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Autore: vermissen_stern    25/02/2015    3 recensioni
Queste sono storielle brevi. Spaccati di vita quotidiana decisamente tragicomici che avranno come protagonisti i personaggi di Reignite sia canonici che creati da me, il tutto ambientato prima della trama principale e probabilmente anche dopo il suo seguito. Non posso sapere quanto questa raccolta sarà lunga ( potrebbe anche concludersi in un paio di capitoli ) per cui prendetela per come viene!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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– Davvero un posto incantevole… non ero mai entrata qui prima d’ora–

– Davvero Suguru non ti ci ha mai portato? Strano, questo locale è piuttosto rinomato tra la classe nobile–

– Mio marito mi ha sempre portato al chiostro di gyuudon a qualche isolato di distanza dal palazzo reale… quando eravamo giovani era anche romantico–

C’era una nota di velata nostalgia nelle parola della regina Belinda, ma anche la volontà di non rivangare troppo certi ricordi che attualmente avevano preso una sfumatura malinconica dopo molti anni di matrimonio e una giovinezza che ormai non c’era più. Più gli anni avanzavano e più Belinda era stata messa gradualmente da parte dapprima con la nascita di Kid, un bambino fortemente desiderato ma che purtroppo era arrivato in ritardo, e poi dall’avanzata dell’età del suo stesso marito che iniziava a dimenticarsi molte cose importanti di loro due. King Muscle non aveva altri occhi a momenti che per il suo unico figlio con cui continuava a giocare e a viziare nonostante non fosse più un bambino, e per sua moglie ormai aveva solo un bacio del buon giorno e uno della buona notte. Fine della storia.

Per cui, non ci sarebbe stato da sorprendersi che Suguru si fosse dimenticato per la decima volta consecutiva l’anniversario del loro matrimonio.

Non lo aveva mai perso ed ogni volta che correva quel giorno la portava sempre in quel piccolo chiostro. Beh, a dire il vero sua maestà ci andava ogni volta che poteva una volta al giorno, ma era tutt’altra cosa quando erano giovani e il fatto che fossero innamorati portava a sorvolare sugli aspetti estetici di un determinato luogo di appuntamento. Ed ora, che i quasi trenta anni di matrimonio erano superati abbondantemente si era ritrovata nuovamente con di fronte un ignaro marito messo alle strette dalla sua innocua domanda su che giorno fosse oggi.

Disgraziatamente quella piccola conversazione avvenne nell’ufficio del re, con un Suguru messo in estrema difficoltà dalla domanda e dallo sguardo truce della moglie, e sempre disgraziatamente Ataru si trovava li per discutere di lavoro con il proprio sovrano.

Il fratello maggiore del re aveva un’ottima memoria,  e a quella domanda sapeva dare la sua ovvia risposta silenziosa limitandosi a guardare la propria regina. Fu uno sguardo breve e complice, in cui il soldato si dimostrò dispiaciuto per quella dimenticanza piuttosto imbarazzante del regnante, e solo quando Belinda uscì fuori dall’ufficio con fare giustamente stizzito decise di seguirla per farci due chiacchiere.

Poche parole a dire il vero, poiché il soldato non era bravo ad esternare i propri sentimenti e se fosse stato per lui avrebbe dato una sonora lezione ad un fratello che, fisicamente parlando, non avrebbe certo retto un pugno in pieno volto da parte di un consanguineo molto più allenato di lui.

L’aveva colta sull’orlo di una crisi di pianto nervosa, ormai stanca di sentirsi messa sempre più da parte da una famiglia che continuava ad amare nonostante la sempre più precoce invisibilità. Per Ataru la regina non era mai stata invisibile e pertanto, in quanto soldato reale, era tenuto per dovere a dare conforto a Belinda anche se in fin dei conti il suo non era semplicemente dovere di fronte alla propria signora.

Pertanto, era a conoscenza di un posticino che tra la nobiltà del pianeta era rinomato per l’alta cucina oltre che per la gran classe della sua tappezzeria… si, insomma, roba da nobili “squattrinati”. Tuttavia, per quanto il vecchio soldato non sopportasse quei nobili che avevano persino paura di sporcarsi le punte delle loro scarpette scamosciate, aveva preso a cuore l’ennesima delusione di Belinda chiedendole senza indugi di venire con lui quella sera a cena fuori.

“Forse posso sembrarti fuori luogo, mia signora, ma gradirei averti come mia ospite a cena. Anzi… lo esigo!”

Se ne sorprese lui, ma se ne sorprese anche la consorte del regnante di un intero pianeta che, per qualcosa che scattò nel suo stanco cervello, oppure semplicemente per fare un dispetto al marito sempre più sbadato riguardo la loro sfera sentimentale, accettò di buon grado l’invito di Ataru. E la regina non si limitò semplicemente ad accettare quell’invito senza battere ciglio, ma anche a farsi bella infilandosi un abito nero che non indossava più da tanto tempo oltre che a rispolverare il barattolo della cera per darsi una bella rinfrescata a tutta la pelle.

Una rinfrescata notata anche dallo stesso soldato che non aveva potuto fare a meno di farle un innocente complimento sulla sua bellezza, ben accolto dalla donna logicamente che ben pensò di irrigidire di più la schiena per sembrare più orgogliosa nel mentre entrava nel lussuoso locale, una volta che furono arrivati, tenendosi a braccetto con il militare nel mentre che alcuni nobili si ritrovarono a riconoscerla ad ogni suo passo elegante.

Ma ora, ormai giunti alla fine di quella cena squisita e con il suono di un pianoforte poco distante a riempire il mezzo minuto di silenzio tra i due kinnikku ora intenti a degustare vino, sembrava inevitabile che tutta l’atmosfera piacevole che si era creata si stemperasse con la dura realtà che reclamava la donna.

– Belinda… posso farti una domanda? –

– Hm? –

Di solito non era da lui darsi troppe confidenze con la moglie di suo fratello, ma proprio non riuscì ad evitare quella domanda spinosa che stava per porgerle e che sentiva venirgli dal più profondo del suo animo.

– Hai mai avuto rimpianti a… si insomma, a sposarti? –

Quella domanda detta con una punta di imbarazzo lasciò per un breve momento pietrificata la povera regina, e il calice di vino rosso che stava degustando per un breve momento traballò tra le dita sottili.

– Io.. no. Ovviamente no, Ataru! Certo, alle volte vorrei che Suguru si ricordasse un po’ più spesso di noi due, ma suppongo che sia l’età ormai…–

“Allora perché hai tentennato prima di darmi una risposta?”

Non era desiderio di Ataru mettere il seme della discordia tra i due coniugi, ma era preoccupato per la propria regina più che per il fratello che attualmente aveva altri interessi oltre il proprio lavoro di regnante. E tuttavia, era altrettanto vero che neppure lui capiva tutto questo interessamento verso gli affari privati della donna. Era sempre stato distante da questioni sentimentali e sapeva di non essere bravo a gestire i propri sentimenti positivi nei confronti di chi voleva bene, ma forse la vecchiaia, oppure vedere Belinda “spegnersi” un poco per volta all’incontrario di Suguru che sembrava tornare bambino, lo aveva spinto ad aprirsi più del dovuto per un lupo solitario come lui.

Ataru aveva rifiutato il trono a causa di genitori particolarmente stronzi che non gli avevano mai lasciato il suo spazio fin da bambino, programmandogli la vita come futuro regnante senza tener conto di cosa volesse fare per davvero nella vita, ed anche se per un breve periodo della propria vita aveva rimpianto di aver abbandonato casa e perso il trono non era comunque dispiaciuto nell’essere diventato quello che era ora.

Ma si era aperto con lei, rispecchiandosi in parte in quel suo stato d’animo di totale incomprensione e frustrazione, sorprendendosi non poco per quella domanda che poteva suonare quasi irrispettosa. Non fu così ovviamente, poiché anche la regina era consapevole di aver approfittato di quell’invito per staccare la spina facendosi addirittura bella per lui.

Magari per ingelosire un marito che non la ricopriva più di attenzioni come prima, oppure per tornare ad essere sulla bocca di tutti i nobili per dimostrare che era ancora affascinante nonostante l’età avanzata. Oppure…

Oppure niente, poiché proprio in quel momento di imbarazzo il telefono della regina iniziò a vibrare insistentemente per avvisarla che un messaggio le era giunto, e pertanto si apprestò un po’ seccata ad estrarre lo smartphone dalla borsetta per visualizzare qualcosa di sorprendentemente insolito. Che la fece finalmente sorridere.

– Aww… Kid e Suguru mi hanno appena fatto una torta di anniversario! Un gesto piuttosto tardivo ma comunque carino… guarda anche tu! –

Quella piccola foto fatta con l’autoscatto ritraeva padre e figlio con il loro solito sorriso ebete e in compagnia di una torta fatta veramente molto male e con una scritta con la glassa rosa che recitava più o meno un “buon anniversario mamma”. Abbastanza per tirare su il morale a Belinda e far inarcare un sopracciglio ad Ataru. Con tutta probabilità era stato Kid a ricordare al padre che giorno era oggi, e il suo vecchio per non fare altre figuracce doveva aver ben pensato di fare una torta alla donna che ancora amava.

– Beh, pare che quei due buffoni si siano ricordati di te alla fine! Che dici, torniamo a casa adesso? –

– mmh… no – fece a sorpresa la regina, dopo aver posato il cellulare e riprendendo in mano il calice di vino– conosco i miei polli! Probabilmente avranno voglia del mio riso con manzo e dunque si sono “ricordati” del mio anniversario di nozze per cui… lasciamoli a disperarsi ancora un po’! –

lo disse con un sorriso quasi spietato, molto affine all’ideologia di pensiero del vecchio soldato che avrebbe ben dato una strigliata ai due consanguinei, e pertanto Ataru decise di dare una occhiata al menu dei dolci.

 

 

Boh, non chiedetemi il perché di questa oneshot ma l’ho scritta comunque. Non so a chi potrà piacere, ma volevo mostrare che… il matrimonio perfetto non esiste neppure nella fantasia di questo manga xD per il resto alla prossima!

  
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