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Autore: TheSlayer    03/03/2015    5 recensioni
Mary Jane Watson ha un nome che la rende il bersaglio di battutacce da parte di tutte le persone che conosce. E la gente non sa nemmeno il vero motivo per cui si chiama così (fortunatamente, perché le battute orribili potrebbero solo peggiorare). Frequenta la Washington University a St. Louis, nel Missouri, e ha una cotta enorme per il suo professore di Scrittura Creativa: Harry Styles.
E se anche il professore mostrasse un interesse particolare nei suoi confronti? Oppure Mary si sta immaginando tutto?
***
Dalla storia:
"Che vita difficile. Avevo un professore che, nella migliore delle ipotesi, era un idiota e non si rendeva conto dell'effetto che faceva sulla gente. E, nella peggiore, era un maledetto diavolo tentatore e faceva apposta a torturarmi in quel modo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 28 – Crazy, Stupid Love
 
Chiusi la porta con un piede e guidai Harry all’interno della mia stanza continuando a baciarlo. Erano passati tre anni dall’ultima volta che avevo sentito le sue labbra sulle mie, eppure sembrava che non fossero passati nemmeno tre secondi.
 
“Aspetta.” Dissi improvvisamente, allontanandomi. Mi era mancato, avevo bisogno di baciarlo più di ogni altra cosa al mondo, ma non potevo ignorare tutto il resto.
 
“Scusa.” Replicò immediatamente lui, abbassando lo sguardo e arrossendo. “Per la cronaca, non mi sto scusando per averti baciata, perché volevo farlo da anni, ma per come l’ho fatto. Sono stato un po’ prepotente.” Aggiunse.
 
“Non preoccuparti.” Risposi. “E, sempre per la cronaca, avrei continuato a baciarti fino all’alba, ma…” Continuai.
 
“Ma dobbiamo parlare.” Concluse lui.
 
“Sì.” Dissi. “Altrimenti finiremmo per fare un errore sopra l’altro senza aver risolto quelli che si sono già accumulati. Sarebbe un casino.”
 
Era stato difficile per me allontanarmi da lui, perché era l’ultima cosa che volevo fare in quel momento. Avrei voluto continuare a perdermi tra le sue braccia, a baciarlo e a fingere che tutto fosse a posto. Ma non era così, e lo sapevamo bene entrambi.
 
“Mi dispiace.” Cominciò Harry, sedendosi sul mio letto. “Per tutto, per come ho reagito quando mi hai detto perché mi hai lasciato, per non averti detto subito che ero sposato, per non aver avuto il coraggio di lasciare Courtney quando avrei dovuto e per come sono entrato nella tua stanza questa sera. Se potessi rifarei quasi tutto in modo diverso. L’unica cosa che non cambierei è incontrarti e decidere di stare con te.”
 
Mi morsi un labbro, forse per trattenere un piccolo sorriso, forse per cercare di non piangere. Dopo tutto quel tempo si era scusato per quello che era successo e mi aveva detto che, però, era contento di avermi conosciuta. Era tutto ciò che avevo sognato per anni e finalmente stava succedendo.  
 
“Anche a me dispiace per tante cose, Harry. Per non averti detto che Courtney mi stava minacciando, per averti lasciato, per essere sparita per tutto questo tempo e anche per come mi sono comportata oggi. Una persona, in tre anni, dovrebbe essere cresciuta, ma evidentemente…” Dissi, lasciando la frase in sospeso e cercando di sorridere.
 
Sei cresciuta, Mary. E direi che ci siamo comportati in modo sbagliato entrambi, soprattutto io. Se solo avessi messo le cose in chiaro dall’inizio…”
 
“Ehi.” Lo interruppi. “È inutile fare questi discorsi. Se c’è una cosa che ho imparato è che non possiamo cambiare quello che è già successo, ma solo andare avanti. Quindi direi di provare ad andare avanti.” Dissi, guardandolo negli occhi nella speranza che capisse quello che volevo dire in realtà.
 
Harry annuì e sorrise.
 
“Visto che sei cresciuta? Questo è un modo decisamente maturo di vedere le cose.” Disse. “Mi piacerebbe andare avanti, non sai quanto. Potremmo provare a prendere le cose con calma, cosa ne dici? Io sono anche disposto ad aspettarti, se prima di buttarti di nuovo in questa situazione vuoi concentrarti sugli studi e prendere la laurea.”
 
“Facciamo così.” Replicai, riflettendo sulle parole da usare. Volevo tornare insieme a Harry più di ogni altra cosa al mondo, ma provavo ancora un leggero senso di paura. Era impossibile cambiare radicalmente in poche ore, nonostante lo volessi davvero tanto. “Iniziamo a sentirci regolarmente. Parliamo, vediamoci quando possiamo e… proviamo a ricominciare.”
 
“Mi piace questo piano.” Rispose Harry, prendendomi una mano tra le sue. Provai un brivido e mi domandai se andare lentamente fosse una cosa fattibile in quel caso. Harry ed io eravamo passati da studentessa e professore ad amanti in pochissimo tempo e il nostro rapporto era sempre stato in gran parte fisico.
 
“Per quanto tempo stai ancora a St. Louis?” Domandai, cercando di distrarmi dai pensieri che mi avevano appena attraversato la mente.
 
“Parto domani mattina presto. E questo è anche il motivo per cui mi sono presentato qui stasera e ti ho baciata senza dire nulla. Non volevo andarmene senza aver provato un’ultima volta a sistemare le cose – anche se mi rendo conto che quello non era il modo giusto per farlo.” Rispose, con un sorriso. Provai una stretta al cuore e mi ritrovai a pensare a quanto mi fossero mancate quelle fossette, quelle labbra, quegli occhi… mi era mancato tutto di lui.
 
“Oh, al diavolo.” Sussurrai, prima di avvicinarmi di nuovo a Harry e ricominciare a baciarlo, togliendogli la camicia che stava indossando nello stesso momento.
 
Avevamo appena concordato che avremmo provato a prendere le cose con calma e invece eravamo già quasi del tutto senza vestiti. Sorrisi sulle sue labbra, scuotendo la testa. Avevo provato a resistere, e ci ero riuscita anche per troppo tempo.
 
“Vuoi fermarti?” Mi domandò Harry, allontanandosi leggermente. Forse aveva percepito la mia esitazione.
 
“No.” Risposi, continuando a sorridere. “No, non voglio fermarmi.” Ripetei. “Sono solo felice.” Fermarmi era l’ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento.
 
Harry era lì con me. Ci stavamo baciando, finalmente ero tornata tra le sue braccia. Come avrei potuto voler interrompere quello che stava succedendo?
 
Lui mi guardò negli occhi per qualche secondo, poi appoggiò una mano alla base del mio collo e ricominciò a baciarmi.
 
***
 
Harry ed io non riuscimmo a dormire per tutta la notte. Invece ci sistemammo meglio sotto le coperte e parlammo fino all’alba. Lui mi raccontò tutto quello che era successo durante gli anni in cui eravamo rimasti lontani: il divorzio, il trasloco a New York nell’appartamento in cui eravamo stati insieme e l’ispirazione per il suo nuovo libro, che era arrivata durante una notte insonne, mentre fissava una foto che mi aveva scattato a casa sua a St. Louis tanto tempo prima. Ed io gli dissi che avevo fatto fatica ad abituarmi alla vita senza di lui, gli raccontai di Jasper, delle lezioni con il nuovo professore, dei miei tentativi di tornare alla normalità e lo aggiornai su tutto quello che era successo ai nostri conoscenti in Missouri.
 
“Trovo sempre curioso come ci si abitui a tutto nella vita.” Mormorò Harry, accarezzandomi una spalla. Provai un brivido e voltai il viso per baciargli le dita che stavano solleticando la mia pelle.
 
“Già.” Concordai distrattamente. “Ehi, fino a che punto il tuo libro è fedele a quello che è successo davvero?” Domandai improvvisamente. “Cioè, i tuoi personaggi… quanto sono uguali a noi?”
 
Harry mi guardò negli occhi per qualche istante e sorrise. Prima di conoscere lui non avevo mai nemmeno pensato che fosse possibile sentire tanto la mancanza di una persona, di un gesto. Mi alzai leggermente e baciai una delle fossette, per poi passare alle sue labbra.
 
“Non sono del tutto uguali.” Rispose lui, misteriosamente.
 
“In che senso?” Domandai ancora, smettendo di baciarlo controvoglia. “Quello… quello che hai letto in libreria era vero? Cioè, era quello che hai provato quando mi hai visto per la prima volta?”
 
“Oh, sì.” Replicò Harry, ridendo. “Quando ti ho vista per la prima volta è come se il mio cervello fosse andato in tilt. Non capivo più nulla, sapevo solo che ti volevo. Non sai che fatica ho fatto a concentrarmi sulla lezione e poi ho continuato a pensare a te per tutto il giorno.”
 
“Ti sei chiuso davvero nel tuo ufficio e hai continuato a pensare a me?” Domandai, forse più per provocarlo che per altro. Non ero sicura di volerlo sapere sul serio.
 
“Mary!” Esclamò Harry, distogliendo lo sguardo. “Non puoi chiedermi certe cose.”
 
“Ehi, l’hai scritto tu nel tuo libro.” Mi difesi.
 
Mi morsi un labbro per trattenere un sorriso enorme. A parte quello che aveva scritto alla fine di quella scena, avevamo avuto la stessa reazione. Anche il mio cervello era completamente andato e avevo fatto fatica a concentrarmi per tutto il giorno, perché continuavo a pensare a lui. Eravamo davvero fatti per stare insieme? La nostra storia avrebbe potuto funzionare, finalmente? Avevamo passato la notte a parlare, ma avevo ancora così tante domande.
 
“Però il personaggio del tuo libro sembra più inquietante di te.” Commentai, cambiando discorso. L’avevo imbarazzato abbastanza. “Cioè, tu non lo sei per niente, ma lui ha qualcosa di strano.” Dissi.
 
“Mi è mancato parlare con te, sai? Perché tu capisci tutto quello che scrivo al volo. Mi conosci troppo bene.” Replicò Harry, felice di essere passato ad argomenti più facili di cui parlare. “Diciamo che il protagonista ha un segreto molto più grande di quello che avevo io.”
 
“È sposato con gerbillo?” Domandai. Scoppiammo a ridere entrambi e mi sentii particolarmente bene. Era incredibile come, dopo tutto quel tempo, potessimo scherzare su quello che era successo. Ed era strano pensare che solo poche ore prima ero disperata e poi avevo cominciato a fare battute e non riuscivo a smettere di sorridere.
 
“No.” Rispose Harry, cercando di ricomporsi. “È un serial killer.” Aggiunse dopo poco, con una serietà incredibile.
 
“Un serial killer?!” Quell’uomo riusciva sempre a stupirmi. “Dovrò leggerlo.” Mormorai, incredula.
 
“Sì, dovrai. Anche perché non ho intenzione di svelarti la fine.” Disse. Poi mi diede un leggero bacio sulle labbra ed io mi sistemai più vicina a lui, abbracciandolo.
 
Come avevo potuto pensare di lasciarlo, tre anni prima? Che cosa avevo bevuto? Dovevo essere stata proprio fuori di me per aver preso una decisione del genere. In quel momento avrei anche scalato mille montagne pur di rimanere con lui. Avrei affrontato trenta Courtney pur di non perdere nemmeno un secondo. Avrei voluto fermare il tempo e rimanere in quel letto per sempre.
 
“D’accordo. Farò questo sforzo. Oppure potrei cercare il riassunto su Internet.” Scherzai. “O chiedere a uno dei miei amici di leggerlo e di raccontarmi le cose interessanti.”
 
“No, non farlo!” Esclamò lui, arrossendo improvvisamente. “Ti prego, non farlo leggere a nessuno che sa di noi due. Anzi, adesso che ci penso… forse è meglio se non lo leggi nemmeno tu.”
 
Sgranai gli occhi, confusa. Sembrava quasi che avesse paura che io potessi scoprire qualcosa di brutto.
 
“Devo preoccuparmi? Perché, se mi dici così, non fai altro che aumentare la mia curiosità.” Dissi.
 
Harry scosse la testa, quasi disperato, poi si alzò dal letto e ricominciò a vestirsi.
 
“Devo essere in aeroporto tra un’ora e mezza. Devo anche passare da casa a prendere le mie cose.” Borbottò, abbottonandosi la camicia. “È che quando ho scritto quel libro non so nemmeno io a cosa stessi pensando. Non immaginavo che ti avrei più rivista e, soprattutto, pensavo che non l’avresti mai letto.”
 
“Harry, se hai fatto ammazzare il mio personaggio dal tuo non mi offendo.” Dissi. Lui scoppiò a ridere e si avvicinò per darmi un bacio, cosa che mi fece venire voglia di annullare tutti i progressi che aveva fatto con i vestiti e spogliarlo di nuovo.
 
“No, assolutamente no. Non farei mai del male a te e non farei mai fare del male al tuo personaggio. Tantomeno dal mio.” Rispose, recuperando i pantaloni e armeggiando con la cintura per qualche secondo. “Potrei aver descritto esplicitamente alcune scene di sesso e potresti riconoscerle.” Aggiunse, abbassando la voce e arrossendo di nuovo.
 
“Harry Styles.” Dissi, cercando di assumere un tono autorevole. “Hai raccontato dettagli della nostra vita privata a tutto il mondo?” Domandai, assumendo un’espressione molto seria.
 
“Sì?” Rispose lui. Non l’avevo mai visto così imbarazzato, sembrava che volesse scavare una buca profonda e nascondersi. “Non so nemmeno perché io abbia mai pensato che potesse essere una buona idea.” Disse.
 
“Perché è una buona idea.” Replicai. “Nessuno, a parte i nostri amici più stretti, sa che i protagonisti sono basati su di noi. Nessuno immaginerà mai che hai descritto cose che sono successe davvero.” Aggiunsi, mentre il mio cervello cominciava a lavorare velocemente.
 
Se avessi letto quel libro, avrei avuto accesso alla mente di Harry. Avrei potuto scoprire tutto quello che pensava quando stavamo insieme. Certo, avrei dovuto ricordarmi che il personaggio del libro era un serial killer e non si trattava del vero Harry, ma tante cose che aveva descritto erano vere. Come la sua reazione quando mi aveva vista per la prima volta.
 
“Mary, credimi, io vorrei rimanere qui per una settimana intera, ma devo andarmene tra poco.” Disse lui. Mi ero distratta e non mi ero nemmeno accorta che aveva finito di vestirsi del tutto e aveva anche messo le scarpe.
 
Guardai verso la finestra e notai che fuori c’era ormai chiaro. La notte era passata ed era arrivato il momento di salutarci di nuovo. Ma questa volta era diverso. Questa volta ci saremmo salutati con la promessa di risentirci presto e di rimanere in contatto.
 
Non sapevo esattamente che cosa avessimo deciso dopo aver parlato per tutta la notte. Eravamo tornati insieme? Oppure eravamo tornati amici e avremmo cercato sul serio di prendere le cose con calma? Non sapevo nulla, sapevo solo che avrei preferito fare qualsiasi altra cosa, ma non lasciarlo andare di nuovo.
 
“Ho ancora così tante cose da chiederti…” Mormorai, abbassando lo sguardo. Non volevo che mi vedesse, perché avevo gli occhi lucidi.
 
“Lo so, Mary. Anch’io devo ancora dirti e chiederti centinaia di cose.” Replicò lui, avvicinandosi. Appoggiò il dorso della sua mano sulla mia guancia e lo guardai. Ero ancora innamorata di lui, non potevo negarlo. Ma, in fondo, avevo mai smesso di provare dei sentimenti per Harry Styles? No, anche se avevo cercato di negarli con tutta me stessa. Non avevo mai smesso di amarlo. Nemmeno per un secondo. “Oggi sarò a Los Angeles per il tour promozionale del libro. Ti chiamo appena scendo dall’aereo.” Aggiunse.
 
“D’accordo.” Risposi, rilassandomi. Non potevo essere così agitata. Non gli stavo dicendo addio. Se ne stava andando per lavoro, ci saremmo sentiti al telefono tutti i giorni e ci saremmo rivisti il più presto possibile. “Fai buon viaggio e salutami l’oceano.” Dissi, abbracciandolo e affondando il viso nell’incavo del suo collo. Volevo assaporare il suo profumo per ricordarlo quando si sarebbe trovato a tremila chilometri di distanza da me.
 
“Mi mancherai tantissimo.” Mormorò lui, stringendomi.
 
Provai un brivido lungo la schiena e annuii.
 
“Anche tu.” Dissi.
 
Se avessi potuto catturare un istante e ripeterlo all’infinito sarebbe stato quello. Harry ed io ci guardammo negli occhi senza dire nulla, poi li chiudemmo entrambi prima di baciarci. E fu come se nella mia mente fossero esplosi i fuochi d’artificio dell’ultimo dell’anno. Come se fossero spuntati migliaia di fiori dopo un inverno di gelo. Come se avessi cominciato a sentire un’armonia bellissima dopo tanto silenzio. Come se il mondo fosse diventato a colori dopo tre anni di noioso e malinconico bianco e nero.
 
“Ci sentiamo dopo.” Disse Harry, allontanandosi. Si vedeva dal suo sguardo che quella era l’ultima cosa che voleva fare. E anch’io avrei preferito correre per trenta chilometri sotto la pioggia battente.
 
Lo accompagnai alla porta e mi appoggiai allo stipite, mordendomi le labbra quasi fino a farle sanguinare.
 
“A dopo.” Risposi a fatica. Avevo sprecato troppo tempo, avrei dovuto vederlo prima, così avremmo avuto più ore a disposizione. Avevamo parlato per tutta la notte, ma non era stato abbastanza. Non dopo tre anni di silenzio.
 
Harry mi diede un ultimo bacio, poi cominciò a camminare verso l’uscita. Lo guardai allontanarsi finché non sparì dietro le porte dell’ascensore e rimasi lì a fissare il corridoio senza vederlo.
 
“Non sei rimasta lì ad aspettarmi per tutta la notte, vero?” Sentii la voce di Laurel. Chiusi gli occhi e scossi la testa. Quando li riaprii trovai la mia migliore amica che mi stava osservando con l’espressione più preoccupata del mondo.
 
“No.” Risposi. “Non sono rimasta qui tutta la notte.” Dissi.
 
“Ah, bene. No, te lo chiedo perché hai delle occhiaie pazzesche e praticamente ti sono piombata davanti e tu non te ne sei nemmeno accorta. Pensavo che ti fossi addormentata con gli occhi aperti.” Rispose Laurel, ridendo. “Forza, andiamo dentro.”
 
“Sì, credo che tu debba raccontarmi qualcosa.” Dissi, ritornando in me. Non sapevo nemmeno quanto tempo fossi rimasta fuori dal mio dormitorio a fissare il nulla.
 
“Anche tu, a giudicare dal casino che c’è qui dentro. Cos’è successo, hai avuto una crisi di nervi e hai distrutto tutto quello che c’era sulla scrivania?” Mi domandò la ragazza, sgranando gli occhi davanti alla scena che le si era presentata.
 
“Ehm, no.” Risposi, arrossendo. “Nessuna crisi di nervi. Harry è stato qui.”
 
“Quindi le opzioni sono due. O avete litigato a morte e hai chiamato la polizia, oppure…” Cominciò Laurel, lasciando la frase in sospeso e facendomi l’occhiolino.
 
“Non abbiamo litigato.” Confermai, arrossendo ancora di più. Avevamo davvero fatto tutto quel casino? Non me ne ero nemmeno resa conto.
 
“Mary Jane!” Esclamò lei, battendo le mani e sedendosi sul suo letto. “Voglio sapere tutto. Non risparmiarmi i dettagli.” Disse.
 
“Prima mi devi dire tu cos’hai fatto tutta la notte con Liam.” Ribattei, cercando di prendere tempo. Non ero sicura di volerle raccontare proprio tutti i dettagli di quello che era successo tra me e Harry. Magari ci avrebbe pensato lui nel prossimo libro. Scossi la testa, ridacchiando.
 
“Si dà il caso che Liam ed io abbiamo solo parlato.” Rispose la mia amica. “Al contrario di qualcun altro.” Aggiunse, ammiccando.
 
Mi coprii il viso con le mani, ridendo. Ero sicura che Laurel mi avrebbe ricordato quell’episodio per il resto della mia vita. Ma, per quanto fossi imbarazzata per le condizioni in cui avevo lasciato la stanza, non riuscivo a non essere felice. Felice perché avevo ritrovato Harry, perché avevamo parlato e perché avevamo deciso di riprovarci.
 
“Okay, ma di cosa avete parlato?” Domandai, cercando di riportare l’attenzione sulla mia amica.
 
“Oh, di tante cose.” Rispose lei, quasi casualmente. “Principalmente del fatto che ci siamo lasciati male, che lui non ha intenzione di cambiare lavoro, ma che mi ama, che gli manco da morire e che vorrebbe che tornassimo insieme. Anzi, credo che le parole che abbia usato siano state ‘vorrei sposarti’ o qualcosa del genere.”
 
La guardai in silenzio per qualche secondo, sgranando gli occhi.
 
“Ti ha chiesto di sposarlo?” Domandai, dimenticandomi momentaneamente di tutto il resto.
 
“Sì.” Rispose Laurel. La scrutai con attenzione, studiando in particolare le sue mani. Non vedevo anelli, ma quello non significava nulla. Liam, probabilmente, non aveva progettato quel discorso, quindi non aveva comprato nessun gioiello.
 
“E…?” La incitai.
 
“Gli ho chiesto se si è bevuto il cervello. Ti pare che non ci parliamo per così tanto tempo e lui poi ripiomba nella mia vita e mi chiede di sposarlo? Così, dopo che l’ho lasciato perché non riesco a vivere con l’ansia costante che gli succeda qualcosa sul lavoro? Pensi che potrei diventare sua moglie? Credo che mi verrebbe un infarto dopo due settimane.” Rispose, parlando velocemente. “Vuole sposarmi. Non lo so, è completamente impazzito.” Borbottò.
 
“Come siete rimasti?” Domandai.
 
“Gli ho detto che questa cosa mi spezza il cuore, che lo amo ed è proprio perché lo amo che non posso stare con lui. Ho troppa paura.” Rispose lei.
 
Sospirai. Laurel era davvero in una situazione orrenda. Da una parte la capivo, perché non sapevo se sarei riuscita a sopportare la costante paura che Liam potesse non tornare dal suo turno di lavoro, ma dall’altra…
 
“Vuoi che ti dica quello che vuoi sentirti dire o quello che penso davvero?” Domandai con cautela.
 
“Dimmi prima quello che voglio sentirmi dire, per favore.” Replicò la mia amica.
 
“Hai fatto la scelta giusta.” Mentii.
 
Lei scoppiò a ridere.
 
“Una volta mentivi meglio.” Disse. Poi tornò seria e scosse la testa. “Non so se è la scelta giusta. Cioè no, so che non lo è. Ma non posso sposarlo, Mary.”
 
“No, certo. Anche perché probabilmente è da pazzi buttarsi in un matrimonio dopo che le cose non hanno funzionato la prima volta. Però c’è anche da dire che il mondo è pieno di pompieri che hanno fatto questo lavoro per tutta la vita e sono vivi e sani. Credo che in questi casi tu debba cercare di non guardare solo il lato negativo, ma soprattutto quello positivo. E se il vostro è amore… perché soffrire e sprecare tempo per paura? E fattelo dire da una persona che, per paura, ha buttato via tre anni.” Risposi. “Certo, io avevo paura di qualcosa di completamente diverso, ma tant’è.” Aggiunsi.
 
“Sapevo che dovevo parlare con te.” Disse la mia amica, abbracciandomi all’improvviso. “Perché io non riesco a vedere il quadro completo da sola, ho bisogno del tuo parere. Se non ci fossi tu non saprei cosa fare.” Aggiunse, scoppiando a piangere. “Stupido Liam, stupido lavoro e stupido amore!” Esclamò.
 
“Già, stupido amore.” Mormorai, dandole amichevoli pacche sulla spalla.
 
“Adesso distraimi, ti prego. Parlami dell’uragano Styles e di quello che è successo su quella scrivania.” Disse Laurel, indicando la lampada mezza storta e il mucchio di libri e fogli per terra.
 
“Beh, ecco…” Cominciai a dire e poi le raccontai tutto quello che era successo da quando ci eravamo salutate al pub al momento in cui era tornata, arrossendo durante le parti più imbarazzanti.
 
“Mary, non hai idea di quanto io sia felice per te. Quindi come siete rimasti adesso?” Mi domandò.
 
“Non ne ho idea.” Risposi. “Mi ha detto che mi chiama appena scende dall’aereo a Los Angeles. Non sai quanto io voglia prendere un aereo e attraversare gli Stati Uniti per stare con lui.” Aggiunsi.
 
Laurel scoppiò a ridere e mi diede una pacca sulla schiena.
 
“Se non fossimo entrambe studentesse squattrinate, ti direi che verrei con te. Per staccare la spina, per farti compagnia e per schiarirmi le idee. Anche perché, oltre all’ansia per colpa del lavoro di Liam, ho un’altra paura.” Annunciò la mia amica, abbassando la voce.
 
“Cioè?” Domandai.
 
“Noi, finita l’università, ci trasferiamo a New York. Liam è un pompiere qui a St. Louis. La sua vita è qui, non posso chiedergli di trasferirsi… come funzionerebbe tra di noi? Non vedo come potremmo risolvere il problema della distanza.” Rispose. “Mi sembra di essere intrappolata in un incubo e di non riuscire a svegliarmi. E lo spettacolo si avvicina, la mia testa non è dove dovrebbe e ho paura di fare un casino allucinante.”
 
Sospirai. Perché la vita doveva essere così difficile per tutti? Perché non poteva essere come nei film? Avrei voluto dire qualcosa per consolare Laurel, ma cos’avrei potuto dirle? Non sapevo come sarebbe andata a finire tra lei e Liam. Non potevo saperlo. Potevo solo sperare che riuscissero a trovare una soluzione, perché, soprattutto dopo gli avvenimenti recenti, ero una grande sostenitrice dell’amore. Pensavo che vincesse su tutto e che tutte le persone innamorate avrebbero trovato il modo di essere felici insieme. Mi rendevo conto di avere una visione della vita piuttosto ingenua e idealistica, ma non potevo pensarla in altro modo. Non dopo aver parlato con Harry quella notte.
 
“Troveremo una soluzione, Laurie.” Dissi, abbracciandola di nuovo. “Non so cosa faremo, ma supereremo questa cosa insieme, te lo prometto.”
 
“Tu sei la migliore amica migliore del mondo.” Mormorò la ragazza, asciugandosi una lacrima.
 
“Ehi!” Esclamai. “Pensavo che quel titolo potesse averlo solo una persona ed ero convinta che l’avessi tu!” Dissi, cercando di farla ridere.
 
Laurel sorrise e la abbracciai ancora più stretta.
 
Non sapevo cosa ci avrebbe riservato il futuro, ma ero sicura che sarebbe andato tutto bene, perché l’avremmo affrontato insieme.


Sono passate due settimane, ma i nostri protagonisti sono sempre qui! Oggi abbiamo visto la reazione di Mary dopo quel bacio inaspettato. Credete che abbia fatto la scelta giusta? Cosa succederà prossimamente? Harry e Mary riusciranno a superare l'ostacolo della distanza? Mary tornerà a fidarsi di Harry? Nel prossimo capitolo scopriremo tante nuove cose.
In più oggi abbiamo scoperto cos'è successo tra Laurel e Liam. Cosa deciderà la migliore amica della nostra protagonista?
A martedì con il nuovo capitolo! Grazie per aver letto, per aver aspettato due settimane e per tutti i commenti che mi lasciate sempre!
Un bacione, a presto!

 

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