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Autore: fottutosorrisoo    24/02/2015    0 recensioni
ciao sono Selena, ed ero una ragazza di 19 anni allegra e spensierata, almeno finché non accadde una cosa terribile, che mi segno' per tutta la vita. un evento che io considerai un dilemma, ma che adesso, col senno di poi, ho capito che poteva andarmi molto peggio. che quel periodo della mia vita, fu solo un orribile periodo che non potro' MAI dimenticare. ero un' irresponsabile, inguaribile ottimista ma cambiai proprio da quell'evento. ora vi racconto....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2:
…sentii qualcuno che mi scuoteva, aprii gli occhi e mi trovai davanti il barista, ero ancora in quel maledetto bagno. Arrivo una cameriera con una coperta in mano e la passo al barista che mi aiuto a coprirmi, poi disse:”stai calma sta per arrivare un’ambulanza”
Senza accorgermene avevo iniziato a singhiozzare.
Io:”q-quel…m-mostro m-mi…”
Barista:”shhh… stai tranquilla” mi abbraccio e disse:”la polizia lo prendera, non sara facile dimenticare cio che ti è accaduto, ma adesso devi solo pensare alla tua salute”
Anche lui sembrava scioccato quanto me, per cosi dire.
Sempre piu gente si riuniva intorno a me, certi mi  guardavano e si bisbigliavano qualcosa, certi mi chiedevano se stavo bene, altra gente era ubriaca e non ci faceva neanche caso, tutte quelle persone che mi stavano attaccate mi toglievano il respiro quando poi ad’un tratto sentii delle sirene in lontananza. L’ambulanza era arrivata e io stavo perdendo di nuovo i sensi.
Mi svegliai. Ero su un letto, ero in ospedale. Seduto vicino al letto c’era il barista della discoteca dove ero stata…ecco si…
Comunque aveva ancora la divisa e mi guardava poi all’improvviso disse:
”scusa ma ho usato  il tuo cellulare per chiamare i tuoi, dovrebbero essere qui a momenti”
Io:”fa niente…”
Barista:”non ricomiciare a piangere, per ora sei al sicuro”
Aveva ragione, stavo piangendo, ancora. Pero con lui mi sentivoal sicuro anche se sapevo che era una cosa provvisoria, perhcé se quel maledetto non fosse finito in galera io non sarei mai stata al sicuro, non sarei piu stata sicura di mee delle mie capacita. D’un tratto mia madre e mio padre entrarono come delle furie e si avvicinarono, mia madre non la smetteva un secondo di piangere e singhiozzare, proprio quello di cui avevo bisogno, dovevo consolare la persona che doveva aiutarmi, fantastico. Era la cosa migliore che mi fosse mai capitata. Pero ero anche un po sollevata, avevo la miafamiglia al mio fianco, ero viva. Stavo tirando avanti, stavo sopravvivendo. Pero ero lo stesso terrorizzata, e se quel maniaco mi avesse cercata? Quei pensieri alla mentee subito il malumore torno.
Papa:”stai bene bambina mia?”
Io annuii e cercai di sorridergli, non volevo farli preoccupare piu di quanto non lo fossero gia. Mio padre stava per aggiungere un’altra cosa ma subito arrivo lui il mio migliore amico e appena mi si avvicino e mi abbraccio.
Stefano:”scusami, scusami è tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto lasciarti sola in quella discoteca. Non avrei  mai dovuto. Sono stato uno stupido irresponsabile”
Io:”l’importante è che sono ancora viva”
Stefano:”chi è quel bastardo che ti ha toccata? Giuro che se lo trovo lo gonfio di botte e…”
Mio padre lo interruppe e disse:”giovanotto modera i termini. Tu devi sparire, subitoé successo tutto per colpa tua…” cercai di interromperlo e dissi:”non è vero papa!” ma lui ignorandomi continuo dicnedo:”dovevi prottegerla…” cercai di interromperlo e dissi:”non è vero papa” ma lui ignorandomi continuo dicendo:”dovevi proteggerla e non l’hai fatto” lo spinse fuori dalla stanza e prima che se ne andasse stefano si giro verso di me alzando la mano. Mi avrebbe contattata lui.
Io e il mio migliore amico usavamo sempre dei codici per comunicare fin da quando eravamo piccoli, cosi da non farci beccare da nessuno, e in uel caso aveva usato uno dei nostri codici.
 Guardai verso la sedia in cerca del barista per ringraziarlo ma la sedia era vuota.
Io:”mamma sai se il ragazzo che era seduto su quella sedia se ne è andato?”
Mamma:”tesoro suquella sedia non c’era nessuno, stai delirando forse è meglio che ti riposi. Noi rimarremo qui con te fino all’ora in cui potrai finalmente uscire”
Io mi rannicchiai e iniziai a pensare. No, non poteva essere. Il barista c’era veramente, quel ragazzo mi era stato veramente vicino.
Quando finalmente uscii dall’ospedale e tornai a casa con i miei genitori ricevetti una chiamata da stefano.
Io:”ehi… ciao rosie”
Stefano:”ci sono li tuoi, vero?”
Io:”si non è stato per niente piacevole”
Stefano:”capisco, ti va se ci vediamo? Questo pomeriggio al boschetto alle 16.00?”
Io:”chiedo ai miei ti faro sapere”
Stefano:”okay ci sentiamo cucciola”
Quando riattaccai mi girai verso i miei e dissi:”potrei andare a casa di rosie?”
Papa:”e va bene, pero ti accompagnamo noi a casa sua. A che ora?”
Io:”allle 16.00”
Non avevo per niente paura ad uscire con stefano. Lui era in grado di proteggermi, per strada aveva fatto a botte e coinvolto in situazioni…pericolose… diciamo, e in molti lo rispettavano.
Stefano:”eccomi, quindi?”
Io:”si posso. Pero davanti alla casa di rosie. I miei non vogliono che io esca di nuovo con te, quindi ho raccontato una bugia”
Stefano:”okay allora a dopo”
E poi riattaccai….
   
 
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