La prossima volta stai più attenta…”
 
Non diedi importanza alle sue parole e feci carico sul suo braccio per sollevarmi. Quando fui in piedi accanto a lui strizzai gli occhi dal dolore così mi aiutò a camminare verso casa sua appoggiando la sua mano sul mio fianco costringendomi a lui. Sollevai lo sguardo per vedere la sua espressione che mi sembrò cupa ed irritata. Mi allarmai quando mi lasciò andare pensando che si fosse stufato, ma voleva solo aprire la porta. Entrammo in casa sua. Ero fradicia quindi rimasi sulla soglia osservando attentamente le sue mosse. Salì le scale, ma, prima di sparire dietro il muro, fece un passo indietro.
 
“Cosa aspetti? Vieni, dai!” mi incitò con un sorriso.
 
Mi rilassai all’idea che Harry non fosse arrabbiato con me e avvicinai a lui tranquilla. Camminava sicuro verso la stanza infondo al corridoio controllando ogni tanto che io fossi ancora dietro di lui. Entrammo in quella che dedussi fosse la sua stanza, ordinata per essere di un maschio: un letto singolo in centro alla stanza affiancato sul lato da un comodino dove teneva svariate robe, l’armadio era immenso. Harry estrasse da quest’ultimo un asciugamano, una maglia femminile con dei pantaloncini che affermò fossero di sua sorella. Me li porse con un sorriso ed io mi convinsi a metterli. Chiesi cortesemente ad Harry di uscire dalla stanza per farmi cambiare e lui fece come di mia proposta. Appena lui chiuse la porta il mio cellulare vibrò all’interno della mia borsa, lo recuperai: era un messaggio da Grace che mi chiedeva come si svolgeva la situazione, scrissi che stavo bene e che le avrei raccontato i dettagli più tardi. Mi cambiai velocemente asciugandomi che Harry mi aveva messo a disposizione, fortuna che si erano bagnati solo la maglia ed i pantaloni. Mi arrivò un altro messaggio:
 
Raggiungimi nella stanza qui accanto… Xx
 
Ps. Non tentare di scappare perché ho chiuso a chiave…
 
                                                                                                    Da: Harry
 
Alzai le braccia al cielo pensando a quello che Harry aveva in servo per me e poi, dove sarei potuta scappare? Avrei dovuto correre di nuovo sotto la pioggia fredda per poi fare una delle mie solite fini. Uscii dalla stanza bussando come da istruzione prima di entrare. Lo trovai sotto le coperte mentre si aspettava che io lo raggiungessi all’interno del letto.
 
“Puoi portarmi a casa?” chiesi rassegnata.
 
“No, stanotte sei solo mia…” ammiccò con un sorriso malizioso.
 
Rimasi lì, ferma sullo stipite della porta ad osservarlo, non avevo intenzione di passare la notte nello stesso letto con lui, ma a quanto pare ne fui obbligata. Cominciai a fare dei piccoli passi verso il suo letto mentre vedevo il suo sguardo andare su e giù per il mio corpo. Arrivai a letto, spostai le coperte ed entrai. Il profumo di Harry annebbiò i miei sensi. Il letto era già caldo. Lui cercò subito di attorcigliarsi al mio corpo, ma non glielo permisi.
 
“H-harry, ti prego, no…” sussurrai dolente.
 
Non fece caso alla mia supplica e durante tutta la notte tentò ripetutamente un contatto, ma io lo allontanavo ogni volta. Continuava a svegliarmi per avere risposte da parte mia. Presa dal sonno che si faceva sentire sempre di più a causa di Harry che mi lasciava sveglia gli dissi di smetterla perché tanto non mi avrebbe convinta e che volevo dormire. Harry continuò eccitato mentre mi sussurrava che sotto sotto volevo.
 
“Basta Harry smettila ora! Sto iniziando a stancarmi! Vado nel letto di camera tua se non la smetti all’istante!” urlai frustrata.
 
ORA, solamente ora mi resi conto che eravamo un letto matrimoniale che molto probabilmente era quello dei suoi genitori. Mi alzai immediatamente per poi coricarmi verso la camera di Harry e andare nel suo letto per poi finalmente dormire in pace. Mi addormentai all’istante  senza Harry che mi disturbasse.
 
                                                                  
                                                      * * *
 
“No basta, ti prego smettila!” urlai inconsapevole nel sogno.
 
Per la millesima volta stavo sognando ancora quello schifo. Nel sogno era successo ancora peggio di quello che è accaduto nella realtà.
 
Harry, che durante la notte si era intrufolato nel letto di cui mi ero appropriata, mi svegliò preoccupato dicendomi rassicurante che era solo un sogno. Mi coprii il volto con le mani gelate dallo spavento, sentii che avevo le guancie umide segno che avevo pianto nel sonno. Mi sedetti nella parte di letto che non era stata occupata da Harry. Cominciai a convincermi che era solo un sogno. Lui mi spinse giù facendomi sdraiare accanto a lui, appoggiai la mia testa sulla sua spalla mentre la mia mano era sul suo petto, a sua volta mi circondò i fianchi col braccio. Durante il resto della notte rimanemmo in quella posizione finché la mattina seguente la sveglia del cellulare di Harry suonò. Quella notte non avevo dormito un granché: tra i tentativi inutili di Harry e Dave nel sogno… Insomma non è stata la notte più bella della mia vita. Mi alzai dal letto di malavoglia per raggiungere Harry che era già uscito.
 
“Buongiorno amore” disse sottolineando l’ultima parola “Mi sono divertito ieri  notte, mi piace il tuo modo di essere “difficile”… Ma io non mi arrendo”. Mi fece l’occhiolino che mi fece rabbrividire.
 
“Ricordati che non è facile dopo quello che mi è successo e poi neanche ci conosciamo! Più o meno…” sussurrai.
 
“Ma se stiamo insieme!” rise come se avessi detto la sciocchezza più grande del mondo.
 
Lo guardai interrogativa. Camminando seduttiva mentre Harry si mordeva il labbro inferiore, continuai provocante avvicinandomi al suo orecchio e sussurrando con voce calda:
 
“Ti piacerebbe”
 
Lo so, non era da me… Ma era come se Harry fosse il ferro ed io il magnete, si attraggono a vicenda. Io dovevo essere la santarellina, ma non sempre è così. Prima che avessi il tempo di allontanarmi da lui mi afferrò per il polso e cominciò a baciarmi violentemente. Io ricambiai, afferrando la parte dietro del suo collo per abbassarlo all’altezza della mia bocca.
Harry, orgoglioso della mia risposta, mi portò a muro cercando un contatto più intenso, ma io mi limitai a terminare quel bacio appassionato con uno a stampo. Così scivolai via da lui. Salii le scale per andare a rivestirmi e andai nel balcone a ritirare i miei vestiti che avevo lasciato per tutta la notte sulla stendi biancheria. Erano ancora umidi ma non esitai a indossarli. Misi i vestiti che avevo usato per la notte nel cesto della biancheria da lavare. Raccattai le ultime cose che avevo lasciato nella camera di Harry e corsi in bagno per spazzolarmi i capelli. Non serviva che Harry mi dicesse di fare come se fossi a casa mia, perché non mi ostinavo a farlo. Feci un po’ di tentativi prima di azzeccare la stanza esatta, infatti la sua villa era ampia e piena di camere. Uscii dal bagno dopo essermi data anche una sciacquata al viso e mi trovai Harry fuori dalla porta che mi osservava con lo sguardo lussureggiante. Mi accarezzò la guancia con il pollice ed io mi sollevai in punta dei piedi per darli un bacio a stampo sulla guancia appena percepibile. Lo sorpassai e gli dissi di riportarmi a casa e lui annuì. Arrivata davanti alla porta di casa mia, ringraziai Harry per il passaggio e per avermi ospitato anche se contro la mia volontà.
 
“Ciao, Harry!” lo salutai indecisa su come chiamarlo.
 
“Ciao amore mio…” mi sorrise e aggiunse: “Ehy, neanche mi dai un bacio?”
 
Mi bloccai prima di entrare e mi girai per baciarmi la mano e poi dirigerla verso di lui soffiando, una specie di bacio nell’aria che face finta di catturare e portarselo alla bocca. Harry non si accontentò di quel “bacio” così mi afferrò per il polso e mi baciò sulla bocca. Entrai in casa senza aggiungere nulla. Corsi in bagno per farmi una doccia veloce meditando su quello che era successo e su quello che Harry era diventato per me.
 
  
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