Emma
Mi
girai nel letto e sorrisi vedendo i capelli di Harry sparsi sul cuscino mentre
il suo petto si alzava e abbassava piano, ritmicamente, seguendo il suo
respiro.
Mi fermai ad osservarlo, il petto nudo lasciato scoperto dal lenzuolo che si
era scostato dal suo corpo durante la notte, i tatuaggi che risaltavano ai
deboli raggi del sole che entravano dalle persiane, le ciglia lunghe che gli
accarezzavano le guance e le labbra rosa leggermente schiuse che bramavano di
essere baciate.
Mi alzai sul gomito, il lenzuolo mi scoprì il seno ma subito lo risistemai e
con l’indice presi ad accarezzare il petto di Harry delicatamente. Dopo qualche
secondo un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto, la sua mano bloccò il
mio polso e mi tirò sul suo petto.
Aprì gli occhi «Buongiorno» sussurrò, sorrisi felice «Buongiorno anche a te»
risposi incapace di togliermi quello stupido sorriso dalla faccia «Come hai
dormito?» mi chiese scostandomi la frangetta dagli occhi, mi beai per qualche
secondo del suo tocco gentile prima di rispondere «Bene, molto meglio rispetto
alle ultime notti! Tu?» chiesi di rimando «Anche io molto bene, che dici, ci
facciamo una doccia e ti accompagno a lavoro?» scossi la testa e mi guardò
confuso «Mark mi ha scritto un messaggio, ha detto di prendermi tutta la
settimana, torno lunedì a lavorare. Ho tutta la giornata libera!» esclamai
felice, lui mi sorrise e mi lasciò un bacio sul naso «Molto bene, allora doccia
e poi andiamo a fare una passeggiata se ti va».
Dopo aver fatto una doccia veloce, per quanto una doccia insieme ad Harry possa
essere veloce, e aver fatto colazione; uscimmo per andare a fare una
passeggiata.
Camminavamo per le strade del centro di Brooklyn, mano nella mano, come se
nulla fosse successo prima. Stavo bene così, ma sapevo che prima o poi avremmo
dovuto discutere di tutto quello che era successo.
Volevo introdurre il discorso in qualche modo, ma avevo paura di rovinare tutto
quanto; dopo la bellissima notte passata insieme non volevo rovinare nulla.
Volevo chiamare Mia e raccontarle tutto, ma lei detestava Harry e se le avessi
detto che avevo fatto pace con lui, mi avrebbe tolto la parola per sempre.
Ero ancora indecisa se andare alla festa organizzata da Perrie
quella sera, volevo chiarire con Mia una volta per tutte, ma avevo anche paura
di farlo.
Ci sedemmo su una panchina in un parco, le mani erano ancora intrecciate tra di
loro e il sorriso non aveva lasciato il viso di Harry per un secondo.
«Hai deciso che fare stasera?» scossi la testa e presi a guardarmi le scarpe
nervosa ed incapace di sostenere il suo sguardo «Dobbiamo parlare, Harry» lui
annuì «Lo so, speravo solo che arrivasse tardi questo momento» abbassò lo
sguardo e prese a torturarsi le mani.
«Ascolta, quello che è successo stanotte, quello che stiamo facendo adesso … Io
non so come interpretarlo! Tu hai preso il mio diario, hai violato la mia
privacy, mi hai ferita come nessuno aveva mai fatto; eppure io non riesco a
starti lontana. Ho bisogno di sapere che non mi stai prendendo in giro, che
vuoi stare davvero con me» cercai di mantenere la voce calma e misurata, anche
se mi risultava abbastanza difficile «Sono confuso quanto te, Emma. Non ti
voglio prendere in giro, ma so anche come sono fatto. Ti prego di fidarti di
me, non voglio farti del male; ero spaventato e avevo bisogno di sapere che tu
tenevi davvero a me»
«Harry, ti do una possibilità, una sola e se la sprechi ti giuro che finirai
fuori dalla mia vita per sempre» lo ammonii seria, mi guardò per qualche
secondo prima di annuire «D’accordo, vieni qui adesso» disse avvicinandosi e
lasciandomi un tenero bacio sulle labbra.
I suoi baci mi davano ancora i brividi, nonostante ormai fossi abituata a
riceverli, era come ricevere ogni volta una secchiata di acqua gelata
inaspettata.
Presi a giocare con i suoi capelli mentre le sue mani mi stringevano i fianchi,
mi sentivo davvero bene come se tutto fosse scomparso.
«Allora, non mi hai detto se vieni stasera, se non vuoi andare resto a casa con
te» sorrisi per la sua gentilezza, stava cambiando, o forse ero io a volerlo
vedere cambiato. Mi accarezzava delicatamente i capelli mentre ce ne stavamo lì
seduti a chiacchierare e ogni suo gesto era tremendamente dolce che quasi mi
sentivo al pari di Mia e Niall «Sinceramente, non lo so. Non so se Mia sarà là e onestamente
ho paura di affrontarla» lo sentii sospirare «Ho sentito Niall,
saranno lì entrambi; ascolta, non puoi far girare tutto intorno a lei! Sei
stata una settimana chiusa in casa, nessuna delle due ha fatto un passo verso
l’altra per avvicinarsi, se vuoi uscire e divertirti fallo e mal che vada la
ignori»
«Voglio venire, voglio passare una bella serata con te, ma allo stesso tempo ho
paura di vederla e di affrontarla perché so che appena la vedrò mi sentirò male»
Harry mi mise un braccio intorno alle spalle e mi avvicinò al suo petto. Mi
appoggiai alla sua spalla mentre qualche lacrima prepotente lasciava i miei
occhi, mi strinse per qualche istante e mi lasciò un bacio sulla testa «Non
piangere, Emma. Vedrai che tutto si risolverà, te lo prometto».
Quando Harry mi lasciò a casa mi sentivo ancora più
confusa di quando ero uscita, nonostante con lui avessi ormai chiarito.
Non mi fidavo ancora al 100% ma in qualche modo il mio corpo e la mia mente
avevano assoluto bisogno di lui, non riuscivo a stargli lontana, come se fosse
una specie di calamita. La cosa che mi confondeva di più era che in qualche
modo non riuscivo a stare lontana ad una persona che mi aveva calpestato il
cuore, ma non riuscivo a parlare con la mia migliore amica che aveva fatto un
piccolo, seppur doloroso, sgarro.
Avevo ormai deciso di andare alla festa di Perrie
quella sera, ma non sapevo cosa mi sarei dovuta aspettare; sapevo che
nonostante tutto Harry sarebbe stato lì e che Niall
ci sarebbe stato per Mia e questa era una cosa che mi dava conforto, perché
dopo tutto non saremmo state sole; sapevo anche che prima o poi avremmo fatto
pace perché non avremmo resistito a tenerci il broncio per tanto tempo e che in
futuro, pensando a questa cosa, ci avremmo riso su e avremmo pensato a quanto
siamo state stupide.
Passai il resto della giornata a poltrire e a rimuginare su Mia e su quello che
avrei potuto dirle quella sera.
Cominciai a prepararmi per uscire ma tutte le mie azioni erano abbastanza
meccaniche, inoltre mi mancava avere l’aiuto della mia migliore amica che mi
consigliava cosa mettere. Cercavo di trattenere le lacrime il più possibile,
quando Harry era con me era tutto un po’ più semplice perché riuscivo a tenere
Mia lontana dalla mia testa per qualche istante, quando ero completamente sola,
invece, non riuscivo a non pensarci e a non stare male.
Quando Harry bussò alla mia porta non ero ancora del tutto pronta «Hey, non sei ancora pronta?» mi chiese entrando e
chiudendosi la porta alle spalle, corsi in bagno a finire di prepararmi «Devo
solo finire di truccarmi, giuro che ci metto poco» risposi prendendo tutti i
cosmetici che mi servivano. Lo sentii ridacchiare, si appoggiò allo stipite
della porta e prese a fissarmi «Cosa c’è?» chiesi un po’ divertita e un po’
infastidita, lui alzò le spalle senza spostarmi gli occhi di dosso «Niente, è
che mi è mancato tutto questo. Venirti a prendere, passare la serata con te …»
sorrisi mentre mi mettevo l’eyeliner, anche a me era
mancato, dovevo ammetterlo «Ti assicuro che è mancato anche a me, Harry».
Stette in silenzio per qualche secondo mentre io finivo di truccarmi, poi lo
vidi con la coda dell’occhio avvicinarsi piano, quasi come un felino che aveva
avvistato la sua preda e ora voleva catturarla. Si mise dietro di me e mi
abbracciò i fianchi, poggiò delicatamente le labbra sul mio collo e mi lasciò
un bacio leggerissimo che fece partire una serie di scariche elettriche che si
espandevano in tutto il corpo «Non sai per quante notti ti ho sognata, sotto di
me mentre facevamo l’amore o in giro per casa mia che ridevi e riempivi la
stanza con i tuoi sorrisi» sussurrò con voce roca mentre io mi abbandonavo a
quella sensazione di caduta che sentivo ogni volta che lui era troppo vicino a
me; un altro bacio sul collo «Vorrei prenderti qui, adesso, perché sei
bellissima e mi sei mancata, vorrei mandare a puttane la serata e chiamare Zayn per dirgli che non andiamo» la voce sempre più bassa,
sempre più profonda mentre ormai io non sentivo più il terreno sotto i piedi,
un terzo bacio poco sotto il mio orecchio «Vorrei fare l’amore con te per tutta
la sera, ma so che ci sarà Mia e che parlerete, quindi prima che io non riesca
a trattenermi è meglio se usciamo» si allontanò dal mio corpo e lasciai andare
un respiro che non sapevo di aver trattenuto. Mi sentivo ancora scombussolata
mentre lo vedevo uscire dal bagno e dirigersi verso il soggiorno per prendere
il mio giubbotto di pelle e porgermelo.
Salimmo in macchina in silenzio, ero ancora abbastanza scossa per ciò che era
successo nel bagno di casa mia per poter parlare.
«Tutto bene?» mi chiese spostando per un momento gli occhi dalla strada, annuii
silenziosamente «Ti vedo … turbata» disse facendo fatica a trovare il giusto
aggettivo per descrivere il mio stato d’animo, feci spallucce continuando a
mantenere il mio sguardo verso la città «Sono solo agitata, in più le tue
parole di prima non mi hanno di certo aiutata a calmarmi» risposi girandomi e
sorridendogli, il suo solito ghigno malizioso si fece spazio sul suo volto «Posso
sempre fermare la macchina e farti provare i sedili posteriori» scoppiai a
ridere sentendomi improvvisamente leggera mentre Harry rideva con me «Finiscila
e cerca di concentrarti sulla strada che voglio arrivare a fine serata ancora
viva»
«Sissignora! – Si fece poi improvvisamente serio – Ascolta, voglio solo che tu
sappia che in qualsiasi momento possiamo andarcene e che io sono sempre con te,
va bene?» annuii «Lo so, Harry, ti ringrazio».
Varcammo la soglia di casa di Perrie dopo venti
minuti, la casa era accogliente e già molta gente era arrivata, alcune persone
nemmeno le conoscevo. La casa era gremita di gente, ma l’unica persona su cui
avevo posato gli occhi era Mia, seduta sul divano insieme a Niall,
che non appena avevo messo piede in casa aveva alzato lo sguardo su di me.
In quel momento decisi che l’avrei affrontata, l’avrei affrontata quella stessa
sera.
Mia
«Niall smettila! Ti ho detto che non mi piace la
birra» dissi tra una risata e l’altra mentre Niall
continuava a mettermi davanti un bicchiere di birra che non avrei mai bevuto «Allora,
mi dispiace dirtelo, ma la nostra storia non può continuare. È stato bello
finché è durato, ma se non bevi la birra non potrai essere la mia ragazza» fece
fatica a mantenere una faccia seria, le sue guance erano colorate di rosso a
causa dell’alcool che aveva già ingerito
nonostante fossimo arrivati da appena mezz’ora «Oh, mi rincresce molto, ma se
lei, signor Horan, non può sopportare questo
affronto, allora forse non è il caso di continuare a stare insieme» non riuscii
a trattenere una faccia seria come aveva fatto lui e scoppiai nuovamente a
ridere.
Mi baciò una guancia prima di prendere un sorso di birra dal bicchiere «Beh,
sono sicuro che riusciremo sicuramente a farla funzionare!».
Non avevo chiesto a Niall informazioni su Emma ed
Harry, sapevo che lui sarebbe venuto e mi sarei tenuta lontana da lui il più
possibile, ma non ero sicura che lei sarebbe venuta. Conoscendola, se fosse
venuta, avrebbe fatto di tutto pur di tenersi la testa leggera e avrebbe
probabilmente esagerato con i drink. In quel momento, sinceramente, mi
importava ben poco, volevo solo passare una serata spensierata insieme al mio
ragazzo e volevo tenerla lontana dalla mia testa il più possibile, non potevo
farmi rovinare la serata così.
Sussultai quando un po’ di birra bagnò il mio braccio nudo, mi girai verso Niall per sgridarlo ma lo vidi con lo sguardo fisso verso
la porta; seguii la traiettoria dei suoi occhi e vidi lì, sulla soglia dell’ingresso,
Emma con la mano stretta in quella di Harry.
Persi il respiro per qualche secondo, non sapevo se per il fatto che avevo
davanti la mia migliore amica dopo una settimana intera in cui non la vedevo né
la sentivo, o se per lo shock di vederla mano per mano con la persona che era
la causa di tutto questo e che l’aveva ferita come mai nessuno aveva fatto.
I nostri occhi rimasero in contatto per almeno un minuto, non sapevo se ero
pronta ad affrontarla, ma sapevo che era lì e che nonostante tutto stava bene e
questa era la cosa più importante.
Vidi Harry abbassarsi verso il suo orecchio per sussurrarle qualcosa, lei annuì
e, dopo un ultimo sguardo, si allontanò insieme a lui.
La serata procedeva, ero stata attenta a stare ad una
debita distanza da Emma; non che lei stesse facendo particolari sforzi per
avvicinarsi a me.
Perché era venuta? Ero quasi certa del fatto che Niall
avesse detto ad Harry che saremmo andati entrambi, inoltre l’ultima volta che Niall mi aveva aggiornata, Harry ed Emma non erano una
coppia, cos’era cambiato adesso?
Non sapevo nemmeno distinguere quello che stavo provando in quel momento.
Indignazione? Rabbia? Sollievo? Volevo solo essere risucchiata in un vortice
per poter uscire da quella casa dove l’aria si era fatta sempre più pesante.
Mi versai un po’ di Coca Cola in un bicchiere e ne presi un sorso sentendo le
bollicine bruciarmi in gola; un paio di mani si posarono sui miei fianchi e
sentii un peso sulla spalla. Mi girai vedendo il mento di Niall
poggiato su di me e i suoi occhi azzurri che mi scrutavano attentamente.
«Attenzione a non bere troppo! Non vorrei portarti a casa trascinandoti per
tutta New York» esclamò più ubriaco di quanto ricordassi, sorrisi
accarezzandogli la testa «Credo proprio che sarò io a portarti a casa
trascinandoti per tutta New York» risposi lasciandogli un bacio tra i capelli
biondi arruffati «Tutto ok? Ti vedo pensierosa da quando sono arrivati»
«Tutto ok, sono solo un pochino scossa, ecco. Non mi aspettavo di vederli
arrivare insieme» lui annuii e si spostò di fianco a me prendendo un bicchiere
e versandosi un po’ di vodka alla pesca «Harry mi ha detto che è successo ieri
sera, Emma era particolarmente sensibile e gli ha chiesto di rimanere con lei,
il resto non penso che ci sia bisogno di dirtelo» scossi la testa prendendo un
altro sorso della mia Coca, non sapevo come sentirmi.
Forse un po’ tradita, in fondo non ci aveva messo nulla a perdonare Harry che
era la causa maggiore dei suoi problemi, mentre io ero qui a penare e a
rimuginare su tutto quello che era successo.
Niall stava per aprire bocca quando sentii una mano
posarsi sulla mia spalla, mi girai per vedere Harry che se ne stava in piedi
davanti a me con uno sguardo abbastanza imbarazzato «Posso parlarti un momento?»
guardai Niall in cerca di sostegno, non ero
psicologicamente pronta ad avere un’altra conversazione con Harry, specialmente
con Emma che gironzolava intorno «Io devo andare a vomitare, scusatemi» si
congedò Niall lasciandomi un bacio sulla fronte.
Maledii il biondo in tutte le lingue del mondo mentre lo vedevo allontanarsi
verso il bagno, Harry si schiarì la gola attirando nuovamente la mia attenzione
«Dimmi tutto, Harry» mi appoggiai al tavolo per ottenere un sostegno maggiore;
lui prese a giocare con gli anelli sulle sue dita mentre cercava di trovare le
parole giuste «Io … Ecco … Mi dispiace Mia, mi dispiace per tutto. Non devo
delle scuse solo ad Emma, le devo anche a te perché hai ragione: io sono la
causa di questo litigio. Se solo non avessi fatto il coglione, se solo non
fossi venuto a prendere il suo diario adesso sarebbe tutto normale.
«Lo so che mi detesti, ho ferito la tua migliore amica e ora avete anche
litigato per colpa mia, ma ti ricordi com’era all’inizio? Tu tifavi per me ed
Emma, vorrei solo che tutto tornasse come prima. Stai insieme al mio migliore amico e so quanto sia importante per
lui che andiamo d’accordo; ti assicuro che non ho intenzione di fare di nuovo
del male ad Emma, voglio solo stare con lei e mettere la testa a posto, ti
prego di perdonarmi».
Ero abbastanza scioccata dalle parole di Harry, non mi aspettavo un discorso
così da parte sua, mi aspettavo piuttosto che mi dicesse “Hey,
sto con Emma, fattene una ragione”; invece aveva avuto la decenza di chiedermi
scusa per qualcosa che non mi aveva nemmeno fatto «Harry, va tutto bene,
scusami tu per come ti ho trattato. Ok, forse è vero che sei stato tu a
prendere il diario, ma io non ho fatto nulla per impedirtelo; possiamo
ricominciare da capo, so quanto sia importante per Niall
che andiamo d’accordo e sono sicura che anche per Emma sia importante» gli
sorrisi porgendogli la mano per sancire le nostre parole, ma lui per tutta
risposta mi strinse in un abbraccio completamente inaspettato ma per niente
indesiderato.
Non mi fidavo ancora completamente di Harry, ma in fondo aveva ragione, avevo
tifato per lui ed Emma all’inizio e, nonostante lui la avesse ferita, sapevo
che erano fatti per stare insieme.
Stavo vagando alla ricerca di Niall da qualche
minuto, non sapevo se era collassato nel bagno o se semplicemente aveva trovato
un posto più comodo su cui riposarsi, quando, improvvisamente andai a sbattere
contro qualcuno «Scusami non ti avevo …» iniziai a parlare ma poi le parole mi
morirono in gola quando mi accorsi di chi avevo davanti. Emma se ne stava lì in
piedi a fissarmi come se avesse visto un fantasma.
«Hey» riuscii a dire a malapena, sentivo il cuore
pulsare nelle orecchie mentre una strana sensazione di inquietudine si faceva
spazio nel mio corpo «Hey» rispose lei apatica, forse
stava provando le mie stesse sensazioni.
«Come stai?» mi guardò per qualche secondo, poi scoppiò a ridere, così dal nulla
la sua risata cristallina riempì il corridoio «Non mi vedi da una settimana e
mi chiedi come sto? Come vuoi che stia, Mia? Sto uno schifo» disse
ricomponendosi «Se ti consola anche io
sto uno schifo, Emma perché continui a ridere?» le chiesi mentre lei cercava di
soffocare le sue risatine «Perché sono ubriaca e perché, se ti interessa, ho
appena scopato con Harry sul letto di Perrie e Zayn, ma non dirglielo!» sussurrò l’ultima parte prima di
scoppiare a ridere di nuovo «Sei nelle condizioni di fare una conversazione
seria?» lei annuì prendendomi la mano e trascinandomi nella camera da letto
dove probabilmente era appena stata con Harry.
Si sedette sul letto e mi invitò a fare lo stesso «Oh no, tesoro, non mi
siederò di certo là» dissi prendendo posto sul tappeto di fronte a lei, Emma
alzò gli occhi al cielo prima di alzarsi e sedersi di fronte a me per terra.
«Ho parlato con Harry, abbiamo chiarito» ruppi il ghiaccio, sentivo ancora il
sangue nelle orecchie ma ero sollevata dal fatto che Emma fosse molto brilla «Lo
so, me l’ha detto. Senti, Mia, non avrei dovuto dire quelle cose. Sono
mortificata e se ho perdonato Harry, per la miseria, posso perdonare anche te!»
esclamò prima di singhiozzare, risi di gusto «Ci sei andata giù pesante eh? Ad
ogni modo, Emma, sono io a doverti chiedere scusa. Non avrei dovuto permettere
ad Harry di prendere il tuo diario» sospirai abbassando lo sguardo.
La vidi avvicinarsi gattonando, mi guardò per qualche secondo prima di buttarmi
le braccia al collo con talmente tanto impeto da farci cadere a terra «Facciamo
pace, mi manchi e poi casa nostra è un porcile!» la strinsi forte a me beandomi
di quel contatto che mi era mancato così tanto da averlo sognato persino la
notte.
Ero innamorata di Niall, ma le sue braccia non
sarebbero mai state quelle di Emma «Emma, giuro che ti uccido! Comunque pace
fatta, torno a casa» si staccò bruscamente da me guardandomi di sottecchi, Emma
così ubriaca non l’avevo mai vista «Puoi tornare domani? Harry viene a casa
nostra e sai, non si sa mai quali superfici potrebbero tornarci utili» scoppiai
a ridere abbracciandola di nuovo «D’accordo, sei una pervertita!».
Tutto ora andava bene, era tornata la normalità. Era come se per una settimana
avessi vissuto in un universo parallelo e ora fossi improvvisamente ritornata
alla mia vita di sempre.
Ecco il nuovo capitolo che mi fa
abbastanza schifo, Emma e Mia fanno finalmente pace con una Emma abbastanza
ubriaca.
Harry ed Emma sono tornati i soliti pervertiti di prima e ora non perdono
occasione per “divertirsi”, ho preferito dare un po’ più spazio a loro due in
questo capitolo perché hanno appena fatto pace e mi sembrava giusto!
Ovviamente sono sempre ben accetti i vostri pareri!
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Un bacio
Sil.