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Autore: crazyfrog95    20/02/2015    10 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Naruto era nervoso, camminava a grandi passi su e giù per l'archivio dove si trovavano lui e Jiraiya, incapace di stare fermo. Non gli andava giù che sia Gaara che Hinata e Sakura fossero in pericolo, l'attesa del ritorno di Gamasupai lo stava uccidendo. Ancora qualche minuto e sarebbe andato a spaccare qualche masso per scaricare un po' di tensione.
«Vedi di calmarti, Naruto, siamo tutti tesi per questa storia, comportandoti così non sei di aiuto.»
Il biondo guardò infastidito il padrino dopo quel rimprovero. Facile per lui parlare, non era la sua ragazza ad essersi appena imbarcata in una missione suicida: la sua donna era al sicuro a Konoha, protetta da centinaia di jonin pronti a rischiare la vita per proteggere l'Hokage.
Senza badare allo sguardo risentito dell'allievo, il Sannin si concentrò nuovamente sui documenti che stava esaminando.

L'Uzumaki e il suo maestro erano in quell'archivio da ore, avevano cercato ovunque informazioni sui membri dell'Akatsuki di cui avevano notizia, ovvero Sasori, Deidara, Kisame e Itachi. La biblioteca del Monte Myoboku era di gran lunga più vasta di quella di Konoha, poiché i rospi sensitivi raccoglievano costantemente informazioni dal mondo esterno, da tutti e cinque i Paesi, e così quella miniera di conoscenza restava sempre aggiornata.
Secondo Jiraiya, dalle informazioni riportate da Gamasupai, tra cui la descrizione del combattimento di Gaara e i sintomi dell'avvelenamento di Kankuro, gli aggressori del Jinchuuriki erano Deidara, un ninja traditore della Roccia, e Sasori della Sabbia Rossa, il famoso marionettista traditore di Suna. Doveva essere stato lui ad avvelenare Kankuro, la sua abilità nell'uso dei veleni era conosciuta in tutti e cinque i Paesi. Che Hinata e i suoi amici andassero ad affrontare nemici del genere faceva stare Naruto tutt'altro che tranquillo.
Mentre lui faceva avanti e indietro, Jiraiya continuava a spulciare tutti i documenti possibili. In particolare, stava studiando il percorso che quei due Akatsuki avevano seguito per giungere al Villaggio della Sabbia, così da poter determinare dove si trovasse il loro covo. Dato che erano giunti da nord-est, la loro base doveva trovarsi nei pressi del Paese del Fuoco, forse proprio sotto il naso dell'Hokage.
Ma trovava poco plausibile che avessero un unico covo, più probabilmente ne avevano diverse decine, come Orochimaru.
Aveva inoltre fatto una ricerca sui possibili modi per estrarre un cercoterio dalla sua Forza Portante, cercando di capire se era possibile fermarli e, in caso, se erano ancora in tempo per salvare il Kazekage. 
Le tecniche utili per un'operazione del genere erano veramente poche, e la maggior parte richiedeva un'abilità innata, o la collaborazione di più persone.
L'ipotesi più plausibile, secondo Jiraiya, era che i membri dell'Akatsuki utilizzassero la Tecnica del Sigillo dei Nove Draghi, un justu di confinamento che sfruttava in sincronia il chakra di più shinobi. 
Il vantaggio di questa tecnica era l'assenza di rischi: qualsiasi altra tecnica di estrazione richiedeva uno o più sacrifici, e qualsiasi errore poteva essere fatale per gli utilizzatori. Quella invece non aveva lo stesso costo, ma richiedeva molto più tempo, e gli utilizzatori dovevano restare immobili. 
Secondo le informazioni in suo possesso l'Akatsuki era formata da circa 10 elementi, quindi se tutti collaboravano la durata del rituale per l'estrazione di un demone di quel calibro si sarebbe aggirata sui tre giorni.
Se il suo sospetto era giusto, dovevano sbrigarsi: il Kazekage era stato rapito un giorno e mezzo prima, quindi avevano ancora poco più di ventiquattr'ore per salvarlo, prima che l'estrazione del demone fosse completata.
Gaara infatti non rischiava solo di perdere il demone che era l'arma segreta del suo villaggio: se un cercoterio viene estratto, la sua Forza Portante perde la vita, poiché l'apparato circolatorio del chakra viene irrimediabilmente danneggiato, e la mente stessa del custode viene sfibrata dal trauma.
Gli unici capaci di sopravvivere all'estrazione di un cercoterio, si diceva, erano i membri più puri del clan Uzumaki, per via del loro chakra eccezionale.


Mentre entrambi erano assorti nei loro pensieri, una nuvoletta di fumo comparve con uno sbuffo al centro della stanza, attirando l'attenzione dei due.
«Naruto! Jiraiya-sama! Ci sono novità!»
Sia l'Uzumaki che il Sannin si avvicinarono rapidamente all'appena riapparso Gamasupai, e anche Fukasaku, che era appena entrato nella stanza, si mise in ascolto.
Il rospo spia riferì rapidamente ciò che aveva scoperto la squadra di soccorso: l'identità dei due aggressori e le condizioni di Kankuro, e disse loro anche chi si era unito allo squadrone di recupero e dove erano diretti.
Jiraiya non sembrava entusiasta che le sue ipotesi fossero giuste, il suo volto lasciava trasparire solo preoccupazione.
«Hai fatto davvero un ottimo lavoro, Gamasupai. Ora puoi anche riposarti.»
Naruto congedò il rospetto, che fece un sospiro di sollievo e si allontanò saltellando.
Poi il biondo si voltò verso il maestro, che lo guardava con aria seria.
«Allora? Che facciamo?»
Jiraiya annuì tra sé, e rispose.
«Adesso andiamo anche noi. Il tuo addestramento è finito, ora sei finalmente pronto a scendere in campo, e siamo preparati come meglio possiamo. 
Useremo il Raijin Volante per raggiungere il confine tra i Paesi del Fuoco e del Vento, dove Gamasupai ha lasciato la tua pergamena, e da lì proseguiremo verso il Paese dei Fiumi. È un viaggio piuttosto lungo, anche usando la modalità eremita ci metteremo almeno un giorno di viaggio, se corriamo costantemente senza fare mai una pausa. Non so se arriveremo in tempo.»
«Allora muoviamoci!»
Naruto posò una mano sulla spalla di Jiraiya, pronto a teletrasportarsi, ma la voce di Fukasaku li fermò.

«Aspettate!»
Entrambi si voltarono verso il vecchio rospo eremita, che si avvicinava saltellando, e solo allora notarono che stringeva tra le zampe due piccoli fagotti.
«Prendete questi!»
E consegnò un fagotto a ognuno di loro.
«Prevedendo che sareste dovuti andare via di corsa, Shima ha preparato questi due bento speciali. Basteranno a saziarvi per un paio di giorni, e vi aiuteranno a restare svegli. Hanno anche la capacità di accelerare il recupero fisico, così quando arriverete sarete in forma smagliate, liberi dalla fatica degli ultimi allenamenti, e potrete combattere al meglio. L'unico effetto collaterale è che quando l'effetto si sarà esaurito ci metterete più tempo a riprendervi, ma in un'emergenza del genere non si può fare diversamente.
Dovrebbe bastare per sostenervi per un paio di giorni.»
Naruto e Jiraiya fissarono il piccolo rospo con aria stupefatta.
«Grazie mille, maestro Fukasaku, ci sarà molto utile. E la ringrazio per la sua ospitalità e per avermi insegnato, le devo davvero molto.»
Naruto chinò la testa, grato, facendo un leggero inchino al rospo che gli aveva insegnato l'arte eremitica. Il vecchio eremita sorrise, e non li trattenne oltre.
«È stato un piacere, ragazzo mio. Salutatemi l'Hokage quando tornate a Konoha. E ora andate!»
Senza indugiare ulteriormente Naruto posò una mano sulla spalla di Jiraiya, ed entrambi svanirono in un lampo di luce gialla, trasportati dalla tecnica del Quarto Hokage.



Nel cuore del Paese dei Fiumi, nel buio di una grotta il cui ingresso era sigillato da un enorme masso, diversi ninja erano immobili nella stessa posizione da ore.
In quell'enorme cavità nella roccia un'enorme statua era spuntata dal terreno, evocata dal capo dell'organizzazione. Raffigurava un grande mostro, con la bocca aperta e nove occhi, tutti chiusi. Le sue mani erano rivolte verso l'alto, e su ogni dito c'era la figura di un ninja, tutti nella stessa posizione.
Gli unici fisicamente presenti in quel momento, però, erano quattro: quello sul pollice sinistro, quello sull'anulare sinistro, quello sull'indice destro, e quello sull'anulare destro.
Deidara e Sasori, insieme a Itachi Uchiha e a Kisame Hoshigaki, stavano partecipando a una tecnica si gruppo assieme alle figure di altri cinque ninja vestiti esattamente come loro: con una cappa nera a nuvole rosse. L'unico dito su cui non c'era nessuno era il mignolo sinistro, quello era il posto che un tempo spettava a Orochimaru.
Gli altri erano solo degli ologrammi, partecipavano alla tecnica con un jutsu di comunicazione a distanza, pertanto solo il loro spirito si trovava in quel luogo, mentre il loro corpo era altrove, immobile da oltre ventiquattr'ore.
A terra di fronte alla statua, un ragazzo dai capelli rossi agonizzava dal dolore, mentre un flusso di chakra rosso usciva dalla sua bocca e finiva in quella dell'enorme statua, come se lo stesse divorando.
«Uff, che palle... Ma dovremo fare ogni volta questo teatrino? Stare immobili per tutto questo tempo è così noioso...»
Il biondo sull'indice destro, che portava un anello sullo stesso dito, si lamentava come un bambino, e l'ologramma del ninja sul medio destro, l'unica donna del gruppo, lo rimproverò.
«Smettila di lamentarti, Deidara, non c'è un modo più veloce per estrarre il demone.»
Deidara sbuffò risentito dopo quel rimprovero.
«Oh, scusa mammina, farò il bravo bambino d'ora in poi...»
La donna stava per replicare stizzita, ma la voce imperiosa dell'uomo sul pollice destro li mise entrambi a tacere.
«Deidara, Konan, smettetela tutti e due, pensate a concentrarvi.»

Deidara sentì un brivido lungo la schiena a quelle parole, e chiuse la bocca: il loro capo sapeva davvero come tenerli tutti in riga.
Nessuno conosceva le sue abilità, a dire il vero nessuno di loro lo aveva mai nemmeno incontrato, a parte Konan: lei era l'unica che riferiva personalmente a lui.
Ma tutti loro percepivano il suo immenso potere, e non osavano contraddirlo. Persino il ninja sull'anulare destro, che era forse il più forte di tutti loro, non osava ribattere a quello shinobi.
Perché nonostante Itachi Uchiha fosse probabilmente il più potente ninja del Paese del Fuoco, il suo Mangekyo Sharingan era nulla rispetto all'immenso potere che risiedeva negli occhi del loro capo. Quelle sei iridi concentriche, di colore grigio-viola, mettevano in soggezione tutti loro...
E così la loro tecnica proseguì, mancava circa un giorno e mezzo al completamento dell'estrazione dell'Ichibi...



Naruto e Jiraiya apparvero con un lampo giallo nel bel mezzo di una foresta, tra un tronco caduto e un piccolo fiumiciattolo. Le fronde degli alberi coprivano il cielo soleggiato, immergendo il sottobosco in una tenue luce dorata. Non un alito di vento giungeva loro, solo una pesante umidità che attirava dei fastidiosi insetti. Se la situazione non fosse stata così urgente, probabilmente i due si sarebbero fermati per ore a contemplare quel piccolo angolo di paradiso.
Naruto individuò subito la pergamena che aveva dato a Gamasupai perché la lasciasse lì, e la recuperò. Il piccolo rospo l'aveva nascosta accuratamente sotto un grosso sasso, per proteggere il sigillo da eventuali piogge, e lo aveva seppellito sotto uno spesso strato di foglie per mimetizzarlo. 
Nessun altro avrebbe mai potuto trovarlo, era stato nascosto davvero alla perfezione, ma la tecnica di rilevamento dei sigilli di Naruto non falliva mai, e ora che aveva imparato anche le tecniche sigillanti degli Uzumaki era uno scherzo per lui individuare quel piccolo oggetto.
Si guardarono intorno per un istante, senza la minima idea di dove si trovavano. Dopo qualche secondo, Jiraiya estrasse una mappa e iniziò a studiare la posizione del sole e l'ora. Naruto non lo disturbò, conscio che non avrebbe saputo aiutarlo, quindi evitò di essere d'intralcio. La lentezza di quell'operazione però lo mandava sempre più in paranoia, stavano perdendo tempo prezioso.
Ci volle un quarto d'ora abbondante, ma alla fine Jiraiya riuscì a individuare la loro posizione esatta: si trovavano nel Paese del Vento, vicino al confine con il Paese del Fuoco. Dovevano procedere verso nord-est, per raggiungere gli altri membri della squadra della Foglia.
I due così attivarono la modalità eremita e iniziarono a correre verso la direzione stabilita. Erano ancora troppo lontani per percepire il chakra dei loro compagni, ma quello stato gli permetteva di muoversi rapidamente e senza pause.
Già iniziavano a sentire gli effetti benefici del bento speciale di Shima, la loro stanchezza stava svanendo, e la loro andatura non accennava a diminuire.
Così sfrecciarono insieme nella foresta, diretti verso il cuore della battaglia...



   
 
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