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Autore: Master Chopper    17/02/2015    5 recensioni
'Conosci i motivi per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale, Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio:
Tengoku Marco Sawada.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
VONGOLA X ‘
- CONCLUSA - Attualmente in corso su: ' [SoF] Saga dei Sette Peccati Capitali '
ATTUALMENTE IN REVISIONE. ATTENZIONE, ALLA FINE DELLA REVISIONE I CAPITOLI POTREBBERO ESSERE STATI MODIFICATI RISPETTO ALLA VERSIONE ORIGINALE. Capitoli revisionati: 3.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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Target Number 2: I Vongola non attaccano sempre d'estate -Parte 1.





20 Settembre.

 Era una normale domenica mattina al Parco di Namimori: i bambini giocavano, le anatre e le papere nuotavano indisturpate negli appositi laghetti, la zona con le recinzioni per le caprette e altri animaletti era aperta al pubblico e Tengoku veniva inseguito da un orso.
Ah, già... quello non è tanto normale.


“Noooh!! Ti prego Reborn, fallo smettere !”

Il ragazzo correva a perdifiato, rincorso dalla belva che, seppur di discrete dimensioni, ospitava sul suo dorso un Reborn particolarmente rilassato, attrezzato pure di sedia da sdraio e tavolino formato mini. Tutto elegantemente disposto sulla vasta schiena della creatura.

“ Vai Tenbaka! Se non riesci a fare un po’ di jogging senza faticare, non puoi divertirti… Scacco matto.”
Annuì il piccolo, mentre sorrideva all’avversario di gioco, un Leon che muoveva le pedine con la lunga lingua rosa.
 
In realtà l’orso, dimostrava un’espressione tutt'altro che infuriata, quasi… spaventata.

“Maledetto peluche! Fermatiii !!”

“Ten! Ten !!”

Due ragazze di altezza diversa fra loro, li rincorrevano cariche di energia: Akane, con rabbia apparente e due polmoni di ferro. Azura, più controllata, ma non meno affiatata nella corsa.


Mentre il gruppetto si spingeva verso il laghetto degli animali, alla mora venne un’idea: afferrò un carrello vendi-hotdog e lo scagliò con precisione (e forza) esattamente tra i due rincorsi, mandando l’orso a sbatterci contro.
Il poveretto però,non arrestò la sua corsa, andando quasi a travolgere il povero studente, salvato da una Azura corsa in soccorso.


Reborn e il suo partner si allontanarono con un balzo, evitando l’urto del loro mezzo di trasporto contro la recinzione che delimitava il tratto percorribile.
“Ciao ciao !”
Disse, prima di aprire il suo paracadute-Leon e planare via, lontano da occhi indiscreti.
 

I ragazzi decisero di allontanarsi, vedendo la gran folla di persone in avvicinamento, ma non prima di aver notato l’orso che, con aria docile si incamminava verso il fogliame.
 


...

Un’ora dopo i tre erano seduti nel giardino di casa Sawada, all’ombra del portico, per ripararsi dai tremendi 30 gradi. Poche nuvole offrivano quel riparo, infatti molti cittadini di Namimori avevano preferito andare a mare, distante non molti chilometri.


Ma qualcuno aveva preferito restare nella, ormai deserta in tutti i sensi, città.


“Uffa, vorrei andare in spiaggia ! Questo caldo non lo reggo proprio …” Sospirò il bruno, accasciandosi sull’erba.

Indossava poco altro che una maglietta nera a maniche corte e un bermuda rosso fiammante, per evadere al meglio dall’incombente calore.

“Ma Ten, Veronica non è in casa. Con quale macchina vorresti andarci ?” Anche Azura rimpiangeva l’acqua in quel momento e,con sguardo sognante, valutava l’idea di immergersi per farsi una bella nuotata rinfrescante. Ahh, sembrava quasi impossibile!

Lei invece aveva optato per una maglietta bianca, coperta per lo più da una giacca leggera in jeans. I pantaloni erano celeste chiaro, leggermente attillati. Mentre ai piedi calzava delle scarpe da ginnastica color neve.
 

La più grande, che era seduta sul ramo dell’ulivo piantato li da tempo, era vestita un po’ più pesante: minigonna a balze nera con calze bianche sottili, un top dello stesso colore, ma con delle fiamme disegnate sopra e una giacca di pelle nera a coprirla.

“Già, Veronica-sama è partita ieri sera con i suoi amici. Tornerà tra qualche ora, ma non credo che avrà voglia di accompagnarci …”

Pensò Akane, ripensando alle innumerevoli telefonate che il compagno aveva fatto, pregando la tutrice di portarli in spiaggia. La donna, non poteva certo ritornare in città per poi ritornare dove si era accampata con gli amici. Come fare?


“Trovato !” la mora balzò in piedi, spaventando gli altri due, immersi in mille pensieri.

“Azura, hai detto che tuo fratello è in confidenza con il proprietario del negozio dove lavora. Potrebbe farsi prestare un mezzo di trasporto, no?”

“Nooo !” la rossa mise le mani avanti con aria nervosissima.

“Primo: mio fratello è uno scemo. Secondo: ha solo sedici anni, non avrà mai la macchina del suo capo.”
Disse, scuotendo ripetutamente la testa con fare categorico.


Tengoku, sconsolato rientrò in casa.

“Io vedo se trovo qualcosa su Internet. Vi lascio la porta finestra aperta, se entrate chiudetela: Veronica mi ammazza se entrano le zanzare.” Sentenziò il ragazzo, imitando la saccente tutrice.

“Ok, boss !” Annuì la più grande, facendo il segno del pollice in su.
 
Presto il silenzio creatosi venne riempito dal cinguettare di qualche uccellino in sosta sui tralicci.


“Aka, come mai hai smesso di avere quell’aria formale con Ten? Prima eri tutta ‘Sì, Undicesimo!’, ’Subito,Sawada-sama!’. Non prenderla a male, ma sono molto curiosa di sapere il perché. ”
Domandò la piccola, appoggiando la schiena alla parete bollente. Era chiaramente imbarazzata dall domanda, forse per la paura di sembrare troppo indiscreta.


“Uhuhu.” Rise, di risposta l’amica.
“ Dai Vongola sono sempre stata educata sulla sacralità del Boss, come se fosse un messia. Non posso farci niente, ma se Tengoku non lo vuole, non mi sento di insistere.”


“Ah! Sembra difficile la vita da questi Vongola… ” Azura non capiva ancora il concetto di ‘Famiglia’ in cui si era involontariamente cacciato il suo migliore amico.

“No, anzi: da quando c’è Decimo al comando è diventata la Famiglia più unita e bella di sempre. Non c’è invidia o doppiogioco all’interno di essa, nemmeno le Alleate si sognerebbero mai di ribellarsi. Se c’è qualche dubbio o incomprensione, si chiarisce pacificamente. Inoltre, le figure dei Guardiani rappresentano la vera Giustizia, a cui nessuno sarebbe in grado di opporsi. Tsunayoshi-sama diceva che da piccolo voleva creare un mondo Giusto e Leale. Secondo me, anzi secondo noi, ci è riuscito. ”

La ragazza aveva descritto quella situazione come se fosse stata la più incantevole delle fiabe, come un mondo incantato e fantastico. Ma nei suoi occhi c’era la passione di chi aveva visto per davvero quelle cose.


“ E allora… perché ha abbandonato Ten qui in Giappone?”

Quella domanda lasciò di sasso la bruna, che fu costretta a girarsi per notare come l’amica avesse serrato i pugni.

Nel suo sguardo c’era tristezza, ma anche determinazione. Guardando l’orizzonte si mordeva piano il labbro inferiore, come se volesse trattenersi dal dire altro.
“I-Io…”
 

“Azura-chan! Akane-chan !”


Una voce energica le chiamò dal piano superiore, facendole smuovere dalla loro postazione, per accedere alla camera del ragazzo.
Lui era seduto davanti al PC, mentre con gli occhi sbarrati e un sorriso a trentadue denti le invitava ad avvicinarsi.

“Guardate! Tra un’ora parte un pulmino che porta fino alla ‘Spiaggia Sabbia Bianca’ a dieci chilometri dal centro di Nanimori. Poi, possiamo ritornare verso le 16 alla stessa fermata!”
Disse, indicando i vari orari e informazioni sul sito di trasporti della città.

“Stop! Stop! Qui dice che serve almeno un maggiorenne a tutelare dei minori. ” Lo fermò Azura, segnalando una grossa nota scritta in rosso.


“ Già.” I restanti due si voltarono contemporaneamente verso quella che aveva parlato, con un sorriso innocente, ma mostruosamente falso.
“Non è maggiorenne!” mormorò la ragazza, cercando di fingere un’aria indifferente.

“ Maddaiiii !” Insistette Akane, mollandole una pacca sulla spalla, decisamente forte.
“ Dalla fotografia che ho visto sul tuo portafoglio, non credo che nessuno non lo scambierebbe per un diciottenne.”

“Cosa?! Quando avresti guardato nel mio portafoglio ?!”

“Oh, andiamo Azu-chan! Ero pur sempre una spia.” Rispose l'altra, facendole la linguaccia in maniera scherzosa.
 
“Per favore Azura-chaaaan !” Il ragazzo si sforzò di assumere la faccia più patetica del mondo, osservando con gioia l’amica, cedere alle suppliche.
 

“Uff... datemi due minuti … posso andare in corridoio?” Si rassegnò, estraendo il telefono color acquamarina.
 
Akane e Tengoku rimasero soli, ma appostati alla porta socchiusa, cercando di origliare il più possibile.
 
Udirono lo squillare del telefono, poi una voce flebile e meccanica che interruppe il silenzio.
 

“Non capisco niente, che lingua è ?” bisbigliò nervosamente lui.

“Tedesco… l’ho studiato l’anno scorso, qualche cosa potrei capire …” fece la mora, sporgendo ulteriormente la testa fuori dalla stanza, approfittando del fatto che l’amica le stesse dando le spalle.
 
“Gli sta chiedendo dove sia …”


Improvvisamente la ragazza alzò il tono di voce e iniziando a gesticolare in fretta.
 
“Ha detto: Come ancora in fumetteria … è domenica … Non riesco a sentir… Ah,ok. Si è calmata !” Continuò l’interprete improvvisata.
 
“Glielo sta chiedendo.”
 
Silenzio.
 

“Cosa dice?” domandò Tengoku, trovando quella calma parecchio snervante.

“Asp-”
 
Stavolta la rossa urlò sul serio, pestando ripetutamente il piede sul legno del pavimento.
 
“E’ arrabbiata … Dice: Perché quando esci tu devo rimanere a casa da sola, mentre se voglio andare al mare fai tante storie?... Wow, questo è meglio se non lo traduco.” Finì, accasciandosi a terra.

“Che succede? Perché ti sei fermata?”

“Non credo che acconsentirà, Boss: stanno litigando di brutto. Vabbé, tanto domani la scuola è chiusa, no? Se è bel tempo ci riproverem-”

 
Azura irruppe nella stanza, spalancato la porta con forza. In volto aveva un sorriso a trentadue denti, mentre agitava il cellulare con aria vittoriosa.

“Ha detto di ‘Si’! Stava mettendo a posto i manga in fumetteria, quindi passiamo prima da lui e poi alla fermata del pullman. ”
Annunciò con il tono di uno che ha vinto la guerra combattendo a mani nude.

“Sei una forza Azu-chan !” Con gli occhi colmi di ammirazione, il ragazzo corse dall’amica, stringendola in un abbraccio stritolante.

Solitamente uno come lui non  dimostrava mai l’affetto in quel modo, essendo troppo timido, ma la felicità lo aveva munito di un coraggio incredibile.

 “Ok,ok. Ma sbrighiamoci: manca un quarto d’ora all’arrivo del bus.” Li avvisò Akane, incitandoli a correre fuori di casa.
 
 
Dieci minuti dopo erano arrivati all’isolato dove si trovava la fumetteria ‘Dreams in the pages’, al primo piano di un palazzo di quattro. 
La compagnia  si fermò davanti all’entrata, scrutando dalle finestre scure per trovare una forma di vita all’interno.


“ Scusa Azu-chan, come hai fatto a convincere tuo fratello? Sembrava una lite molto forte quella che stavate facendo.”
Chiese il bruno, mentre ,con decisione, aveva varcato la soglia d’ingresso.

“Ah, niente di che … Drake è un sempliciotto, mi è bastato ricattarlo per farci accompagnare fino in spiaggia.”

“Uhm … E con cosa lo avresti ricattato?”

“Meglio che te lo dico dopo, Ten!”
La ragazza liquidò la curiosità immediatamente, facendosi strada fra le teche stracolme di manga e albi importati. Superata la cassa, aprì una porta nascosta da una statua in gesso della mascotte della catena a cui apparteneva il negozio: un topo curvo con degli occhiali tondi, intento a leggere un libro grande il doppio di lui.


Collegata alla stanza principale, vi era il magazzino, di dimensioni uguali, ma decisamente meno ordinato.
 
Superata una montagna di  fumetti, il gruppo venne attirato da un rumore, simile al frusciare della carta.
 

“Ei, sono qui !” Una voce maschile, proveniente dalla fonte del rumore li chiamò: un ragazzo era intento a riordinare diversi scatoloni, mettendoli l’uno sopra l’altro.
 
Era molto alto, spalle larghe e fisico in forma, niente da invidiare ad un modello. I capelli erano biondi, non molto lunghi, ma rimanevano comunque incollati alla fronte per via del sudore causato dal tremendo caldo in quel luogo. I lineamenti del viso erano delicati, come quelli della sorella, a cui somigliavano anche gli occhi, vivaci e allegri come quelli di un bambino.

“ Ciao gnoma !” Salutò, rivelando una voce giovane e attiva.

“Da quanto è che stai rinchiuso qui dentro? Potevi almeno farti sentire.” Rispose stizzita la sorella, chiaramente infastidita dal nomignolo.

“Ahaha, che c’è ,ti mancavo ?” Fece lui, stringendola fra le sue braccia e sollevandola di peso.

“Haaaaa! Che schifo, sei tutto sudato! Lasciami !” Azura di tutta risposta si dimenò, riempiendo di pugni la faccia dell’adorato fratellino.


Concluso il siparietto, Drake si accorse che la ragazza non era da sola, quindi riacquistando compostezza, salutò gli arrivati.

“Piacere, tu dovresti essere Akane. Ah, invece tu sei Tengoku! Ho sentito parlare di te. ” Il biondo ovviamente, aveva sentito commenti tutt’altro che felici sul ragazzo del primo anno, ma finse di non averlo mai visto prima.

“Bhe, io mi cambio in un secondo e poi partiamo. Aspettatemi fuori perché devo chiudere …” Dopo i saluti, scomparve verso una zona indefinita del magazzino, mentre iniziava a togliersi la canottiera impregnata di sudore.
 



Dopo un’altra decina di minuti, il quartetto era seduto su una panchina di fronte alla fermata dell’autobus del centro di Nanimori.

Le ragazze stavano osservando la strada, aspettando l’arrivo del mezzo di trasporto, mentre Tengoku continuava a soffrire terribilmente il caldo, accasciato al legno come un palloncino sgonfiato, totalmente privo di sensi. Drake continuava a fare avanti e indietro per il marciapiede, lanciando spesso qualche occhiata al suo cellulare, per tenere sotto controllo la condizione del tempo. Aveva appoggiato a terra i borsoni colmi dell’occorrente per il mare, munito anche di un dispenser colmo di focacce preparate dalla sorella.

Per fortuna l’agognato bus arrivò, stranamente vuoto, pronto ad accogliere il gruppo. Quando anche Azura, in coda alla fila, salì a bordo, le porte si chiusero.

L’autista, un uomo sulla trentina li salutò, con un velo di sorpresa nel vedere che erano in pochi a beneficare del suo servizio di trasporto. Appena fece per partire, però, una figura non identificata si schiantò, letteralmente, sul vetro del fianco dell’autobus. Il parallelepipedo di ferro traballò un secondo per poi arrestarsi, costringendo tutti i passeggeri a sporgersi dai finestrini.
Una ragazza sul metro e sessantacinque era distesa sull’asfalto, con un’espressione frastornata in volto. I  corti capelli neri, portati a caschetto erano leggermente scompigliati. Indossava una maglietta a maniche corte blu, con la stampa di un’aquila con le ali spiegate sul davanti. Portava dei jeans attillati dello stesso colore e delle scarpe da ginnastica nere.
La carnagione era olivastra, mettendo in risalto i brillanti occhi verde smeraldo, ora spalancati per lo shock.
 
Akane, corse verso lo sportello battendo il pugno contro il vetro numerose volte.

“Io la conosco quella tipa. Autista !”

Il guidatore li fece uscire e il gruppo si radunò attorno alla malcapitata.

“Come va? Riesci ad alzarti ?” Domandò Tengoku, mettendole una mano dietro alla schiena per aiutarla ad sollevarsi da terra.

Lei, di tutta risposta scosse la testa velocemente, per riprendersi. Quando si sentì in grado di muoversi, venne aiutata a rimettersi in piedi.

“Grazie, stavo per perdere il bus, ma sono inciampata.” Con un inchino, si scusò con il guidatore e con i passeggeri per lo spavento causato.
 

“Non ti preoccupare, l’importante è che stai bene. Ragazzi, lei è Giorgia, passa spesso dal negozio di animali dove lavoro.” Disse Akane, mentre con un braccio appoggiato sulle spalle della nuova arrivata, la abbracciava leggermente.

“ Piacere di conoscervi. Akane-chan, ti avevo visto salire, quindi ho affrettato il passo per raggiungerti . Dove siete diretti ?” Giorgia era italiana da quanto si poteva capire, ma parlava perfettamente il giapponese.

“Alla ‘Spiaggia Bianca’. Drake ci sta accompagnando.” Rispose, indicando il ragazzo che ricambiò il saluto.

“Non ci credo! Che coincidenza, anche io. Siamo fortunate ad aver preso lo stesso pullman !” Rise l’italiana, abbracciando l’amica.

-In realtà questo è l’UNICO pullman che porta alla ‘Spiaggia Sabbia Bianca’- mormorò Tengoku, riflettendo sullo strano soggetto che avevano incontrato.

 
Finito lo spavento, il quintetto ripartì, attraversando l’autostrada diretta verso la costa.

Accompagnati da una musica country alquanto gradevole, i ragazzi passarono una ventina di minuti in viaggio. Tra Drake che provava a farli ridere con qualche battute, completamente ignorate dalla sorella, e Giorgia che invitava gli altri a ballare al centro dell’autobus (cosa pericolosissima per via delle numerose scosse a cui erano sottoposti) il tempo volò, lasciando spazio al pungente odore di sale.
 

‘Spiaggia Sabbia Bianca’ era il nome di un resort a ridosso di un grande hotel a cinque stelle, il gigantesco Pilastro del Cielo, che buttava la sua ombra sulla parte meno affollata della spiaggia, ossia dove le barche erano tirate a secca.
 

La combriccola si diresse subito verso il bar del circolo, che fungeva anche da reception, per mostrare i biglietti stampati dal sito internet.  Avvicinandosi alla spiaggia vera e propria, videro poco una ventina di lettini da mare, occupati da qualche famiglia, probabilmente del luogo.
Dopo aver preso posto ai propri, si diressero verso l’acqua, limpida e non molto profonda.

Il ragazzino bruno, avvicinò incertamente il piede per immergerlo, timoroso di prender freddo.


“Dai, Tengoku-chan fatti un bel bagno !”
La mora dai capelli a caschetto, che ora indossava un due pezzi giallo oro, gli afferrò il braccio e, con aria di una che sa di fare la cosa giusta, lo lanciò verso la distesa blu.

Il poveraccio sollevò una colonna di schizzi, emergendo traumatizzato per l’incontro violento con il mare gelido.

Azura e Akane si unirono, la prima indossava un top ad un pezzo, blu scuro e con dei fiori bianchi disegnati sopra, mentre la seconda portava un bikini rosso e nero, con i capelli raccolti in una coda laterale lunga fino al bacino.

I ragazzi portavano dei boxer, quelli del più piccolo erano arancione scuro, mentre quelli del secondo, di un bluette intenso.



Il bruno raggiunse in fretta la riva e, dopo aver constatato con vergogna che anche i bambini avevano meno paura di lui, si sdraiò sul lettino, all’ombra dell’ombrellone bianco.

Chiuse gli occhi, ma prima di addormentarsi pensò che non aveva mai avuto tutti quegli amici prima d’ora… Era incredibilmente felice …

Questo fu il suo ultimo pensiero.

 
“Svegliati Ten-baka !”

Il ragazzo venne scaraventato sulla sabbia da un colpo a tradimento. Ruzzolò per un metro prima che un bruciante dolore lo attaccasse nel punto dove era stato colpito: la guancia destra. Rimase fermo, con lo sguardo rivolto verso il basso, mentre il sudore lasciava posto ai granelli di cui era cosparso.  



Quella voce nasale.
Quella forza.
Quel nomignolo odioso.

Era lui, in mezzo a quel paradiso, il suo diavolo era arrivato …
 


“Ciaoss !”
Un Reborn vestito con gli stessi abiti, solo di color neve, lo salutò abbassandosi leggermente la fedora.

“ Ciaoss un corno! Che ci fai tu qui ?!” Chiese esasperato il ragazzo, mentre si toccava la guancia dolorante e rossa.

 “Ero nascosto nella borsa.” Rispose il piccolo, mentre il suo fidato Leon faceva capolino dal borsellino a tracolla di Giorgia.


“ Stavi dormendo con una faccia da completo ebete. Ti sei reso conto che i tuoi amici sono già usciti dall’acqua ?”

Era vero: probabilmente si erano diretti verso il bar. Il sole era così in alto che non poteva non essere mezzogiorno, quindi il bruno decise di raggiungerli in fretta.

“Ah… a proposito di loro …” lo freddò il sicario,facendo bloccare il suo protetto sul posto, come una statua di ghiaccio.


“Sono proprio promettenti.” Dichiarò con un sorriso enigmatico. Il ragazzo, con una punta di nervosismo, osservò il Tutor.

- Vuol dire che … lo hanno incontrato ?-

E corse, diretto verso il luogo di ristoro, con una strana preoccupazione che gli stringeva il cuore.

 
Trovò gli amici seduti su delle sedie di legno, in un’area al riparo di un grande gazebo. Vide Azura intenta a gesticolare contro il fratello, ma questi non rispondeva, anzi, guardava davanti a se con sguardo spento.

-Staranno litigando.- pensò . Ma quando vide un velo di preoccupazione anche nella faccia di Akane gli venne un balzo al cuore.
Iniziò a rallentare la sua corsa, fino a trovarsi a camminare lentamente in direzione dei quattro.

Drake lo notò da subito e gli rifilò un’occhiata fredda,tagliente che lo fece fermare di colpo, come le parole di poco prima.

Anche Giorgia lo fissò, ma lei era decisamente scossa e stava tremando leggermente.


“Tu …” il biondo si alzò in piedi, surclassando il ragazzino con tutta la sua altezza.

“Quel bambino mi ha detto tutto … sulla storia di questi Vongola.” Erano così vicini che Tengoku riusciva a sentire il respiro dell’altro scompigliargli i capelli.

“ Ah, s-si. Lui è … mio cugino! Si, mio cugino! Si diverte a raccontare a tutti quella storia… ehm… giusto Akane !?” il ragazzo, totalmente intimorito, provò a tirarsi fuori da quella situazione pericolosa.


Ma di tutta risposta la ragazza, fece segno di ‘no’ con la testa.
“Non potevo negare il tutto di fronte a Reborn… Ora ne è a conoscenza.” Rispose con serietà la mora.

“Io… sapevo che la mafia fosse cattiva.” Disse con voce scossa Giorgia, ritrovandosi anch’ella a fissare il diretto interessato, con sguardo supplicante, come a volersi tirare fuori da quella realtà.


“Ascoltami, TU …” Il ragazzo, squadrò il piccolo con un’occhiata intimidatoria.

“Non mi importa per quale causa combatte la tua Famiglia. Se stavi per mettere in pericolo mio sorella , allora ti sbagliavi di grosso.”

“ Sta stai zitto Drake ! Non sono per niente piccola, grazie a lui, ad Akame e a Reborn ho imparato a difendermi per difendere a mia volta le cose che non voglio perdere. Non voglio rinunciare a degli amici !”
Gridò Azura, afferrando il polso del fratello per impedirgli qualsiasi movimento inopportuno.

Dopo un silenzio che parve infinito, il biondo smise di guardare la sorella, come se ne fosse infastidito.

“Se è così forte da difenderti, allora non rinuncerà ad una sfida. Così, tanto per vedere quanto è forte …” le ultime parole le pronunciò con una punta di ironia, osservando di nuovo il fisico gracile del cosiddetto Boss.

“Se vinci, vorrà dire che sei abbastanza forte da poterla proteggere, ma se perdi… non osare mai più avvicinarti a lei!” Sussurrò infine, lapidario.

“C-cosa?” Chiese Tengoku, sbigottito. Si sentiva debole e confuso, come se un ostacolo insormontabile si fosse parato davanti al suo cammino di serenità.


“Accetta.” Gli ordinò una figura alle sue spalle.
Reborn aveva spezzato quella tensione, come risvegliando il protetto da una situazione di stallo.

“Un Boss, così come un amico deve fare di tutto per non perdere le persone di cui si fida.”
 

E con quelle parole che gli rimbombavano nelle orecchie, il ragazzo annuì, con una nuova forza nel cuore.
 







 ANGOLO AUTORE
 

Ciaoss e Welcome back! Come va? Visto, nonostante la fic caricata una settimana(precisa) fa, ritorno con un mini-capitolo di’ Story of a Family’ XP. Vi sono mancato … ammettetelo, che vi sono mancato, tanto lo so XD. Narcisismi a parte, questo e il prossimo faranno parte di un’unica parte (eh?)… no, riproviamo: saranno collegati tra di loro, dato che volevo interrompere questo proprio sul più bello. Cosa accadrà nel prossimo? Drake si convincerà della ‘forza’ di Tengoku(non credo.), torneranno sani e salvi a casa( sani non lo sono mai stati.)… ma soprattutto … Master Chopper verrà perdonato per aver interrotto proprio sulla scena clou un capitolo del genere(meglio che scappo.)? Lo scopriremo … nel prossimo capitolo! Alla prossima X3!  

P.S Ringrazio (ancora) Kurosaki Simon per gli OC (giusto un filiiiiiino OP) e mando un messaggio a tutti coloro che non recensiscono perché le iscrizioni sono terminate:

 

   
 
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