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Autore: Aurora_Sogna    09/12/2008    2 recensioni
"Memories sharp as daggers
Pierce into the flesh of today
The suicide of love took away all that matters
And buried the remains in an unmarked grave in your heart"

(da "Killing Loneliness" -HIM-)
1-[Nailed to a cross together]"Non vi è piacere più bello di quello straziante..."
2-[I'm killing Loneliness] "Questo non sarebbe dovuto accadere.Questo non era giusto."
3-[Unmarked Grave] "E' quello che lei vedeva attraverso lo specchio ad essere strano."
4-[In your Heart] "Era sicuramente per il caldo che non riusciva a chiudere occhio"
5-[Innocence] "Ma tuttavia, un'insana ingenuità gli faceva credere che quello che lui credesse non era."
6-[Latte Acido] "Così quando Kankuro si svegliava e cercando di fare colazione, non trovava il latte, sapeva già che per la sorella era stata una nottataccia."
6-[Censured] "Era difficile sentire Gaara imprecare almeno quanto era difficile sentirlo parlare..."
7-[Annoing Essential] "La sua voce, la sua finta indifferenza. La loro farsa."
Raccolta di Sandcest TemaXGaara/GaaraXTema.Vi auguro buona lettura.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Temari
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Oh…Cazzo-

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Era difficile sentire Gaara imprecare almeno quanto era difficile sentirlo parlare. Lei lo sapeva, e sapeva che quando imprecava era solo perché era davvero al limite di sopportazione. Sopportazione di cosa? Ma di qualunque cosa. L’aveva preso in contropiede.

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Lui era appena tornato da Konoha, dopo essere stato via una settimana e lei, aveva avuto così bisogno di lui.  Aveva sentito quasi asfissiante la sua mancanza che le stringeva come un cerchio attorno al cuore.

Era ingrassata, perché quando stava male lei, mangiava. Ingrassata di almeno un kilo e mezzo. Ma questo non le importava perché quando lui era ritornato l’unica cosa che le sembrasse pressante era correre da lui per sfiorarlo ancora per amarlo, ancora.Quella notte, lei era in cucina, al buio. Lui era stanco, evidentemente, perché non si accorse di sua sorella quando con passi lenti aveva sorpassato la cucina. Così lei aveva potuto silenziosamente seguirlo e sempre silenziosamente raggiungerlo.

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Oh…Cazzo”. Esatto, perché presa da quel bisogno quasi doloroso di lui, si era abbandonata ai suoi istinti circondandogli la vita con le braccia e premendo le labbra sul suo collo. Era diventato più alto di lei e alle volte, sembrava essere anche più grande di lei, troppo maturo per l’età che aveva e anche per l’età della stessa Temari. Lentamente passò la lingua sul punto che aveva baciato e lo sentì diventare teso all’improvviso.

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“Oh…Cazzo”. Esatto, Gaara. Oh, cazzo. Si perché sapevano entrambi come sarebbe andata a finire e quando non fosse giusto, allo stesso modo si voltò prendendola per i polsi e bloccandola al muro adiacente a loro. Anche a lui era mancata, anche lui nei limiti della sua apatia aveva sentito il bisogno impellente di averla e una settimana gli era sembrato un mese intero di supplizio. Le labbra del ragazzo andarono ad avventarsi sul collo di lei e le mani strinsero i suoi polsi.

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Lei chinò la testa di lato per rendergli più facili i movimenti e chiuse gli occhi nel buio del corridoio. Avvolti nell’oscurità,  solo nell’oscurità potevano essere ciò che erano. “Peccatori”, “Eretici” o forse più semplicemente “Amanti”.

Quella stretta ai suoi polsi, doveva forse farla rinsavire, per poter fermare quello che stava accadendo, era lei la sorella maggiore, era lei che doveva preoccuparsi del fratello minore e forse il suo era un comportamento egoista, quello di voler continuare incurante.

Avrebbe dovuto fare pressione su se stessa e porre fine a quella cosa masochista e inconcepibile persino per entrambi. Ma per quanto fosse inconcepibile, non riuscivano a smettere. Smettere di aver bisogno l’uno dell’altro anche nel significato più basso della parola.

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Le gambe andarono a circondargli la vita e le mani ormai libere a slacciargli la cintura. Lui la manteneva per non farla cadere e si mordeva le labbra per reprimere anche la più umana esternazione di emozione. Lei non sembrò farci caso tanto era il bisogno di lui.

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“Oh…Cazzo”. Esatto Gaara, perché poi dopo, la notte faccia a faccia con i propri pensieri e con la realtà, sarebbero stati cazzi amari. Per entrambi.

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Sono davvero mortificata per il ritardo…Ma davvero, ho avuto una fase in cui la mia ispirazione era pari a quella di un procione.

Non chiedetemi quanto sia l’ispirazione di un procione perché NON lo so :D

Che dire, spero che questa sia piaciuta a chi continua a seguirmi!

Un bacio

Lily123

 

   
 
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