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Autore: Frafra9    20/02/2015    3 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Finalmente il gran giorno è arrivato.
Mi alzo dal letto, vado alla mia cabina armadio a scegliere cosa indossare per la serata e metto in una busta da portare a casa dei nonni poiché mi vestirò lì, ma qualcosa mi dice che nella serata non indosserò l'abito scelto.
Ho del tempo quindi posso prendermela comoda. Preparo il bagno per una bella doccia rilassante e poi mi vesto indossando un jeans con sopra un maglione collo alto e stivaletto scamosciato beige con tacco molto basso. Prendo busta e borsa e scendo giù. C’è solo papà seduto sul divano che guarda il notiziario in tv.
Mamma è andata da nonno Charlie.
< Ciao papà, vado da nonna. Ci vediamo più tardi. > lo saluto dandogli un bacio sulla guancia. M’infilo il cappotto e vado a casa dei nonni è lì che ho appuntamento con Jake.

< Buongiorno tesoro > mi dice nonna Esme, non appena apre la porta di casa.
< Giorno nonna > la saluto sorridendo. L’abbraccio ed entro in casa.
< Hai già fatto colazione? Anzi non me lo dire perché conoscendoti. Credo che tu l'abbia saltata > - mi guarda in modo torvo ma apprensivo per poi sorride - < In cucina ti ho preparato la colazione vieni >.
Seguo nonna in cucina.
< So che adori prepararmi da mangiare e non posso certo dire di no. E poi sei una cuoca fantastica che mangerei sempre ciò che mi prepari > le dico sorridendo. È vero, anche se i suoi manicaretti non può assaggiarli perché vampira, cucina divinamente.
In cucina ad aspettarmi c’è la mia tazza blu con scritto il mio nome in argento, i miei cereali preferiti, del pane tostato e imburrato e un piatto di pancake con lo sciroppo di cioccolato.
Mentre faccio colazione arrivano le zie.
< Giorno Nessie > mi salutano entrambe. Ricambio con la mano perché ho la bocca piena.
< Tesoro, vestita cosi, vuoi uscire con il tuo fidanzato? > chiede zia Rose.
< SI anche perché è solo un pranzo. E poi dopo, ho il finto corso di teatro quindi... > dico facendo spallucce.
< Stai benissimo solo che ti manca qualcosa il tacco. > dice zia Rose, riferendosi alle mie scarpe.
< Sai che il tacco quando ho scuola non posso indossarlo. > rispondo pulendomi con un tovagliolino di carta la bocca.
< Oggi non hai scuola > ribatte la zia Rose.
< Rose, falle indossare le scarpe che vuole. Tanto stasera indosserà quello che le abbiamo scelto e non quello che sta qui > dice zia Alice muovendo la busta.

Me lo sentivo che quel vestito non l’avrei indossato.

< Ok va bene. L’insegna del ristorante è pronta? > chiedo curiosa e ansiosa. Voglio che tutto sia perfetto. Il mio amore deve rimanerci di stucco.
< Non è solo un’insegna ma ho pensato a qualcosa di più. È quasi tutto pronto e Jasper ed Emmett, sono nel garage a lavorare. E no, non puoi vederlo! > dice soddisfatta la zia Alice. Sa che muoio dalla curiosità di vedere ma, mi è stato vietato. E pensare che l’autrice dell’idea sia io.
Due auto frenano davanti casa e a distanza di pochi secondi l’una dall’altra si sentono le portiere sbattere. Nonna apre la porta d’ingresso e due odori inconfondibili entrano. Uno è di mamma e l’altro è Jacob.
< Su forza signorina! Andiamo su a darci una truccata > mi dice la zia Alice, fermandomi per un braccio. - < il tuo amato lo vedi tra un po’ >
< Ok ma trucco leggero! > rido salendo le scale.

La zia Alice mi sta truccando leggermente, solo per dare un po’ di colore alla mia pelle già chiara di suo. Mi mette un ombretto color oro, una passata ma poco di rimmel sulle ciglia e sulle labbra il lucidalabbra. Hai capelli non ci pensa me li lascia sciolti. Mentre la zia Rose, mette lo smalto rosso sulle mie unghie delle mani.
< A questi ci penseremo più tardi. Ho in mente una cosa ma non te la dico > indicando i miei capelli, zia Alice.
< Almeno il vestito si potrebbe vedere? > - chiedo. Mi fa segno di no - < Un pezzettino? >
< No e non insistere > mi dice sempre la zia Alice. Zia Rose se la ride “sotto i baffi”.
< Il tuo lupo ti sta aspettando e le unghie sono apposto > dice zia Rose. Si alza dalla sedia e va a posare lo smalto e mi fa immergere le mani dentro una ciotola con acqua ghiacciata per far asciugare rapidamente lo smalto.
Anche zia Alice ha finito di truccarmi così scendo al piano di sotto, dove mamma, nonna e Jacob sono seduti sul divano a parlare.
< Auguri Jake! > dico abbracciandolo da dietro e scoccandogli un bacio sulla guancia. Mi prende la mano e mi fa segno di andare davanti.
< Grazie Principessa > - sorride. Poi mi guarda - < Siamo sicuri che hai davvero il corso a Port Angeles? > < Sicurissima perché? > dico.
< Perché sei bellissima! > mi dice, regalandomi il suo sorriso. Ricambio il sorriso ma dentro di me, tiro un sospiro. Tutto apposto. E sorrido.
< Andiamo? > chiedo
< Certo Principessa > sorride.
Salutiamo e andiamo via.

E’ presto per pranzare cosi decidiamo di fare una passeggiata per negozi ma non compro nulla, guardiamo solo le vetrine e passeggiamo tenendoci per mano, come tutti gli innamorati.
< Sarà forse che oggi, è il mio compleanno ma io ti trovo sempre più bella > mi dice Jake, guardando il nostro riflesso su una vetrina di un negozio di giocattoli.
< Mah se non ho nulla di nuovo indosso.> dico. Mi guardo meglio alla vetrina, con la paura che la mia crescita abbia deciso proprio in questo momento di farsi vedere con qualche bel segno evidente. E fortunatamente no. - < Non vedo l’ora che arrivi settembre... > appoggio la testa sul suo braccio.

Così non crescerò più.
Non dovrò più nascondermi e trovare scuse plausibili per giustificare qualche mio evidente cambiamento agli esseri umani. Solo nonno Charlie non ha bisogno di scuse.


< Anch’io amore... anch’io... > - dice pensieroso e sorridente. Mi bacia - < Otto mesi passano presto vedrai > < Sì. Con te passano tutto in fretta > ricambio il bacio.
Da un bacio ne arrivano un secondo e poi un terzo e così via... è un continuo di baci carichi d’amore e dolcezza che non ti stancheresti mai di scambiare con la persona che ami perché non riesci a smettere e per me è veramente così, è come se le mie labbra siano incollate alle sue. Baci che ti fanno dimenticare il resto del mondo che ti circonda, tranne lui ovviamente perché il lui il tuo mondo.
Lui e le sue labbra sulle mie.
Lui e la sua lingua che gioca con la mia.
Lui e le sue mani che accarezzano le mie braccia.
Lui, lui e soltanto lui
< Sti giovani di adesso sempre appiccicati... > dice una vecchietta mentre passa accanto a noi. Io e Jake ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
< Ha ragione. Sti ragazzi di oggi… > mi dice fingendosi disgustato. Rido della sua espressione e della sua battuta ma soprattutto lo faccio perché sono felice di stare insieme con lui.
< Hai perfettamente ragione ma vedi… > - gli dico sfiorandogli le labbra - < è che non riesco a fare a meno di te > sorrido e riprendo a baciargli il viso.
Tra un bacio e una risata, l’ora del pranzo è arrivata. Abbiamo fame e nessuno dei due ha prenotato un tavolo in un ristorante così entriamo nel primo locale che vediamo e chiediamo se hanno un tavolo libero.
< Jake, entriamo qui da “Ciao Italia” > dico indicando l’insegna del primo ristorante che vedo. È italiano.

Il cameriere ci mostra il nostro tavolo e leggiamo il menù ordinando due piatti di pasta con panna, prosciutto, funghi e piselli e per secondo lui una bistecca con insalata, mentre io un arrosto con patate al forno. Mentre aspettiamo le nostre ordinazioni, decido di dargli il primo dei due regali, il secondo è una sorpresa e lo avrà durante la serata.
< Buon compleanno amore mio > dico sorridendo, allungandogli il pacchetto che prende e lo scarta.
< Grazie amore! È stupendo! > dice entusiasta e felice del suo nuovo cellulare. Per essere precisi un Iphone.
< Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. > - sorrido - < Ho preso anche la custodia cosi non ti si rovina... >.
< L’ho vista ed è bellissima. Grazie > sorride e mi bacia in modo dolce ma con passione.
< Ehm... avete ordinato voi due boscaiola? >ci interrompe il cameriere.
< Si > risponde Jacob. Toglie dal tavolo cellulare e custodia per far posto ai piatti mentre io, rossa in viso ripongo la busta con il regalo nella borsa.

Cominciamo a mangiare parlando del più e del meno.
< Sei bellissima quando diventi rossa > mi dice, mentre arrotola la pasta alla forchetta.
< Che figura! > dico mangiando la pasta. Lui ridacchia.
< Figura o no sempre meravigliosa sei > afferma con tono di chi non ammette repliche.
< Grazie > dico e arrossisco un pochino.
< Sei arrossita ancora > mi dice e sorride.
< E’ colpa del vino > rispondo.
< Stiamo bevendo coca-cola > mi dice.
< Lo so ma il mio vino sei tu e non posso farci nulla > dico sorridendo. Sorride.

Il cameriere porta i nostri secondi e contorni.
< A che ora ti passo a riprendere stasera? > mi chiede mentre taglia la sua bistecca
< A nessuna ora. Ti ricordo che sei di ronda oggi pomeriggio e poi sinceramente non so che ora faccio. Amanda, si è messa in testa che dopo lo spettacolo ne dobbiamo discutere subito > dico sbuffando mentre in forchetto una patatina.
< Che spettacolo? > chiede tagliando un altro pezzo di carne e mangiandolo.
< Uh un film ma non ho capito quale, in realtà non ha detto né il titolo né di cosa parla. Ci ha fissato l’appuntamento davanti al bar quello giallo con le tende bianche > dico tranquillamente.
< Quasi, quasi... non faccio la ronda e m’intrufolo con voi al cinema. Così sto tutta la serata con te > dice poggiando i gomiti sul tavolo.

Certo come no! Così mandi tutta la festa in rovina? Non ci pensare nemmeno.

< No. Tu vai alla ronda. Sei il capo e deve dare il buon esempio, anche se oggi è la tua festa. Poi credo che hanno tutti degli impegni, Quil deve portare Claire alle giostre, e se gli dici di sostituirti fai star male Claire ed io ti strozzo. E poi, non è né carino e ne corretto, farti sostituire all’ultimo minuto. > dico seria.
< Ok mi arrendo. > dice mentre alza le mani in segno di resa.
Il cameriere passa per togliere i piatti e ordiniamo due fettine della torta della nonna. E brindiamo con due bicchieri di coca cola.

Jake mi accompagna in auto fino al bar, dove ci sono Jenna e altre due compagne di corso, Annabelle e Gabrielle ad aspettarmi. Saluto il mio lupacchiotto e scendo dall’auto. Appena vedo che si allontana, con le mie amiche inizio a camminare fino al cinema dove danno Hercules il film. Ho due ore di tempo libero e siccome siamo li, entriamo a vederlo e poi tra gli attori c’è Kellan Lutz.

Uscita dal cinema, trovo lo zio Jasper pronto per accompagnarmi a casa dalle zie e poi lui corre a La Push a dare una mano a papà, nonno e lo zio Emmett a montare la struttura. Anche mamma e nonna sono lì ad aiutare le ragazze a sistemare la sala.

Mi faccio una doccia veloce e poi la zia Alice mi porta subito alla zona trucco e parrucco. Zia Alice, mi trucca e zia Rose mi sistema i capelli tirandoli su in una croccia alta, lasciando qualche ciocca ondulata libera.
Ed ecco il vestito. Un abito bianco e nero. La gonna è bianca e arriva fino sopra al ginocchio ed è morbida, mentre il pezzo di sopra è nero e dal decolté fino alle maniche è trasparente. Ai piedi, delle scarpe rosse con tacco. Per finire la borsa dello stesso colore delle scarpe.
Sono pronta e anche le zie lo sono.

Jacob è appena tornato a casa e sta andando in doccia. Rach.


Bene il segnale del via libera è arrivato.
Dalle zie mi faccio lasciare al confine, dove c’è Seth che mi accompagna fin davanti casa Black, non entra va direttamente alla sala. Anche le zie sono andate li.
Ad aprirmi la porta è Salomon che saluto e mi dice che gli altri si stanno finendo di vestire. La prima a uscire è Rachel, seguita da Billy e da Rebecca.
< A ci sei anche tu alla fine? > dice Rebecca non appena mi vede.
< E sì, ci sono anch’io. Non potevo non esserci nel festeggiare il mio fidanzato > dico in tono un po’ ironico.
< Jacob ha detto che non sapevi che ora facevi con le tue amiche > dice Rebecca.
< Reby, lo sai che quella era solo una scusa > interviene Salomon che mi guarda come a chiedermi scusa da parte della moglie.
< Avrei preferito che non ci fosse. Perché lei non è una Black > dice acida Rebecca.
Suonano ala porta ed è Paul.
< Rebecca finiscila. Nessie è la fidanzata di tuo fratello e fa parte della famiglia > interviene Billy mentre io guardo la porta che da sulla zona notte sperando che Jacob, stia ancora sotto la doccia e non abbia sentito nulla.
< No che non lo è! Sono arrivata a casa e ho trovato lei. Poi tutti i giorni Jacob è con lei e mai in casa e mi parla a stento. Per me, lei è un’estranea e finché sono qui, lei non la voglio tra i piedi > dice arrabbiata Rebecca, puntandomi il dito contro.
Mi sento offesa e in colpa per essere entrata nella vita di Jacob. Prendo un bel respiro e le dico tutto quello che in questi giorni, per quieto vivere, non le ho detto.
< So di esserti antipatica e sinceramente non so il perché. L’avermi trovata qui in casa, il giorno che sei arrivata non credo sia il vero motivo come non credo sia nemmeno quello del parlarti a stento e che in casa non c’è quasi mai. Tuo fratello ha un lavoro che lo tiene occupato dalla mattina presto fino alla sera e per giunta nell’orario che io sono a scuola. Quindi, non ci vediamo mai. Ci sentiamo solo per telefono. E se non ti parla, chiediti il perché. Te ne sei andata via quando lui era piccolo per parecchio tempo non ti sei mai fatta né vedere né sentire e ora, ti mostri infelice, se lui è felice con me? Se io avessi, un fratello vero, di sangue che non vedo da molto tempo, sarei felice nel vederlo contento e innamorato. Non mi metterei a parlarne male di lei davanti a lui. > - arrabbiata e delusa, soprattutto la seconda prendo borsa e cappotto - < Fate ancora gli auguri a Jacob da parte mia > apro la porta e me ne vado.

Mi sa che ho rovinato tutto ma dovevo dirle qualcosa. Se non avesse avuto l’imprinting come adesso amerebbe un’altra e magari Rebecca non avrebbe nulla da dire. Leah posso capirla in qualche modo ma lei?

Seduta in spiaggia, osservo il mare, è un po’ agitato come lo sono io in questo momento.
Sento il rombo di una moto, la sua per essere precisa. Non mi giro resto a guardare il mare.
< Che cosa fa una bella ragazza tutta sola qui? > si siede accanto a me.
< Un lupo, mi ha vietato di attraversare il bosco da sola quando è buio > sorrido e poggio la testa sul suo petto e mi stringe a se. Lo abbraccio.
< Mi hai fatto preoccupare. Sono uscito dalla doccia e ho sentito solamente tu che dicevi di farmi gli auguri e quando sono andato, in sala eri scomparsa... > mi dice. Mi da un bacio sulla testa.
< Ho solamente detto a Rebecca, quello che pensavo. Che deve essere contenta se, ha un fratello felice. > rispondo stringendomi a lui.
< Lo so. Mi hanno raccontato tutto e sapevo che alla fine saresti esplosa e gliene avresti cantate quattro. Comunque ho detto di festeggiare senza di me. > mi stringe a se, cullandomi fra le sue braccia.
< Com’è andata la ronda ? > chiedo
< Bene. Tutto tranquillo a parte il blaterare di Seth e il rincorrere i tuoi zii che si divertivano a darmi fastidio. E a te, com’è andata? > chiede.

Era il loro compito distrarre Jacob il più possibile.

< Oh bene abbiamo visto un film sulla mitologia greca ma nulla di che fortunatamente, Amanda aveva un impegno nella serata e cosi eccomi qui. > dico e sorrido.
< Se mi chiamavi, ti venivo a prendere... > mi guarda.
< Eri di ronda > poggio la mia fronte sulla sua.
< Giusto > mi dice. Lo bacio, solleticando le sue labbra con la mia lingua finché essa non è accolta dalla sua.
Ci ritroviamo così nella nostra bolla di passione quella che ci fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio, dove esistiamo soltanto noi due.
Il mio telefonino comincia squillare è Embry, riconosco la suoneria.
< Pronto? > chiedo fingendo di non conoscere la suoneria.
< E’ lì con te? > mi chiede Embry non appena rispondo. Mi alzo e mi allontano un pochino per parlare in codice con lui e non far capire nulla a Jake. - < Billy ha detto che hai discusso con Rebecca e lui è venuto a cercarti. Qui, ci sono tutti mancate voi due. >
< Ci vediamo lì > dico e chiudo la comunicazione.

Torno da lui, seduto sul tronco.
< Chi era? > mi chiede infastidito dell’intrusione del telefono.
< Oh nessuno d’importante > - faccio spallucce - < Amore, io ho fame che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? >dico e noto che guarda le mie gambe.
< Ok andiamo. > - mi prende in braccio e mi porta fino ala sua moto - < Sei stupenda e voglio che non ti sporchi >.
< Lo so io dove. È un ristorante che ha appena aperto > dico sciogliendo la mia pettinatura e infilando il casco per poi salire in moto. E lo stesso fa lui, s’infila il casco e sale in moto.
Gli indico la strada.
< Qui ci sono solo magazzini e sfasciacarrozze! Sei sicura che il ristorante che dici sia qui? > chiede alludendo al fatto che per quanto possa conoscere La Push, da quelle parti non ci sono mai stata e nemmeno con lui.
< Fidati, è da questi parti. Ci sono passata qualche giorno fa con Kim > - il padre di Kim, so che lavora da quelle parti. - < Gira a destra e siamo arrivati >
< Ok Principessa! > dice e poggia una mano sulla mia gamba.

“Ferma la moto.
< Non resisto più, Nessie, devo averti adesso... > accarezza la mia gamba lentamente, parte dal ginocchio e sale su dentro la gonna... e poi di nuovo giù...
< Sì... > gli sussurro con voce roca.
Scendo dalla moto. Mi tolgo il casco e lo do a lui che nel frattempo è sceso e si è tolto il suo casco. Sorride sghembo mentre si avvicina a me ed io mi avvicino a lui..Ci accostiamo a un muretto e iniziamo a baciarci con passione, mentre le sue mani accarezzano le mie gambe e le mie mani accarezzano la sua testa
< Oh al diavolo il dover aspettare! Ti voglio adesso > dico riprendendo fiato
< Al diavolo la promessa... > riprende a baciarmi. E compare il viso di mio padre.”


Con il viso di mio padre torno alla realtà.
Siamo vicini al ristorante e papà potrebbe aver captato il mio “pensierino”, che poi mi è lecito farli pensierini cosi perché il protagonista è il mio ragazzo e quindi non ci trovo nulla di male.
< Siamo arrivati. Te l’avevo detto che conoscevo la strada! > rido e lui con me. Parcheggia.
L’area del magazzino è tutta illuminata da lanterne appese al recinto di ferro. Sul cancello appare una grande insegna con scritto “La riserva”. Nel giardino/cortile sparsi qua e là dei tronchi tagliati a metà, fungono da tavoli con accanto da due a quattro tronchi più piccoli per fare da sedie. Seguiamo il viale, illuminato da alcune candele a terra, fino all’edificio con dentro e luci accese ed entriamo.
< Tanti Auguri Jacob! > gridano tutti non appena entriamo.
< Grazie ma... > dice il festeggiato sorridendo e mi guarda.
< Non sono stata la sola > - dico alzando le mani in segno di resa - < L’idea è stata delle tue sorelle! >
< Grazie > mi bacia e poi va a ringraziare le sorelle.
Saluto la mia famiglia e gli amici e mi avvicino al tavolo pieno di ogni pietanza e bibite di ogni tipo alcolico e non, con Jacob. Riempio il mio piatto e mi guardo intorno, pochi palloncini (compie ventiquattro anni e quelli sono per i bambini), qualche tavolinetto qua e la e tante sedie sparse per la sala. In un angolo, lo stereo acceso con musica di sottofondo.
< Dopo, mi devi un ballo > dico a Jacob.
< Ma non ci pensare proprio. È la mia festa e non ballo! > mi dice mentre divora la sua fetta di torta rustica.
< Per oggi, ti salvi... > gli dico per poi andare verso la mia famiglia e lui viene raggiunto dal branco.
Sto parlando con le zie in merito al vestito che indosso e che piace anche il mio Jacob, poiché non mi toglie gli occhi di dosso, quando si avvicina Rebecca e lo vedo irrigidirsi pronto a venire a “salvarmi” gli faccio segno che va tutto bene. Si calma anche perché Paul è accanto a lui e lo tiene fermo per una spalla.
Rebecca mi chiede di poter parlare ed io acconsento andando però a parlare fuori, dentro c’è molta confusione.

Ci sediamo su uno dei tronchi tagliati che fingono da tavolo, lì fuori.
< Devo chiederti scusa per come mi sono comportata con te. Ero solo gelosa, e ammetto ho la mia grossa parte di colpa > - sospira - < Ho abbandonato un padre e un fratello piccolo e non sono mai tornata qui.
Ogni volta che telefonavo, Jacob, non ha mai voluto parlarmi so che ce l’ha più con me che con Rachel sono io quella che è andata a vivere più lontano. Rachel, per telefono mi ha raccontato di te e di quanto Jacob tiene a te > sorride e sorrido anch’io - < Tornare a casa e vedere un’estranea aprirmi la porta, mi ha dato un po’ fastidio, poi vedere mio fratello rispondermi male.. mentre con Rachel ci parla tranquillamente, ci ride e ci scherza, con me no. >
< Io a tuo fratello, tengo tantissimo. Non posso e non riesco a immaginare la mia vita senza di lui. So del suo passato, che ha affrontato e non è stato facile. Per un bel pezzo non ha rivolto parola nemmeno a Rachel quando è tornata a casa, credeva che sarebbe ripartita subito ma poi è arrivato Paul e… ha deciso di restare. Devi solo dargli tempo > dico accennando un sorriso sincero.
< Sì ma io riparto dopo domani e tempo non ne ho molto > mi dice con sguardo e voce triste. Tiene al fratello e si nota benissimo.
< Un passo avanti, lo hai appena fatto. Mi stai parlando. > - sorrido. Vedo venirci incontro Rachel e mia madre - < Jacob, è iperprotettivo nei miei riguardi. Non sopporta che qualcuno possa “ferirmi” ma se vede che stiamo qui a parlare in amicizia stai tranquilla che non sarà più ostile con te > finisco.
< Oh siete qui > dice mia madre.
< Si stavamo parlando un po’ > risponde Rebecca. Poggia la sua mano sulla mia spalla io annuisco e sorrido. < Credo sia arrivato il momento della torta > - dice Rachel e aggiunge - < Contenta che avete chiarito >.

Si spengono le luci.
< Happy birthday to you, Happy birthday to you, Happy birthday to you.. > cantiamo tutti in coro mentre zia Connie. La zia di Jacob, sorella di Billy e mamma di Collin (altro lupo) si avvicina al festeggiato spingendo un carrello con sopra la grande torta. Una torta di compleanno classica alla panna con scritto “Happy Birthday” e due candeline con il numero 24.
< Happy Birthday amore mio > gli canto sussurrando al suo orecchio di risposta mi cinge con un braccio la vita, un bacio sulla guancia e soffia le candeline.
La mia famiglia non mangia, ma stando a una festa di umani e soprattutto dove c’è zia Connie, è costretta per qualche minuto a fingere che la torta piace. Io non fingo, a me piace e rifaccio il bis.
< Complimenti, bella festa > mi dice Leah, sedendosi accanto a me nel mangiare la torta ma viene subito chiamata da Sue.
< Grazie! > riesco solamente a dirle, perché si allontana andando dalla madre che l’ha chiama.

< E’ giunto il momento dei regali! > grida quel folletto di zia Alice saltellando.
Scarta e ringrazia per tutti i regali ricevuti. E infine gli do il mio secondo regalo una busta da lettere bianca. La apre e dentro ci trova un biglietto per il Supercross di Seattle, il 15 marzo. Rimane sorpreso. Il motocross è sempre stato la sua passione oltre al baseball e il football.
< Grazie! > - sorride contentissimo - < Perché uno solo? Se devo andarci da... > dice ma è interrotto da Embry e Quil.
< Non ci vai solo, veniamo anche noi due! > dicono all’unisono i due amici, sorridendo e incrociando le braccia al petto.
< Oh allora questo cambia le cose > dice Jacob scherzando.

Jacob sa, che anche volendo, non posso. Ordine di quell’antiquariato di papà, che mi ha vietato di andare per più di un giorno lontano da casa con Jacob. Dice che è per via della mia crescita e il lupo gli dà pure ragione!
Però, gli dà fastidio il non poter uscire da soli oltre i confini di Forks e La Push. Otto mesi sbrigatevi a passare!


< Lo sai, è cosi fino a settembre. Quando avrai raggiunto la maturità della tua crescita, allora farai come ti pare. Ma non troppo perché vivi con me e tua madre. E grazie dell’antiquariato! > dice papà in auto mentre torniamo a casa dalla festa.

Ops! Mi ha sentito.

< Ok! Ok > rispondo per poi addormentarmi cullata dal camminare della macchina.



*Note Autrice*
Chiedo scusa per l’enorme ritardo con cui vi pubblico il capitolo ma per problemi in casa non ho potuto correggere e pubblicarlo prima. Spero mi perdoniate.
Finalmente il giorno del compleanno di Jacob è arrivato! Nessie gli fa due regali il primo è un telefono nuovo che gli da al pranzo e il secondo è quello che ha organizzato insieme a Quil e Embry. Il regalo di cui tutte ne eravate curiose, vero?
Finalmente, Renesmee e Rebecca parlano, in un primo momento Rebecca si mostra ancora gelosa e ostile verso Nessie e com’è successo con Leah (qualche capitolo dietro) esplode e le dice che non si sta comportando come una buona sorella. Crede che con questa sua sfuriata abbia rovinato tutto e invece non è così, i Black sono andati alla festa e lei ha potuto portarlo li. E li Nessie è riuscita a chiarire e far pace con Rebecca.
Anche Leah, le ha rivolto parola e senza essere antipatica. Che stia succedendo qualcosa a Leah?
Cosa ne pensate, riuscirà la nostra coppia ad aspettare otto mesi?
Alla prossima che non so quando ma spero presto.
Frafra
   
 
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