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Autore: crazygurl91    20/02/2015    3 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- Ultimamente ho visto moltissime Fanfiction interattive e mi sono piaciute un sacco, ed ecco che mi sono decisa di crearla anch'io una. Segalatemi la vostra presenza nelle recensioni e la scheda del personaggio con un messaggio privato...acetto un max di 20 persone, quindi accorete!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Alice Paciock Jr, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Si Ritorna a Hogwarts

 

 

Il sole entrò di prepotenza tra le persiane della finestra posandosi sul dolce viso di Alexis strappandola dalle braccia di Morfeo, ritrovando il viso addormentato di Zoey di fronte a lei, con tanto di ciocca di capelli sulla bocca, strappandole un sorriso.

Quella notte era stata magica per quanto massacrante, anche se non l'avevano passata nella mega villa di Malfoy, ma con un branco di bambini scatenati e con la Regina Mancata delle Serpi, che era tutto dire, era stato la notte più bella per lei. La ragazza si mise a sedere sul letto, cominciando a stiracchiarsi, mentre i setosi capelli neri arruffati le fecero il solletico sulla schiena, mentre i suoi occhi si posarono sul paesaggio invernale fuori dalla sua stanza.

Prima di quel momento non aveva mai creduto che la Finlandia fosse una terra cosi fantastica; prima se l'era immaginata come una terra fredda dove c'era solo neve su neve, ma quando Malfoy gli aveva proposto quella vacanza aveva solo pensato a vitto e alloggia gratis in un posto di extra lusso, ma adesso doveva ricredersi: aveva trovato in quei luoghi un atmosfera piena di fascino e selvaggia, anche se i lupachiotti troppo cresciuti non erano stato cosi piacevoli.

All'improvviso una voglia di esplorare quelle lande innevate si fece forte in lei, aveva già fatto delle belle passeggiate con quello scemo di Akira, che erano finite in violente battagli di palle di neve che la vedevano sempre vincitrice, ma adesso aveva voglia si starsene da sola.

Facendo il più piano possibile, cosi da non svegliare i suoi compagni di stanza, si alzò da letto, prese il primo maglione che trovò a terra, sicuramente era di Rox da quanto era pesante, il suo cappotto, i stivali da neve e usci dalla stanza.

La casa intera era in silenzio, si sentiva solo un lieve russare dalla camera occupata dai ragazzi, per il resto sembrava disabitata. Arrivata in salotto la ragazza non poté sorridere alla vista di Fraser e Foster addormentati l'uno accanto all'altro che, durante i giorni della loro permanenza, era stato il letto di Rhydian. Al pensiero della Regina Mancata, Alexis si guardò intorno non vedendola, anche Nanuk era sparito; in realtà non la vedeva da i fuochi d'artificio di ieri sera, erano stati magnifici e aveva il sospetto che lei centrasse qualcosa: insomma se sei un fiammifero umano, puoi fare un mucchio di cose stratosferiche, peccato che era una stramba.

Senza altri pensieri usci dalla porta, mentre un freddo vento la colpì in pieno svegliandola completamente, per un attimo fu tentata di girare i tacchi e ritornare al caldo sotto le coperte, ma il richiamo della natura fu molto più forte. Prese tutto il coraggio che possedeva e usci in quella distesa bianca; le piaceva camminare, lo trovava un ottimo metodo per schiarirsi le idee soprattutto quando era da sola.

E lei ne aveva davvero bisogno.

Era preoccupata per i gemelli Suarez, soprattutto Fra, lui più della sorella sembrava non essersi ripreso dalla brutta esperienza, e come poteva dargli torto, ma aveva notato che, da quando erano arrivati a casa di Heele, si guardava sempre le spalle, come se si aspettasse di essere attaccato da un momento al altro. In più quando guardava Rhydian i suoi occhi assumevano uno strano colore nero con sfumature rossastre, che metteva paura.

Avrebbe tanto voluto dirgli qualcosa, ma cosa?

Lei non aveva vissuto quel esperienza, non sapeva cosa si provava ad essere crucciati, quindi non poteva capire.

Odiava sentirsi inutile.

Un urlo poco lontano da lei le fece salire il cuore in gola; avrebbe riconosciuto quella dannata voce ovunque: Rhydian!

Prima che la sua mente potesse formulare un pensiero logico, si ritrovò a correre tra le neve con in mano la bacchetta, secondo il racconti di Rose la ragazza di fuoco non era in grado di affrontare un combattimento per molto tempo: ma allora, porco Merlino, perché non usava la bacchetta?

Quell'idiota!

Correre sulla neve, con scarpe che non erano esattamente adatte per quell'attività adatte per quell'attività, le fece venire subito il fiatone, in più cera da dire che lei non era proprio un tipo sportivi, ma non era importante: quando aveva sentito la storia di Harvey il suo cuore le si era stretto in una specie di morsa; quella stronza aveva tutte le ragioni del mondo per essere incazzata con tutto e tutti, anzi era stata fin troppo forte, meritava un po' di pace.

Un bagliore rossastro le fece capire che era vicina.

Dopo aver scalato una cunetta di neve si ritrovo completamente priva di fiato, ma ciò che si trovò di fronte rischio di farle battere il record mondiale di apnea: una creatura completamente infuocata stava combattendo contro i lyncan, doveva essere per forza Rhydian perché, non molto distante dal luogo dello scontro c'era Nanuk che fissava immobile, tanto da sembrare una statua.

Alexis era completamente incantata dalla scena, mai nella sua vita avrebbe immaginato di poter assistere ad una cosa del genere, si sarebbe dato un pizzicotto alla guancia se non ci pensasse già il freddo a farle capire che era sveglia. Ma l'emozione duro poco, lasciando spazio alla paura; Rose aveva detto che durante il combattimento contro i cattivoni folli, solo i capelli dell'Harvey avevano preso fuoco, ora il suo intero corpo era invaso dalle fiamme, senza contare che stava combattendo contro dei lupi grossi come montagne.

Altro che stramba, quella era matta da legare.

Però doveva ammettere che era abbastanza agile, non sembrava che stesse facendo uno scontro ma che stesse danzando: ogni salto, colpo o movimento, non aveva nulla di violento, ma era aggraziato e leggiadro. Nuovamente il cuore le sali fin su alla gola quando un enorme lyncan, alle spalle di Rhydian, l'attacco mentre lei era intenta ad difendersi dalle zampate di un altro, ma con un salto sovrumano lei evito l'attacco atterrando, con la stessa grazia con cui era saltata, alle spalle del lupo.

La mascella della spettatrice cedette mentre, ne era sicura, gli occhi le uscirono dalle orbite.

Avrebbe tanto voluto applaudire e urlare dalla gioia, ma si dovette fermare quando vide Rhydian cadere a terra mentre le fiamme si dilatarono lasciando spazio alla nuda pelle, aveva il fiatone ed era bianca come la neve, mentre rivoli di sudore le bagnavano il nudo corpo.

Era allo stremo delle forze.

<< Cazzo! >>

Con tutta la rabbia che aveva in corpo la rossa comincio a prendere a pugni la neve, macchiandola di rosso sangue, mentre urla di disperazione uscivano dalla sue gola e calde lacrime dai suoi occhi scarlatti.

<< Perché non ci riesco? Cazzo! Come posso proteggere gli altri se non resisto per più di mezz'ora a rimanere trasformata? Sono inutile...inutile! >>

Violenti singhiozzi invasero la vallata innevata, mentre Alexis la guardava con gli occhi lucidi: poteva sentire il suo dolore, la sua disperazione e frustrazione, come se fossero entrati dentro di lei con prepotenza, stava per correre verso di lei per abbracciarla e consolarla, cosa della quale anche lei si meravigliò, ma sentiva che ne aveva più bisogno lei che Rhydian.

Stava scattando verso di lei quando una mano la blocco, prendendola per la spalla, costringendola a voltarsi: Heele!

<< Se fossi in te ritornerei in casa e farei finta di non aver visto nulla >>

<< Cosa? Ma non la vede? È disperata, ha bisogno che qualcuno le stia accanto >>

<< Se Rhy ti vede peggioreresti solo la situazione. Per come è stata cresciuta lei cose come le lacrime, i sentimenti, sono sintomo di debolezza. La umilieresti e basta >>

<< Ma questa è una stronzata bella e buona >>

Heele, non sapendo cosa dire fece spallucce. Erano ormai settimane che aveva visto la sua piccola Rhy uccidersi di allenamenti su allenamenti, cercando di superare i suoi limiti di mezzosangue. Le Flamee erano considerate delle vere guerriere imbattibili proprio per la loro particolarità di creare il fuoco e dominarlo a loro piacimento, cosa che Rhydian non era in grado di fare: il nucleo magico della strega combatteva contro quello della Flamee, ognuno voleva dominare sul altro, senza trovare un equilibrio, rendendo quella cocciuta bambina sempre più debole, completamente priva di forza.

Una persona normale avrebbe rinunciato, non avrebbe rinunciato alla propria vita per realizzare qualcosa di impossibile, ma lei nulla. Anche se sarebbe morta nel farlo, avrebbe insistito finché non ci sarebbe riuscita. Molte persone potrebbero potuto ammirare questo suo carattere determinato, ma peccato che lei era stata costretta dagli eventi a diventare così: il rifiuto di Mariketta, l'abbandono, la morte di Abel e il continuo scappare e nascondersi, l'avevano resa quello che era: decisa a dimostrare a tutti che lei poteva farcela, che nessuno sarebbe morto nel proteggerla e che mai più si sarebbe nascosta.

Stupida ragazzina.

Ecco a cosa pensava mentre la vedeva piangere disperata.

Un enorme lupo bianco le si avvicinò e, dopo averle dato dei leggeri colpetti con il muso, la copri con il suo corpo proteggendola dal freddo, mentre lei sprofondava il viso sulla su morbida pelliccia.

<< Ora ha qualcuno che le è di conforto. Facciamo ritorno in casa e ti prego di non dire niente a nessuno, credimi è molto meglio così >>

Alexis non era d'accordo, ma doveva ammettere che Heele aveva ragione: da quel poco che aveva potuto conoscere Rhydian si era resa conto che prima della sua arroganza, della sua forza e della sua freddezza, prima di ogni suo pregio o difetto lei era e rimaneva una ragazza orgogliosa.

Scuotendo la testa amareggiata si avio verso la capanna con Heele al suo fianco.

Le dispiaceva moltissimo per la ragazza, il suono dei suoi singhiozzi le risuonavano nelle orecchie, voleva diventare per lei un appoggio, una spalla su cui contare, un'amica ma sapeva che sarebbe stato difficile perché, prima ti tutti, sarebbe stata proprio lei a impedirglielo.

Ma anche lei era testarda e non si sarebbe arresa.

 

 

I giorni passarono velocemente, anche troppo, e alla fine arrivò il cinque gennaio. Da lì a pochi minuti i ragazzi si sarebbero smaterializzati alla stazione ferroviaria di Londra e sarebbero ritornati ad Hogwarts, per riprendere la solita routine: studio, quiddich, amici e guai.

Ma a Fraser doveva ammettere che gli era mancata quella routine che, quando la viveva, la odiava a morte, ma più di ogni altra cosa al mondo gli mancava Sora, il suo piccolo amico draghetto che era rimasto a casa e suo padre, in qualche modo, glielo avrebbe fatto ritrovare nella sua stanza. Anche se gli era mancato il suo amico era contento di aver partecipato a quel viaggio, soprattutto perché aveva avuto l'occasione di approfondire la sua amicizia con Malfoy e conoscere meglio Rhydian, rimanendo piacevolmente sorpreso dalla dolcezza che aveva smascherato con gli abitanti di quella casa, soprattutto con il neonato.

Non avrebbe mai dimenticato l'immagine, di qualche giorno fa, di lei coperta solo da un enorme maglietta di un gruppo rock babbano, che cullava il piccolo Philippe per farlo addormentare mentre le cantava una ninna nanna, la solita canzone che ormai da anni le aveva sentito canticchiare, solo che questa volta la melodia aveva le parole e, per quanto ne aveva sentito, erano irlandesi.

Peccato che non era stato l'unico ad assistere a quell'immagine celestiale, anche quel dannato di Foster aveva avuto l'onore di osservare quella scena e, a differenza di lui, non era rimasto incantato dalla dolcezza della ragazza dalle onde color delle fiamme, ma dalle sue snelle gambe perlacee, senza contare che la maglietta faceva intravedere le mutandine di pizzo nero, rendendo quel porco ancora più famelico.

Non erano molte le persone che si guadagnavano il suo disprezzo, ma Foster se le era meritato in pieno.

Odiava come trattava le ragazze a Hogwarts, odiava la sua aria spavalda da spaccone e odiava come guardava la sua Rhydian; non gli avrebbe mai permesso di aggiungerla alla sua collezione di vittime da lenzuola.

<< Ehi bello come va? >>

Fraser si volse di scatto ritrovandosi la figura di Manos dietro di lui, con un sorrisetto impertinente dipinto sul viso; anche lui non era esattamente una persona che stimava: lo vedeva più come un tipo lascivo, che passava da ragazza a ragazza, infondo era un degno amico di quel dannato ma almeno lui era simpatico e non musone come quello, che si credeva tanto fico con la sua aura di mistero da bello e dannato.

<< Manos, mi chiamo Fraser e non “Eh bello” >>

<< Mamma mia quanto sei formale, dovresti darti una rilassata. Sembri più un vecchio che un sedicenne >>

<< Che diavolo vuoi? >>

Stark si stava innervosendo. Anche se gli stava simpatico Manos non era amico suo, ma lo era del suo rivale e, per quanto strano e improprio per una Serpe, era molto fedele a chi considerava tale. Quindi era più che sicuro nel affermare che non era li per fare due chiacchiere in simpatia.

<< Niente di che, volevo solo dirti che ti stai sbagliando su Jonathan. Non è ciò che tu stai dipingendo >>

<< Non è un malato di sesso? >>

<< Gli piace divertirsi, questo lo ammetto, ma è il mostro che credi tu anzi ti posso assicurare che è la bisbetica gli piace molto, anche se non lo ammetterà mai >>

A Stark quasi gli venne da ridere: forse Manos aveva ragione, ma questo non giustificava il trattamento di quelle ragazze che, anche se erano consapevoli, venivano trattate come giocatoli per poi essere gettate una volta che stancavano. Sarebbe anche sembrato un vecchio, ma suo padre gli aveva inculcato con forza il senso del onore e del rispetto, e persone immature come Foster non meritavano alcun tipo di rispetto.

<< Puoi dirmi tutto quello che ti pare, ma è inutile. Vedi anche a me piace Rhydian e non permetterò che uno come il tuo amico la sfiori con un dito; posso sembrare inoquo ai vostri occhi, ma fidati che so combattere quando ne vale la pena e lei vale >>

Senza dire più niente prese il suo borsone e usci dalla stanza, lasciando Nico a pensare sulle parole del ragazzo dagli occhi viola: aveva tentato di evitare lo scontro tra il Grifondoro e il Serpeverde, ma non si sarebbe aspettato che anche Stark si fosse preso una bella sbandata per la Harvey.

Lui avrebbe fatto il tifo per il suo amico, ma questo non voleva dire che non si sarebbe divertito alle loro spalle, anzi ora che c'era anche un pidocchioso Grifone tra le sue vittime il divertimento sarebbe stato ancora più gustoso, non vedeva l'ora.

 

 

 

Appena quei idioti dei ragazzi avevano liberato la sua stanza dalle loro fetide cose, fu il turno di Rhydian di preparare il borsone, non che avesse tante cose da portare via, la maggior parte di esse l'aveva lasciata a Hogwarts, doveva solo riportare alcuni pigiami, dei vecchi e logori jeans, delle pesantissime felpe e altre cose del genere, in più questa volta si sarebbe portata dietro Sole e il suo mp3, aveva bisogno di due oggetti: Sole era l'unico ricordo del suo padre adottivo, glielo aveva fatto lui, peccato che non era mai stato bravo nei lavori manuali e infatti il risultato si vedeva, ma anche se brutto era stato un ottimo conforto e amico, e la musica unica medicina contro i suoi cambi di umore, cosi avrebbe evitato di uccidere qualcuno anche perché era sicura che il gruppo dei ficca naso non aveva mantenuto il segreto, era certa che una volta varcato quel enorme portone tutti avrebbero cominciato a bisbigliare e parlare dietro le sue spalle.

Ma tanto ci era abituata.

Fece un profondo respiro mentre lo sguardo si poso sulla scrivania, in particolare su i libri che si trovavano fuori, quei libri era tutto ciò che sapeva sul popolo di sua madre, li aveva studiati notte e giorno, si era allenata fino a sputare sangue, aveva tentato di trovare quel maledetto equilibrio tra i due nuclei dentro di lei, ma ancora non aveva avuto risultati. Heele le diceva sempre che doveva rinunciare, che non poteva essere ciò che non era, ma lei non capiva: l'eclissi si stava avvicinando sempre di più e, se voleva avere qualche speranza di cambiare le cose in meglio, doveva proprio essere ciò che non era. Anche se rischiava molto.

Quasi d'istinto volse lo sguardo verso la foto sul suo comodino incrociando gli occhi ridenti di Abel, lui sarebbe sicuramente stato dalla sua parte, avrebbe detto che volere e potere e lei era talmente cocciuta che aveva più potere di tutti e poi avrebbe fatto qualche stupida battuta facendo ridere tutti quanti, lui era fatto cosi: quando il discorso si faceva troppo serio, lui cominciava a scherzare e a dire cavolate.

Era la cosa che più le mancava di lui, la sua spensieratezza.

<< Manca anche a me >>

Heele era appoggiata alla porta che la guardava intensamente anche se, da come la fissava, si capiva che la sua mente era tutt'altra parte. Dopo la morte del marito Heele non si era mai abbattuta, tirando una forza che nemmeno lei sapeva di possedere, ma ciò non significava che non soffrisse ancora e anche molto, soprattutto perché il suo assassino era ancora vivo e vegeto.

Il solo pensiero che lo aveva avuto sotto mano a Hogwarts e non avendo potuto nemmeno ferirlo gravemente a causa della sua debolezza, le fece montare la rabbia in corpo. Quel bastardo meritava la morte e lei desiderava donargliela, la più dolorosa che conosceva.

Scosse la testa con violenza, cercando di scacciare tutti quei pensieri, non doveva pensare a niente che non sia il suo allenamento e la sua missione, poi quando quella cavolo di eclissi stellare sarebbe passata si sarebbe ritirata dalla scuola e avrebbe iniziato la sua vendetta.

Ma tutto questo Heele non lo sapeva.

<< Fai attenzione e fai tutto ciò che i centauri ti dicono di fare, capisco che gli imprevisti possono accadere, ma tu pensa a te stessa. Ok? >>

<< Heele, ne abbiamo già parlato. Io sono stanca e non sono una vigliacca >>

<< No, non sie una vigliacca ma non puoi combattere da sola contando solo sulle tue forze, almeno potresti usare la bacchetta >>

<< Certo cosi creo un'altra esplosione. Sai bene che finché non trovo un equilibrio tra i due nuclei non riesco a gestire nessuno dei due >>

Rhy si gettò sul letto cominciando ad osservare molto attentamente il soffitto. Era stanca di essere cosi, dannatamente, diversa: non era ne una Flamee ne una strega, non era niente.

<< La stronza aveva ragione: io sono pericolosa, una mina vagante, un...qualcosa che non mi viene in mente, ma che è letale >>

Heele non riusci a trattenere una leggera risata, procurandosi cosi lo sguardo di fuoco della ragazza. Senza dire niente si avvicino a letto e, dopo aver posato il borsone a terra, si stese vicino a lei abbracciandola e accarezzandole i lunghi capelli, proprio come faceva quando cercava di farla addormentare quando era solo una bambina musona; ma adesso la bimba musona era cresciuta, aveva lasciato il posto a quella splendida giovane donna che non faceva altro che prendere a calci il mondo.

<< Tua madre non ha la più pallida idea di cosa ha perso, tu sei forte e sei speciale, certo hai molti difetti ma chi non li ha? Rhy, voglio che tu ricordi per sempre quello che sto per dirti: io sono orgogliosa di te e di ciò che sei diventata. Per questo che ti dico fai quello che ti senti, che sia giusto o sbagliato, io sarò sempre dalla tua parte >>

Rhydian, sentendo quelle parole, ricambiò l'abbraccio della donna riempiendola di baci e ricoprirla di ringraziamenti.

<< Falla finita ragazzina, so già che me ne pentirò povera me. Ora vattene e vai a salutare i bambini i tuoi amici stanno per partire >>

<< Per l'ultima volta, Heele: loro non sono miei amici >>

Senza dare alla donna il tempo di ribattere, la ragazza prese il suo borsone e si diresse verso la porta ma, un attimo prima di varcare l'uscita, si fermo di colpo fece cadere il borsone a terra e, come un fulmine, si gettò tra le braccia di Heele.

<< Non ti abituare, ma ti voglio bene >>

<< Tranquilla mi sono già disabituata e ti voglio bene anch'io >>

Dopo che le due si rivolsero un ultimo sorriso, Rhydian raccolse la borsa e ne andò al piano di sotto per salutare i bambini, mentre la guardava andarsene via il sorriso che aveva mantenuto fino a quel momento scomparve e crollo su letto, mentre i suoi occhi si posarono sulla foto del suo amato marito. Prese la cornice tra le mani e comincio ad accarezzare le due facce, avrebbe tanto voluto ritornare indietro nel tempo ai quei giorni in cui suo marito era vivo e Rhydian era una semplice bambina che sapeva ridere e giocare.

<< Abel, ti prego, ti scongiuro, dimmi che non sto sbagliando, dimmi che non sto facendo nulla di male ne ho davvero bisogno >>

 

 

Rose era seduta sul treno 9 e ¾ mentre stava facendo ritorno a Hogwarts, era insieme a Lene e Fran le sue inseparabili amiche di sempre, l'argentina stava aggiornando l'amica su tutto ciò che era successo durante le vacanze in Finlandia, ma la Weasley non riusciva proprio ad tenere il passo con i discorsi delle amiche, in mente aveva ancora l'immagine del bacio tra lei e Malfoy.

Da quando era successo aveva fatto di tutto e di più per evitare il biondino tinto: il solo vederlo la faceva diventare rossa come un pomodoro e tremare dalla vergogna. Aveva sbagliato, aveva sbagliato alla grande e ora doveva pagare le conseguenze.

La porta del loro scompartimento si apri all'improvviso pietrificando all'istante Rose: Albus, Fra e Scorpius erano appena entrati e il biondino dongiovanni la stava guardando con un dannatissimo sorrisetto vittorioso.

Ma che si rideva?

Senza nemmeno pensarci Rose si alzo di scatto, pronta a scappare il più lontano possibile da quel errore, prima o poi lo avrebbe affrontato, meglio poi, ma lo avrebbe fatto.

<< Rose dove vai? >>

<< Già Rossa, dove vai? >>

<< Tranquilla Fran ho bisogno di fare due passi, Malfoy fottiti >>

<< Compiacere Rossa, con molto piacere >>

Brividi di rabbia le percorsero tutto il corpo, avrebbe tanto voluto ucciderlo ma non aveva alcuna intenzione di finire in gatta buia per colpa sua e della sua lingua velenosa. Senza dire nulla usci dallo scompartimento, cominciando a fare due passi per lo stretto corridoio; ma che diavolo le aveva detto la testa! Come aveva potuto donare il suo primo bacio a Malfoy, la Serpe, il figlio del furetto, lo schifoso dongiovanni che si divertiva a far piangere le donne fuori e dentro il suo letto...o almeno cosi diceva Albus.

Era ancora immersa nei suoi pensieri quando venne trascinata in uno scompartimento completamente vuoto; come aveva fatto quel infame di Malfoy? Possibile che era intento di tormentarla senza darle nemmeno il tempo di riprendersi dalla cavolata appena commessa?

<< Malfoy quel bacio è stato un errore, quindi per favore... >>

<< Che diamine centra Malfoy? >>

Ok, ora Rose voleva essere avadakedabrizzata in quel istante.

Rhydian le stava di fronte, mente le teneva il braccio, e la stava guardando con un enorme punto di domanda, aveva rivelato il suo più grande segreto a Kaderin Rhydian Harvey...voleva morire subito!

Per un certo momento sembrava che lei stesse per chiedere una spiegazione, infondo tutti sapevano che la Weasley e Malfoy si odiavano a morte, ma poi scosse la testa ripesandoci, per sua enorme fortuna, ma continuo a guardarla con uno sguardo serio e pieno di significato.

<< Senti Weasley, tu non mi piaci e questo lo sai e io non piaccio a te, e anche io lo so benissimo, quindi mi crederai se ti dico che ciò che sto per chiederti mi costa molto. Ma ho bisogno del tuo aiuto >>

<< E cosa ti fa pensare che io ti voglia aiutare? >>

Rhydian sospiro abbassando la testa, ma perché le cose non erano mai facili? Doveva sempre ricorrere alle minacce per ottenere ciò che voleva, e anche questo stava cominciando a stancarla.

<< Di che bacio stavi parlando prima? >>

<< Dimmi che devo fare e io lo faccio, o mia padrona >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: sono tornata....con qualche esame in meno e con molta più fretta di finire gli esami, ma trovando sempre tempo per la mia creazione, quindi se magari ritardo non preoccupatevi perché prima o poi spunto fuori, ricordatevi che io sono come il prezzemolo.

E dopo questa intro da brava pazza furiosa esaurita, ricapitoliamo questo nuovo capitolo: Alexis vede la nostra Rhy nel atto più intimo e umano (fissatevi bene questa immagine nella mente, perché non la vedrete molte volte) e decide di diventare sua amica (tutti masochisti qui?), poi vediamo una piccola chiacchierata tra Fraser, il nostro cavaliere, con Nico, il bel greco che si diverte a stuzzicare tutto e tutti, che si dimostra un buon amico e difende Jonathan, ma non ottenendo risultati trova nuovi spunti per divertirsi alle loro spalle.

Poi tocca a Rhy e Heele con un toccante momento madre e figlia e infine Rose che si mette nei guai con le sue stesse mani; una ragazza mi ha chiesto come mai avessi fatto una Rose cosi imbranata e io ho deciso di rispondergli proprio in questo mio spazio: perché la prima regola di un buon scrittore è quello di scrivere di ciò che conosce, e io sono la regina degli imbranati quindi la risposta mi pare ovvia!

Nel prossimo capitolo scopriremo cosa vorrà Rhy da Rose e, anche questa volta, voi sarete una parte attiva in più scriverò di alcuni personaggi che ho un po' abbandonato e comincerò a buttare le basi delle loro love story.

Come sempre spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e se avete consigli da darmi non fatevi problemi, io sono sempre qui.

Un Bacio.

Vero   

  
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