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Autore: forbidden_rose    26/02/2015    0 recensioni
Scrivo per passione, per me stessa. Non riuscirei mai a mettere per iscritto qualcosa che non sento, qualcosa per cui non vale la pena scrivere. Penso sia così anche per i cantautori, le canzoni sono ispirate sempre ad un qualcosa per cui vale la pena cantare. Ed è così che le parole scivolano come se niente fosse.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I SHOULD GO

Ed ecco quella sensazione vuoto che incombeva per l'ennesima volta su di me. Quella sensazione strana, forse la consapevolezza o la nostalgia.
Non era passato poi così tanto tempo.
Tre mesi di estate, tre mesi di ozio, sole e mare. Tutto era andato come volevo, l'estate era terminata e la scuola era iniziata.
Il terzo anno.
Metà percorso si era compiuto.Eravamo arrivati al 50% e a noi tutti sembrava ieri di essere le primine della quarta ginnasio.
La scuola negli ultimi tempi ci opprimeva, ogni giorno si era trasformato in una sorta di ritorno al passato in quanto dovevamo studiare puntualmente italiano, storia e filosofia.  
Ero sdraiata sul letto, erano le dieci e mezza di sera ed io ero stanca morta, con le cuffie alle orecchie.
Poi mentre ero assorta nei miei pensieri parte una canzone che non sentivo da tanto tempo.
Charlie Brown.
L'ultima di una lunga playlist.

La vita va avanti.
E io voglio fare retromarcia.



Era strano vedere da un'altra prospettiva tutto ciò che era passato. L'anno precedente vivevo appieno quelle emozioni, mentendo a me stessa sul fatto che non era nulla di che, ora invece sembrava che le guardassi da fuori.
Il terzo anno è impegnativo, lo sanno tutti, e io non avevo scelto un bel periodo: i professori pretendevano sempre di più e la voglia di studiare scarseggiava di giorno in giorno.
Stavamo aspettando la corriera, io e Elisa, rimaste sole dal momento che le altre o erano ammalate o si erano fatte venire a prendere.
Abbiamo parlato del più e del meno per un po', e dopo Elisa mi ha detto:
- Parlami di te.
- Non ho niente da dire.
- Tu hai un problema, si vede. Chi ti piace?
Non le ho risposto. Più che altro non ne ho avuto il tempo visto che ha ripreso a parlare subito dopo.
- Non è una brutta cosa!
Accidenti, ma come faceva? Non so se ci meditava a lungo su questa cosa, ma si era accorta di qualcosa.
Eppure a me sembrava di non renderlo così evidente. Elisa era schietta, diceva tutto quello che pensava, senza curarsi di usare mezzi termini.
Eppure si era accorta.
Avrei voluto spiegarglielo quel problema.
   
 
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