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Autore: Pabra_    27/02/2015    0 recensioni
Questa storia è ispirata a una davvero esistente, come incitamento ad uscire dalla friendzone. Giada ti vogliamo bene.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passati dieci anni ormai da quel giorno fatidico quando Mattia sparì senza lasciare tracce. Giada era diventata una donna matura, aveva trovato un affascinante e ricco fidanzato, Francesco, che le permetteva di non lavorare. Qualche mese prima Francesco aveva ottenuto una promozione e si sarebbero dovuti trasferire a Siena, una città non poi così grande ma che sembrava una vera e propria metropoli rispetto al piccolo paesino dove Giada aveva vissuto per tutta la sua vita.

Chiusa la porta del suo appartamento Giada non sentì dentro quella tristezza di chi stava per lasciare il proprio passato per sempre. La sua vita non era stata poi così interessante, non stava lasciando niente e nessuno alle sue spalle. Ma nel momento in cui si girò le venne un groppo in gola trovandosi davanti alla porta di quell'appartamento dove un tempo viveva Mattia. Sapeva che non rivedere mai più quella porta la avrebbe aiutata a cancellare quei ricordi che ogni sera la tormentavano. Giada era felice, amava Francesco e la sua vita era serena, ma quel ragazzo aveva lasciato in lei una delusione e una solitudine che mai nessuno avrebbe riempito.

Così succede, quando riponi cieca fiducia nella persona a cui tieni di più al mondo e questa decide di lasciarti senza un perché e senza nemmeno un ultimo saluto. Giada non riuscì mai più a fidarsi completamente di qualcuno e quel demone che la tormentava sembrava essere parte del volto della vecchia che occupò l’appartamento vicino. Una donna acida e scortese che mai aiutò la ragazza nemmeno nelle piccole cose. Vederla ogni giorno era il suo incubo peggiore, era come se quel male che la faceva soffrire fosse umano e ogni giorno la guardasse con sdegno e disprezzo. O forse a disprezzarla non era quella donna, ma lo stesso Mattia ed era questo che veramente percuoteva l’animo di Giada.

I primi giorni trascorsi a Siena erano stati molto faticosi, un trasloco è sempre faticoso e l’attico in cui ora vivevano era talmente grande da non sembrare mai pieno. A lavoro finito però l’incubo di Giada si era avverato, era sola. Sola perché Francesco era a lavorare, sola perché non aveva amici, sola perché il silenzio rimbombava nel vuoto della nuova casa. Fu così che decise di dove occupare il suo tempo, qualcosa di divertente e che le avrebbe ricordato la sua vecchia casa. Sapeva di essersi ripromessa di non cucinare più nessun dolce, ma le sue torte avevano profumo di casa e di felicità. Così ammirando il nuovo forno super tecnologico, Giada si decise, doveva tornare ai fornelli.

Il frigo era poco rifornito e la dispensa non era la casa dei ragni solo perché l’avevano svuotata e pulita il giorno prima. Doveva andare a fare la spesa, ma non sapeva nemmeno dove. Uscita di casa scorse una dolce vecchietta che portava a spasso il suo piccolo cagnolino.
“Scusi signora, avrei bisogno di comprare prodotti per dolci, saprebbe dirmi dove andare per favore?” chiese con educazione Giada.
“Certamente signorina, vada dritta e alla terza giri a destra, arrivi in fondo alla strada e sul lato sinistro troverà un piccolo negozio specializzato in dolci” rispose l’anziana.

Una volta ringraziata la signora, Giada si avviò pensando che forse almeno in questa nuova città le vecchiette erano gentili e disponibili. Il negozio che si trovò davanti era una piccola boutique dall’aspetto delizioso. Prima di entrare diede un’occhiata alla vetrina e notò all'interno una figura familiare. Il cliente stava pagando quindi era girato di spalle ma a Giada quella sagoma ricordava una sola persona, Mattia. Sentì le gambe iniziare a tremare, l’aria le mancava, non riusciva a respirare e le lacrime le stavano riempiendo gli occhi. La figura stava per girarsi ma Giada non resistette, non poteva rischiare di trovarsi faccia a faccia con l’origine delle sue sofferenze. Senza bisogno di pensarci su le sue gambe iniziarono a correre verso casa.

Non sarebbe mai dovuta uscire di casa, se lo sentiva. Possibile che quello davvero fosse Mattia? Forse aveva reagito troppo impulsivamente, poteva essere chiunque, non lo aveva nemmeno visto in faccia. Ma dentro di lei c’era la coscienza che non si stava sbagliando, era sicurissima di ciò che aveva visto. Non sapeva se doveva cercarlo o se doveva rinchiudersi in casa e dedicarsi alle sue attività da casalinga. Voleva parlarne con qualcuno, ma davvero avrebbe dovuto raccontare tutto a Francesco? Non voleva che lui dubitasse dell’amore che lei nutriva nei suoi confronti ma aveva bisogno di parlare con qualcuno. Per la seconda volta Giada era inerme davanti alla realtà che le aveva dato l’ennesimo schiaffo lasciandole enormi lividi sul cuore.
  
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