Chi non muore si rivede, eh?
Mi scuso in anticipo per lo smut scadente.
***
-HARRY-
Harry affonda le unghie nei braccioli
del divano.
“Oh mio dio, Louis”, ansima.
L’istinto di infilare le dita tra i
capelli del ragazzo inginocchiato in mezzo alle sue gambe è forte, fortissima, ma Louis gli ha fatto
promettere di tenere le mani a posto (o, più precisamente, lo ha minacciato di
staccargli ‘il cazzo a morsi’ se solo ci avesse provato).
Louis fa una pausa, stringendo
l’erezione di Harry in mano, la sua mano piccola, le vene sporgenti. Cazzo se
non è una visione.
“Mi fa piacere che tu mi riconosca
come tuo dio”, afferma con un ghigno,
la voce arrochita.
Harry spinge il bacino verso l’alto,
impaziente.
“Continua, per favore”, implora.
Louis gli morde l’interno coscia e la
sua barba graffia la pelle delicata di Harry. È una sensazione completamente nuova per lui sentire la peluria di
qualcuno strofinargli le cosce durante un rapporto orale, ma è oltremodo eccitante. Sono questi i momenti in cui
Harry giura sono gay, sono gay, mai più
con una donna, anche se è consapevole che è solo il suo cervello su di giri
che glielo fa pensare. Lo stesso cervello che va in corto circuito quando anche
solo vede Louis, mentre il sangue gli
ribolle nelle vene e le mani gli prudono per il desiderio di toccare. Louis gli ha provocato dei
danni permanenti al cervello. È come se Harry si fosse risvegliato da un coma
come una persona totalmente diversa, con voglie e bisogni diversi. Non si era
mai sentito così. È una primavera dei sensi. O una seconda pubertà.
Louis ruota la lingua attorno alla
punta. Il suo piercing è la cosa migliore che sia capitata nella vita di Harry.
“Cazzo, sì, fallo ancora”, prega,
grattando con le dita il copripoltrona. Una volta l’altro ragazzo gli ha detto
che gli avrebbe legato le mani per farlo stare fermo. Harry potrebbe prenderlo
in parola. O, meglio, vorrebbe.
Louis è stranamente ubbidiente e
ripete il gesto un paio di volte prima di accogliere in bocca il pene di Harry,
che può ancora sentire la pressione dell’anello di metallo. È in Paradiso, un
paradiso dove fa caldo e il padrone di casa somiglia a un bellissimo diavolo.
Il riccio osserva le sue guance
incavate, le palpebre abbassate, le ciglia che sfiorano i suoi zigomi
arrossati. Louis non risparmia rumori e gemiti. Harry potrebbe essere innamorato.
Lungi dall’essere ardito – o stupido
– come Harry, l’altro ragazzo evita di prenderlo fino in fondo e si aiuta con
una mano. Harry può giurare che Louis abbia anni di esperienza alle spalle,
perché non esiste che sia così bravo,
dopo solo pochi giorni dalla prima volta. Il pene di Harry ringrazia. E anche
le sue palle, che Louis si premura di non trascurare.
Questi giorni di conoscenza intima hanno insegnato a Harry che
Louis è uno che dà, di certo non per altruismo ma probabilmente
perché gli piace essere lodato per un
lavoro ben fatto. Gli piacciono le sfide e succhiare il cervello di Harry
assieme a tutte le sue inibizioni attraverso il suo cazzo è sicuramente una di
queste.
Quando Harry volta la testa di lato e
sfiora col naso la poltrona, l’odore di polvere gli entra nelle narici,
fornendogli un momentaneo elemento di distrazione. È vicino, molto vicino a
venire. A un certo punto Louis mugola e il rumore riverbera lungo la spina
dorsale del riccio, che si morde le labbra e gli fa eco con un gemito nasale.
Di nuovo deve aggrapparsi alla poltrona per non afferrare i capelli dell’altro
ragazzo.
“Lou, Lou, sto per venire, Lou,
cazzo”.
Louis lo ha istruito ad avvertirlo
ogni volta. Harry non vuole incappare nella sua ira, ma verrà il giorno in cui
lo farà ingoiare e la soddisfazione
sarà tale che glielo rinfaccerà per giorni.
Louis stacca la bocca dal membro di
Harry con un pop sonoro. Con gli
occhi incatenati a quelli del riccio continua a masturbarlo energicamente, la
saliva a fargli da lubrificante.
“Posso venirti in faccia?”, prega
Harry con voce rotta.
Louis fa cenno di no con la testa.
“Non pensarci nemmeno, ragazzino”,
ribatte in tono irritato. “Non sono la tua puttana”.
Sarà il suo broncio del cazzo,
infantile e sexy, la sua voce
raschiata o forse il fatto che Harry lo abbia sorpreso a premersi fugacemente
il palmo della mano sulla propria erezione, visibile attraverso i pantaloni, a
dargli il colpo di grazia.
“Cazzo”, impreca il riccio, gettando
indietro la testa e fissando il soffitto per qualche secondo per riprendere
fiato.
Louis si alza in piedi, lamentandosi
del dolore alle ginocchia. Harry lo afferra per un fianco e lo fa sedere sulle
sue gambe.
“È il mio turno” dichiara l’altro
ragazzo in tono esigente. Louis dà sempre ma vuole sempre ricevere.
Harry gli prende il polso e si
avvicina la sua mano alle labbra. Il suo seme imperla le dita di Louis. È con
un ghigno e una breve occhiata all’altro ragazzo che Harry gliele lecca,
gemendo di piacere, in parte per fare scena e in parte per stuzzicarlo. Harry è
sempre stato un ragazzo curioso, non
è mica la prima volta che si assaggia.
Anche se non è un particolare che ci tiene tanto a divulgare, ecco.
“Sei disgustoso”, commenta Louis, ma
il tremore della sua voce tradisce l’eccitazione della quale è preda.
Harry si passa la lingua sulle labbra
e poggia una mano sulla nuca dell’altro, attirandolo a sé.
Louis gli preme una mano contro il
petto per frenarlo.
“Non ti bacio neanche se ti metti a
piangere”, afferma. “Schifoso”.
“Perché?”, piagnucola Harry.
“Hai appena leccato il tuo stesso
sperma dalla mia mano!”, protesta Louis.
“E allora?”.
Louis arriccia il naso.
“Baciarti è l’ultima cosa al mondo
che vorrei fare in questo momento”.
Harry sospira e si arrende. Decide
sempre lui, tanto.
Louis si alza in piedi per gettarsi
poi sul letto, le gambe aperte e uno sguardo lascivo.
“Allora?”.
Harry non aspetta altro che divorarlo, non ha bisogno di ulteriori
sollecitazioni. Dopo essersi tirato su pantaloni e mutande avanza verso di lui.
“Cosa vuoi?”, mormora gattonando sul
letto.
Louis poggia la testa sulla testiera
del letto, incrociando le braccia dietro la nuca.
“Non lo so, forse fare due
chiacchiere sul tempo”, ribatte. “Che ne pensi?”.
Harry, suo malgrado, ride.
“Se proprio insisti”, dice,
piegandosi su di lui per baciarlo sul collo. “Oggi fa caldo, c’è parecchia
umidità e neanche un filo di vento. Mi sento tutto appiccicoso”.
Louis grugnisce e gli afferra i
capelli alla base della nuca.
“Oh mio dio, sei una spina nel
fianco”, borbotta. “Potresti impiegare la tua bocca per scopi più nobili?”.
Harry gli morde la giugulare mentre
con una mano gli palpa l’erezione attraverso i pantaloni. Louis geme e si
inarca.
“Tipo?”, domanda il riccio, in una
pausa dal livido che si sta impegnando a imprimere sul collo di Louis.
“Cazzo, Harry, perché devi essere
così difficile?”, sbotta l’altro.
“Non abbiamo tutto il pomeriggio”.
“Dove devi andare?”, chiede Harry.
“Al One Direction”, replica Louis. “Tu non vieni?”.
Harry gli infila una mano nei
pantaloni. Louis esprime la sua approvazione mugolando.
“Certo”, dice il riccio. “Andiamo
insieme?”.
Louis scuote il capo.
“No che non andiamo insieme”,
protesta. “Non ho nessunissima intenzione di farmi vedere in giro con te”.
Harry aggrotta la fronte.
“Però ti piace quando te lo succhio”,
ribatte.
“Che c’entra? Comunque, non mi pare
tu stia facendo niente di simile”, si
lamenta Louis.
Harry indietreggia sul letto fino a
trovarsi in mezzo alle cosce di Louis e gli abbassa i pantaloni fin sotto le
ginocchia.
“Non dobbiamo mica entrare mano nella
mano”, mormora sfiorando con le labbra l’erezione di Louis attraverso le
mutande. Ogni volta che è così vicino all’oggetto
del suo desiderio gli viene voglia di rallentare, per godersi ogni istante,
con tutti e cinque i sensi.
Louis non è dello stesso avviso.
“Smetti di parlare”.
Forse Louis non capisce quanto Harry
ami il suo corpo e il suo desiderio di prendersi il suo tempo per esplorarlo.
Dovrebbe esserne lusingato.
“Harry, te lo dico un’ultima vol-”.
Il riccio lecca il membro di Louis
attraverso i boxer, lasciando una scia
bagnata sull’indumento. Louis stringe una mano attorno al lenzuolo e impreca.
Quando le mutande di Louis sono
sufficientemente bagnate e il ragazzo è vicino all’implorare – molto vicino, ma
mai abbastanza – Harry tira giù i
suoi boxer, giusto fino alle cosce. Non credeva che avrebbe mai avuto familiarità con un pene che non fosse il
suo, eppure eccolo qui, faccia a faccia con quello di un altro. E non vorrebbe
essere in nessun altro posto al mondo.
Dopo il primo esperimento abortito,
Harry ha imparato i suoi trucchetti. Non sarà bravo come Louis, ma l’altro
ragazzo non ha di che lamentarsi.
“Sai cosa devi fare”, dice dopo aver
sfiorato la punta con le labbra.
“Cazzo, Harry”, replica Louis - che
nel suo linguaggio stavolta significa qualcosa come ‘non aspettavo altro’ –
prima di afferrargli i capelli con le dita.
Harry fa un verso di approvazione a
labbra serrate. Ormai lui e Louis hanno imparato le reciproche eccentricità,
sanno cosa piace l’uno all’altro, sanno fin dove possono – o devono – spingersi. Sono in sintonia.
Peccato che fuori dal letto non si
sopportino.
Il riccio si è ripromesso che, poco
alla volta, riuscirà a prendere Louis fino in fondo, fino a che il suo naso non
sfiorerà i peli sul pube dell’altro, fino a sentire l’estremità di Louis in
gola. E questa volta non soffocherà (e non rischierà di vomitare). Si sta
allenando ed è sicuro che a Louis non dispiacciano i suoi tentativi. È una
sfida con se stesso e una dimostrazione per l’altro ragazzo.
Le dita di Louis tra i capelli, che
graffiano il suo scalpo e si impigliano tra i suoi ricci, stanno facendo cose al suo corpo. Harry si stende sul
letto e fa in modo di premere il bacino
contro il materasso per trovare un po’ di sollievo per la sua rinata erezione,
quindi geme involontariamente attorno al pene di Louis, che gli tira i capelli.
Harry rotea gli occhi ed è sicuro che
se l’altro continua così verrà di nuovo. Da un lato spera che Louis lo
rifaccia, dall’altro non ha nessuna voglia di sporcarsi le mutande.
Quando Louis è vicino all’orgasmo
tenta di avvertirlo, ma Harry si ostina a succhiare. Non sarebbe la prima volta
che Louis gli viene in gola. Harry vuole dimostragli di essere un bravo
ragazzo. Lui.
“Tutto ok?”, domanda quando hanno
finito, asciugandosi il mento bagnato di saliva con una mano e risalendo il
corpo di Louis per dargli un bacio sul petto. Louis gli accarezza i capelli,
colto da un momento di debolezza.
Harry gli si stende accanto poggiando
un gomito sul cuscino. Louis ha un’espressione beata in volto e le sue guance
sono accaldate. Harry vorrebbe lasciargli dei baci su tutto il viso, perché
Louis in questi frangenti è un’altra persona. Così placido e sereno e, se
possibile, ancora più bello. Harry ha un debole per le coccole post-orgasmo.
Louis, tuttavia, no.
“Sul serio non vuoi andare insieme al
locale?”, insiste.
Il viso di Louis riprende la sua
solita espressione arcigna e infastidita, che Harry ha imparato ad amare e
odiare allo stesso tempo.
“Ti ho già detto di no”, dice.
Harry lo fissa senza sbattere le
palpebre per qualche secondo. Louis gli preme una mano sulla faccia prima di
girarsi dall’altra parte.
“Vado a farmi una doccia”, dichiara.
“Puoi farla anche tu se vuoi, ma poi sparisci”.
Harry si preme contro di lui per
fargli sentire la sua eccitazione sul fondoschiena.
“Non ce li hai altri cinque minuti
per me?”, sussurra maliziosamente nel suo orecchio.
Louis trattiene il fiato.
“No”, dice infine. “Ho un
appuntamento tra un’ora e poi devo andare al One Direction”.
Harry, che era impegnato a baciargli
la pelle dietro l’orecchio, si irrigidisce.
“Un appuntamento?”.
“Sì”, risponde Louis. “Lasciami
andare”.
Harry stringe la presa sui suoi
fianchi e preme più insistentemente la sua erezione sulle natiche nude
dell’altro ragazzo. Il verso che Louis si lascia sfuggire potrebbe essere tanto
di piacere quanto di fastidio.
“Con chi?”, domanda.
“Non sono affari tuoi”, ribatte
Louis, liberandosi della sua presa e alzandosi in piedi, rischiando di cadere a
causa dei pantaloni abbassati che gli impediscono di muovere le gambe.
Harry si morde le labbra, osservando
le cosce sode dell’altro ragazzo. Può ancora sentire in bocca il suo sapore.
“Vaffanculo”, sibila, toccandosi con
una mano attraverso i pantaloni. Se solo Louis rimanesse fermo e nudo a
lasciarsi guardare per qualche altro secondo potrebbe liberarsi della sua
dolorosa erezione.
Invece Louis si disfa dei pantaloni e
delle mutande e si dirige verso il bagno.
Harry si volta sulla schiena e si
infila una mano nei pantaloni, avvolgendola attorno alla propria erezione e
iniziando a pompare. Quando sente il rumore dell’acqua della doccia, però, viene
improvvisamente investito da un moto di rabbia. Non è geloso, Louis non è suo –
Harry non lo vorrebbe neanche, dio solo sa cosa significherebbe sopportarlo
tutto il tempo– però è irrazionalmente furioso con l’altro ragazzo, per averlo
lasciato così, per il fatto che si vergogni di farsi vedere con lui e perché preferisce la
compagnia di qualcun altro alla sua. Lui è un ottimo interlocutore, è una
persona divertente e sveglia, ed è sicuro che anche Louis potrebbe essere tollerabile fuori dalla camera da letto.
C’è qualcosa di male a desiderare di fare quattro chiacchiere in macchina lungo
il tragitto verso il locale? E invece no, Louis fuori da questa stanza deve
farsi vedere in giro con una ragazza.
E se non fosse solo una facciata? Louis ci va ancora a letto?
Harry si toglie la maglia, i jeans e
le mutande e apre leggermente la porta del bagno. Louis sta canticchiando sotto
la doccia. Quando il riccio fa scorrere l’anta della doccia Louis urla.
“Cosa cazzo stai facendo?”.
Harry mette piede dentro la doccia. I
primi spruzzi d’acqua gli bagnano i capelli.
“Ti vedi con Eleanor?”.
Louis, con tanto di capelli spalmati
sulla fronte che lo fanno sembrare un gattino impaurito sotto la pioggia,
riesce a lanciargli uno sguardo tagliente e glaciale.
“Sei venuto qui per chiedermi questo?”, replica.
“È brava a letto?”, domanda Harry,
facendo un passo verso di lui.
Il corpo bagnato di Louis è tonico e
sodo e così invitante. Harry deve farsi vedere da un medico, si sta
trasformando in una specie di maniaco sessuale.
“È più brava di me?”, insiste.
Louis abbassa lo sguardo e gli guarda
chiaramente in mezzo alle gambe, poi deglutisce sonoramente.
“Sei inquietante”, dichiara.
“Però ti stai eccitando”, afferma
Harry con un ghigno. “Dimmi, lei ti fa godere come ti faccio godere io?”.
Louis apre le labbra e aggrotta la
fronte. Harry non gli dà tempo di replicare e, ritrovandosi direttamente sotto
il getto dell’acqua, lo spinge con una mano sul petto fino fargli toccare le
piastrelle della doccia con la schiena.
“Sei un fottuto pazzo”, dice Louis
afferrandolo per i capelli e attirandolo verso di sé per baciarlo. Si sarà
dimenticato di dove è stata la bocca di Harry fino a poco prima.
Il riccio poggia le mani sul muro
dietro di lui mentre Louis divora le sue labbra con la foga di uno che non gli
mette le mani addosso da giorni, anche se si sono toccati fino a pochi minuti
fa.
“Fai così anche con lei?”, domanda
Harry infilando la testa nell’incavo del suo collo per leccare i rivoli d’acqua
sulla sua pelle. “Anche con lei riesci a malapena a controllarti?”.
Louis spinge il bacino in avanti alla
ricerca di un contatto. Harry abbassa lo sguardo e lo scopre eccitato. L’altro
ragazzo ansima nel suo orecchio e gli afferra una mano per guidarla verso la
sua erezione. Harry non gliela darà vinta.
“Lei riesce a fare questo?”, dice
prendendo Louis per le spalle e voltandolo con il viso verso il muro. Louis
riesce a farsi scudo con le braccia all’ultimo secondo, per non sbattere la
faccia contro le piastrelle.
Una delle cose che a Harry piace di
più di Louis è la sua versatilità:
Louis tende a dominare, a comandare, ma quando il lato autoritario di Harry
decide di prendere il sopravvento, l’altro ragazzo lo lascia fare. Nei discorsi
vuole sempre avere l’ultima parola, è un vero stronzo prepotente, ma
nell’intimità è molto più malleabile.
A Harry piace il fatto che nessuno dei due abbia mai il controllo definitivo, è un continuo alternarsi di
ruoli. Anche se – Harry ne è consapevole – Louis riuscirà sempre a fargli
credere di essere lui quello con il coltello dalla parte del manico. E forse, a
giudicare dal potere che l’altro ragazzo ha su di lui, qualunque cosa faccia, è
veramente così.
Harry preme il pollice sul suo
coccige, ammirando il sedere dell’altro ragazzo con la solita meraviglia. Come
sarebbe bello affondare tra quelle natiche!
“Ti decidi a fare qualcosa?”, sbotta
Louis, voltando la testa di lato.
Harry gli afferra una spalla e
accosta le labbra al suo orecchio.
“Ma certo”, sibila.
Louis prende una boccata d’aria e si
prepara a un eventuale contatto. Harry affonda con violenza le dita nella carne
della sua spalla e comincia a masturbarsi, gli occhi fissi sulle gocce d’acqua
intrappolate nelle fossette alla base della schiena di Louis.
Louis si agita e si lamenta fino a
che, consapevole che Harry non lo
toccherà, non avvolge una mano attorno al proprio pene e inizia a muovere a
fatica il braccio, incastrato tra il muro e il proprio corpo.
Harry viene con un verso strozzato
sulla schiena di Louis. Per qualche secondo osserva il suo seme su corpo
dell’altro ragazzo, che ha la fronte premuta contro le piastrelle e si sta
masturbando con frenesia e urgenza.
“Buona doccia”, dice il riccio,
passando un dito sullo sperma che cola sulla schiena di Louis. “Divertiti con
Eleanor”.
“Te ne stai andando?”, domanda Louis
stizzito. “Vaffanculo”.
“A più tardi”, replica Harry.
Ancora bagnato e leggermente
infreddolito il riccio torna in camera e si riveste, con l’intento di tornare a
casa e farsi una doccia vera.
Ripensandoci forse è meglio non presentarsi al locale assieme a Louis: come
avrebbe spiegato a Niall il fatto di andarsene in giro col suo peggior nemico?
*
“Haz, ti si vedono le tette”, lo
saluta Niall, chiudendo la portiera della macchina di Harry dopo aver preso
posto sul sedile del passeggero.
Il riccio scoppia a ridere.
“Ti piacciono?”, domanda
scherzosamente aprendo ancora di più la camicia.
“Mi piacerebbero di più se avessi una
quarta”, replica il biondo. “E se fossi una ragazza”.
Harry scuote il capo ridendo.
“Hai mai provato attrazione per un
ragazzo, Ni?”, domanda improvvisamente. È meglio testare le acque,
nell’eventualità di confessargli un giorno quello che sta succedendo con Louis.
Sa benissimo che Niall non ha nulla contro gli omosessuali, però la situazione
potrebbe essere leggermente diversa
se scoprisse che al suo migliore amico piace farselo succhiare da un ragazzo.
“No”, risponde Niall stringendosi
nelle spalle. “Mi considero aperto a qualsiasi esperienza però…non posso
forzarmi. Non mi sono mai interessati i ragazzi e non credo mi interesseranno
mai. E tu?”.
Harry si schiarisce la voce con un
colpo di tosse.
“Riesco ad apprezzare un bel ragazzo
quando lo vedo”, dice. È una mezza verità, anche se l’unico ragazzo che abbia
mai apprezzato e desiderato e voluto è Louis. Ma è presto per questa confessione.
“Beh, quello anch’io”, si affretta a
dire l’irlandese. “Per esempio, Zayn…è un figo,
no?”.
Harry sorride.
“Lo dici solo perché gli sei piaciuto
quando hai cantato e perché stasera finalmente parlerà con Simon?”, lo
stuzzica.
Niall lo guarda di traverso.
“No, lo dico perché se fossi una
ragazza me lo farei”, ammette. “Ma non
sono una ragazza, quindi mi basta…ammirarlo da lontano”.
“Zayn è gay, dubito che ti scoperebbe
se fossi una ragazza”, dichiara Harry. “Ma sono sicuro che se volessi fare
un’esperienza diversa sarebbe più che
disponibile”.
Niall gli molla un pugno sul
ginocchio.
“Non ne sento il bisogno, grazie”,
replica. “E poi Zayn non ha occhi che per Liam, quindi…”.
Harry si volta verso di lui.
“L’hai notato anche tu?”, domanda.
“Non ci vuole molto a capirlo”,
ribatte Niall. “A volte mi domando cosa ne pensi Liam”.
Harry fa spallucce.
“Fossi in lui…una possibilità gliela
darei”, mormora.
“Ti piace Zayn?”, lo interroga Niall
piegando la testa di lato. “Mi hai fatto tutto questo discorso per dirmi questo?”.
Harry sgrana gli occhi.
“Ma no, come ti salta in mente?”,
esclama.
“Ehi, non avrei alcun problema se tu
provassi attrazione per lui, sul serio”, lo rassicura Niall poggiandogli una
mano sulla spalla.
Harry ha un tuffo al cuore. Niall è
il migliore, in assoluto, punto.
“N-, non mi piace Zayn, Ni, te lo
giuro”, dice.
Niall incrocia le braccia sul petto.
“Ok”, mormora. “Comunque, Liam è
fidanzato. Oltre che etero…però presumo che non voglia dire niente, giusto? La
sessualità è una roba fluida o
qualcosa del genere”.
Harry è quasi commosso.
“Già”, dice. “Un giorno potresti
svegliarti e scoprire di essere bisessuale,
per esempio. Magari lo sei sempre stato e non lo sapevi, magari è uno sviluppo
recente. Insomma, uhm-”.
“Giusto, giusto”, commenta Niall
annuendo. Non dà segno di aver intuito qualcosa, di aver capito che Harry in
realtà stesse parlando di se stesso, oppure non vuole dirlo per non metterlo in
imbarazzo. In ogni caso, Niall è un grande.
Quando arrivano al locale Harry
parcheggia in una strada laterale.
“Secondo te Simon accetterà di darmi
una possibilità?”, domanda Niall strofinandosi i palmi sui pantaloni.
Harry gli circonda le spalle con un
braccio.
“Non ci pensare per adesso, ok?
Lascia fare a Zayn”.
Niall annuisce e sorride. È un
sorriso un po’ forzato ma è già qualcosa.
I due ragazzi si mettono in fila per
entrare al locale. Zayn ha detto loro di dire al buttafuori di essere amici
suoi, per evitare di pagare il biglietto per l’ennesima volta.
“Eccoli là”, dice Niall una volta
dentro, indicando il tavolo – il solito
- al quale sono seduti Liam, Danielle, Louis e…Eleanor.
“Fa’ caldo qui dentro”, commenta
Harry slacciando un altro bottone della camicia. Si è vestito con una camicia
nera praticamente trasparente solo
per mostrare la “mercanzia” a Louis e
fargli vedere cosa si sta perdendo, bottone più bottone meno non dovrebbe fare
molta differenza.
“Ehi!”, esclama l’irlandese una volta
giunti al tavolo, attirando l’attenzione di tutti.
“Ciao”, gli fa eco Liam mettendosi in
piedi e salutandolo con una stretta di mano e una pacca sulla spalla e facendo
altrettanto con Harry. “Vi ricordate di Danielle?”.
Harry e Niall annuiscono e salutano
la ragazza. Liam si rimette seduto e le poggia una mano sulla coscia. La sua
posa è un po’ rigida e anche Danielle sembra tesa. Qualcosa non va tra i due,
ma non sono affari di Harry.
Niall fa un cenno di saluto anche a
Louis e sorride a Eleanor. Harry si limita a dire un “ciao” solo a
quest’ultima, ignorando completamente il ragazzo. Con la coda dell’occhio,
però, può vedere che Louis si è imbronciato.
Louis indossa una canottiera larga,
con un’immagine in bianco e nero che Harry non riesce a decifrare, e uno dei
suoi capezzoli sbuca leggermente dall’indumento. Harry deve aggrapparsi con le
mani al tavolo per non fare qualcosa di stupido come afferrargli un braccio e
leccarglielo. Il capezzolo, non il braccio. Anche
il braccio. Come vorrebbe affondare il naso tra i peli delle sue ascelle!
“Vado a prendermi una birra”,
annuncia Niall, dandogli di gomito e distraendolo dalla sua fantasia. “Ne vuoi
una anche tu?”.
“Certo, grazie”, risponde il riccio,
incrociando brevemente lo sguardo di Louis.
L’altro ragazzo lo squadra dai
capelli fino al petto, indugiando su questo. Harry è particolarmente orgoglioso del fatto di
essere uscito di casa mezzo nudo.
Louis solleva il mento altezzosamente
e distoglie lo sguardo. Nonostante il locale sia scarsamente illuminato Harry
riesce chiaramente a vedere il succhiotto che gli ha lasciato sul collo. Come
lo avrà spiegato a Eleanor?
Harry ghigna e si morde il labbro inferiore.
“Come va, Harry?”, domanda Liam alla
sua sinistra. Deve aver notato la tensione tra lui e Louis, dal momento che sa. A volte Harry dimentica che qualcuno
è effettivamente a conoscenza della loro tresca.
Per fortuna che questo qualcuno è uno come Liam. Harry si fida di lui, per
quanto poco lo conosca.
“Tutto ok”, ribatte, incrociando le
mani sul tavolo di legno e rivolgendogli un sorriso. “Tu?”.
Liam ricambia il suo sorriso.
“Anch’io, grazie”, dice. “Sto
lavorando molto ultimamente, sono un po’ stanco, però, insomma, potrebbe andarmi peggio. Dopotutto sto seduto tutto il
giorno su una sedia”.
Il sorriso di Liam ha un che di isterico,
adesso. Danielle rotea visibilmente gli occhi e si scosta dal suo ragazzo.
Harry deduce che avranno discusso. Di nuovo, non ha alcun diritto di chiedere,
lui e Liam non sono a quei livelli di
amicizia.
“Io non lavoro da tre giorni”,
ribatte, facendo finta di non aver notato l’atmosfera elettrica che avvolge la coppia. “Ma domani si ricomincia, ho una
festa in barca”.
“In barca?”, gli fa eco Louis, seduto
di fronte a lui.
Harry è sorpreso che l’altro ragazzo
gli abbia rivolto la parola.
“Sì, in barca”, ripete. “Qualche
problema?”.
“Anch’io sarò a una festa in barca,
domani”, afferma Louis. “Come ospite,
però”.
Harry non ha alcun dubbio che si
tratti della stessa festa. È
organizzata dalla stessa persona che ha organizzato quella dove ha conosciuto
Louis, dopotutto.
“Ci incontreremo, allora”, dice.
Louis butta gli occhi al cielo.
“È la mia occasione per annegarti in
mare”, afferma con un sorriso maligno.
Harry è sul punto di replicare quando
Niall gli si siede accanto, mettendogli un boccale di birra davanti.
“Grazie”, mormora Harry, riportando
lo sguardo su Louis, che però è intento a parlare all’orecchio di Eleanor.
Il riccio prova una fitta allo
stomaco, ma decide di berci su, per affogare la sensazione di disagio. Non è
gelosia, lui e Louis non sono niente.
“Sai cosa mi fa andare in bestia?”,
sussurra Niall al suo orecchio. “Che quella lì perda tempo con uno come lui.
Cazzo, è fottutamente finocchio, non ci vuole un genio a capirlo”.
Harry sorseggia la sua birra.
“Lo pensi sul serio?”, domanda distrattamente.
“Sì, è gay, al cento per cento,
fidati di me”, ribatte Niall. “Se lui si scollasse un attimo da lei le farei
vedere io cosa si sta perdendo”.
Harry scoppia a ridere.
“Hai una cotta, Ni?”, lo prende in
giro.
Niall beve un lungo sorso.
“Non ho una cotta”, protesta, una striscia di schiuma sopra il labbro. “Però
non mi dispiace, ecco”.
Harry ridacchia.
“Faccio il tifo per te, sappilo”,
ammette. Chissà perché.
Quando rivolge di nuovo l’attenzione
a Louis – il suo sguardo sembra sempre orbitare dalle sue parti, come se Louis
fosse una maledetta calamita – l’altro ragazzo ha il viso piegato verso quello
di Eleanor, ma lo sta guardando con la coda dell’occhio. Harry scivola con la
schiena sulla sedia e allunga un piede per sfiorare la gamba di Louis sotto il
tavolo. Louis fa un salto sul posto e lo guarda di traverso. Harry gli fa
l’occhiolino e comincia a giocherellare con la croce attaccata alla collanina
che gli pende sul petto. Louis segue il movimento delle sue dita e si morde
inconsciamente le labbra. Harry si sta eccitando. Forse è davvero il caso di
farsi vedere da un medico, avrà una disfunzione erettile, o come si dice quando
ti si rizza per ogni cosa che fa la persona che ti piace. Oddio, ha di nuovo quattordici anni.
“Vuoi qualcosa da bere?”, domanda
Louis ad alta voce rivolgendosi a Eleanor.
“Vai al bancone?”, replica lei. “Mi
prendi un Margarita, per favore?”.
“Certo”, dice Louis, zuccherosamente
disponibile.
La ragazza fa per estrarre il
portafoglio dalla borsa ma Louis la blocca, circondandole il polso con una
mano.
“Non ci pensare neanche”.
Harry fa una smorfia e distoglie lo
sguardo. Louis non si sognerebbe mai di riservare a lui queste gentilezze.
“Sai che forse presto suonerò anch’io
qui?”, dice Niall alla ragazza non appena Louis è fuori portata d’orecchio.
Harry soffoca una risata nella mano.
“Oh, davvero?”, domanda Eleanor,
portandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
Niall le spiega il suo accordo con
Zayn mentre lei ascolta interessata.
“Zayn non ti ha ancora fatto sapere
nulla?”, interviene Liam.
“Non l’ho ancora visto”, spiega
Niall. “Presumo che me lo farà sapere a fine serata”.
Qualche secondo dopo il ragazzo sale
sul palco e annuncia la sua presenza tramite un mezzo saluto al microfono.
“Giusto in tempo!”, esclama Louis poggiando
due bicchieri sul tavolo e sedendosi.
“Grazie mille”, dice Eleanor
sporgendosi per dargli un bacio sulla guancia.
Per Harry è arrivato il momento di
concentrarsi sul ragazzo sul palco.
Zayn indossa una t-shirt con le
maniche strappate e ha i capelli legati in un codino. Abbandonare il giubbotto
di pelle è stata una mossa abbastanza furba col caldo che fa.
“My
girl, my girl, don't lie to me, tell me where did you sleep last night”,
inizia a cantare. Harry adora questa canzone. “In the pines, in the pines, where the sun don't ever shine I would
shiver the whole night through”.
Harry non può fare a meno di guardare
di nuovo Louis, che adesso ha un braccio attorno alla sedia di Eleanor e le sta
accarezzando i capelli. Lei però sta guardando alla sua sinistra. Starà forse
guardando Niall?
Il riccio finisce la sua birra
all’inizio della seconda canzone.
“Secondo giro?”, domanda al suo
amico.
Niall annuisce.
Harry riesce a trasportare i due
boccali al tavolo senza incidenti. Zayn sta cantando una canzone che lui non
conosce. Per una volta è riuscito a sorprenderlo.
Quando si risiede al suo posto scopre
che Louis lo sta guardando. Harry sostiene il suo sguardo ma non tradisce
nessuna emozione. L’altro ragazzo fa scorrere gli occhi sul suo petto,
lentamente e con un mezzo sorriso, poi si volta verso Eleanor e la bacia. Harry
non sa se è più sorpreso lui o la ragazza, che ricambia il bacio con un po’ di
esitazione.
“Vaffanculo”, borbotta, ingollando la
sua birra e svuotando il bicchiere per metà. Dovrà aspettare di smaltire
l’alcool prima di guidare.
“Hai detto qualcosa?”, domanda Niall.
Harry si stringe nelle spalle.
“No”, mente, riportando lo sguardo
verso il palco.
Alla fine del concerto è decisamente
brillo. E incazzato. E eccitato. Louis lo ha stuzzicato tutto il tempo,
guardandolo a volte con la coda dell’occhio a volte apertamente, prima di
rivolgere la sua attenzione alla ragazza al suo fianco. Harry può sentire il
profumo dolciastro di lei anche a questa distanza e non si capacita di come
possa non infastidire Louis che ce l’ha accanto.
“Ehilà!”, esclama Zayn sedendosi
sulla sedia accanto a quella di Liam, che fa un verso sorpreso e abbozza un
sorriso.
“Ehi”, gli fa eco.
Zayn lo guarda con quelle che potrebbero essere definite stelle negli occhi – questo ragazzo è
decisamente andato – prima di
spostare lo sguardo su Danielle.
“Ci conosciamo?”.
Danielle fa un’espressione strana,
tra il diffidente e il guardingo.
“Sono Danielle, la ragazza di Liam”,
dice.
Zayn allunga una mano per
presentarsi.
“Zayn”, dice. “Sono quello che ha
suonato”.
Liam fa una risata nasale e Zayn gli
sorride mentre Danielle assottiglia gli occhi e non commenta.
“Posso offrirvi qualcosa da bere?”,
domanda Zayn a tutti quanti, abbracciando il tavolo con uno sguardo. È ancora
su di giri per l’esibizione. Oppure è sbronzo.
“Hai parlato con Simon?”, domanda
timidamente Niall.
Zayn aggrotta la fronte.
“Oh, cazzo, no!”, esclama. “Andiamoci
adesso insieme, ti va?”.
Niall impallidisce.
“Vai, andrà tutto bene”, lo
incoraggia Harry, che nonostante la mente un po’ annebbiata dall’alcool riesce
ancora a funzionare.
“Ok”, acconsente il biondo.
Zayn gli porge una mano e lo invita
ad alzarsi.
“Simon stasera è di buon umore”,
dice. “Potrebbe accettare di farti suonare già la prossima settimana”.
“D-, devo cantare qualcosa?”,
balbetta Niall.
“Nah, Simon mi crederà sulla parola
quando gli dirò che sei un mostro”.
Niall si illumina. Harry gli mostra
un pollice in su e lo sprona ad andare.
“Dov’è finito Louis?”, domanda quando
non lo trova più al tavolo.
Eleanor lo guarda scettica.
“In bagno, credo?”.
Harry non è sicuro di quello che
vuole fare però si alza dalla sedia e con passo instabile si dirige verso il
bagno. Qui aspetta fuori dalla porta fino a che Louis non esce.
“Mi pedini?”, domanda Louis con voce
annoiata.
Harry fissa il succhiotto sul suo
collo e lascia vagare lo sguardo sulle sue clavicole, sui suoi bicipiti, sui
fianchi, sulle cosce.
“Vieni con me”, dice.
Louis solleva un sopracciglio. È così
sexy quando lo fa.
“Non credo proprio”, ribatte, facendo
per superarlo.
Harry lo prende per le spalle e lo
spinge verso il muro, infilando una gamba in mezzo alle sue e affondando la
testa nel suo collo, inspirando il suo profumo.
“Siamo in pubblico”, si lamenta
Louis, piegando comunque la testa di lato per fargli spazio.
“Appunto, vieni con me”, insiste
Harry.
Louis grugnisce ma non oppone
resistenza quando Harry lo trascina per un braccio verso l’uscita del locale,
facendo il giro del bancone per non passare davanti al tavolo dove sono seduti
gli altri.
L’umidità dell’aria investe i loro
corpi e Harry trova improvvisamente di troppo anche la sua stessa pelle.
“Dove diavolo stiamo andando?”,
sbotta Louis quando Harry gli fa girare l’angolo. “Eleanor mi aspetta”.
Il riccio individua la sua auto e
spinge Louis contro una delle portiere.
“Chi bacia meglio?”, domanda.
Louis fa una smorfia ridicola.
“Oh dio mio, sei proprio fissato!”,
esclama. “Hai problemi di autostima, per caso?”.
Per tutta risposta Harry gli afferra
il viso con entrambe le mani e lo bacia. Louis è svelto ad aprire la bocca per
approfondire il bacio. È sempre così con loro: non c’è spazio per l’indugio o
la dolcezza, vanno sempre dritti al punto. La sensazione del piercing di Louis
contro il proprio labbro inferiore manda una scarica di piacere lungo la spina
dorsale di Harry, come ogni volta.
“Allora?”, insiste il riccio, il naso
premuto contro quello di Louis, mentre con un pollice sfiora il livido sul
collo dell’altro ragazzo. È opera sua.
“Sai che non risponderò mai alla tua
domanda, vero?”, ribatte Louis testardamente.
Harry preme il pollice sul
succhiotto, facendo gemere il ragazzo davanti a lui.
“Ok”, dice un istante dopo,
allontanandosi.
Louis allunga una mano e gli afferra
un lembo della camicia.
“Ehi, sta’ attento, sai quanto
costa?”, protesta Harry.
Quando Louis gonfia le guance e
scoppia a ridere il riccio si rende conto della cazzata che ha appena detto.
Probabilmente anche solo il bottone
dei pantaloni di Louis costa più della sua camicia.
“Una cosa posso ammetterla, però”,
sta dicendo Louis, gli occhi puntati sulle clavicole di Harry, sulle quali
fanno bella mostra i suoi uccelli tatuati. “Trovo la tua gelosia parecchio sexy”.
Harry ghigna.
“Davvero?”, replica dimenticandosi di
negare l’evidenza: lui non è geloso.
Louis annuisce lentamente e con uno
strattone se lo tira addosso. Harry si appoggia con un mano al tetto della
propria auto.
“Credi che non abbia notato le
occhiatacce che lanciavi a Eleanor?”, domanda Louis, guardandolo di sotto in su
mentre infila le mani sotto la camicia di Harry.
Il riccio si lecca le labbra.
“Ci sei andato a letto prima di
venire qui?”.
Louis ride e gli morde il mento,
affondando i canini appuntiti nella sua carne.
Harry gli stringe un fianco. Louis
cattura le sua labbra in un bacio vorace che gli fa tremare le ginocchia.
“Ce le hai dietro le chiavi della
macchina?”, domanda graffiandogli la schiena con le unghie.
Harry si sfila le chiavi dalla tasca
posteriore dei jeans e apre l’auto col telecomando.
Louis ridacchia e apre la portiera,
poi si siede obliquamente sul sedile posteriore e aspetta che Harry lo
raggiunga.
“Fammi spazio”, ordina questi.
Louis si fa più indietro fino a
toccare con la schiena l'altra estremità dell’auto e allarga le gambe.
Harry non perde tempo e lo bacia di
nuovo mentre le mani di Louis affondano nei suoi capelli. Il riccio lo tocca
dappertutto e Louis sospira nel bacio.
Quando Harry si stacca per prendere
fiato si mette ritto con la schiena e si stiracchia. Louis lo sorprende
infilando i pollici di entrambi le mani nei solchi delle sue anche.
“Perché ti sei tatuato due ramoscelli
di ulivo?”, domanda.
Harry scoppia a ridere.
“Sono foglie di alloro, cretino”.
Louis scrolla le spalle e si piega in
avanti per dargli un bacio al centro del petto. È quasi dolce. Il cuore di Harry batte furiosamente per qualche secondo.
Consapevole che non hanno molto tempo
e che si trovano in un luogo abbastanza pubblico,
Harry si siede poggiando la schiena contro il sedile e slacciandosi i jeans.
Louis ghigna.
“Siamo impazienti”, commenta.
“Hai idea da quanto tempo aspetto di
metterti le mani addosso?”, si lascia sfuggire Harry.
Louis sorride.
“Non mi pare che tu mi stia
toccando”, ribatte.
Harry lo afferra per la maglia e lo bacia. Sta diventando pazzo.
Dal momento che non possono né
perdere tempo né tantomeno spogliarsi i due ragazzi optano per masturbarsi
spalla contro spalla, una mano di Louis nelle mutande di Harry e viceversa.
Ogni tanto piegano la testa di lato per baciarsi a bocca aperta. Harry adora baciare Louis, lo farebbe tutto il
tempo. Fortuna che almeno in questo vanno d’accordo, essendo l’altro ragazzo
altrettanto appassionato di baci quanto lui.
Quando hanno finito Harry si sporge
verso i sedili davanti per prendere dei fazzoletti coi quali pulirsi.
“Grazie”, mormora Louis, poggiando la
nuca sul sedile e chiudendo gli occhi.
Harry ne approfitta per poggiargli la
testa sulla spalla. È bello che possano avere un attimo per…stare in compagnia
l’uno dell’altro senza fare niente? Forse Harry sta davvero uscendo di testa.
“Secondo te Simon accetterà di far
cantare Niall?”, domanda.
Louis rimane in silenzio per qualche
secondo.
“Zayn può fare miracoli, tranquillo”, dice infine.
Harry si irrigidisce.
“Ti costa tanto ammettere che Niall è
veramente bravo e si meriterebbe di suonare qui?”, sbotta.
Louis sospira.
“Sì, mi costa tanto”, dichiara.
Harry lo pizzica sulla coscia.
“Sei insopportabile”, borbotta.
Louis riapre gli occhi e lo guarda in
tralice. Harry piega la testa per incrociare il suo sguardo.
“Niall ha potenziale”, afferma Louis.
“Secondo me non ha una gran voce, però ha energia, voglia di mettersi in gioco
e – ascoltami bene perché non lo ripeterò mai più – potrebbe essere anche più
bravo di Zayn con la chitarra”.
Harry sorride e strofina la guancia
sulla spalla di Louis.
“Grazie”, mormora.
“Se quello che ho appena detto
dovesse mai raggiungere le orecchie di Zayn giuro che ti farò rimpiangere di
essere nato”, minaccia Louis.
Harry ride e gli bacia una spalla.
Può giurare che Louis sia rabbrividito.
“Harry?”, lo chiama questi. “Ricordi
la mia politica sulle coccole?”.
Harry sbuffa e si stacca da lui.
“Ti odio”, dice.
Louis si stringe nelle spalle.
“Il sentimento è reciproco”, afferma.
“Adesso lasciami andare. Eleanor si starà domandando che fine abbia fatto”.
“Si sarà a malapena accorta della tua
assenza”, commenta Harry.
Louis ha già una mano sulla maniglia
quando il riccio lo afferra per un polso, gli poggia una mano sulla guancia e
lo bacia.
“Vai dentro prima tu”, dice sulle sua
labbra. “Io aspetterò un po’ prima di entrare”.
Louis scrolla le spalle, apre la
portiera e quando Harry fa per uscire dalla macchina gli sbatte la portiera in
faccia.
“Oh, vaffanculo!”, esclama Harry
indignato, battendo un pugno sul vetro.
Louis ride e gli dà le spalle.
Quando Harry rientra al locale scopre
che Niall ha ottenuto l’ingaggio e gli offre un’altra pinta per festeggiare.
*
“Credo che questa sia l’estate più
calda della storia d’Inghilterra”, si lamenta Niall, aggiustandosi il farfallino.
“Perché i telegiornali non ne parlano?”.
Harry ride e chiude a chiave l’auto.
“Forse perché sei tu che stai
esagerando?”, ribatte.
Niall sbuffa e si asciuga il sudore
sul labbro superiore. Harry deve ammettere che sì, fa più caldo del solito.
Quando arrivano sul molo l’acqua del
mare è immobile e stagnante. Non c’è neanche un filo di vento che dia loro
sollievo dall’afa e dall’umidità.
Paul e i loro colleghi li stanno
aspettando nel luogo concordato. Harry non ha la minima voglia di mettersi a
servire ricchi annoiati, stasera, ma ci sarà Louis, lì in mezzo a loro…
“Il vostro compito principale stasera
sarà quello di passare tra la gente con un vassoio e offrirle da bere e da
mangiare, ok?”, afferma Paul. “Spero che nessuno di voi soffra il mal di mare”.
“Lo yacht salperà?”, domanda Perrie
rivolgendo uno sguardo alla mastodontica imbarcazione ormeggiata a pochi metri
da loro.
“Sì, ma ci manterremo molto vicini
alla costa”, replica l’uomo.
Quando salgono sullo yacht la
“padrona di casa” li saluta e dà loro istruzioni su dove sistemarsi. La donna
rivolge a Harry e Niall uno sguardo curioso, probabilmente perché li ha
riconosciuti.
“Secondo te quanti anni ha?”, domanda
l’irlandese.
Harry fa spallucce.
“Non lo so, sarà sulla trentina”,
risponde. “Perché?”.
“Non è male”, commenta Niall mentre
un sorriso malizioso si fa strada sul suo volto.
Harry stasera l’ha a malapena
guardata, ma da quello che ricorda la donna – Caroline – è affascinante. Non è esattamente bella, ma emana un’aura di
sicurezza in sé stessa e ha perennemente sul volto un’espressione compiaciuta,
come se sapesse qualcosa che gli altri ignorano. E poi indossa vestiti che
mettono in risalto le sue curve giunoniche. Niall non ha alcuna speranza.
A festa iniziata Harry si immerge tra
la folla di ospiti offrendo loro da bere champagne in dei flute, guardandosi discretamente
intorno alla ricerca di Louis.
Quando finalmente lo trova aspetta
che l’altro ragazzo incroci il suo sguardo per sorridergli. Louis aggrotta la
fronte e torna a rivolgersi al suo interlocutore, ignorandolo completamente.
Harry si imbroncia, rimanendo
immobile a osservarlo. Louis è vestito elegantemente, con un dolcevita nero e
dei pantaloni dello stesso colore. L’unico elemento che contrasta col resto del
suo outfit sono le scarpe, dei
mocassini lucidi rosso scuro, indossati senza calzini. Harry sta sbavando per
le sue caviglie nude.
“Posso?”, dice una voce alle sue
spalle.
Harry si volta verso Caroline e per
un attimo lo sguardo gli cade sulla scollatura della donna.
“Ehm, sì”, balbetta avvicinandole il
vassoio.
La donna sorride e sorseggia il suo
drink, guardandolo attraverso il vetro del bicchiere.
“Mi ricordo di te”, mormora a un
certo punto.
Harry si schiarisce la voce.
“Sì?”.
“Eri alla mia festa in piscina”, dice
lei. “Quando Zayn è annegato?”.
Harry annuisce.
“Già”, ribatte imbarazzato. Questa
donna lo mette un po’ a disagio e poi la sua scollatura è ipnotica. Non ha mai saputo resistere a un bel paio di tette.
“Difficile dimenticare un bel faccino
come il tuo”, commenta la donna facendo scorrere lo sguardo sul suo volto prima
e sul resto del suo corpo poi.
Harry arrossisce. Caroline ci sta
forse provando con lui? Saprà che va ancora a scuola?
“Oh, non essere imbarazzato”,
continua lei. “Impara ad accettare un complimento”.
Harry le sorride debolmente.
“Ehm, ok, grazie”.
Che ne è stato della sua fiducia in
sé stesso? Perché si sta comportando come un deficiente?
“Mi piacerebbe vedere la tua faccia
più spesso”, afferma lei. “E anche qualcos’altro”.
Harry sente il calore infiammargli le
orecchie.
“Magari mi rivedrai alla prossima
festa”, dice.
Caroline ride.
“Non mi riferivo a quello, tesoro”,
dice facendogli l’occhiolino.
Harry ha la bocca asciutta. Possibile
che non sia più in grado di flirtare
con una donna?
È sul punto di rispondere quando
Caroline viene avvicinata da un altro degli ospiti.
“Ehi, come hai detto che ti chiami?”,
dice mentre il suo amico la trascina via per un braccio.
“Harry”, gracchia il riccio.
Caroline sorride e lo saluta con un
cenno del capo.
Harry si fa aria con la mano e si
volta di nuovo a cercare Louis. L’altro ragazzo sta ancora parlando con l’uomo
di prima. La sua silhouette e il suo modo di stare in piedi – una gamba tesa e
l’altra piegata - affascinano Harry più di quanto dovrebbero.
“Posso offrirvi da bere?”, domanda
Harry dopo aver trovato il coraggio di avvicinarsi.
Louis gli rivolge un’occhiata breve e
annoiata.
“Abbiamo già da bere, grazie”, dice
sbrigativo, agitando il flute che ha
in mano.
Come ha fatto Harry a non
accorgersene?
“Ok”, biascica, osservando il profilo
di Louis. I suoi zigomi sono lucidi. Harry non sa se è il trucco, la luce o il
sudore.
“Ti serve qualcosa?”, domanda
indispettito l’altro uomo.
Harry sbatte le palpebre,
risvegliandosi dalla sua trance.
Louis non lo degna di uno sguardo. Si sta proprio comportando come se non lo
conoscesse. Davvero non vuole avere a che fare con lui al di fuori dei loro
momenti di intimità.
“No, scusi”.
Un’ora e un’infinita di paranoie dopo
Harry si avvicina a Niall.
“Credo che Caroline ci abbia provato
con me”, mormora all’orecchio del suo amico.
“Cazzo, Hazza, come hai fatto?”,
esclama Niall.
“Io non ho fatto niente”, ribatte il
riccio.
Niall fa una smorfia.
“E tu ci sei stato?”, indaga.
Harry aggrotta la fronte.
“No, Niall, sto lavorando e poi, non
lo so, magari scherzava-”.
“Harry, lo so io come lo sai tu: hai
bisogno di scopare”, dichiara. “Non lasciarti sfuggire questa occasione”.
Sì, Harry ha bisogno di scopare scopare, ma con Louis. Se solo l’altro
ragazzo cedesse. O se solo ne parlassero. Perché due chiacchiere prima di metterglielo nel culo non sarebbero
male.
“Certo”, dice distrattamente. “Paul
mi sta guardando con espressione omicida, ci vediamo dopo”.
Harry scorge Louis defilarsi verso un
lato dello yacht, in una zona isolata e buia rispetto al resto, perciò poggia
il vassoio su un tavolo e, assicurandosi di non essere osservato dal suo capo,
lo segue.
“Ehi”, dice per attirare la sua
attenzione.
Louis sta fumando una sigaretta
poggiato con la schiena alla ringhiera dell’imbarcazione.
“Non puoi fare a meno di seguirmi
ovunque vada, eh?”, ribatte Louis, sputando il fumo verso l’alto.
Harry osserva il suo pomo d’Adamo e
deglutisce.
“Tutto ok?”, domanda.
Louis finalmente lo guarda.
“Perché non dovrebbe essere tutto
ok?”, replica.
Harry si stringe nelle spalle.
“Hai fatto finta di non conoscermi”,
mormora.
“Non dovresti essere al lavoro tu?”,
ribatte Louis, ignorando la sua affermazione.
“Mi sto prendendo una pausa”, dice
Harry, affiancandolo sulla ringhiera.
Louis gli offre un tiro dalla sua
sigaretta ma il riccio rifiuta.
“Non ero mai stato su uno yacht”, afferma.
Louis lo guarda in tralice.
“Io ne ho uno”, dice. “Sicuramente non
è grande come questo, però fa la sua
figura”.
Harry ride.
“Non ne dubito”.
Su di loro cala il silenzio. Harry
osserva il profilo di Louis, le sue dita callose che stringono la sigaretta, le
sue labbra che si avvolgono attorno al filtro. Non può impedirsi di avvertire
una fitta di desiderio. Ormai è incontrollabile.
“Ci vediamo domani?”, si azzarda a
chiedere.
Louis getta la sigaretta in mare –
Harry disapprova – e ruota il corpo
verso di lui.
“Domani vado al cinema con Eleanor”,
dichiara.
È come se un pugno avesse colpito
Harry allo stomaco.
“Ok”, dice. “Ok”.
Louis si avvicina a lui e Harry
trattiene il respiro.
“Mi farò sentire io quando avrò
bisogno di te, ok?”, soffia sulle sue labbra.
Harry avverte l’odore di fumo che
emana il suo fiato. Lo vuole baciare lo stesso, vuole sentire in bocca il
sapore della sigaretta che Louis ha fumato, vuole che la sua saliva abbia lo
stesso gusto amaro di quella di Louis.
L’altro ragazzo gli dà uno schiaffetto
sulla guancia e lo supera.
Harry rimane a fissare il suo
fondoschiena.
*
La festa è quasi finita, anche Louis
se n’è andato, barcollando per l’alcool (o per le oscillazioni della barca,
adesso che si è alzato il vento).
Harry sta riordinando i flute sul tavolo quando qualcuno gli
mette una mano sulla spalla.
“Ehi, Harry”.
Caroline ha le guance arrossate e il
rossetto sbavato.
“Ehi”, ricambia.
“Sono sbronza, ok, lo ammetto”, dice
la donna, strascicando le parole. “Però sono perfettamente consapevole di
quello che sto facendo”.
Harry sbatte le palpebre,
aspettandosi il peggio, ma la donna
si piega su di lui e gli infila qualcosa nella tasca posteriore dei pantaloni.
“Chiamami, ok?”, dice,
accarezzandogli il viso con un dito.
Harry strabuzza gli occhi e osserva
la donna indietreggiare senza distogliere lo sguardo.
Perché no?,
pensa, sfiorando il rigonfiamento sul suo sedere. Perché non andare a letto con qualcuno che mi vuole veramente e non ha
paura ad ammetterlo?
Quando dirà a Niall che Caroline gli
ha lasciato il suo numero il suo amico se la farà sotto dal ridere. E morirà di
invidia.
la canzone che canta Zayn è Where Did You Sleep Last Night dei Nirvana (ok, non è esattamente
dei Nirvana ma questa è un’altra storia). So che la voce di Zayn e quella di
Kurt non c’entrano nulla l’una con l’altra, però è da quando ho iniziato questa
storia che immagino Zayn cantare questa canzone. Non so perché, ma mi intriga.
Un’altra cosa, non ho mai capito se
quelle tatuate sui fianchi di Harry siano foglie di alloro o felci. Io direi
quest’ultime però…ho optato per foglie di alloro nella storia (non chiedetemi
perché, non lo so).
Mi scuso con tutti quelli che
nonostante tutto seguono questa storia. Abbiate pazienza e sappiate che non vi
prendo in giro, ho intenzione di continuarla, anche se a volte sembra che io me
ne sia dimenticata.
Alla prossima!