Il vento soffiava leggero sui
visi di Nick, Claire, Charlie
e Agnes mentre entravano nell’ampio campo da Quidditch; i
primi tre erano
tranquilli e rilassati dal venticello e dalla giornata piovigginosa, in
contrasto con l’ultima, Agnes. La ragazza era in procinto di
affrontare le
selezioni di Quidditch, che si tenevano proprio quella domenica; in
realtà era
stata spinta soprattutto da Claire, convinta della sua bravura in
quello sport.
«Va bene che io a Quidditch faccio schifo e lo sanno tutti» diceva
Mela, «ma tu sei bravissima! »
Durante l’estate appena conclusa Claire, Agnes, Bandit, Matt
e Andy avevano
giocato spesso a casa della Serpeverde, la cui famiglia aveva un campo
da
Quidditch vicino alla loro residenza estiva. In realtà, gli
unici che già
facevano parte di una squadra a Hogwarts erano Matt e Bandit, ma anche
Agnes e
Andy si erano rivelati molto bravi giusto poche settimane prima
rispettivamente
nei ruoli di battitrice e cercatore. A dirla tutta, Andy era
più bravo come
cacciatore che come cercatore, ma pareva che i Corvonero disponessero
ancora di
cacciatori anziani molto abili; quando si erano dunque tenute le
selezioni dei
Corvonero, il giorno prima, Andy aveva provato per il ruolo di
cercatore e, con
la gioia di tutti, ce l’aveva anche fatta.
«Claire, so benissimo che vuoi che lo faccia per
George» aveva detto Agnes.
«E quindi? Non ti sembra una buona ragione?»
«Non lo so… Non mi sembra neanche una ragione,
messa così»
«Ma dai, scherzavo…In realtà so che
vuoi farlo tu! Per metterti alla prova…»
«Hmm»
«Sì sì, è così, e
poi vogliamo tutti una battitrice che spacchi i culi, tu e
Giorgio sareste perfetti. Siete
perfetti…»
«Oooh, smettila!»
Agnes era parsa esasperata, segretamente divertita e anche un
po’ intrigata
dalla questione.
«Perfetti…»
«Tu dici che mi voglio mettere in gioco, forse…
hmm… »
«Perfettissimii…»
«Smettila! » esclamò di nuovo
la riccia, stavolta con un’aperta risata:
Claire aveva la sottovalutata ma a tratti irritante capacità
di essere
continuamente comica e/o simpatica, riusciva a far ridere, o sorridere,
chiunque, persino la McGranitt.
«Seriamente» aveva iniziato Agnes mettendo da parte
le risa. «Non sono
un’ochetta che fa qualunque cosa per farsi notare, grazie al
cielo ho un
cervello. Ma forse il problema è opposto… Sono
stanca di stare sicura
nell’angolo, mi voglio mettere in
gioco,
una volta tanto. Va bene, farò queste selezioni, tanto ad
ogni modo non mi
prenderanno mai».
«Aahahaha! “Non mi prenderanno mai”. Sai
di chi stiamo parlando, nessuno di
ignoto o stupido. Cioè, George ti prenderà
subito, è ovvioo…»
«Non dirlo così ad alta voce. Non voglio che, se
davvero lo farà, si pensi sia
perché fa favoritismi».
Questa conversazione era avvenuta quella mattina a colazione, poche ore
prima.
Ma, sebbene Agnes fosse stata molto decisa nell’affermare che
voleva “mettersi
in gioco”, non aveva perso la sua insicurezza che, pensava
Nick, faceva più
danni di tanti altri aspetti comuni dei vari tipi di
personalità.
La ragazza continuava picchiettarsi i polsi con le mani e a guardare in
basso
mentre camminavano e anche quando si mise ad aspettare il suo torno.
Intanto gli altri salirono sugli spalti del campo, dove incontrarono i
Corvonero che il giorno prima avevano riconfermato o, nel caso dei due
più
piccoli, ottenuto per la prima volta i loro posti nella squadra della
propria
casa. Alice era una dei due cacciatori insieme ad Alexander Washbowl ,
un
ragazzo apparentemente perfetto, del quale Nick cominciava a sentirsi
un po’
invidioso (gli era sempre stato sulla scatole). Alex era il Corvonero
che
passava più tempo con Alice da quando la sua omonima
migliore amica si era
trasferita in Francia. Tuttavia, Nick se n’era gradualmente
reso conto, quel
ragazzo era una di quelle persone amiche di così tante
persone –chiunque- che
l’amicizia stessa che si aveva con lui perdeva importanza.
Andy e Iris, invece, avevano ottenuto rispettivamente il ruolo di
cercatore e
di battitrice; erano entrambi molto soddisfatti ed entusiasti.
«È da tre anni che Corvonero non vince, ma
quest’anno la nostra squadra sembra
promettente» disse Iris. «Quindi farete meglio a
sperare che anche Giorgio
faccia delle buone scelte… ah, Agnes! »
«Sì, l’abbiamo convinta»
rispose Claire. «Grazie a me, naturalmente».
*
«Voglio
una statua! » esclamò Agnes un’ora dopo.
«Cioè, sono bravissima, davvero! Gli altri
facevano davvero schifo, rispetto a me»
«E
quanta sicurezza!»
«Sì,
Agnes! Sono fiera di te» disse Claire.
In
quel momento George, che fino a un attimo prima stava parlando con
alcuni
ragazzi del suo anno, si precipitò verso l’angolo
della sala comune vicino alla
finestra dove si trovavano loro –Nick, Agnes e Claire-e si
buttò sulla poltrona
dove era seduta la neo-battitrice di Grifondoro. «Ehi,
ragazzi» disse.
«George,
fatti più in là, per favore» gli disse
Agnes. La ragazza era stretta
tra George e il bracciolo della poltrona, mentre l’altro
aveva un’aria
rilassata e si guardava allegramente intorno. «Eh? Cosa dici?
»
«Sposta
il culo! » esclamò l’altra. Qualcuno,
tra cui Ashley, si voltò con aria
indignata verso di loro. «Cazzo volete? »
ringhiò Nick.
«Mah,
che gente…» disse Claire a voce alta, scuotendo la
testa con aria di
indignazione.
«Schifosi
Duemilatre…» borbottò George,
alzandosi. «Ti volevo dire che gli
allenamenti iniziano sabato prossimo, devo ancora pensare a una
strategia».
«Va
bene» rispose Agnes, nascondendo a stento
l’entusiasmo.