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Autore: dailyhim    28/02/2015    1 recensioni
"Non rischierai, lotterai come hai sempre fatto. Vedrai sarà talmente facile che non te ne accorgerai neanche" le sussurrò mentre lei si adagiava leggera sul letto.
Si sforzò di credere stupidamente alle sue parole anche se si sentiva ormai senza speranze. Il medico d'altronde era stato chiaro.
"ti voglio bene" gli disse mentre l'infermiera le sistemava la flebo nel braccio sinistro.
Una lacrima scese visibilmente dal viso del ragazzo che deglutì prontamente accennando un lieve sorriso.
Poi le prese la mano e l'accompagnò fino alla fine del corridoio. Percepiva la pesantezza di ogni singolo secondo e cercava di assaporare ogni singolo istante passato con lei in quei momenti, con la speranza che non fossero gli ultimi.
*Tratto dalla storia*
Claire, una ragazza di 17 anni, scopre di avere una malattia cerebrale che la costringe a passare mesi in ospedale con una madre con cui litiga di continuo e con un fratello che cerca di mantenere unita la famiglia, ma proprio in quel reparto incontra un ragazzo che la aiuterà nel suo difficoltoso percorso di crescita e forse di guarigione.
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Molte persone ritengono che l’autunno sia una stagione scialba e priva di vivacità, altre la odiano con tutto il loro cuore poiché o per la scuola o per lavoro sono costretti a tornare ai loro impegni quotidiani, altre ancora la trovano sorprendentemente magica. Claire era una di quelle persone. Ha sempre trovato infatti affascinante e talvolta misteriosa la caduta di foglie dagli alberi, quella progressiva e lenta perdita di fogliame che porta la pianta a una radicale esposizione della sua vera forma al mondo. E’ un vero e proprio periodo di transizione che agisce in parallelo ed è incredibilmente simile alla vita degli esseri umani, durante il quale la sofferenza è necessaria per raggiungere la vera essenza che risiede nascosta nel profondo dell’animo. Ecco come si sentiva lei, una piccola crisalide bramosa di diventare un giorno una splendida farfalla seppur consapevole delle difficoltà che le si sarebbero presentate davanti.  Parecchie volte si era soffermata a pensare allo strano andamento della sua vita fino a quel punto. Aveva studiato ad uno ad uno tutti i suoi cambiamenti sia fisici che psichici e le ragioni che risiedevano dietro di essi. Tutto ciò per poi arrivare alla conclusione che niente e assolutamente niente avviene per puro caso. Sebbene qualche rara volta si possa mutare il proprio destino, appurò che la situazione risultante sarebbe alquanto spiacevole, specialmente per alcune sfortunate persone, lei compresa.
 Quella mattina del 11 ottobre fu particolarmente disastrosa. Si svegliò come suo solito verso le sette del mattino, si lavò, mise nuovi vestiti, fece colazione e dopo aver salutato sua madre e suo fratello si diresse a passo svelto verso scuola. Notò ,appena giunse al patibolo, il gruppo delle sue compagne di scuola, le quali la salutarono freddamente ,come loro solito, tranne Stephany la quale le scostò dalla faccia i capelli castani scuri e l’abbracciò.
“Allora come va? Ti senti meglio?” le chiese non appena si allontanarono dalle altre. Stephany era una delle sue più care amiche, anzi forse era l'unica su cui poteva realmente contare, e sapeva infatti che Claire ultimamente si sentiva un po’ giù di morale. La ragazza l'altro giorno le aveva infatti confidato che stava passando un periodo difficoltoso con sua madre, però non aggiunse altro.
“Si sto meglio, grazie” rispose velocemente sperando che non le facesse ulteriori domande al riguardo, dato che solo lei stessa sapeva la vera ragione del suo malessere. Quella mattina fu particolarmente pesante, soprattutto quando la professoressa di chimica la mandò alla lavagna a correggere i problemi sulla molarità. Fra le due c’era già un odio reciproco sin dal primo momento nel quale l’insegnante varcò la porta della classe per la prima volta. In aggiunta Claire detestava con tutto il suo cuore quella dannata materia. Nonostante tutti i pomeriggi spesi ad imparare a memoria le formule risolutive, non aveva ancora capito come si risolvessero i quesiti. “Dannazione” borbottò sottovoce dopo aver ripulito la lavagna mentre ritornava al suo posto più scoraggiata di prima.
“Signorina Abbigail la preferirei un po’ più sicura nelle sue risposte” dichiarò la docente con il suo solito ghigno malefico, incidendo con la penna il sei più misero e tirato della storia sul registro di classe.
“Io invece la preferirei meno troia” pensò la ragazza sedendosi al suo posto. Era sicura che neanche i suoi compagni sarebbero riusciti a trovare la vera soluzione del problema, ma che importava tanto era lei quella che era appena stata interrogata. Quando uscì da scuola dopo aver fatto la cartella, salutò di fretta le sue compagne abbozzando un leggero sorriso  le quali iniziarono a spettegolare animatamente e lei e Stephany iniziarono ad incamminarsi verso casa.  Era completamente immersa nei suoi pensieri mentre la sua amica giocherellava per la strada cercando di calpestare le foglie più grosse quando il consueto dolore alla testa ricomparve e la fece prontamente fermare. L’ultima volta che le era venuto era stata solo la sera precedente, cogliendola proprio nel momento in cui si stava per addormentarsi ma quel giorno fu talmente intenso che si dovette appoggiare ad un albero. Dopodiché il suo corpo iniziò a tremare.  “Claire tutto bene? Perché stai tremando?!” esclamò Stephany ammutolita, afferrando prontamente l’amica prima che sbattesse il cranio contro un palo.
“La testa mi sta scoppiando” rispose massaggiandosi qua e là la testa. “ Mi capita spesso durante il giorno, ma tranquilla non è niente di che. Magari mi sta venendo la febbre” aggiunse prontamente per rassicurarla.

“Tranquilla non sto. Perchè non me l'hai detto che ti faceva male la testa? E comunque dovresti farti controllare dal medico! Ondeggi peggio di un equilibrista!” affermò alla vista dell’amica che traballava, ma Claire era più ottusa di un mulo.

“Ma smettila. Vedrai che mi passerà in cinque minuti, di solito non dura molto”
“Di solito?! Scusa ma da quant’è che hai le emicranie?”
“Un mesetto circa”
“E non ti sei ancora fatta visitare!”
“Non ho intenzione di andare un uno di quegli stupidi ambulatori, mica sono malata”
“Ma è per semplice precauzione, non devi passarci il resto della tua esistenza, e poi chi ha detto che sei malata, magari è solo stress”
Claire annuì senza aggiungere altro, e riprese la via di casa dopo aver appurato che mettersi a discutere sarebbe stato futile. Lei e Stephany percorsero tutto il vialetto fino ad arrivare alle rispettive case. Proprio in quello spoglio quartiere cinque anni fa conobbe la sua amica, la quale si era appena trasferita. I genitori di Stephany, i signori Brey, si erano stancati della frenetica vita in centro città e avendo in mente di trasferirsi optarono per un villino rustico in periferia vicino alla semi-indipendente della famiglia Abbigail. All’inizio le ragazze non si sopportavano molto ma un giorno per qualche ambiguo motivo iniziarono a piacersi l’un l’altra e diventarono amiche. Giunte alle rispettive case si salutarono e si diedero appuntamento per studiare nel pomeriggio. Il vero motivo per il quale non voleva farsi vedere dal medico non era perché odiasse particolarmente gli ospedali o gli ambulatori ma perchè sua madre si sarebbe spazientita al sentire parlare la figlia del suo malessere fisico per la quinta volta. “Una madre adorabile” è come la descriveva sempre lei alle persone che non la conoscevano. Ma in realtà quella donna era tutt’altro che adorabile, specialmente in quell’ultimo periodo. Sembrava che ogni cosa che facesse sua figlia le provocasse sconforto. La criticava per ogni singola dimenticanza, e non le mostrava mai un gesto di affetto, figuriamoci poi se Claire si fosse permessa di ritirare fuori l’argomento “Mamma ho persistenti mal di testa e i farmaci che mi hai dato non funzionano” un’altra volta. Tuttavia non l’aveva mai definita una cattiva persona né tanto meno una cattiva madre. Dopo la partenza immediata del marito per la Cina (che più che partenza era stata una scomparsa volontaria) e la morte improvvisa della sorella, la donna diventò assai irrequieta, per poi cadere in depressione. Prima che la zia Rose morisse, la madre di Claire era stata sempre presente per i suoi due figli, guai se non si fosse concessa del tempo libero da passare con Claire e Drake. Poi tutt’a un tratto qualcosa mutò in quella donna, qualcosa di così radicale che da tempo le logorava la mente e che la fece diventare irriconoscibile agli occhi dei figli che si ritrovarono ad osservarla impotenti nel suo risvolto.

 

 

   
 
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