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Autore: Anna Tentori    21/02/2015    6 recensioni
Eryn è un'adolescente chiusa in se stessa e tormentata interiormente. Soffre molto ma il suo orgoglio la porta a nascondere tutto dentro se stessa. Si sente sola e questo la spinge a rifugiarsi nella lettura e nei sogni ad occhi aperti.
Al culmine della sua sofferenza uno strano simbolo appare sul suo polso e apprenderà il suo destino, un destino che la porterà nella Terra di Mezzo e distruggere per sempre il male, come annunciato dalla profezia.
In questa fanfiction saranno presenti tutti i personaggi de Il Signore degli Anelli e gli avvenimenti saranno quasi del tutto gli stessi del romanzo.
Mi è venuto in mente di scrivere questa storia per impedire la morte di alcuni dei personaggi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boromir, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12:

Il Mezzelfo

 

“E’ questo il Prescelto, dunque”

Al centro della sala, illuminata dalla calda luce del tramonto, una snella figura ci attendeva. I lunghi capelli bruni cadevano dolcemente sulla schiena, mentre il capo era cinto da una sottile corona d’argento. Il bel volto era solcato da leggere rughe che conferivano maggior fascino all’uomo. Il corpo era avvolto in una bellissima e lunga veste dai colori dell’autunno, i bordi erano decorati con filamenti color argento che, intrecciandosi, andavano a formare bellissimi motivi decorativi.

Era una figura imponente e maestosa, nonché aggraziata e nobile.

Avvicinandomi notai qualcosa di strano, dai capelli spuntavano due punte dello stesso colore della pelle.

“Re Elrond!”

Gandalf aumentò il passo raggiungendo il bellissimo uomo che lo salutò con un caloroso sorriso e un abbraccio accennato.

“Eryn, Massimilian, questo è Elrond Mezzelfo, signore di Imladris e mio caro amico”

Mezzelfo, non un uomo.

Tutto ebbe un senso da quel momento: la sua stupefacente bellezza, le orecchie a punta, la saggezza millenaria che traspariva dai suoi occhi.

“E’ un onore fare la vostra conoscenza, da tempo attendevamo questo momento”

Le sue parole erano sinceramente gentili e la voce limpida, dolce, rassicurante, ma anche solenne.

In imbarazzo lanciai un’occhiata a mio fratello ed entrambi, rivolgendoci al re, facemmo un cenno con la testa, non trovando le giuste parole da pronunciare.

“Non siate intimiditi, sono a conoscenza delle vostre condizioni e da dove provenite. Per qualche tempo Gran Burrone sarà la vostra casa. Comportatevi con naturalezza, noi saremo sempre a vostra disposizione”

Guardai Gandalf che mi sorrise dolcemente.

“Sentite” disse lo Stregone, “ Per poco più di un anno vivrete qui. Sarete addestrati nell’arte della guerra, istruiti su tutto ciò che riguarda questo mondo.  Apprenderete come maneggiare una spada, una lancia, un arco.  Imparerete a difendervi e a combattere. Studierete la lingua corrente in uso in queste terre e l’antico linguaggio Helvat. Voi riuscite a comprenderci e noi a comprendere voi grazie a un incantesimo. Esso si spezzerà solo quando padroneggerete al meglio la nostra lingua”

“E inoltre il prescelto apprenderà a utilizzare i suoi poteri, scoprendo il suo elemento dominante” aggiunse il Mezzelfo che si avvicinò a noi, ponendosi davanti a Max.

“Porgimi il tuo amuleto” gli disse.

“Ce l’ho io”

Il bell’elfo si voltò verso di me con la fronte leggermente aggrottata. I suoi occhi intercettarono i miei. Erano di un colore grigio chiaro, brillavano alla calda luce del tramonto.

“E’ lei la prescelta, non Massimilian” gli disse calmo Gandalf.

“Bene, bene. Mi scuso per il malinteso. Posso?” mi chiese  indicando il mio braccio sinistro. Tremando glielo porsi e lui lo prese con grazia. Le sue dita erano lunghe e affusolate, il tocco caldo e piacevole.

“E’ magnifico” sussurrò esaminando l’azzurro simbolo. Con la punta delle bianche dita lo sfiorò chiudendo gli occhi. Con delicatezza mi lasciò andare e rivolse l’attenzione sul rigonfiamento della maglia sullo stomaco. Lentamente mi sfilai il ciondolo e glielo diedi tremando. Il re lo prese tra le sue mani e lo guardò intensamente.

“Tra non molto tutto questo sarà parte di te” e me lo ridiede.

“Perfetto” disse Gandalf rompendo quel momento quasi solenne, “ Per ora il mio compito è terminato. Ho importanti faccende da svolgere, vi lascio nelle mani degli elfi”

“Ci lasci?!” chiesi presa dal panico. La paura mi afferrò nuovamente. In quel luogo mi sentivo disorientata, fuori posto. Lo Stregone rappresentava per me un punto di riferimento, un appiglio, una luce nel buio, una persona di cui fidarmi.

“Stai tranquilla Eryn, non sei sola, con te c’è Massimilian. Non starò via molto”

Massimilian, giusto.

C’era lui al mio fianco, nella mia stessa condizione.            

Mio fratello si avvicinò a me e mi cinse le spalle con il suo braccio.

“Calmati” mi sussurrò, “saremo insieme”.

Il battito del mio cuore rallentò e riuscii a calmarmi.

“Eryn, mia figlia Arwen ti mostrerà le tue stanze e si prenderà cura di te oggi. Massimilian, lo stesso faranno i miei due figli Elladan ed Elrohir”

Alle parole di re Elrond tre elfi fecero ingresso nella sala. Alla destra del Mezzelfo si posizionò una fanciulla di straordinaria bellezza. Il suo portamento era regale e la somiglianza col padre sorprendente. La bianca e perfetta pelle sembrava d’avorio e irradiava una flebile luce. Il lunghi capelli corvini le incorniciavano dolcemente il delicato volto. Due grandi occhi grigi mi scrutavano attentamente con dolcezza e interesse. Vestiva con un ampio abito color argento e al collo pendeva una bianca gemma simile a una stella.

Alla sinistra invece si posizionarono due bellissimi elfi identici tra loro. I capelli scuri come quelli della sorella ricadevano sulle spalle, occhi grigi dominavano sui loro perfetti visi. Entrambi vestivano con vesti d’orate che mettevano in risalto i loro fisici perfetti.

Ammaliata da quella visione non riuscivo a far altro che guardarli con stupore. Ogni volta che ponevo lo sguardo su Arwen una stretta allo stomaco mi attanagliava. Davanti a così tanta bellezza non facevo altro che deprimermi pensando a come dovessi apparire io di fronte a lei. Tutte le insicurezze che già avevo si fecero ancora più forti e feci uno sforzo sovrumano per trattenere le lacrime.

Arwen si mosse, si avvicinò a me e mi prese la mano.

“Vieni con me Eryn” mi disse con un dolce sorriso.

Ricambiai e dissi di aspettare un attimo. Mi avvicinai a Gandalf e lo abbracciai sussurrando un Grazie e un Torna presto. Salutai i tre elfi con un lieve inchino, diedi un bacio sulla guancia a mio fratello e seguii l’elfa.

Mi condusse per vari corridoi aperti su un lato permettendomi di ammirare il paesaggio circostante. Il tramonto, visibile dietro i monti, era spettacolare. Rosso, giallo e arancione si tuffavano dolcemente l’uno nell’altro; una lieve sfumatura bluastra trapuntata di stelle era già visibile sopra la vallata.

Finalmente arrivammo davanti a una porta in legno, decorata con motivi dorati. Arwen l’aprì ed entrammo.

Era la stanza più bella che avessi mai visto. Era più grande della camera che avevo a casa e aveva una forma circolare. Tre grandi archi permettevano all’aria e alla luce di penetrare e mostravano tre scintillanti cascate. A destra era stato posto un letto coperto da bianche lenzuola e bianchi cuscini, affiancato da un comodino in legno. Appeso a una parete un enorme specchio ovale rispecchiava il luogo circostante; un grande armadio dorato occupava lo spazio vicino alle tre finestre. Il resto era caratterizzato da svariati oggetti bellissimi e da candide coperte.

“Tra qualche ora mio padre darà un banchetto in vostro onore. Se me lo permetterete vi aiuterò a prepararvi”

Arwen mi portò in un’altra stanza dove venni lavata e profumata con freschi aromi. Il mio volto fu massaggiato con diverse creme e i capelli pettinati con cura e acconciati. Tornate nella mia stanza Arwen prese dal grande armadio un lungo vestito, dalle svariate tonalità dell’azzurro, e me lo mise.

Con gentilezza mi accompagnò davanti allo specchio e quello che vidi mi sembrò del tutto estraneo. La lunga vesta avvolgeva delicatamente il mio corpo che sembrava molto più snello di quanto mi ricordassi; il volto appariva perfetto e liscio e gli occhi caldi e profondi; i miei lunghi e mossi capelli ricadevano con grazia sulla schiena e una sottile cordoncina argentata cingeva il mio capo.

Non potevo credere ai miei occhi. La fanciulla nello specchio era bellissima e luminosa, una nuova luce caratterizzava i suoi occhi.

“Sei bellissima” mi disse Arwen. E per la prima volta credetti a quelle parole.

 

Angolo dell’Autrice:

Eccomi finalmente con un nuovo capitolo! Scusatemi per la lunga attesa.

Finalmente Eryn e Massimilian fanno ingresso nella Terra di Mezzo e hanno il loro primo contatto con gli abitanti che lì vivono.

Come noterete finalmente Eryn inizia a prendere coscienza della sua bellezza abbandonando, poco a poco, le insicurezze

Puntualizzo che all’inizio Elrond viene descritto come un uomo perché Eryn pensa che sia tale.

Nel prossimo capitolo racconterò a spezzettoni l’anno che i due trascorreranno a Gran Burrone, e quindi probabilmente sarà abbastanza lungo.

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e aspetto i vostri pareri.

Alla prossima!

AnnaJ

   
 
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