Leggenda
di mezzanotte
Lucius Malfoy
ammirò la sua immagine riflessa nello specchio
a figura intera posto nell’anta sinistra interna
dell’armadio, indossava un
abito da sera di seta con i calzoni grigio perla, la camicia bianca e
il gilet
blu scuro e i capelli erano legati in una coda bassa con un nastro
argenteo.
Prese la cravatta, dello stesso colore dei pantaloni, e se
l’annodò al collo
con movimenti lenti e precisi, senza staccare mai lo sguardo dal suo
riflesso.
Dopo la fine
della Guerra era stato assolto da quasi tutte
le accuse grazie alle testimonianze di Potter, Weasley e Granger che
affermavano di aver visto lui e Draco aiutare molti membri
dell’Ordine e Auror
e ostacolare molteplici Mangiamorte durante la battaglia di Hogwarts;
alla fine
suo figlio non aveva ricevuto nessun tipo di condanno dato che non
aveva mai
ucciso nessuno e lui se la cavò con un anno di arresti
domiciliari. Quando gli
comunicarono la sentenza, il suo stato d’animo non
mutò di una virgola: non gli
importava di marcire ad Azkaban per il resto della sua vita o di morire
tra gli
agi del suo Manor, la sua esistenza si era fermata quando aveva stretto
tra le
braccia il corpo inerme di sua moglie, la sua dolce Narcissa, tutto
aveva perso
senso e l’unica cosa che gli rimaneva era Draco, per il quale
aveva deciso di
voltare le spalle al suo caro Signore
Oscuro e combattere dalla parte dell’Ordine.
Alla fine era
riuscito a superare – più o meno –
l’accaduto
con l’aiuto di suo figlio e di sua nuora, Astoria, dopo quasi
due anni di completo
isolamento all’interno del Manor, senza nessun collegamento
con il mondo
esterno che non fosse Draco il quale lo andava a trovare ogni giorno
per
assicurarsi che non avesse fatto qualche idiozia, come suicidarsi.
Lentamente
suo figlio e Astoria riuscirono a farlo sorridere nuovamente e si
ritrovava
sempre più spesso ad aspettare le cinque, l’ora in
cui i due – ancora solamente
fidanzati all’epoca – sarebbero andati a fargli
visita. E così fu un attimo
ridere di nuovo quando una sera Draco balbettando e arrossendo gli
aveva detto
che aveva intenzione di chiedere la mano di Astoria; da quel momento
divenne
sempre più semplice uscire nel grande giardino del Manor per
prendere una
boccata d’aria e scoprì essere ancora
più piacevole passeggiare per le strade di
Diagon Alley. In un battito di ciglia era come rinato, presentarsi una mattina al
Ministero e chiedere a Kingsley,
l’attuale primo ministro, di poter riprendere la sua vecchia
carica politica fu
semplice e partecipare, ballare anche, al matrimonio di Draco fu
normale.
Già,
Draco… suo figlio era l’unico componente della
famiglia
Malfoy a non aver intrapreso una carriera politica, diventando invece
il
Cercatore dei Cannoni di Chudley ed entrando a far parte della
nazionale di Quiddicth
inglese come capitano. Quando Lucius era morto
– sì, perché nei due anni che
successero la fine della Guerra quella che l’uomo
conduceva non si poteva chiamare “vita” –
aveva preso lui in mano le redini
della famiglia, trovando il tempo per terminare i suoi studi a
Hogwarts, corteggiare
come l’etichetta comanda Astoria e farsi strada nel mondo
dello sport; il
ragazzo era riuscito a risollevare il buon nome della famiglia dalla
pozzanghera di fango in cui era caduto, facendosi rispettare e
superando i
pregiudizi che avevano caratterizzato tutta la sua infanzia e la sua
adolescenza, e diventando addirittura amico dei ragazzi che odiava a
Hogwarts e
uscendo pure con loro a cena qualche volta il Sabato sera: Potter,
Weasley e la
sua famiglia, Granger, Paciock e Lovegood. Quella volta che Draco si
era
presentato al Manor dicendogli – ordinandogli
– di presentarsi a pranzo alla Tana la Domenica successiva
dopo che la Signora
Weasley – Molly, come lei stessa aveva detto loro di
chiamarla – lo aveva
invitato esclamando che “Non
può starsene
sempre da solo anche la Domenica a pranzo e che non ha alcun senso
continuare a
fare il vecchio freddo scorbutico.” E così si era
ritrovato circondato di
teste rosse che non facevano altro che ridere e sorridere,
contagiandolo ben
presto con la loro allegria.
Sì,
si era ripreso diventando un uomo diverso. Ma in ogni caso rimaneva
sempre il solito Lucius Malfoy,
quello che quando camminava per le vie di Diagon Alley guardava tutti
dall’alto
verso il basso con il suo ghigno altezzoso, quello con la voce sempre
velata da
una nota sarcastica e quel suo sopracciglio sempre inarcato verso
l’alto in
grado di mettere chiunque in suggestione.
Si mise la
giacca blu scura del completo, gli ospiti
sarebbero arrivati a momenti e lui essendo il padrone di casa avrebbe
dovuto
accoglierli. Indossò la maschera argentea, aveva gli occhi
cerchiati di blu e
delle rose disegnate con lo stesso colore sullo zigomo destro, e
uscì dalla sua
stanza, scendendo le scale e dirigendosi verso l’atrio. Era
stato Draco a
insistere affinché quell’anno il ballo di
Carnevale si tenesse a casa del
padre, con questa festa – la prima che si teneva al Malfoy
Manor dalla fine
della Guerra – voleva dimostrare che tutto
era tornato alla normalità e che i
Malfoy erano usciti a testa alta anche questa volta.
I primi ospiti
arrivarono, tutti vestiti da festa e con le
maschere a coprire loro i volti, e Lucius gli accoglieva tutti con un
educato
sorriso sul volto e usava parole gentili per indicare come giungere
alla sala
da ballo. Gli mancava sua moglie, gli mancava da morire, soprattutto in
momenti
come questi quando doveva accogliere i maghi e le streghe che
arrivavano a casa
sua e aveva sempre avuto Narcissa al suo fianco, con la sua mano
poggiata sul
suo braccio che lo aiutava. Scosse la testa per scacciare quei pensieri
e
impedire che la nostalgia si impossessasse di lui.
Quando Lucius
raggiunse la sala da ballo c’era già un gran
vociare di gente allegra e festosa con i volti coperti da maschere di
ogni
tipo. Tra la folla individuò con facilità Draco e
Astoria – bellissimi nei loro
abiti color avorio intonati alla perfezione con le maschere
dorate – vicino a
una delle enormi finestre che davano sull’altrettanto grande
balcone che
chiacchieravano tranquillamente con svariati componenti della famiglia
Weasley
– tra cui individuò Arthur, Molly, George, Bill e
sua moglie Fleur e Ronald –, Harry
e Ginny Potter, Neville e Luna Paciock e Jenny,
la fidanzata di Ron; la prima volta che Malfoy sentì il nome
di quest’ultima,
storse subito il naso intuendo già da subito il livello di
quoziente
intellettivo della strega e il reale interesse che questa aveva nei
confronti
del rosso, supposizioni che vennero presto confermate la prima volta
che la
vide.
Suo figlio gli
aveva detto che aveva invitato anche Hermione
Granger alla festa, ma aveva anche aggiunto che era improbabile il suo
arrivo.
Ed effettivamente aveva ragione: da quando aveva mollato il migliore
amico di
Potter definendolo – giustamente a detta di Lucius
– un ragazzino
immaturo che pensa solo a se stesso, i due avevano fatto
l’impossibile pur di non vedersi e la presenza si Ronald al
ballo escludeva
quella di Hermione.
Mentre si
dirigeva al centro della pista e iniziava il suo
discorso, un insieme di belle parole di nessuna importanza per i
presenti in quella
stanza, penso che a una parte di lui dispiacesse l’assenza di
Hermione Granger
alla festa. Aveva scoperto che la ragazza era intelligente, colta ed
educata,
una delle poche persone con le quali riusciva a intrattenere una
conversazione
interessante e in grado di tenergli testa. I pregiudizi che fino a
pochi anni
prima aveva provato nei suoi confronti erano presto spariti appena la
conobbe
meglio e ben presto ritrovò la sua compagnia più
piacevole di quella di tutti i
Purosangue della Gran Bretagna.
A discorso
concluso era ora di aprire le danze, compito che
spettava a Lucius essendo il padrone di casa. Solo in quel momento si
accorse
che non aveva una dama al suo fianco e quindi si trovava
impossibilitato a
svolgere il suo compito.
Stava per
dirigersi verso sua nuora e chiederle di danzare
con lui, quando una voce vicino a lui lo fermò, facendolo
sorridere
interiormente «Bellissimo discorso, Signor Malfoy.»
L’uomo
si voltò e rivolse un cortese cenno col capo alla
donna al suo fianco «Signorina Granger,»
iniziò mellifluo «sono felice che le
sia piaciuto e non nascondo di essere contento della sua presenza
qui.» rivolse
una rapida occhiata ai maghi alle spalle della ragazza per accertarsi
che non
avesse alcun cavaliere. «Le dispiacerebbe concedermi il primo
ballo?» le chiese
infine porgendole la mano.
Hermione prese
la mano che Malfoy le porgeva, venendo subito
scortata al centro della sala da ballo «Non conosco la
musica.» sussurrò, quasi
contro la spalla dell’uomo, in un attimo di panico.
«Metta
la mano destra sulla mia spalla e mi segua nei
movimenti.» disse piano lui mentre le appoggiava la mano
libera sul fianco e i
violini iniziavano a irradiare la loro melodia per tutta la sala.
Il mago e la
strega danzavano leggeri sul pavimento di marmo
della stanza, con gli sguardi fissi l’uno in quello
dell’altra, argento e
cioccolato che si mischiavano. Lucius osservò la ragazza tra
le sue braccia, i
capelli castani raccolti in uno chignon impreziosito da delle perle e
un
boccolo le scendeva ai lati del viso, il vestito bianco di seta le
arrivava
fino ai piedi, abbracciando le sue dolci curve. La scollatura
dell’abito era a
fascia e il corpetto, impreziosito da degli zaffiri, era costellato da
balze
che mettevano in risalto il suo decolté. La maschera blu e
bianca le copriva la
parte superiore del viso, lasciando scoperta la sua bocca rosea e
intonandosi
perfettamente alla collana di diamanti e zaffiri che le impreziosiva il
petto.
Hermione Granger era bella.
Dopo alcuni
minuti Draco e Astoria si unirono alle danze,
ben presto imitati dalla maggior parte delle coppie presenti,
trasformando il
pavimento di marmo bianco in un ammasso di stoffa variopinta. Da un
angolo
della stanza, Ron Weasley, ignorando il cianciare della sua fidanzata
che
continuava a chiedergli di portarla a ballare, fissava con astio e
gelosia una
coppia che ballava, desiderando ardentemente di esserci lui al posto del mago e di poter
stringere lei a sé mentre i
musicisti allietavano la serata con le note dei
loro strumenti. Il rosso non era ancora riuscito ad accettare che
Hermione
l’avesse mollato, si era perfino fidanzato con Jenny per
provare ad accendere
nella Granger la stessa fiamma di gelosia che gli incendiava il petto
quando la
vedeva circondata dai suoi colleghi, sperando che questo le facesse
capire che
lo amava e che voleva tornare da lui. Piano che, però, non
ebbe il risultato
sperato: l’unica cosa che ottenne fu una smorfia di disgusto
dipinta sul volto
della ragazza e una distanza sempre più grande che li
separava.
Continuando a
fissare Hermione Granger e Lucius Malfoy che
danzavano – felici – Ronald si
accorse di un paio di occhi argentei che lo scrutavano da lontano solo
quando
oramai era troppo tardi per nascondere ciò che stava facendo
e le orecchie gli
si colorarono di un buffo color cremisi, simboleggiante un umiliante beccato. Le iridi che avevano colto in
fragrante il giovane Weasley erano quelle del padrone di casa,
accortosi fin da
subito dello sguardo del rosso su di sé e sulla sua dama e
non ci mise molto a
decifrare la luce che gli animava lo sguardo: gelosia. Sicuro di essere visto, serrò maggiormente la
presa sul fianco della
ragazza, stringendola ancora di
più senza che lei se ne
accorgesse – o almeno, senza che lei facesse
alcunché per impedirglielo – e
abbassò il capo all’altezza del suo orecchio in
modo da poterle sussurrare
qualcosa, senza il rischio di esser sentito da altri, che la fece
ridacchiare
contro la sua spalla.
In quel momento
i violinisti suonarono l’ultimo accordo e le
coppie interruppero la loro danza, Lucius, da bravo cavaliere qual era,
prese
la mano destra di Hermione tra le sue e se la portò alle
labbra, esibendosi in
un baciamano perfetto che la fece arrossire sotto la maschera.
«Balla
molto bene, Signorina Granger.» le disse il mago
porgendole un calice di spumante quando oramai si trovavano a bordo pista.
«Merito
suo che sa guidare egregiamente le danze, Signor
Malfoy.» rispose la ragazza prendendo il bicchiere che
l’altro le offriva e
sorseggiandone il contenuto.
L’uomo
la imitò, senza staccare lo sguardo dal suo corpo,
dalle sue labbra ora umide di spumante. Stava per dirle qualcosa quando
venne
fermato dall’arrivo di suo figlio e di Potter che, per un
motivo o per l’altro,
li separarono.
Dopo che
praticamente tutti gli invitati alla festa ebbero
fermato il padrone di casa per complimentarsi per il ballo o per
porgergli le
solite domande di cortesia, Lucius poté mettersi alla
ricerca della sua dama –
sì, perché Hermione alla fine era diventata la
sua dama per quella sera,
giusto? – che sembrava essersi volatilizzata dalla sala. Decise
così di uscire
sul balcone per vedere se la ragazza fosse uscita a prendere una boccata
d’aria e
rilassarsi, lontana dal chiasso della festa e la vide, in giardino
seduta su
una delle panchine in pietra bianca vicino ai salici piangenti.
Senza perdere
tempo scese le scale ritrovandosi nell’ampio
giardino del Manor e raggiunse Hermione, sedendosi al suo fianco. La
Granger,
intenta a sfilarsi la maschera che le copriva il volto, si accorse
della
presenza di Lucius al suo fianco solo quando lui le prese le mani tra
le sue,
fermandola e facendola sussultare.
«Non
toglierti la maschera.» disse lui con voce roca.
«Perché?»
gli domandò la ragazza voltandosi verso di lui e
guardandolo negli occhi.
«Presumo
tu non conosca la leggenda di mezzanotte. Se
durante il ballo di Carnevale la maschera che si indossa non viene
tolta fino
alla mezzanotte, allora si riuscirà a trovare il vero amore;
al contrario se la
maschera viene tolta, si sarà destinati a rimanere soli fino
alla morte, o
almeno senza trovare una persona in grado di ricambiare a pieno i
propri
sentimenti.» spiegò non smettendo di fissarla e
portandole, senza accorgersene,
il boccolo lasciato libero dall'acconciatura dietro
l’orecchio e facendo
scendere le sue dita in una lenta carezza sul suo collo candido.
Hermione era
attraversata da una moltitudine di brividi,
tutti per colpa dei polpastrelli di Lucius che saggiavano la sua pelle,
e aveva
gli occhi catturati da un paio argentati e magnetici che sembravano
scavarle
dento in un’indecente carezza sulla sua anima. La ragazza
posò una mano minuta
sulla guancia dell’uomo che trattenne bruscamente il respiro
a quel contatto,
per poi lasciarlo andare e tornare a respirare normalmente quando le
dita di
lei scesero ad accarezzargli dolci le labbra.
«Hermione…»
sussurrò rocamente.
La Granger
venne travolta da un brivido nel sentire il suo
nome pronunciato da Lucius. Normalmente si chiamano sempre
‘Signor Malfoy’ o
‘Signorina Granger’, anche quando sono soli, e
solamente se litigano iniziavano a
urlare i loro nomi di battesimo a destra e a manca. Per la ragazza
sentire il
suo nome pronunciato da Lucius senza nessuna traccia d’ira,
ma sensualmente, le mandò il
cervello in
panne e chiuse gli occhi per riflesso quando le dita
dell’uomo risalirono ad
accarezzarle la guancia.
«Dillo
ancora.»
Malfoy
lanciò una veloce occhiata al Manor, alle finestre
della sala da ballo dalle quali si intravvedevano le figure felici
degli
ospiti, prima di decidere di buttare tutto al vento e di prendere la
mano della
ragazza che ancora gli accarezzava il viso nella sua, avvicinandosi al
volto di
lei, alle sue labbra.
«Hermione…»
la strega non fece in tempo ad accorgersi del
respiro caldo di Lucius sulle sue labbra che queste vennero coinvolte
in un
dolce bacio, il più bello e sensuale di tutti i supplizi
terrestri.
E mentre Hermione Granger e Lucius Malfoy si baciavano consci solo di loro stessi nel grande giardino del Manor, l’orologio a pendolo posto nella sala da ballo terminava di suonare il suo dodicesimo rintocco, segno che la mezzanotte era passata, e una moltitudine di maschere colorate venivano lanciate verso il soffitto.
COMMENTI DELL'AUTRICE:
Okay, sono un po' in ritardo ma almeno sono riuscita a postare la sera di Carnevale, no?Questa fanfiction è sempre per la serie 'Le ore di Greco sono noiose quindi scriviamo One-Shot a caso' e questa volta la coppia estratta è stata la Lumione, niente di meno che la mia OTP! Sì, lo so che è una coppia insolita, ma Lucius ed Hermione insieme mi piacciono tantissimo e sono davvero felice che siano usciti loro due.
L'ispirazione per la storia mi è venuta l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Carnevale: per qualche strano motivo stavamo parlando del Carnevale veneziano e io mi sono persa nell'immaginarmi tutte quelle maschere, di conseguenza è arrivata anche l'idea per la fanfiction e devo dire che mi sono divertita molto a scriverla, complice il fatto che stiamo parlando della mia OTP.
Probabilmente di One-Shot di questa "serie" ne scriverò ancora due, massimo tre perché ho notato che le coppie possibili stanno esaurendo e di scrivrere storie su Albus Silente e Molly Weasley (sì, sono usciti anche loro due) proprio non ci riesco.
Anyway, ringrazio tutti quelli che hanno deiciso di leggere la storia e quelli che la recensiranno per farmi sapere cosa ne pensano, anche per lasciare una critica: potrebbe essere molto costruttiva e probabilmente mi aiuterebbe per fare un lavoro migliore in futuro.
Qui sotto vi lascio anche il link della mia pagina Instagram: @the.camp.half.blood
E della pagina facebook: Angel_and_demons, dove la fantasia ha le ali di un angelo e di mille demoni
Ciao a tutti!
Angel_and_demons