Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: malandrina4ever    17/02/2015    8 recensioni
I think I'm drowning
asphyxiated
I wanna break the spell
that you've created
You're something beautiful
a contradiction
I wanna play the game
I want the friction

[...] Sirius ghigna e il biancore dei denti è quasi abbagliante nel buio, la smorfia ferina di un amore impossibile che ringhia piano nella testa di James da sei anni, in ogni momento, che lo attanaglia e attacca forte nel silenzio, serrando le zanne alla sua gola e togliendogli il respiro.
E James ha voglia di urlare ogni volta che incrocia gli occhi di Sirius.
[...] Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out

[...] James sta di nuovo guardando Sirius in quel modo.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

CAPITOLO 7.

 

 

 


 

«Non è James, Sirius! A volte, a sentire come parli di lui, è come se fossi convinto di riavere il tuo migliore amico!»

 

 

Quando Harry entra in una stanza, china appena il mento verso il basso, puntandosi uno sguardo incerto attorno, come se volesse evitare di attirare l’attenzione; è un movimento quasi impercettibile, ma è lì, ogni volta e Sirius non può non notarlo. I suoi capelli neri sono naturalmente scompigliati, come se vi fosse esploso un fuoco d’artificio di Zonko in mezzo, ed Harry li tocca raramente, sempre e solo nel tentativo di allisciarseli, ma più spesso le sue dita sono solite fermarsi più in basso, ad accarezzare la cicatrice che gli sfregia la fronte. Parla a bassa voce Harry ed ha un sorriso gentile, l’atteggiamento un po’ sulla difensiva di un bambino che è cresciuto in un sottoscala tra le urla degli zii e gli spintoni del cugino. Lo guarda come il padre e il fratello maggiore che non ha mai avuto, con gli occhi verdi spaventati, ma anche pieni di fiducia per il padrino che potrebbe ancora essere. Ed è l’unica cosa che sia rimasta di lui.

Sirius lo sa che Harry non è James e a volte potrebbe prendere a pugni il muro solo per questo.

Lo sa meglio di chiunque altro, che era lui quello che entrava nelle stanze sempre un passo dietro a James, oppure al suo fianco, e vedeva i suoi occhi sicuri spaziare curiosi all’interno, il mento che scattava automaticamente in alto di qualche millimetro e il sorriso sornione che si dipingeva sulle sue labbra, già pronto a catalizzare l’attenzione di tutti i presenti su di sé. Sirius ha perso il conto delle volte che ha visto volare le dita di James tra i suoi capelli, a scompigliarli ancora di più perché è così che gli piacevano; a volte invece erano le dita di Sirius quelle che scorrevano veloci tra i capelli morbidi dell’altro e James inclinava appena il capo, poggiando la nuca calda sul suo palmo per una frazione di secondo appena, guardandolo di sfuggita. C’era l’infinito in quegli sguardi casuali che gli rivolgeva sotto gli occhi di tutti, mentre Peter e Remus continuavano a chiacchierare di fianco a loro e Sirius aveva tutto quello che si potesse desiderare dalla vita. Era il modo in cui James camminava, la piega delle sue labbra e le ciocche scure che gli sfioravano la fronte, le sue mani che non stavano mai ferme e la voce alta e vivace, sempre pervasa da quel suo timbro ironico, che riempiva ogni silenzio. Era la risata che esplodeva forte e vibrava di vita, il modo in cui correva sempre per qualche metro prima di saltare sulla scopa e spiccare il volo, i piedi che si davano la spinta da terra e le ginocchia strette attorno al manico perfettamente levigato; era il suo sguardo fiero quando il  pugno si alzava di scatto sopra la testa tra le acclamazioni della folla, le ali del boccino che si agitavano frenetiche nella sua presa. Era la vita che sprizzava da ogni suo gesto, la luce che lo animava e a volte raggiungeva anche Sirius, a volte lo accecava. Erano le gocce d’acqua fredda che sgocciolavano dai suoi capelli e finivano sulle guance di Sirius, quando emergeva dal lago nero e scuoteva forte la testa, il sole estivo che gli accendeva riflessi ipnotizzanti sui capelli; era la sua schiena calda premuta contro di lui, il cuore che batteva forte nel petto, sotto le braccia di Sirius, anche mentre James fingeva di dormire, il sapore salato della sua pelle e l’odore del suo collo sotto il naso di Sirius, la punta calda della sua lingua che faceva capolino dalle labbra morbide e gli carezzava piano il polso.

Erano gli zoccoli che battevano sulla terra fresca spezzando i ramoscelli e schiacciando le erbacce, i muscoli guizzanti da animale e le corna possenti di un cervo che correva per la foresta proibita ogni notte di luna piena; gli zoccoli più leggiadri del suo Patronus sfioravano l’aria e svanivano in un guizzo azzurrino, la sua voce che gridava il suo nome in mezzo ad ogni battaglia e il modo in cui lo raggiungeva sempre, pronto a combattere al suo fianco.     

Erano mille cose che non sono più, quelle che Sirius non può dimenticare né confondere, perché i Dissennatori gliele hanno fatte rivivere proprio ogni ora di ogni giorno ad Azkaban e ad un certo punto sono semplicemente rimaste impresse nelle sue retine. Sono le mille cose che lo rendevano James e la realtà è che sono stampate nel cervello e sulla pelle di Sirius, fin dentro l’anima, ammesso ne abbia una, da molto tempo prima di Azkaban.

La verità è che Sirius conosceva James meglio di chiunque altro al mondo ed Harry non gli somiglia neanche un po’.

 

 

«Il rischio sarebbe stato il pepe per James.»

 


Ha il suo naso, i suoi capelli, le sue labbra e persino le sue dita, ma non ha nulla che sia James e Sirius vorrebbe davvero riuscire a non odiarlo per questo.

Ha il suo naso, i suoi capelli, le sue labbra, le sue dita ed è un perenne monito di quello che è stato, di quello che sarebbe potuto essere e allo stesso tempo di quello che non sarà mai più, mai più. È una foto sbiadita di James che ha smesso di muoversi da tempo.

La verità è che Sirius vorrebbe che Molly avesse ragione, vorrebbe crederci a volte. Ci sono momenti in cui guarda Harry e non desidera altro che riuscire ad ingannarsi, cancellare il suo nome dalla testa e riavere James accanto a sé, solo per un attimo, solo un’altra boccata d’aria, l’ultima prima di una nuova apnea. Vorrebbe non aver passato sette anni accanto a lui giorno e notte, vorrebbe non aver prestato tanta attenzione ad ogni suo minimo gesto, allora forse riuscirebbe a ingannarsi, ma semplicemente non può. Conosce James meglio di chiunque altro al mondo e questa è la sua maledizione, guardare Harry e pensare a James per il semplice fatto che non riesce a vederlo, per il semplice fatto che James è quello a cui Sirius pensa tutto il tempo.

 


«Sono passati quattordici anni, e ancora non passa giorno senza che io non senta la mancanza di tuo padre.»

 

 

Fa male da quattordici anni e il tempo non fa che renderlo peggiore, come la lama di un coltello che continua a grattare lenta sulla stessa ferita sanguinante, arrivando sempre più vicina alla carne viva, giù fino all’osso. James ci credeva, che l’amore era l’unica forza in grado di sconfiggere la morte, una forza così potente da sopravvivere ad essa; Sirius non lo sa se il suo amore gli sopravvivrà e continuerà ad aleggiare nell’aria anche dopo che avrà smesso di respirare, ma sul dolore non ha dubbi: se c’è qualcosa dentro Sirius di così forte da restare anche dopo la morte, allora sarà la sofferenza che prova da quattordici anni. 

Gli altri sussurrano tra loro a volte e Sirius sa che si chiedono quanto sia rimasto di lui dopo Azkaban, se quel posto non l’abbia reso pazzo davvero. Sirius si sente pazzo e vuoto, ma in fondo lo sa che è stato James a fargli questo: e dev’essere pazzo sul serio, perché in certi momenti c’è qualcosa che gli manca di Azkaban ed è il poter gridare fino a perdere la voce e far sanguinare le nocche contro la pietra liscia e fredda della sua cella, strapparsi i capelli e farsi bruciare la gola per ore, sbattere i polsi a terra e poi restare lì, steso sul pavimento tra il sangue e il sudore e la sensazione dei capelli di James tra le dita.

Ora Sirius non può più urlare, deve muoversi nella villa austera in cui è cresciuto e fare cose che non hanno più davvero importanza, combattere una guerra che gliel’ha strappato e fingere che la vita continui, che il mondo abbia ancora un qualche senso, che non sia tutta una grande farsa in cui manca l’attore principale. Fa male in un modo diverso ora, più silenzioso e pesante; non urla più e a volte non riesce nemmeno a respirare, ma continua la sua recita anche se il sipario è calato, perché a fingere sono sempre stati bravi i Black e lui quello è.

E gli occhi di Sirius continuano a cercare Harry proprio come la lingua che non smette di stuzzicare la ferita sulle labbra, lo cercano ed è il sollievo e la disperazione della consapevolezza che James è esistito, che tutto quello è stato, vivo e reale come il dolore bruciante che è sempre con lui. Sirius guarda Harry ed è come ricevere un pugno in faccia, ma è anche la prova fisica che James non ha sempre vissuto solo nella sua testa, che c’è stato un tempo in cui era lì accanto a lui e Sirius non era innamorato di un fantasma.

Sirius non era un fantasma e i capelli tra le sue dita erano morbidi e odoravano di lui, si piegavano appena sotto il suo tocco e poi tornavano a stagliarsi verso l’alto, forti e ribelli come il proprietario. Il suo respiro era caldo e lo faceva rabbrividire, la sua risata sovrastava ogni altro rumore e le sue labbra sapevano di Whiskey e sangue quella notte di una vita prima. E non è mai stato tutto un sogno.

James era vero e gli manca come l’aria nei polmoni.

 


« Bel colpo, James! »  

 

 

Sirius sa perfettamente che Harry non è lui, ma ci sono attimi fugaci in cui riesce a dimenticarlo.   

 

 

 

 

 

 


 

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: malandrina4ever