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Autore: Melepatia_2571    22/02/2015    1 recensioni
tutto quello che Thomas non ha recuperato dal filtro e quello che ha vissuto prima del labirinto, prima di mettere piede nella Scatola e di dimenticare tutto ciò che lo teneva ancora in piedi alla C.A.T.T.I.V.O.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Teresa, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nella testa Thomas sentiva tante voci, rumori, suoni indistinti. Ma non vedeva niente. Gli pizzicavano gli occhi. I suoni aumentarono fino ad esplodergli nella testa. Poi il silenzio più assoluto. Si sentiva fluttuare nel vuoto.

 

Dopo quelli che gli sembrarono dieci minuti, aprì gli occhi pigramente. Ci mise un po’ per mettere a fuoco: si trovava disteso su un letto, in una stanza bianca e fredda. C’era una luce accecante. Si mise seduto; nella stanza c’era una ragazza con i capelli castani che armeggiava con pulsanti e … cose. Era giovane, probabilmente quasi l’età di Thomas*.

:- Che mi è successo?- quasi gli sembrava strano sentire la sua voce. Aveva la bocca impastata del sonno:- Per quanto ho dormito? E Teresa?-

La ragazza si girò e lo squadrò per bene:- Teresa è accanto a te e hai dormito per tre o quattro ore-

Thomas si girò e vide Teresa accanto a lui. Non se ne era neanche accorto. Aveva attorno alla vita e al torace numerose bende leggermente sporche di sangue; lei dormiva ma dalla sua espressione sembrava che soffrisse molto.

:- Cosa le è successo?-

:- Si è beccata un paio di proiettili nello stomaco. Almeno è ciò che mi hanno detto. Ma sta bene- disse disinteressata, senza guardarlo.

:- Ed io che ci faccio qui?-

:- Tu te la sei vista sicuramente meglio: una … Spaccata ti ha strangolato e ti ha pugnalato ad una gamba- lui sgranò gli occhi :- Ah e poi una guardia ti ha colpito per errore con un Lanciagranate-

:- Mhmh, solo?!-

:- Bé almeno tu sei vivo-

:- Cosa? Perché lei non lo è??-

:- Si suppone che sia viva-

Thomas era scioccato completamente, e la cosa peggiore era che non aveva ancora ricordato bene ciò che gli era successo. Forse era colpa sua se Teresa era … quasi morta? :- Tu mi stai dicendo che non sai se sia viva o morta?! Scherzi vero?! Allora che ci stai a fare qui?! Ad occupare spazio?! Sei un’infermiera no?- ora urlava. Non poteva pensare che Teresa fosse morta.

:- Ehi ragazzo, calmino eh! Io sono qui solo per controllare i vostri aggeggini impiantati nel vostro cervello-

:- Ah, ovvio- disse tra sé e sé.

Si voltò verso Teresa: si vedeva che stava male. Respirava a fatica.

Continuava a fissarla in silenzio; pensava che se non avesse assecondato Teresa come sempre e non fossero usciti di lì ora sarebbero altrove.

:- Come è successo?-

:- Credo che … a dire la verità non lo so. Chiedilo a lei.- si voltò e ricominciò a fare qualunque cosa inutile stesse facendo prima.

Thomas tornò a guardarla. Si mise su lamentandosi :- Ahah, che mal di testa-

:- Ehi, come ti senti?-

:- Male-

Thomas si alzò e si andò a sedere di fianco a lei:- Ricordi cosa ci è successo?-

:- Vagamente, ma sono sicura che tra un’oretta forse ricorderò meglio. Tu come stai?- chiese facendo un cenno verso la sua gamba. Notò solo in quel momento di avere un’ enorme quantità di bende che la fasciavano. Non gli faceva male, tutt’altro.

:- Io sto bene. A dire la verità non mi ero accorto di essere in queste condizioni-

:- Buon per te- aveva gli occhi bassi, giocherellava con le dita.

Rimasero in silenzio per un bel po’. Thomas fissava la ragazza ora: leggeva qualcosa, forse cartelle cliniche. Sembrava la noia personificata, sbuffava ogni due secondi

“Tom, chi è lei?”

“ è la stessa domanda che le ho fatto anche io poco fa”

“Immagino senza risposta”

“Già. Penso sia un’infermiera”

“ed è qui per … “

“Controllare i nostri cervellini e per occupare spazio”

Proprio in quel momento la ragazza uscì dalla stanza sempre con aria assente.

Teresa appoggiò la testa sulla sua spalla.

:- Se ti interessa- disse lui disinteressatamente :- una Spaccata ti ha sparato. Quella donna bionda. Due colpi-

:- sai solo questo?-

:- Sì, credo di aver perso i sensi. Quella tizia ha detto che sono stato strangolato. Deve essere stato emozionante!-

Teresa gli prese la mano e cominciò ad accarezzarla:- deve essere stato terribile-

:- Vorrei sapere meglio cosa ci è successo-

:- Già-

Erano frasi banali ma non sapevano cosa dire. Però a Thomas bastava sentire la sua voce, più di tutto il suo respiro, il suo cuore battere. Non se lo sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa.

Continuava ad accarezzarlo con lo stesso movimento. Il silenzio in quella stanza era angosciante. Sembrava che aspettassero qualcosa che non volesse arrivare. Come se aspettassero il nulla. Il tempo sembrava non passare mai.

Voleva assolutamente dire qualcosa ma non sapeva cosa. Anche se era rilassante e piacevole; era come stare all’interno di una bolla di sapone così fragile che sarebbe bastato un piccolo movimento per farla scoppiare. E lui non voleva assolutamente romperla; era così bella e fragile .

:- Perché non dici niente?- Teresa era riuscita a rompere la bolla.

:- Perché non so che dirti. E tu perché non dici niente?-

Lei alzò la testa dalla sua spalla:- Non lo so, forse perché non ho niente da dirti-

:- okay, allora…… non dire più niente- le disse cingendole le spalle; lei gli stampò un bacio sulla guancia e riappoggiò la testa.

 

 

 

Passarono altri due giorni in infermeria, o quello che era, senza dirsi molto. La ragazza andava e veniva con la sua solita espressione, non parlava e non li degnava di uno sguardo.

Quando furono guariti del tutto ricominciarono con la progettazione del Labirinto e tutti si comportavano come se non fosse successo niente.

Ora ricordava meglio la Spaccata che lo aggrediva e tutto quel trambusto. A quanto pare Teresa era stata colpita da quella “gentile” donna mentre cercavano di togliergliela di dosso.

E probabilmente era colpa sua se aveva rischiato la vita. Lo avrebbe saputo presto visto che erano attesi per parlare di qualcosa. Dicevano che era importante.

Ora si ritrovavano di nuovo lì seduti sulle stesse identiche sedie di qualche giorno prima, ad aspettare qualcuno come tre giorni prima e magari sarebbero stati di nuovo aggrediti, chi lo sa.

 

Entrò una donna, giovane e graziosa, anche se aveva uno chinion che sembrava molto doloroso. Aveva un’espressione dura.** Sembrava familiare.

Dietro di lei un ragazzo e una ragazza: lui alto, con i capelli neri; sembrava serio ma c’era qualcosa nei suoi occhi che diceva tutt’altro. Lei aveva i capelli lunghi, quasi rossi, lo sguardo perso come se stesse pensando a chissà cosa, ma sulle sua labbra c’era l’ombra di un sorriso.

La donna si accomodò alla scrivania, mentre i due ragazzi rimasero in piedi accanto a lei.

La ragazza guardava in basso e lui cercava i suoi occhi.

La donna tossì –evidentemente a posta- e i due alzarono la testa e cominciarono a guardare Thomas e Teresa negli occhi.

Thomas quasi li sentiva vicini, come sentiva Teresa.

La donna interruppe i suoi pensieri:- allora, come sapete in parallelo al vostro esperimento ne è stato condotto un altro con altri due soggetti. Da oggi in poi lavorerete insieme quindi mi aspetto che andiate d’accordo. Tutto ciò che dovete fare è conoscervi meglio. Non dovrebbe essere difficile per ragazzi della vostra età.-

Fece per alzarsi ma disse un’ultima cosa a Thomas e Teresa:- domani avrò bisogno di parlarvi-

Con un sorrisetto uscì e chiuse la porta.

Nella stanza c’era un silenzio imbarazzante, lei era tornata ad ammirare il pavimento e lui continuava a cercarla.

Thomas non sapeva cosa dire. Non aveva mai conosciuto nessuno a parte Teresa. Era rimasto per anni con la testa immersa in quei piani assurdi e complessi. Non aveva la minima idea di come si facesse amicizia.

Ma decise comunque di buttare qualche parolina a caso:- allora … io-io sono Thomas..e lei-lei è Teresa - rimase in attesa di una risposta :- e voi siete …? –

La ragazza sembrò risvegliarsi improvvisamente da un sonno profondo:- Oh, ehm, scusa. Io sono Rachel –

:- Aris – disse semplicemente lui.

:- bene –

:- allora, anche voi parlate telepaticamente, immagino – Teresa cercava di tirargli fuori più cose possibili.

:- Sì- disse lui. Sempre con quello sguardo. Ora capiva perché: si parlavano da prima che entrassero e lui non se ne era accorto! Non era difficile capirlo: il colpo di tosse, gli sguardi, ovvio.

:- E lo state facendo anche adesso vero?- le parole gli uscirono da sole.

Rachel e Aris si erano ripresi da quella specie di trans in cui erano caduti e sorrisero leggermente.

:- Può darsi- disse lui un po’ imbarazzato:- allora, cosa dovremmo fare ora?-

:- Immagino parlare – disse Teresa con un pizzico di sarcasmo. Eppure bastò per sciogliere un po’ di tensione.

:- simpatica-

:- ci hanno detto che dovremmo farlo anche con voi- Rachel aveva una voce innocente e dolce.

:- già, sarà complicato- disse Thomas ironico.

Teresa lo riprese “Tom!”

“scusa, ma lo sappiamo già fare e … lascia stare”

Dopo un po’ Teresa ricominciò a parlare “Tom, non so cosa dire”

“nemmeno io”

“tranquilli, nemmeno noi sappiamo che dire”

Alzarono lo sguardo su Aris e Rachel che sorrisero

“non era poi così difficile, giusto Thomas?”

“giusto” rispose con un po’ di imbarazzo.

:- voi da quanti anni siete alla C.A.T.T.I.V.O.?- Chiese Teresa

:- più o meno dieci anni- rispose Aris con tono indifferente

:- Forse più- lo corresse Rachel. Si lasciò cadere sulla sedia sospirando :- ma è sempre meglio che vedere la propria famiglia morire-

Thomas non ricordava quasi –quasi- più niente prima della C.A.T.T.I.V.O. A parte suo padre. Quel ricordo era incancellabile ma non ci pensava spesso.

Nemmeno Teresa ricordava molto; più gli anni passavano e più i ricordi svanivano. Lei era quella che era da più tempo qui, era stata uno dei primi Muni trovati.

:- tu la ricordi la tua famiglia?- le chiese Teresa

:- no, non più. Non tanto bene come una volta-

Aris intanto era rimasto in silenzio:- e tu?- gli chiese Thomas

:- no. E mi dispiace. Certe volte vorrei ricordare meglio la mia famiglia ma le uniche cose che mi passano per la testa sono i corpi della gente che brucia o quei pazzi di Spaccati che si divoravano a vicenda. Sono le cose che ho visto di più probabilmente-

:- quanti anni hai?- gli chiese Teresa

:- sedici. Perché?-

:- abbiamo la stessa età-

:- e allora?-

:- anche io ho visto gente morire e la mia famiglia era composta da pazzi che credevano nei demoni o cose così. Però i ricordi non ci sono più. Sono soltanto ombre nella mia testa. Qualche volta anche io penso che ricordarsi meglio di quelle persone che avrebbero dovuto volermi bene sarebbe stato bello. Ma poi ci ripenso perché so che non c’è niente che valga la pena ricordare-

:- forse hai ragione-

:- certo che ho ragione-

E con quella frase si chiuse il discorso e tornò il silenzio.

Teresa gliele aveva dette spesso quelle cose ma non riusciva mai a capire cosa volesse dire esattamente. Le ragazze erano difficili da comprendere.

Voleva dire qualcosa, ma non sapeva cosa. Non era proprio bravo in queste situazioni ma non sopportava il silenzio:- è bello il tempo oggi-

Rachel sorrise, anche Aris. Teresa invece alzò un sopracciglio e lo squadrò per bene:- da dove l’hai tirata fuori questa?-

:- e poi come fai a sapere che il tempo è bello?-

:- già, non ci sono finestre qui- era riuscito a strappare altre due parole di bocca anche a Rachel.

:- è la prima cosa che mi è passata per la testa-

Avevano tutti un’espressione tra il divertito e l’esasperato.

Quel momento fu interrotto da un rumore assordante, un allarme che strillava. Le luci bianche nella stanza diventarono improvvisamente rosse e cominciarono a lampeggiare.

Uscirono per il corridoio:- perché suona?-

:- non lo so. L’ ultima volta è stata … - Teresa lasciò la frase in sospeso.

:- quando è stato?- le chiese Thomas urlando per sovrastare l’allarme che gli faceva fischiare le orecchie. Lei non rispondeva.

:- Teresa? Quando è stata l’ultima volta?- guardò Aris e Rachel come se loro potessero saperlo.

:- è stato più o meno tre giorni fa- gli rispose Rachel

:- tre giorni fa? Ma è stato quando … -

Teresa non lo lasciò finire:- quando quella tizia è uscita di testa-

Lei e Thomas si scambiarono un’occhiata. Aris e Rachel evidentemente non lo sapevano perché li guardavano con aria interrogativa.

Si diressero verso il pianterreno ma arrivati alla seconda rampa di scale videro il caos scatenarsi davanti ai loro occhi.



















note di me stessa medesima



*l'infermiera sarebbe Brenda e ho deciso di ficcarla in questo capito perchè mi andava. l'ho descritta come la noia personificata perchè lei lavorava alla C.A.T.T.I.V.O. perchè non aveva scelta, è stata un pò  costretta

**la descrizione l'ho presa dalla mutazione e la tizia sarebbe Ladena. non la rivedrete più, tranquilli

allora, immagino che ora vi starete chiedendo "due settimane per questo??"

e bene sì, mia cara gente. penso che una sploff di Dolente sia mille volte meglio di qesto capitolo, francamente. Inoltre li ho fatti passare per adolescenti problematici mentre parlavano e non era mia intenzione, davvero.

e il tempo è bello fuori...non so come mi sia venuta ma abbiate pietà; sono reduce di una tempesta di mele e il conigli vola per casa e... no, non ci credete vero. nessuna scusa è valida per questo.

spero comunque che recensirete e che passerete di qui. vi prometto che nel prossimo capitolo ci saranno sangue, morti e feriti in stile Dashner, yeee!!

bene ho finito, au revoir

baci e mele

XD
   
 
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