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Autore: ParalyzedArtwork    25/02/2015    1 recensioni
”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Non posso promettervi nulla, non posso permettervi di illudervi, ma farò tutto ciò che ho in corpo per far tornare la luce sulle terre di Dio; non lascerò solo il mio popolo. Questa è una promessa e una promessa va oltre ogni fato possibile e non. Ti prego di credermi. Non posso dirti tutto ciò che è successo, dopo essere scomparsa all’interno della Rocca ho fatto un lungo viaggio, non sapendo neanche se sarei mai potuta tornare a casa o sopravvissuta nella futura ora. Stiamo vivendo un’era in cui non esistono certezze. Posso dirti che stiamo stilando nuove alleanza, vogliamo ricreare l’equilibrio... Portarvi in salvo.”

Parlo più umilmente che poté al Signor. Riddle, con il cuore in mano cercando di soffocare il senso di vendetta ed odio che attanagliava il suo cuore.
L’uomo la guardò come un uomo che ormai ha perso tutto e non riuscirebbe a fidarsi neanche più della luce del sole di ogni giorno, la guardò con quella rassegnazione, con la sofferenza di qualcuno che accetta tutto come va, qualcuno stanco, alzandosi e posando la sua mano sulla spalla di Cassidy.

”In questa casa sarai sempre la benvenuta, non dimenticherò mai la tua promessa ma non posso prometterti che lotterò per te senza avere nulla. Prendi le armi e vattene. Alle sei ci sono le ispezioni e quelli non aspettano nient’ altro che metterci alla forca.”

Cassidy scoppiò a piangere, un pianto lento e soffocato, di dolore estremo, di qualcuno che sta tirando fuori il dolore di un’intera vita che ogni giorno lo opprime rivelando la sua grande forza solamente come una flebile malinconia. Succede spesso quando le nostre più temibili paure vengono a galla, qualche minuto e la nostra splendida passeggiata nel giardino di rose più sublime si trasforma in un lugubre momento sotto una tempesta, una di quelle tempeste che durano, una di quelle tempeste che spezzano i cuori e le speranze. Adesso Cassidy si trovata proprio in quel giardino ormai con le luci spente, la cosa più agghiacciante è che era sola, sola mentre il mondo le scivolava addosso; graffiandole l’anima.

Le diede una spada, un pugnaletto, un mantello scuro e qualche moneta. L’aria che si respirava in casa adesso era di rimpianti.

”Mi dispiace, ma volendo o no ho giurato di riportare questo popolo allo splendore. Se non credete in noi andate via, non c’è tempo per stare dalla parte del vincitore, adesso si combatte; giusta o sbagliata che sia questa guerra.”
”E tu, Cassandra, da quale parte stai?”


La porta si chiuse, mentre il vento freddo del mattino lasciava il posto al tepore portato dall’alba. I commercianti iniziarono a fiorire per le strade, si potevano intravedere le prime bancarelle.
Cassidy, si guardò intorno indossando il cappuccio attenta a non farsi riconoscerle. Era pieno di guardie che tenevano costantemente la situazione sotto controllo.
A testa basta si avviò verso Nord, per strada si potevano già sentir urlare i vari venditori.


Era in prossimità di una bancarella, estrasse una moneta dalla tasta, la lanciò via facendola cadere direttamente sul bancone del commerciante. La guardia spalancò la mascella ossuta e piena di bava e con il suo grottesco modo di fare, le afferrò il braccio.

”Forestiero cosa credi di fare?”

La ragazza si liberò con uno scossone dalla presa della creatura, preparando la lama sul polso.


“Cosa credi di fare?! Con chi credi di avere a che fare?”

Il Ghoul scattò in avanti pronto per rivendicare la sua preda, ma Cassidy gli conficcò il pugnale nello stomaco e trascinò la lama fin su al mento, tagliando con estrema forza e velocità quel corpo di ossa, poteva vedere la pelle, tagliarsi come un velo, come avesse in mano delle forbici che scorrono veloci sulla carta, diventare trasparente e macchiarsi di nero mentre si dissolveva, recidersi con estrema precisione e sentire le ossa scalfirsi con la lama e sgretolarsi come fossero polvere. Il Ghoul iniziò a sputare sangue nero, iniziando ad agonizzare. Cassidy tirò dentro la lama e sputò sul cadavere ormai disfatto della creatura.

”Hai ragione amico mio, in questo posto non c’è posto per la clemenza.”


Cassidy si allontanò prima che qualcuno potesse accorgersi di ciò che era successo quando il commerciante le gridò.

”Chi sei.. ragazza?!”

Le si girò e si sfilò il cappuccio lasciando trapelare un sorriso benevole che valeva più di mille parole. In quel momento le guardie erano già infondo alla via e si erano accorti di lei e dell’accaduto.

”Prendetela! E’ il Mastino!”

Cassidy iniziò a correre e svoltò nel vicolo più vicino, corse più che poté come fosse trascinata dal vento leggera, era stata scoperta ed era nei guai fino al collo, se l’avessero presa sarebbe stata la fine per tutti. Infondo al vicolo c’erano delle guardine che le stavano venendo incontro, accelerando sempre più il passo. La ragazza preparò i pugnaletti nelle mani, ne aveva abbastanza per uccide poco più di una trentina di loro, ma non poteva permettersi sprechi. I Ghoul sguainarono le spade, aprendo le bocche bavose mentre si lanciavano alla carica sulla ragazza. Cassidy contò fino a cinque, mentre la distanza dai due spariva piano piano.

Uno, uno sguardo a terra.
Due, uno sguardo agli estremi.
Tre, uno sguardo al centro, alle caviglie.
Quattro, I pugnali stretti nelle mani.
Cinque, Collisione.

Cassidy frenò con i talloni a due metri di distanza dai due lasciandosi scivolare a terra di schiena aiutandosi con i piedi.

In quel momento il corpo cadde giù, leggero come una piuma mentre il tempo era fermo, mentre l’aria diventava sempre più pesante carica di anidride carbonica ed il respiro di tutti era fermo  come i loro arti, bloccati in un tempo inesorabile.
Cadde giù.
 
Cassidy lo aveva riconosciuto subito, il vicolo di quartier Malangua, si trovava ai confini del suo Regno dove la terra è parecchio umida e muschiosa, le infiltrazioni erano all’ordine del giorno in quel posto, se si ha un occhio attento nella penombra di quel luogo così buio (anche di giorno) ed umido si possono trovare con facilità le zone più scivolose ed evitarle, tutti gli abitanti di quel quartiere erano soliti, inoltre, portare anfibi e non le solite babbucce lisce dei loro compaesani,  poiché si rischiava spesso di poter scivolare e rompersi l’osso del collo.
Stava scivolando su un asfalto umido e muschioso cogliendo di sorpresa i suoi nemici. Conficcò i pugnali nelle loro gambe, poco sotto le ginocchia, tra la tibia e il perone, mentre i Ghoul si giravano pietrificati, facendo leva su di essi dandosi la spinta necessaria per tirarsi su, movendo i pugnali nelle loro ossa e scalfendole. Inciampando e continuando a scivolare sul terreno muschioso si tirò su e continuò la sua fuga mentre i due Ghoul caddero a terra perdendo stabilità. 
Cassidy iniziò ad avere il respiro affannoso, mentre un sorriso di soddisfazione si dipinse sul volto,
evitando le zone muschiose scivolava sul asfalto umido, alla fine del vicolo una luce la inondò, si girò frettolosamente per guardarsi intorno e vide intere schiere di Ghoul correre verso di lei, era accerchiata e decise di andare sempre dritta. Girò per vicoli, urtando bancarelle persone, saltando su banchi, mentre le strade affollate erano piene di gente che urlava e che rallentava le creature. Era in vantaggio ma sapeva che presto si sarebbe trovata alle strette.
Un centinaio di Ghoul la chiuse da davanti e Cassidy fu costretta a girare poco prima in un vicolo angusto che la portò alla piazza principale.
Era al centro della piazza, contornata di bancarelle e di creature che si facevano sempre più vicine.
Era accerchiata.

Un respiro e la mano passò sull’elsa.

Era pronta, mentre i Ghoul avevano già in mano le spade.

Le voci soffocavano l’aria, il brusio della gente.

”Ben Tornata… Cassandra.”


Disse il primo di tutti, mostrando una dentatura aguzza ed ingiallita.


“Ci rivediamo… Nor.. O meglio… f e c c i a.

Alzò il sopracciò attenta che il Ghoul potesse notare le sue labbra scandire il suo nome.
Il Ghoul digignò i denti.

”Non hai nulla da dire al tuo popolo…  Mast.. O meglio… Traditrice ?”


Spalancò le braccia, seguito dalle risate generali del suo pubblico di scimmie, facendo segno di mostrare il popolo, in attesa di una risposta.
 
“Se vuoi saperlo..”

Fece la ragazza alzando lo sguardo malizioso



”Sono tornata per il mio popolo, per servirlo come ho giurato, fino alla fine dei tempi, per riportare questo porto allo splendore di un tempo sotto una luce di speranza e gratitudine e per cacciare lo schifo che lo corrode. Per caso sai di cosa sto parlando? Pare sia parecchio stupido e rozzo, non è neanche degno della parola popolo, cos’è un popolo se formato ma maligni, meschini e esseri senza spirito e collaborazione? “


“Allora, Normandiaun..?”


Il Ghoul digrignò i denti sempre più forte, pronto alla battaglia.

”Ah sì,rispondo io.. “

fece Cassidy sfrontata.

F e c c i a.

Un grido ed il Ghoul si lanciò su di lei ed al seguito tutte le truppe, Cassandra impugnò la spada e si lanciò nella lotta.
Era sola contro centinaia e centinaia.


Il suo respiro era diventato pesante, incominciava ad incassare colpi, la battaglia non durò molto, era accerchiata, quando un Ghoul le strinse la lama al collo.

Il tempo si fermò, le voci, la battaglia, i respiri, le spade, il sangue. Era spacciata il sogno della libertà era finita. Cassidy deglutì.

”Paura Mastino?”

Disse il Ghoul facendo colare sul volto della ragazza della bava. La ragazza schifata provò a scansarsi mentre lui ridendo e sputando le alitò in faccia.
Schernendola con i suoi simili.
Cassidy si ricompose. Guardò il Ghoul con occhi fissi e spietati.

”Paura? Sarete voi ad aver paura di noi”


Aveva una sicurezza che al Ghoul non piacque e sputandogli in faccia, la creatura prese tutto come un guanto di sfida. Alzò la spada carico di rabbia pronto ad affondarla nel collo della ragazza immobile.

Il tempo riprese a scorrere veloce. Un orda di gente lanciò contro i Ghoul giare, anfore, utensili, lanciandosi alla battaglia. Ancora una volta Cassidy non era stata abbandonata dal suo popolo, ancora una volta aveva la vittoria in mano.

I Ghoul cercarono di reprimere la folla mentre Cassandra si stava riarmando per poter aiutare la sua gente quando improvvisamente, divampò il fuoco. Le creature furono chiuse in un cerchio di fuoco, attirate dal popolo che li aveva chiusi all’interno del cerchio.

Cassidy era esterrefatta, sotto quei segnali di sguardi impercettibili della sua gente, sotto le sue parole, c’era un piano già scritto e su un palazzo svettava una sagoma nera.

Ma non tutti i Ghoul erano stati chiusi dal cerchio e alcuni iniziavano ad uscirne.    
                                                                                                                                                                                                                                                            
   
 
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