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Autore: OdiTheUnicorn1975    01/03/2015    1 recensioni
Karma è una ragazza come le altre, con un solo problema: soffre di leucemia. Non si è mai posta il quesito "cosa fare prima di morire?", perché una ragazza solare come lei non aveva il motivo, ma ora il suo unico pensiero è "morirò, e forse presto".
Ci troviamo davanti ad una diciassettenne con un unico pensiero: la morte. Scopre di avere la leucemia e di doversi operare al midollo osseo il prima possibile. Tra trasfusioni, trasferimeti e operazioni, Karma incontrerà un ragazzo, poco più grandi di lei, che le salverà la vita: Matthew. Karma ruberà il cuore a Matt e non solo quello...
Leggete per scoprire la storia di Karma, la "ragazza bianca" e Matt, il ragazzo "senza midollo".
(i sopranomi non sono casuali, leggendo capirete)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Punizione...







L'intervento è stato fissato.
Il giorno 15 gennaio, sarà il giorno dell'intervento.  

Sento la pelle d'oca leggendo la data.  
Manca poco più di un mese.  
Essendo il 10 dicembre mancano precisamente 36 giorni.  
Il mio primo vero intervento.  
In realtà ci sono stati altri piccoli incidenti quando ero piccola, ma nessuno di questi ha richiesto un intervento.  
Ero una bambina molto attiva per questo ogni settimana ero in ospedale per qualcosa di leso, rotto o distrutto.  
Ricordo che una volta ho dovuto portare il gesso per un mese intero, perché ero caduta dalla mia bicicletta mentre andavo a tutta velocità.  

Nonostante le giornate passate in ospedale, la mia infanzia è stata bellissima.  
Non avrei mai immaginato che un giorno, nel tardo inverno dei miei 17 anni, la mia vita sarebbe diventata una corsa verso una sala operatoria.  
La testa mi duole e tutto intorno a me sembra girare.  
La testa è pesante e in un attimo mi ritrovo stesa per terra, e tutto sfuocato intorno a me.

Mi risveglio dopo un paio di ore nella mia stanza.
Con me c'è mio padre seduto su una poltrona vicino al mio letto.  
Sento la testa pesante e un dolore lancinante alla nuca, la prima cosa che viene in mente di fare è portare una mano sul punto più doloroso.  
Al tatto sento una stoffa, probabilmente della garza.

-"ti fa molto male la testa?"- mi chiede mio padre quando si accorge che sono sveglia.  
-"un po'"- in realtà mi fa molto male ma non voglio farlo preoccupare.
-"mamma non c'è?"- gli chiedo quando mi accorgo che non c'è nessun'altro a parte me e lui.  
-"è appena tornata in hotel per prenderti qualcosa da mettere, ha notato che nella tua borsa ci sono solo indumenti sporchi."-  
-"l'intervento è stato fissato, vero?"- chiedo cambiando di getto argomento.  
-"si, è previsto per il 15 di gennaio, fra più di un mese, quindi non hai da preoccuparti."- cerca di rassicurarmi mio padre.

Non devo pensarci, tra poco è Natale e andremo a  New York e finalmente incontrerò di nuovo i nonni.
Mi mancano, li vedo poco, una o due volte l'anno.  
Gli voglio bene, sono fantastici.
Mio nonno, John, ha quasi 70 anni, precisamente 67 ma è più vicino al 70 quindi ne ha quasi 70.

È un collezionista di francobolli, così ogni volta che ne ho l'occasione, gli invio una lettere e ogni volta scelgo un francobollo diverso, per farlo contento.  
Mia nonna si chiama Narcisa, lei ama i fiori, forse non è un caso che si chiami proprio Narcisa.  

Il suo giardino è diventato una serra e a mio nonno non piace, a lui non stanno molto a genio il polline e le api, per questo detesta stare in giardino.  
Mia nonna è una bellissima donna, non sembra invecchiare mai, e se non fosse per i capelli grigi che le arrivano quasi alle spalle, non si direbbe che abbia 65 anni.

Il nonno invece è un vecchio brontolone, con un nasone enorme e degli occhiali che lo fanno risultare sempre annoiato perché gli coprono le sopracciglia.
Sono tutti e due molto divertenti, però.
Ogni volta che vengono a trovarci mi portano un regalo.  
Una volta la nonna si dimenticò il pacchetto qui in America, e siccome voleva a tutti i costi farmi un regalo, lo fece scegliere a me, quella fu la volta che mi tinsi i capelli rossi.  

Loro non hanno niente a che fare con il papà di mia madre, nonché mio nonno, lui è sempre scontroso e burbero con tutti, perfino con me, questo da quando è morta nonna.  
Deve averla amata davvero quella donna, non passa giorno in cui non la nomina, è sempre li che dice "Jenna di qui, Jenna di li" e fino a quando non si addormenta o papà lo rimprovera dicendo "ok, Rob, abbiamo capito, ma ora smettila di ripetere le cose a macchina", lui non la smette.

Mia madre entra nella stanza e lascia cadere la borsa con le mie cose per terra.  
Si avvicina velocemente e mi controlla la fasciatura.
 
-"che ti è preso prima? Stavi poco bene? È stato per colpa di Matt che ti ha fatto uscire... Senza il mio permesso poi!"- sono scandalizzata! Come fa a saperlo? Ci avranno visto? Sono nei guai fino al collo.

-"come fai a saperlo?"- le chiede.  
-"davvero credevi che non si sarebbero accorti che non c'eri?"-

-"volevo solo uscire un po'! Questo schifo di posto mi mette i brividi e fa davvero schifo essere rinchiusa qui dentro e non poter uscire quando voglio. - ormai sto gridando senza ritegno -Ti sei mai accorta della tristezza che c'è qui dentro? No, perché te basta che non ci sia rinchiusa tu qui! Se fosse stato per me a quest'ora starei nel mio bel letto a casa! A Liverpool! - non mi importa se mezzo ospedale si è affacciato nella mia stanza e sta assistendo allo spettacolo-  E non in questo schifo di letto d'ospedale che non mi appartiene. Volevo solo sparire e non pensare che dentro di me c'è questa schifo di malattia che mi distrugge poco a poco, e sai cosa? Per tutto il tempo che sono stata fuori non ho pensato a niente, se non a Matt che mi sta salvando da una stupida, insulsa morte!"- le lacrime mi scendono capiose dal viso, mio padre si alza e chiude la porta.  

Con gli occhi ancora pieni di lacrime non vedo la mano che con poca delicatezza si scontra contro la mia guancia che si infiamma subito.  
-"non provare ancora a dire che non sto facendo tutto questo per te!"- non sta gridando, ma sento comunque le sue parole con un tono alto.  
-"oltre a me e a tuo padre non vedrai nessun'altro fino a quando rimarrai qui. Se i signori Price ti vorranno fare visita saremo lieti di accompagnarli, ma scordati Matthew."-  

Detto questo, mia madre esce come una furia fuori dalla stanza sbattendosi la porta alla spalle.  
-"non volevo darle ragione, ma sappiamo entrambi che l'ha. Se sei qui dentro è solo per il tuo bene... Ora vado, ci vediamo domani"- mi dice mio padre con dolcezza prendendo la giacca e dopo avermi dato un bacio sulla fronte esce anche lui dalla stanza, così ancora una volta, rimango sola.  

Verso sera mando un messaggio a Matt.  
*per favore, aiutami a scappare*  
Nella mia mente sembra una supplica ma forse un messaggio non rende l'idea.  

*vuoi che venga li?* forse non serve che io ci metta la mia disperazione, forse lui mi capisce e basta.  
*si, ti prego*  Spero solo che quello che abbia detto mia madre non sia vero.
Vogliono tenermi qui fino al giorno dell'intervento, e senza Matt sembrerà non trascorrere mai il tempo.  




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Matthew's POV  

Mi arriva un messaggio da Karma.
Vuole che vada da lei.
Questa ragazza mi farà impazzire.  
No ho mai pensato tanto ad una ragazza come a lei.  

Il problema rimane solo uno: Olivia.  
Che le dico quando torna?
Certo tornerà per febbraio, ma come faccio con... Tutto.  

Mentre penso a tutti i problemi che mi sono creato monto sulla moto e mi avvio verso l'ospedale.  
Possibile che non riesca a trovare una soluzione?
Che faccio?  
Che dico a Karma?

"Ciao Karma, ti trovo bellissima ma non possiamo stare insieme perché ho una relazione con una ragazza che ora non è qui, comunque ti trovo bene".

No, lei non lo merita.  
Non so che fare.
È una situazione che non mi è mai capitata prima d'ora.  
Insomma, io sono il tipico da una ragazza a sera.  
Ma con lei è diverso.  

Poi con Olivia non mi sono fatto scrupoli a tradirla.  
Non mi importa di lei, ha solo frainteso quello che volevo e ora me la ritrovo dietro come un cagnolino da passeggio. 
Ho paura di fare la stessa cosa con Karma.
Lei non merita di soffrire, ha già sofferto troppo. 
Lei è come un diamante che va trattato con delicatezza.  
Perché mi sono cacciato in questa situazione?  

Avevo detto "niente più a che fare con l'ospedale" dopo la morte di...
Non mi sono nemmeno reso conto del fatto che sono trascorsi 3 anni dalla morte di Danielle.  
Quella bambina era un uragano, e come gli uragani dopo il suo passaggio nella mia vita mi ha lasciato distrutto.  
Aveva solo 7 anni, cercava un donatore compatibile per il suo trapianto di fegato.  

Forse è grazie a lei, o forse per colpa sua, ma è lei che mi ha convinto ad aiutare gli altri.  
Per questo il giorno dopo il mio diciottesimo compleanno, sono andato in ospedale e mi sono proposto come donatore di midollo osseo.  
Ricordo che mi prelevarono del sangue e dopo pochi giorni, la lettera che mi arrivò segnò la rivincita di Danielle.

Finalmente avrei aiutato gli altri.
Mi sentivo energico, poi la razionalità prese il sopravento e la paura iniziò a montare, solo non mi sono lasciato sopraffare, così eccomi qui.  
Sto andando dalla ragazza che mi ha reso pazzo, che è la stessa ragazza che mi ruberà il midollo osseo, eppure, non potrei essere più felice di cosi.  

Sono ormai giusto davanti all'ospedale e finalmente trovo dove lasciare la moto.
Entro dentro e ogni volta è come se fosse quella volta.  
La volta che mi avvisarono di Danielle.  

Non ce la fece, decedette durante la notte, la notte fra il 23 e il 24 luglio.  
Quella fu un'estate afosa, ricordo che l'ospedale era il posto più fresco che riuscì a trovare, ci passavo molto tempo, ma non per l'afa esteriore, ma per lei.
Amavo farla divertire, farla sorridere.  
Quel sorriso così luminoso che mi riscaldava il cuore, un cuore che nessuno era mai stato in gradi di sciogliere dal ghiaccio che lo aveva avvolto.  
Danielle era la bambina più bella che avessi mai visto, capelli biondi occhi verdi, ricordo di aver desiderato una figlia come lei.  

L'ospedale mi fa sempre un certo effetto e tornarci non è una sensazione che mi piace, ma per Karma farei questo e altro.  
Mi accorgo di star tardando così accelero il passo e in poco tempo sono nel reparto pediatria.  
Un'infermiera mi ferma sulla soglia della porta.  
-"dove stai andando ragazzo?"-  
Le stesse parole.  
Il panico.  
"dove stai andando ragazzo?"
"dove stai andando..."
 "dove stai..."  


Le parole e quella notte ritornano come un uragano nella mia mente.  
Danielle diafana su un letto d'ospedale, faceva invidia alle pareti bianco latte.
Aveva un sorriso increspato sulle labbra e sembrava dormire placidamente, ma io sapevo che quel sonno sarebbe durato in eterno, eppure non volevo crederci.
Non aveva famiglia, era sola.  

La madre morì durante il parto e il padre l'abbandonò subito dopo aver saputo della sua malattia.  
Che bastardo.
Come può aver lasciato una bambina in quelle condizioni sola?  
Facevo volontariato da poco quando la vidi in ospedale.  
Dopo la sua morte ho smesso.  

Tornare tutti i giorni li non avrebbe giovato alla mia salute.  
-"devo andare da Karma"- un sussurro.  
Lo dico fissando oltre la spalla dell'infermiera.  
E la vedo.  
Sulla soglia della sua stanza che si guarda attorno.  

È bellissima.  
In vestaglia, con una fasciatura sulla testa e i capelli scompigliati, è comunque la cosa più bella che io abbia mai visto.  
I suo capelli rosso fuoco svolazzano non appena gira la testa nella mia direzione.  
Mi sorride e viene verso di me.  
Sembra rilassata così mi calmo anche io.  

Porta con se la flebo dove sicuramente ci saranno gli antibiotici.  
L'infermiera la vede e mi lascia passare.  
Le vado incontro e l'abbraccio.
Tutti quei ricordi non mi hanno fatto bene, ora ne sono sicuro contando che cerco di scomparire in quell'abbraccio che mi sembra come acqua nel deserto.  

-"che hai? Perché mi hai fatto venire? Qualcosa non va?"- le faccio un milione di domande.  
Lei sorride.
Un sorriso triste, quasi nostalgico, ma le si illumina comunque il volto.  

-"mia madre mi ha vietato di vederti, non so più che fare"-  Risponde alle mie domande con una semplice frase.  
E io che pensavo non stesse bene.
Che stupido.  
L'abbraccio di nuovo e questa volta è lei a voler sprofondare.  
-"non ti preoccupare, non mi allontanerà da te"- la rassicuro cullandola lievemente.  

-"andiamo in camera mia, Nancy ci guarda male"- mi dici guardando male l'infermiera che voleva bloccarmi.
La stanza sembra cambiata, puzza di medicinali più del solito, ma dev'essere sicuramente per colpa della flebo, un letto è attaccato alla parete e l'altro è rimasto dov'era.  
Per il resto è rimasta la stessa.  

Karma va a sedersi sul letto, mentre la mia gola si fa sempre più secca.
Non mi importa cosa possa fare la signore Camelot per impedirmi di vedere Karma, riuscirò a vederla.



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La madre di Karma continua a non farmi entrare in ospedale.  
Ogni giorno, dopo la scuola, vado li e cerco di entrare, ma puntualmente lei è li, e ogni giorno mi tocca stare fuori ad aspettare che lei vada via.  
Cambia sempre orario.  
Una volta va via verso le 3.00pm altre volte anche alle 8.00pm.  
Crede che facendo così io mi arrenda, ma non lo farò.  

E anche oggi il muretto davanti l'ospedale mi sporca i jeans neri.  
Seduti li aspetto che la signora Camelot vada via.  
Daniel, il padre di Karma, quando la madre non c'è mi fa entrare e rimaniamo a parlare un po', poi torno fuori.  
Sono le 6.30 pm e la signora Camelot non è ancora uscita.  

Vedo la figura di una donna avvicinarsi a me, e quando alzo gli occhi la riconosco: è la signora Camelot.  
-"sei ancora qui, eh?"- Mi domanda sedendosi anche lei sul muretto sporco.  
Mi stringo nelle spalle ed evito di guardarla.
È una signora cinica, e mette un po' paura.

-"proprio non vuoi ficcartelo in testa, che lei è in punizione..."-dice dopo avermi scrutato da testa a piedi.
-"Karma è una brava ragazza, non ho mai dovuto ricorrere a questo tipo di metodi per farmi ascoltare da lei.
E ora? Lo so che l'amore fa fare stronzate..."- il mio sguardo ora è su di lei e sbarro gli occhi a sentirla pronunciare una parolaccia così poco elegante.
Estrae dalla minuscola borsa beige delle Camelot e ne tiene una fra le labbra.
Ancora una volta strano gli occhi, e dopo poco me ne offre una.
Con un gesto della mano rifiuto e la lascio finire

-"ma lei è mia figlia, capisci? Certo che no! Sei solo un ragazzino.
Guardati! Sei il tipico fighetto con quell'aria un po' distaccata, sembra che non ti freghi niente di quello che accade intorno a te, con quegli scarponi e la tua aria da punk rock.-
fa un tiro dalla sigaretta e tiene il fumo nei polmoni per così tanto tempo che perdone perdo la cognizione, poi butta tutto fuori. Deve fumare da molto tempo per riuscire a trattenere così tanto tempo il fumo.

-"quello che voglio dire, è che io sto solo cercando si proteggerla.
Da te e da chiunque potrebbe ferirla. Perché lo sappiamo entrambi, tu la ferirai e quando lo farai chi dovrà aiutarla sarò io.
Sto solo cercando di salvarla e tu non mi stai aiutando.-
mentre parla fuma la sua sigaretta. Il fumo mi finisce in faccia e ora anche io sento il bisogno di fumare così istintivamente porto una mano in tasca dove tengo il pacchetto di Diana, ormai quasi vuoto.
In un attimo mi accorgo che la signora Camelot potrebbe dirlo ai mie genitori così torno con le mai unite davanti a me

-"Matthew fuma pure. Non ho bisogno di vederti fumare per capire che lo fai.- la guardo per un attimo con le sopracciglia alte e poi prendo una sigaretta e la porto fra i denti, l'accendo e faccio un tiro.  

-"lo vedi? È anche per questo che non voglio che tu veda mia figlia. Tu fumi e il fumo fa male."- butta la sigaretta per terra e la schiaccia con la punta dei suoi tacchi..  

-"solo una volta ho fumato davanti a lei. Non l'ho più fatto da quando l'ho guardata negli occhi per la prima volta. Perché in quel preciso istante ho temuto per lei, e l'istante dopo è stato l'istante in cui ho capito che una ragazza così dev'essere protetta. Mi creda se glielo sto dicendo, non farei mai del male a Karma."- ora è lei che mi guarda quasi sgranando gli occhi.  

-"se non fosse che i ragazzi come te li conosco bene, ti crederei."- dicendo questo torna in ospedale e mi lascia li, seduto sempre sul muretto.
Di nuovo sul muretto.


















ANGOLO AUTRICE:
HOLA!
Come va? 
Mi scuso se ho postato in ritardo, però ho notato che il capitolo precendente non ha ricevuto recensioni, così ho pensato non vi fosse piaciuto. 
Spero che almeno questo riceva delle recensioni. 
Da ora in avanti i capitoli si divideranno tra i pensieri di Matt e i pensieri di Karma, proprio come in questo. 
Sto cercando di scrivere il prossimo capitolo, ma mi è un po' difficile contando che la settimana che si è appena conclusa è stata piena di compiti in classe e interrogazioni per me. 
Alcuni misteri della vita di Matt sono stati svelati, per noi, ma chi sarà mai questa misteriosa Olivia? 
Non vi anticipo niente. 
Ve se ama 

-Delly 

P.S
RECENSITE, PLEASE! 















 
  
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