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Autore: Master Chopper    23/02/2015    6 recensioni
'Conosci i motivi per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale, Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio:
Tengoku Marco Sawada.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
VONGOLA X ‘
- CONCLUSA - Attualmente in corso su: ' [SoF] Saga dei Sette Peccati Capitali '
ATTUALMENTE IN REVISIONE. ATTENZIONE, ALLA FINE DELLA REVISIONE I CAPITOLI POTREBBERO ESSERE STATI MODIFICATI RISPETTO ALLA VERSIONE ORIGINALE. Capitoli revisionati: 3.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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I ragazzi raggiunsero il luogo dello scontro: il campetto da basket dietro il bar.

I due canestri erano divisi da un tappeto di mattonelle, quasi del tutto ricoperte dalla sabbia.


Non c’era nemmeno una nuvola in cielo.
 

Quando il campo fu ripulito, il biondo prese un pallone dal suo zaino, iniziando a palleggiare freneticamente. Non si poteva individuare la posizione della palla, prima era nella mano destra, poi nella sinistra. Il palleggio era eseguito con eleganza, ma trasmettendo forza e vigore.
 

“ Le regole sono semplici.” Disse, riafferrando la sfera e portandola davanti a se.”Mi dovrai sottrarre la palla, prima che io faccia tre canestri. Non importa la distanza. Iniziamo!”
 
E con rapidità, Drake scattò verso l’avversario, ancora scosso.

Il bruno, che di basket ne sapeva quanto un lombrico, incespicò qualche passo, cercando di bloccargli la strada.
All’ultimo si lanciò verso il tedesco, intento a strappargli l’oggetto della vittoria, ma con una finta, finì per cadere a vuoto.

Mentre si rialzava, con la faccia dolorante, sentì il suono del metallo che cigolava e poi un tonfo:il primo punto era stato fatto.

“Rialzati.” Gli ordinò il vincitore del primo set.

 
Ripartendo dalle stesse postazioni, ricominciarono.
 
Stavolta Tengoku guadagnò subito la distanza, mettendo alle strette il biondo e impedendogli di superare la metà campo.

Purtroppo cascò nello stesso errore di prima: si buttò subito sulla palla, finendo per sbilanciarsi. Non cadde, ma quando fece per voltarsi …

Fu il pallone a raggiungerlo … sul naso.

Il poveretto crollò all’indietro, mantenendosi la faccia, segnata dal ruvido cuoio.
 
“Ei! Non vale così: è un fallo bello e buono, questo!” Gridò Akane dagli spalti, sbattendo i pugni serrati contro il legno delle panchine.

“Non ho detto che stiamo giocando a basket.” Ribatté il biondo, con nonchalance, mentre segnava il secondo punto, un canestro da centrocampo.


Il ragazzino si rialzò, mantenendo una mano sulla  faccia dolorante.

Quando la tolse, notò uno strana sensazione sul palmo. Erano lacrime.

Solo allora si accorse di stare piangendo. Forse per il dolore?

No, non era quello il momento. Era qualcosa di più demoralizzante,come una morsa al cuore.
 

Guardò gli spalti, con la faccia cosparsa di lividi.

Vide Akane, che si mordeva il labbro nervosamente, con le braccia conserte.

Vide Giorgia, ancora tremante, mentre con lo sguardo di una che non può fare niente se non guardare, si sforzava di non piangere. In quelle poche ore si era già creato un legame molto forte tra lei e il gruppo.

Notò con tristezza Drake, che mentre recuperava il pallone gli teneva addosso quello sguardo distante. Come contraddirlo? Aveva cacciato sua sorella in un guaio da cui sarebbe stato difficile riportarla indietro indenne.

E infine … proprio LEI. Che guardava il fratello con gli occhi rossi di pianto, consapevole di tutto. Consapevole di tutto …

Con un gesto distratto si ripulì il volto.

Quanto era stato stupido. Poteva perdere una cosa importante come Azura … Ma certamente se non avesse lottato si sarebbero allontanati lo stesso.
Doveva diventare abbastanza forte da proteggere i suoi amici da tutte le avversità!
 
“RINASCITA!!”  urlò, correndo verso l’avversario,confuso dallo strano comportamento acquisito.
 
Nei suoi occhi brillava la determinazione. Era la forza di volontà a muovere i suoi muscoli. Si sentiva invincibile!
 
Fino a quando un’altra pallonata, stavolta diretta alla bocca dello stomaco, non fermò la sua corsa, facendolo rovinare nuovamente sul cemento.

“In amore e guerra tutto è lecito …” gli bisbigliò all’orecchio il sedicenne, con la solita freddezza. Poi si alzò dirigendosi verso il canestro.

“E questo non è decisamente amore!”

Lanciò in aria la palla, librandosi in volo nel frattempo.

Quando la sfera gli fu all’altezza degli occhi iniziò a calare il braccio, deciso a finire quella battaglia con la sua migliore schiacciata.


Ma una mano di troppo gli afferrò il polso, ancora in volo.
Il biondo si girò, mentre sentiva il vento scompigliargli i capelli … insieme a quelli di una seconda persona!

“RINASCITAA!!! VINCERO' ANCHE A COSTO DELLA VITA!!”

Tengoku , con una strana fiamma arancione che gli brillava tra il suo ciuffo albino, bloccò il canestrista da dietro, utilizzando la mano libera per sporgersi verso il suo traguardo: il pallone.

Ma il ragazzo fu più tenace e ritirò l'arto, finendo per sbilanciarsi ancor di più.

Entrambi  i ritrovarono con la faccia contro il palo del canestro, facendolo piegare pericolosamente.

Dopo un cigolio sinistro, l’apparecchio crollò sotto il suo stesso peso, sollevando una gran coltre di finissima sabbia .

“ TENGOKU! DRAKE! ” urlò Azura, saltando giù dalla scalinata, seguita immediatamente da Akame, che dispensava imprecazioni e una preoccupatissima Giorgia.

Si radunarono attorno alle macerie, cercando con sguardo qualche forma di vita tra quei pezzi di metallo sporgenti e pericolosamente taglienti.
 
Dopo qualche secondo si udirono dei segni di vita:

“Oi,oi …” un borbottio familiare le incitò ad accorrere verso la fonte del suono.
Drake era in piedi a malapena, appoggiato ad il tabellone del canestro a pochi centimetri da lui. Era sporco di terra ma non pareva gravemente ferito.

“Drake!” Azura gli corse incontro, piangendo, per poi stringersi al suo petto.

Ma il fratello rimase impassibile, a discapito del dolore, continuando a fissare a schiena dritta un punto oltre le ragazze.

Queste ultime, quando si girarono, non poterono non rimanere immobili come il biondo.


Tengoku, seduto a gambe incrociate, stringeva la palla al torace, abbracciandola con fermezza. Lo sguardo era serio, mentre fronteggiava quello dell’avversario, identico al suo.

Infine, il giovane Schlmit sospirò, facendo spallucce con aria di finta rassegnazione.

“A quanto pare hai vinto, giusto moccioso?” provò a dire, trattenendo una risata.

“Già!” annuì il bruno, mostrandogli un sorriso a trentadue denti, mentre sentiva un enorme peso levarsi di dosso, ridandogli la tranquillità da tanto aspettata.
 
Reborn gli si avvicinò lentamente, ridendosela come suo solito, sotto i baffi.

“Visto che bello avere qualcuno da proteggere? Un Boss può essere un padre,così come un amico, ma il concetto morale rimane sempre quello: Creare Armonia nella Famiglia. E tu hai lottato per mantenere quel legame.”
Gli disse, mantenendo la serietà, anche se non poteva certo negare a sé stesso che quel pappamolla non lo  rendesse fiero dei suoi  insegnamenti.

“ Aspetta,aspetta mafiosetto da strapazzo.”

Il biondo afferrò il ragazzino per la collottola e lo sollevò fino alla sua faccia.

“ Sei abbastanza forte da proteggere mia sorella, è vero. Ma io mi oppongo se pretendi che suo fratello non possa scortarla insieme a voi. Nessun problema?” Sorrise, con aria di chi non accetta pretese. Lo aveva incastrato per bene.
Azura, di tutta risposta arrossì, allontanandosi dal fratello di diversi metri.

“Ehm … N-no, nessun problema.” Farfugliò Tengoku, senza ormai la spavalderia di poco prima.


Purtroppo il tenero discorso non poté continuare, causa una violenta esplosione proveniente dall’albergo  ‘ Pilastro del Cielo’.

Dopo il terribile botto, seguirono urla disumane e grida spaventate da parte dei bagnanti.

Sette grossi fuoristrada neri avevano fatto irruzione nel lido, sfondando la recinzione in legno della strada che la collegava all’hotel.

Da i macchinoni fuoriuscirono una cinquantina di individui, all’apparenza poco pacifici. Erano vestiti di sole giacchette in cuoio nero sulla pelle nuda e pantaloni scamosciati così lunghi da coprire le scarpe. Oltre alle capigliature rigorosamente punk, portavano con sé diverse armi da fuoco e alcune bianche.

Il quartetto, lontano dal luogo del trambusto, balzò in aria dallo spavento, mentre la paura si faceva strada tra di loro.

“Ah. Lo avevano detto al telegiornale che la  ‘Spiaggia Sabbia Bianca’ era stata dichiarata obbiettivo sensibile per la gang yakuza ‘Kuro Oni’. Pensavo di vedere più sorveglianza …”

Mormorò il piccolo, con voce abbastanza alta da allarmare il suo protetto.

“Cosa?! Non potevi dircelo prima !?” piagnucolò il ragazzo, nascondendosi dietro la colonna di legno del bar.

Purtroppo, quando si sporse non vide certo qualcosa che lo tranquillizzasse:

La gang aveva preso in ostaggio diversi gruppi di persone, mentre a quanto pare la polizia era intrattenuta con un’altra squadra, che stavolta aveva attaccato il resort più avanti.
 

“Sei un grande capo! I piedipiatti non ci vedranno mai, mentre sono impegnati con un falso gruppo.” Un uomo basso e tozzo, dalla folta capigliatura ispida, acclamò un ragazzo seduto sul tetto di un’auto.

Era alto e muscoloso, pieno di tatuaggi su tutto il busto, lasciato scoperto da una camicia bianca sbottonata, fino al collo. Oltre ai bermuda e ai sandali rovinati, un altro componente bizzarro della sua persona era una coda di cavallo rossa, lunga fino a terra che troneggiava sulla sua testa calva. I suoi occhi erano cattivi, mentre incitava gli ostaggi a restare fermi, intimandoli con una mazza da baseball ricoperta di chiodi e sporca di sangue secco.

“ Lo so, Fujiin. Prendiamo tutte le donne e le provviste, ragazzi!” Gridò il malavitoso, alzando l’arma al cielo, rivolto ai suoi uomini che si dimostrarono più che entusiasti degli ordini appena ricevuti.
 
Nel mentre, sempre nascosto dietro l’area ristoro …

“Brrrrr … non sarebbe meglio lasciare che la polizia facesse il suo dovere? Non è buona cosa intralc- “

 Tengoku, vide con terrore Azura,Drake e Akane  dirigersi verso la gang, con aria agguerrita.

“No! Che fate?” urlò il ragazzo, mentre con riluttanza fu costretto a lasciare la colonna a cui si era abbracciato.

“Fanno quello che è più giusto.” Stavolta fu Giorgia a parlargli, mettendogli la mano sulla spalla.

“E poi, ‘Boss’ ci sei tu, non è vero?” la domanda, accompagnata da un sorriso spiazzante, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Anche un fifone come lui, avrebbe combattuto con quei principi nelle orecchie.  

“Ok, Reborn! Sparami di nuovo quel proiettile: voglio aiutare i miei amici!”

“ Certo … quando sarai pronto.” Rispose egli, fissandolo con i suoi occhi inespressivi.

“Ma si,si, sono carichissimo. Devo concentrarmi su che cosa volevo fare da vivo, giusto? Sparami in fronte, ora!”

“ Sei così positivo che non hai reali preoccupazioni. Se vuoi che ti riempia di piombo inutilmente devi farmi arrabbiare proprio di brutto. Così come sei ora, morirai di certo, sappilo.” Ribatté, stavolta con un tono più freddo.

“Devi sapere anche cosa sono le privazioni e i limiti. Sono il tuo Tutor, giusto? Se dico una cosa ho sempre ragione … e ora va ad aiutare quegli scalmanati.” Il ditino paffuto indicò un’autentica catastrofe:

Akane stava sparando infuriata, mentre insulti e maledizioni fuoriuscivano dalla sua elegante bocca come un fiume in piena, Drake menava le mani contro chiunque gli fosse a tiro, mentre Azura faceva volteggiare a destra e a sinistra il suo nuovo tridente in acciaio.

-Cavolo!-  pensò il bruno, prima di lanciarsi in mezzo alla mischia, urlando ad occhi chiusi e sperando di non andare a sbattere contro qualcosa.

“E tu, Giorgia De Luca? Il tuo discorso di prima era molto incoraggiante. Ti sei ripresa subito dallo shock per immedesimarti subito nel ruolo nella Famiglia. Dovresti andare anche tu, con loro.” Il nanetto si girò verso la ragazza, che per tutto quel tempo era rimasta di fronte a lui, dandogli le spalle.

La studentessa si girò, arrossendo all’istante e voltando la testa per non incrociare lo sguardo del sicario.

“ I-io … sarei un peso … perché non sono abbastanza forte.” Mormorò, farfugliando qualche altra parola ad un tono troppo basso per essere compreso.

“Dalle mie fonti risulti praticare nuoto, nonché sei stata ex-campionessa di kick boxing lo scorso anno. La tua elasticità muscolare non è paragonabile a nessuno, nemmeno ad una killer addestrata come Akane. Cosa ti manca, quindi?”

“La … forza!” Esclamò la mora.

“La forza?”

“Si, la forza! Quella che aiuta a proteggere e a scacciare il male!” Continuò la studentessa, stingendo il pugno davanti a se, come a sfidare il cosiddetto ‘male’ che voleva eliminare a tutti i costi.

Il piccolo ci pensò su, abbozzando un sorriso. Aveva proprio quello che faceva per lei …

“Dimmi, ti piacciono i frisbee?”

 “F-frisbee?” Quale forza poteva farle trovare quel buffo ometto, in un gioco da bimbi?

“Tieni questo. E’ una variante più tagliente. E uccide. Usalo solo nel momento del bisogno.”

Le porse un chakram in ferro di venti centimetri di diametro, dai bordi seghettati.

“Uhm? R-rebron-sama?”

Purtroppo la ragazza non poté ringraziare, perché un’ennesima scossa proveniente dal campo di battaglia la costrinse ad impacciare un ‘Grazie’, per poi farla correre in soccorso.
 
Tra la sabbia e gli ombrelloni, i ‘Kuro Oni’ si erano subito lanciati  alla soppressione della rivolta, venendo dimezzati in un buon quarto d’ora.

Drake, nonostante fosse quello meno affine al combattimento, aveva steso una decina di yakuza disarmati, spesso bersagliandoli con sassi o mattoni diretti verso le loro teste rasate.

Akane aveva finito i proiettili e ora si stava affidando totalmente ai suoi coltelli, che volteggiava con maestria, evitando pallottole e colpi e lasciando i suoi avversari al tappeto con vari ematomi e tagli.

Anche la rossa, con la sua ingombrante arma, se la cavava, preferendo stendere i nemici con il manico, trovando difficile eseguire degli affondi con quel pezzo di metallo di poco più grande di lei.

Fu proprio quest’ultima a finire nei guai per prima: un grasso yakuza la aveva afferrata per i capelli, sollevandola in aria e facendole un sacco di male alla testa.
Per sua sfortuna il tridente le cadde dalle mani, lasciandola sola in preda al pericolo. Le sue urla non vennero ascoltate in quel trambusto generale, mentre intorno volavano proiettili e corpi che ululavano dal dolore.

 “ Ohh! Ma che bella signorina abbiamo qui! Sai cosa ci fa Claus-sama con le puttanelle come teee?” le sussurrò all’orecchio quel grasso uomo, inondandole le narici col suo alito fetido. La sua lingua era lasciata a sferruzzare l’aria, mentre le gote gli si colorarono di rosso, ottenendo un’espressione mostruosamente perversa.

“Non ti preoccupare. Se fai la brava, Claus-sama ci farà divertire anche noi con il tuo corpicin-!”

Non finì la frase, per via di un profondo taglio appena aperto lungo tutto il suo fianco sinistro. Da li subito iniziò a spruzzare sangue, mentre mollava la presa, sentendosi  mancare le forze.

Dalle sue spalle fece capolino nientepopodimeno che Giorgia, con in mano la sua nuova arma. Sorrise all’amica, contenta di vederla sana e salva.

“G-Giorgia? Grazie.” Azura era ancora scossa, ma un urlo la fece tremare per lo spavento.

“BASTARDO!”

Drake, dopo aver preso la rincorsa sul corpo disteso dell’uomo svenuto, saltò in aria, per poi calare un bastone che aveva trovato per terra sulla faccia dell’aggressore, facendo nuovamente volare schizzi di sangue.

Quando si rialzò, grondante di sudore vide che il pezzo di legno si era fracassato per la troppa forza impiegata nel colpo.
 

“Guardate, c’è qualcun altro che si sta divertendo, qui.” Disse con tono sarcastico, indicando una nuvola di polvere che si muoveva a gran velocità per la spiaggia.
 

Ma, più che una nuvola sarebbe stato meglio dire : un umano. E che umano.

Tengoku stava correndo ad occhi chiusi, emettendo versi che potevano essere compresi come un urlo di guerra, mentre agitava a casaccio una scure trovata nella cabina del bagnino.
Non stava evidentemente colpendo nessuno, ma rompeva le righe della gang, causando caos e confusione.
Dopo una decina di metri, inciampò, sbattendo il piede contro un lettino, il che causò un effetto fionda spedendolo in avanti.

Rotolò sulla sabbia, graffiandosi con i cocci di vetro per terra e finendo per atterrare davanti ad un grosso fuoristrada.

E sul tettuccio, c’era seduto proprio il capo degli ‘Kuro Oni’, Claus, che lo fissava con aria confusa.

“Sei tu che fai tutto questo casino?” chiese seccato, osservando i diversi corpi privi di sensi dei suoi uomini.

“Sì, cioè … no! Ehm …” farfugliò il ragazzino, provando a rimettersi in piedi.

“ Bhe, mi stai facendo incazzare di brutto.  Fujiin!” chiamò il Boss, rivolgendosi a qualcuno alle sue spalle.

Purtroppo per  lui quel ‘qualcuno’ era disteso lungo per terra, con un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca. Sulla sua fronte si trovava il manico spezzato dell’accetta di poco prima, probabilmente volatagli addosso durante la caduta del bruno.

“ C-cosa?!” si stupì lo yakuza, montando su tutte le furie.
 

“Ten-kun! Ti aiuto io!!” urlò Giorgia, da lontano.

Lei e gli altri tre erano bloccati da quindici uomini ancora in sesto, a bordo delle loro auto.

L’italiana, anziché continuare ad attaccare corpo a corpo, prese a due mani il suo chakram e iniziò a volteggiare su sé stessa. Dopo diversi giri,  lo lanciò con tutta la sua forza, verso il compagno in difficoltà.

Peccato che una zaffata di vento fermò la sua corsa, facendolo cadere tra i macchinoni, tra le risate generali degli uomini a bordo.

“Eh?” chiese Azura quando vide il mancato tentativo di soccorso.

“EH?!” urlarono tutti, vedendo l’arma esplodere dopo pochi secondi, facendo volare lontano le vetture, uomini compresi.
 


“Uhu!” rise Reborn, in piedi sul sedile posteriore della macchina di uno dei poliziotti, diretti verso la ‘SSB’.
 


 Immediatamente i quattro avevano raggiunto il compagno, trovandosi di fronte l’unico membro restante della banda.
“ Graargh!” ruggì Claus, calando la sua mazza da baseball chiodata sulla testa di Akane.

Ma la killer rimase immobile, per nulla sorpresa di vedere come Drake avesse dirottato il colpo altrove con un calcio di tacco, facendogli volare via il bastone.
 
Lo yakuza non si arrese, estraendo una minigun dalla sua tasca, stavolta mirando il biondo.

Nuovamente venne bloccato, stavolta dall’assassina dei Vongola stessa, che con un fendente, gli procurò un lungo taglio sul braccio che impugnava la pistola.

Subito arrivò Azura che, dopo aver colpito il ragazzo in pancia con una mazzata, lo sollevò di peso con l’asta e lo scagliò alle sue spalle.

Ad aspettarlo c’era Tengoku, a diversi metri, tremante.

Ma non era la paura a farlo tentennare. Era la rabbia, vera come la fiamma che brillava sopra i suoi occhi, più brillante che mai.

Il ragazzo si lanciò in volo, verso il corpo indifeso del criminale, con il pugno destro caricato all’indietro.

“RINASCITA!! DISTRUGGERO’ CLAUS A COSTO DELLA VITA!!!”

 E si scontrarono.

Per poco si udì il suono di un qualcosa che si rompeva, poi un’enorme onda d’urto scosse la sabbia sotto di loro.

Il pugno che aveva incontrato la sua faccia lo scagliò lontano,oltre il bar,oltre il campo da basket.
 
Lontano.
 
La polizia rimase sbigottita nel vedere come quei cinque ragazzi furono sani e salvi, chiudendo il caso e etichettandolo come una rivolta all'interno dei ‘Kuro Oni’.
 
 
ANGOLO AUTORE

Welcome Back! Ecco come finisce questa ‘Seconda parte’ di ‘ I Vongola non colpiscono solo d’estate’. Spero ve lo siate goduto ( a parte il titolo da cinepanettone scadente XD). Fatemi sapere cosa ne pensate.
Mi dispiace non aver visto uomi-hime nelle recensioni dello scorso capitolo (nuuuuu,proprio dove appariva il fratellone della tua Azura T^T) e spero stia bene.
Detto questo … Alla prossima X3!
P.S: Secondo voi quali sono le fiamme dei personaggi presentati XD? Lo so, è una domanda un po’ stupida ma non tutti potrebbero averle indovinate.
   
 
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