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Autore: _xwatson    22/02/2015    0 recensioni
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Blaine non ha mai lasciato la Dalton e continua ad essere l'amato leader e solista degli Warblers, fino a quando, durante il suo ultimo anno, si ritrova a combattere per il suo posto da solista contro l'inaspettata presenza di un nuovo Usignolo, l'arrogante e spavaldo Sebastian, che lo guarda con un sorrisetto ammiccante e due occhi verdi che lo obbligano ogni volta a distogliere lo sguardo.
Ormai Blaine si aspetterebbe di tutto, ma non di trovare così tanti ed innaspettati punti in comune con una persona così profondamente diversa da lui e disposta a far di tutto per prendere il suo posto.
La storia si svolge a partire dall'inverno dell'anno in cui si sono conosciuti, tra vecchie tradizioni dei Warblers, gare da preparare e piccoli ed inaspettati barlumi di dolcezza, perchè i momenti più belli sono quelli passati con le persone da cui mai ti saresti aspettato qualcosa.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Chi compie gli anni oggi? Chi?" urlò Jeff Sterling sovrastando, sia con la voce che con lo sguardo, tutti i presenti da sopra il tavolo su cui si trovava, mentre improvvisava uno stupido balletto senza badare ai poveri Nick e Trent che tentavano di tirarlo giù. Thad stava urlando contro Sebastian da fin troppo tempo riguardo alla poca cura con cui lui e gli altri Warblers avevano addobbato la sala, mentre il ragazzo in questione lo ascoltava a malapena e liquidava con gesti sbrigativi delle mani le sue lunghe e noiose critiche.
Oltre ai festoni natalizi tipici di quel periodo e ad un enorme e classico abete ricoperto di lucine e decorazioni di ogni tipo, un cartellone con la scritta in bella grafia "Tanti Auguri Blaine!" era appeso proprio davanti alla porta e una torta multicolore decorata da un numero indefinito di candeline svettava esattamente al centro della stanza.
Queste erano le condizioni in cui si trovava la Sala Prove della Dalton Academy quando il già sopra accennato Blaine Anderson, festeggiato del giorno, vi mise piede quella mattina, con la camicia stropicciata, la cravatta non annodata e facendo calare, solo con la sua presenza, dei brevi attimi di silenzio su tutti i presenti.
Perché si sa, nel momento in cui ci si trova ad organizzare una festa a sorpresa per la persona che più al mondo ama dormire fino a tardi e non si alzerebbe dal proprio letto nemmeno se ci fosse l'Apocalisse, il minimo che ci potrebbe aspettare è che questa se ne stia buona a procrastinare per tutto il tempo necessario; ma come sempre, i poteri del karma era infinito, e Thad Harwood lo scoprì proprio in quella mattina.
"Che diavolo ci fai tu qui?", sibilò Thad contro un alquanto perplesso Blaine, "Tra tutti i giorni in cui potevi svegliarti prima e evitarmi di buttarti giù dal letto come se fossi tua madre, perché hai deciso di farlo proprio oggi?"
Blaine portò una mano alla propria testa, massaggiandosi la fronte come se si fosse smarrito in un punto vago della conversazione e stiracchiandosi platealmente rispose: "Non riuscivo più a dormire"
Nick scoppiò a ridere, contagiando con la sua risata il resto dei presenti nella stanza; eccezion fatta per Thad, che continuava a lanciare occhiate di fuoco a Blaine nella speranza di riuscire a fulminarlo sul posto con un semplice sguardo.
Invece lui, noncurante delle occhiatacce del suo migliore amico, iniziò a guardarsi intorno e fu profondamente colpito dal vedere tutto quello che avevano organizzato per lui quei ragazzi.
Si lasciò andare in un largo sorriso e andò verso Thad nel tentativo di consolarlo, posandogli una mano sul braccio per richiamare la sua attenzione "Ehi, non importa se non è tutto perfetto come volevi che fosse, questo è di gran lunga il miglior regalo di compleanno che mi abbiano mai fatto."
Il ragazzo lo guardò con incertezza, prima di sbuffare sonoramente e dargli una pacca sulla spalla: "E va bene, Blaine, dopotutto è il tuo compleanno, anche se sei l'idiota più grande del mondo e ti svegli presto proprio quando nessuno ti vuole fra i piedi. E mi spieghi come potrei non perdonarti se mi guardi con questi occhi da cucciolo?"
Blaine ridacchiò a quelle parole, e si sporse verso di lui coinvolgendolo in un abbraccio piuttosto buffo e caotico, cercando di trasmettergli tutta la sua gratitudine per quei suoi gesti, assai rari per qualcuno dal carattere abbastanza chiuso e introverso come lui, ma che riuscivano a fargli capire quanto contasse realmente per lui la loro amicizia.
"Propongo di fare un brindisi al nostro festeggiato!", esclamò Jeff, costringendo i due ragazzi a sciogliersi dal loro abbraccio, "E poi Blaine deve assolutamente scartare il mio regalo!"
Il gruppo scoppiò in una fragorosa risata, e la stanza fu invasa dal tintinnante suono di bicchieri che si scontravano fra loro e spumante che veniva stappato e condiviso tra i presenti.
Blaine si ritrovò a pensare che ciò che aveva detto a Thad era assolutamente vero: quello si prospettava essere il miglior compleanno di sempre; anche se detto da qualcuno che odiava il proprio, forse, non era esattamente il massimo.
 
 
"Vi siete impegnati veramente tanto per i preparativi, da quello che ho visto", disse Blaine, appoggiandosi al tavolo dietro di sé nel tentativo di imitare il ragazzo al suo fianco, elegantemente stravaccato con le gambe incrociate e il nodo della cravatta allentato in perfetto stile "cattivo ragazzo". "Ho apprezzato tantissimo, davvero".
"Mi pare il minimo veramente" ridacchiò di risposta Sebastian, incrociando il suo sguardo e facendolo inaspettatamente arrossire, "Il tuo amico si è comportato da checca isterica per intere ore e, te lo giuro Blaine, se tu non fossi arrivato sarei stato a tanto così dal commettere un omicidio."
"Thad tende a farsi prendere dall'ansia quando sente che tutte le responsabilità sono addossate su di lui" rispose Blaine, cercando di difenderlo nonostante una vocina nella sua testa lo stesse semplicemente implorando di smettere di parlare e buttarsi letteralmente addosso a Sebastian, baciare e mordere il profilo delle sue clavicole che la camicia lasciava leggermente scoperte, sentire il sapore della sua pelle così chiara e vederlo rabbrivid-
Blaine, concentrati!, si rimproverò da solo, Che diamine ti prende oggi?
"… È quasi peggio di una donna con il ciclo", concluse Sebastian sorseggiando un liquido chiaro dal proprio bicchiere, dopo aver brindato con un cenno della testa a Blaine, noncurante del fatto che l'altro non avesse seguito altro che le ultime parole del suo discorso.
"Thad è semplicemente una persona molto insicura che vuole perfezionare ogni cosa di cui si occupa nei minimi dettagli perché teme che non sarà abbastanza" disse alla fine, cercando di cavarsela con un'osservazione più o meno neutra.
"E' un po' il problema di tutti, questo, non credi?" Sebastian rigirò la domanda contro Blaine, girandosi e scoprendolo inaspettatamente a studiare il suo corpo e i lineamenti del suo viso con ammirazione.
Gli sorrise mentre lui distoglieva precipitosamente lo sguardo e si soffermò per qualche secondo ad osservare con curiosità il lieve rossore che gli imporporava le gote, al di sotto della sua carnagione olivastra.
Non importa che, chiunque lui sia, mi guardi con un'espressione da pesce lesso appena capisca quanto io possa essere magnifico, basta che sappia andare oltre e dimostri di avere un cervello, si ritrovò a pensare Sebastian.
"Penso che ognuno cerchi di nascondere il proprio desiderio di perfezione" rispose Blaine dopo una lunga riflessione, "Per sentirsi meno esposto, ecco"
Chissà se il Blaine Anderson che tutti conoscevano era realmente quel ragazzo così orgoglioso, pieno di talento e sicuro di sé che faceva credere di essere?, si chiese ancora una volta silenziosamente Sebastian dentro di sé.
Dopotutto, gli aveva chiesto di uscire proprio per quello: capire cosa lo differenziasse rispetto a tutti gli altri ragazzi che aveva visto o avuto nella sua vita.
Era innegabile che Blaine si facesse notare in mezzo alla massa per il suo carisma e la sua abilità sia nel gestire il gruppo che nel canto, se non per il fatto che i Warblers avessero addirittura preferito lui a Sebastian, e questa era decisamente la prima volta che una cosa simile gli accadeva nella sua vita.
Nessuno poteva essere tanto perfetto all'apparenza, nessuno, Sebastian ne era convinto; voleva conoscere ed analizzare tutti i lati nascosti e i più profondi segreti di Blaine Anderson, fino a riuscire a prevedere ogni sua mossa ed assoggettarlo completamente a lui: in genere era molto più divertente smontare le persone acclamate e idolatrate da tutti, vederle incerte di fronte ai suoi sorrisi ammiccanti ed esporsi definitivamente quando credevano di aver trovato il ragazzo dei loro sogni. Forse avrebbe richiesto un po' più di fatica, ma Blaine non poteva essere tanto diverso dagli altri.
Nessuno lo era.
"Nessuno è perfetto" Sebastian, in risposta a Blaine, rimarcò il concetto che prima aveva espresso mentalmente, "E' inutile ambire alla perfezione, perché nessuno la potrà mai raggiungere, quindi tanto vale godersi la vita per come è e cercare di vivere ogni singolo istante nel modo più intenso che ci sia concesso"
Blaine notò il profilo rigido dei suoi lineamenti e la fermezza con cui aveva pronunciato quelle parole, come se stesse semplicemente esprimendo a voce una convinzione radicalmente impressa in lui, qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto mettere in dubbio.
"Sinceramente, io penso che non si dovrebbe ambire a quella che è considerata generalmente la perfezione. Dovremmo cercare di dare il meglio di noi stessi, trovare uno scopo e un motivo per vivere che ci permetta di esprimere al meglio chi siamo e in cosa crediamo. Non si dovrebbe ambire alla perfezione, ma a ciò che è perfetto per noi" ribatté il ragazzo con fermezza.
Quando si trovava a dover esprimere le proprie idee su ciò in cui credeva fermamente da tutta la vita, come il talento, la determinazione o l'ambizione, riusciva ad isolarsi totalmente da tutti gli altri fattori esterni e compiere un discorso compiuto a dispetto di tutto, persino con lo sguardo di Sebastian Smythe puntato su di sé e la maestosità del suo corpo a pochi centimetri da lui.
Blaine vide finalmente gli occhi di Sebastian tingersi di una sfumatura diversa: un lieve bagliore di meraviglia sfavillò per qualche secondo in mezzo al verde, per poi nascondersi e perdersi fra quelle mille sfumature alla stessa velocità con cui era nato.
"Fai ragionamenti interessanti, B" disse Sebastian, e per una volta sentì di poter dire con certezza che quel commento era totalmente sincero: non avrebbe mai pensato che qualcuno di così popolare e con una fama tanto nota quanto Blaine Anderson potesse facilmente improvvisare discorsi così personali e coerenti con il suo modo di essere.
In genere quelli come lui pensavano sempre e solo ad una sola cosa: il successo. Non si ponevano domande più elevate della tipica "Qual è il modo più semplice e veloce per sfondare a Broadway? Quanto dovrò ancora aspettare per dimostrare a tutti questi inutili pezzenti che sono di gran lunga superiore a loro? "
"Semplici congetture" si strinse nelle spalle Blaine, nascondendo un piccolo sorriso dietro al calice di vino che teneva appoggiato alle labbra.
C'era qualcosa in più, in Sebastian Smythe, rispetto a quello che lui stesso voleva mostrare, l'aveva sempre saputo: nonostante il tipico atteggiamento da cinico stronzo, a volte si riusciva a scorgere quel barlume di interessamento, nei suoi occhi, quella piccola ma viva scintilla di libertà e trasgressione che ti impediva di dare troppo per scontate le sue scelte.
In realtà lui e Sebastian non si erano mai parlati molto, rifletté Blaine: lui stesso aveva percepito chiaramente, all'inizio dell'anno, la sua neppur troppo nascosta ostilità nei propri confronti e il suo forte desiderio di essere a capo dei Warblers, ma aveva cercato di non farci caso e, al contrario, provare a collaborare con quel ragazzo appena arrivato, così affascinante e talentuoso da poter sicuramente rivelarsi una vera e propria risorsa per il gruppo.
Vederlo apprezzare i suoi discorsi era una cosa che lo rendeva indubbiamente fiero di sé, in conclusione.
"Hai già riflettuto riguardo la mia proposta?" cambiò improvvisamente discorso Sebastian.
Blaine lo guardò per un secondo con fare disorientato, ancora perso nei suoi pensieri, poi capì e scosse il capo: "Si, ci ho pensato"
Sebastian gli rivolse l'ennesimo sorriso, inclinando la testa con curiosità "E hai tratto qualche conclusione dai tuoi pensieri…(torna meglio)?"
"Penso che uscire insieme non sia professionale" iniziò Blaine, "Ma considerando che noi due siamo i principali punti di riferimento all'interno del gruppo, un po' più di collaborazione non ci guasterebbe per nulla."
"Oh, Blaine" lo interruppe Sebastian con una risata fragorosa, "Non mi sembra di averti mai dato l'impressione di non voler collaborare con te. Ho sempre desirato profondamente che noi diventassimo amici intimi, molto intimi, se capisci cosa intendo."
Le guance di Blaine questa volta si tinsero decisamente di un evidente color rosso acceso, e tentò in tutti i modi di evitare lo sguardo del ragazzo di fronte a lui.
"Oh, avanti, B. Dovresti essere abituato a battutine come le mie, un bel ragazzo come te ne avr-"
"Scusami, Sebastian, ho appena visto Trent e devo assolutamente parlargli" farfugliò in fretta Blaine con le guance in fiamme, riuscendo a dileguarsi prima ancora di lasciare all'altro il tempo di metabolizzare le sue parole.
Sebastian si ritrovò a sorridere senza nemmeno una ragione, ripensando al comportamento del ragazzo e al suo inspiegabile imbarazzo; oh, quanto poteva mostrarsi ingenuo e innocente quell'Anderson?
 
 
Appena qualche secondo dopo, Sebastian si portò il bicchiere di spumante alle labbra, sfiorandolo appena e cercando in tutti i modi il contatto con gli occhi di Blaine: era diventata da qualche tempo tutta una rete di occhiate, battutine maliziose sussurrate quando solo lui poteva sentirlo, sfioramenti innocenti e ghigni sarcastici nemmeno troppo nascosti.
Una rete dove Blaine stava cadendo senza porsi neppure troppe domande.
Peccato, quel ragazzo stava addirittura iniziando a piacermi, pensò fra sé e sé Sebastian.
Prevedibilmente, appena gli occhi dorati di Blaine si posarono sul suo volto, Sebastian inarcò elegantemente le sopracciglia, ammiccando a Blaine per poi trangugiare tutto d'un fiato il contenuto del proprio bicchiere.
Quando rialzò lo sguardo, le guance di Blaine si erano tinte di un adorabile rosso scarlatto, e aveva precipitosamente iniziato un'insensata conversazione con un perplesso Trent al suo fianco.
Sebastian notò con piacere i movimenti nervosi delle sue mani, che giocherellavano furiosamente fra loro; si chiese come sarebbe stato essere lui stesso a prendergli quelle dita tremolanti, accarezzarle e fermare i suoi movimenti causati da semplice nervosismo dopo aver fatto i conti con la propria presenza.
Sorrise senza nemmeno accorgersene al pensiero di potergli causare quelle reazioni senza nemmeno impegnarsi troppo.
Si stava rilevando essere un gioco addirittura troppo semplice, rifletté Sebastian, eppure c'era qualcosa nell'apparente innocenza e nel rossore sulle gote di Blaine che lo attirava inesorabilmente e lo infastidiva alquanto: che in realtà fosse proprio lui, Sebastian, ad essere sul punto di cadere in una trappola?



 
Note autrice: in realtà, non è che io abbia molto da dire, ringrazio ancora una volta IlaPerla per il banner e Francesca per la betatura :)
   
 
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