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Autore: cup of tea    22/02/2015    1 recensioni
[Questa storia partecipa alla Klaine Wedding Challenge indetta da Flan e Ginny_Potter]
Minilong divisa in due parti. Prompt assegnatomi:
35) "In & Out": ispirandosi al film, uno dei due personaggi è etero e si sta per sposare con una donna, ma al momento del matrimonio decide di fare coming out stupendo tutti gli ospiti e il secondo personaggio, che probabilmente sarà al matrimonio.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sam Evans | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA TAVOLA DI CUP OF TEA
Con un lievissimo ritardo sulla tabella di marcia, ma alla fine è arrivata anche la seconda parte! Grazie a tutti per aver letto la prima, e un grazie in particolare ad Anna_Vik per aver recensito!
Ho una pagina facebook, per chi volesse darle un’occhiata:
https://www.facebook.com/CupOfTeaEfp
A presto,
cup of tea
 

 
Klaine Wedding Challenge – IN&OUT

PARTE DUE
DURANTE

 
Ore 10.45
15 minuti prima.

 
Blaine si stava sistemando il papillon davanti a un grande specchio dall’aria antica, quando entrò suo fratello Cooper.

«E’ terribile!» urlò Blaine, sciogliendo il farfallino per l’ennesima volta. «A furia di riprovarci, il colletto della camicia si è rovinato! Guarda com’è sgualcito! Come faccio a sposarmi se sembro un barbone?!»

«Caspita, fratellino. Tu indossi papillon dall’età di otto anni; se non riesci a metterlo a dovere, la cosa dev’essere proprio grave… ti chiamo Sam? Io non sono bravo a rassicurare le persone.» Commentò Cooper.

Blaine non fece in tempo a ribattere, perché Kurt era appena entrato a chiamarlo.

«Blaine, sei pronto? Il prete ti sta aspettando… oh, per la miseria, da’ a me. Te lo sistemo io.» E in quattro e quattr’otto lo smocking dello sposo apparve in tutto il suo splendore. «Andiamo, ora. Presto!»

 
***
Ore 11:00
Precise.
 
Kurt riuscì a far posizionare Blaine al suo posto sull’altare, mentre lui si collocò in fondo alla sala per avere una visione migliore del quadro d’insieme. Aveva fatto proprio un bel lavoro, doveva complimentarsi con sé stesso: l’arancione caldo e acceso delle fodere dei cuscini e delle sedie riscaldava decisamente l’ambiente, mentre i fiori bianchi scelti da Rachel donavano un non so che di elegante al tutto. Nel pubblico vide la famiglia di Blaine da una parte, i parenti di Rachel dall’altra e l’intero glee club degli sposi, eccetto Sam e Quinn, i testimoni. Tutto stava andando secondo il programma.

Entrò la sposa, sulle note di una marcia nuziale suonata al pianoforte da un certo Brad.

Accompagnata da entrambi i suoi papà, Rachel, tutta sorridente, indossava uno splendido abito in chiffon e tulle. Una nuvola soffice con le gambe. Kurt osservò l’espressione di Blaine e lo vide sorridere, almeno all’inizio, e poi, all’improvviso, impallidire. Kurt si era sforzato con tutto sé stesso di non pensare più al bacio della sera prima, ma a questo punto era impossibile. Si rabbuiò anche lui.

«Che gioioso mattino. Che giornata perfetta. Che gloriosa, splendida occasione.» cominciò il sacerdote «Cari amati, carissimi miei cari, siamo qui riuniti oggi per unire questa meravigliosa coppia nel sacro vincolo del matrimonio. Sotto lo sguardo di Dio.» Kurt vide Blaine cercare di respirare profondamente. Cosa gli stava succedendo? Ma il prete continuò, imperterrito. «Se qualcuno è a conoscenza di qualche ragione per cui questa coppia non dovrebbe sposarsi, parli ora, o taccia per sempre.» Kurt aveva l’impressione di conoscerne almeno una, ma si guardò bene dal dire qualsiasi cosa. «Nessuno? Benissimo, perché, ricordiamolo, il matrimonio è un evento davvero sacro. Un’unione basata sull’amore profondo, su una totale comprensione e su un’assoluta onestà. Vuoi tu, Rachel, prendere Blaine come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo per tutti giorni della tua vita?»

Rachel guardò Blaine negli occhi, emozionata. «Lo voglio.»

«E vuoi tu, Blaine, prendere Rachel come tua legittima sposa, per amarla e onorarla, finché morte non vi separi?»

Blaine prese un grande respiro. «Sono gay.»

Calò il silenzio, e Kurt ebbe paura che il pubblico potesse sentire il suo cuore battere all’impazzata alle parole di Blaine.

«Prego?» Chiese il prete.

«Io… Io sono gay.» ripeté Blaine, questa volta agli invitati.

«T-tu sei cosa?» Chiese Rachel.

«E’ gay!» Rispose la sorellina di Sam, ripresa subito dal fratello: «Ha sentito!»

«Mamma, papà, Coop. Sono gay.» La madre di Blaine si portò i guanti alla bocca, angosciata; suo padre scuoteva la testa; Cooper si lasciò sfuggire un: Woah! - Rachel invece parve essere colta da un attacco di panico, e scappò via.

 
***
DOPO
 
Ore 11:30
Mezz’ora dopo.
Blaine raggiunse Rachel fuori dalla cascina, e la trovò seduta su una panchina scaldata dal sole tiepido.

«Sono una persona orribile,» esordì, una volta che le fu accanto. «Hai tutto il diritto di odiarmi e… sono desolato.»

Rachel sbottò, scattando in piedi. «Sei desolato?! Dopo che io… ti ho aspettato… nove anni, Blaine! Nove bellissimi, intensissimi, importantissimi anni!» sospirò. «Cosa c’è che non va in me?! E tu… sei davvero gay?»

Blaine annuì, sconfortato.

Rachel riattaccò: «E non c’era, non so, qualsiasi altro momento per farmelo sapere?! Io credevo che tu fossi semplicemente creativo, e sensibile, e abbiamo così tante cose in comune! Ti consideravo l’uomo migliore che fosse mai esistito.»

«Sono des- sono desolato.» ripeté Blaine. Per qualche ragione era l’unica cosa che gli veniva da rispondere. Rachel gli voltò le spalle e se ne andò. A nulla servirono le implorazioni di Blaine.

 
***
Ore 11:50
50 minuti dopo.
Kurt trovò Blaine in cortile, su una panchina.

«Blaine! Eccoti, finalmente. Okay, sto per farti una domanda idiota… stai bene?»

«Sono una persona orribile.»

«Lo so come ti senti. È successo anche a me quando ho fatto coming out con mio padre. Ma Blaine, ce l’hai fatta! Sono così orgoglioso di te!» si accomodò accanto a lui sulla panchina.

«Orgoglioso? Ho appena distrutto la vita di Rachel!»

«Gliel’hai salvata, la vita.»

«Ho disintegrato il matrimonio che mia madre sognava…»

«Blaine, lascia che ti dica una cosa. Hai fatto la cosa giusta. Quando nascondevo chi ero veramente vivevo nella bugia e non ero felice, anche se lo sembravo. Ma poi, un giorno, l’ho fatto. Ero stufo di mentire a tutti quanti.»

«L’hai fatto? Così?»

«Sì, be’ era una situazione un po’ più intima di quanto non sia un matrimonio, ma alla fine ciò che ho fatto io non è diverso da quello che hai appena fatto tu.»

«Cos’è successo?»

«Mio padre per poco non sveniva, ma poi, piano piano, ha capito e mi ha accettato per quello che sono. Poi, l’ho detto ai miei amici e infine non ho dovuto più dirlo a nessuno, perché non era più così importante. Blaine, mi hanno sorpreso tutti; per una volta mi sono fidato di loro. Sai, a volte quella che sembra essere la scelta peggiore si rivela essere la migliore di tutte. Devi solo dare tempo al tempo.»

***
Un mese dopo.
 
Blaine chiuse la porta del frigo con il tacco del mocassino, mentre rispondeva al telefono. «Sam! Non sai quanto sono felice di sentirti! No, certo che ho tempo. Sto per uscire, ma ti ascolto. Come? Vuoi il mio permesso per uscire con Rachel? Io… sì, credo che mi stia bene. Sono… felice, sorprendentemente felice per voi! E poi… ho un appuntamento anch’io, con Kurt, il wedding planner.»

La reazione di Sam fu una benedizione. «Amico, ma è fantastico! Rachel ne sarà felice. Ti ha perdonato, sai?»

«Vorrei che fosse vero.»

«Lo è… è solo gelosa che avrai uno stilista tutto tuo che ti rifarà il guardaroba.»

Suonò il campanello. Ancora al telefono, Blaine andò ad aprire, convinto che fosse Kurt. Invece era sua madre. «Sam, ti devo lasciare. Okay, a domani.»

Mamma.

«Blaine, tesoro. Posso entrare?»

Blaine aprì ulteriormente la porta, segno che sua madre era sempre la benvenuta, anche dopo gli ultimi avvenimenti.

«Accomodati pure, metto su del tè.» Mentre riempiva il bollitore, scrisse un messaggio a Kurt per posticipare di un’ora il loro appuntamento. Per quanto ci tenesse a uscire con lui, doveva prima sistemare le cose con sua madre. Tornò da lei con due tazze colme.

«Allora, tesoro. Tu sei… sempre gay?»

«Sì, mamma.» Rispose, un po’ scocciato.

«Dai, Blaine, sto facendo uno sforzo. Tuo padre ti saluta. Non è potuto venire.»

«Ah-ah.»

«Tesoro, volevo dirti che per noi va bene. Chiunque tu voglia amare, intendo dire. Noi… noi vogliamo che tu sia felice, e se non lo eri con Rachel, allora hai fatto bene a non sposarti.»

Blaine non aspettò un secondo. Abbracciò sua madre talmente forte, che rischiò di stritolarla. «Grazie.» le disse.

«Allora,» ricominciò sua madre, una volta liberata dall’abbraccio. «C’è già qualcun altro, nella tua vita? Magari un bel ragazzo?»

«A dir la verità, sì.»

«E volevi tenere nascosta una notizia del genere a tua madre?»

«Pensavo non avresti approvato.»

«Oh, Blainey, non vedo l’ora di conoscerlo!»

«Ogni cosa a suo tempo, mamma. A proposito, ora dovrei uscire… con lui. Ti dispiace se vengo a cena da voi, venerdì sera? Proverò a chiedere a Kurt di venire anche lui, ma non contarci troppo.»

«Farò le polpette che ti piacciono tanto.»

«Ti voglio bene, mamma.»

«Te ne voglio anche io, tesoro.»

 
***
 
IL MATRIMONIO
Un anno dopo.
 
«Sei pronto?» Chiese Kurt a Blaine, davanti a un grande specchio.

«Quasi.» Rispose lui, sistemandosi il papillon, questa volta perfetto e senza sgualciture.

«Uh, che eleganza.» Commentò Kurt. «Sei nervoso?»

«Non con te accanto. E poi, perché dovrei? È solo un matrimonio. Voglio solo che sia tutto perfetto.»

«Lo sarà. Lo abbiamo organizzato insieme.»

«Ragazzi, si comincia.» Cooper li chiamò.

Andarono.

La sala era meravigliosa e gremita. Blaine fu felice si vedere anche Rachel, in prima fila, accanto ai suoi papà. Forse l’aveva perdonato davvero, in fondo. Era felice che uscisse con Sam. Non poteva sperare in un compagno migliore, per lei, e di una compagna migliore, per lui. La salutò con un sorriso. Lei ricambiò. Riconobbe anche il padre di Kurt, Burt Hummel, seduto accanto ai suoi. Avevano fatto amicizia sei mesi prima, durante una cena organizzata dagli Anderson. Era stata una serata molto piacevole, e tutti si erano trovati a proprio agio, seppur con un iniziale e comprensibile imbarazzo. Una volta giunto all’altare, Sam, suo testimone per la seconda volta, gli toccò affettuosamente la spalla e finalmente Blaine poté concentrare tutta la sua attenzione su Kurt che era lì ad aspettarlo, il suo sposo, il suo quasi marito, l’amore che aveva sempre sognato. Gli prese le mani tra le sue.

«Carissimi, siamo qui riuniti oggi per unire in matrimonio Blaine Davon Anderson e Kurt Elizabeth Hummel. C’è qualche motivo per cui non dovrebbero sposarsi?» Nessuno parlò, anche perché la madre di Blaine sarebbe stata pronta a fulminare chiunque ci avesse provato. «Benissimo, allora procediamo. Vuoi tu, Kurt, prendere Blaine come tuo legittimo sposo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia?»

«Lo voglio.» Rispose Kurt, con gli occhi lucidi.

«E vuoi tu, Blaine, prendere Kurt come tuo legittimo sposo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia?»

«Diamine, sì!» Gli sfuggì, facendo ridere affettuosamente tutti gli invitati. Si scambiarono poi gli anelli, con le mani tremanti ed emozionate.

«Con il potere conferitomi dallo Stato, io vi dichiaro marito… e marito. Blaine, puoi baciare lo sposo.»
 
 
 
LA TAVOLA DI CUP OF TEA – parte 2

Potevo fare meglio. Potevo fare moooooolto meglio. Soprattutto dopo aver visto la puntata, che è decisamente imbattibile. Spero che comunque vi sia piaciuta la mia versione del Kledding e vi abbia strappato un sorriso.
Ah, ci tenevo a precisare che le parole del sacerdote al matrimonio con Rachel sono esattamente quelle del film, perché mi sembrava dessero il giusto grado di pressione per far confessare a qualcuno di essere gay.
A presto, tazzine <3
   
 
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