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Autore: terrycontyby90    22/02/2015    3 recensioni
Kid stava cercando di fare del suo meglio per diventare più di quello che ci si sarebbe aspettato per la sua intera vita. Mentre tentava di applicarsi all'università, ricevette una inaspettata offerta da un uomo che è molto più di quello che appare.
Dal secondo capitolo: "...Che genere di offerta?" "Comporta che pago in toto la tua istruzione, le spese di soggiorno, e qualsiasi cosa di cui avrai bisogno in cambio della tua compagnia. Che dovrebbe includere, ma non esclusivamente, il sesso."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Waiting Game

Capitolo 2


A colpo d’occhio, Trafalgar Law era tutto e nulla di quello che Kid si era aspettato.

C’era il vestito costoso, nero carbone, stranamente dello stesso colore dei guanti, e stivali col tacco basso. I suoi capelli erano neri, e il suo volto accentuato da un aspro pizzetto, così come le basette.

Ma era il modo in cui quell’uomo lo guardava a congelarlo. I suoi occhi erano grigi, un colore insolito, sebbene non fossero loro a catturare la sua attenzione. Kid aveva abbastanza esperienza coi colori strani da non darci molto peso. Era l’emozione che vi si celava, o, più precisamente, la sua assenza. Non c’era traccia di giudizio, di disgusto, o il senso di superiorità che lo infastidiva, com’era successo prima con la sua segretaria. Nessuna di quelle espressioni erano ciò che si aspettava da quell’uomo.

Era quasi...

Kid improvvisamente realizzò che l’uomo stava aspettando una domanda, e praticamente schizzò in piedi. Gli stese la mano, rispondendogli con calma e con quanta più educazione fosse possibile.

"Umh, sì, è un piacere anche per me conoscerti."

Trafalgar si fermò un momento, Kid si preoccupò per qualche secondo di aver sbagliato qualcosa, quando l’uomo gli rivolse un sorriso e afferrò la sua mano. Kid era solito dare una stretta di mano decisa, oppure una di quelle veloci. Quell’uomo aveva tenuto la sua mano con dolcezza, stringendogliela solo una volta, prima di lasciargliela.

'Dev’essere una cosa da persone ricche o cose del genere.'

"Vorrei scusarmi per il mio ritardo. Spero che tu non abbia atteso a lungo."

"No! Uh, no. Non c’è problema. Sono arrivato solo cinque minuti fa."

L’espressione dell’uomo divenne illeggibile per un momento, prima di sorridergli nuovamente.

"In questo caso, possiamo parlare strada facendo. Prego, seguimi."

Con questo, Trafalgar cominciò a camminare verso l’ascensore che Kid notava solo adesso. Prendendo un profondo respiro, Kid lo seguì.

Era troppo silenzioso. Non c’era nemmeno la maledetta musica da ascensore.

'Non aveva detto che stavamo andando a parlare?'

Una volta che furono entrati nell’ascensore, Trafalgar iniziò a rimestare alcune cartelle che si stava portando dietro, cartelle che Kid aveva già notato.

"Piuttosto scortese, non è vero?"

Kid sbatté le palpebre, realizzando che l’uomo aveva appena parlato.

"Cosa?"

"La receptionist."

Kid si mosse nervosamente, non sapendo cosa rispondere a quell’affermazione.

'Merda, è una di quelle domande a trabocchetto?'

Trafalgar parlò di nuovo. "Non ho potuto far a meno di notare come ti stesse guardando. Sembrerebbe che nessuno le abbia insegnato che è scortese."

Kid lo aveva notato, certo. Aveva sempre odiato quando le persone lo fissavano, gli aveva sempre fatto accapponare la pelle vedere come gli altri lo osservassero dalla testa ai piedi. Giudicandolo. Ponendolo, con pregiudizio assoluto, nelle loro piccole scatoline mentali con delle perfette piccole etichette attaccate.

Gli faceva digrignare i denti e ribollire il sangue.

In qualsiasi altro giorno, avrebbe creato problemi, lo sapeva, come al solito con molte imprecazioni e urlando sulla loro fine. In metà del tempo il sangue sarebbe finito sul pavimento.

In ogni caso, quel giorno era diverso. Non poteva rovinare tutto.

Quindi Kid aveva stretto i denti e sopportato. Era preparato a fare lo stesso durante l’intero colloquio.

Ma forse non avrebbe dovuto.

Testando le acque, Kid sparò in risposta.

"Sì, probabile."

"Credo che avrò un colloquio col suo supervisore. Un comportamento come quello è altamente disdicevole per un dipendente di questa scuola. Spero davvero che non ti lascerai influenzare da questo per le decisioni riguardo il tuo futuro."

"No. Non lo farò."

L’espressione di Trafalgar sembrò alleggerirsi.

"Bene."

Kid notò che l’attenzione di Trafalgar tornò alle cartelle, dandogli la possibilità di osservare meglio il suo colloquiante.

In quel momento aveva il tempo di individuare nuovi dettagli, Kid notò cose che prima aveva mancato.
Kid pensò che l’uomo fosse sulla trentina. Aveva le borse sotto gli occhi, e Kid si chiese se avesse lavorato fino a tarda notte, o forse aveva solo difficoltà a dormire. E aveva dei guanti. Non in pelle, ma un tessuto morbido e, tuttavia, rigido. Dalla sensazione provata toccandoli, Kid indovinò che fossero trattati per essere impermeabili.

'Ma perché indossarli?' si chiese. 'Non fa freddo fuori.'

Pensò che fossero strani, ma Killer gli aveva detto una volta che Kid non poteva criticare le scelte stilistiche degli altri. Non era completamente d’accordo con questo, e se l’era anche un po’ presa, ma Killer gli aveva sempre dato buoni consigli, così aveva accettato.

Peculiarità dell’aspetto di Trafalgar a parte, Kid era più interessato dal suo comportamento.

Era una delle prime volte che Kid era spalla a spalla con qualcuno di indubbiamente importante nel campo della finanza e non del tutto un fottuto cazzone, Killer e il suo capo erano gli unici due che Kid non pensava fossero dei completi bastardi.

Tutti gli altri che aveva conosciuto, poteva metterli in quella categoria, poteva felicemente metterli in un sacco di roba e lasciarli nel mezzo del traffico della Grand Line.

Kid non era uno da pregiudizi, lui preferiva odiare l’individuo piuttosto che sprecarsi nello sforzo di essere incazzato con un gruppo, ma era difficile non avere pregiudizi con tutte le esperienze negative che aveva avuto, imponendogli uno scatto del ginocchio.

Gli eventi dell’anno passato lo avevano reso pressoché impossibile.

Ricacciando indietro i brutti ricordi, Kid riportò l’attenzione a ciò che lo circondava.

E quasi saltò fuori dalla sua pelle.

"Tutto bene?"

Mentre Kid era coi pensieri altrove, realizzò solo all’ultimo che Trafalgar si era fatto più vicino. Troppo vicino per essere confortevole.

Adesso, a malapena ad un metro di distanza da Kid, appena sufficiente per essere socialmente accettabile, Trafalgar lo stava guardando attentamente.

"Sì, sto bene. Stavo solo pensando."

"Ah." Facendo un passo indietro, l’uomo annuì. "Mi scuso se ti ho spaventato. Eri diventato piuttosto calmo e non hai risposto quando ti ho chiamato."

"Nah, è tutto a posto. Non sono solito distrarmi così."

Si mosse per far scorrere una mano fra i suoi capelli, fermandosi solo quando si ricordò che aveva usato il gel, e allora andò a sfregarsi la nuca.

"Non è il mio compito, ma se qualcosa ti turba, e vuoi parlarne, prego, sentiti libero di farlo."

Kid si congelò e sbatté le palpebre confuse per un momento prima di affrettarsi a rispondere.

"NO! Volevo dire, no. Non ha nulla a che fare con te o altro. Mi scuso se la cosa ti ha fatto incazzare o fanc- ah volevo dire merd-. Scusa, adesso starò zitto."

Fanculo, era così incasinato adesso.

Kid aspettò ansiosamente che l’uomo educatamente lo mandasse via o qualcosa del genere. Solo che non accadde. Cosa invece sentì, lo scioccò.

Trafalgar stava ridendo.

Con una mano premuta sulle labbra, l’uomo stava tentando di soffocare la risata che cercava di sfuggirgli.
Trafalgar aveva una bella risata, a giudicare da quello che poteva sentire. Era morbida, ma profonda.

Kid poteva solo guardarlo. Solo per un minuto, Trafalgar sembrò dieci anni più giovane.

Adesso calmo, ma con una luccicante presa in giro negli occhi, Trafalgar parlò.

"Mi scuso per la risata. Ho avuto una lunga notte e la tua espressione è stata senza prezzo. Sappi che non sono per niente offeso. Ti prego, parla liberamente. Trovo che poter parlare senza mezzi termini sia rinfrescante dopo che si ha a che fare tutti i giorni con una società rigida."

Kid non poté far a meno di sorridere un po’. Forse il suo interlocutore non era così male dopo tutto.

"Nessun problema."

Vennero interrotti dal suono delle porte dell’ascensore che si stavano aprendo.

Kid non aveva nemmeno notato che si fosse fermato.

"Sembra che siamo arrivati."

Trafalgar camminò, oltrepassando le porte, e Kid lo seguì.

Kid si guardò intorno, era certo che fossero piuttosto in alto a giudicare dalla vista che gli dava la finestra.

Non aveva prestato attenzione a quale numero avesse schiacciato Trafalgar, ma era pronto a scommettere che erano almeno quattordici piani.

Poteva vedere una buona parte del campus. In lontananza poteva vedere il gigantesco stadio sportivo, per lui straordinario, accanto ai grandi e ben curati giardini. I giardini erano in piena fioritura e c’erano cose che trovava assolutamente bellissime. Vivendo così dentro alla parte fatiscente della città per la maggior parte della sua vita, non vedeva spesso così tanto verde. C’erano altri edifici e poteva scommettere che fossero dormitori o classi.

Ma, nel complesso, la vista era impressionante.

"Bella vista."

Guardando nuovamente Trafalgar, apparve quasi perso per un istante prima di tornare nuovamente neutrale.

"Suppongo che lo sia."

Il modo in cui Trafalgar lo disse, suonò come se non lo avesse mai notato da sé.

"Non hai abbastanza tempo per guardare?"

Uno sguardo riflessivo sembrò instaurarsi nell’espressione dell’uomo. Parlò piano.

"Quando sono qui, di solito sono occupato a lavorare. Non ho mai avuto abbastanza tempo per pensarci."

Con quello, fece qualche passo verso Kid, fermandosi al suo fianco e guardando fuori dalla grande finestra.

"È davvero una bella vista." Disse l’uomo a voce bassa.

Kid lo fissò. La luce naturale donava al colore della sua pelle più calore ed ammorbidiva i suoi lineamenti. E solo in quel momento registrò che il suo interlocutore era davvero, davvero bello.

Con un sorriso davvero carino.

'Aspetta, cosa?'

Kid sentì il calore assalirgli il viso e realizzò che era stato scoperto a fissarlo. Nel tentativo di salvarsi dall’imbarazzo, sbottò la prima cosa che gli venne in mente.

"Allora, quale ufficio è il tuo?"

Kid fu grato quando Trafalgar rispose dopo un momento di pausa.

"L’ufficio che useremo adesso."

Detto questo, Trafalgar si girò e prese a camminare attraverso la hall verso l’unica porta in quella direzione.

Sospirando di sollievo, Kid lo seguì.

Una volta raggiunto l’ingresso, Trafalgar tirò fuori una chiave dalla sua tasca e fece scattare la serratura prima di girare la maniglia.

Mentre spingeva la porta ad aprirsi, Trafalgar camminò al suo fianco e parlò.

"Prego, mettiti comodo."

Kid superò l’uomo, entrando e prendendo rapidamente nota del posto.

Era grande, come grossomodo si era aspettato dato che era l’unica stanza che poteva vedere nella hall. I mobili erano di legno scuro, mogano indovinò, e i posti a sedere erano rivestiti di pelle marrone. Costosa, poteva dire, ma non davvero interessante. Gli scaffali dell’ufficio erano pieni di libri, quelli dall’aspetto costoso che erano troppo lucidi per essere stati letti ed avevano il solo scopo di dare un’impressione seria riguardo al posto.

Non c’erano molte altre cose oltre ai mobili ed ai libri, ma aveva un paio di appunti di roba che non gli interessava e, come aveva detto Killer, erano 'pezzi di conversazioni'. Kid davvero non capiva, ma non gli importava molto dar loro alcuna importanza.

Sentì la porta chiudersi dietro di sé e si girò.

Trafalgar annuì e aggiustò le cartelle che si portava dietro prima di parlare.

"Se vuoi sederti, possiamo iniziare."

Kid tornò a girarsi verso la stanza, camminando per andare a sedersi su una delle due sedie di fronte alla scrivania.

Mostrando un sorriso educato, Trafalgar si diresse verso l’altro lato della scrivania, sedendosi a sua volta.

"Spero che tu stia comodo, staremo qui per un po’, quindi se a un certo punto del colloquio ti senti irrequieto, ti prego di sentirti libero di camminare in giro."

Kid annuì e sentì la sua ansia ritornare in piena forza.

"Ho già molte informazioni su di te dalla tua domanda, ma trovo che alcune cose non vengano trasportate bene su carta, quindi preferisco farti alcune domande di persona."

Kid annuì comprensivo.

"Bene."

"La mia prima domanda è: cosa vorresti studiare?"

'Oh, bene, una facile.' Kid rispose rapido. "Ingegneria meccanica."

Trafalgar incline la testa. "E la ragione è?"

Kid si mosse un po’ guardandosi le mani, pensando alla domanda. Non era solito dare dettagli personali alle persone con cui non era completamente famigliare. 'Ma Killer ha detto di essere onesti.'

Tornando ad alzare lo sguardo, Kid parlò.

"Beh... ho sempre amato fare cose, costruire cose. Roba piccola, roba grande. Progettare. Lavorare col metallo, il legno, o altro. Che si tratti di prendere qualcosa da parte per capire come funziona o come migliorarla. Fare le cose da zero solo per vedere cosa sono in grado di fare. Lo amo."

Trafalgar sorrise leggermente e annuì in apprezzamento.

"È bello perseguire le cose a cui si è appassionati, e posso tranquillamente vedere che lo sei. Se dovessi raggiungere questo obiettivo e completare i tuoi studi, quali sono i tuoi piani per usare il tuo diploma?"

"Vorrei aprire un’attività, aprire una fabbrica, forse un paio di altre cose."

L’uomo rimase in silenzio per un momento prima parlare. "In ingegneria ci sono molte direzioni da prendere, tutte richiedono un po’ di devozione e tempo. Quale ramo pensi di studiare?"

"Fabbricazione e produzione."

A questo, Trafalgar alzò un sopracciglio. "Entrambe? Allo stesso tempo?"

Kid annuì.

Il suo interlocutore si fece nuovamente silenzioso e gli rivolse uno sguardo considerevole.

"È tanto da fare tutto in una volta. Entrambe sono ampi indirizzi di studio e consentono poco margine d’errore. Dovrai dedicarti molto seriamente ai tuoi studi. La passione può portarti lontano, ma dovrai affrontare molte sfide che solo la vera dedizione ti permetterà di superare. Sei pronto a farlo?"

Invece di rispondere senza dubbio che sì, certo, lo era, Kid si fece silenzioso per qualche secondo.

"Onestamente? Se me lo avessi chiesto meno di due anni fa, avrei detto: diavolo no. Ma, merda, sono successe cose che mi hanno fatto cambiare parere. Quello che penso è che voglio cambiare. Voglio più di quello che penso potrei avere. So che per ottenere quello che voglio dovrò lavorarci, più duramente di quanto abbia mai lavorato per qualcosa nella mia vita. Sono pronto a farlo? Dovrò esserlo."

Ci fu una pausa prima che Trafalgar parlasse. "La tua ambizione è ammirabile. Una caratteristica che davvero apprezzo. E se potessi darti questa borsa di studio, lo farei."

Kid sentì il suo cuore fermarsi. "Cosa? Cosa vuoi dire?"

"Signor Eustass, posso dire che sei un giovane uomo, consapevole del mondo e di come funziona."

"...il punto?"

Trafalgar si raddrizzò sulla sedia prima di tornare ad appoggiarsi in modo più confortevole, intrecciando le dita.

"Questa borsa di studio è per quelli con eccellenti risultati accademici, come lo sono la maggior parte delle borse di studio. Posso chiaramente vedere il tuo valore, che sei ambizioso, disposto ad impegnarti per un obiettivo ed ottenerlo, intelligente e di talento. Tuttavia, caratteristiche come queste non sono trasportate su carta."

L’uomo raggiunse le cartelle che Kid aveva, per un momento, dimenticato. Tirando quelle chiuse a sé, Trafalgar ne capovolse una aperta, in una pagina apparentemente casuale. Dalla sua angolazione Kid non poteva vedere molto, ma aveva una dannata buona consapevolezza su cosa ci fosse scritto.

"Durante la tua carriera scolastica non hai mostrato notevoli inclinazioni allo studio. Sei passato, ma a malapena. Fino ad un anno fa, non hai mostrato nemmeno molto interesse nel migliorare la tua istruzione. Di nuovo, su carta, è difficile poter dire che sei un investimento giustificabile, per così dire."

Kid strinse i pugni, puntando i suoi occhi alle sue mani, guardandosi le unghie conficcarsi nella carne dei palmi. Parlando a denti stretti, disse.

"Beh, sembra che tu abbia avuto tutto quello di cui avevi bisogno per prendere la tua decisione. Quindi perché cazzo sono qui?"

Mordendosi sull’ultima parte. Ma la sua domanda si incontrò solo col silenzio, obbligando Kid ad alzare lo sguardo. Teso da ciò che vide.

Trafalgar era proteso in avanti, sulla scrivania, le mani giunte e gli occhi ardenti puntati in quelli di Kid.

"Sei qui... Perché ho visto qualcosa che vale, che non voglio vedere che vada sprecato."

Ci fu un altro momento di silenzio durante il quale qualcosa scattò nella mente di Kid...

"Chi sei?"

A questo, Trafalgar inarcò un sopracciglio con interesse.

"Qualunque cosa vuoi?"

Kid ringhiò. Non era in vena per le spiritose stronzate del ragazzo, i suoi nervi erano stati stimolati per tutto il giorno e qualunque cosa quel ragazzo stesse tirando, Kid non aveva intenzione di entrarci.

"Non sei un dannato docente, non mi importa quanto ricca sia questa scuola, non puoi permetterti dei vestiti come quelli con lo stipendio di un professore. Sei di una classe sociale troppo elevata per essere un membro facoltoso. E mangerò queste fottute cartelle se sei il preside. Ora, chi cazzo sei?!"

Il bastardo sorrise. "Sei molto perspicace. Sono quello che fornisce  i fondi per questa borsa di studio."

Kid non capiva cosa stava succedendo, ma sapeva che se quel ragazzo era colui che forniva i soldi per quella cosa, allora era ricco... E, inoltre, dava un  senso sul perché fosse lì, in un certo senso.

"Continuo a non vedere perché mi hai maledettamente chiamato qui."

Se era davvero quello che sosteneva la borsa di studio, allora probabilmente aveva una voce in capitolo.

Trafalgar aveva già le idee chiare sui non stellari voti di Kid, quindi perché trascinarlo lì per niente?

"Desidero farti un’offerta."

Kid sentì i capelli sulla nuca rizzarsi. Non vedeva esattamente dove l’altro stava andando a parare, ma aveva una brutta sensazione in merito.

"...Che genere di offerta?"

"Comporta che pago in toto la tua istruzione, le spese di soggiorno, e qualsiasi cosa di cui avrai bisogno in cambio della tua compagnia. Che dovrebbe includere, ma non esclusivamente, il sesso."


Continua...


(Ahahah! Grandioso!! No, Trafalgar, davvero! Dammi il cinque. Un mito ahahah  nd. Musa)
  
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