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Autore: Lyerenshadow_nekkun    19/02/2015    2 recensioni
Dopo cinque anni passati in coma, il fratello di Ai, Aine, torna al Master Course e le cose al dormitorio stanno per cambiare, soprattutto per il gelido conte. Cambieranno in meglio? In peggio? Leggete e scoprite!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Aine Kisaragi, Camus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aine sospirò: era l'ennesima volta che si trovava seduto di fronte a suo fratello al capezzale del suo corpo. Ormai lo odiava: odiava quel volto pallido e immobile, quelle palpebre sottili ostinatamente abbassate sui suoi occhi celesti avidi di vedere il mondo; odiava le mani dalle dita affusolate abbandonate sulle lenzuola... voleva tornare in sé e svegliarsi, tornare da Ai, da Reiji, da suo zio. E invece era li a fare la versione giapponese di ghost con suo fratello al posto di Demi Moore. Sbuffò e diede uno schiaffetto al suo viso addormentato.
«Svegliati idiota», mormorò.
A quel punto sentì qualcosa di strano, nel modo in cui respirava. Sentiva veramente l'aria nei suoi polmoni, non come negli ultimi cinque anni... sentiva l'aria e vedeva sfocato.
«C-cosa...?», balbettó, poi divenne tutto buio e lui non si era mai sentito più vivo di così.

Ai era seduto accanto al lettino di suo fratello. Quanti giorni erano passati in quel modo? Sempre uguali, monotoni, noiosi ma pieni di speranza. Speranza che molti avevano perso, che si era dispersa nell'aria. Ai invece proprio quella speranza l'aveva tramutata in fiducia. Lo sapeva: Aine si sarebbe svegliato prima o poi. Tra qualche ora, tra qualche anno, quando voleva e lui sarebbe stato lì, davanti ai suoi occhi per potergli dare il suo buongiorno.
Annoiato aveva il busto spalmato sul lettino, a fianco di Aine. Teneva gli occhi chiusi, respirando l'odore di medicina dell'ospedale e quello debole di suo fratello.
Niente faceva sospettare che quel giorno fosse diverso dagli altri.

"Ok. Bene, facciamo mente locale. È buio, e io sento il mio corpo... le opzioni sono due: o mi sveglio o muoio. Ehi, ma io non voglio morire!!!"
L'elettrocardiogramma iniziò a fare rumore mentre il panico assaliva Aine. "Devo svegliarmi. Qualcuno mi aiuti!!" Ripensò ad Ai, seduto accanto a lui. Era semisdraiato sul suo lettino, se avesse mosso le dita l'avrebbe potuto toccare.
Sí, ok, ma dove erano le sue dita?
Si sforzò più volte, incitato dai battiti registrati dall'elettrocardiogramma, e finalmente riuscì a muoversi. Piano, pianissimo, ma poi la sua mano riuscì a sentire qualcosa, sembravano capelli. Riuscì a dare un debolissimo strattone, prima di perdersi di nuovo, pregando che fosse bastato.
"Aiuto".

L'elettrocardiogramma aveva iniziato a suonare più velocemente e ciò lo allarmò: non era mai successo nulla di simile in quegli anni.
Prima di decidere che fare sentì qualcosa strattonargli i capelli e si girò di scatto.
«Aine!», esclamò, ormai convinto che qualcosa di nuovo stesse per succedere. Qualcosa di bello? Qualcosa di brutto? Che cosa?
Poggiò la mano su quella pallida del fratello e si paralizzò. Davanti ai suoi occhi iniziarono a susseguirsi delle scene, anzi dei ricordi, che fino a quel momento non sapeva neanche di avere. In uno Aine lo prendeva in braccio per consolarlo, in un altro era sopra di lui a fargli il solletico, in quello più vivido stava suonando la chitarra e cantando con lui. Era come se fosse proprio Aine a tramettergli quei ricordi, attraverso il contatto delle loro mani.
«Niisan...», parlò dolcemente. «Tutto questo significa che te ne stai andando?», riuscì a formulare quelle parole prima che delle lacrime iniziassero a rigargli il viso. E poi dei singhiozzi gli salirono nel petto.

I ricordi avevano invaso lui e suo fratello, tutti quei ricordi a cui Aine si era aggrappato fino a quel momento gli passavano davanti e se ne andavano in un attimo. Vide Ai che si nascondeva fra le sue braccia quando lo consolava, lo vedeva divincolarsi cercando di scappare dal suo solletico, rivide quando cantavano insieme.
E poi apparvero Reiji, Kei, Hibiki... Sentì una voce parlare, chiedergli qualcosa che non capì subito.
"Stai andando?"
E poi dei singhiozzi.
Ai!!
No che non se ne stava andando! Non voleva andarsene!! Cominciò a lottare con tutte le sue forze, con il suo corpo inerme che non collaborava. Ritrovò nuovamente la sua mano e le impose di stringere ancora quello che le era vicino, stavolta un dito, e mantenne la presa, sebbene farlo fosse estenuante.
Cercò la sua voce, la sua bocca, provò a formulare un suono, ma alla fine sentì le sue labbra muoversi appena, mentre una specie di sibilo era tutto quello che la sua gola riusciva a cacciar fuori. Si accontentò di quello, sperando che bastassero affinché Ai capisse.

Quando qualcosa gli strinse il dito, Ai abbassò la testa di scatto e vide che la mano di Aine lo stava stringendo debolmente. Le lacrime arrestarono il loro percorso, mentre quella speranza che lo aveva sostenuto tutti quegli anni, unica sua compagna in quella stanza d'ospedale, gli scaldava il petto, esplodendo più forte e coinvolgente che mai.
Tornando a guardarlo in faccia vide le sue labbra muoversi piano e l'espressione del viso accigliarsi altrettanto impercettibilmente.
«Niisan», lo chiamò, diventando sempre più consapevole che Aine stava faticando a svegliarsi.
«Niisan, ti sto aspettando. L'ho sempre fatto», disse con un malinconico sorriso sulle labbra.
Intrecciò le dita a quelle del fratello e le strinse, cercando di trasmettergli tutta la forza che aveva.
«Torna».

"Torna".
La voce di Ai parve tirarlo fuori da quello stato di torpore, ma durò pochi momenti e lui piombò di nuovo nel buio. Nella sua mente urlava, scalciava, si strappava il buio di dosso come fosse una coperta troppo calda.
Sentì Ai stringergli la mano e se avesse potuto sarebbe scoppiato a piangere. Si concentró su quel contatto, su quella sensazione di sicurezza che gli dava il tocco dell'altro, la promessa che c'era qualcuno, c'era qualcosa ad aspettarlo una volta sveglio. Usò ogni sforzo, ogni briciolo della sua volontà per concentrarsi su quel tocco, che gli infondeva forza e confidenza.
E finalmente li trovò: trovò i suoi occhi e costrinse le palpebre a sciogliere il loro abbraccio, a rimuovere la loro protezione alle sue iridi chiare, che furono abbagliate dalla luce. Richiuse gli occhi un paio di volte, prima di mettere a fuoco un volto davanti a lui.

Non poteva essere vero.
Stava guardando i suoi stessi occhi, anzi, si sbagliava, quelli erano gli occhi di suo fratello.
La gola gli si chiuse e sentì il calore di altre lacrime accompagnare la loro discesa.
Non aveva mai pensato a cosa avrebbe dovuto dirgli non appena si fosse svegliato, ma anche se avesse preparato un discorso in quel momento non lo avrebbe ricordato.
Non riuscendo a domare il dolce abbraccio del sollievo e della felicità, Ai si appoggiò sul busto del fratello, singhiozzando in un pianto che lasciava uscire tutta la paura, la tristezza, la disperazione di quegli anni. Tutte quelle emozioni le gridò al mondo, rinfacciandogli che le aveva superate, anzi, che le AVEVANO superate. Lui ed Aine, insieme.
Sentì una mano di suo fratello tra i capelli, che lo accarezzava. Ai alzò lo sguardo e lo incrociò ancora una volta con quello dell'altro. Poté inoltre vedere le sue labbra rivolte dolcemente all'insù.
«Niisan», disse ancora non appena ritornò la sua voce. Gli accarezzò il viso per constatare la veridicità di quella situazione. Sì, era reale. Non era più solo un sogno.



    Angolo delle autrici ^·^
Questo account è gestito da pinky_neko, Starishadow, Lerenshaw e Lyel, per le eventali follie che sorgono nelle nostre chat.
Questo capitolo è nato come role, dove Starishadow ruolava Aine e Lyel Ai. Ma non temete (?) nei prossimi capitoli spunteranno anche Pinky-chan e Leren-chan.
Star-chan: *borbotta tra sè e sè* «Aine»
Lyel: «Starchan? Tutto bene?» *la guarda preoccupata*
Star-chan: «Non c'è mai abbastanza Aine in giro.» *sospira*
Lyel: «Sono tristemente d'accordo» *si asciuga una lacrimuccia*
Speriamo vi piaccia anche il seguito~
Un saluto a tutti ^^
   
 
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