–
Davvero un posto incantevole… non
ero mai entrata qui prima d’ora–
–
Davvero Suguru non ti ci ha mai
portato? Strano, questo locale è piuttosto rinomato tra la
classe nobile–
– Mio
marito mi ha sempre portato al
chiostro di gyuudon a qualche isolato di distanza dal palazzo
reale… quando
eravamo giovani era anche romantico–
C’era
una nota di velata nostalgia
nelle parola della regina Belinda, ma anche la volontà di
non rivangare troppo
certi ricordi che attualmente avevano preso una sfumatura malinconica
dopo
molti anni di matrimonio e una giovinezza che ormai non c’era
più. Più gli anni
avanzavano e più Belinda era stata messa gradualmente da
parte dapprima con la
nascita di Kid, un bambino fortemente desiderato ma che purtroppo era
arrivato
in ritardo, e poi dall’avanzata dell’età
del suo stesso marito che iniziava a
dimenticarsi molte cose importanti di loro due. King Muscle non aveva
altri
occhi a momenti che per il suo unico figlio con cui continuava a
giocare e a
viziare nonostante non fosse più un bambino, e per sua
moglie ormai aveva solo un
bacio del buon giorno e uno della buona notte. Fine della storia.
Per cui, non ci
sarebbe stato da sorprendersi
che Suguru si fosse dimenticato per la decima volta consecutiva
l’anniversario
del loro matrimonio.
Non lo aveva mai
perso ed ogni volta
che correva quel giorno la portava sempre in quel piccolo chiostro.
Beh, a dire
il vero sua maestà ci andava ogni volta che poteva una volta
al giorno, ma era
tutt’altra cosa quando erano giovani e il fatto che fossero
innamorati portava
a sorvolare sugli aspetti estetici di un determinato luogo di
appuntamento. Ed ora,
che i quasi trenta anni di matrimonio erano superati abbondantemente si
era
ritrovata nuovamente con di fronte un ignaro marito messo alle strette
dalla
sua innocua domanda su che giorno fosse oggi.
Disgraziatamente quella piccola
conversazione avvenne nell’ufficio del re, con un Suguru
messo in estrema difficoltà dalla domanda e dallo sguardo
truce della moglie, e
sempre disgraziatamente Ataru si trovava li per discutere di lavoro con
il
proprio sovrano.
Il fratello
maggiore del re aveva un’ottima
memoria, e a quella
domanda sapeva dare
la sua ovvia risposta silenziosa limitandosi a guardare la propria
regina. Fu uno
sguardo breve e complice, in cui il soldato si dimostrò
dispiaciuto per quella
dimenticanza piuttosto imbarazzante del regnante, e solo quando Belinda
uscì
fuori dall’ufficio con fare giustamente stizzito decise di
seguirla per farci
due chiacchiere.
Poche parole a
dire il vero, poiché il
soldato non era bravo ad esternare i propri sentimenti e se fosse stato
per lui
avrebbe dato una sonora lezione ad un fratello che, fisicamente
parlando, non
avrebbe certo retto un pugno in pieno volto da parte di un consanguineo
molto
più allenato di lui.
L’aveva
colta sull’orlo di una crisi
di pianto nervosa, ormai stanca di sentirsi messa sempre più
da parte da una
famiglia che continuava ad amare nonostante la sempre più
precoce invisibilità.
Per Ataru la regina non era mai stata invisibile e pertanto, in quanto
soldato
reale, era tenuto per dovere a dare conforto a Belinda anche se in fin
dei
conti il suo non era semplicemente dovere di fronte alla propria
signora.
Pertanto, era a
conoscenza di un
posticino che tra la nobiltà del pianeta era rinomato per
l’alta cucina oltre
che per la gran classe della sua tappezzeria… si, insomma,
roba da nobili “squattrinati”.
Tuttavia, per quanto il vecchio soldato non sopportasse quei nobili che
avevano
persino paura di sporcarsi le punte delle loro scarpette scamosciate,
aveva
preso a cuore l’ennesima delusione di Belinda chiedendole
senza indugi di
venire con lui quella sera a cena fuori.
“Forse
posso sembrarti fuori luogo,
mia signora, ma gradirei averti come mia ospite a cena.
Anzi… lo esigo!”
Se ne sorprese
lui, ma se ne sorprese
anche la consorte del regnante di un intero pianeta che, per qualcosa
che
scattò nel suo stanco cervello, oppure semplicemente per
fare un dispetto al
marito sempre più sbadato riguardo la loro sfera
sentimentale, accettò di buon
grado l’invito di Ataru. E la regina non si limitò
semplicemente ad accettare
quell’invito senza battere ciglio, ma anche a farsi bella
infilandosi un abito
nero che non indossava più da tanto tempo oltre che a
rispolverare il barattolo
della cera per darsi una bella rinfrescata a tutta la pelle.
Una rinfrescata
notata anche dallo
stesso soldato che non aveva potuto fare a meno di farle un innocente
complimento
sulla sua bellezza, ben accolto dalla donna logicamente che ben
pensò di
irrigidire di più la schiena per sembrare più
orgogliosa nel mentre entrava nel
lussuoso locale, una volta che furono arrivati, tenendosi a braccetto
con il
militare nel mentre che alcuni nobili si ritrovarono a riconoscerla ad
ogni suo
passo elegante.
Ma ora, ormai
giunti alla fine di
quella cena squisita e con il suono di un pianoforte poco distante a
riempire
il mezzo minuto di silenzio tra i due kinnikku ora intenti a degustare
vino,
sembrava inevitabile che tutta l’atmosfera piacevole che si
era creata si
stemperasse con la dura realtà che reclamava la donna.
–
Belinda… posso farti una domanda? –
– Hm?
–
Di solito non
era da lui darsi troppe
confidenze con la moglie di suo fratello, ma proprio non
riuscì ad evitare
quella domanda spinosa che stava per porgerle e che sentiva venirgli
dal più
profondo del suo animo.
– Hai
mai avuto rimpianti a… si
insomma, a sposarti? –
Quella domanda
detta con una punta di
imbarazzo lasciò per un breve momento pietrificata la povera
regina, e il
calice di vino rosso che stava degustando per un breve momento
traballò tra le
dita sottili.
– Io..
no. Ovviamente no, Ataru! Certo,
alle volte vorrei che Suguru si ricordasse un po’
più spesso di noi due, ma
suppongo che sia l’età ormai…–
“Allora
perché hai tentennato prima
di darmi una risposta?”
Non era
desiderio di Ataru mettere il
seme della discordia tra i due coniugi, ma era preoccupato per la
propria
regina più che per il fratello che attualmente aveva altri
interessi oltre il
proprio lavoro di regnante. E tuttavia, era altrettanto vero che
neppure lui
capiva tutto questo interessamento verso gli affari privati della
donna. Era sempre
stato distante da questioni sentimentali e sapeva di non essere bravo a
gestire
i propri sentimenti positivi nei confronti di chi voleva bene, ma forse
la
vecchiaia, oppure vedere Belinda “spegnersi” un
poco per volta all’incontrario
di Suguru che sembrava tornare bambino, lo aveva spinto ad aprirsi
più del
dovuto per un lupo solitario come lui.
Ataru aveva
rifiutato il trono a
causa di genitori particolarmente stronzi
che non gli avevano mai lasciato il suo spazio fin da bambino,
programmandogli
la vita come futuro regnante senza tener conto di cosa volesse fare per
davvero
nella vita, ed anche se per un breve periodo della propria vita aveva
rimpianto
di aver abbandonato casa e perso il trono non era comunque dispiaciuto
nell’essere
diventato quello che era ora.
Ma si era aperto
con lei,
rispecchiandosi in parte in quel suo stato d’animo di totale
incomprensione e
frustrazione, sorprendendosi non poco per quella domanda che poteva
suonare
quasi irrispettosa. Non fu così ovviamente,
poiché anche la regina era
consapevole di aver approfittato di quell’invito per staccare
la spina
facendosi addirittura bella per lui.
Magari per
ingelosire un marito che
non la ricopriva più di attenzioni come prima, oppure per
tornare ad essere
sulla bocca di tutti i nobili per dimostrare che era ancora
affascinante
nonostante l’età avanzata. Oppure…
Oppure niente,
poiché proprio in quel
momento di imbarazzo il telefono della regina iniziò a
vibrare insistentemente
per avvisarla che un messaggio le era giunto, e pertanto si
apprestò un po’ seccata
ad estrarre lo smartphone dalla borsetta per visualizzare qualcosa di
sorprendentemente
insolito. Che la fece finalmente sorridere.
–
Aww… Kid e Suguru mi hanno appena
fatto una torta di anniversario! Un gesto piuttosto tardivo ma comunque
carino…
guarda anche tu! –
Quella piccola
foto fatta con l’autoscatto
ritraeva padre e figlio con il loro solito sorriso ebete e in compagnia
di una
torta fatta veramente molto male e con una scritta con la glassa rosa
che recitava
più o meno un “buon anniversario mamma”.
Abbastanza per tirare su il morale a
Belinda e far inarcare un sopracciglio ad Ataru. Con tutta
probabilità era
stato Kid a ricordare al padre che giorno era oggi, e il suo vecchio
per non
fare altre figuracce doveva aver ben pensato di fare una torta alla
donna che
ancora amava.
– Beh,
pare che quei due buffoni si
siano ricordati di te alla fine! Che dici, torniamo a casa adesso?
–
–
mmh… no – fece a sorpresa la
regina, dopo aver posato il cellulare e riprendendo in mano il calice
di vino–
conosco i miei polli! Probabilmente avranno voglia del mio riso con
manzo e
dunque si sono “ricordati” del mio anniversario di
nozze per cui… lasciamoli a
disperarsi ancora un po’! –
lo disse con un
sorriso quasi
spietato, molto affine all’ideologia di pensiero del vecchio
soldato che
avrebbe ben dato una strigliata ai due consanguinei, e pertanto Ataru
decise di
dare una occhiata al menu dei dolci.
Boh, non chiedetemi il
perché di
questa oneshot ma l’ho scritta comunque. Non so a chi
potrà piacere, ma volevo
mostrare che… il matrimonio perfetto non esiste neppure
nella fantasia di
questo manga xD per il resto alla prossima!