XVII
Islanda, Jìrkan e Marse decisero di
partire quella sera stessa e di viaggiare al buio per non trovare in giro
troppa gente; così raccolsero le poche cose che si erano portati dietro e
andarono a riposare nella camera affittata nella locanda. Marse
non riusciva a prendere sonno, continuava a pensare a quello che stava per
fare. Doveva uccidere sua sorella e la cosa non riusciva a
entrargli bene in testa. Nonostante tutto quello che
gli aveva già fatto e tutto quello che avrebbe continuato a fare a lui e ai
poveri sfortunati che capitavano sulla sua strada, restava sempre sua sorella;
l’ultima rimasta della sua famiglia. A quel pensiero gli venne da ridere.
Guarda a che punto sono arrivato. Cerco di uccidere mia sorella,
che ha per le mani a quanto pare il mago che ha
sterminato la nostra famiglia. E la parte migliore è
che aiuterò quei due a liberarlo! Devo proprio essere impazzito! Ma voglio
proprio vedere la faccia di Irkantha quando vedrà che
oso andarle contro, lei che è abituata a comandare su tutto e su tutti… si
voglio proprio vedermela… sarà un piacere eliminarla tutto sommato.
Per fortuna Marse era rimasto sveglio.
Un rumore attirò la sua attenzione. Il demone si alzò dal letto e si diresse
verso la porta per ascoltare meglio.
*****
Irkantha e Zaphir si stavano dirigendo verso Drena,
dove secondo loro i due ragazzi stavano ancora aspettando Zaphir per mettersi
in viaggio. Il mago era obbligato a seguire la mezza-demone e non riusciva a
sopportarlo. Dopo un percorso che entrambi affrontarono
in assoluto silenzio, arrivarono in città e si diressero verso la locanda dove
il mago era stato rapito. Intanto il cuore di Zaphir era stretto in una morsa
d’acciaio; aveva provato a contrastare il potere del sigillo durante il
viaggio, ma era sempre troppo forte per lui. Doveva essere magia troppo
avanzata anche per la sua elevata preparazione e si chiedeva come fosse
possibile che la demone conoscesse certi incantesimi. Sperava
che il tragitto fosse più lungo, per avere più tempo per riflettere, ma con suo
grande panico, erano quasi arrivati. Avrebbe dovuto
fare del male a Islanda e Jìrkan. La cosa era
insopportabile per lui; non riusciva nemmeno ad immaginare di fare del male ai
suoi amici. Islanda era diventata una persona molto importante per lui; quella
ragazza in difficoltà aveva catturato il suo cuore, che prima di allora non
aveva mai provato un sentimento così forte, ed era riuscita a risvegliare in
lui il suo istinto di protezione. Voleva che fosse sempre al sicuro, che non le
succedesse nulla di male e invece adesso era costretto ad andare contro questo
sentimento. Non riusciva ancora a formulare un pensiero ben preciso nella sua
testa, ma il suo cuore se ne era già reso conto. Si
era innamorato della ragazza tigre, ma ora probabilmente non poteva più farci
niente, non era più libero di amarla, anzi forse le
avrebbe anche fatto del male. Non voleva fare del male nemmeno a Jìrkan; certo
non erano mai andati molto d’accordo, probabilmente perché erano innamorati
della stessa ragazza e tra loro c’era rivalità per questo, ma di certo non
provava il desiderio di fargli del male. In fondo aveva cominciato ad
apprezzare quello strano ragazzo, a volte un po’ goffo e magari ingenuo, ma
sicuramente con un grande cuore. Non tutti sarebbero
stati capaci di mollare tutto per aiutare una ragazza in un mare di guai, che
nemmeno conosceva. Certo anche Zaphir l’aveva fatto, ma inizialmente non c’era
la volontà di aiutare la ragazza, ma di terminare il conto in sospeso con i due
demoni. E adesso si trovava a dover aiutare quella che
invece voleva eliminare. Quasi gli venne da ridere.
Infondo, se avesse sentito raccontare una storia del genere da qualcun altro,
gli sarebbe venuto sicuramente da ridere, pensando a
come a volte il destino giochi brutti scherzi.
Non aveva più tempo per vagare con la mente e pensare ai suoi
problemi. Erano arrivati alla locanda. Sperava con tutto il cuore che Islanda e
Jìrkan avessero lasciato quel posto e se ne fossero
andati, ma in cuor suo sapeva che non era così. Entrarono nella locanda e
salirono le scale che portavano al piano delle camere; la porta della camera
dove fino a poco tempo prima dormiva anche Zaphir era lì, chiusa, ma senza la
chiave appesa che significava che era una stanza vuota. Dovevano essere ancora
lì e magari stavano dormendo o erano usciti per cercarlo, come sperava. Il suo
cuore diede un sussulto quando all’improvviso Irkantha aprì la porta con un
semplice incantesimo. La serratura scattò e con un calcio la
demone la spalancò.
Ciao Yum! Beh direi che da questo
capitolo si è capito perché il maghetto tiene tanto
alla tigre… povero Jìrkan, mi dispiace un po’ per lui!
Marse direi proprio che non è un traditore… scusa se
ci sto tanto ad aggiornare, ma la scuola proprio non
mi lascia tregua!! Volevo già scrivere ieri pomeriggio, ma mi è toccato prepararmi per filosofia e non ho fatto in tempo!
Ringrazio tanto valevre per aver
aggiunto la mia storiella tra i preferiti!!! ^.^