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Autore: Anonimadaicapellibiondi    17/02/2015    1 recensioni
Amber era uscita dal tunnel, era cambiata. Ma nessuno se ne era accorto, aveva perso tutto ciò che amava per colpa dell'eroina. Ma voleva ricominciare e la sua città non glielo permetteva. Così prende un aereo per Parigi. Una decisione che le ha cambiato la vita. Una decisione presa perchè vuole tornare ad essere felice, vuole tornare ad essere forte. Più forte di prima.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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cap25

Era passato ormai più di un mese da quando mia madre era di nuovo nella nostra casa. Era malata, non l'avevo certo dimenticato e dopo giorni di riflessione decisi di starle accanto. Le spiegai quanto ci tenevo a lei.

-Tesoro, sei l'unica persona che ho al mondo... l'unica che amo... sei la mia vita- disse felice quando le rivelai la mia decisione.

-Mamma, voglio starti vicina e ti voglio bene... - le dicevo sorridendo.

Ma non potevo ignorare l'altra faccia della medaglia. Non potevo dimenticare il fatto che restando in America avrei rinunciato a Leo, Amelie e tutta la mia vita che mi ero costruita. Non fu certamente facile spiegare loro che sarebbero stati in due nell'aereo dall'Ohio per la Francia.

-Ti amo Leo, spero capirai- dissi tra le lacrime il giorno della loro partenza.

Vedere il viso dei miei due compagni grigio come il fumo di una sigaretta mi fece davvero male. Sentii una spada lacerarmi il cuore. Mi sentivo così in colpa.

-Ti amo anch'io... mi mancherai- mi sussurrò lui, abbracciandomi

Amelie poco dopo si aggiunse a quell'abbraccio fatto di amore, amicizia, gioia, tristezza, onestà, sincerità, ricordi. Sentire i loro corpi accanto stretti al mio fu una sensazione meravigliosa e paurosa al tempo stesso. Meravigliosa perchè sentivo i loro sentimenti per me, il loro grande affetto ma al tempo stesso avevo paura. Paura di non poterli rivedere mai più. E se Leo si innamorasse di un'altra? E se mi dimenticassero? E se iniziassero ad odiarmi per averli lasciati partire senza di me? E se cambiassi idea e decidessi per tutta la vita di vivere a Greensburg?

-Amber...- mi sussurrò Amelie prendendomi la mano

-si?-

-Voglio darti questa... è per ricordarti che io ci sarò sempre per te e non dimenticarti mai che anche se siamo lontane i nostri cuori saranno sempre vicini e per qualsiasi cosa tu basta che mi chiami e correrò da te-

Amelie mi porse una collana d'argento con un ciondolo a forma di "A". A come Amelie, A come Amber, A come amicizia.

-Sei la migliore amica perfetta...io ti adoro- dissi commossa indossando la collana

Capii che non li avrei più visti per un bel po' di tempo solo quando arrivò il taxi per l'aeroporto.

Mi era difficile realizzare che avrei vissuto d'ora in poi una vita senza di loro. Ovviamente ci saremmo incontrati spesso, sentiti spesso ma, vivere ogni giorno fianco a fianco alla propria migliore amica o uscire alla sera con il fidanzato, non è come sentirsi su Whatsapp o chiamarsi su Skype. "Perchè deve essere tutto così complicato?" mi ripetevo spesso.

Rimasi affacciata alla finestra a vedere il taxi giallo correre lungo la strada e mi scese un'altra lacrima. Mia madre si avvicinò e appoggiò la sua testa sulla mia spalla.

-Doveva proprio essere bello vivere a Parigi...-

-Bello... bellissimo... intenso...gioioso...- abbozzai un sorriso

-Mi dispiace, amore mio- si sedette sul divano e io la seguii

-Di che stai parlando?!- non capivo il motivo per cui chiedermi scusa.

-E' solo colpa mia se tu ora sei qui a piangere... -

-Mamma... io sono tua figlia ed è importante che io mi occupi di te... la tua felicità è tutto ciò che voglio ora... -

-Non avrei dovuto bere così tanto, mettermi in pericolo... rovinarmi da sola-

-Era colpa mia se ti eri ridotta così... ho commesso sbagli anch'io ... tutti li commettiamo-

-Sei così saggia Amber... -

Ci abbracciammo e in quel momento pensai che avevo davvero preso la giusta decisione. Mia madre aveva bisogno di me e io non potevo tirarmi indietro. Non potevo, ma soprattutto non volevo.

E così cominciarono le visite mediche, i medicinali e le cure. Il medico mi aveva avvertita, era una situazione grave dove non c'erano cure ma la possibilità del trapianto. Ci volle molto tempo, pazienza, affetto per convincere mia madre all'operazione.

I giorni precedenti l'operazione furono per me una gran prova di forza. Mia madre doveva fare molte visite, esami. Mi sorprendeva giorno dopo giorno. Era davvero una donna forte ed io andavo fiera di lei.

-Tieni duro, è quasi finita- le dicevo dopo ogni esame

La sua vita era come un'altalena. C'erano giorni in cui stava talmente bene che voleva persino andare al mare, fare una gita mentre altri in cui non faceva altro che dormire e non aveva nemmeno la forza di parlare. Odiavo quei momenti. Le stavo talmente vicina che ormai provavo molta empatia nei suoi confronti e qualsiasi suo stato d'animo lo percepivo anch'io.

Vederla soffrire procurava in me gran dolore. La notte, quando non mi vedeva piangevo, sola, nel mio letto. Ma di fronte a lei mi ero promessa di darle sempre forza, mostrarle positività e farle coraggio.

-Sei così coraggiosa- mi diceva spesso accarezzandomi la guancia

Io non ci credevo molto, era il mio dovere, il mio cuore mi diceva di farlo. Affrontavamo tutto insieme. Fino a quando arrivò il giorno dell'operazione.


Gli angeli vengono se tu li preghi, e quando arrivano ti guardano, ti sorridono e se ne vanno per lasciarti il ricordo di un sogno lungo una notte, ma che vale una vita. Vivilo in fondo perché lui non torna più.
—  Tiziano Ferro

cap25

  
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