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Autore: _Cthylla_    27/02/2015    2 recensioni
Al giorno d'oggi spaventare i bambini non è affatto facile com'era una volta...specialmente una bambina appartenente alla famiglia Lancaster, come qualcuno scoprirà a sue spese!
(OCs di Occhi di Smeraldo - Pitch Black de "le 5 Leggende")
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questo secondo capitolo non era previsto, lo so, ma è l'ultimo...l'ultimo! Giuro! :'D è solo che ho pensato:
- il regno di Pitch è sotterraneo, e raggiungibile da vari ingressi sparsi per tutto il mondo
- Zeke, Emerald, Kirika e Sebastian nella fan fiction "Occhi di Smeraldo III" sono stati nei sotterranei di Mosca
- ...quindi, sarebbe stato possibile che finissero per imbattersi in uno degli ingressi di cui sopra?
Per la gioia (Pitch: "gioia"?! Sei completamente folle, tu sei completamente folle, lasciami in pace, torna a tormentare quelli di prima!) ...come stavo dicendo, per la gioia di Pitch, ho deciso di sì! :3


«…dai, allora parliamo di cose serie: chi di voi qui credeva, o crede, nell’Uomo Nero?»

Domanda che, se giungeva da una persona come Zachary Connors, risultava alquanto strana. Proprio lui, che aveva un simile pallino per la scienza, lui, il terrorista albino che agiva sempre secondo logica pure se malata, lui, che non credeva a qualcosa a meno che non lo vedesse -o, meglio ancora, ci facesse sopra qualche esperimento-…se n’era davvero uscito con l’Uomo Nero?!

Per come la pensava Sebastian L.V.C. Lancaster, poi, quel discorso non era uno da farsi nel momento e nel luogo in cui si trovavano. Non nel buio dei tunnel sotterranei di Mosca, in cui stavano camminando a passo svelto,  non con quel silenzio opprimente.  E poi, a dirla tutta, quello era un argomento di cui a lui non piaceva affatto parlare. Non aveva idea se l’Uomo Nero esistesse o meno per davvero, ma ricordava bene di essere stato terrorizzato da lui fino a quando aveva compiuto tredici anni. Tredici!

Ogni tanto se lo ritrovava lì nel buio, con vicino dei cavalli orribili da un punto di vista estetico, ed un sorriso che quei denti terribilmente irregolari rendevano ancora più disgustoso dei cavalli. Al ricordo rabbrividì. Non erano cose da vedersi, non per un fine esteta come lui.

L’ultima volta che lo aveva visto non era riuscito ad evitare di dargli il biglietto da visita del suo dentista…e probabilmente l’Uomo Nero non era più tornato proprio per quel motivo: che si sia offeso?, aveva pensato, per poi rendersi conto che in effetti non gli importava minimamente!

«per quale ragione hai scelto siffatto curioso argomento di discussione, mio buon amico?»

«a dire il vero non lo so. Tanto per chiacchierare, visto che era da un po’che nessuno diceva una parola. Allora?»

«bah. Esiste Satana, non vedo perché anche l’Uomo Nero non dovrebbe, anche se non l’ho mai visto» fu la secca risposta di Kirika, che in verità da piccola aveva sempre sperato che qualsiasi essere più o meno tenebroso venisse a rapirla; meglio con loro, piuttosto che continuare a vivere nel palazzo del Pianeta dei Demoni. Purtroppo non era mai stata accontentata, ma questo non le impediva di continuare a credere nell’esistenza di certe creature.

«uuh. Approccio “aperto”» commentò Zeke «Seb?»

«non è un tema di cui gradisco parlare, per cui temo di doverti chiedere di passare oltre».

«cos’è, è venuto a rompere le scatole pure a te, cugino? Seriamente?» gli domandò Emerald Lancaster «e io che credevo di essere la sola bimba scema ad averlo visto!»

«quindi credi nella sua esistenza, cognatina?»

«mio padre diceva che era una manifestazione delle mie paure di bambina, una specie di allucinazione in pratica, ma io so benissimo quello che ho visto» quindi pur non avendone paura, a quanto sembrava, ci credeva ancora «e so benissimo anche quello a cui ho sparato! Ho trovato dei granelli sabbia nera in camera mia il giorno dopo, e non me li sono immaginati, eh!»

«ho capito bene? Gli hai sparato? nyah-ah-ah-ah-ah!» rise la demonessa.

«sissignora, con un fucile costruito appositamente per me. Me l’aveva dato mio padre, voleva insegnarmi che i Lancaster affrontano sempre le proprie paure…»

Ed era precisamente quel che lei, fuggendo in quei sotterranei, al momento NON stava facendo. Ma era un altro discorso.

«seh, affrontano sempre le proprie paure…con un fucile in mano!» completò la frase Kirika.

 «e questo a che età, mia amata cugina?» le domandò Sebastian.

«nove anni!»

“ma perché anche mio padre non mi ha lasciato usare la pistola? Perché?! Avrei potuto liberarmi dell’Uomo Nero molto prima!” pensò il ragazzo, con una punta di rancore verso genitori che reputava fin troppo “conformisti”.

«e tu, Zeke? Tu ci credi nell’Uomo Nero?» chiese Emerald. L’albino, che con i capelli tinti tanto albino non sembrava,  la osservò con quei suoi strani occhi eterocromatici  ed il solito sorriso sornione che in quell’occasione divenne un po’più largo.

«oh sì».

Non disse altro, mentre continuavano a camminare. «per chi di voi ha visto l’Uomo Nero, com’era fatto?» domandò a tutti Hammy.

«non sarebbe possibile discutere di altro? dell’umidità, ad esempio!» propose Sebastian, inascoltato.

«da quel che mi ricordo» disse Zeke «era un uomo alto, con la pelle grigia…»

«capelli neri?» proseguì Hammy. Zachary annuì, leggermente stupito.

«sì. Aveva gli occhi dorati e…»

«era sempre accompagnato da mostri dalla parvenza equina, orribili mostri dalla parvenza equina, aggiungerei; ed aveva dei denti davvero terribili…» concluse Sebastian in un mormorio «spero che sia davvero andato dal mio dentista!»

«ma allora l’hai visto anche tu, cugino!...aspetta…gli hai veramente consigliato di andare dal tuo dentista?» allibì Emerald.

«ma sì! Quella dentatura grigia e storta era un insulto all’estetica!»

«…per Yzgoth…» sospirò Kirika, facendo facepalm «e beh?...questo cos’è?» disse poi perplessa, indicando un’apertura nel lato sinistro del tunnel in cui stavano passando. La suddetta conduceva ad un breve cunicolo, del quale si riusciva a vedere l’uscita su un ambiente che sembrava ben più grande degli stretti passaggi che avevano visto fino a quel momento.

«fa’ vedere un po’…» Zachary si avvicinò «ehi! Potrebbe essere la stanza segreta del tesoro di Ivan il Terribile!» esultò «o la biblioteca della Principessa Sofia!!! Andiamo a dare un’occhiata!»

«non sono molto convinto che deviare così dalla strada maestra sia una buona idea!» disse Sebastian «sarei dell’idea di ignorare codesta apertura e procedere innanzi!»

«ah, ma dai. Sono tre metri di cunicolo, se vediamo che di là non c’è niente di che torniamo subito indietro, che problema c’è?» minimizzò Emerald «pensa se ci fosse davvero il tesoro di Ivan…!»

«e sì che te ne faresti molto» commentò ironica Kirika, alludendo alla ricchezza smisurata dei Lancaster.

«trattasi sempre di un reperto storico che va riportato alla luce» sentenziò Zachary «in marcia, muoversi!»

Alla fine tutti quanti entrarono nell’apertura, percorsero il cunicolo e raggiunsero la destinazione.

«perdincibacco!» esclamò Sebastian, meravigliato da quel che stava vedendo.

«mh. Interessante» disse Zachary, guardandosi attorno tranquillamente.

«wow» disse semplicemente Kirika.

«non so perché ma ho la vaga idea che qui di Ivan il Terribile non troveremo una sega» concluse Emerald, con la sua consueta “finezza”.

Erano sbucati in un luogo immenso e labirintico, tra percorsi e scalinate di varia grandezza che si intrecciavano tra loro portando…non avrebbero saputo dirlo, ovunque ed in nessun posto. Era pieno d’ingressi simili a quello da dov’erano passati loro, che era segnato da un arco in pietra cui Zeke, dopo averli fatti allontanare di qualche metro, provvide immediatamente a dare fuoco: le fiamme si estinsero quasi subito ma i pochi danni fatti e, soprattutto, l’affumicamento lo rendevano ben riconoscibile.

«almeno non ci confondiamo» commentò Zachary, scendendo insieme agli altri la scalinata che avevano davanti «a cosa dite che serva quella riproduzione in scala della Terra, tutta in ferro?»

«io più che altro mi domando a cosa servano tutte queste gabbie» disse invece Kirika, indicando il soffitto «pare di stare in un’uccelliera vuota».

«temo che codeste gabbie non servano per conservare al loro interno degli uccelli, dolce Kirika, ma prigionieri di tutt’altro genere» osservò Sebastian, appiccicandosi alla demonessa, che comunque non si lamentò.

«dite che qui ci vive qualcuno?» tornò a farsi sentire Zeke, che aveva camminato fino a raggiungere un grande tavolo in pietra scura per poi salirvi sopra senza un preciso motivo, imitato d Emerald.

«non oso immaginare di qual risma possa essere una persona che viva in un luogo sì tetro ed inquietante!» ma poco gli importava, e in ogni caso il giovane marchese Lancaster aveva già imbracciato il fucile.

«chiunque sia mi sa che ha qualche piccola mania di grandezza» obiettò Emerald, indicando un regale trono di pietra con intarsi di vario tipo «e quello, e la riproduzione in scala del mondo, va’ a vedere che è uno di quei poveri megalomani che sognano di conquistare la Terra o robe del genere!»

Considerato chi era suo padre, se si parlava di manie di grandezza e megalomania la giovane marchesa avrebbe solo dovuto stare zitta. Per non parlare del fatto che, fino a quando aveva festeggiato a casa  il proprio compleanno, lei stessa era stata fatta immancabilmente sedere su un trono. Ogni santa volta. Suo padre la chiamava “principessa”, e non mancava di trattarla come tale.

«cognatina, ho un’idea: il primo di noi che spicca quattro gabbie -un colpo per una, mirando alla catena che le sorregge- vince un biscotto in più al prossimo pasto. Seb! Partecipi?» a Kirika non lo chiesero neppure: la demonessa sapeva puntare il fucile, premere il grilletto e ricaricare l’arma quando i proiettili finivano, ma non era in grado di fare simili lavori di fino.

«in verità io non sono molto convinto che sia una buona idea dare inizio a codesto gioco, in quanto il padrone di casa, o la padrona, potrebbe forse prendersela a male».

«e beh, fatti suoi» Emerald fece spallucce «il biscotto sarà mio!»

«non contarci. Seb, dai almeno il via!»

«se proprio sono obbligato…» sospirò il ragazzo, lisciandosi all’indietro i capelli.

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah, vai Em! straccialo!!!» Kirika incitò a gran voce l’amica, niente affatto preoccupata che tutto quel rumore avrebbe potuto attirare l’attenzione di qualcosa, o qualcuno, di indesiderato «che se vinci, almeno, mi dai metà biscotto!»

«avvio il conto alla rovescia, signori!» annunciò Sebastian, stentoreo. Se doveva proprio fare qualcosa, voleva farla come si deve «dieci secondi al via! Dieci!...nove!...otto!...»

«io le gabbie a destra, e tu a sinistra, sennò finiremmo ad impicciarci» stabilì Emerald, preparandosi a tirare fuori il fucile dalla custodia, imitata da Zeke che dal canto suo annuì.

«no problem».

«cinque!...quattro!...tre!...due!...»

Ed ecco che dopo il “due” Sebastian cadde in un silenzio di tomba.

«embè? Che c’è?!» sbottò Kirika «il gatto ti ha mangiato la lingua?»

«dai questo via, muoviti!» lo incitò Emerald. Solo a quel punto Sebastian sollevò una mano tremante, ad indicare la riproduzione in ferro della Terra.

O meglio, l’essere in piedi sopra di essa.

«si direbbe che dei piccoli mortali curiosi stiano infestando casa mia».

All’udire quella voce anche gli altri tre ragazzi si voltarono. Kirika era semplicemente curiosa -ma aveva portato una mano alla pistola-, Sebastian sentendo quelle parole aveva cacciato uno strillo riparandosi dietro la demonessa, Emerald sollevò un sopracciglio e Zachary…curiosamente il suo solito sorriso scomparve in favore di un’espressione neutra che non prometteva mai nulla di buono. Va’ a capire perché.

«si direbbe che se non vuoi che degli intrusi ti entrino in casa, tu debba imparare a mettere delle porte a tutto quello sfracello d’ingressi che c’è. Sai com’è» disse acidamente Emerald, che non aveva faticato a riconoscere l’Uomo Nero «se uno trova un cunicolo aperto ed è curioso entra, e non pensa mica di trovarsi in un’uccelliera altrui!»

“ma senti tu che arrogante, questa qui…pretenderebbe pure di avere ragione!” pensò Pitch, decidendo di materializzarsi più vicino a quei poveri sciocchi in modo da vederli con più chiarezza. Tanto che c’era chiamò anche alcuni Incubi che gli andassero a fianco, pensando che la paura del ragazzo alto fosse un vero toccasana che andava a compensare la completa mancanza da parte degli altri tre.

«questa “uccelliera”, come l’hai impropriamente definita, è il regno dell’Uomo Nero. Il mio regno!»

Due di questi a dire la verità gli sembravano familiari, probabilmente li aveva spaventati tanto quand’erano bambini da indurli a credere ancora in lui. Ora non avevano più paura ma, si disse, poteva tentare di rimediare. Idem per la tizia che non aveva mai visto…

«beh, mi pare giusto che uno con una simile faccia da allocco stia in un’uccelliera, nyah-ah-ah-ah-ah-ah!!!»

…e che gli era già antipatica.

«Kirika, ti pregherei di non far sì che si irriti ulteriormente: non vorrei proprio vederlo digrignare i denti! Temo che non li abbia sistemati!»

Un momento. Denti…sistemare…quelle frasi a Pitch Black erano familiari, e -ma certo!

«oh, ma tu guarda chi è venuto a trovarmi: Sebastian, il bambino di Belfast, giusto?» da come il ragazzo si strinse ancora di più a Kirika capì di avere indovinato «quello che ha avuto la sfacciataggine di ricambiare tutte le mie visite notturne consigliandomi di andare dal dentista, se non erro».

«miserere di me!» gridò Sebastian, vedendo avvicinarsi loro gli Incubi.

Emerald sbuffò. «come si fa ad avere paura di uno che di notte non ha di meglio da fare che andare a spaventare i bambini? Ma dai! È patetico!...ogni tanto mi chiedo se è davvero mio cugino». aggiunse poi.

«comunque sia, immagino che la vostra curiosità ora sia stata appagata. Certo, ogni cosa ha il suo prezzo…miei cari uccellini!» disse l’Uomo Nero con un sorriso maligno «Incubi, attaccateli e metteteli in gabbia! Fungeranno da serbatoio di paura quando mi servirà!»

«AIUTO, SOCCORSO!!!» urlò Sebastian, nel momento in gli Incubi partirono alla carica.

«beccatevi questi!» gridò Kirika, svuotando il caricatore addosso ai due Incubi che le stavano andando contro. Non tutti i proiettili li colpirono, e riuscì ad abbatterne soltanto uno dopo avergli sparato alla testa per sbaglio, ma era meglio di niente «non stare a pisciarti addosso, Lancaster, usa quel cazzo di fucile!!!» sbottò rivolta a Sebastian, che si era raggomitolato a terra con gli occhi chiusi, tappandosi le orecchie «…è inutile come un termosifone nel deserto…»

Emerald invece era stata lesta a tirare fuori l’arma dalla sua custodia, imbracciarla, togliere la sicura e sparare dritto in testa a sei Incubi uno dopo l’altro. Curioso che Zeke invece non si fosse mosso né avesse detto una parola; c’era da chiedersi cosa stesse aspettando!

Ma a Pitch al momento poco importava di quest’ultimo: al momento il suo sguardo era fisso sulla ragazza, che gli stava puntando il fucile alla testa, in un dejà vu tanto intenso e chiaro che si stava chiedendo come avesse potuto non arrivare prima a capire chi aveva davanti, e sì che avrebbe dovuto riconoscere facilmente gli occhi!

«tu sei la bambina di nove anni col padre degenere!» esclamò «Emerald Lancaster!»

Riuscì a spostarsi appena in tempo da essere ferito al volto solo di striscio, dato che quel “padre degenere” gli aveva fruttato una bella scarica di proiettili, e stavolta non alle ginocchia.  “di tutti quelli che potevano capitare qui doveva essere proprio la psicopatica?!” pensò, senza avere idea del fatto che tutto sommato, dei quattro ragazzi, Emerald non era di certo la più folle. «ti sembra questo il modo di salutare una vecchia conoscenza, Emerald? Per essere una ragazza dell’alta società sei veramente incivile!»

«e tu veramente ridicolo, con quel vestituccio scollato» rispose a tono la ragazza, ricaricando il fucile. Kirika fece rialzare Sebastian a suon di schiaffoni in testa, e Zeke tirò fuori da una tasca quelle che sembravano delle innocentissime gomme da masticare…

«sei diventata ancora più strafottente di quanto avessi immaginato, e non lo credevo possibile».

«chiudi la bocca, che almeno non si vedono i denti!»

«Uomo Nero, ce l’hai un nome?»

L’intervento tranquillo di Zeke indusse tutti quanti, incluso l’interpellato, a catalizzare l’attenzione su di lui.

«Pitch Black. Il Re degli Incubi! E vedete di ricordarlo. Come mai questa domanda, mio caro, insulso ragazzo?»

L’ “insulso ragazzo” saltò giù dal tavolo e gli si avvicinò, guardandolo dritto in faccia. Pitch non lo aveva guardato bene, ma per qualche curioso motivo appena si accorse della sua eterocromia -un occhio azzurro ed uno marrone- un leggero brivido freddo gli risalì lungo la spina dorsale. Non sapeva spiegarsi il motivo di quella reazione.

«tranquillo, non dimenticherò come ti chiami. Ma tu? Non ricordi come mi chiamo io?»

Questa era bella. Perché accidenti avrebbe dovuto ricordarselo?

Eppure, quegli occhi…

«non tengo a mente i nomi di tutti i succhiapollici che visito».

Zeke si fermò ad un metro e mezzo di distanza, studiandolo per una ventina di secondi. «tu dovresti avere delle cicatrici da ustioni» disse ad un certo punto «il fatto che non si vedano più mi offende molto».

No.

Ooooooh, no. Assolutamente no.  Pitch Black indietreggiò, con gli occhi sgranati dopo aver fatto un terrificante collegamento. Non poteva essere! Non doveva essere!!! Il piccolo satanasso con i capelli bianchi non poteva essere cresciuto ed entrato nel suo regno, e proprio insieme all’altra svitata di una Lancaster! Se ricordava il suo nome? Oh, certo che lo ricordava, e anche bene!

 

 il fuoco è tanto carino, vero?

 

Zachary Connors. Cinque anni e tre mesi. Capelli bianchi, eterocromia…ed un maledetto piromane!

«vai via! Non avvicinarti, stammi lontano, ti ordino di starmi lontano, VATTENE!!!» l’Uomo Nero indietreggiò ancora, ed ironicamente era autentico terrore quello che i ragazzi gli vedevano in viso «VATTENE VIA DAL MIO REGNO!!!»

Emerald non sapeva se mettersi a ridere o rimanere semplicemente basita com’era Sebastian, per esempio. Quanto a Kirika…

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah!!! Connors, fai pisciare sotto anche l’Uomo Nero!»

…lei non aveva di queste indecisioni.

«togliti di torno, toglietevi di torno tutti quanti, non voglio vedervi! Non voglio vedervi più!!! E ti ho detto di non avvicinarti!» Uomo Nero o no, essere stato bruciato vivo da un bambino l’aveva giustamente traumatizzato. Zeke fece spallucce e sorrise.

«ok. Volevo solo offrirti una Daygum in segno di pace, ma se è così…prendila al volo!»

Lanciò tre “gomme”che, nemmeno a dirlo, esplosero quando raggiunsero l’obiettivo. Fortunatamente il Re degli Incubi era un immortale e dunque si sarebbe guarito facilmente, ma intanto oltre che a quell’improvviso attacco infuocato dovette far fronte anche a quello di vari Incubi che, sentendolo spaventato, gli erano andati addosso!

«via di qui!» strillò Emerald, vedendo che le cose si erano messe male. Gli altri non si fecero pregare, e la seguirono correndo fino all’ingresso che avevano utilizzato per entrare. Corsero come forsennati anche una volta rimbucati nel tunnel, decisi a mettere più terreno possibile tra loro e l’ingresso al regno di Pitch.

«Zeke, ma gli hai veramente dato fuoco?!» gli chiese Emerald, correndo.

«sì! Avevo poco più di cinque anni e lui era venuto a scocciarmi per tre notti di fila. La quarta però mi ero preparato: sapendo che si materializzava dentro l’armadio, uscendone aprendolo solo per fare più scena, ho messo un contenitore con dell’alcol in bilico sull’anta così che gli cadesse addosso. E poi gli ho lanciato addosso un fiammifero acceso! È stata una cosa tanto carina!»

«per lui non tanto, l’hai traumatizzato, nyah-ah-ah-ah-ah-ah!» rise Kirika.

«c’è ben poco di che giubilare, potrebbe cercare vedetta!» esclamò Sebastian.

«secondo me se ne starà ben lontano» disse invece Emerald «io lo farei!»

 

***

 

Stanco come poche volte in vita sua, l’Uomo Nero si accasciò sul trono, pensando a quanto fosse diventato ingrato il suo mestiere.

«bambine che maneggiano fucili datigli da padri degeneri, bambini che danno fuoco alle persone…e quando crescono non migliorano, oh no! Ma almeno gli altri non vengono ad attaccarmi in casa!» sospirò «tanto un giorno o l’altro mi vendicherò di tutti quanti. Guardiani e mortali psicotici. La loro presunzione si scioglierà come neve al sole, quando riuscirò a portare una nuova Era Oscura!»

A beh.

L’importante era esserne convinti.

   
 
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