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Autore: one_fable    08/12/2008    7 recensioni
Voleva incominciare una nuova vita a New York come assisstente del direttore di una delle riviste di moda più letta del mondo. Peccato che il suo capo sia un bastardo.
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Naruto era preoccupatissimo, quattro ore prima Kyubi aveva visto lui e Akai baciarsi nel ufficio del primo, lui si era aspettato una ramanzina bella e buona che gli ricordava di mantenere i rapporti fuori dal lavoro, ma l’unica cosa che aveva fatto il capo era schioccare la lingua in disappunto e poi sparire per quattro ore.

 

Aveva tentato di chiamarlo sul cellulare ma non rispondeva, chissà cosa era successo.

 

Poi una barista lo chiamò, gli disse che li davanti a lui c’era un uomo mezzo ubriaco e che sarebbe dovuto andarlo a prendere, cosa che fece il prima possibile. Quando entrò, Kyubi si attaccò a lui dicendogli che non gli piaceva che lui stava con suo fratello e poi gli chiese di dormire a casa sua. Il biondo sorrise e gli disse di si, infondo, che problema c’era?

 

Un enorme gigantesco, ingarbugliato problema.

 

*

 

Naruto si svegliò molto presto la mattina e questo era una cosa inusuale, soprattutto dato il fatto che di solito la sveglia suonava per dieci minuti prima che il biondo assistente si degnasse di scendere, ma quel giorno c’era qualcosa di diverso.

Non sapeva cosa, ma c’era qualcosa che non andava, qualcosa di strano, che non doveva esserci, qualcosa di morbido, attaccato al suo braccio, che gli stava succhiando il collo!

“IARGH!” urlò e con un forte calcio mandò il proprio capo a terra.

CHE CAZZO CI FA LUI ATTACCATO AL MIO BRACCIO? E MI STA SUCCHIANDO IL COLLO! AAAAH!

 

Il corvino si mise seduto massaggiandosi la testa: “Che c’è dobe, non ti sei mai svegliato con un ragazzo nel proprio letto? E Kiba? Lo facevi dormire per terra?” poi però i portò subito le mani alla testa, probabilmente per via dei postumi della sbornia.

Che cazzo sta dicendo?

“Che c’è teme, sei tornato a essere il bastardo di sempre?”

Sasuke alzò un sopracciglio ed incominciò: “Quando mai ho smes…” si bloccò formando con la bocca un ‘O’.

 

Naruto sospirò e si alzò dal letto: “Va bene, allora ti faccio della colazione e poi guardo cosa posso fare per fermare il casino mediatico che scaturerà dalla tua geniale idea di ubriacarti pubblicamente. Oddio scommetto che Kiba ci andrà a nozze con una foto tua mezza ubriaca.”

“Ti tradisce con una foto?”

Il biondo guardò un attimo scioccato il suo capo e poi tentò di giustificarlo col fatto che era ‘tutta colpa dei postumi della sbornia…’ già.

“Allora cosa vuoi? Ti faccio delle frittelle?”

“Non mi piace la roba dolce.”

“Vabbè, oh ti accontenti oppure rimani a digiuno, vuoi un thè?”

“Io…”

“Perfetto.”

 

Ora, probabilmente era perché Sasuke era ancora sotto gli effetti dei postumi della sbornia, ma non disse niente, seguendo docilmente il proprio assistente in cucina, sedendosi sulla sedia vicino al tavolo.

 

Mentre Naruto stava a cucinare, Sasuke poteva solamente continuare ad osservarlo, come si muoveva per prendere le cose di cui aveva bisogno, in quella cucina vecchia e sporca, girandosi di tanto in tanto per lanciarli un sorrisetto nervoso e pensò, che gli sarebbe piaciuto rimanere più a lungo, li seduto ad osservarlo. Magari quei sorrisetti nervosi trasformati in veri e propri sorrisi e quella cucina completamente rinnovata, ora che ci pensava, sarebbe stato magnifico averlo nella sua cucina, quasi intoccata, sarebbe stata sicuramente migliore di quel posto li.

Distolse il suo sguardo dal suo assistente per rivolgerlo all’appartamento. Non era esattamente una schifezza ma si vedeva che aveva bisogno di qualche sistemata, c’erano dei punti marci e i muri avevano bisogno di una passata di colore.

Venne distolto dai suoi pensieri quando un piatto di frittelle gli venne posato davanti insieme a una tazza di thè: “Tieni teme, mangia, io intanto faccio una telefonata a Kiba per vedere se i sentimenti che prova per me bastano per farmi dare i nomi di tutti i giornali che gli hanno chiesto di scrivere un articolo su di te.”

“Hn.”

“Esauriente come al solito. Allora…” estrasse il cellulare e dopo aver fatto velocemente il numero se lo portò all’orecchio.

“Ciao Naru-chan!”

“Ciao Kiba, come va?”

“Bene e tu? Ho sentito che alla fine l’hai trovato.”

“Si, è a casa mia. Senti, mi daresti una mano a svolgere il mio lavoro?”

“Certo, amore, tutto quello che vuoi.”  

“La lista dei giornali che ti hanno chiesto di scrivere un articolo su Sasuke?”

“Amore, per le foto del tuo capo c'è poco da fare, saranno già su tutti i giornali, non serve un buon articolo per queste cose, solo tante battute cattive. Cosa ha fatto?”

“Si è ubriacato.”

“Oh bene, buona fortuna, ti consiglio di leggere la rubrica pettegolezzi del NY, io non vedo l’ora.”

“Sei cattivo!”

“Mmh, forse…ci vediamo, baci.”

“Ciao.”

 

Chiuse la chiamata e vide Sasuke guardarlo con un sopracciglio alzato.

“Che c’è?”

“Avete una storia seria?”

Naruto rimase un attimo stizzito dalla domanda ma poi rispose: “Certamente.”

“Perché non gli hai dato ancora un nomignolo?”

“Come?”

“Perché non lo chiami Kiba-chan, o amore, o tesoro?”

“Dove stai cercando di arrivare?”

“Non gli hai detto un: ‘Mi sei mancato.’ o ‘Ti voglio bene.’” 

“E allora?”

“Non è quello che ci si dice quando si è in una relazione?”

“Senti chi parla, mister relazione, ti porti a letto chiunque abbia due gambe, respiri e sia leggermente attraente e mi vieni a fare ramanzine sui rapporto. Tsè.” Sbuffò con disappunto: “In ogni caso non c’è niente che posso fare per le foto che probabilmente i fotografi hanno fatto.”

 

L’Uchiha fece cadere indietro la testa e disse: “Ci sono abituato, infondo la mia vita è uno spettacolo aperto a tutti. Non posso fare un errore che subito tutti mi sono contro, guardate la vita di Sasuke Uchiha, miseria e disgrazie, guardate tutti gli errori che ha fatto!” esplose a ridere e Naruto poté solamente fissarlo, malinconico. Sospirò e poi disse: “Dai, Sasuke-teme, è ora di tornare al lavoro, torna ad essere il signore del male che terrorizza tutto l’ufficio di OL solamente attraversandolo, vedrai, tutto si sistemerà.” Il biondo appoggiò la mano sulla spalla del proprio capo e con un sorriso genuino disse: “Andrà tutto bene. Non sei solo, ci sono io con te, no?” poi prese la tazza e il piatto vuoto e li mise in lavandino: “Andiamo.”

 

Sasuke rimase in un silenzio meditativo mentre si metteva dei vestiti di Naruto, nessuno gli aveva mai detto ‘andrà tutto bene’, infondo era un Uchiha, nessuno doveva farglielo capire, era ovvio che sarebbe andato tutto bene, un’Uchiha non falliva mai, ma quando Naruto gli aveva detto ‘non sei solo, ci sono io con te, no?’ con quel sorriso, si era praticamente sciolto. Nessuno, nessuno gli aveva mai parlato così, nessuno gli aveva mai dimostrato affetto, tutte le altre persone o passavano il tempo con lui per interesse personale o per lavoro, ma niente, niente, aveva obbligato l’altro a dire quelle parole, erano genuine, erano vere. E questo gli scaldava il cuore.

 

 Naruto al contrario mentre si stava preparando per andare al lavoro pensò solamente a come il suo capo, quel essere freddo, malvagio e bastardo, per un po’ si era trasformata in una persona debole e fragile, una persone che aveva paura e che era tremendamente sola. Si era reso conto in quel attimo che si era sbagliato, Sasuke era così freddo per proteggersi, proteggersi dalla massa, proteggersi dalle persone che non lo lasciavano in pace, da un modo che senza conoscerlo lo giudicava. E si sentì in colpa, la giovane kitsune si sentì in colpa per essere stata come loro, per averlo etichettato subito come ‘il freddo bastardo’ senza averlo mai conosciuto a fondo. Perché in realtà, Sasuke Uchiha era solo e unicamente una persona profondamente sola, che aveva bisogno di un amico.

 

*

 

Verso l’ora di pranzo Sasuke si alzò dalla sua scrivania e si diresse verso la sua porta, forse avrebbe potuto invitare Naruto a pranzo, così, giusto per passare un po’ di tempo insieme e conoscersi…

Sentì il telefono squillare e si bloccò subito.

 

Naruto prese la cornetta e la portò all’orecchio: “Ufficio di Sasuke Uchiha, cosa posso fare per lei? Ah ciao Kiba! Hm? Se usciamo a pranzo?”

 

L’uomo dai capelli corvini tornò subito alla sua scrivania, certo era ovvio, Naruto aveva un ragazzo, non avrebbe mai passato il tempo con quello ‘stronzo’ del suo capo…sospirò e poi sentì la voce del suo assistente: “Vado a prenderle il pranzo!” da quando erano arrivati in ufficio aveva incominciato a dargli di nuovo del lei e questo lo innervosiva parecchio: “Hn.”

 

Dopo mezz’ora se lo ritrovò nell’ufficio con un sacchetto di plastica in mano: “Ecco qui Sasuke-kun, la sua insalata di pollo e i suoi spaghetti al pomodoro.”

“Hn, grazie, adesso puoi prenderti la tua pausa pranzo.”

Il biondo sorrise nervoso e poi disse: “Senta, visto che lei non ha nessuno con cui stare e anch’io sono solo, mi chiedevo se potevamo pranzare insieme. Così, per passare del tempo insieme e magari conoscerci meglio…”

L’Uchiha rimase senza parole per un istante e poi annuì, sorpreso: “Niente pranzo con Kiba oggi?”

“No, Sasuke-kun, aveva da fare.”

 

Quella era una bugia bella e buona, ma lo stesso Sasuke annuì, soddisfatto che il biondo avesse scelto lui tra i due: “Naruto?”

“Si?”

“Dammi del tu, e chiamami come vuoi.”

L’altro lo fissò sorpreso: “Anche teme?”

“Pff, se vuoi.”

“Haha, allora d’ora in poi ti chiamerò sempre teme!”

“Come vuoi, dobe.”

“Hei!”

 

Naruto sorrise e diede le confezioni con il cibo a Sasuke, per poi tirare fuori le confezioni di ramen che si era preso.

“Ramen?”

“Si è il mio cibo preferito!”

“Il ramen è il tuo cibo preferito? Ma fa schifo.”

Naruto impallidì di colpo: “Ramen…schifo…urgh…tu…blasfemia!”

“Hn, dobe.”

“Teme!”

Poi aprirono le confezioni ed entrambi incominciarono a mangiare: “Allora Naruto, raccontami un po’ di te.”

Il biondo mandò giù la pasta che stava mangiando e sorrise: “Mio padre era un fotografo naturalistico, lavorava per giornali come il ‘national geografic’, abbastanza conosciuto, così viaggiavamo molto, mia madre, beh diciamo che ci ha lasciato poco dopo la mia nascita. Volevo diventare un giornalista, ma non ci sono riuscito, così mi sono trasferito dall’Inghilterra qui a New York, pe ritrovarmi a fare l’assistente di un teme come te. Ora tocca a te.”

“Perché non sei diventato giornalista?”

Naruto mise via la scodella e sorrise: “No, no. Tocca a te raccontarmi la storia della tua vita.”

L’Uchiha mandò giù l’ultimo po’ di pasta e tirò fuori l’insalata di pollo: “Nato nella famiglia Uchiha, ho un fratello maggiore assolutamente perfetto, un bastardo, cinico, freddo, sadico fratello perfetto. Sembra che io riesca a capire cosa voglia la massa e così sono diventato il capo di OL ed eccomi qua, capo dell’assistente più dobe di tutta New York.”

“Haha.” Naruto prese un sorso di acqua: “E in famiglia?”

“Tutto bene, questo mi fa ricordare che mi hanno invitato a cena venerdì…”

Naruto estrasse velocemente l’agenda elettronica con gli appuntamenti di Sasuke e lo scrisse.

“Vogliono che io porti un ospite.”

“Ah…uhm, chiamo Karin?”

“Uh, per favore dobe, Karin è solo una scopata, neanche particolarmente buona. Voglio che tu mi accompagni.”

“Ma i tuoi vogliono che tu porti la tua ragazza.”

“No, vogliono che porti un ospite, uno con cui si possa conversare e che non scoppi a ridere ogni due secondi.”

Naruto prese in mano i bastoncini e rincominciò a mangiare: “Ci sarà anche Itachi?”

Sasuke gli lanciò un’occhiataccia truce: “Ti ha affascinato talmente tanto da volerlo rivedere?”

“Smettila. Mi ha incuriosito, è così strano…”

“Hn. In ogni caso, sì, ci sarà. Passo davanti al tuo appartamento alle sette e un quarto, dobbiamo essere li alle otto.”

“Ma io…” Naruto pensò che Kiba e lui quel giorno avrebbero dovuto uscire, ma l’idea di conoscere la famiglia di Sasuke lo fece subito decidere tra i due: “D’accordo.”

“Chiedi qualcosa da vestire a Shikamaru, cerca di essere presentabile.”

Naruto annuì, mise via le bacchette e lanciò una sguardo sull’orologio del telefono sulla scrivania: “Pausa pranzo finita, torno al lavoro, bye, bye!” 

Sasuke fece apparire un sorriso sulle sue labbra quando l’Uzumaki era già uscito, forse aveva un possibilità, forse Naruto sarebbe stato suo.

 

*

 

“Così tuo padre era Minato Namikaze.”

“Si.”

“Come mai hai il cognome di tua madre?”

“Ecco, non erano sposati e così mia madre mi ha dato il suo nome.”

“Capisco.”

“Sono rimasto sorpreso quando ho scoperto che lei e Akai siete sposati solamente da parte di madre, siete così simili.”

“Si, ma io amo Akai come se fosse mio fratello al 100%.”

 

Naruto sorrise, prese la pasta del ramen con i bastoncini, era da un po’ che stranamente il suo capo gli si aggregava a pranzo, non che avesse niente in contrario, anzi, era felice di conoscerlo meglio.

“Il suo circolo come va?”

“Oh bene, cosa che mi fa ricordare che sabato abbiamo una cena e dovrei portare un ospite, vorresti accompagnarmi?”

“Non vuole portare Akai?”

“Non gli piace il mio circolo di lettura, allora?”

 

Naruto e Akai avevano un appuntamento quel giorno ma al pensiero che poteva passare del tempo extra con il suo capo, che lo affascinava tantissimo, non riuscì a resistere: “Certo, volentieri.”

 

*

 

“Shika?”

L’uomo dalla strana pettinatura stava prendendo le misure a una modella: “Non ora Uzumaki, c’è quella dannata donna, Tsunade, che non vuole alcuno dei miei vestiti che ho disegnato per lei, perciò ne devo creare un altro!”

“Mmh,” Naruto lanciò un’occhiata attorno a se e poi disse prendendo in mano uno schizzo: “A me questo piace, mai provato a farlo in verde? Sta bene con i suoi capelli biondi, magari se metti una cintura a vita alta? Ultimamente vanno.”

Shikamaru lanciò uno sguardo allo schizzo e lo osservò attentamente: “Mmh, si potrebbe andare, dovrei fargli un altro taglio però, potrebbe andare.” Riappoggiò lo schizzo sul tavolo: “Hai buon gusto.”

“Hehe.”

“Bene, allora perché sei venuto qui? Sicuramente non per aiutarmi.”

“Ehm, no. Ho bisogno di un attirè da sera.”

Il castano prese una matita ed incominciò a disegnare, mentre la modella stava in piedi, ovviamente senza sapere che fare e Naruto le fece segno di andarsene.

“Come mai? Non mi sembra che ci siano feste , sarei stato sicuramente invitato.”

“Si, ne sono sicuro, ma non è per una festa. Sasuke-teme vuole che lo accompagni alla sua cena di famiglia e devo vestirmi decentemente.”

Nara rimase in silenzio, scioccato a fissare l’assistente più duraturo nella storia del regno del terrore di Sasuke Uchiha.

“Così, mi chiedevo, se potessi darmi qualcosa?”

Shikamaru si svegliò dalla sua trance e annuì: “Certamente, allora, che tipo di cena è?”

“Beh, quel teme non ha voluto dirmi niente, ma ho fatto delle ricerche. È una cena di famiglia, tutti i parenti più stretti direi.”

“Hn, allora, per una cena di famiglia a casa Uchiha, direi, Lagerfeld…”      

 

Sasuke osservò il condominio del suo assistente da fuori, era proprio una schifezza, d’accordo che l’affitto a New York era ridicolamente alto e anche il prezzo della vita era salito… okay, d’accordo, forse era lui che era abituato ad un tenore di vita alto come un grattacielo.

 

Lanciò un’occhiata al suo rolex e decise che ora poteva salire, cercò di non dare troppa importanza allo sporco, oddio quello era un topo? Respirò cercando di indossare la maschera fredda che aveva sempre, raggiunse l’appartamento e bussò.

“La porta è aperta!”

La aprì e vi entro, chiudendola dietro di se.

“Sasuke?”

“Hn.”

“Sono in stanza mia, aspetta un attimo devo mettere a posto la cravatta.”

 

L’Uchiha sospirò ed andò nella stanza per vedere dove cavolo era finito il suo dobe. Si. Suo.

 

Naruto era davanti allo specchio con una cravatta aperta, mentre stava tentando di capire come la doveva chiudere.

“Problemi con la cravatta, dobe?”

“Sì, ecco, non ho mai imparato a fare i nodi.”

“E con Kiba?”

“Shikamaru me l’aveva fatta prima che io me ne andassi.”

“E perché non te l’ha fatta anche sta volta?”

“Era troppo occupato a riarrangiare un vestito per Tsunade.”

“Hn, dobe.”

“Teme! Non tutti sono abituati ad andare in giro vestiti come dei principi, lo vedi dove abito! Stupido teme!”

 

Sasuke si avvicinò sospirando, prese Naruto per il colletto e disse: “Lascia fare a me, stupido dobe.”

“Teme, forse mi sbaglio io, ma stupido e dobe non vuol dire la stessa cosa?”

“Hn.”

Il capo portò le sue mani verso il collo del biondo facendo con maestria il nodo, accarezzando leggermente e dolcemente il collo brunito, lasciando poi delicatamente cadere la cravatta e appoggiando infine i palmi delle sue mani sul petto dell’uomo leggermente più basso di lui che era già arrossito.

“Bene…grazie… Ora però andiamo, non vorrei mai infrangere una delle tue preziose regole.”

“Quali regole?”

“Un’Uchiha non arriva mai in ritardo!”

Naruto prese il suo capo per la mano e scese di corsa giù per le scale, era così imbarazzato! Quelle mani erano state così dolci, nessuno lo aveva mai toccato con tale dolcezza… tentò di scacciare quei pensieri dalla sua testa, infondo era il suo capo diamine!

 

Il viaggio fu silenzioso per la prima mezz’ora, Naruto si tratteneva dal parlare troppo imbarazzato dal fatto che Sasuke era riuscito a fargli battere il cuore così velocemente solamente toccandolo, non gli piaceva come si stavano sviluppando le cose, sembrava troppo simile al suo passato. C’erano troppe cose che coincidevano, ma allora, cosa sarebbe successo? Si sarebbe tutto ripetuto? Sarebbe finita come l’ultima volta? Non poteva proprio fuggire dal suo passato?

No. Sicuramente no, figurati se Sasuke aveva dell’interesse verso di lui in quel senso, il principe di ghiaccio, mister ‘sei-stato-utile-solo-per-una-notte-di-sesso-e-pure-scadente’, nah, non aveva intenzione di diventare il giocattolo di nessuno, nemmeno di un super-sexy bastardo.

 

Sasuke al contrario stava, diventando insicuro, dentro di se, sperava che Naruto non fosse così imbarazzato per via del fatto che era il suo capo e ci stava provando, sperava che l’imbarazzo fosse perché era il suo capo e lui aveva un ragazzo e che pensava che non fosse giusto…

 

“Allora, c’è qualcosa che devo sapere sulla tua famiglia?”

Sasuke lanciò un’occhiata al ragazzo e poi annuì: “Mio fratello sembra tanto un uomo perfetto ma in realtà è un sadico pervertito, mio cugino Shisui è forse anche peggio, mio padre lo conosci, mia madre è molto dolce, credo sia tutto, cerca di fare una buona impressione.”

“Certo, certo. Farò del mio meglio.”

“Hn.”

 

La macchina si fermò davanti al cancello dell’enorme mansione Uchiha, Naruto sentì il proprio cuore battere all’impazzata e non capiva, infondo era solo la famiglia del suo capo, non quella del suo ragazzo, oh?

 

La casa era bellissima ed enorme, i due uomini rimasero in silenzio, attraversarono il corridoio raggiungendo il salotto dove la famiglia Uchiha li stavano giá aspettando, appena entrarono quattro paia di occhi nero carbone si fissarono sul biondo e se quest’ultimo non avesse una assoluta perfetta preparazione a qualunque sguardo gli venisse lanciato, probabilmente sarebbe fuggito a gambe levate.

Invece prese tutto l’autocontrollo ricevuto grazie a un anno di sguardi omicidi di Kyubi e sorrise, inchinandosi leggermente: “Piacere di conoscervi, il mio nome è Naruto Uzumaki e sono il corrente assistente di Sasuke-san.”

Fugaku fece passare il suo sguardo dalla kitsune a Sasuke e poi da Sasuke alla kitsune, per poi dire: “È un piacere avervi qui. Naruto-kun, questa é…”

“Mikoto Uchiha, la sua adorabile moglie, è un piacere conoscerla.” La donna sorrise arrossendo leggermente: “Mentre lei è Itachi Uchiha, il figlio maggiore e futuro erede della Uchiha Co. E suo nipote Shisui Uchiha. Sasuke-san mi ha giá informato.” Poi arrossì leggermente: “È un onore conoscervi, spero.”

 

Fugaku annuì e allungò la mano: “È un piacere incontrarti al di fuori dal mio ufficio, Naruto-kun.”

“Oh, mi chiami Naruto.” Il biondo strinse la mano al capo famiglia e poi disse: “È un piacere anche per me incontrarla al di fuori dell’ufficio.”

 

Poco dopo aver parlato con tutta la famiglia vennero invitati dal maggiordomo a sedersi a tavola. La famiglia Uchiha era entusiasta di Naruto, Itachi e Shisui si divertivano molto a metterlo in imbarazzo, ma il biondo riusciva sempre a rimbeccarli. Mikoto era al settimo cielo che Sasuke avesse trovato qualcuno con cui parlare e Fugaku, beh Fugaku parlava e parlava, sembrava che l’Uzumaki fosse molto ben informato e si era creato delle solide convinzioni che non voleva assolutamente abbandonare e questa era una cosa che il capostipite degli Uchiha apprezzava immensamente.

 

Sasuke osservava attentamente il padre durante il dialogo con Naruto, sembrava molto rilassato e quando Fugaku lanciò un’occhiata nella sua direzione, in quei occhi neri, che assomigliavano tanto ai suoi, vide approvazione.

Non era mai stato molto contento del suo orientamento sessuale e gli c’era voluto molto tempo per digerire la cosa, aveva sbraitato, urlato, l’aveva minacciato di diseredarlo, ma quando aveva visto che da bravo Uchiha, non aveva fatto una piega, si era rassegnato. Aveva sempre sperato che trovasse qualcuno che si confacesse allo standard Uchiha e tutte quelle puttanelle che si portava a letto sicuramente non lo erano.

Sasuke era sorpreso che avesse subito notato il suo interesse nei confronti del biondo, di solito suo padre non era molto perspicace quando si trattava dei sentimenti.

 

Alla fine della serata il minore degli Uchiha accompagnò Naruto a casa.

“Allora, che ne dici della mia famiglia?”

“Hehe, sono un po’ preoccupanti, soprattutto Itachi e Shisui, ma sono tipi a posto, credo almeno. Non hai assassini in famiglia vero?”

“Non credo, anche se con Itachi non ne sarei troppo sicuro.”

Il biondo sorrise, incominciò a guardare fuori dalla finestra e poi, quando la macchina si fermò davanti al condominio dove viveva si voltò di nuovo verso Sasuke: “Allora, ci vediamo lun…” venne interrotto da due calde labbra che si erano posate sulle sue, con dolcezza e la lingua calda di Sasuke le stava accarezzando, chiedendogli di aprirle, per farlo entrare. All’inizio era rimasto di pietra, ma poi le funzioni del suo cervello si erano spente, facendo aprire le labbra, incontrare le due lingue, intrecciandole in un dolce bacio pieno di passione.

Le labbra si lasciarono e vi furono solo degli sguardi fugaci e Naruto fuggì dalla macchina mormorando che si sarebbero visti lunedì, lasciando indietro un Sasuke più che soddisfatto.   

 

Il ragazzo corse verso il suo appartamento, chiudendo velocemente a chiave la porta, facendosi poi cadere a terra e nascondendo la testa tra le mani. Si stava tutto ripetendo, tutto, non era possibile, non poteva finire come l’ultima volta. Non poteva…

 

*

 

Naruto aveva tentato di vestirsi semi-decentemente per la cena del club, aveva sentito che nel club vi erano tra i più importanti giornalisti e d’Inghilterra e sicuramente non voleva fare brutta figura con dei suoi possibili futuri colleghi.

 

Quando Kyubi venne a prenderlo era tutto agitato, come un ragazzino per il ballo di fine anno, il suo capo tentò di calmarlo, sorridendogli dolcemente e raccontandoli che erano tutti tipi un po’ strani e che perciò non si doveva preoccupare, ma non servì a molto. Per Naruto era come conoscere la famiglia di Kyubi e, anche se non voleva ammetterlo a se stesso, voleva proprio piacere alla sua famiglia…

 

Al suo arrivo venne praticamente assaltato dagli amici di Kyubi, passò due ore a venir sottoposto a un interrogatorio minuzioso, ma alla fine decise che erano tutti molto simpatici.

Pazzi, non vi era dubbio, ma simpatici.

 

Più tardi quella notte Kyubi lo riaccompagnò a casa, andò con lui fino alla porta di casa sua: “Bene, spero che i miei amici non ti abbiano spaventato troppo.”

“Uh, no…sono simpatici, c’erto Ichibi fa paura, ma gli altri sono simpatici.”

“Mmh, Akai è arrabbiato con me perché gli ho rubato il ragazzo.”

La kitsune arrossì leggermente, si era dimenticato che Kyubi era il fratello di Akai, aprì la porta e poi si voltò di nuovo verso l’uomo dai capelli rossi: “Ehm, allora, ci vediamo lunedì. Arrive…” venne fermato da due calde labbra che si erano posate sulle sue, un bacio dolce eppure possessivo, un bacio che voleva far capire a colui che lo riceveva, quello che colui che lo dava provava. Un bacio che sapeva di amore, passione, desiderio e quando il baciò terminò Naruto non poté fare a meno di sorridere e iniziarne un altro.

 

*

 

Il giorno dopo Sasuke notò che Naruto era rimasto tutta la mattina in silenzio a fissare il telefono, non aveva risposta a neanche una chiamata, facendole andare tutte sulla segreteria, cosa che era alquanto strana, di solito faceva i salti mortali per rispondere, mentre oggi, niente.

Era per quello che era successo ieri? L’aveva talmente scandalizzato da scioccarlo in quel modo?

 

Il telefono suonò di nuovo e questa volta sulla segreteria si sentì la voce di Kiba: “Ciao Nacchan, mi chiedevo se volevi venire a pranzo con me, mi manchi tanto ed è da due giorni che non ti vedo, ne ti sento.”

Naruto prese subito la cornetta e rispose: “Kiba? Ciao sono io, io, ecco, si, per pranzo va bene. D’accordo, ti aspetto.”

 

L’Uchiha sospirò, certo, ora probabilmente racconterà tutto a Kiba e quello lo convincerà a farlo citare in giudizio per molestie sessuali…okay, respiro, non doveva farsi prendere dal panico per una cacchiata del genere.

 

Vide Naruto uscire dall’ufficio senza dire niente e decise, doveva fargli capire che era serio e che lui non sarebbe stato solo un giocattolo, perciò avrebbe dovuto liberarsi di quelle puttanelle che si portava a letto…

 

Naruto stava fissando il suo ramen in silenzio, non riusciva proprio a trovare la forza per mangiare, non pensando a quello che avrebbe fatto ora, si sentiva così male…

“Cosa c’è Naru-chan? Perché non mangi?”

Alzò gli occhi blu per incontrare lo sguardo preoccupato del suo ragazzo: “Io…ecco, Kiba, c'è qualcosa, di cui dobbiamo parlare…”

“Cosa?”

“Io…io, credo che dobbiamo finirla.”

L’Inuzuka guardò Naruto scioccato negli occhi: “In…in che senso?”

“Finire la nostra storia, chiuderla, voltare pagina, dillo come vuoi, ma credo dovremmo smetterla di vederci.”

Il castano rimase in silenzio a guardare il ragazzo biondo davanti a se, nei suoi occhi dorati si rispecchiava un'enorme tristezza e tanta delusione: “Come mai?”

“Io…ecco…” mi sono preso una cotta per il mio capo! No eh? Non posso dirglielo così…

“Non le sento.”

“Cosa?”

“Le farfalle, la voglia di baciarti, di passare del tempo con te, non c’è. Tu sei perfetto, sono io, io che sono uno stronzo.”

“Naruto…”

I due rimasero in silenzio e poi Kiba annuì: “Ho capito, se è quello che hai deciso.”

“Si, mi dispiace.”

L’altro fece segno di no con la testa e poi gli sorrise: “Grazie per avermi dato una possibilità.”

 

La kitsune rimase in silenzio e poi lo baciò dolcemente su una guancia: “Mi dispiace tanto. Grazie per averlo accettato.”

Poi se ne andò, il cuore che gli doleva alla vista degli occhi vuoti di Kiba e dentro di se si diceva: Provami che sei diverso, provami, che non farai quello che ha fatto lui.

 

 

Okay, grazie per tutti quelli che hanno commentato il chappy precedente. Voglio dire che questo è il penultimo capitolo e che spero sia venuto abbastanza bene.

 

Questo capitolo lo dedico ad allsecrets2 che oggi compie gli anni! Tanti auguri!

 

Alla prossima!

 

  
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