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Autore: Overfire    24/02/2015    0 recensioni
Nel mondo moderno si sostiene che ci sia un secondo universo simile all'epoca feudale giapponese. Gli astronomi che conducono ricerche sono sempre più convinti che non ci sia modo di arrivarci, ma Mirai, uno di essi, ha un'altra idea sul come arrivarci: il libro del Lago. Quest'ultimo ha poteri magici e secondo il ragazzo può portarlo dove vuole andare.
Scoprite se è vero !
Premetto che è la prima volta che metto una storia a più capitoli da queste parti, non mi trucidate per favore ;)
Spero vi piaccia
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La calda aria estiva gli scaldava la pelle lattea

“ Accidenti Mirai ! È assurdo ! Come puoi pensare solo di raggiungere quel mondo ! ”

esclamò l'amico accanto a lui. Biondo, occhi azzurri, il classico bell'imbusto.

“ Avanti Charge, devi semplicemente aiutarmi a prendere quel libro dal tempio, niente di più ! ” gli rispose esasperato

“ Perchè vuoi andare per forza in un altra dimensione ? ” gli chiese

“ Mi pare ovvio no ! Per scoprire nuove cose ! ” gli occhi scarlatti di Mirai brillarono come fuoco vivo

“ Basta ! La smetto di cercare di convincerti, tanto è prettamente inutile, andiamo a prendere quel cavolo di libro ! ” concluse Charge sconfitto.

E così andarono al tempio

“ Tu distrai il bonzo, io prendo il libro ” ordinò il ragazzo dagli occhi cremisi

“ Aye captain ” rispose Charge senza ombra alcuna di entusiasmo

“ Buongiorno ragazzi, cosa posso fare per voi ? ” chiese l'uomo calvo vestito con un kimono bianco e dei pantaloni blu notte

“ Vorrei chiederle delle informazioni ” abilmente il biondino attirò il monaco nella sua tela aprendo una conversazione che non sarebbe finita troppo presto.

Mirai non aveva perso tempo ed era entrato nel magazzino. Il ripostiglio delle vecchie cianfrusaglie ritenute oggetti mistici odorava di chiuso e di muffa, gli scaffali erano ricoperti di polvere, sembrava non ci entrasse nessuno da secoli. Le mensole ricolme di oggetti vari gli sfilavano accanto passive e modeste

“ Eccolo ! ” un ghigno si formò sulle sue labbra, stava per soddisfare la sua sete di ereudizia. Ma non appena toccò la copertina di velluto nero del libro, una luce lo avvolse

“ Sul tuo cammino avviarti devi, esso passa per pianure e rovi, ma se sapere è ciò che vuoi non sarà la tua sagacia a guidarti in questo mondo. La spada che piange sogni infranti trafiggerà i cinque cuori, e l'amore che essa prova si spezzerà contro la dura roccia. ” una voce profonda uscì dal libro e addio all'epoca moderna. Un portale bianchissimo lo risucchiò e non vide più nulla.

 

 

Muze camminava lenta lungo il sentiero in pianura, doveva raggiungere il ciliegio dai fiori di porpora, così diceva quella roccia sulla tomba della leggenda “Watanabe il falco”.

“ Yume-sempai da che parte ? ” chiese arrivata davanti ad un bivio, la spada sulla cui lama risplendeva la nebulosa di Orione saltellò avanti a lei uscendo dal fodero

“ Mhmmmm, destra...No! Aspetta è a sinistra ! ” rispose con fare indeciso

“ D'accordo decido io, andiamo a sinistra ” si arrese la ragazza, quindi afferrò l'arma per l'elsa e ripartì imboccando il sentiero a sinistra. Dopo qualche ora giunse davanti al ciliegio dai fiori violacei

“ Ci siamo ” disse avvicinandosi, ma qualcosa schizzò fuori dai cespugli e la urtò violentemente.

“ hahahahahahaha ! Sei proprio una stupida mocciosa ! Cosa ti fa pensare che ti lascerò la conchiglia ? ” la voce cavernosa dell'essere ripugnante che aveva davanti la trapassò da parte a parte

“ Tsk ! Come se riuscissi ad impedirmelo ” sbottò sfacciata “ Yume-sempai ! ” richiamò a se la spada e con un gesto morbido la impugnò di rovescio difendendosi dagli artigli del demone.

“ Solo perchè sei la figlia del Grande Demone nessuno ti da il diritto di prenderti i cinque sacri tesori ! ” la rabbia cieca si poteva vedere negli occhi neri e malvagi dell'essere

“ E chi dà il diritto a te di prenderli ? ” Muze parò magistralmente il colpo, ma non fece in tempo ad evitarne un secondo ed un terzo, diretti alla spalla sinistra

“ Ti credi forte eh insetto ! ” incalzò il demone con un ghigno

“ Non mi credo forte ! IO SONO FORTE ! ” esclamò avendo la meglio su di lui. Il povero disgraziato, finì diviso in due sull'erba mossa lievemente dal vento. Un lamento strozzato le morì in gola, stava perdendo fiotti di sangue per una ferita di poco conto, e quelle minuscole conoscenze che aveva sulla medicina, le dicevano chiare come il sole che non era affatto normale.

“ Accidenti a quel bastardo, erano artigli avvelenati ! ” imprecò pesantemente prima di cadere in ginocchio grondante di sudore

“ Muze ! ” esclamò Yume preoccupato

“ Sto bene Yume-sempai ” mero e inutile tentativo di tranquillizzarlo, perchè era chiaro come il sole che non stava affatto bene, e la spada si pentì di non avere le mani per aiutarla. Ci fu un tonfo sordo

“ Muze ! ” la spada saltellò vicino al corpo della ragazza, stesa a terra priva di sensi. Aveva il fiato corto, perdeva sangue ed era sotto l'effetto di chissà quale veleno, non aveva proprio idea di che fare, sia lui che Muze non erano delle grandi cime in medicina e di certo non avrebbe potuto chiedere a degli umani di salvare un demone, quale era la sua padrona. Non l'avrebbero mai fatto. Perchè gli umani hanno paura dei demoni.

E una luce bianchissima si accese vicino al ciliegio...

 

 

Venne sbattuto violentemente fuori dal portale, finendo con la faccia a terra

“ E che cavolo ! Con più delicatezza no eh ?! ” si lamentò e si guardò intorno.

“ Ehi ragazzo ! ” sentì una voce tra il roco e lo stridulo

“ Chi mi chiama ? ” chiese confuso, una katana sulla cui lama era raffigurata la nebulosa di Orione saltellava per richiamare l'attenzione.

“ Sì proprio io babbeo ! ” sbottò la spada notando di essere fissata

“ Per la miseria ! ” esclamò notando la ragazza dietro l'arma

“ Alla fine ci sei arrivato ! ” sputò le parole, si vedeva lontano un miglio che era in ansia “ Prendi la conchiglia che si trova tra i rami di quell'albero ! ” ordinò

“ Perchè ? ” ora era più confuso che mai

“ è logico deficiente ! Serve per aiutarla ! Ti faccio presente che io non ho le mani ! ” gli urlò in faccia al limite dell'esasperazione

“ D'accordo, calmati ” il tono piatto del giovane fece quasi impazzire l'oggetto che ancora saltava da una parte all'altra, ma alla fine vedendolo che si arrampicava calmò i suoi bollenti spiriti.

Mirai si issò sul ramo più basso alla ricerca della conchiglia, il profumo esile dei fiori di ciliegio gli inebriava le narici

“ Sul tuo cammino avviarti devi, esso passa per pianure e rovi, ma se sapere è ciò che vuoi non sarà la tua sagacia a guidarti in questo mondo. La spada che piange sogni infranti trafiggerà i cinque cuori, e l'amore che essa prova si spezzerà contro la dura roccia. ” la frase che gli aveva detto il libro gli rimbombò in testa, se succedeva una cosa del genere c'era sempre un motivo, dettato dal suo sesto senso. La profezia, se così si poteva definire, parlava di cinque cuori, magari la conchiglia aveva qualcosa a che fare con questi. Così senza perdere un secondo si spostò nella parte sinistra dell'albero e continuò a cercare. Un rincuorante scintillio premiò la sua fatica, la conchiglia era appesa con un filo al ramo sopra di lui. Non arrivava a prenderla però, era troppo in alto per lui. Allora, senza pensarci troppo spiccò un salto e la afferrò al volo prima di finire una seconda volta con la faccia a terra.

“ Muoviti ragazzo ! ” lo incitò la spada, vedendolo cadere e rialzarsi

“ Che ci devo fare con questa ? ” domandò sollevando l'oggettino che aveva in mano all'altezza del viso

“ Poggiala sul petto della ragazza ” nella voce dell'arma c'era un certo tono di angoscia. Mirai fece come detto ed una lieve luce rosata illuminò la conchiglia, ora che la spada stava nel suo mutismo, aveva più tempo per osservare la ragazza. Aveva i capelli bianchissimi legati in una coda alta, il volto era pallido ed imperlato dal sudore, le orecchie a punta erano sbiancate del colore naturale della pelle, indossava un hitatare bianco chiuso da una fascia nera stretta appena sotto il seno e dei pantaloni anch'essi neri fermati a vita alta dalla stessa pezza di tessuto che bloccava la giacca. Le spalle erano coperte da delle protezioni nere e rosse ed appeso al fianco sinistro c'era un fodero vuoto, quasi sicuramente quello della fastidiosa spada. Era bella, sebbene apparisse sofferente.

La ferita che aveva sulla spalla si stava richiudendo, buon segno, anche la spada era più rilassata

“ Grazie per avermi aiutato ” bofonchiò l'arma a bassa voce

“ Di nulla, posso sapere se hai un nome ? ” rispose Mirai gentilmente

“ Mi chiamo Yume ” fece la spada.

“ Bene Yume, mi sai dire dove siamo ? ” chiese il ragazzo dagli occhi scarlatti

“ Questo regno non ha nome, ma se intendi per universo, di certo non è il tuo ed io non conosco abbastanza per darti questa informazione ” rispose Yume spicciolo

“ Interessante ”commentò

“ Ehi moccioso, non fare lo scienziato con me ! ” esclamò l'arma irritata

“ Amico io sono uno scienziato ! ” sbottò Mirai

“ E sentiamo in cosa saresti così saccente ” disse la spada con aria di sfida

“ Ho conoscenze decisamente approfondite in medicina e una laurea in fisica astronomica ! ” rispose piccato

“ Interessante ” imbeccò l'altro.

“ Yume ! Smettila di litigare con il ragazzo ! E tu, smettila di litigare con la mia spada ! ” una voce femminile li divise

“ Muze ! ” la spada parve illuminarsi

“ Yume-sempai ! Sei sempre il solito scorbutico ” la ragazza era seduta e lanciava occhiate di fuoco a Yume

“ Tsk ! Piuttosto, ringrazia il moccioso saccente, è merito suo se non ci hai lasciato la pelle ” cambiò argomento, lei si girò verso l'oggetto della conversazione che li osservava con una punta di curiosità.

“ Quindi, l'hai presa tu la conchiglia ? ” chiese rivolgendosi al giovane

“ Sì ” le sorrise

“ Grazie per avermi salvato la vita ” disse la ragazza

“ Non c'è di che, qual è il tu nome ” domandò Mirai

“ Muze, il tuo ? ”

“ Mirai ”.

 

 

 

  
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