CAPITOLO 12:
Il
Mezzelfo
“E’
questo il Prescelto,
dunque”
Al centro della sala,
illuminata dalla calda luce del tramonto, una snella figura ci
attendeva. I
lunghi capelli bruni cadevano dolcemente sulla schiena, mentre il capo
era
cinto da una sottile corona d’argento. Il bel volto era
solcato da leggere
rughe che conferivano maggior fascino all’uomo. Il corpo era
avvolto in una
bellissima e lunga veste dai colori dell’autunno, i bordi
erano decorati con filamenti
color argento che, intrecciandosi, andavano a formare bellissimi motivi
decorativi.
Era una figura imponente
e maestosa, nonché aggraziata e nobile.
Avvicinandomi notai
qualcosa di strano, dai capelli spuntavano due punte dello stesso
colore della pelle.
“Re Elrond!”
Gandalf aumentò il passo
raggiungendo il bellissimo uomo che lo salutò con un
caloroso sorriso e un
abbraccio accennato.
“Eryn, Massimilian,
questo è Elrond Mezzelfo, signore di Imladris e mio caro
amico”
Mezzelfo, non un uomo.
Tutto ebbe un senso da
quel momento: la sua stupefacente bellezza, le orecchie a punta, la
saggezza
millenaria che traspariva dai suoi occhi.
“E’ un onore fare la
vostra conoscenza, da tempo attendevamo questo momento”
Le sue parole erano
sinceramente gentili e la voce limpida, dolce, rassicurante, ma anche
solenne.
In imbarazzo lanciai
un’occhiata a mio fratello ed entrambi, rivolgendoci al re,
facemmo un cenno
con la testa, non trovando le giuste parole da pronunciare.
“Non siate intimiditi,
sono a conoscenza delle vostre condizioni e da dove provenite. Per
qualche
tempo Gran Burrone sarà la vostra casa. Comportatevi con
naturalezza, noi
saremo sempre a vostra disposizione”
Guardai Gandalf che mi
sorrise dolcemente.
“Sentite” disse lo
Stregone, “ Per poco più di un anno vivrete qui.
Sarete addestrati nell’arte
della guerra, istruiti su tutto ciò che riguarda questo
mondo. Apprenderete
come maneggiare una spada, una
lancia, un arco. Imparerete
a difendervi
e a combattere. Studierete la lingua corrente in uso in queste terre e
l’antico
linguaggio Helvat. Voi riuscite a comprenderci e noi a comprendere voi
grazie a
un incantesimo. Esso si spezzerà solo quando padroneggerete
al meglio la nostra
lingua”
“E inoltre il prescelto
apprenderà a utilizzare i suoi poteri, scoprendo il suo
elemento dominante”
aggiunse il Mezzelfo che si avvicinò a noi, ponendosi
davanti a Max.
“Porgimi il tuo amuleto”
gli disse.
“Ce l’ho io”
Il bell’elfo si voltò
verso di me con la fronte leggermente aggrottata. I suoi occhi
intercettarono i
miei. Erano di un colore grigio chiaro, brillavano alla calda luce del
tramonto.
“E’ lei la prescelta,
non Massimilian” gli disse calmo Gandalf.
“Bene, bene. Mi scuso
per il malinteso. Posso?” mi chiese
indicando il mio braccio sinistro. Tremando glielo porsi e
lui lo prese
con grazia. Le sue dita erano lunghe e affusolate, il tocco caldo e
piacevole.
“E’ magnifico”
sussurrò
esaminando l’azzurro simbolo. Con la punta delle bianche dita
lo sfiorò
chiudendo gli occhi. Con delicatezza mi lasciò andare e
rivolse l’attenzione
sul rigonfiamento della maglia sullo stomaco. Lentamente mi sfilai il
ciondolo
e glielo diedi tremando. Il re lo prese tra le sue mani e lo
guardò
intensamente.
“Tra non molto tutto
questo sarà parte di te” e me lo ridiede.
“Perfetto” disse Gandalf
rompendo quel momento quasi solenne, “ Per ora il mio compito
è terminato. Ho
importanti faccende da svolgere, vi lascio nelle mani degli
elfi”
“Ci lasci?!” chiesi
presa dal panico. La paura mi afferrò nuovamente. In quel
luogo mi sentivo
disorientata, fuori posto. Lo Stregone rappresentava per me un punto di
riferimento, un appiglio, una luce nel buio, una persona di cui fidarmi.
“Stai tranquilla Eryn,
non sei sola, con te c’è Massimilian. Non
starò via molto”
Massimilian, giusto.
C’era lui al mio fianco,
nella mia stessa condizione.
Mio fratello si avvicinò
a me e mi cinse le spalle con il suo braccio.
“Calmati” mi
sussurrò,
“saremo insieme”.
Il battito del mio cuore
rallentò e riuscii a calmarmi.
“Eryn, mia figlia Arwen
ti mostrerà le tue stanze e si prenderà cura di
te oggi. Massimilian, lo stesso
faranno i miei due figli Elladan ed Elrohir”
Alle parole di re Elrond
tre elfi fecero ingresso nella sala. Alla destra del Mezzelfo si
posizionò una
fanciulla di straordinaria bellezza. Il suo portamento era regale e la
somiglianza col padre sorprendente. La bianca e perfetta pelle sembrava
d’avorio e irradiava una flebile luce. Il lunghi capelli
corvini le incorniciavano
dolcemente il delicato volto. Due grandi occhi grigi mi scrutavano
attentamente
con dolcezza e interesse. Vestiva con un ampio abito color argento e al
collo pendeva
una bianca gemma simile a una stella.
Alla sinistra invece si
posizionarono due bellissimi elfi identici tra loro. I capelli scuri
come
quelli della sorella ricadevano sulle spalle, occhi grigi dominavano
sui loro
perfetti visi. Entrambi vestivano con vesti d’orate che
mettevano in risalto i
loro fisici perfetti.
Ammaliata da quella
visione non riuscivo a far altro che guardarli con stupore. Ogni volta
che
ponevo lo sguardo su Arwen una stretta allo stomaco mi attanagliava.
Davanti a
così tanta bellezza non facevo altro che deprimermi pensando
a come dovessi
apparire io di fronte a lei. Tutte le insicurezze che già
avevo si fecero
ancora più forti e feci uno sforzo sovrumano per trattenere
le lacrime.
Arwen si mosse, si
avvicinò a me e mi prese la mano.
“Vieni con me Eryn” mi
disse con un dolce sorriso.
Ricambiai e dissi di
aspettare un attimo. Mi avvicinai a Gandalf e lo abbracciai sussurrando
un Grazie
e un Torna presto. Salutai i tre elfi
con un lieve inchino, diedi un
bacio sulla guancia a mio fratello e seguii l’elfa.
Mi condusse per vari
corridoi aperti su un lato permettendomi di ammirare il paesaggio
circostante.
Il tramonto, visibile dietro i monti, era spettacolare. Rosso, giallo e
arancione si tuffavano dolcemente l’uno nell’altro;
una lieve sfumatura
bluastra trapuntata di stelle era già visibile sopra la
vallata.
Finalmente arrivammo
davanti a una porta in legno, decorata con motivi dorati. Arwen
l’aprì ed
entrammo.
Era la stanza più bella
che avessi mai visto. Era più grande della camera che avevo
a casa e aveva una
forma circolare. Tre grandi archi permettevano all’aria e
alla luce di penetrare
e mostravano tre scintillanti cascate. A destra era stato posto un
letto
coperto da bianche lenzuola e bianchi cuscini, affiancato da un
comodino in
legno. Appeso a una parete un enorme specchio ovale rispecchiava il
luogo
circostante; un grande armadio dorato occupava lo spazio vicino alle
tre
finestre. Il resto era caratterizzato da svariati oggetti bellissimi e
da
candide coperte.
“Tra qualche ora mio
padre darà un banchetto in vostro onore. Se me lo
permetterete vi aiuterò a
prepararvi”
Arwen mi portò in un’altra
stanza dove venni lavata e profumata con freschi aromi. Il mio volto fu
massaggiato con diverse creme e i capelli pettinati con cura e
acconciati.
Tornate nella mia stanza Arwen prese dal grande armadio un lungo
vestito, dalle
svariate tonalità dell’azzurro, e me lo mise.
Con gentilezza mi
accompagnò davanti allo specchio e quello che vidi mi
sembrò del tutto estraneo.
La lunga vesta avvolgeva delicatamente il mio corpo che sembrava molto
più
snello di quanto mi ricordassi; il volto appariva perfetto e liscio e
gli occhi
caldi e profondi; i miei lunghi e mossi capelli ricadevano con grazia
sulla schiena
e una sottile cordoncina argentata cingeva il mio capo.
Non potevo credere ai
miei occhi. La fanciulla nello specchio era bellissima e luminosa, una
nuova
luce caratterizzava i suoi occhi.
“Sei bellissima” mi
disse Arwen. E per la prima volta credetti a quelle parole.
Angolo
dell’Autrice:
Eccomi finalmente con un
nuovo capitolo! Scusatemi per la lunga attesa.
Finalmente Eryn e
Massimilian fanno ingresso nella Terra di Mezzo e hanno il loro primo
contatto
con gli abitanti che lì vivono.
Come noterete finalmente
Eryn inizia a prendere coscienza della sua bellezza abbandonando, poco
a poco,
le insicurezze
Puntualizzo che all’inizio
Elrond viene descritto come un uomo perché Eryn pensa che
sia tale.
Nel prossimo capitolo
racconterò a spezzettoni l’anno che i due
trascorreranno a Gran Burrone, e
quindi probabilmente sarà abbastanza lungo.
Spero vi sia piaciuto
anche questo capitolo e aspetto i vostri pareri.
Alla prossima!
AnnaJ