Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: saitou catcher    22/02/2015    5 recensioni
Con la vittoria alla Cava, i Ribelli hanni inferto un primo, vero colpo decisivo al sistema degli Aldermen. Ma basterà questo a fermare Hostel? Per Deine e i suoi amici si rivela sempre più dura la battaglia contro chi detiene il potere assoluto...
Seguito della storia "La Saga del Cristallo-L'inizio della rivolta"
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Saga del Cristallo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sotto i raggi del sole che tramontava, gli edifici della Capitale sembravano quasi prendere fuoco, mentre le slanciate strutture delle torri venivano avvolte dai bagliori sanguigni dell'astro morente. Di tanto in tanto, la sagoma slanciata di un'aeronave sfrecciava con eleganza nel cielo rossastro e violaceo, già incupito dai primi bagliori della notte.

In piedi di fronte alla vetrata che occupava un intera parete del suo appartamento, il Secondo Aldermen, rispondente al nome di Charles Gabriel, osservava quello spettacolo, e lasciava che riempisse i suoi pensieri. Di tanto in tanto, un raggio purpureo si allungava oltre la vetrata e illuminava la sua figura imponente e severa, fasciata dalla lunga tunica ricamata che denunciava la sua carica.

Charles Gabriel era ormai più vicino ai quarant'anni che ai trenta, e il volto squadrato recava i segni del tempo trascorso; tra i corti capelli biondi cominciavano ad intravedersi i primi fili grigi, e minuscole rughe di espressione gli solcavano il viso. Dava l'idea più di un guerriero che di un politico: nel suo modo di muoversi e di parlare si potevano ancora intravedere gli ultimi barlumi del suo passato militare, ancora più evidenti nello sguardo intenso e concentrato dei profondi occhi verdi. E di certo i suoi modi mancavano completamente della sottigliezza e dell'ambiguità necessari ad un vero governante: Gabriel era un uomo abituato a dire quello che pensava, senza ricorrere a giri di parole o all'impiego di mezze verità.

Charles Gabriel non aveva sempre ricoperto la prestigiosa carica di Secondo Aldermen: ai tempi della Guerra Civile era poco più di un bambino, e col passare degli anni si era fatto strada nell'esercito, distinguendosi per il coraggio, la fedeltà alle istituzioni, e, sopratutto, per l'enorme quantità del suo Potenziale. Era stato in virtù di quest'ultima caratteristica che, circa una decina di anni prima, era stato ammesso nella cerchia degli Aldermen, diventando così anche il governatore di Altha, la città più importante di Aretha subito dopo la Capitale. Gabriel aveva accettato la carica senza volerla veramente. In qualche modo, sentiva di essere fuori posto in quel gruppo di dittatori impegnati ad imporre il loro dominio con la forza, e percepiva sempre più chiaramente il disprezzo che questi provavano nei suoi confronti, la diffidenza che cominciava ad albergare nelle loro menti: non l'avrebbero mai visto come uno di loro, lui che non faceva parte del gruppo degli Aldermen “originali”, lui che ad ogni consiglio manifestava un parere contrario a quello che predominava.

Esattamente come aveva fatto quel giorno, in occasione del Consiglio degli Aldermen che si teneva una volta al mese. Gabriel aveva dovuto lasciare la città e recarsi nella Capitale, per ascoltare i discorsi intrisi di paranoia di Hostel. Da quando i Ribelli avevano conquistato la Cava, quell'uomo era diventato sempre più intrattabile. Durante la riunione di quella mattina, per un attimo Gabriel lo aveva trovato spaventoso, mentre negli occhi gli scintillava un bagliore di fredda collera.

-Papà, che cosa guardi lì fuori?

La voce di sua figlia lo distrasse dai suoi pensieri. Gabriel si voltò e le sorrise, accarezzando i capelli biondi della piccola, così simili ai suoi. Non aveva voluto lasciarla ad Altha per timore che in sua assenza le accadesse qualcosa, e anche perché la bambina aveva sempre manifestato il desiderio di visitare la Capitale.

-Il tramonto, tesoro- le rispose. -Ti è piaciuta la Capitale?

Gli occhi di Persia si illuminarono:- Oh, sì, davvero tanto! Mi è piaciuto tantissimo il...

-Il Primo Aldermen chiede di voi, signore.

Gabriel si voltò, e una guardia gli rivolse il saluto militare dalla soglia del suo appartamento.

Il Secondo Alderme annuì seccamente, quindi si chinò sulla figlia. -Io devo andare, piccola. Tu fai la brava, d'accordo?- si rivolse alla guardia:- Tienila d'occhio.

Attraversò in silenzio il corridoio che conduceva allo studio privato del Primo Aldermen, chiedendosi che cosa mai potesse volere Hostel da lui. Non aveva ancora trovato una risposta quando giunse di fronte alla soglia.

Bussò.

-Avanti- gli rispose secca la voce di Hostel.

Gabriel entrò, e il Primo Aldermen gli rivolse un'occhiata gelida. Sedeva immobile alla sua scrivania, dietro ad un alta pila di documenti. Le rughe che gli solcavano il volto sembravano essersi accentuate, e le labbra si erano ridotte ad una linea sottile.

-Oh, eccoti- disse-Siediti, Gabriel.

Gabriel prese posto di fronte a lui e si appoggiò allo schienale della sedia. -È successo qualcosa?

-Sì e no- rispose il Primo Aldermen, mettendo da parte un documento.

Gabriel inarcò un sopracciglio:- Temo di non capire.

-Immagino che, con “è successo qualcosa?”, tu intendessi sapere se era successo qualcosa di nuovo. In un certo senso è così, e in un altro non lo è, dato che quanto è appena accaduto era assolutamente prevedibile.

Se c'era una cosa che Gabriel davvero non sopportava di Hostel, era il modo estremamente intricato che aveva di dire le cose. -E quanto è appena successo nello specifico sarebbe...?

-Tu sai che, circa una settimana fa, i Ribelli sono riusciti ad impadronirsi della Cava, e che nell'attacco una delle mie Guardie, Charya, ha perso la vita. Quello che non sai è che, dopo l'attacco, un manipolo di Ribelli è rimasto alla Cava, per entrare in possesso di tutte le informazioni che riuscivano a raccogliere.

Tacque. Gabriel attese in silenzio che continuasse.

-Naturalmente, avevo previsto questa mossa- riprese Hostel- Ed ho preso i miei provvedimenti: circa un'ora fa ho ricevuto la notizia che la Cava è saltata in aria.

Gabriel si mise improvvisamente dritto, sopreso. -Perché mai i Ribelli avrebbero fatto una cosa del genere?

-Non ho mai detto che siano stati i Ribelli, Gabriel. Sapendo che cosa quei ridicoli vermi avrebbero tentato sono ricorso a dei provvedimenti... diciamo drastici.

Trascorsero di nuovo alcuni istanti di silenzio, durante i quali i due uomini si fissarono, immobili ai rispettivi capi della scrivania.

-Non capisco- fu Gabriel il primo a riprendere la parola- perchè parli proprio con me di tutte queste cose?

Hostel si appoggiò allo schienale della sedia e congiunse le punte delle lunghe dita. - Dopo quasi dieci anni passati a nascondersi, i Ribelli sono finalmente usciti allo scoperto. La loro è stata una dichiarazione di guerra aperta, a cui ho risposto subito con altrettanta violenza. Ormai è finito il tempo dei sotterfugi. D'ora in poi si combatterà alla luce del sole.

-Mi sembra evidente- rispose Gabriel, che non riusciva a capire dove tutto quel discorso andasse a parare.

Hostel si sporse verso di lui. -E perciò, in un momento come questo, qualsiasi accenno di tradimento sarebbe quantomai sgradito.

Gabriel sentì improvvisamente la temperatura della stanza calare, mentre una mano ghiacciata gli serrava le viscere. -Continuo a non capire- ribatté, cercando di mantenersi calmo- perché questo discorso venga rivolto a me in particolare.

In quel momento, sul viso di Hostel parve verificarsi una strana metamorfosi: gli occhi grigio-azzurri, fino ad allora assolutamente impassibili, si accesero di uno strano lampo metallico, mentre tutto il suo volto si induriva in una smorfia di minaccia. -Perché- sibilò- tutti sappiamo bene chi era il tuo predecessore, l'uomo che ti ha allevato e addestrato per passarti il suo incarico: quell'uomo non è più tra noi Aldermen da molto tempo, ormai, ma a volte la sua influenza si manifesta in modo fastidioso nei tuoi atteggiamenti. Non vorrei che ti avesse passato alcune delle sue idee più sovversive, perché, se ciò dovesse accadere, le conseguenze potrebbero rivelarsi oltremodo... spiacevoli. Mi comprendi?

Oh, Gabriel lo comprendeva, lo comprendeva molto bene, tuttavia mantenne del tutto neutro il suo tono di voce mentre rispondeva:- Il mio predecessore ha lasciato il suo incarico da molto tempo, e così anche ciò che mi ha insegnato ha fatto il suo corso. La mia fedeltà alla causa degli Aldermen non merita assolutamente di essere messa in discussione.

Gli occhi di Hostel si ridussero a due fessure. -È quello che spero.

Si alzò, e Gabriel fece lo stesso, sentendo la tensione farsi sempre più insopportabile. Hostel fece il giro della scrivania per accostarglisi, e quando gli strinse la spalla, fu come se degli artigli gli avessero perforato la carne. -Vedi di non darmi motivi di dubitare della tua lealtà, Gabriel. Mi dispiacerebbe dover prendere dei provvedimenti.

Gabriel chinò appena la testa.

Lasciò lo studio ed attraversò il corridoio in fretta, sentendo uno strano senso di disagio pervaderlo in tutto il corpo. Tutto d'un tratto si sentiva come se fosse appena scampato ad un pericolo mortale. Doveva stare attento, molto attento. Dopo gli ultimi avvenimenti, la diffidenza degli altri Aldermen nei suoi confronti si era decisamente acuita, e quanto era appena accaduto ne era una prova.

La sua mente ritornò ai ricordi dell'uomo che era stato il suo mentore, l'uomo che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva all'epoca in cui ricopriva la carica che lui adesso deteneva. A volte avrebbe voluto potergli parlare, chiedergli consiglio, ma sapeva che ciò non era possibile. Non aveva nemmeno idea di quanti anni fossero trascorsi dall'ultima volta in cui aveva potuto parlargli faccia a faccia.

Rientrò nel suo appartamento, si voltò per chiudere la porta, ed appoggiò la fronte al legno, cercando di riordinare i pensieri.

-Qualcosa ti preoccupa, Gabriel?

La voce che gli si infranse contro la schiena era dolce, modulata e trillante, ma nell'udirla l'uomo sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale. Si voltò, e quello che vide gli fece gelare il sangue: inginocchiata accanto a sua figlia, intenta a giocare pacificamente con le costruzioni, c'era Vara, le grandi ali spalancate sulla bambina come a volerla coprire. Nel momento in cui lo udì voltarsi, la donna alzò la testa e gli rivolse uno sguardo beffardo, le iridi verde brillante accese da una scintilla maligna.

C'era qualcosa, nelle Guardie del Primo Aldermen, ma sopratutto in Vara, che faceva sì che ogni volta che le incrociava Gabriel sentisse rivoltarglisi lo stomaco. Gli esperimenti di Hostel sembravano aver soppresso quasi completamente quanto di umano c'era in loro: non erano dei soldati, ma dei mostri, privi di qualunque senso morale, caratterizzati da una mente incoerente e infantile, e da una bellezza aliena che sembrava cancellarne le età: Gabriel non voleva nemmeno sapere quanti anni Vara avesse in realtà, ma a sentire le voci era in circolazione da molto più tempo di quanto il suo aspetto affascinante lasciasse supporre.

-Vara- non riuscì a trattenere una nota di disprezzo- posso sapere come hai fatto ad entrare?

-Una Guardia del Primo Aldermen va dove vuole- Vara raccolse un blocco delle costruzioni e lo passò distrattamente a Persia- Avevo delle cose da dirti... e in più volevo assolutamente vedere la tua adorabile figlioletta.

-Guarda, papà!- nel sentirsi nominare, Persia alzò improvvisamento lo sguardo, gli occhi accesi dal divertimento- C'è la signora con le ali!

Si volse a guardare Vara, ridendo, e la donna inclinò il viso per ricambiarla: il suo sarebbe quasi potuto sembrare un sorriso dolce, se non fosse stato per l'indelebile piega maligna. Con un movimento fluido, si mise in piedi e sollevò Persia dal pavimento, portandosi poi di fronte a Gabriel. -Ho delle comunicazioni da parte del Primo Aldermen.

-Di quello che devi, e fa in fretta- ribatté Gabriel, cercando di non lasciar trapelare quanto lo innervosisse vedere sua figlia tra le braccia di quella donna.

-Domani tu partirai per ritornare alla tua città- disse Vara- Il Primo Aldermen desidera che io ti accompagni a destinazione, per poi da lì dirigermi in un altro luogo per una missione che mi ha affidato. Fino ad allora, sarò la tua scorta.

-Devo considerarmi sorvegliato, quindi?- replicò Gabriel a denti stretti.

Vara lo gratificò di uno dei suoi sorrisi più inquietanti. -E perché mai? Il Primo Aldermen semplicemente desidera che non accada nulla a te... o alla tua adorabile bambina- nel dire queste parole, si voltò e sfiorò con un dito la guancia di Persia, che ridacchiò.

Vara ritornò a guardare Gabriel beffarda. -Allora ci vediamo domani, Gabriel. Sono sicura che il viaggio risulterà piacevole- pose la bimba a terra, quindi uscì.

-Ciao, signora con le ali!- la salutò Persia.

Vara si voltò, e questa volta persino la bimba sembrò sottrarsi al suo sguardo. -Ciao, tesoro- rispose Vara con un sorriso beffardo, quindi svoltò l'angolo e scomparve.

Gabriel rimase a lungo a fissare il corridoio, mentre un principio di paura saliva ad opprimergli il cuore. D'un tratto comprendeva chiaramente che la facilità con cui Vara si era introdotta nella sua stanza, nonché il suo ordine di accompagnarlo, non erano altro che un'aggiunta alla sottile minaccia di Hostel.

 

Dubito che qualcuno di voi se lo ricordi, ma Gabriel era già comparso: più precisamente faceva la sua apparizione (per pronunciare una sola battuta) nel sesto capitolo de “L'Inizio della Rivolta”, quello intitolato “Gli Aldermen”. Qui avrà un ruolo meno marginale, e sarà importante per gli sviluppi futuri.

E,dai, ammettetelo, era troppo tempo che la vostra psicopatica alata preferita non rompeva le scatole? XD Sono sicura che abbiate fatto i salti di gioia nel rivedere Vara.

Il capitolo è più corto dei precedenti, ma spero che non risulti ne' confuso ne' noioso: anche questo serve, ve lo assicuro XD

Sotto con le recensioni!

Un bacio a tutti,

Saitou

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: saitou catcher