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Autore: macabromantic    02/03/2015    2 recensioni
[...]«Se Sua Maestà non si deciderà a dare un erede al trono di Francia, saremo costretti a porre fine all’alleanza» borbotta già lontana, al piano superiore, e ho perso il conto di quante volte negli ultimi anni ho sentito ripetere questa frase. Ma forse la duchessa di Polignac non è stata informata riguardo quanto è accaduto la notte scorsa.[...]
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Flashfic scritta quasi per scherzo quando un ragazzo mi ha chiesto di scrivere qualcosa "dal punto di vista di una scalinata" ed ecco cosa ne è uscito.
Enjoy!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Pettegolezzi dalle scale di Versailles

 


Oggi è un giorno importante. In tutta la Reggia echeggia il frenetico vociare della servitù. Ecco, ci sono dei passi che si avvicinano ticchettanti, accompagnati da una voce stridula che detta ordini. È la voce della duchessa di Polignac che si fa sempre più vicina, seguita dalla povera Marie e il traballante Jacques. Devono raggiungere le stanze di Sua Altezza e mi sorprende non lo abbiano ancora fatto, sono in ritardo.
Questa mattina la duchessa è proprio furiosa: mi pesta i piedi addosso come in tempo di vendemmia. La sua sottoveste è di un bianco che profuma di lavanda, forte e pizzicante; Jacques, da sempre poco atletico, quasi mi inciampa addosso per questa sua mania di saltare da un gradino all’altro. Oh, che orrore, Marie, perché indossi queste scarpette sporche di letame? Non dirmi che è vero ciò che si dice su te e il custode delle stalle, mi cadresti dal cuore.
«Se Sua Maestà non si deciderà a dare un erede al trono di Francia, saremo costretti a porre fine all’alleanza» borbotta già lontana, al piano superiore, e ho perso il conto di quante volte negli ultimi anni ho sentito ripetere questa frase. Ma forse la duchessa di Polignac non è stata informata riguardo quanto è accaduto la notte scorsa.
Me ne stavo tranquilla ad osservare il soffitto tiepidamente illuminato dai quaranta bracci del lampadario – oh, quanto l’invidio ad avere una veduta migliore della mia – e come di consuetudine il passo goffo del Re mi ha investito attorno alle cinque del mattino, affiancato da quello del suo fedele compagno di caccia, il quale rideva sommesso.
«Smettila di ridere così», aveva detto il monarca.
«Ma come, non siete contento?» aveva risposto l’amico con entusiasmo. «Avete finalmente assaggiato la vostra nobile austriaca.»
«Shh, ma siete pazzo?» aveva sussurrato sconvolto il Re fermandosi proprio sull’ultimo gradino. Detesto quando la gente si sofferma lì, lo fanno sempre. Finiranno per scalfire il mio pregiatissimo marmo! «Volete che lo venga a sapere tutta la Reggia?»
Con un balzo, l’amico aveva risposto: «Ma sì, ma sì. Anzi, che lo sappia tutta la Francia: fra nove mesi avrà il suo atteso erede!» e rincorrendosi fra risate di entusiasmo erano scappati per la battuta di caccia.
Non vedo l’ora di sentire i piedini regali del principino camminarmi addosso, con le sue scarpette piccine e il passo incerto accompagnato da quello pesante della balia.
Ecco che torna l’odiosa voce della duchessa di Polignac, ma questa è più cauta di prima, seguita dall’inconfondibile leggerezza del passo di Sua Maestà la Regina. Persino una farfalla sembrerebbe un elefante se messa a suo confronto.
«Ma quindi è vero? La Francia avrà un erede?»
Il suono cristallino del ridere di Maria Antonietta riecheggia: «Sì, amica mia. La Francia avrà il suo erede.»
   
 
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