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Autore: Miranh    01/03/2015    4 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7. “ Ombre e nuova vita ”

 

 

 

 

Passò più di un mese da quel giorno. Ahadi ed Uru trascorsero diverse notti a consumare la loro unione, trasportati dal grande affetto e dalla passione. Ormai erano diventati ufficialmente una coppia di futuri sovrani. Ahadi dimostrò più volte di essere degno di tale ruolo. Col tempo la sua disinvoltura si fece sempre più viva. Trascorreva le intere giornate fianco a fianco con Mohatu e si impegnava a fondo per comprendere al meglio le necessità di quella terra. Kesi ed i suoi figli si erano adattati per bene alla vita in quel posto. Erano confortati all'idea di aver trovato finalmente un branco premuroso e Laio pian piano riprese a camminare. La Rupe dei Re era tornata ad essere un luogo di speranza e d'amore.

Tuttavia Rafiki, meditando come sempre in cima al suo albero, sentiva che vi erano in serbo ancora altre prove da superare. Dal ritorno di Uru la rupe era stata colta da incredibile felicità, così tanta da far paura. E il mandrillo temeva che presto ci sarebbe stato qualcosa che potesse mettere a rischio l'armonia che si era creata.

Ma la sua contemplazione fu interrotta da una dolce voce familiare che lo chiamava: << Rafiki! >>

Lui si affacciò e guardò giù: era Uru, la quale lo attendeva con gran sorriso.

<< Buongiorno, figliola! Cosa ti porta da queste parti? >>

<< Ho bisogno di parlarti. Credo di avere delle importanti novità >>

<< Scendo subito >>

Detto fatto. In men che non si dica il mandrillo scese al suolo spinto dalla curiosità. Rimase colpito dal meraviglioso sorriso della leonessa.

<< Dimmi pure, mia cara. Sono tutto orecchi >>

Lei esitò un momento per via dell'emozione, ma poi iniziò a parlare:

<< Sono venuta qui per dirti che...credo di essere incinta! >>

Rafiki spalancò gli occhi e la bocca, rimanendo immobile e meravigliato.

<< Dici...dici sul serio?! >>

Lei annuì: << Ultimamente ho sempre molta fame ed ho anche iniziato a sentire dei piccoli movimenti nel mio ventre >>

<< Oh, caspita! Questa sì che è davvero una bella notizia! >> esclamò il mandrillo, saltando di gioia << Mi permetteresti di posare la mia mano sul tuo ventre? >>

Uru acconsentì e si girò di fianco. Allora Rafiki le posò sopra delicatamente la mano e cominciò ad accarezzarla piano piano. Ed ecco che finalmente sentì un leggero movimento dall'interno. Sussultò ancora più contento di prima: << Sii felice, mia cara Uru. Stai davvero per diventare madre. Le mie congratulazioni >>

Lei si commosse ed i due si scambiarono un tenero e lungo abbraccio.

<< E dimmi... >> continuò lui << ...l'hai già detto ad Ahadi e a tuo padre? >>

<< Non ancora >> rispose lei << In questo momento son fuori tutti e due. Intendo far loro una grande sorpresa quando ritorneranno >>

<< Capisco... Bé, sono molto contento per tutti voi. Sarà davvero una bella notizia per loro >>

<< Lo spero tanto. Ti ringrazio infinitamente, Rafiki >>

<< E' stato un piacere per me. Verrò a trovarti spesso. A presto dunque >>

<< A presto >>

Si salutarono cordialmente e lei si rimise in cammino per tornare a casa, mentre Rafiki si arrampicò di nuovo sull'albero e la osservò dall'alto.

 

Intanto Mohatu ed Ahadi si erano avviati verso un differente giro di territori nei pressi dei confini. Il re aveva deciso di far conoscere ad Ahadi le famigerate Terre di Nessuno. Per un buon sovrano era bene essere consapevole anche dell'aspetto più negativo di un regno. E così finalmente Ahadi poté scrutare per la prima volta con i propri occhi quelle aride terre situate oltre il fiume dei coccodrilli. Là in esilio da qualche parte si trovava il leone che aveva ossessionato i suoi pensieri sin dall'infanzia.

<< Così sono queste le Terre di Nessuno... >> disse << Hanno un aspetto davvero inquietante. Sembra che non ci sia nulla di vivo... >>

<< Già... >> rispose Mohatu << Mi fu raccontato che prima della mia nascita questa terra era un autentico paradiso ricco di piante e di tante creature. Esistevano persino alcune tribù di esseri umani. Ma un giorno arrivarono altri uomini provenienti da terre sconosciute. Si dice che fossero perfino in grado di emulare i rimbombi dei tuoni. Sta di fatto che si impossessarono di ogni cosa, perfino dei membri della loro stessa specie, tagliarono via molti alberi e la loro guerra incendiò gran parte della giungla. Scamparono in pochi a quel disastro e i superstiti andarono via, lasciando questa terra abbandonata a se stessa, bruciata e sterile. Tra i sopravvissuti c'era anche Rafiki, che all'epoca era solo un adolescente. Da allora queste terre sono conosciute con il nome di “ Nessuno ”. Una storia piuttosto triste, non c'è che dire >>

Ahadi guardò Mohatu mestamente. Perfino Rafiki celava dietro di sé un passato drammatico. Ma, nonostante questo, continuava ad andare avanti, dedicando tutto se stesso al bene proprio e a quello degli altri. Il suo era davvero un grande spirito.

Il re rivolse ad Ahadi uno sguardo serio, pronto ad esprimersi riguardo una questione importante: << Ascolta, Ahadi... Intendo confidarti alcune delle mie più intime intenzioni. Temo che presto mi imbatterò in un'azione assai azzardata >>

Il leone tese bene le orecchie: << Di che si tratta? >>

<< Intendo recarmi presto in queste terre desolate, con lo scopo di ritrovare Zhymu >>

Ahadi fu scosso da un brivido: << Che cosa?! >>

Mohatu continuò il suo discorso: << So che sembra irragionevole. Ma in cuor mio sento di non essere più in grado di sopportare questa situazione. Io e lui siamo legati da svariate questioni lasciate in sospeso. Intendo ora risolvere una volta per tutte le nostre divergenze, in maniera possibilmente pacifica >>

Ahadi cercò di replicare: << No, Mohatu... Ti supplico! Per quanto ne sappia...lui potrebbe non esitare ad ucciderti! >>

Mohatu gettò fuori un sospiro: << Forse è così... Ma la colpa è in parte mia. Sono stato un codardo per aver evitato di confrontarmi con lui in passato... Se lo avessi fatto, forse ora non ci troveremmo in questa tesa e fragile situazione >>

Ahadi scosse forte la testa: << Non posso permettere di farti rischiare la vita in questo modo! Lui ha avuto la possibilità di fare la sua scelta di vita. E ha scelto un percorso pieno di dissolutezza! Sarebbe pericoloso farlo tornare! Mohatu, ti prego... Io non so se ce la farò a sopportarlo... Non ora che sto finalmente costruendo una famiglia assieme a voi >>

Mohatu sorrise comprensivo e gli sfiorò il muso col proprio: << Torniamo a casa... >> disse << Direi che per oggi possa bastare come giro. Avremo modo di parlarne con calma >>

Ahadi tirò un sospiro di sollievo e si avviarono per far ritorno alla Rupe. Il tragitto seguì silenzioso, senza il minimo scambio di una parola. Le cose a cui pensare erano tante. Il discorso di Mohatu aveva fortemente scosso l'animo di Ahadi. Altre ombre a lui ignote si celavano nel passato. Ma restava determinato a far cambiare idea al re. Inoltre... Cosa ne avrebbe pensato Uru di una decisione così avventata?

Restò talmente aggrappato ai suoi pensieri da non accorgersi dello scorrere del tempo. In men che non si dica si erano ritrovati ai piedi della Rupe. Risalirono i massi e furono accolti da clamorosi sorrisi da parte del branco.

Rimasero perplessi per qualche secondo, ma poi domandarono a quale proposito era stata riservata loro quella benevola accoglienza. Le leonesse si voltarono verso la grotta, dove all'entrata si trovava Uru assieme ai suoi amici. Stava sdraiata in modo aggraziato e rivolse al padre e al marito un sorriso radioso. I due le si avvicinarono incuriositi e Ahadi le rivolse la parola ricambiando il sorriso: << Sono lieto che ci sia una serena atmosfera da queste parti... Ma, se non sono indiscreto, posso domandare a cosa sia dovuta? >>

La giovane si lasciò sfuggire una dolce risata e si alzò in piedi:

<< Bé... >> disse << Diciamo pure che presto avremo nuovi ospiti qui alla Rupe >>

<< Nuovi ospiti? >>

<< Sì. Il loro arrivo mi è stato annunciato da un piccolo calcetto nella pancia... >>

Ad Ahadi e a Mohatu si illuminarono gli occhi: << Vorresti dire che... >>

Lei annuì contenta: << Stiamo per diventare genitori! >>

Ahadi fremette dall'emozione, tanto che ebbe quasi un mancamento e si fece sostenere da Mohatu: << Sto per diventare padre... Diventerò padre! >>

Lei gli si avvicinò titubante: << Ti prego, dimmi che sei felice >>

Lui la guardò colmo di amore e felicità: << Certo che sono felice! Tesoro...è la notizia più bella che avresti potuto darmi! >>

Uru sussultò gioiosamente e le scese una lacrima.

I due non si trattenettero più e si abbandonarono in un caloroso e lungo abbraccio, sotto lo sguardo commosso di tutti.

Mohatu rimase meravigliato. Corse anche anche lui ad abbracciare la figlia. Gli occhi gli si fecero lucidi al pensiero che presto sarebbe diventato nonno. Ancora non riusciva a crederci... Il ricordo della nascita di Uru gli era rimasto impresso come fosse stato ieri. Ed ora eccola qua, pronta per diventare madre. Era davvero incredibile. Il Cerchio della Vita proseguiva nei suoi infiniti giri.

Col progredire della gravidanza, Uru smise di andare in perlustrazione per la savana e trascorreva gran parte del tempo a casa a riposare. Le altre leonesse procacciavano il cibo per lei e tutti si davano da fare per rendere l'ambiente confortevole. Le settimane scorrevano ricche di serenità. Niente sembrava nuocere alla tranquilla e piacevole situazione. Ma, come Rafiki stesso presagiva, mai nessuno avrebbe potuto immaginare che presto alcune ombre avrebbero occultato la luce fiammeggiante che coronava la grande famiglia della Rupe.

Una tranquilla e calda mattina, poco prima dell'alba, Uru fu svegliata dai piccoli movimenti dei suoi cuccioli nella pancia. Era nel terzo mese di gestazione e il ventre le era cresciuto. Era bello per lei sentire i piccoli muoversi. Sorrise appagata e si alzò pian piano, mettendosi seduta. Ahadi, che dormiva accanto a lei, aprì gli occhi e la vide sveglia:

<< Tutto bene? >> le chiese sottovoce;

Lei annuì: << Sì, tranquillo. I tuoi figli mi hanno destata >>

Lui sollevò il capo e posò una guancia sul ventre di Uru: << Senti come si muovono >> disse contento << Vogliamo andare un po' fuori, così non svegliamo gli altri? >>

Lei acconsentì e si diressero silenziosamente fuori dalla grotta. Andarono a sdraiarsi su una delle grandi rocce. Lui continuò a posare il capo sul pancione, mentre lei gli accarezzava la criniera con una zampa. Ahadi adorava sentire i movimenti dei suoi piccoli. Questi dolci momenti erano fonti di grandi emozioni per loro. Nuove vite stavano per venire al mondo.

<< Non vedo l'ora che nascano... >> disse lui sorridendo << Desidero tanto vederli >>

<< Anch'io >> disse lei << Potremo cominciare a pensare a qualche nome. Che ne dici? >> propose;

Lui tese bene l'orecchio sul ventre: << A sentirli, mi sembra che siano almeno due... Secondo me saranno un maschio e una femmina. Ma è solo una mia ipotesi >>

<< Quali nomi potremmo scegliere? >>

Ahadi ci pensò su: << Dunque, vediamo... Per un maschio...Mi piacerebbe un nome che ricordi quello di tuo padre >>

<< Il nome di mio padre, dici? >>

<< Sì. Ad esempio... Mufasa. Che ne pensi? So che è un nome piuttosto imponente, ma mi ricorda la grandezza d'animo di Mohatu >>

Lei sorrise dolcemente: << Mi sembra un bel nome. Ottimo per un piccolo principe >>

Lui la guadò contento e continuò a pensare ad un altro nome: << Se nascerà una femmina... potremmo chiamarla Amina. Riflette la sicurezza che mi da questo posto assieme a tutti voi >>

Uru annuì: << Mi piace. E' un nome molto dolce  >>

 

Intanto i raggi dell'alba cominciavano a schiarire il cielo. Mohatu si era destato dal sonno e, non trovando i due dentro alla grotta, andò fuori a cercarli. Li trovò nei pressi dei grandi massi ed andò loro incontro. Sorrise teneramente nel vederli così vicini l'uno all'altra. Loro, non appena lo videro, lo salutarono felicemente.

<< Stavamo decidendo dei possibili nomi per i piccoli >> disse Ahadi;

<< Bravi >> esclamò Mohatu << E a quali nomi avete pensato? >>

Uru entrò euforica nel discorso: << Ahadi ne ha appena trovati due bellissimi. Su diglieli >> lo incitò;

Lui rise un po' imbarazzato: << Bé... Avevo pensato a Mufasa per un maschio e ad Amina per una femmina... >>

Mohatu fece cenno di assenso col capo: << Ottima scelta. Sono dei nomi molto significativi. Mi piacciono >>

I due ricambiarono quelle parole con un gran sorriso.

In quel mentre si udì il battito d'ali di Zozo, in arrivo per il rapporto mattutino: << Bene >> disse Mohatu << E' il momento di andare. Ascolta, Ahadi, se lo desideri oggi potrai stare insieme ad Uru, a tenerle compagnia. In questi ultimi tempi la situazione nel regno sembra priva di problemi >>

Ahadi gli rivolse uno sguardo poco convinto. Certo, era contento di poter stare assieme ad Uru, tuttavia gli ritornarono in mente le intenzioni di Mohatu, confidategli tempo prima. Da quando avevano saputo della gravidanza di Uru, avevano evitato di accennare ancora a quei discorsi. Ma Ahadi sentiva in cuor suo che se non avesse tenuto d'occhio Mohatu, lui avrebbe di certo commesso quell'azione azzardata:

<< Grazie per il congedo, ma... >> disse determinato << Gradirei accertarmi di persona della situazione nel nostro regno. Inoltre i tuoi doveri, mio re, sono diventanti anche i miei >>

Mohatu lo guardò un tantino perplesso: << Capisco... >>

Ahadi si alzò e si preparò ad andare: << Non fraintendermi, Uru >> le disse dolcemente in tono scherzoso << Mi piacerebbe tanto stare con te, ma se non tengo d'occhio tuo padre, potrebbe rischiare qualche guaio, e avrà di certo bisogno di me... >>

Lei rise: << Non temere, sarò in buona compagnia assieme al branco. Vi aspetterò qui. Mi raccomando siate prudenti e state lontani dai guai... >>

<< Certamente >> rispose lui strofinando il capo col suo.

Anche Mohatu salutò la figlia e insieme ad Ahadi si avviò giù dalla Rupe, andando incontro a Zozo. La volatile li avvertì di strane agitazioni verificatesi ai confini delle terre. I due non persero tempo e corsero a gran velocità, seguendo lei.

Intanto le leonesse si radunarono per una battuta di caccia. Uru rimase in compagnia delle leonesse più anziane e dei cuccioli di Athena e Hydo. I due piccoli le cingevano il ventre, ascoltando i movimenti dei nascituri:

<< Uru, quando nasceranno i tuoi cuccioli? >> domandò Sangah;

Lei accarezzò le loro testoline col muso: << Manca ancora un mese. Presto potrete giocare insieme >>

I due le sorrisero: << Non vediamo l'ora! >>

 

Un branco di zebre si trovava nei paraggi. Hydo e il giovane Laio, il quale si era si era molto ripreso con la zampa e aveva deciso di dare una mano, discutevano sulle tecniche di caccia, mentre le leonesse erano alla ricerca di postazioni favorevoli per l'agguato. Elvira, che grazie ad Uru aveva appreso bene molti segreti per cacciare, trovò un'ottima posizione. Ma la sua attenzione fu presto catturata da alcuni rumori in mezzo all'erba dietro di lei. Si voltò e vide un affascinante leone dagli occhi grigi e il la criniera di un chiaro castano; aveva ferite recenti sparse per il corpo e il respiro affannato a causa di una lunga corsa:

<< Chi...chi sei? >> domandò lei perplessa;

Tra i due ci fu un lungo sguardo. Lui, capendo che la giovane era nuova da quelle parti, riprese fiato e parlò: << Ho urgentemente bisogno di parlare col re! >>

<< Come?? >>

<< Tu sapresti dirmi dove posso trovarlo? >> le domandò allarmato;

Athena e Helya raggiunsero la postazione di Elvira. Non appena arrivate, furono colte da un forte stupore: << Khendo!! >> esclamarono in sintonia.

Lui ricambiò il loro sguardo, felice di vederle. Elvira si ritrovò ancora più confusa dalla situazione: << Lo conoscete? >>

Athena annuì: << Sì! Cosa ci fai qui? Che ti e successo? >>

<< Devo parlare con Mohatu! >> spiegò lui << Non c'è più tempo! Ditemi dove trovarlo! >>

Loro non capirono cosa stesse succedendo, ma la questione sembrava molto grave: << Purtroppo non sappiamo dove si trovi esattamente >> disse Helya << Probabilmente si è diretto ai confini >>

A quella risposta Khendo apparve ancora più teso e allarmato: << Dannazione! >> esclamò << Dannazione!! >> e corse via velocissimo.

<< Aspetta, Khendo!! >> urlò Athena << Ma che succede?? >> tentò di inseguirlo ma lui in poco tempo scomparve dalla loro vista. Il vento soffiava nella direzione sbagliata e non poterono nemmeno più sentire il suo odore. Hydo arrivò assieme al resto del branco dopo aver udito le loro grida: << Athena, cosa c'è?? >> le domandò agitato;

<< Khendo è tornato! >> disse lei << Era ferito e cercava Mohatu. E' corso subito via. Non siamo riuscite a capire cosa stesse succedendo >>

<< Dici sul serio?! >> Hydo allungò lo sguardo all'orizzonte, sperando di riuscire a scorgere la sagoma dell'amico, ma non vide nulla.

<< E adesso cosa facciamo? >> domandò Helya preoccupata. Gli amici si scambiarono continui sguardi angustiati, cercando di trovare una soluzione.

  
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