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Autore: dailyhim    03/03/2015    1 recensioni
"Non rischierai, lotterai come hai sempre fatto. Vedrai sarà talmente facile che non te ne accorgerai neanche" le sussurrò mentre lei si adagiava leggera sul letto.
Si sforzò di credere stupidamente alle sue parole anche se si sentiva ormai senza speranze. Il medico d'altronde era stato chiaro.
"ti voglio bene" gli disse mentre l'infermiera le sistemava la flebo nel braccio sinistro.
Una lacrima scese visibilmente dal viso del ragazzo che deglutì prontamente accennando un lieve sorriso.
Poi le prese la mano e l'accompagnò fino alla fine del corridoio. Percepiva la pesantezza di ogni singolo secondo e cercava di assaporare ogni singolo istante passato con lei in quei momenti, con la speranza che non fossero gli ultimi.
*Tratto dalla storia*
Claire, una ragazza di 17 anni, scopre di avere una malattia cerebrale che la costringe a passare mesi in ospedale con una madre con cui litiga di continuo e con un fratello che cerca di mantenere unita la famiglia, ma proprio in quel reparto incontra un ragazzo che la aiuterà nel suo difficoltoso percorso di crescita e forse di guarigione.
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“Sono arrivata!” esclamò la ragazza appena entrata in casa, che in quel momento sembrava vuota. La ricca mobilia che dominava il salotto quando Roger, il padre dei ragazzi, era ancora fedele alla moglie e presente in famiglia, lasciò il posto a una serie di poveri e malridotti pezzi di antiquariato. Persino il suo ritratto preferito, quello di Oliver Cromwell, che troneggiava una volta sopra il camino, era stato spostato in cantina, ricoperto da uno spesso starato di polvere.
“Ciao Claire! Tutto bene a scuola?” la salutò suo fratello Drake spuntando dalla cucina masticando un pezzo di pane fra i denti. Indossava un maglione di lana blu e la sua solita salopette rattoppata. Innumerevoli volte sua madre provò a buttargliela via ma ottenne scarsi risultati dato che quel ragazzo quando si impuntava su qualcosa difficilmente si arrendeva.
“Si tutto apposto. La mamma?” chiese prontamente la sorella ricordandosi della litigata avvenuta prima si andare scuola in mattinata con sua madre a causa della lavatrice, in quanto la ragazza aveva sbadatamente impostato male la temperatura del macchinario la sera prima e il mattino dopo la madre ritrovò la biancheria assai rimpicciolita, “hobbittiana”,come la definì Drake.
“La mamma è sopra in camera da letto a spolverare i comodini” rispose il ragazzo finendo di posare gli ultimi piatti sulla tavola una volta recatosi in cucina. 
“Com’è oggi? Sempre incazzata con me?”
“No, dai oggi si è piuttosto calmata in fretta” affermò lui lasciandosi scappare un piccolo sorriso dopo aver visto l’espressione stupita dipinta sul volto della sorella minore.
“Miracolo!” esordì lei sarcastica afferrando un grissino e mettendosi a sedere con le gambe spaparanzate, chiedendosi se sua madre si sarebbe mai degnata di scendere a pranzare con  quei comuni mortali delle sue creature. 
Dopo poco la videro comparire sull’entrata della cucina, ancora con lo strofinaccio in mano e un’aria assai stanca.
“Buongiorno Claire” salutò la figlia freddamente dirigendosi alla sua postazione ai fornelli come di consueto.
“Ciao mamma, ho preso sei in chimica, la prof mi ha mandata alla lavagna a fare un problema” spiegò Claire con un pizzico di orgoglio.
“Ah solo sei? Vabbe’ non importa” commentò lei sconsolata, aspettandosi evidentemente un voto più alto.
“Solo sei? Mamma ma stiamo parlando di chimica! A parte il fatto che è una materia odiosa che non mi riesce mai, mi ha fatto fare dei problemi che a nessuno sono riusciti! E poi scusa ma quella mi odia”
“Adesso non dare la colpa alla professoressa” ribatté prontamente la donna.
Claire si stava chiedendo a quel punto se fosse stato il caso di tirare in testa a sua madre il piatto oppure direttamente la pentola, ma non fece niente, non si mise neanche a ribattere come avrebbe fatto. Cosa ci avrebbe guadagnato poi? Niente. Aveva appurato che discutere con lei era inutile. La donna infatti era più ottusa di un mulo, e poi avrebbe detto qualsiasi cosa pur di non dare ragione alla figlia. E questo le provocava un enorme fastidio. 
Il fratello vedendo che la tensione stava aumentando e per evitare che iniziassero a litigare come quella mattina, rivolse prima un occhiata di compassione a Claire come per dirle “Lascia perdere, ne parliamo più tardi” e poi invitò entrambe a pranzare.
Il pranzo proseguì silenziosamente, troppo forse, dato che gli unici rumori udibili erano i tintinni delle posate sui piatti e le casuali gocce che cadevano nel lavandino di acciaio. Una volta finita la pasta e la frutta e dopo aver finito di sparecchiare, la madre rimase a svolgere le ultime faccende in cucina con Drake che guardava “casualties” quel programma dove le persone si scontrano e litigano fra di loro che Claire reputava altamente idiota, mentre quest’ultima si rintanò in camera sua al piano di sopra dopo aver afferrato lo zaino blu.
Si sdraiò sul letto e vi ci rimase per una buona mezz’ora provando tutte le posizioni possibili per lenire il dolore alla testa ripensando nel frattempo a sistemare camera sua prima che Stephany arrivasse. Non era così disordinata in realtà. Il pavimento era solo cosparso da dei mucchietti di carta che erano il frutto di numerosi tentativi di esercizi di fisica falliti mentre il letto era semplicemente sfatto. Possiamo dire che quella camera avesse avuto momenti peggiori.
Intanto al fastidioso mal di testa che sembrava non diminuire si accompagnò un forte senso di nausea. “Ci mancava anche questo” pensò mentre si coricava in posizione fetale massaggiandosi la pancia con l’intento di fare un pisolino.
Non meno di una ventina di minuti dopo, suo fratello irruppe nella stanza con lo spazzolino verde fra i denti, farfugliando qualcosa di incomprensibile, essendo inoltre più che certo  che sua sorella avrebbe compreso la richiesta.
“Fclaire, frufurluio farrosto ftafera?”
Claire si girò verso di lui con una faccia alquanto scocciata e dolorante. 
“Cosa?!”
Drake avendo per grazia divina capito che sua sorella non avrebbe capito un accidente se avesse continuato a parlare con la bocca piena di dentifricio, fece un segno alla sorella, andò in bagno per sciacquarsi la bocca e ritornò appoggiandosi al muro accanto alla porta. 
“Stavo dicendo: Lo faccio io l’arrosto stasera?” pose l’attesissima domanda.
Sua sorella lo guardò ancora più accigliata e gli rispose che per lei era uguale ritornando alla posizione di prima.
“Vuoi che lo faccio classico o alle erbe?”
“E’ uguale”
“No davvero ci tengo alle tue preferenze, rispondimi”
“Ti ho detto che è uguale”
“D’accordo, d’accordo. Come contorno preparo i fagioli o le lenticchie?”
“Per me fa lo stesso. Entrambi mi fanno venire il rigurgito”
“Grazie per la tua precisione” commentò lui, mentre lei allungò la mano destra in alto con il pollice rialzato.
Drake notando che qualcosa non andava nel comportamento di Claire si staccò dal muro e le si avvicinò.
“Em…Tutto ok?”
“Oh si! Perché ci dovrebbe essere qualcosa di sbagliato?” rispose lei ironica.
“E’ per via della mamma?! Ascolta ti ho già spiegato che…”
“Non è per causa sua” tagliò corto lei sistemandosi il cuscino lilla.
“Allora che hai?” domandò nuovamente staccandosi dalla parete.
“Niente, ho la solita emicrania” 
“Ma non stai prendendo le pastiche?” chiese lui incuriosito.
“Certo che si! Ma non funzionano evidentemente!” rispose iniziando ad alterarsi leggermente. Tutto quello che voleva adesso era riposare e suo fratello non aveva intenzione di lasciare la stanza.
“La faccenda si fa seria. L’hai detto alla mamma?”
“Pensi davvero che cambierebbe qualcosa!? Ma non la vedi: mi odia! Mi odia dal primo momento in cui ho messo piede su questo pianeta”
“Adesso non esagerare! Lei non ti odia” iniziò Drake prendendo le difese della madre come suo solito.
Claire roteò gli occhi sapendo che suo fratello avrebbe cominciato uno dei suoi poemi filosofici. 
“Sta passando un brutto periodo, può sembrarti un egoista che ti tratta di merda ma in realtà ti vuole un bene dell’anima. Quale madre odierebbe i propri figli poi?” proseguì lui.
“la nostra forse, idiota” pensò lei.
“E ritornando al discorso “mal di testa” domani ti porto da uno specialista” concluse il ragazzo.
“Cosa?! No no, assolutamente no. Noi non andremo da nessuna parte. Da uno specialista!? Oddio ma Claire no! Non vorrai che tua madre si arrabbi di nuovo con te per il fatto che la innervosisci con le tue lamentele riguardanti i dolori alla testa! Eh figuriamoci! Dimmi un po’ Drake quale figlio sarebbe così cattivo con la propria madre!” la ragazza si alterò decisamente.
“Ti ha detto veramente questo?” domando lui assai perplesso.
La ragazza annuì.
 Drake rimase così sconvolto da quello che sua madre aveva detto alla sorella riguardo il suo problema che si limitò ad osservarla impotente con i suoi occhi azzurri che in quel momento erano più limpidi del solito.
“Mi dispiace, non sapevo che ti avesse detto queste cose. Domani ti prometto che ti porto dal medico, e non le faremo sapere niente ok?” propose lui
Claire non fece in tempo a replicare che il campanello suonò al piano di sotto. La sua amica Stephany era appena arrivata.
“E’ Stephany. Vado ad aprire” disse lei alla fine uscendo dalla stanza e dirigendosi verso le scale.“Sono arrivata!” esclamò la ragazza appena entrata in casa, che in quel momento sembrava vuota. La ricca mobilia che dominava il salotto quando Roger, il padre dei ragazzi, era ancora fedele alla moglie e presente in famiglia, lasciò il posto a una serie di poveri e malridotti pezzi di antiquariato. Persino il suo ritratto preferito, quello di Oliver Cromwell, che troneggiava una volta sopra il camino, era stato spostato in cantina, ricoperto da uno spesso starato di polvere.
“Ciao Claire! Tutto bene a scuola?” la salutò suo fratello Drake spuntando dalla cucina masticando un pezzo di pane fra i denti. Indossava un maglione di lana blu e la sua solita salopette rattoppata. Innumerevoli volte sua madre provò a buttargliela via ma ottenne scarsi risultati dato che quel ragazzo quando si impuntava su qualcosa difficilmente si arrendeva.
“Si tutto apposto. La mamma?” chiese prontamente la sorella ricordandosi della litigata avvenuta prima si andare scuola in mattinata con sua madre a causa della lavatrice, in quanto la ragazza aveva sbadatamente impostato male la temperatura del macchinario la sera prima e il mattino dopo la madre ritrovò la biancheria assai rimpicciolita, “hobbittiana”,come la definì Drake.
“La mamma è sopra in camera da letto a spolverare i comodini” rispose il ragazzo finendo di posare gli ultimi piatti sulla tavola una volta recatosi in cucina. 
“Com’è oggi? Sempre incazzata con me?”
“No, dai oggi si è piuttosto calmata in fretta” affermò lui lasciandosi scappare un piccolo sorriso dopo aver visto l’espressione stupita dipinta sul volto della sorella minore.
“Miracolo!” esordì lei sarcastica afferrando un grissino e mettendosi a sedere con le gambe spaparanzate, chiedendosi se sua madre si sarebbe mai degnata di scendere a pranzare con  quei comuni mortali delle sue creature. 
Dopo poco la videro comparire sull’entrata della cucina, ancora con lo strofinaccio in mano e un’aria assai stanca.
“Buongiorno Claire” salutò la figlia freddamente dirigendosi alla sua postazione ai fornelli come di consueto.
“Ciao mamma, ho preso sei in chimica, la prof mi ha mandata alla lavagna a fare un problema” spiegò Claire con un pizzico di orgoglio.
“Ah solo sei? Vabbe’ non importa” commentò lei sconsolata, aspettandosi evidentemente un voto più alto.
“Solo sei? Mamma ma stiamo parlando di chimica! A parte il fatto che è una materia odiosa che non mi riesce mai, mi ha fatto fare dei problemi che a nessuno sono riusciti! E poi scusa ma quella mi odia”
“Adesso non dare la colpa alla professoressa” ribatté prontamente la donna.
Claire si stava chiedendo a quel punto se fosse stato il caso di tirare in testa a sua madre il piatto oppure direttamente la pentola, ma non fece niente, non si mise neanche a ribattere come avrebbe fatto. Cosa ci avrebbe guadagnato poi? Niente. Aveva appurato che discutere con lei era inutile. La donna infatti era più ottusa di un mulo, e poi avrebbe detto qualsiasi cosa pur di non dare ragione alla figlia. E questo le provocava un enorme fastidio. 
Il fratello vedendo che la tensione stava aumentando e per evitare che iniziassero a litigare come quella mattina, rivolse prima un occhiata di compassione a Claire come per dirle “Lascia perdere, ne parliamo più tardi” e poi invitò entrambe a pranzare.
Il pranzo proseguì silenziosamente, troppo forse, dato che gli unici rumori udibili erano i tintinni delle posate sui piatti e le casuali gocce che cadevano nel lavandino di acciaio. Una volta finita la pasta e la frutta e dopo aver finito di sparecchiare, la madre rimase a svolgere le ultime faccende in cucina con Drake che guardava “casualties” quel programma dove le persone si scontrano e litigano fra di loro che Claire reputava altamente idiota, mentre quest’ultima si rintanò in camera sua al piano di sopra dopo aver afferrato lo zaino blu.
Si sdraiò sul letto e vi ci rimase per una buona mezz’ora provando tutte le posizioni possibili per lenire il dolore alla testa ripensando nel frattempo a sistemare camera sua prima che Stephany arrivasse. Non era così disordinata in realtà. Il pavimento era solo cosparso da dei mucchietti di carta che erano il frutto di numerosi tentativi di esercizi di fisica falliti mentre il letto era semplicemente sfatto. Possiamo dire che quella camera avesse avuto momenti peggiori.
Intanto al fastidioso mal di testa che sembrava non diminuire si accompagnò un forte senso di nausea. “Ci mancava anche questo” pensò mentre si coricava in posizione fetale massaggiandosi la pancia con l’intento di fare un pisolino.
Non meno di una ventina di minuti dopo, suo fratello irruppe nella stanza con lo spazzolino verde fra i denti, farfugliando qualcosa di incomprensibile, essendo inoltre più che certo  che sua sorella avrebbe compreso la richiesta.
“Fclaire, frufurluio farrosto ftafera?”
Claire si girò verso di lui con una faccia alquanto scocciata e dolorante. 
“Cosa?!”
Drake avendo per grazia divina capito che sua sorella non avrebbe capito un accidente se avesse continuato a parlare con la bocca piena di dentifricio, fece un segno alla sorella, andò in bagno per sciacquarsi la bocca e ritornò appoggiandosi al muro accanto alla porta. 
“Stavo dicendo: Lo faccio io l’arrosto stasera?” pose l’attesissima domanda.
Sua sorella lo guardò ancora più accigliata e gli rispose che per lei era uguale ritornando alla posizione di prima.
“Vuoi che lo faccio classico o alle erbe?”
“E’ uguale”
“No davvero ci tengo alle tue preferenze, rispondimi”
“Ti ho detto che è uguale”
“D’accordo, d’accordo. Come contorno preparo i fagioli o le lenticchie?”
“Per me fa lo stesso. Entrambi mi fanno venire il rigurgito”
“Grazie per la tua precisione” commentò lui, mentre lei allungò la mano destra in alto con il pollice rialzato.
Drake notando che qualcosa non andava nel comportamento di Claire si staccò dal muro e le si avvicinò.
“Em…Tutto ok?”
“Oh si! Perché ci dovrebbe essere qualcosa di sbagliato?” rispose lei ironica.
“E’ per via della mamma?! Ascolta ti ho già spiegato che…”
“Non è per causa sua” tagliò corto lei sistemandosi il cuscino lilla.
“Allora che hai?” domandò nuovamente staccandosi dalla parete.
“Niente, ho la solita emicrania” 
“Ma non stai prendendo le pastiche?” chiese lui incuriosito.
“Certo che si! Ma non funzionano evidentemente!” rispose iniziando ad alterarsi leggermente. Tutto quello che voleva adesso era riposare e suo fratello non aveva intenzione di lasciare la stanza.
“La faccenda si fa seria. L’hai detto alla mamma?”
“Pensi davvero che cambierebbe qualcosa!? Ma non la vedi: mi odia! Mi odia dal primo momento in cui ho messo piede su questo pianeta”
“Adesso non esagerare! Lei non ti odia” iniziò Drake prendendo le difese della madre come suo solito.
Claire roteò gli occhi sapendo che suo fratello avrebbe cominciato uno dei suoi poemi filosofici. 
“Sta passando un brutto periodo, può sembrarti un egoista che ti tratta di merda ma in realtà ti vuole un bene dell’anima. Quale madre odierebbe i propri figli poi?” proseguì lui.
“la nostra forse, idiota” pensò lei.
“E ritornando al discorso “mal di testa” domani ti porto da uno specialista” concluse il ragazzo.
“Cosa?! No no, assolutamente no. Noi non andremo da nessuna parte. Da uno specialista!? Oddio ma Claire no! Non vorrai che tua madre si arrabbi di nuovo con te per il fatto che la innervosisci con le tue lamentele riguardanti i dolori alla testa! Eh figuriamoci! Dimmi un po’ Drake quale figlio sarebbe così cattivo con la propria madre!” la ragazza si alterò decisamente.
“Ti ha detto veramente questo?” domando lui assai perplesso.
La ragazza annuì.
 Drake rimase così sconvolto da quello che sua madre aveva detto alla sorella riguardo il suo problema che si limitò ad osservarla impotente con i suoi occhi azzurri che in quel momento erano più limpidi del solito.
“Mi dispiace, non sapevo che ti avesse detto queste cose. Domani ti prometto che ti porto dal medico, e non le faremo sapere niente ok?” propose lui
Claire non fece in tempo a replicare che il campanello suonò al piano di sotto. La sua amica Stephany era appena arrivata.
“E’ Stephany. Vado ad aprire” disse lei alla fine uscendo dalla stanza e dirigendosi verso le scale.

 
*author's corner* Salve a tutti! :) Questa è una storia che ho iniziato a scrivere un paio di mesi fa e solo ora ho deciso di pubblicarla su efp. E' una storia a cui tengo molto e che spero piaccia anche a voi. Se lo desiderate, lasciate pure delle recensioni o critiche (magari non troppo offensive), mi farebbe molto piacere, anche per sapere se il feedback è positivo o no. Grazie mille a coloro che stanno seguendo la storia (ammesso ci siano persone). A breve pubblicherò il prossimo :)
   
 
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