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Autore: Itsmeron    22/02/2015    1 recensioni
Too far away to feel you
But I can't forget your skin
Wonder what you're up to
What state of mind you're in
Are you thinking 'bout the last time
Your lips all over me
'Cause I'd play it in a rewind
Where you are I wanna be
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- No non mi serve niente, grazie - Ashley, che risultava alquanto instabile sull'erba ancora bagnata, si fece strada tra la folla di ragazzi che usciva ed entrava dall'ingresso principale, rifiutando la proposta di un ragazzino esile e ricurvo su se stesso con in mano una decina di mascherine bianche, come quelle usate per carnevale.
Lo osservai incerta, notando che non era il solo. Casa di Brad era ormai entrata in possesso dei venditori ambulanti.
La domanda sorgeva spontanea: Perché si erano messi a vendere quegli oggetti proprio qui?
E, cosa ancora più strana, perché quasi tutti gli ospiti ne indossavano una?

- Ma che fate? Questa è casa mia, uscite dal mio giardino e andate a vendere le vostre cazzate da un'altra parte - sbraitò il moro. Il ragazzino cui Ashley aveva gentilmente risposto poco prima, probabilmente intimorito dalla stazza di Brad, lasciò cadere le maschere e fuggì via a gambe levate.
- Rilassati amico - Un altro soggetto si avventò sul nostro piccolo gruppo, stringendo Brad in una morsa attorno al collo. Erano alti uguali e la corporatura era molto simile, ragion per cui non era insensato pensare fossero compagni di squadra. L'unica differenza stava nel fatto che il nuovo arrivato sembrava avere origini ispaniche.

- Col cazzo! Era compito tuo tenere la situazione sotto controllo finché non fossi arrivato, Omid! - Brad continuava a sbracciarsi, quasi come stesse nuotando in quel mare di persone, creandoci piccoli varchi per consentirci di seguirlo.
- Infatti, è tutto apposto - Ridacchiò nervosamente il nuovo arrivato, grattandosi la nuca e giungendo per primo sull'atrio. - C'è solo stato un cambio di programma, quei ragazzi hanno avuto la brillante idea di portarci delle maschere, così.. -
- Una.. festa in maschera? - Lo interruppe il biondo che, gracilino per com'era, fece quasi più fatica di me a raggiungere i due colossi che guidavano la ciurma.
Omid annuì orgoglioso, ma le facce di Ashley e Brad sembravano tutt'altro che entusiaste dell'idea.
- Ti rendi conto che non siamo più al liceo? - Sorrisi alla frecciatina lanciata da uno dei ragazzi. Non saprei dire chi, perché in quel momento avevo già staccato la spina, allontanandomi dal gruppo.

All'interno la situazione era senz'altro più vivibile; Gruppi di ragazzi giocavano al gioco della bottiglia, altri a chi beveva più in fretta, un paio di coppiette giacevano per terra accoccolate, altri ballavano senza sosta anche se della musica, con tutte quelle voci a coprirla, non c'era traccia. Mi avvicinai al bancone della cucina color avorio dove raccolsi una delle tante mascherine incustodite sparse per l'appartamento. Nera, costatai. Proprio nel mio stile.

La indossai con un po' di riluttanza.
- Ormai sono qui.. - Mormorai, afferrando avidamente una lattina di birra, ancora da aprire. Probabilmente l'unica superstite di una grossa strage.
- Eccoti - Il biondo mi si affiancò, visibilmente spossato - Posso? - Sfoggiò il suo sorriso migliore non appena notò il tesoro che custodivo tra le mie mani.
Io ero già passata in secondo piano?
Presi un sorso e, sommersa da mille domande, come il perché continuasse a starmi col fiato sul collo, feci scorrere la lattina sul bancone. La afferrò al volo, questa volta.
- Stai migliorando la tua presa - Scherzai, aggiustandomi la maschera che, anche se fastidiosa, mi metteva a mio agio.
Lui rise, prendendo a sua volta un sorso di birra.

- Allora, com'è che ti chiami? -
- Haley - Risposi. Oh, era l'ora ragazzo mio!
-
Hayley? Come la cantante dei Paramore? - Si voltò verso di me con aria curiosa.
- No, H a l e y - Feci lo spelling, stupendomi di come uno come lui, di cui mi ero fatta un'idea ben precisa, preferisse interagire con una scorbutica come me piuttosto rimorchiare una delle tante ragazza succinte che giravano per la casa.
"Le apparenze ingannano", ricordai.
- Peccato, mi piacciono i Paramore - Risi alla sua affermazione, sottraendogli di mano la lattina ma, con mio grande stupore, questa era già vuota. Mi voltai verso di lui spalancando involontariamente la bocca.
Lui cercò di sviare l'imbarazzo sottraendomela di mano e lanciandola via, colpendo in testa un ragazzo che riposava proprio sotto al bancone cui eravamo appoggiati.
Risi per l'ennesima volta, seguita dal biondo.
Forse non sei poi così male.
- Io sono Niall, piacere - Nel mentre qualcuno aveva furbamente deciso di alzare il volume della musica, così io e il biondo, anzi Neil, almeno così credevo di aver capito, ci ritrovammo ad urlarci contro senza comunque riuscire ad interpretare cosa ci stessimo dicendo.

Probabilmente stufo delle incomprensioni gesticolò qualcosa con le mani e si allontanò, lasciandomi sola.
Strano ma vero, la sua compagnia non mi dispiaceva. In più fare nuove conoscenze ad una festa non era così semplice come tutti pensavano.
Le persone si suddividevano a vicenda in quattro categorie:
Il gruppetto di amici, così affiatati da non prestare attenzione a chiunque altro li circondasse.
Le gatte morte, che avevano occhi solo per i fighetti.
I fighetti, che a loro volta avevano occhi solo per le gatte morte.
Infine, ultima anche per importanza, c’era la categoria a cui appartenevo io, quella degli asociali; Se ne stavano in un angolo aspettando che qualcuno gli si avvicinasse per parlargli, ma non succedeva mai.
E questa sera pareva che l’unica appartenente all’ultima categoria fossi io.

Cercai tra la folla un viso familiare e riconobbi una ragazza,che ricordai essere simpatica, con la quale frequentavo l’ora di letteratura. Però, purtroppo per me, questa giaceva per terra, già messa ko dall’alcol.
Sospirai amaramente, mentre sembrava che il volume della musica continuasse ad aumentare ed aumentare ancora.
Fortemente preoccupata per i miei timpani, dopo minuti interi di considerazioni sul da farsi, decisi di rintanarmi al piano di sopra dove avrei trovato un bagno e, cosa molto più importante, camera di Brad. Salendo la stretta scala sperai non fosse occupata da qualche coppia che aveva deciso di coronare il proprio amore nel luogo più squallido. Sfortunatamente le mie paure si tramutarono in realtà, perché la porta era chiusa a chiave e quasi mi sembrò di sentire dei flebili gemiti che mi fecero contorcere lo stomaco.
Se solo non avessero preso l'accortezza di chiudere la porta. Rabbrividii a quel pensiero.

Mi lasciai scivolare a terra, in fondo al breve corridoio, proprio accanto alla porta del bagno. Bagno che non era occupato ma bensì completamente ricoperto da carta igienica e una sorta di liquido giallastro lungo tutto il pavimento. Se solo avessi provato a mettere piede in quell'inferno sarei sicuramente finita per vomitare a mia volta.
tentai di sfilarmi, delicatamente, la mascherina nera, che però era rimasta incastrata in una piccola ciocca di capelli provocandomi un dolore allucinante. L'operazione andò avanti per qualche minuto, tra sofferenza e terrore, mentre io pregavo che nessuno salisse le scale proprio in quel delicato momento. Di momenti imbarazzanti, quella sera, ne avevo già vissuti abbastanza.

Intenta a giocherellare con le stringhe borchiate dei miei stivali, annoiata della noia stessa, alzai lo sguardo solo quando sentii il pavimento in legno scricchiolare sotto il mio corpo. Percorsi i pochi metri che mi separavano dalla scala con lo sguardo e proprio in cima a quest’ultima, con mia grande sorpresa ci trovai..
- E’ libero? – Con le sue dita lunghe indicò la porta del bagno. Io deglutii vistosamente.
- S-si – Sibilai, spostando le gambe per farlo passare.
Era lo stesso tipo strano che sedeva sull’auto di mio padre qualche ora fa. O forse no?
La luce in strada era davvero scialba, ma mi sembrò di riconoscere i suoi capelli, anche se quelli del ragazzo a pochi passi da me sembravano più gonfi e arruffati, in più la carnagione chiara e la forma dei suoi occhi, nonostante indossasse anche lui una maschera, sembravano combaciare. 
A passi rumorosi si avvicinò alla porta socchiusa del bagno, ficcò la testa dentro alla stanza lasciando il corpo a me bene in vista e poi, respingendo un conato di vomito, fece qualche passo indietro e la chiuse.
- C’è stata una guerra lì dentro – Borbottò. Una strana sensazione mi fece credere che i suoi occhi fossero puntati su di me, che tenevo lo sguardo fisso sul pavimento.
Con la coda degli occhi seguii i suoi piedi, rinchiusi in stivaletti neri a punta. Si spostava avanti e indietro proprio di fronte alle mie gambe che, per comodità, avevo incrociato posizionando la borsa nel punto che la gonna a tubino da me indossata non riusciva a coprire.
- Perché non sei giù a divertirti? – La sua voce era calda e profonda come quella di mio padre, ma non altrettanto limpida.
- Come scusa? – Fingendo di non aver prestato attenzione alle sue parole trovai il coraggio di sollevare il volto giusto in tempo per specchiare i miei occhi nei suoi, verde smerando, stretti in due fessura come se li stesse sforzando. Per osservare me?
- Mh – Ghignò.
Con mille punti interrogativi in testa, anche dopo quel suo quasi verso di disgusto, riuscii ad elaborare una frase con l'intenzione di chiedergli se io e lui ci fossimo già visti.
Lui però non me ne diede il tempo perché, in un battito di ciglia, lo vidi girare i tacchi e, in meno di tre passi, raggiungere le scale svanendo dalla mia vista. 
Confusa più che mai, con il cuore in gola per quell’inaspettato incontro e forse ancora più irritata per il modo in cui quel misterioso ragazzo si era dileguato, poggiai la testa al muro ruvido alle mie spalle attendendo con ansia la fine di quello schifo di nottata.









Saaaalve! Perdonate il capitolo corto e abbastanza scialbo, ma mi serviva per lo svolgimento della storia. Spero stia iniziando a piacervi. E' la prima volta che pubblicò una fan fiction (imbarazzo generale) e inoltre la sto scrivendo di getto, capitolo per capitolo, quindi non so che ne uscirà fuori. Spero qualcosa di carino, ma non garantisco *ops*
Un bacio!
   
 
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