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Autore: crazyfrog95    23/02/2015    9 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Duo Pericoloso





Nel cuore del Paese dei Fiumi, nelle profondità di una grotta in una parete di roccia, il rituale di estrazione del Tasso Monocoda era quasi giunto al termine. 
I nove ninja che vi partecipavano, tutti vestiti nello stesso modo, erano immobili da due giorni e mezzo, ancora poche ore e avrebbero potuto riposarsi. Tutti si trovavano in piedi sulle dita delle mani di un'enorme statua raffigurante un mostro, con i palmi rivolti verso l'alto, e proseguivano quell'operazione senza obiettare.
Dopo il rimprovero del capo nessuno aveva più detto una parola, il silenzio regnava sovrano in quel gruppo. Silenzio che venne interrotto dal capo stesso, quando mancavano circa quattro ore al termine dell'operazione, rivolto a due degli altri.
«Si avvicina qualcuno, è una squadra composta da dodici persone, immagino siano i vostri inseguitori, Deidara e Sasori.»
Deidara sobbalzò a quelle parole, come temesse di essere incolpato, ma rispose ugualmente.
«Ehi, quando noi ce ne siamo andati non c'era nessuno, non so come abbiano fatto a seguirci.»
«C'è anche la possibilità che siano ninja coinvolti in altre incombenze, potrebbero trovarsi a passare da qui solo per caso.»
Itachi intervenne a calmare la situazione, conscio della probabile ira del loro capo.
«No, non è così.»
Il leader smentì immediatamente quell'ipotesi.
«Sono guidati da Kakashi Hatake e Chiyo della Sabbia Rossa, immagino quindi che stiano cercando il Kazekage. Avranno seguito il vostro odore grazie a qualche segugio, il ninja-copia è rinomato per i suoi cani-ninja.»
«Quindi cosa facciamo?»
Stavolta fu Sasori a parlare. Il capo voltò leggermente lo sguardo verso di lui, senza cambiare posizione.
«Voi due siete ancora debilitati dalla lotta con questo ragazzo, soprattutto tu, Deidara, perciò saranno Itachi e Kisame a occuparsi di loro. Ormai siamo a buon punto, possiamo finire il rituale anche senza di loro: andate e fateci guadagnare tempo. Senza di voi, dovremmo impiegare circa otto ore per portare a termine il rituale, teneteli occupati il più possibile.»
A quell'ordine, i due ninja sugli anulari destro e sinistro abbandonarono il loro posto, uscendo dalla grotta.



A circa trenta chilometri dalla caverna nella quale era in atto l'estrazione dell'Ichibi, dodici ninja stavano correndo a tutta velocità verso quello stesso luogo.
Avevano passato diverse ore prima il confine tra i Paesi del Vento e dei Fiumi, erano in viaggio da un giorno e mezzo, e fino a quel momento non avevano incontrato alcuna difficoltà.
Mentre proseguivano, a un certo punto il Byakugan di Hinata percepì due grossi chakra diretti verso di loro.
«Maestro Kakashi.» Avvertì subito il capitano della squadra.
«Ci sono due chakra molto potenti di fronte a noi, che facciamo?»
Kakashi a quelle parole fece segno al resto della squadra di fermarsi.
«Attenti, formazione da combattimento, abbiamo compagnia.»
E puntò lo sguardo verso un punto tra gli alberi, pronto ad accogliere i loro ospiti.
A quell'ordine tutti si disposero in cerchio, coprendosi le spalle a vicenda e tenendo d'occhio la situazione.
Come se Kakashi avesse attirato la sfortuna su di loro, i due ninja che lo preoccupavano emersero uno dopo l'altro dalla foresta, senza il minimo tentativo di attaccarli di sorpresa.
Il primo di loro era un uomo enorme, anche se Sakura e Hinata non erano sicurissime di poterlo definire un uomo. Aveva la pelle blu, e dei piccoli occhi perfettamente rotondi, come quelli di un pesce. A rafforzare la somiglianza, dei piccoli segni sugli zigomi sembravano proprio delle branchie. 
Ma se non era il suo aspetto, pur minaccioso, a spaventarli, l'enorme arma che portava dietro le spalle non lasciava assolutamente pensare che fosse lì per una chiacchierata amichevole. Una grossa spada, ancora di più della Kubikiri Hocho, con un'elsa lunga al cui termine era attaccato un piccolo teschio. La lama, se era una lama, perché nessuno di loro ne aveva mai vista una così spessa, era nascosta da un pesante bendaggio che la celava alla vista.
Se il primo aveva semplicemente messo in guardia il gruppo di soccorso, all'apparizione del secondo li colse il terrore più puro. Persino Sakura, che non lo aveva mai visto direttamente prima d'ora, sapeva benissimo chi era.
Perché quegli occhi rossi con tre tomoe e quel viso dannatamente somigliante a quello del fratello minore, anche se solcato da profonde occhiaie, potevano appartenere a un solo shinobi: Itachi Uchiha, lo sterminatore del suo clan.
Anche Kakashi fu tremendamente preoccupato dall'apparizione del secondo.
Entrambi vestivano allo stesso modo, una cappa nera a nuvole rosse, che indicava la loro appartenenza all'organizzazione che aveva rapito il Kazekage.

«Eheheh... Sono parecchi, meglio così, era da tanto che non facevo movimento...»
Il più alto ghignò nel constatare l'inferiorità numerica, facendo scricchiolare le nocche.
«Calma, Kisame.»
Itachi fece un passo avanti, e tutto il gruppo si mise in guardia. Alcuni erano visibilmente terrorizzati, come Ino e Yamato, ma gli altri celavano le loro emozioni mantenendo un'espressione fredda e risoluta.
Con estrema calma, l'Uchiha si rivolte all'argenteo.
«Ne è passato di tempo, Kakashi. Ho saputo che ti sei occupato dell'allenamento del mio fratellino. Dimmi un po', è migliorato o è rimasto l'inetto che era quella notte?»
Quella provocazione non scalfì minimamente Kakashi, che si alzò il coprifronte rivelando lo Sharingan ed estrasse lentamente l'enorme spada.
«Ciò che è successo a Sasuke non è affar tuo, te ne sei lavato le mani anni fa. Fatti da parte, non diamo la caccia a te, siamo qui per il recupero del Kazekage.»
Itachi chiuse un attimo gli occhi, per poi rispondere con estrema calma.
«Già, lo immaginavo. Sfortunatamente, siamo qui proprio per questo. Voi da qui non passerete.»
Annuendo tra sé, come a prendere atto di quella frase, Kakashi dispose gli alleati.
«Sakura, Hinata, Sai, con me, tutti gli altri su quello con la spada. Lui è Kisame Hoshigaki, era uno spadaccino della Nebbia, prima di diventare un traditore, e fu uno dei partecipanti alla congiura che provocò la morte del Quarto Mizukage, su di lui pende una taglia di 90 milioni di ryo. Senza lo Sharingan non avreste la minima possibilità contro Itachi, lasciate che me ne occupi io.»
Gli altri annuirono e si disposero come richiesto. Sakura, Hinata e Sai si portarono dietro le spalle dell'argenteo, mentre tutti gli altri caricarono Kisame.
«Avanti, fatevi sotto!»
E slegò parte delle bende che legavano la sua spada, Samehada, detta anche Pelle di Squalo. A vederla, si intuiva chiaramente il motivo di quel nome: non si trattava di una lama singola, ma di un insieme di scaglie che ricordavano i denti di uno squalo. Non serviva a tagliare, ma a triturare.


Kakashi fissò dritto negli occhi Itachi, che non aveva cambiato espressione. La mano destra stringeva nervosamente la Mannaia Decapitatrice che un tempo era di Zabuza, mentre dietro di lui le sue allieve si preparavano a usare le arti del Fuoco e del Ghiaccio.
Sai aveva messo mano al suo wakizashi, e con l'altra mano era pronto a lanciare degli shuriken.
L'Uchiha li fissò uno a uno, senza mostrare alcuna emozione.
«State davvero per sfidarmi? Ti ricordavo più intelligente, capitano Kakashi, forse quella spada ti ha reso troppo sicuro di te.»
L'argenteo fu imperturbabile.
«Non accetto giudizi da parte di un traditore, che fino a pochi anni fa era un mio subordinato, e soprattutto che ha sterminato la propria famiglia, lasciando da solo un bambino che lo amava più di chiunque altro al mondo.»
Itachi fece una smorfia a quell'ultima frase, la prima che incrinava la sua altrimenti perfetta maschera di apatia.
«Sasuke non vale nulla. Quando mi troverà non gli darò un'altra possibilità, non ne è degno.»
A sentire quell'insulto, Sakura non ne poté più.
«Non osare parlare di Sasuke in quel modo, non hai idea di cosa gli hai fatto passare! Come ti permetti di giudicare in quel modo qualcuno che tu stesso hai condannato a una vita di sofferenza?!»
Lo sguardo di Itachi si fece incuriosito, mentre si spostava sul viso di Sakura.
«Mmmh... Non pensavo di conoscerti in questa circostanza, Sakura Haruno. Devo dire che mio fratello si è scelto una bella ragazza.»

Itachi avrebbe voluto fare una foto alla faccia che aveva fatto Sakura in quel momento, con gli occhi sgranati dalla sorpresa e il volto che avvampava.
«M-ma t-tu... c-come...?»
Il nukenin deformò la sua espressione in un ghigno.
«Io so sempre tutto, confettino, nulla sfugge al mio sguardo. Se te lo stai chiedendo, si, so anche della vostra “notte di fuoco” al Villaggio della Roccia.»
Adesso Sakura era diventata tanto rossa da fare invidia alla vecchia Hinata, mentre Kakashi si voltava verso di lei con un sopracciglio alzato, senza riuscire a trattenere un velo di malizia.
«Non sapevo di questo “particolare”, Sakura.»
Ancora imbarazzata, la rosa riportò il suo sguardo sull'Uchiha. Pessima mossa.
«Scommetto che tieni molto a lui, chissà come reagiresti se gli succedesse qualcosa di brutto, sono curioso...»
Mentre Itachi parlava, il paesaggio mutò, e Sakura si ritrovò immersa nell'ombra. Sentì un rantolo vicino a lei, e quando si voltò la sua faccia si dipinse in un'espressione di puro orrore. Davanti a lei, la visione del ragazzo che tanto amava. 
Sasuke era steso a terra, ricoperto di sangue, e vicino a lui c'era Orochimaru con espressione ghignante e un kunai in mano, che infieriva sadicamente sulle sue ferite.
Non riusciva a sopportare quello spettacolo, il ragazzo urlava come se lo stessero scuoiando vivo, cosa che in effetti Orochimaru stava facendo, e Sakura non riusciva a muoversi.
Un voce le sussurrava all'orecchio, indistinta come un eco, un semplice sussurro, ma terribilmente comprensibile.
«...è colpa tua... non sei stata capace di proteggerlo... lo hai lasciato andare via... colpa tua... colpa tua...»
Sakura si tappò le orecchie con le mani, ma la voce non diminuiva, anzi diventava sempre più forte, la faceva impazzire.
Poi, d'un tratto, tutto tornò alla normalità. Si voltò: Hinata le aveva poggiato una mano sulla spalla. Allora capì quello che era accaduto: Itachi aveva usato un Genjutsu, tanto potente da convincerla davvero che ciò che vedeva fosse reale, e lei non se n'era nemmeno accorta, tanto era stato abile nell'uso.
Ciò che suo padre le aveva insegnato era nulla in confronto, Itachi era un vero maestro dell'Arte Illusoria. Hinata se ne era accorta solo grazie al Byakugan, che le aveva mostrato il suo flusso di chakra disturbato da quello dell'Uchiha, altrimenti la tecnica sarebbe stata perfetta.
La corvina l'aveva appena liberata, passandole una piccola quantità di chakra, e intanto Kakashi e Sai erano partiti all'attacco.

O almeno, Kakashi stava combattendo, mentre Itachi aveva disarmato Sai in un attimo, ferendolo al fianco con la sua stessa arma e scagliandolo a terra con un calcio ben assestato. La sua azione era stata talmente rapida che Sai se n'era reso conto solo dopo essere finito al tappeto sanguinante. Ora, solo Kakashi fronteggiava l'Uchiha.
Il nukenin e l'argenteo rimasero bloccati per un attimo in una prova di forza, durante la quale quest'ultimo si rivolse alle allieve.
«Hinata, Sakura, aiutate Sai, con lui me la vedo io!»
E i due ricominciarono a combattere.
La velocità con cui si scambiavano i colpi era straordinaria, nemmeno il Byakugan di Hinata riusciva a seguire il loro movimenti.
Così le due prestarono soccorso a Sai, che respirava a fatica, mentre il loro maestro combatteva.


Itachi parava e schivava i colpi dell'avversario con una disinvoltura spaventosa, senza nemmeno avere il fiatone. Kakashi sfruttava la sua agilità per colpire rapidamente con pugni e calci, e si appoggiava alla spada per effettuare attacchi aerei. 
Aveva sviluppato quel particolare stile di lotta dopo aver ricevuto la Kubikiri Hocho: prima di allora era molto più diretto e veloce, ma aveva adattato il suo stile in modo da poter sfruttare i devastanti fendenti dell'enorme arma.
Tuttavia in quella situazione la spada non gli era di grande aiuto, poiché Itachi contrattaccava così rapidamente da non dargli la possibilità di sferrare i suoi fendenti. Perciò scelse di abbandonare l'arma piantandola a terra, e di tornare a battersi con il suo vecchio stile di lotta, che in quel momento risultava più efficace.
Continuarono a scambiarsi colpi per diversi minuti, senza che uno dei due prevalesse sull'altro. Poi Kakashi fece un errore, e un pugno di Itachi riuscì a superare la sua guardia facendolo indietreggiare. L'avversario ne approfittò subito, e compose rapidamente sei sigilli che lui conosceva molto bene. Aveva visto il suo vecchio allievo compierli esattamente nello stesso modo, e si preparò a intercettarlo.
«Arte del Fuoco: Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!»
L'enorme fiammata uscì dalla bocca dell'Akatsuki, dirigendosi rapidamente verso di lui. 
Kakashi ne rimase sconcertato: non aveva mai visto una Palla di Fuoco Suprema così grande, nemmeno suo padre Fugaku era capace di tanto.
Ciononostante non si fece trovare impreparato, e contrattaccò senza neanche compiere i sigilli.
«Arte dell'Acqua: Muro d'Acqua!»
Davanti a lui si sollevò una grande ondata che respinse il calore nemico. D'un tratto il suo Sharingan gli permise di accorgersi di un pericolo imminente, e lui si mosse appena in tempo. Saltò ed evitò la mano di Itachi, che era appena emerso da quella stessa acqua tentando di afferrarlo, mentre quello che lo aveva attaccato con il fuoco svaniva in una nuvola di fumo.
“È stato un clone ad attaccarmi? Non me ne sono neanche accorto, è stato velocissimo nel crearlo! E poi ha usato la Tecnica del Nascondiglio di Roccia per sparire sottoterra e cogliermi di sorpresa!”
Nessun avversario mai incontrato in vita sua era così strabiliante nell'usare e combinare insieme tecniche elementali di tipi tanto diversi. Le abilità di Itachi rasentavano il divino.

Rimessi i piedi per terra si preparò al contrattacco, e alzò una mano giusto in tempo per fermare un pugno di Itachi, trattenendolo vicino a lui.
Contemporaneamente preparò nella mano sinistra un Raikiri, e colpì l'avversario al petto. Le sue dita però affondarono solo per pochi centimetri nel torace dell'Uchiha, perché con la mano libera questo aveva afferrato il polso dell'argenteo, e in una prova di forza tentava di allontanarsi, mentre questo lo tratteneva a sè. Kakashi però aveva previsto tutto, e con la sua ultima mossa seppe portare a termine l'offensiva.
«Arte del Fulmine: Impulso Esplosivo!»
Questo non poté fare nulla per sfuggire, dalla mano pervasa dai fulmini venne emanata un'ondata di chakra che esplose con violenza, la cui onda d'urto lo scaraventò a decine di metri di distanza con il torace squartato, e dopo un lungo volo finì per schiantarsi contro un albero.


Nel frattempo Sakura e Hinata avevano rimesso in sesto Sai, e tutti e tre raggiunsero il maestro mentre esaminava il corpo fumante del nemico. L'espressione sul suo volto però non era rassicurante, e avvicinandosi i tre si resero conto del perché.
Dove avrebbe dovuto trovarsi il cadavere del nemico c'era invece il corpo di un altro ninja, a loro sconosciuto, immerso in un grande mucchio di polvere, forse cenere o sabbia.
«Maestro Kakashi, che significa? Ha usato la sostituzione?»
Sakura si mise nuovamente in guardia, ma Kakashi la tranquillizzò, con tono amareggiato.
«No, Sakura, questa è una tecnica proibita inventata da Orochimaru, che permette di combattere a distanza. Non abbiamo combattuto con il vero Itachi, ma con un altro ninja con le sue sembianze, controllato a distanza.
È una tecnica simile alla Moltiplicazione, ma richiede un sacrificio umano, e anziché creare un semplice clone permette di controllare la vittima, dandole il proprio aspetto. Se non sbaglio è tratta da una tecnica proibita del Secondo Hokage, la stessa che quella serpe ha usato tre anni fa per combattere contro il Sandaime.
Immagino sia stato lui a insegnarla agli altri membri dell'Akatsuki, oppure è stato Itachi stesso a copiarla con lo Sharingan. Più probabile la seconda: dubito che quella serpe abbia condiviso volontariamente una delle sue preziose tecniche.»

Constatando che non avevano più un avversario, si diressero a dare supporto agli altri.
Nel frattempo, lo scontro tra il resto della squadra e lo spadaccino della Nebbia non procedeva bene...



   
 
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