Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    18/02/2015    2 recensioni
Questa è una storia che parla di tre fratelli: Alisea, Alan e Zaffiro e ci sarà anche tanto, tanto amore fraterno!!
Sentì Zaffiro prendergli la mano e si sentì inaspettatamente protetto dalla sua stretta. Si voltò, sentendosi un po’ avvampare quando lo guardò negli occhi.
“Che tipo di visione? Non farmi stare in pensiero, Alan..” disse Zaffiro, prendendogli il viso tra le mani, ma Alan, imbarazzato, si allontanò dalle mani calde e premurose di suo fratello, sfuggendo a quegli occhi azzurri e preoccupati, quegli occhi azzurri come l’oceano atlantico.
(....) “Quanto sei idiota..” disse Alan, nascondendo la testa sul suo braccio coperto dalla felpa.
Non alzò più la testa per un po’. Rimase così, inspirando l’odore della felpa del fratello. era confortante. Sapeva di..casa.
Zaffiro rimase fermo, sorridendo e guardandolo. Alan poteva sentire il calore venire dal corpo di Zaffiro. Calore umano.
Senza quasi rendersene conto – o forse se ne rendeva conto e questa era la parte peggiore – alzò la testa per appoggiarsi al collo di Zaffiro.
ATTENZIONE: questa storia la metto come conclusa, fino a che non capirò come mandarla avanti.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Marika e la mamma erano arrivate al supermercato.  La madre aveva adocchiato subito delle magliette azzurre con i brillantini, e le mostrò a Marika prendendola per un braccio. 

"Guarda questa maglietta, tesoro, non è un amore? Potresti metterla per domani ". 

"Mamma, ho già provato a mettere delle maglie simili e ti ho già spiegato che i brillantini mi fanno solletico nel corpo" disse Marika cercando di divincolarsi dalla stretta.

"Quanto sei difficile" borbottò la madre. "Oh, guarda queste magliette che carucce, ne devi prendere assolutamente una."

Marika si voltò a guardare le magliette. Alcune erano nere, larghe e piene di scritte, mentre altre erano cupe, grigie e mascoline, nessun ricamo particolare, nessun piccolo segno di femminilità.....

"Ti ho detto mille volte che non mi piace il nero, non mi piacciono i colori cupi e neanche le maglie da maschiaccio con le scritte da drogati, perchè vuoi a tutti i costi farmi vestire come una tamarra?"

La madre si rivolse a lei come a una bambina ritardata che faticava a comprendere:

"Tutte le ragazze si vestono cosi. è la moda". 

Marika senti la nausea salirgli a sentire parole e frasi dette e ridette da milioni e milioni di persone prima e dopo di lei, ma invece di contestare, disse: " Io non sono cosi. A me piacciono i colori tenui, delicati. Mi piace il soft, mi piacciono le forme delicate, i pizzi, i ricami".
 
 La mamma perse la pazienza.

"Non sei più una bambina, non puoi vestirti da barbie per tutta la vita". 

Marika ripensò a quel famoso detto che dicevano milioni di moralisti:

"Sii te stesso. Sempre." 

Lo ripetevano come un tarlo nel cervello, benchè sapessero che era impossibile.  Dal momento in cui nasci a quando inizi a camminare, cercano di farti diventare un'altra persona, diversa da quello che sei, e allora a cosa servivano quelle parole vuote? Ipocriti. 

Cercò di ricacciare indietro le lacrime. Non voleva che la madre la vedesse piangere, sarebbe servito solo a farla arrabbiare ancora di più, e si lasciò trascinare nel reparto scarpe. 
 

"Che ne dici di questi stivali?" Gli presentò degli stivali lunghissimi, neri. 

Sembravano stivali da cavallerizza.

A Marika facevano impressione. Si allontanò subito. 

"Marika, dove stai andando? Marika?" 

"Vado a fare un giro nel supermercato. Torno subito".  Disse, allontanandosi  precipitosamente, cercando di scappare dal demone dell'ossessione che la madre aveva nei confronti della moda. 
 
 
 

 
*
 
  Per Alisea e la zia le cose andarono in maniera un pò diversa. La zia vide un completino azzurro molto carino e lo fece vedere ad Alisea, che sorrise e disse che gli piaceva molto, poi la zia si fermò a guardare dei cd musicali e lasciò Alisea libera di girare nel supermercato. 

Sapeva che Alisea non riusciva a resistere alla tentazione di passare nel reparto libri, in qualsiasi supermercato finissero per entrare. 

In quel momento nel supermercato, si senti la tipica melodia di una canzone... un'usanza che usavano in molti supermercati, quella di far partire di colpo la musica. 

Alisea seppur avesse solo dieci anni, conosceva molte canzoni e la riconobbe all'istante.
era The Show Must Go On, di Freddy Mercury. 
 
 

 
 
*
 
 Marika riconobbe la canzone di Freddy Mercury. Sorrise e provò un brivido di emozione.
Le era sempre piaciuta quella canzone.  Si fermò per un attimo ad ascoltarla. Si era fermata nello scompartimento di generi alimentari.  Vicino a lei c'era un ripiano completamente vuoto. Marika trovò quello spazio vuoto, desolante. 
 
 

 
Empty spaces - what are we living for 
abandoned places-  i guess we know the score 
 
Spazi vuoti - per cosa stiamo vivendo?
luoghi abbandonati - suppongo che noi conosciamo il risulato.
 
 
 
 

Marika continuò a camminare.   
 

 
On ad on, does anybody know what we are looking for
 
Senza sosta.....qualcuno sa cosa stiamo cercando?

 
 
 
 

*

Intanto Alisea continuava a camminare. Incrociò un mazzo di palloncini in un angolo.
Lo sfiorò con le mani. Il primo ritraeva Goku con il suo sorriso migliore, il secondo ritraeva Lupin. Continuò a camminare. 
 

 
Another hero, another mindless crime
behind the curtain, in the pantomime
hold the line, does anybody want to take it anymore?
 
Un altro eroe, un altro stupido reato
dietro la tenda, nella commedia (farsa)
resta in linea, qualcuno lo vuole ancora? (......)

 
 
 
 
*
 
Marika si fermò d'un tratto, sentendo una coppia litigare. 

"Ti prego, Carl, ti prego, non lasciarmi, farò tutto quello che vuoi, ma non lasciarmi".
"Lasciami, sei patetica" si divincolò l'uomo. 

"Tra noi due è finita, Carmen, sono stanco dei tuoi capricci, STANCO!"  e se ne andò mentre la ragazza piangeva. 

"Non...lasciarmi". disse debolmente la ragazza premendosi le mani sul viso. 
Marika continuò a guardare la ragazza con il cuore colmo di pena. Voleva dirle qualcosa per consolarla, ma non sapeva cosa e trovava ingiusto che una persona dovesse essere lasciata sotto il sottofondo di una canzone cosi triste. 
 

 
 
Another heartache, another failed romance
on and on, does anybody know what we are living for? 
 
Un altro mal di cuore, un'altra storia fallita.
Senza sosta, qualcuno sa cosa stiamo cercando?

 
 

 
Intanto l'uomo che si era allontanato e che nè Marika nè la ragazza potevano più vedere ora, si voltò indietro, senza essere visto. Guardò la ragazza che era ancora in preda ai singhiozzi e pensò: "Perdonami Carmen. è meglio cosi." Una piccola lacrima gli scese per il viso. Non l'asciugò nemmeno e se ne andò con lo sguardo duro. 
 
 
 

 
I guess i'm learning (i'm learning learning learning )
i must be warner now 
i'll soon be turning (turning turning turning ) 
round the corner now 
outside the dawn is breaking
but inside in the dark i'm aching to be free
 
Suppongo di stare imparando, devo essere più caloroso ora
presto sarò una svolta, gira l'angolo ora
fuori, l'alba sta scoppiando
ma dentro nel buio sto soffrendo per essere felice. 

 
 

 
 
*
 La donna smise per un attimo di piangere, si girò verso Marika che le porse un fazzoletto. La donna lo prese e le sorrise. “Grazie.”

Marika non sapendo cosa dire, non disse niente, e se ne andò. 
 
 
 

 
*
 
 Non sapeva neanche Alisea cosa stesse cercando. Continuava a camminare con la frenesia di chi deve trovare a tutti i costi qualcosa, ma non sapeva bene cosa, poi incrociò una donna in uno scompartimento, anzi la parola esatta è che gli sbattè quasi addosso. Si scusò goffamente.

"Mi dispiace" disse. Alzò gli occhi e si rese conto con stupore che la donna aveva appena pianto. 

"Non importa" sorrise tristemente la ragazza. 

Alisea la guardò come a dire "Mi dispiace anche per questo. Qualsiasi cosa sia il motivo." 
e forse la donna lo capii perchè raccolse le borse che aveva a terra, gli fece una carezza, e se ne andò senza mai smettere di sorridere.
 
 

 
the show must go on 
the show must go on, yeah yeah
ooh, inside my heart is breaking 
my make up may be flaking
but my smile still stays on 
 
lo spettacolo deve andare avanti 
lo spettacolo deve andare avanti 
dentro il mio cuore è rotto
il mio trucco potrebbe scrostarsi
ma il mio sorriso regge ancora.

 

 
 
Alisea si era fermata di botto, nel reparto giocattoli. Aveva visto delle fiabe per bambini.

Un libro aveva calamitato la sua attenzione. In copertina campeggiava un sorriso smagliante di un ragazzo. In testa aveva un cappellino piumato. Sotto c'era una scritta a lettere verdi, sinuose.
 
PETER PAN

Alisea stava accarezzando la copertina con tenerezza. Le erano sempre piaciute le favole.
All'improvviso fu distratta dalla visione di una farfalla. Era una farfalla bianca, di un candore abbagliante. Lasciò perdere peter pan e la segui. 
 

 
 
my soul  is painted like the wings of butterflies
fairytales of yesterday will grow but never die
i can fly - my friends

 
 
la mia anima è  colorata come le ali delle farfalle.
Le fiabe di ieri invecchieranno, ma non moriranno mai.
Posso volare, amici miei…

 
 

 
 
 
*
 
 Marika ne aveva abbastanza di girare dentro il supermercato. Cominciò a sentire un caldo infernale e desiderò di uscire, anche solo per poco. Scrisse un sms veloce alla madre, per dirle che aveva intenzione di prendere una boccata d'aria fresca. 
 
 
 
 

 
*
Alisea continuò a seguire la farfalla, come ipnotizzata; avanzava lentamente tra gli scaffali. Non scompariva mai e a volte rallentava come se volesse che la seguisse. Quando Alisea vide che stava per uscire dal supermercato, esitò per un pò....e poi imboccò l'uscita di servizio, in preda a un impulso che non riusciva a controllare. 
 
 
 
 

 
*
una volta che Marika fu uscita, riprese lentamente a respirare profondamente. Quell'aria fresca era come un balsamo. Si accorse che stava per mettersi a nevicare. Leggeri fiocchi di neve danzavano nell'aria, Marika rimase li sotto senza cercare riparo. Una volta aveva letto che non esistevano due fiocchi di neve uguali. 
 
 
 
 
 

*
 
 Non doveva uscire. Sua zia si sarebbe arrabbiata quando l'avesse scoperto. Forse proprio in questo momento la stava cercando preoccupata. Forse di li a cinque minuti l'avrebbe fatta chiamare da una voce meccanica alla cassa. "La signorina Alisea è desiderata alla cassa 13" .
 
 Alisea sapeva che non doveva uscire, ma era incapace di trattenersi dal seguire la farfalla. Voleva vedere dove stava andando. 

A un certo punto volò più velocemente e Alisea si mise a correre per restarle dietro. 
 
 
 
 
 
 
 
*
 
 
Marika stava cominciando a sentire freddo… in pochi secondi la neve si era fatta più grossa e le aveva riempito il giubbotto di fiocchi di neve e anche la faccia. Decise di rientrare. Si accorse che si era allontanata un pò dall'entrata e accelerò il passo per raggiungerla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*
 
Alisea non sapeva che fuori stava  nevicando. Corse a perdifiato verso l'uscita e La farfalla spari.
 Lei però non voleva  perderla. Arrivata alle porte scorrevoli, scivolò sul pavimento bagnato, mandò un grido di sorpresa e cercò con frenesia, di restare in equilibrio . Ci riuscii, ma non appena mise piede fuori, inciampò di nuovo e questa volta scivolò, andando a sbattere dritta tra le braccia di Marika che stava arrivando dal lato opposto. Lo scontro le fece cadere entrambe.  
 
 
 
"Scusami, oh scusami tanto. Non l'ho fatto apposta." Si scusò Alisea.
 
 Marika strizzò gli occhi. Era coperta di neve e ora gran parte della neve era caduta anche su Alisea.
 
"Non fa niente, non ti preoccupare, ma si può sapere perchè correvi in quel modo?"
 
Ma Alisea  non rispose. Sbarrò gli occhi. La farfalla bianca era proprio sopra la testa di Marika. Rimase ferma per ancora un istante e poi volò via, tra i fiocchi di neve.
 
 
 
 
 
 
"Stavo inseguendo una farfalla" disse con imbarazzo Alisea.
 
"Davvero?" Gli chiese con sorpresa Marika, ma senza ridere di lei. Anche se la cosa poteva sembrare un pò bizzarra, in fin dei conti lei era appena uscita fuori per fare un bagno di neve. Non poteva proprio ridere di chi inseguiva farfalle.
 
"Beh, mi dispiace allora. Il nostro scontro te l'avrà fatta perdere di vista" disse Marika.
 
"uhm..." disse Alisea, incerta se dire o no alla ragazza che la farfalla si era posata proprio sulla sua testa… e se l'avesse considerata matta?
 
"Hai dei capelli stupendi" disse Marika sorridendo.
 
"Alisea rimase sorpresa. Di solito la prima cosa che un estraneo le diceva, era : come ti chiami? Quanti fratelli? Quanti sorelle? sei figlia unica? Ce l'hai il morosetto? vai a scuola?
 
 
Quella ragazza sembrava diversa da tutte le altre. Non diceva cose scontate. Sorrise a sua volta, rendendosi conto che anche i capelli di quella ragazza erano stupendi. Erano di un bel biondo oro.
 
"Grazie... anche i tuoi".  disse Alisea sorridendo. A quel punto si senti una voce agitata, impaziente.
 
 
"Marika, si può sapere che ti prende? Rientra subito dentro… e che cosa ci fai tutta coperta di neve?" Quella donna doveva essere la madre,pensava Alisea. Sembrava una donna piuttosto autoritaria.
 
 
"Devo andare ora, scusami ancora per prima. Comunque troverai altre farfalle da rincorrere, ne sono sicura" disse Marika stringendole la mano.
 
Alisea le disse: " Di che ti scusi? Sono stata io a venirti addosso, anzi scusami ancora"aggiunse facendo una risatina.
 
Marika le sorrise e si avviò verso l'entrata, non riuscendo tuttavia ad evitare che la mamma le scrollasse la neve dai vestiti.
 
"Guarda come ti sei conciata. Che cosa devo fare con te?"
 
 
 
Alisea restò ancora per qualche secondo a ripensare alla farfalla bianca, che aveva inseguito e che si era posata sopra la sagoma di Marika, prima di scomparire. Voleva attirarla da lei oppure era stata tutta una coincidenza? Dopodichè rientrò anche lei, ripensando a una vecchia frase:
 
 
L'occhio che osserva e sa vedere una farfalla bianca volteggiare tra i fiocchi di neve, può cogliere l'anima del mondo.
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: Ok tiratemi pure i pomodori ahhhahhah quando scrivevo queste cose ero molto molto depressa!

Cosa che ultimamente sta tornando hahah

spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi sia piaciuto l'incontro Marika - Alisea *_*

Ps per lunghissimo tempo impazzivo per la canzone "The Show Must Go On " :D 

https://www.youtube.com/watch?v=GaM2RpAX1yw
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza