Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: nagrafantasy    02/03/2015    1 recensioni
[Fan Fiction: Dragon Age Inquisition - *Avviso Spoiler*]
«Che ne sarà di me, se sopravvivrò?»
«A volte è proprio quando non abbiamo più certezze, che la vita si srotola davanti a noi»
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Varric Tethras
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La brezza gelida stuzzicava la pelle, nonostante il sole alto in cielo.
Giusto la notte prima erano caduti soffici fiocchi di neve, lì ad Haven, ed il panorama era stato ricoperto da una fine coltre bianca.
In tempi più remoti la cittadella sarebbe stata avvolta dal silenzio dell'inverno, ma ormai quel periodo era passato. Ora i clangori delle spade che si scontravano, il risuonare del martello del fabbro all’opera e il vociare delle persone riempiva l’intera valle in cui Haven sorgeva.
Non era, dunque, una giornata normale per Ygrena.
Il cielo squarciato non presagiva nulla di buono, ed ella sapeva che la sola speranza di salvezza era riposta nella propria mano sinistra.
La mano di una maga dai lunghi capelli ricci e corvini, che ora il popolo definiva l’Araldo di Andraste.
Titolo altisonante.
Si passò una mano sulla fronte, sospirando pesantemente.
Cosa avrebbe dovuto fare? Vi era davvero l’intervento del Creatore dietro a tutti gli eventi? A che scopo?
Non trovava alcuna risposta appagante, inoltre i ricordi erano offuscati e non rimembrava i dettagli della morte della Divina Justina e dell'inizio di quello scempio. Avrebbe voluto essere d’aiuto, ma il buio dilagava nella mente. Percepiva il cuore pulsare forte nel petto, nonostante quel particolare giorno fosse immerso nella più completa tranquillità.
Josephine e Leliana si erano date appuntamento nella chiesa per discutere su certe faccende, Cassandra aveva approfittato del tempo sereno per scaricare le tensioni tirando di spada, mentre Varric e Solas si erano accucciati accanto ad un focolare per scaldarsi.
Ygrena era ferma sul gradinato del tempio, le braccia conserte e la schiena dritta, lo sguardo fisso sul paese circostante. Incontrò gli sguardi della gente. Si potevano distinguere il disappunto e l'ammirazione, entrambi connessi alle varie aspettative che Ygrena non sapeva se sarebbe stata in grado di concretizzare.
Scosse il capo e decise di muoversi, o persino i pensieri si sarebbero congelati nella neve.
Raggiunse il nano e l’elfo poco lontani.
Varric si voltò allegro e le strizzò l’occhio.
«Chi si vede!» esclamò.
«Ci stavamo giusto chiedendo se avessi intenzione di abbracciare il gelo, Araldo» commentò Solas, allungando le labbra in un sorriso lieto.
Ygrena si sedette in mezzo ai due e puntò gli occhi sul fuoco, che con il suo calore le invase il volto. Le guance si arrossarono e finalmente poté spiccicare parola senza battere i denti.
«Sono rimasta lassù a riflettere per parecchio tempo» realizzò.
Solas ridacchiò. «Nessuno di noi vorrebbe essere al posto tuo. Hai sulle spalle un grave fardello da portare»
«Non è il caso di rammentarglielo, Spiritone» fece Varric, osservando Ygrena con occhio critico. «Quel che ci vuole per te, è una bella bevanda calda e un po’ di buona compagnia. Non credi?»
Ygrena annuì lentamente. «In tempi di pace sarebbe l’ideale»
«Pace o non pace, ora ti sembriamo su un campo di battaglia?» domandò Varric.
Ygrena non riuscì a reprimere un sorriso. «No...»
«Bene, allora non fiatare e lascia fare al nano. Ah! Umani... sempre a lamentarsi dei propri problemi senza tentare di risolverli» brontolando, Varric si allontanò.
Solas inclinò il capo. «Dove stai andando, Figlio della Pietra?»
«A cercare del tè, una coperta e della buona compagnia, appunto. Non scappate!» rispose Varric, sparendo dietro l’angolo di una casa.
Solas scosse la testa, divertito.
Ygrena lo guardò. «Sembri piuttosto rilassato, per essere sotto la sorveglianza dell’intera Inquisizione»
Solas non perse quel cipiglio sereno. «Lo sono. Perché dovrei trascorrere i miei giorni nel terrore di venir richiuso in un Circolo? Ho le mie precauzioni, non posso far altro che assistere alle circostanze»
«Vorrei avere la tua stessa risolutezza» disse Ygrena.
Solas sembrò sorprendersi di tali parole. Per un attimo l’elfo esitò, puntando gli occhi azzurri sulla figura della maga accanto a lui, infine riprese a parlare con il solito tono di voce vellutato.
«Qualunque timore alberghi in te, riesci a mantenerlo celato agli occhi dei più. È un bene: la gente non deve vederti cedere»
«Io non voglio cedere... vorrei solamente capire quale strada prendere. Al contrario di Cassandra, Josephine e Leliana, mi sento impotente»
La voce di Varric sovrastò il dialogo. «Oh, quindi Ricciolino non è nell’elenco?»
Il nano era tornato e reggeva fra le forti braccia una pila di coperte.
Ygrena alzò gli occhi e affondò in quelli del Comandante Cullen, giunto insieme a Varric. Stranamente, per quell’occasione non stringeva fra le mani una spada e uno scudo, bensì un vassoio.
«Il nano mi ha detto che qualcuno desiderava un tè» fece Cullen, eseguendo un mezzo inchino col capo in segno di saluto.
Ygrena, un po’ imbarazzata per la circostanza, rispose solamente dopo essersi schiarita la gola un paio di volte. «Grazie, ma non intendevo recarvi disturbo, Comandante»
«Voglio assicurarmi che la nostra salvezza resti in forze» disse Cullen abbassandosi per appoggiare il vassoio.
Solas prese possesso della teiera e iniziò a versare la calda bevanda nelle tazze a disposizione. Varric, intanto, avvolse una coperta attorno a Ygrena e distribuì le altre, infine si accovacciò vicino all’Araldo.
«Beh, non state lì impalati!» disse Varric. «Continuate pure il vostro discorso. Cos’è che dicevi riguardo la tua poca autostima?»
Ygrena avvampò. «Non sapevo che i Nani avessero un udito così acuto»
«Mia cara, non conosci le estreme abilità di Varric» disse Solas, sarcastico.
Varric assorbì la battuta con una sonora risata.
Cullen, dopo aver dato un’occhiata alla situazione, fece un passo indietro.
«Bene, vedo che vi siete sistemati» proferì.
Varric lo guardò dal basso verso l’alto. «Quale parte del mio invito a farci compagnia non ti è chiaro, Ricciolino?»
Cullen sbuffò. «Ho molto da fare. Non posso starmene con le mani in mano»
«Eppure oggi persino Cassandra si sta rilassando. Ammesso che colpire un fantoccio di pezza si possa definire rilassamento» constatò il nano.
Cullen esitò.
«Siediti! Non ti stiamo chiedendo di andare in letargo per una settimana» lo incalzò ancora Varric.
A quel punto, Cullen cedette e si posizionò accanto al nano, avvolgendosi nella pelliccia rossa che lo contraddistingueva.
«Così iniziamo a ragionare» commentò Varric, tutto contento.
Solas si sporse leggermente verso Cullen. «Benvenuto tra noi, Comandante»
Cullen, abbandonate le remore verso i propri doveri, lasciò distendere il volto in un’espressione curiosa, sia nei confronti dell’elfo, sia in quelli della maga uscita dal nulla e destinata ad aiutare l’Inquisizione.
«Da quanto non vi fermate un attimo?» domandò timidamente Ygrena.
Cullen accettò una tazza di tè. «Non credo di fermarmi nemmeno mentre dormo. Non è facile guidare le forze militari in tempi così ardui. Molte reclute che giungono ad Haven non hanno mai imbracciato un’arma... motivare le nuove truppe e allo stesso tempo addestrarle al meglio è un compito che porta via ogni minuto che passa. Devo assicurarmi che l’Inquisizione possa diventare, un giorno, una potenza di cui andar fieri anche sul campo di battaglia»
Varric strizzò l’occhio. «Visto? Non diamo credito solo alle spie e ai diplomatici...»
Ygrena sbirciò Cullen, mortificata, e il Comandante accolse quella sua piccola svista di poco prima con un timido sorriso divertito.
«Cassandra, Josephine e Leliana sono fondamentali per il nostro movimento» confermò Cullen. «Non mi stupisco che svettino in primo piano, anzi. La cosa mi rende lieto»
«Quali nobili parole» commentò Solas.
Cullen lo guardò di sbieco e l’elfo sbuffò.
«Il cinismo di questi tempi finirà per ricoprire l’intero Thedas con la propria presenza»
Cullen non perse l’espressione perplessa. «Quella frase detta da un apostata suona alquanto singolare, dovete ammetterlo»
Solas non rispose e si limitò a bere il suo tè, seppure con un po’ di ribrezzo.
Ygrena lo notò. «Non ti piace il tè?»
«Diciamo che ci sono gusti migliori in circolazione» spiegò Solas.
«Credevo che quella smorfia fosse per il nostro Comandante!» scherzò Ygrena.
Cullen scoppiò in una risata e la donna se ne sorprese.
Da quando era entrata a far parte dell’Inquisizione, cioè da qualche settimana, non credeva di averlo mai visto ridere. Si scoprì a pensare che il volto di Cullen meritava più allegria, fosse solo per contrastare quella brutta cicatrice che, alla luce del fuoco, risaltava particolarmente.
Si riscosse da quei pensieri sfuggevoli e si vergognò per averli generati.
Cullen parve notare la sua remora e la guardò con una punta di preoccupazione negli occhi nocciola.
«Qualcosa non va, Araldo?» domandò.
Ygrena scosse la testa. «Nulla. Fa solo molto freddo»
Cullen addolcì lo sguardo. «L’inverno è appena iniziato, vi conviene trattarvi meglio e vestirvi pesante»
«Quanta premura!» lo stuzzicò Varric, che ricevette un’occhiataccia da parte del Comandante.
Solas ridacchiò. «Una premura che chiunque riserberebbe all’Araldo. In fondo, è la chiave per la nostra salvezza»
«Seriamente la considerate solamente l’oggetto che risolverà questo macello? È una persona, accidenti» fece Varric, sotto gli occhi stupiti di Ygrena.
Cullen la fissò, dispiaciuto. «Io... non intendevo...»
«Certo che non la considero un oggetto, Figlio della Pietra!» rispose Solas.
Ygrena decise di porre fine a quel momento imbarazzante. «Non mi dispiace essere considerata il vostro Araldo, non preoccupatevi»
Solas e Cullen si tranquillizzarono.
Varric guardo in su, rassegnato. «Beh, per me sei qualcuno che vale la pena di conoscere. Magari finirai in una mia storia, in futuro»
«Ne sarei onorata» disse Ygrena.
Varric sorrise. «I migliori eroi che ho conosciuto sono diventati prima di tutto miei amici»
«Nel caso del Campione di Kirkwall, è difficile non essergli amico» lo corresse Cullen.
Varric annuì e Ygrena si incuriosì. «Parlatemi di lui»
Varric l’accontentò e iniziò ad intrattenere la combriccola con alcune storie. Raccontò degli aneddoti vissuti in compagnia di Hawke, per poi spostare l’attenzione sul Quinto Flagello che si era abbattuto sul Ferelden una decina d’anni prima.
In quel frangente, Cullen si fece stranamente taciturno.
Ygrena intuì che non fosse il suo genere di discorso preferito e cercò di deviare il dialogo, per poi volgerlo al termine. Solas si alzò per tornare al proprio alloggio e Varric andò alla taverna.
Il sole stava tramontando e le prime stelle si intravedevano sulla volta celeste.
Ygrena sbirciò Cullen, rimasto lì a scaldarsi.
Ad un tratto, il Comandante le si avvicinò per guardarla chiaramente in volto, senza le fiamme del bivacco ad interferire.
«Contrariamente a ciò che ho dimostrato, mi interessa il tuo stato di salute» proferì. «Non deve essere stato facile ritrovarsi alla guida delle aspettative della gente da un giorno all’altro, quando prima il tuo mondo era pertinente al Circolo di Magi della tua città»
«Non mi aspettavo di essere capita» disse Ygrena.
Cullen si passò distrattamente una mano sul collo, abbassando lo sguardo. «La vita da Templare mi ha reso piuttosto duro nei confronti dei maghi, questo lo so...»
«Intendo dire che mi fa piacere la vostra comprensione» continuò lei, un po’ impacciata.
Il Comandante tornò a guardarla. «Come vi sentite?»
Ygrena ravvivò il fuoco con un incantesimo. Avvertì una sorta di timore proveniente da Cullen, ma non se ne curò e gli rispose.
«Sento che tutte le mie certezze sono state soppiantate da un evento catastrofico. Avevo la mia casa al Circolo, le mie amicizie, i miei libri, il mio potere. Avevo tutto ciò di cui un mago ha bisogno... e tutto è scomparso. Il Circolo si è spezzato ed ora, se non fosse per l’Inquisizione e il Marchio, starei vagando per le terre selvagge senza una meta»
Ygrena inspirò a fondo. L’aria fredda le penetrò nei polmoni come una lama ghiacciata.
«Che ne sarà di me, se sopravvivrò?» si domandò, più a se stessa che a Cullen.
Il Comandante, dal canto suo, ascoltò le parole della maga con grande attenzione e un dispiacere sincero, condiviso.
«A volte è proprio quando non abbiamo più certezze, che la vita si srotola davanti a noi»
Ygrena esitò e Cullen non aspettò alcuna risposta.
«Mi assicurerò che il vostro alloggio venga predisposto di un focolare. Non morirete di freddo stanotte, Araldo» disse Cullen, alzandosi.
Ygrena lo imitò e gli donò un timido sorriso. «Grazie, Cullen»
Le labbra sfregiate dell’uomo risposero al cipiglio di Ygrena. «Per ora è tutto quel che posso fare per voi»
Con un lieve inchino, Cullen si congedò e tornò al proprio lavoro.
Ygrena osservò i passi del Comandante allontanarsi, finché non sparirono oltre le porte più esterne di Haven, verso l’altopiano su cui le reclute tenevano gli allenamenti giorno e notte.
Una volta sola, Ygrena rincasò nella propria casupola, con il morale finalmente risollevato.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: nagrafantasy